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Opera Lirica (ovvero AAA cercasi vociomani)


GreenLamb

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@@Frollo allora apprezziamo la Bartoli allo stesso modoXD anche se io con qualche riserva in piùXD

Sì esatto Ah se è ver che in tal momento fu composta da Rossini per il soprano Josephine Fodor Manville se non erro (e non credoXD).

A questo punto la posto così tutti capiscono di cosa andiamo parlandoXD Vada per un live con Luciana Serra, cantante per cui ho un amore particolare!

http://www.youtube.com/watch?v=xcKw1XOxYZg

 

Grazie per gli ascoltiXD

Sia quello della Matilde sia quello della Cenerentola della Bartoli, ruolo cui è stranamente adatta tra l'altroXD Il tentativo di trillo sull'ultima nota è a imitazione (venuta maleXD) della signora Dupuy.

 

Mi sembra bello e divertente postare la versione sopranile del rondò di Cenerentola e del conte di Almaviva. La splendida Mariella Devia come Cerere nelle Nozze di Teti e Peleo:

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@@GreenLamb Sei gentilissimo, mi farebbe davvero piacere riuscire ad ascoltare il Ciro prima o poi

@@Frollo Grazie per il consiglio, già l'assaggio da te postato mi sembra molto buono.

 

Green grazie per gli ascolti XD, Almaviva si è travestito e adesso mi perseguita nei panni di Angelina XD Anche se la versione per il soprano è davvero curiosa, suona molto più romantica,sembra presa dall'opera dell' 800 avanzato XD

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@@Addie Pray la registrazione è venuta male perchè il segnale andava e veniva:-( Ho già insultato mio padre per questo anche se non c'entra nulla poverinoXD

Spero lo postino su youtube a breve oppure uscirà in dvd (ho questo sentore...)!

Sono d'accordo che sembra un'aria di un'altra epoca nella versione per soprano, ma resta splendida e magistralmente eseguita dalla Devia che si lancia con coraggio nelle variazioni e, giustamente, gioca molto sui sovracuti davvero magnifici che ha (il mi naturale alla fine è epico!).

 

@@Frollo io trovo la Cenerentola di Abbado e Ponnelle davvero stupenda (molto meglio del loro Barbiere) e la Von Stade è grandissima Cenerentola (Cenerentola è il primo argomento trattato nel topic se vai a vedere)!!!

 

Sinceramente voglio porre rimedio a questo dominio di Cenerentola e Barbiere sulle altre opere comiche rossiniane!

Concentriamoci su Italiana in Algeri che, per mio gusto, è ancor più bella delle altre due!

Sarà perchè il personaggio di isabella è straordinario e perchè ha tre arie solistiche pazzesche, duetti, concertati,... insomma è un ruolo monstre per il mezzosoprano che deve toccare tutte le corde dell'anima a differenza della sempre mesta e patetica Angelina e della ingenuottache sicredescaltra Rosina!

 

Propongo dunque degli ascolti illuminanti tratti dall'opera in questione.

 

L'acutissimo William Matteuzzi nella cavatina di Lindoro... ovviamente vai coi fa sopracutiXD

http://www.youtube.com/watch?v=4FCo_Y6ju8E

 

L'entrata di Isabella della grande Marilyn Horne qui in concerto... quanto bella, brava e simpatica era??? UNICA!

 

Il duetto tra Taddeo ed Isabella che io trovo sempre divertentissimo... Teresa berganza e Rolando Panerai... una gioiaXD

 

Già d'insolito ardore nel petto cantata dal sommo (in questo repertorio è il non plus ultra della sua categoria vocale!!!) Samuel Ramey!

 

Oggi pomeriggio proseguo coi postXD

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La regia di Ponelle è meravigliosa.

Ad ogni modo seguo sol fiero la tua scia, e ti dico che preferisco questa versione Dara-terrani:

 

Quando Raimondi non era scoppiato:

 

Regazzo che io adoro:

 

Ed infine la magnifica stretta finale dell'Italiana in Algeri, qua eseguita da abbado ed i cantanti ad una velocità stratosferica:

http://www.youtube.com/watch?v=OKRS_21aUBU

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@@Frollo mi credi che volevo postare anch'io quel video del finale d'atto? PazzescoXD E'davvero un piacere che al topic si sia aggiunta un appassionato come te!

 

Io preferisco la Berganza, la Valentini-terrani sembra qyasi impaurita nelle agilità alla fine e gonfia troppo il medium e i gravi, ma fu grande nel ruolo!

 

Sì Raimondi nel Viaggio di Abbado (che è un must!) era ancora un grande cantante, esente dai difetti che acquisirà poi e che lo rendono oggi inascoltabile.

 

Regazzo mi è piaciuto come Mustafà! Vocalmente tutti spariscono nel confronto con Ramey in questo repertorio, ma, detto ciò, una bellissima esecuzione(anche se nella chiusa la voce si stimbra un poco nelle agilità)!

 

In ogni caso lo scrivo ora senza timori che la migliore Isabella di sempre è Marilyn Horne, perfetta in tutto il ruolo, spigliata, decisa, mascolinamente femminile, scaltra, virtuosa, elegiaca, eroica... un MITO!!!

 

Proseguo al secondo atto visto che il finale l'hai messo tuXD

 

Blake inarrivabile nel Concedi amor pietoso, seconda aria dello scialbo Lindoro...

 

Enzo Dara nella scena del Kaimakan... uno spassoXD

 

L'intera scena del corteggiamento e del caffèXD (Valentini-Terrani, Benelli, Bruscantini, Dara)

 

Sul rondò di Isabella posterò varie versioniXD

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Regazzo ad oggi credo sia il miglior basso in circolazione per i ruoli di agilità e coloratura.

Horne mi piace molto ma le agilità sono spesso impacciate, anche se la presenza scenica è immensa.

 

 

Pappataci...io ho impiegato un sei mesi buoni a capire che non era un riferimento all'insetto^^

 

Un opera di rossini poco rappresentata e conosciuta:

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Sì Regazzo se la cava davvero bene in questi ruoli... al giorno d'oggi ha pochi rivali!

Sulla Horne non posso che dissentire... io la amo profondamente e la trovo inarrivabile (le agilità forse non ti piacciono perchè sono vere agilità di forza e non di grazie e ciò le fa sembrare strane?) nel suo repertorio!

 

HahaXD Sì i libretti di Rossini sono pienissimi di doppi sensi anche dove non andresti ad immaginarliXD Oppure sono involontariamente comici o sconci nelle opere serie tipo nell'Ermione (Troia qual fosti un dì! oppure Quell'avanzo di Troia! e così viaXD)

 

Conosco benissimo Donna del lago (e tutto Rossini a dire il vero tranne Adina che mi manca:-( Ma provvederò!)

La registrazione di Scimone dell'80 da cui è tratto questo rondò è davvero splendida! Horne, Raffanti, Blake, Von Stade... un delizia! In questo rondò trovo la Von Stade molto brava, ma soccombe a confronto della Horne (che eseguì spesso quest'aria nella lezione del barbiereXD) nelle agilità e nella precisione, inoltre i gravi non mi fanno impazzire! Ammiro lo scintillio degli acuti, ma credo avrebbe potuto far ancora meglio! Comunque tanto di cappello!

 

Edited by GreenLamb
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Horne fa agilità di sforzo non di forza, che molti maestri additano molto negativamente(anche un certo cantante che hai postato prima^^).

Rossini è il mago del doppio senso, anche la pausa magnifica "tutti la chiedono, tutti la bramano......la vaga femmina felicità", anche se in realtà dovremmo anche ringraziare i magnifici librettisti.

 

Tancredi. di tanti palpiti:

http://www.youtube.com/watch?v=HQ_jUp_wFa4

 

 

Ad ogni modo il buon coloraturafan ha iniziato a postare il ciro, non so se metterà tutta l'opera:

http://www.youtube.com/user/coloraturafan?feature=g-high-u

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Non sono assolutamente d'accordo sulla Horne! Le sue agilità erano perfette, sgranatissime, ardite nelle variazioni e, soprattutto, tecnicamente da manuale, sempre appaggiate sul diaframma, con mordente, e mai svolazzanti! La voce sempre in maschera, alta di posizione su tutta la gamma (perfino nei gravi che ingrossava per vezzo ma rifuggendo effettacci paraveristici o suoni da orco!) e supportata da una respirazione e una gestione del fiato che le permettevano ogni cosa: dal canto spianato a ogni tipo di agilità e variazione! Da più matura fu comunque splendida anche se leggermente meno perfetta! In ogni caso anche la Horne degli anni 90 resta superiore a tutti i confronti!

Agilità di sforzo o spoggiate invece sono tipiche di tutte le sue emuli e eredi (ma eredi de che?!).... e ora passiamo ai video da te proposti premettendo che la Horne è Tancredi (qui è assolutamente perfetta sotto ogni punto di vista), le altre cantano più o meno bene Tancredi.

 

Se la Horne fa agilità di sforzo allora la Valentini-Terrani cosa fa che nella cabaletta fa delle facce che la dicono tutta sulla fatica e sulla tecnioca fallace con cui le esegue? Sarebbero belle le variazioni, ma non le rende con giustizia! Il recitativo è bello e anche l'aria in quanto più lenti, invece nell cabaletta fatica...

Resta la bellezza del timbro che però non nasconde una tecnica mai risolta che non le permetteva alcun acuto se non gridato o calante (proprio oggi acoltando brani da proporre per l'Italiano mi sono imbattuto nel Pensa alla Patria del 1978 e l'acuto finale era calante... nel 78!!!) e gravi ostentati in modo piuttosto dannoso per la voce...

 

Ewa podles, come si è detto in precedenza, e come ho constatato recentemente nel Ciro in Babilonia (e ora ha 60 anni!) è una cantante a suo modo straordinaria! Voce enorme, agilissima e dotata di estensione enorme! In origine era un mezzo acuto (risentire il rondò di Cenerentola cantato agli esordi da me postato addietro per convincersene) che però poi puntò sul registro grave pompando la voce in modo esagerato forse, ma ottenendo risultati impressionanti e dandoci l'idea del suono di un vero contralto nei gravi. La tecnica le ha permesso di reggere benissimo per molti anni nonostante l'uso improprio della voce! Si ammira nel video da te postato il tentativo di mantenere l'omogeneità tra i registri (da qualche tempo scomparsa: la voce è divisa in registro acuto oggi ancora fulminante anche se leggermente accorciato e registro grave). Mi pare ottima anche se manca leggermente nella resa del personaggio e nella pronuncia. Le agilità ci sono e di forza... ma è evidente lo sforzo che fa col corpo tutto e con spasmi strani dovuti secondo me al continuo spostarsi della posizione per eseguire acuti (posizione di testa) e gravi (posizione di petto)... in ogni caso la fluidità della Horne dovuta al perfetto mantenimento della posizione non c'è!

 

La Kasarova, cantante gradevole agli esordi prima di trasformarsi in mostro grottesco (ascolta qualcosa di suo di recente e rimarrai sconvolto... in negativo!), sarebbe stata adatta a ruoli di mezzo acuto come Cenerentola e non ai ruoli en travesti... il risultato scarso si vede subito: una voce bella, dallo smalto lucente negli acuti e tubata e ingolata che più non si può in gravi artificiosi (infatti ora è l'ombra di ciò che era). La cabaletta mi lascia basita per il gusto davvero osceno che mostra nelle variazioni e nelle dinamiche dal forte (passabile) al piano (suoni fissi e bianchi). Le aglità sono formato mignon, non di forza e spoggiate... insomma avrebbe potuto far di meglio perchè era ancora valida in quell'anno! In ogni caso un Tancredi in miniatura!

 

La somma Marilyn nella stessa scena ma interpolata nella lezione del Barbiere... da vera primadonna dell'800! La AMOXD Il bello è che è virile anche in gonnella... solo lei potevaXD

http://www.youtube.com/watch?v=z5qv-3wyjPc

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La Podles è un mostro, anche se tende troppo spesso a fare baracconate che potrebbe risparmiarsi.

Kasarova si è rovinata quando ha deciso di iniziare a fare barocco(come anche la Massis) senza avere le capacità per farlo.

Valentini-Terrani ha i suoi difetti ma rimane sopra alla Horne(che comunque mi piace molto) sia per qualità della voce che per le agilità...poi come fa a parlare bene di Marylin da anziana è un mistero, il suo "Sorge Irato Nembo" del '91 non le rende onore(tra l'altro non è nemmeno il suo repertorio).

Comunque qua c'è l'opera completa del pezzetino da te proposto:

Orchestra e direttore non sono il massimo, ma a parte l'immenso Dara c'è anche Siepi, che credo sia la più bella voce di basso trovabile nelle registrazioni.

 

Qui la magnifica Sonia Prina nella Pietra del Paragone:

 

Il miglior Alidoro di sempre:

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Sulla bellezza della voce la Valentini-Terrani vince sulla Horne, ma per cantare Rossini ci vuole tecnica perfetta.. la bellezza della voce (a parte che è soggettiva... io amo la voce della Horne) è secondaria altrimenti Blake, Merritt dove li buttiamo???

Anche nel 91 la Horne fa la sua figura, nonostante l'età e le agilità talvolta un poco confuse! Altro che le dive (?) barocche del presente che sono voci appoggiate sul nulla, perlopiù soprani che non riescono per mancanza di tecnica a sfogare gli acuti e allora si inventano come contralti, e con voci minuscole e gusto pessimo! Dive create dalle case discografiche e dive senza ragione alcuna per la qualitàdel canto! Preferisco 1000 a zero il barocco non filologico della Horne e della Sutherland a questo malcanto moderno, spacciato per oro... fortuna che ho ancora le orecchie per distinguere le imposture! Che senso ha il rigore filologico se poi i cantanti non fanno la loro parte? Boh! Non ci arrivo proprio...

 

Comunque: Pertusi è un buon cantante, oggi ormai agli sgoccioli, ma ha dato molto a questo repertorio!

 

Non colgo quella che spero essere una provocazione... cioè il video della Prina che dimostra di essere assolutamente inadeguata a ruolo e parte!

Sentiti la Dupuy o la stessa Larmore (anche se l'effetto patata è dietro l'angolo fu un'interessantissima cantante) e poi ne riparliamoXD La stessa Bartoli è un gigante di tecnica al confronto!

la Prina ha voce piccola (i microfoni saranno un caso?) e intubatissima che perciò non può fare alcuna nota medio-acuta, inoltre respirare in mezzo alle colorature è davvero sgradevole (anche la Valentini nel tancredi)... in questa prima aria si salva, in quella splendida del secondo atto soccombe... ascolta lei e la Larmore in Se l'Itale contrade in fanciullesca etade abbandonai, o anche la Bartoli e dimmi cosa ne pensi...

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Non sono assolutamente d'accordo sulla Horne! Le sue agilità erano perfette, sgranatissime, ardite nelle variazioni e, soprattutto, tecnicamente da manuale, sempre appaggiate sul diaframma, con mordente, e mai svolazzanti! La voce sempre in maschera, alta di posizione su tutta la gamma (perfino nei gravi che ingrossava per vezzo ma rifuggendo effettacci paraveristici o suoni da orco!) e supportata da una respirazione e una gestione del fiato che le permettevano ogni cosa: dal canto spianato a ogni tipo di agilità e variazione! Da più matura fu comunque splendida anche se leggermente meno perfetta! In ogni caso anche la Horne degli anni 90 resta superiore a tutti i confronti!

Agilità di sforzo o spoggiate invece sono tipiche di tutte le sue emuli e eredi (ma eredi de che?!).... e ora passiamo ai video da te proposti premettendo che la Horne è Tancredi (qui è assolutamente perfetta sotto ogni punto di vista), le altre cantano più o meno bene Tancredi.

 

Vedo che si è sviluppata una discussione interessantissima, e proprio sui Mezzosoprani e Contralti, le mie voci preferite. Purtroppo non posso partecipare come vorrei, perché ho una tremenda faringolaringite, sto male e non ho la voglia e le forze per cercare e postare video per appoggiare questa o quella mia affermazione.

 

Vorrei solo dire alcune cose, rapidamente. Ho riportato il giudizio di GreenLamb perché lo trovo perfetto, tecnicamente, e irreprensibile. Quanto alla Horne presuntamente pre-filologica, lasciatemi dire che è una solenne cantonata. La Horne è stata la prima, in assoluto, a recuperare filologicamente Rossini, e ha anche ricevuto un Premio ad hoc della Fondazione Rossini. Tutte le cantanti, della sua generazione, e posteriori, hanno imparato da lei, e non solo certo i Mezzo, ma anche i Soprani, ovviamente. E' vero, Horne è Tancredi, e io direi anche, con altrettanta convinzione, che Horne è Arsace. Nel genere comico, Horne è Isabella.

 

La Valentini-Terrani aveva una magnifica voce di Mezzosoprano, una voce ambrata, di bellissimo colore, temperamento, grandi mezzi vocali, tuttavia aveva i difetti tecnici che sono stati ricordati. Ma qui io devo confessare una cosa: di fronte a grandi voci, a grandi temperamenti, a vere musiciste, i difetti tecnici rientrano - per me - nell'inevitabile limite di ogni voce. La sfortunata Valentini era malata di leucemia, inoltre. La stessa Podles ha difetti, ma...cribbio! Questi difetti non tolgono nulla alla grandezza complessiva. Ha portato il contralto en travesti all'androgino musicale e teatrale, con incredibile raggiungimento del maschile, specie in Semiramide, dove si sente che Arsace è un maschio. Maschio, s'intende, raggiunto (come dovrebbe essere nei veri contralti en travesti) a partire dalla voce femminile.

 

La von Stade era un Mezzosoprano tedesco, un Mezzo ai limiti del soprano: in lei, nella scuola da cui proveniva, che non era certo fondata sull'impostazione antica, la voce di petto non era esercitata. L'omogeneità dei registri era quindi raggiunta non al di sopra dello sviluppo di tutti i registri, grave per primo, ma al di sotto di tale sviluppo. Ciò premesso, ha incantato il mondo (in particolare Parigi) con la sua Cenerentola e il suo Cherubino: lì la grande e innata raffinatezza, la presenza scenica, l'incantevole grazia, la classe, le hanno permesso di creare una Cenerentola di livello difficilmente raggiungibile. A proposito della sua voce, vorrei riportare un apprezzamento partcolarmente titolato, quello della Horne, che l'ammirava, la quale disse: «nella sua voce c'è sempre una lacrima».

 

Quanto alle età della vita, l'attività si è allungata. Inevitabili i «declini». Non tutte sono come la Stignani, che si ritirò a 53 anni, non avendo mai avuto un declino, ma prima di ogni possibile declino, e cantando fino alla fine l'intero e più difficile repertorio per Mezzosoprano: basti dire che le ultime recite furono al Covent Garden e alla Scala con ruoli quali Amneris, Azucena, Eboli. Pensiamo alla Callas, e allo spettacolo davvero pietoso che dette di sé...Eppure era il demone del teatro d'opera che la possedeva.

Edited by Isher
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Come al solito sono perfettamente d'accordo con te idolo Isher! E' destinoXD

Anch'io le amo tutte a modo loro (e l'ho fatto capire!), ma non posso esimermi dal rilevare i difetti... la Valentini-Terrani è la più debole tecnicamente e si sente! Che poi sia piani e piani sopra le odierne cantanti che scempiano rossini, ciò è palese!

 

Quanto alla Horne presuntamente pre-filologica, lasciatemi dire che è una solenne cantonata.

 

Preciso che intendevo solo nel barocco in quanto la riscoperta del barocco è cominciata dopo.... ma senza cantanti adeguati purtroppo!

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Non ricordavo che l'avessi detto tu, Attivista-Idolo GreenLamb!

 

Ma la riscoperta del barocco, permettimi, è cominciata prima, molto prima, e non solo nel canto, ma nel clavicembalo, nella cameristica, nell'orchestra, e in altro. Solo dobbiamo storicizzare: tale riscoperta conosce, necessariamente, gradi e momenti, tappe, diversi. Ciò che li unisce è che siano tutti fondati sulla lettura e riscoperta della trattatistica antica, quindi su una nuova coscienza di che cosa sia il "testo" musicale e come vada eseguito, nonché su una serie di precise rotture rispetto all'epoca precedente, ad esempio, per quanto riguarda gli strumenti (e tutto è partito dal clavicembalo), il rifiuto di strumenti di fabbricazione moderna, e l'adozione di «copie», poi, almeno per le registrazioni dscografiche, di strumenti originali storici.

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Devo andare assolutamente a letto quindi non posso rispondere articolatamente... però mi limitavo all'opera barocca in particolare alla riscoperta delle partiture di Vivaldi, Haendel, ... con le relative edizioni critiche che è fenomeno della fine degli Ottanta e continua tutt'ora (con risultati scdenti a livello di realizzazione scenica perchè le voci mancano).

Sulla parte strumentali e sulle prassi sono d'accordissimo anche se ammetto che su questo campo le mie conoscenze sono assai contenute...

 

Detto ciò vado a nanna lasciandovi con Edita Gruberova nel valzer di Strauss "Voci di primavera"... splendida come sempreXD

http://www.youtube.com/watch?v=nl44RYPQUUE&feature=plcp

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Sacrilegio!!!!!!!!!!!!!!!!!!

La mia amata Sonia, cantate e persona meravigliosa.

Sonia è perfetta per il barocco(per Rossini già meno, ma io la apprezzo in alcuni ruoli), una voce nata per questo, con una tecnica perfetta. E’ vero non è un cannone, ma il repertorio che suole fare non lo richiede, inoltre si sente bene anche nei grandi teatri, e gli acuti semplicemente non li ha, ma anche qui le partiture non le richiedono. Ma poi io dico davanti ad una voce così ricca e particolare, una presenza scenica nei ruoli en travestì, le note ben cesellate anche nelel colorature più veloci, mi si viene a dire che è meglio la Larmore, una cantante sguaitassima, tanto in Rossini tanto in Vivaldi, suvvia...il confronto con la Bartoli poi che chioccia, è veramente fuori luogo.

E’ solo perchè è un periodo del cavolo, altrimenti stasera sarei stato a Pesaro ad ascoltare Sonia...alla prima occasione che canterà in zona ti porto ad ascoltarla, e poi voglio vedere se gli dici queste cose poco carine vis à vis.

Per gli dei pagani...

 

Il paragone tra barocco filologico e non filologico non regge, sarebbe come voler paragonare le uova in camica allo zabaione perchè sempre uova sono. Personalmente apprezzo entrambi, la versione di Tornami a Vagheggiar di Dame Joan è filologicamente sbagliata, ma rimane comunque stupenda. Strumenti e voci del barocco sono completamente diversi, vuoi per gli auditori dell’epoca e per le tecnologie a disposizione, di quelli di un secolo dopo, o addirittura moderni, potremmo chiederci se ha senso riprorre ancora quello stile con i suoi limiti, ma un paragone con sistemi musicali completamenti diversi non credo sia giusto. Poi che ci siano cantanti, direttori e musicisti che dicono di essere filologici ed in realtà si riciclano nel barocco è purtroppo vero, così come c’è chi pensa di poter fare tutto bene alla stessa maniera.

Green tu dici di preferire il barocco non filologico, ma è una questione di gusti, ma predendo un trattato(sia di coevi di bach o handel, che moderno), ti accorgi che sostanzialmente stanno cantando altro. Successe anche con il buon Gioacchino, le cui opere vennero rimaggiate nell’epoca romatica, pasticciate in quella verista, ecc...non a caso poi quando grandissime cantanti quale la Horne, e grandissimi direttori come Abbado partirono alla riscoperta degli originali si parlò di rinascita rossiniana. Ogni epoca ha i suoi musicisti e i suoi cantanti, basti pensare come il passaggio alla musica verdiana falcidiò moltissimi cantanti impreparati ad una simile impostazione ed emissione(a tal proposito se ti interessa SONIA mi ha prestato un bellissimo epistolario del maestro Verdi che si lamentava di questo, e di come stupidamente alcuni cantanti non studiarono più il belcanto).

 

Ora che mi sono sfogato cerco di riprendere il filo di tutto e dico...

 

Ma sovratutto

La danza che cantavo alla mia carissima fidanzata del liceo...una volta sapevo cantare e suonar,e ora solo lamentarmi, che smacco.

Edited by Frollo
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Frollo, la Valentini Terrani è grandissima nello Stabat mater, ma ti pregherei di postare l'esecuzione con la Marshall come soprano, quando avrai tempo e voglia. Magari se trovi l'ultimo numero, o meglio gli ultimi due, realizzati stupendamente.

 

Sul barocco filologico e non-filologico, è difficile consentire con te: ma sul barocco, solo su di esso. Semplicemente perché gli interpreti pre-filologici eseguono un altro testo, rispetto al testo da eseguirsi. Non conoscendo le regole non-scritte, le convenzioni ritmiche, la corretta risoluzione degli abbellimenti, e tante altre cose ancora, eseguono di fatto un altro testo, che poi ha una sonorità estremamente diversa se eseguita su strumenti moderni. E, sul lato del canto, è splendida e coraggiosa Ebe Stignani che esegue negli anni 30 e 40 con perfetta tecnica belcantistica le volatine di Eccomi alfine in Babilonia, ma ignorava, perché nessuno le sapeva (più), tutte le altre cose necessarie da sapersi.

 

Di passaggio tu dici poi che lo strumentario o il coro barocco hanno dei limiti e sono da considerarsi superati. E' una enorme ingenuità, permettimi, la tua, se parli di «superati». Ma non voglio insistere su questo, che ci separerebbe, e invitarti piuttosto a farti sedurre dall'indicibile sensualità - sì, sensualità - degli strumenti antichi.

 

Tuttavia delle cose giustissime, tornando al canto, le dici anche tu: quando dici che quel pezzo cantato dalla Sutherland è musicalmente bellissimo, e resta tale anche se non filologicamente adeguato. Bisogna infatti possedere la categoria, e l'istinto, del «musicale», non solo quella del «filologico», per accostarsi all'enorme complessità del fenomeno delle (necessariamente diverse) esecuzioni e dei diversi stili di esecuzioni attraverso i tempi e i secoli: fenomeno che s'identifica con la storia della cultura, del gusto, delle conoscenze, tutte cose indissociabili dalla storia della musica. Che anzi è, in un certo senso, la storia della musica stessa, della musica effettivamente risuonante (per rubare una deliziosa espressione a Nino Pirrotta): la musica che si ode, non quella di cui si scrive.

 

L'amante della musica ama e conosce la musica come fu eseguita e concepita in un vasto arco di tempo, grande come la vita, perché la musica è grande quanto la vita (più grande, forse), e, per chi la ama, la occupa tutta. E questo sforzo di trascorrere attraverso lunghi archi di tempo (che è poi in verità un piacere) è il minimo che l'amante della musica possa fare, naturalmente soffermandosi sulle eccellenze.

Edited by Isher
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Isher mi sarò espresso male ma quello che intendevo dire è esattamente ciò che tu hai espresso

Sul barocco filologico e non-filologico, è difficile consentire con te: ma sul barocco, solo su di esso. Semplicemente perché gli interpreti pre-filologici eseguono un altro testo, rispetto al testo da eseguirsi. Non conoscendo le regole non-scritte, le convenzioni ritmiche, la corretta risoluzione degli abbellimenti, e tante altre cose ancora, eseguono di fatto un altro testo, che poi ha una sonorità estremamente diversa se eseguita su strumenti moderni. E, sul lato del canto, è splendida e coraggiosa Ebe Stignani che esegue negli anni 30 e 40 con perfetta tecnica belcantistica le volatine di Eccomi alfine in Babilonia, ma ignorava, perché nessuno le sapeva (più), tutte le altre cose necessarie da sapersi.

 

Di passaggio tu dici poi che lo strumentario o il coro barocco hanno dei limiti e sono da considerarsi superati. E' una enorme ingenuità, permettimi, la tua, se parli di «superati». Ma non voglio insistere su questo, che ci separerebbe, e invitarti piuttosto a farti sedurre dall'indicibile sensualità - sì, sensualità - degli strumenti antichi.

 

Il paragone tra barocco filologico e non filologico non regge, sarebbe come voler paragonare le uova in camica allo zabaione perchè sempre uova sono. Personalmente apprezzo entrambi, la versione di Tornami a Vagheggiar di Dame Joan è filologicamente sbagliata, ma rimane comunque stupenda. Strumenti e voci del barocco sono completamente diversi, vuoi per gli auditori dell’epoca e per le tecnologie a disposizione, di quelli di un secolo dopo, o addirittura moderni, potremmo chiederci se ha senso riprorre ancora quello stile con i suoi limiti, ma un paragone con sistemi musicali completamenti diversi non credo sia giusto.

....

Green tu dici di preferire il barocco non filologico, ma è una questione di gusti, ma predendo un trattato(sia di coevi di bach o handel, che moderno), ti accorgi che sostanzialmente stanno cantando altro.

Io volevo esattamente dire che si può paragonare barocco pre-filologico e barocco filologico proprio perchè sono due mondi musicali completamente diversi, con regole completamente differenti. Ed anche sugli strumenti quando parlo di limiti sottendo ai limiti di natura tecnologica, come il fatto che le corde in budello debbano essere riaccordate ad ogni più sospinto, ma nulla a che vedere con la bellezza del suono, tant'è che amo molto gli strumenti antichi, e le orchestre specializzate, come l'accademia bizantina.

Veramente mi scuso per essermi espresso in maniera fumosa, ma lungi da me disprezzare gli strumenti antichi e le esecuzioni filologicamente corrette...sarà che l'attacco di Green alla Prina mi ha sconvolto X-D

 

Isher l'unico Stabat Mater che mi da il tubo Terrani-Marshall è quello di Pergolesi(che per inciso adoro alla follia), ti riferisci a questo?

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Si, mi riferivo allo Stabat di Pergolesi, in cui entrambe sono grandissime: esaltate, pensose, in un misto di dionisiaco-apollineo.

Ma certo la mia predilezione va alla Valentini.

 

Ecco un esempio di esecuzione immortale, e non soltanto per lo splendore della voce, e per l'incredibile potenza-dolcezza (non

alla Podles) delle note di petto (vere note di petto di Contralto):

 

 

Da notare che la Stignani esegue, come è scritto, il salto di terza discendente (Che pu-ro ciel), senza intromettervi quella orrenda

appoggiatura che, in omaggio a quattro regolastre di filologia musicale apprese dalla moda corrente, non so quante cantanti si

sentirebbero oggi in dovere di introdurvi. Distruggendo il senso di stupore infinito, il senso della distanza tra uomo e cielo, il

classicismo o neoclassicismo di Gluck, la purezza di Orfeo.

 

Esattamente come in Bel raggio lusinghier, su -ghier, grandi cantante come Caballé e credo Sutherland (per non parlare

delle loro tante imitatrici) fanno questa altrettanto, e ancor più orrenda, appoggiatura. Ma non l'ha mai fatta Marilyn Horne.

Edited by Isher
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Che discussione interessante, vorrei aggiungere i miei cinque centesimi. Stranamente mi trovo d'accordo con Green, le esecuzioni non filologiche mi piacciono. Si è vero che il belcanto è un fenomeno relativamente giovane, e se andiamo a vedere la trattatistica riguardante l'epoca della nascita del melodramma si evince subito che l'impostazione vocale era diversa, i gusti del pubblico erano diversi, ma è anche vero che la musica era concepita per spazi e ambienti diversi. Guarda caso appena hanno cominciato a costruire i teatri pubblici nello stesso momento è nata il belcanto. Nonostante ciò i compositori italiani per lungo tempo hanno raccolto fischi e pernacchie per il loro modo di trattare la voce dai colleghi francesi, essendo che quest'ultimi di canto non capivano un accidente. Nessuno ha tenuto la candela a Cavalli, Sacchini o Vivaldi, ed anche considerando le ultime "scoperte" (le quali spesso sono le scoperte dell' acqua calda ) possiamo fare solo supposizioni più o meno verosimili sulla prassi esecutiva d'epoca. Se diciamo che da oggi in poi Orlando Furioso debba essere eseguito solo in modo filologico, facilmente possiamo arrivare alla conclusione che le Quattro Stagioni vanno suonate solo su violini con le corde di budello, Frescobaldi va eseguito solo su organi a tasti più larghi dei moderni e con il mantice a sollevamento manuale, Monteverdi va cantato usando rigorosamente i libri parte e tutti noi prima di prendere in mano il pezzo del 600 e non si sa mai del 500, dobbiamo fare un corso di semiografia preliminare. :D Ah, dimenticavo, dobbiamo cercare di essere il più stonati possibile :D. Secondo me debbono viaggiare parallele le produzioni filologiche e non, sono due mondi distinti e separati. Il fatto stesso dell'esistenza della musica filologica non debba privarci di un ascolto revisionato in chiave moderna. Posso dire per esperienza che nell'ambito corale la parola "filologico" ha assunto un significato magico, una mezza calzetta balbettando qualcosa sullo stile di Palestrina apre moltissime porte. Questo non è filologia ma mistificazione. Essere più pratici non ci guasterà, ritagliamo lo spazio anche per l'interpretazione, non penso che Piccinni avrebbe un'infarto vedendo La buona figliola eseguita non filologicamente :D Chiedo scusa per questo piccolo sfogo.

P.S.@@Isher Auguri di pronta guarigione

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Da notare che la Ferrier non fa l'appoggiatura su ciel, ma la fa subito dopo su luce, e più avanti su a-lati. Sono appoggiature corrette, stracorette, ma rimane la stranezza della difformità rispetto a ciel senza appoggiatura. Forse la Regina dei Contralti sentiva, come sentiva la Stignani, la quale coerentemente (e direi severamente) non fa mai l'appoggiatura, che essa addolcisce la melodia, e non la deve addolcire proprio sull'iniziale Che puro ciel?

 

A questo punto manca solo la Forrester, da me amatissima:

 

 

Come Kathleen Ferrier è stata il più grande Contralto del primo tardo Novecento, così Maureen Forrester è stata il più grande Contralto del secondo Novecento: ha raccolto l'eredità della prima, direi anche allargandola. Bruno Walter cercava un contralto che potesse prendere le redini di Mahler, e la Forrester fu un inaspettato regalo della sorte. Il suo Mahler è stato esemplare, come il suo Britten, la sua liederistica, il suo Bach, Händel, il suo Purcell e il suo repertorio barocco, e infine - pochi lo sanno - le sue incursioni nella musica jazz e nel grande repertorio internazionale di musica americana da Cole Porter ad altri.

 

Per quanto riguarda Mahler, ritengo il suo Urlicht inarrivabile, forse ancora superiore a quello della grandissima e sfortunata Ferrier, perché dentro la sua interpretazione (resa perfetta anche dalla sua eccellente dizione tedesca, qualità che non possedeva Kathleen) ci sono tutte, ma proprio tutte, le corde della cultura e dell'ispirazione musicale mahleriana:

 

 

Viceversa, in Che puro ciel trovo ineguagliata Ebe Stignani.

 

OT grazie degli auguri a Addie Pray! OT

Edited by Isher
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Manco un giorno ed è stata messa tanta carne al fuocoXD Mi fa piacere che il dibattito si animi a parte gli scherzi!

 

Inizio con alcune precisazioni giacchè mi sembra doveroso... so di essere talvolta troppo irruento e assoluto nei giudizi, ma più per vezzoXD In realtà sono piuttosto ragionevoleXD Comunque...

La mia amata Sonia, cantate e persona meravigliosa.

Sonia è perfetta per il barocco(per Rossini già meno, ma io la apprezzo in alcuni ruoli), una voce nata per questo, con una tecnica perfetta. E’ vero non è un cannone, ma il repertorio che suole fare non lo richiede, inoltre si sente bene anche nei grandi teatri, e gli acuti semplicemente non li ha, ma anche qui le partiture non le richiedono. Ma poi io dico davanti ad una voce così ricca e particolare, una presenza scenica nei ruoli en travestì, le note ben cesellate anche nelel colorature più veloci, mi si viene a dire che è meglio la Larmore, una cantante sguaitassima, tanto in Rossini tanto in Vivaldi, suvvia...il confronto con la Bartoli poi che chioccia, è veramente fuori luogo.

 

Non la conosco come persona e non dubito che sia una donna davvero eccellente, anzi, mi fido del tuo giudizio se lo affermi tanto accoratamente! Ma io mi limito a giudicare ciò che sento, la Sonia cantante non la Sonia persona...

Il fatto che sembra che per il barocco siano adatte solo voci minuscole mi sembra mistificante... in ogni caso non conta la dimensione della voce, bensì la proiezione.

Domanda (forse cattiva): ma li acuti non ce li ha mai avuti o semplicemnte non li sa eseguire? A me sembra voce tenuta innaturamente bassa di posizione sinceramente...

Io di presenza scenica non ne vedo poi molta... Clarice dovrebbe essere una mesta contessa, non una specie di casalinga frustrata... ma è questione di gusto suppongo (e delle regie insulse che oggi piacciono tanto ai soli registi)... le agilità sono precise e graziose, ma deboli. Nei ruoli en travesti meglio i mezzosoprani dei controtenori, quindi benvenga la signora Prina, che in fin dei conti, ha una certa classe ed eleganza nel barocco, che la differenzia dalla schiera di cantanti (?) oggi dediti a quel repertorio con largo seguito!

Sinceramente la Bartoli quando incise quell'aria era una cantante onesta e scevra di larga parte dei difetti oggi ben noti... certo, mezzosoprano non lo è, ma fa una grande figura una volta tanto! Le agilità sono secche e martellate... è il suo stile purtroppo...

La Larmore secondo me andrebbe rivalutata leggermente! Lei ha voce da falcon che poi però si è dedicata al belcanto con risultati tutto sommato soddisfacenti... sì imita la Horne, s' nei gravi è sguaiata (perchè sono artefatti), sì ogni tanto sembra abbia una patata in bocca, però le agilità sono ottime e di forza e il centro e gli acuti sono davvero ottimi!

 

Il paragone tra barocco filologico e non filologico non regge, sarebbe come voler paragonare le uova in camica allo zabaione perchè sempre uova sono. Personalmente apprezzo entrambi, la versione di Tornami a Vagheggiar di Dame Joan è filologicamente sbagliata, ma rimane comunque stupenda. Strumenti e voci del barocco sono completamente diversi, vuoi per gli auditori dell’epoca e per le tecnologie a disposizione, di quelli di un secolo dopo, o addirittura moderni, potremmo chiederci se ha senso riprorre ancora quello stile con i suoi limiti, ma un paragone con sistemi musicali completamenti diversi non credo sia giusto. Poi che ci siano cantanti, direttori e musicisti che dicono di essere filologici ed in realtà si riciclano nel barocco è purtroppo vero, così come c’è chi pensa di poter fare tutto bene alla stessa maniera.

Green tu dici di preferire il barocco non filologico, ma è una questione di gusti, ma predendo un trattato(sia di coevi di bach o handel, che moderno), ti accorgi che sostanzialmente stanno cantando altro. Successe anche con il buon Gioacchino, le cui opere vennero rimaggiate nell’epoca romatica, pasticciate in quella verista, ecc...non a caso poi quando grandissime cantanti quale la Horne, e grandissimi direttori come Abbado partirono alla riscoperta degli originali si parlò di rinascita rossiniana. Ogni epoca ha i suoi musicisti e i suoi cantanti, basti pensare come il passaggio alla musica verdiana falcidiò moltissimi cantanti impreparati ad una simile impostazione ed emissione(a tal proposito se ti interessa SONIA mi ha prestato un bellissimo epistolario del maestro Verdi che si lamentava di questo, e di come stupidamente alcuni cantanti non studiarono più il belcanto).

 

Non toccatemi la Stupenda!!!!XD

Io ho detto che se devo scegliere tra barocco filologico con voci pessime molto lontane dai veri stilemi del canto, allora preferisco il barocco non filologico, oggi tanto vituperato dai cantanti di tale repertorio (e aggiungo: perchè se le sognano voci e capacità simili!!!).

E' ovvio che se le opere sono eseguite in edizione integrale sono il primo ad essere contento (quanto odio i tagli in Rossini, Donizetti e Bellini!!! non si può immaginare!)... però se i cantanti sono esecutori maldestri non vedo perchè incrementare la tortura cui il mio orecchio sarà sottoposto! Cioè: bisogna bilanciare cantanti attuali e opere da eseguire.

Sul fatto che il belcanto sia il modo base per cantare tutto mi pare palese! Già il pesarese lamentava lo scdimento delle voci e, nelle opere parigine, tendeva ad eliminare certe difficoltà ormai insormontabili quasi per i cantanti francesi (non la mitica Laura Cinti-Damoreux).

 

@@Isher hai perfettamente ragione! Mitica come sempre la EbeXD Sono d'accordo sull'appoggiatura! E rimadisco come la Horne avrebbe dovuto cimentarsi nei ruoli Colbran perchè sarebbe stata eccezionale!!!

 

@@Addie Pray intervento geniale in cui mi ritrovo perfettamente! Deliziosa la frecciatina ai francesiXD

Ti dedico un ascolto di cuoreXD Ti meriti un bacio... quello della Joan cioè il più belloXD

 

Ringrazio Frollo e Isher per gli ascolti gluckiani (anche se non è autore per cui vado pazzo... anzi!)XD E per la HorneXD

 

Volevo chiedervi cosa pensate della mia adorata Edita che ha debuttato qualche giorno fa Straniera di Bellini a 66 anni... qui il finale del Atto primo.

Per me è un fenomenoXD

http://www.youtube.com/watch?v=vn0K6m8T-Ko

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Mi sembra bravissima, pienamente in ruolo. Un attimo instabile l'acuto finale, che poi ritrova (grazie all'autocontrollo, al mestiere, e direi anche grazie alla forza di volontà) la sua perfetta intonazione e fissità, ed è bellissimo.

 

Conosco la Stupenda in Arditi. :-)

Edited by Isher
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Sul barocco filologico e non-filologico, è difficile consentire con te: ma sul barocco, solo su di esso. Semplicemente perché gli interpreti pre-filologici eseguono un altro testo, rispetto al testo da eseguirsi. Non conoscendo le regole non-scritte, le convenzioni ritmiche, la corretta risoluzione degli abbellimenti, e tante altre cose ancora, eseguono di fatto un altro testo, che poi ha una sonorità estremamente diversa se eseguita su strumenti moderni.

 

 

la "rivoluzione" del barocco filologico apparve e divenne prassi esecutiva (se non erro) con Harnoncourt, che iniziò il monumentale progetto di incidere tutte le Cantate di Bach a inizio anni '70 (Wikipedia mi dice 1971). Credo che i tempi fossero maturi per cominciare a reintrodurre un certo rigore, in un repertorio che aveva subito notevoli stravolgimenti di ogni possibile parametro: tempi di esecuzione, organico strumentale, addirittura accordatura degli strumenti.

Io credo che Harnoncourt abbia fatto un'opera meritoria e notevolissima, nonostante questo non riesco a dimenticare grandi interpreti del passato "anti filologici", ad esempio Karl Richter per Bach e Wanda Landowska nel clavicembalo (per non citare Glenn Gould che però è un caso a parte).

 

Vorrei prendere come esempio il "Sanctus" dalla Messa in Si minore di Bach, che in Richter è eccessivamente lento e pesante, anche se sublime e magnifico:

 

 

mentre in Harnoncourt riacquista la leggerezza del barocco, a costo di usare un tempo forse troppo accelerato:

 

 

con le trombe che sembrano suonate dagli angiolotti della chiesa di Sant'Andrea al Quirinale a Roma del Bernini

 

PIC3292O.jpg

 

 

 

Devo dire che la successiva "ondata filologica" di inizio anni '80 la trovo invece "di maniera" e in certi casi francamente prescindibile. Chi si ricorda delle incisioni "filologiche" delle sinfonie di Beethoven ad opera di Hogwood?

Ecco ad esempio la tristissima versione del primo tempo della settima sinfonia, trasformata in un esercizio scolastico o poco più

 

Edited by conrad65
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la "rivoluzione" del barocco filologico apparve e divenne prassi esecutiva (se non erro) con Harnoncourt

 

Certo che ebbe inizio con Harnoncourt e con il primissimo inizio degli anni 70, imponendosi, direi, nel 72/74 circa. Ma in realtà comincia già prima. Non accosterei Karl Richter a Wanda Landowska. Richter, che stato un grandissimo direttore, aveva in testa un suo Bach, possedeva un suo mondo musicale, che prescindeva (se non è eccessivo usare questo termine) dalla filologia, e affondava le sue radici in un'altra visione, cultura, corde musicali, idealità, sonorità, gusti. Wanda Landowska , pur assai più anziana, era già filologa, anzi è stata la prima a compiere un gesto enorme ed esemplare, riscoprire e suonare uno strumento che era rimasto muto per secoli, solo è stata filologa con le sue sole forze, con i soli strumenti di cui poteva disporre al suo tempo e, ripeto, con le sue sole forze.

 

Glenn Gould è davvero un caso a parte: fortemente idiosincratico, interessante, rappresentò una rottura per i suoi tempi; mi azzardo a dire anche che è sopravvalutato. Direi che oggi proprio il recupero del tocco, del fraseggio barocco, lo ridimensiona, o meglio, per Bach, lo rende sostituibile da altro.

 

La riscoperta del fortepiano non ha dato grandi risultati. La canonizzazione dell'organico musicale a organici forse un po' troppo ridotti, (perché quando era maestro di cappella, Bach usava, come risulta dai registri parrocchiali, tot elementi: un ragionamento elementare, che è in musica il corrispettivo della riduzione della cultura alle «condizioni materiali della cultura», di cui si è parlato in altri ambiti), e soprattutto l'affidarsi a cori e solisti letteralmente sfiatati, come si dice in buon gergo musicale, dove diventano soprani e contralti voci del tutto impresentabili, sono un'altra cosa. Ed è un'altra cosa la «maniera». Soprattutto lo sono, se non si accompagnano a forti e genuine personalità musicali, come si accompagnavano nei grandi, quali Kenneth Gilbert, Leonhardt, Harnoncourt stesso, altri. La filologia va benissimo, anzi è strettamente necessaria, se unita alla musicalità; da sola è solo filologia: non basta. Con tutto ciò, linguisticamente non è più possibile prescinderne, direi da 35/30 anni. Tuttavia, tutto ciò che è tramandato, cioè inciso, appartiene alla nostra cultura ed esperienza musicali, e nemmeno da questo patrimonio (più lungo di una vita umana, dato che noi possiamo ascoltare cose incise nel 1912) è possibile prescindere.

Edited by Isher
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@@Isher sono d'accordissimo con te sulla Gruberova! Anzi posto anche l'aria finale in cui è eccellente nonostante la chiusa sia un poco calante:

http://www.youtube.com/watch?v=rIzf1T9px2U

 

Ah, non dubitavo conoscessi la Stupenda in ArditiXD

 

Ti posto la Larmore così la senti, è un video sul rondò di Cenerentola:

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Grazie di avermela fatta sentire, Green!

 

Su sof-frì, e sul corrispettivo ta-cen-do, c'è un trillo, però, che costei si guarda bene dal fare.

Non so chi sia il Maestro, ma se costui lavora così con le voci, e dice quello che dice, allora lo potrei fare anche io.

«Tutto, tutto in me trovate» vuole un'appoggiatura, l'ultima volta, in cadenza, su -va-.

 

Comunque la voce c'è, è un vero e non un falso Mezzosoprano.

 

Magnifica nella volatina del lampo, dove ci vogliono «diciassette corde» in tutta pienezza di voce, come diceva la MarcoliniXD

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Anch'io trovo che il direttore sia piuttosto sciocco! Sembra uno che passa lì per caso!

 

A me sinceramente piace la Larmore nonostante gonfi i gravi e ogni tanto sembra abbia una patata in bocca... credo abbia una voce molto bella e abbia lavorato molto bene in questo repertorio! Secondo me sarebbe stata un falcon perfetto! Sai che ha debuttato dopo anni di belcanto puro in Lady Macbeth quest'anno? La voce è impoverita, ma è interessantissimo sentire il ruolo con le cabalette variate!

La propongo come Arsace:

Me la ascolto pure io prima di commentare visto che non ho questa Semiramide che prima o poi mi procurerò!

 

E ora Jennifer Larmore come Lady Macbeth (sono curioso pure ioXD):

http://www.youtube.com/watch?v=ZfqctI4F2XU

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