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Reazione culturale alla queerizzazione dell'associazionismo


Demò

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Just now, nowhere said:

Non è disonesto, è solo rispondere a chi pretende cambiamenti linguistici che si inalbera quando gli chiedi "ma lo sai almeno come funziona?"

Scusami se ti attacco sempre ma non capisco, giuro. Cioè è veramente tutta una mera questione di cambiamenti linguistici adesso? Non di accettazione di chi non si ritiene binario di genere? Perché allora lo schwa, gli asterischi eccetera potrebbero essere come il primo mattone dei moti di Stonewall per una rivoluzione linguistica almeno in Italia. Non so, immagina che tra cento anni da adesso, così tanta gente ormai nel frattempo si è svegliata la mattina e ha capito che in fondo non si riconosce nel binarismo del genere, non più un 1,7% sacrificabile in nome dell’attaccamento alla lingua o di una ragionevole resistenza a cambiamenti repentini. Ma metti anche solo tra 10 anni, se ormai tra i giovani l’uso di forme gender neutral nel parlato e nello scritto informale è così diffuso fino a convivere con l’italiano di adesso? E se fosse proprio grazie anche ai queer rompicoglioni e fuori dal mondo di oggi? Ne saprai sicuramente più tu di me di linguistica, però davvero, parlarne come fosse una questione di vita e di morte come se chi mette un asterisco fosse pericoloso quanto chi non vaccina un figlio, secondo me è scorretto.

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7 minutes ago, Renton said:

Penso dovresti proporla solo a chi propone questi progetti e non in tutti i contesti in cui si parla di persone non binarie per dare manforte ad argomentazioni che deridono la stessa esistenza di persone non binarie

Ma forse mi sarò espressa male ma quando ho detto "è una questione che tanto non succederà mai" in realtà cercavo di stemperare tutte le preoccupazioni riguardo a questo attacco alla lingua italiana eh.
Cioè io non sono minimamente preoccupata del fatto che possa uscir fuori una reale proposta di cambiare la lingua e chiunque la faccia con qualche proposta strampalata, lascia il tempo che trova perché non è credibile.

Ed era più che altro in risposta a chi affermava che c'è questo rischio di introduzione di una cosa del genere nella lingua italiana citando queste frange che vogliono proporre asterischi o simboli fonetici alternativi.
No, il rischio io dubito che possa esserci perché non abbiamo una lingua che si presta a cambi improvvisi e radicali come può accadere per altre lingue che sono strutturate in maniera diversa e già di base sono "neutre" o prevedono il neutro.

E che quindi sia quelli che urlano al "cambiamo la lingua italiana" e quelli che urlano "attentato alla lingua italiana!" dovrebbero rilassarsi e prendere quel famoso libro di linguistica in mano.

Ma non voleva assolutamente essere una posizione di attacco nei confronti di chi mi chiede di adottare un linguaggio quanto più umanamente vicino alla sua sensibilità eh, cioè se è questo il messaggio che è  passato mi dispiace.

8 minutes ago, blaabaer said:

Ma chi, CHI, di grazia, si inalbera? 🙂

Sia chi dice che c'è un attacco alla lingua italiana in corso che chi si pensa che basta volerlo forte forte e da domani parliamo tutti sardu. :asd:

4 minutes ago, Serpente said:

Stai assimilando le mie idee, sono contento, alla fine insistere porta a dei risultati.

Non sto assimilando le tue idee perché non ho mai negato l'identità trans o non binaria.
Ho solo detto che a me le posizioni estremiste di ambo le parti, non mi garbano.

 

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Il vero femminismo non è quello che fa da contenitore a qualsiasi istanza ci passi per la testa; il vero femminismo è l'istanza delle donne e basta. La teoria queer cancella il sesso e lo sostituisce col concetto di genere, non solo nella cultura, ma anche nella società, nella politica, nella lingua. Ciò comporta annullare la lotta all'oppressione sulle donne, millenaria e basata sul sesso, così come significa cancellare la lotta per i diritti omosessuali, basati sugli orientamenti sessuali e non sul genere e, anche, cancellare la soggettività delle persone transessuali, tutt'altro che facile e banale. A chi va il beneficio della fine dei diritti delle donne e degli LGBT? Agli uomini eterosessuali che possono entrare come un CAVALLO DI TROIA nella cittadella fortificata tanto difesa da donne e LGBT.
 

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1 minute ago, metalheart said:

Faccio una domanda off-topic a @Serpente. Ma tu che sei così femminista, come fai a sopportare il clima misogino che si respira in questo forum?

Secondo te perché me ne vado?

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AndrejMolov89
8 minutes ago, metalheart said:

Scusami se ti attacco sempre ma non capisco, giuro. Cioè è veramente tutta una mera questione di cambiamenti linguistici adesso? Non di accettazione di chi non si ritiene binario di genere? Perché allora lo schwa, gli asterischi eccetera potrebbero essere come il primo mattone dei moti di Stonewall per una rivoluzione linguistica almeno in Italia. Non so, immagina che tra cento anni da adesso, così tanta gente ormai nel frattempo si è svegliata la mattina e ha capito che in fondo non si riconosce nel binarismo del genere, non più un sacrificabile in nome dell’attaccamento alla lingua o di una ragionevole resistenza a cambiamenti repentini. Ma metti anche solo tra 10 anni, se ormai tra i giovani l’uso di forme gender neutral nel parlato e nello scritto informale è così diffuso fino a convivere con l’italiano di adesso? E se fosse proprio grazie anche ai queer rompicoglioni e fuori dal mondo di oggi? Ne saprai sicuramente più tu di me di linguistica, però davvero, parlarne come fosse una questione di vita e di morte come se chi mette un asterisco fosse pericoloso quanto chi non vaccina un figlio, secondo me è scorretto.

Ci sono stati tentativi in questo senso: sono tutti falliti. Le lingue artificiali sono un esempio iconico (e.g. Esperanto, Latino Sine Flessione di Peano) e in questi casi stiamo parlando di scienziati/letterati non persone che sono poco aduse allo studio e allo sforzo. Introdurre qualcosa di artificioso all´interno di una lingua porta sempre risultati fallimentari, semmai, si potrebbe puntare su cosa é fattibile rapidamente, magari dando un indirizzo di evoluzione linguistica, ammesso e non concesso che sia possibile monitorare 3 generazioni sull´uso dei pronomi.
La questione che nowhere voleva porre, imho, é che non si possono improvvisare soluzioni senza conoscere la  scienza di base. Cioé, la schwá che ho scoperto solo recentemente essere la "a"(bout) inglese, é difficile da pronunciare per un italiano in quei contesti, e sarebbe pronunciata unicamente in quei contesti. Dubito altamente che questa nuova regola si estenda anche per glə oggetə o altre cose. Si propone qualcosa che richiede uno sforzo titanico. Semmai, é piu´ probabile riuscire ad usare il linguaggio inclusivo contestualmente al gruppo di persone, e seguire le indicazioni individuali." 1,7%" meno molti meno. L´attaccamento della lingua qui non c´entra perché dovremmo scriverla decentemente sempre, si parla di fattibilitá e di trasmissione della lingua. Cioé, lo aveva spiegato una linguista: i cambiamenti artificiali perdurano poco perché i parlanti che trasmettono ai pargoli devono sforzarsi a riprodurre suoni che sentono di rado e usano ancora meno...Esempio, io ho rinunciato a pronunciare la ö, perché per me é troppo difficile, cosa che non é vera per un milanese...

 

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1 minute ago, metalheart said:

Ne saprai sicuramente più tu di me di linguistica, però davvero, parlarne come fosse una questione di vita e di morte come se chi mette un asterisco fosse pericoloso quanto chi non vaccina un figlio, secondo me è scorretto.

Allora fa una cosa, al posto dei novax e medicina mettici terrapiattisti : scienziato.

Il raffronto non voleva essere fatto sul piano della salute, ma solo sul piano della conoscenza e dell'assurdità di fare affermazioni quando non si conosce la materia e ci si offende se ti viene risposto "prima informati".

4 minutes ago, metalheart said:

Scusami se ti attacco sempre ma non capisco, giuro. Cioè è veramente tutta una mera questione di cambiamenti linguistici adesso? Non di accettazione di chi non si ritiene binario di genere? Perché allora lo schwa, gli asterischi eccetera potrebbero essere come il primo mattone dei moti di Stonewall per una rivoluzione linguistica almeno in Italia

Ho mai parlato di non accettare i non binari?
Ho mai negato l'esistenza dell'identità delle persone trans?

Ogni volta che ho espresso delle perplessità riguardavano esclusivamente tutti quegli argomenti che si scontrano con realtà più stratificate che pretendono un'osservazione ed uno studio più specifico del semplice "siccome io mi sento così, allora adesso cambiamo!"
Quindi mi sono espressa in questo topic sulla disforia di genere e in questo caso sulla linguistica perché scusami ma non mi ritrovo nel pensiero che basta che una cosa la vuoi e al diavolo tutti i gradi di realtà.

Posso dire che determinate rivendicazioni mi sembrano non realizzabili o mi viene dato della transfobica?

Ripeto, non realizzabili che è diverso dal dire "le persone trans non esistono e non meritano diritti civili" perché ribadisco, ho già specificato che a me ambo le posizioni estremiste non garbano.

1 minute ago, AndrejMolov89 said:

La questione che nowhere voleva porre, imho, é che non si possono improvvisare soluzioni senza conoscere la  scienza di base

ODDIO GRAZIE 

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11 minutes ago, AndrejMolov89 said:

Ci sono stati tentativi in questo senso: sono tutti falliti. Le lingue artificiali sono un esempio iconico (e.g. Esperanto, Latino Sine Flessione di Peano)

A margine consiglio, a chi interessasse, la lettura di "In the land of invented languages" di Arika Okrent

La proposta dello schwa è un esperimento il cui unico pregio è l'assunta buona fede, e sono anch'io convinto che *non* possa funzionare; la stessa argomentazione "il suono sta un po' in mezzo tra la a e la e quindi è di facile introduzione" va proprio contro ogni senso logico (semmai è il motivo per cui una lingua evolve facendo di due suoni uno). Lo stesso vale per altri suggerimenti di pronomi personali nuovi e bizzarri, sull'onda dell'inglese (in cui si può insistere nell'aggiungere "ze" a "he" e "she" e tutte le altre parole rimangono uguali, o si può riadattare il "they" singolare così da usarlo anche per le persone nonbinarie). Non c'è una soluzione ovvia. Dunque?

Curioso che si arrivi qui in una discussione che anzi partiva proprio dall'esigenza di lasciare questa e altre questioni a chi se ne voglia occupare, fuori da contesti lgbt che (a quanto pare) dovrebbero dedicarsi ad altro. 🙂

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40 minutes ago, SabrinaS said:

ma come faccio ad essere trans se non sono in "movimento"?

Transgender: persona che non si riconosce nel genere assegnato

Che si oppone a

Cisgender: persona che si riconosce nel genere assegnato

 

...e NON

Trans: persona in transizione 

Trans è trans prima, durante e dopo la terapia ormonale sostitutiva e gli interventi; queste sono le definizioni in uso

41 minutes ago, nowhere said:

in realtà cercavo di stemperare tutte le preoccupazioni riguardo a questo attacco alla lingua italiana eh

D'accordo

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11 minutes ago, blaabaer said:

Curioso che si arrivi qui in una discussione che anzi partiva proprio dall'esigenza di lasciare questa e altre questioni a chi se ne voglia occupare, fuori da contesti lgbt che (a quanto pare) dovrebbero dedicarsi ad altro. 🙂

Penso che sia abbastanza chiaro che non tutti gli utenti abbiano le stesse posizioni e diano importanza allo stesso modo agli stessi argomenti.

Che ci sia gente diversa che qui dentro abbia infilato argomentazioni diverse e preoccupazioni diverse, dimostra semplicemente che c'è un'oggettiva visione frammentaria proveniente da persone con realtà anche completamente diverse.

Non lo trovo curioso, solo umano.

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2 minutes ago, nowhere said:

Penso che sia abbastanza chiaro che non tutti gli utenti abbiano le stesse posizioni e diano importanza allo stesso modo agli stessi argomenti.

Che ci sia gente diversa che qui dentro abbia infilato argomentazioni diverse e preoccupazioni diverse, dimostra semplicemente che c'è un'oggettiva visione frammentaria proveniente da persone con realtà anche completamente diverse.

Non lo trovo curioso, solo umano.

La qual cosa mi fa molto piacere: devo dire che non mi sentivo del tutto in sintonia con i primi messaggi in questo thread. 🙂

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Io per esempio sono tra gli utenti a cui paradossalmente nella vita quotidiana di parlare di asterischi, schwa, eccetera, importa poco, nel senso che li vedo come esperimenti di persone che, in quanto trans, si pongono interrogativi su tanti piani, perciò anche su quello linguistico; e non mi crea nessun problema. Mi intetesserebbe semmai molto di più andare all'essenza delle cose, di cui questi argomenti sono niente più che propaggini accessorie; mi interessa l'esperienza profonda della persona trans, la loro evoluzione nella presa di consapevolezza, i dilemmi identitari, il confronto tra le esperienze e le risposte che ognuno si dà agli stessi interrogativi. Poi vabbè finisce sempre che mi ritrovo a controbattere a persone che dicono che essere non binari significa pensare che capelli corti siano una cosa da maschio o che gli enby sono solo degli sfigati con la barbetta fissati con gli asterischi quindi il livello della discussione scende parecchio oltre al fatto che viene ridotto ad aspetti totalmente inessenziali. Sicuramente farei a meno di discutere di queste cose.

Edited by Renton
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AndrejMolov89
28 minutes ago, blaabaer said:

A margine consiglio, a chi interessasse, la lettura di "In the land of invented languages" di Arika Okrent

La proposta dello schwa è un esperimento il cui unico pregio è l'assunta buona fede, e sono anch'io convinto che *non* possa funzionare; la stessa argomentazione "il suono sta un po' in mezzo tra la a e la e quindi è di facile introduzione" va proprio contro ogni senso logico (semmai è il motivo per cui una lingua evolve facendo di due suoni uno). Lo stesso vale per altri suggerimenti di pronomi personali nuovi e bizzarri, sull'onda dell'inglese (in cui si può insistere nell'aggiungere "ze" a "he" e "she" e tutte le altre parole rimangono uguali, o si può riadattare il "they" singolare così da usarlo anche per le persone nonbinarie). Non c'è una soluzione ovvia. Dunque?

Curioso che si arrivi qui in una discussione che anzi partiva proprio dall'esigenza di lasciare questa e altre questioni a chi se ne voglia occupare, fuori da contesti lgbt che (a quanto pare) dovrebbero dedicarsi ad altro. 🙂

Grazie per il consiglio. Io rilancio con Scientific Babel ::)
Io uso they al singolare, non perché sia affascinato dai vecchi usi e costumi, ma perché sono una capra. Io ho risolto il problema di genere in inglese usando esclusivamente "it". It does something against the nature. It is an idiot and so on.
Credo che la questione lingustica sia legata al fatto: a) che molti attivisti "aggressivi" cercano di andare contro a chiunque muova perplessitá; b) che la dipingano come qualcosa di prioritario. E´ prioritario, imho, contestualmente. Se Renton dicesse che é gender fluid, cercherei di adeguarmi ai suoi desideri, é un tipo a cui ci tengo, ed in generale, automaticamente mi sento piu´ portato a farlo con altre persone fuide. Un po´come il mio adeguamento alle allergie del mio (ex) patner, ora sono sufficientemente esperto per fare cene vegeteriane/vegane e prive di allergeni.

La questione é semplice, quanta importanza ha cambiare la lingua globalmente? IMHO, cambiamenti grammaticali radicali non vengono recepiti, quindi bisogna agire sull´uso del linguaggio, come si potrebbe creare un uso dell´italiano corrente in modo inclusivo, e dare anche delle indicazioni su come  riferirsi ai genderfluid, trans and so on.
IMHO é piu´ fattibile e si investirebbero le energie in battaglie piu´ concrete e utili (e.g. introduzione all´educazione sessuale e di genere nelle scuole, servizi che si occupano di questi argomenti nelle scuole and so on). Pero´, sinceramente sono mie idee, che fanno il tempo che trovano. Per lo meno cerco di esporle se a qualcuno piacciono potrebbero metterle in pratica, criticarle, o ignorarle dirsi voglia.

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17 minutes ago, Renton said:

mi interessa l'esperienza profonda della persona trans, la loro evoluzione nella presa di consapevolezza, i dilemmi identitari, il confronto tra le esperienze e le risposte che ognuno si dà agli stessi interrogativi.

E' un tema che interesserebbe approfondire pure a me

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5 minutes ago, schopy said:

E' un tema che interesserebbe approfondire pure a me

È un tema che secondo me porta via tanto tempo, cioè io ormai sono tanti mesi che mi confronto, che chiedo, che paragono le esperienze mie con quelle degli altri, e ci sono ancora dentro a 'sta cosa, e chissà poi andando avanti quante altre prospettive si apriranno in tos, quando cambia anche il corpo, madò è assurdo se ci penso, uno deve essere proprio pronto ad abbandonare tutte le cose che credeva di sapere in un certo senso, perché finisce col mettere tutto in discussione, anche le cose più banali. Però è una cosa che ti dà anche tanto. Vabbè parlo da interno però 

Edited by Renton
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18 minutes ago, SabrinaS said:

non ha senso questo che hai detto perché si può essere gay anche non dando il culo mentre non si può essere trans se non sto transitando. 

Ovvero se non sto prendendo gli ormoni e non sto seguendo alcuna terapia non "in transizione" e non sono "trans". Quindi i bambini sono disforici, poi diventano trans, ma solo quando iniziano la terapia, ovvero quando sono adolescenti, poi quando finiscono diventano uomini e donne a seconda del sesso di provenienza e di arrivo. 

No; cis/trans vogliono dire dire "da questa parte"/"dall'altra parte". La transizione (passare dall'altra parte) è parte di un percorso che può benissimo iniziare molto prima. Questa cosa che si possa dare il bollino di certificazione Vero Transgender Purosangue solo quando, solo se, solo a condizione che (... che la terapia ormonale sia cominciata; ma anche: che determinate operazioni chirurgiche di riassegnazione del sesso siano state fatte, oppure che siano state fatte tot ore di psicoterapia, oppure che la carta d'identità sia stata aggiornata, o qualsiasi altra cosa decisa arbitrariamente da persone non trans), per me è sbagliata.

Attendo con ansia l'obiezione "e allora va bene tutto, sono trans anch'io perché mi sono svegliato così stamattina" per mandare tutto in vacca once more with feeling

 

Aggiungo: ci sono persone transgender che continuano ad identificarsi come tali (es. uomo transgender, donna transgender) anche al termine della transizione

Edited by blaabaer
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Ci sono persone trans che una volta finita la transizione non si considerano più trans, si considerano uomo o donna e basta. Per loro la transessualità è legata alla presenza di una disforia, che una volta risolta attraverso la transizione fa cessare anche la condizione di transessuale. 

Ci sono poi altre persone trans che invece continuano a considerarsi trans anche una volta terminata la transizione, per loro quella di transessuale è una condizione permanente legata al solo fatto di avere un genere diverso dal sesso biologico. 

Dipende dalla concezione di transessualità che si ha. Se si fanno battaglie per far sì che tutte le possibili identità che ci si auto-attribuisce vengano rispettate, allora per coerenza bisognerebbe anche rispettare l'identità di chi a fine transizione non si considera più trans.

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2 minutes ago, Uncanny said:

Ci sono poi altre persone trans che invece continuano a considerarsi trans anche una volta terminata la transizione, per loro quella di transessuale è una condizione permanente legata al solo fatto di avere un genere diverso dal sesso biologico. 

Battuto sul tempo mentre editavo 🙂

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Comunque l'ultima frase del mio post si riferisce al fatto che solitamente SJW & Co sono contrariati dal fatto che una persona trans rinunci a tale identità una volta finita la transizione 

Per loro è transfobia interiorizzata e adeguamento al sistema "cisnormativo"

Edited by Uncanny
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10 minutes ago, blaabaer said:

Attendo con ansia l'obiezione "e allora va bene tutto, sono trans anch'io perché mi sono svegliato così stamattina" 

beh quello che hai detto porta esattamente a questo, ovvero io sono trans anche senza iniziare alcuna terapia o fare alcuna operazione, quindi se domani dicessi di essere trans e esattamente non cambiassi niente di me, io sono trans. Punto. Senza passare per la disforia e poi solo dopo iniziare un percorso di transizione. Ti sei dato la risposta da solo come marzullo. 

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5 minutes ago, Serpente said:

Una donna trans o un uomo trans non smettono di essere trans, perché di fatto il sesso biologico non si può cambiare nei fatti.

Essere transgender è, probabilmente, un'esperienza più complessa; ridurre la definizione al mero sesso biologico è una cosa che generosamente direi parziale.

2 minutes ago, SabrinaS said:

se domani dicessi di essere trans e esattamente non cambiassi niente di me, io sono trans. Punto.

E se così fosse, io rispetterei questa definizione di te.

Ma sarebbe vero, nel tuo caso, o sarebbe solo una provocazione?

Qui stiamo parlando di persone; non è una gara a chi trova più loopholes nelle regole di un gioco da tavola.

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Scusate se aggiungo carne al fuoco ma questa fa troppo ridere 

Quelli che usano AMAB (assigned male at birth) e AFAB (assigned female at birth) invece di biologicamente maschio o biologicamente femmina

Come se il sesso biologico fosse qualcosa che viene assegnato arbitrariamente alla nascita dai medici e non qualcosa di oggettivo ed evidente, a prescindere che poi l'identità di genere combaci o meno

Un problema di negazione della biologia c'è

Edited by Uncanny
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38 minutes ago, blaabaer said:

Aggiungo: ci sono persone transgender che continuano ad identificarsi come tali (es. uomo transgender, donna transgender) anche al termine della transizione

Sono sempre definizioni che discendono da assunti terminologici iniziali: il sistema deve essere coerente. Quello cis/trans è un sistema a due scelte, tertium non datur: o ti riconosci nel genere assegnato alla nascita oppure non ti ci riconosci; da qui o cis o trans. È quello che io utilizzo, e non ne userei uno differente, poiché trovo che impostare le mie aspettative sul pensiero che la transizione faccia effettivamente smettere di essere trans, significa in seconda battuta pensare che essa abbia il potere di trasformarti in un uomo cis (essendo un sistema a due scelte) che in ultima analisi è come coltivare il pensiero che il tuo sesso sarà effettivamente quello maschile, o comunque parlarne come se questo fosse un obbiettivo che sta nel ventaglio delle possibilità; io so già che questo è falso, che coltivare una simile prospettiva non può che comportare poi sul lungo termine una disillusione, quindi una sofferenza, una frustrazione; ho preferito accettare subito questa cosa, cioè accettare che determinati obbiettivi non rientrino nelle possibilità umane, quindi partire da questa consapevolezza e concentrarmi sulle possibilità, ovvero su ciò che effettivamente la transizione offre, che non è comunque poco; e lavorare su me stesso in tutt'altro senso, ovvero sulla costruzione di un'identità trans che non fosse una sorta di anticamera nella quale stai in attesa di non esserlo più; ma che avesse carattere positivo cioè mi permettesse di sviluppare un orgoglio identitario in quanto trans; ad esempio non pensando al corpo trans come a un corpo il cui valore dipende da quanto o quanto poco si conforma a un corpo cis; ma che fosse desiderabile in sé; e questa mia scelta si riflette nella scelta del linguaggio mio e di tutti quelli che lo usano consapevolmente nello stesso modo. Non sono sicuro però che questo sia un argomento che si possa affrontare serenamente in questo forum, con tante persone che hanno obbiettivi polemici più di quanto abbiano interesse per la questione, ma vabbè io l'ho scritto a te.

Edited by Renton
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2 minutes ago, blaabaer said:

Questa la lascio agli scienziati, io qui mi sa che ho già dato

Capisco se la formula viene usata riferita ad intersessuali la cui determinazione del sesso può essere complessa 

Viene però usata comunemente dai SJW negatori di biologia riferita a persone trans

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3 minutes ago, Renton said:

Sono sempre definizioni che discendono da assunti terminologici iniziali: il sistema deve essere coerente. Quello cis/trans è un sistema a due scelte, tertium non datur: o ti riconosci nel sesso assegnato alla nascita oppure non ti ci riconosci; da qui o cis o trans. È quello che io utilizzo, e non ne userei uno differente, poiché trovo che impostare le mie aspettative sul pensiero che la transizione faccia effettivamente smettere di essere trans, significa in seconda battuta pensare che essa abbia il potere di trasformarti in un uomo cis (essendo un sistema a due scelte) che in ultima analisi è come coltivare il pensiero che il tuo sesso sarà effettivamente quello maschile, o comunque parlarne come se questo fosse un obbiettivo che sta nel ventaglio delle possibilità; io so già che questo è falso, che coltivare una simile prospettiva non può che comportare poi sul lungo termine una disillusione delle aspettative, quindi una sofferenza, una frustrazione; ho preferito accettare subito questa cosa, cioè accettare che determinati obbiettivi non rientrino nelle possibilità umane, quindi partire da questa consapevolezza e concentrarmi sulle possibilità, ovvero su ciò che effettivamente la transizione offre, che non è comunque poco; e lavorare su me stesso in tutt'altro senso, ovvero sulla cosyruzione di un'identità trans che non fosse una sorta di anticamera nella quale stai in attesa di non esserlo più; ma che avesse carattere positivo cioè mi permettesse fi sviluppare un orgoglio identitario in quanto trans; ad esempio non pensando al corpo trans come a un corpo il cui valore dipende da quanto o quanto poco si conforma a un corpo cis; ma che fosse desiderabile in sé; e questa mia scelta si riflette nella scelta del linguaggio mio e di tutti quelli che lo usano consapevolmente nello stesso modo. Non sono sicuro però che questo sia un argomento che si possa affrontare serenamente in questo forum, con tante persone che hanno obbiettivi polemici più di quanto abbiano interesse per la questione, ma vabbè io l'ho scritto a te.

Ti ringrazio per aver condiviso la tua esperienza! 🙂  Magari avremo modo di approfondire in altra sede (o in un altro thread). 🤞

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23 minutes ago, blaabaer said:

Essere transgender è, probabilmente, un'esperienza più complessa; ridurre la definizione al mero sesso biologico è una cosa che generosamente direi parziale.

La biologia è, probabilmente, un'essenza più complessa; ridurre la definizione alla mera performance di genere intercambiabile è una che che generosamente direi parziale.

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4 minutes ago, Serpente said:

La biologia è, probabilmente, un'essenza più complessa; ridurre la definizione alla mera performance di genere intercambiabile è una che che generosamente direi parziale.

cringe

poi mi raccomando diamo la colpa alle iniziative queer se

On 10/24/2020 at 7:00 PM, Demò said:

l'associazionismo italiano dopo il 2016 è morto

 

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Ps. Gli acronimi amab e afab sono nati precisamente allo scopo di cercare una terminologia che fosse valida per tutte le persone trans; e non tutte le persone trans hanno un sesso biologico inequivocabilmente maschile o femminile, dal momento che esistono anche persone trans intersex. Tuttavia, tutte le persone trans senza eccezioni hanno un sesso assegnato, sia quelle intersex sia quelle non intersex; poiché alla nascita c'è un sistema a due scelte da spuntare, F o M, nella quale ogni persona viene fatta rientrare, comprese quelle intersex; F o M vengono, in altre parole, assegnati a tutti, sia che quelle lettere abbiano effettiva corrispondenza nel sesso biologico, sia che invisibilizzino una condizione di intersessualità, rilevata o meno dai medici; sicché amab e afab sono acronimi sorti nel corso della ricerca di termini che universalizzassero il più possibile le definizioni.

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Io ancora non ho capito perché affermare che si nasca biologicamente con determinate caratteristiche fisiche, cioè l'avere dei caratteri sessuali maschili e femminili, debba per forza di cose portare alla negazione dell'esistenza di un'identità di genere e, di conseguenza, negare la dignità di questa identità di genere di un gruppo di persone.

Cioè è questo passo mentale della mentalità terf che non capisco e mi pare pure assurdo che nel 2020, ormai svariati anni dopo l'inizio dei moti di Stonewall, ci siamo ritrovati seriamente a decidere o meno di delegittimare quella T così, senza motivo.

Perché io posso capire i sjw sono una rottura di palle e determinate istanze siano oggettivamente ridicole.

Ma seriamente siamo arrivati a dire "basta che mi alzo e dico che sono trans e tu mi devi riconoscere" banalizzando così la questione a mò di presa in giro?

Cioè posizioni di questo tipo mi sembrano l'eco di quando gli etero usavano praticamente la medesima logica per delegittimare l'esistenza delle persone omosessuali.
Della serie "Se domani si sposano due uomini, allora io potrò sposarmi col cane".

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