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L'emergenza coronavirus


Prince1999

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Ma poi la terza conseguenza preoccupante, la più grave, è la perdita dello spazio pubblico del lavoro per l'individuo. Il lavoro è la dimensione del "fuori". Hermes vs Hestia, che sta piantata nel focolare domestico (per chi ha letto un saggio memorabile di J.P. Vernant).

Edited by Isher
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2 hours ago, schopy said:

i quadri intermedi, la cui occupazione prevalente durante il giorno è richiedere report ai sottoposti e girare report ai superiori... 

Davvero fanno solo questo? 

2 hours ago, schopy said:

i quadri intermedi, la cui occupazione prevalente durante il giorno è richiedere report ai sottoposti e girare report ai superiori... 

Davvero fanno solo questo? 

2 hours ago, schopy said:

i quadri intermedi, la cui occupazione prevalente durante il giorno è richiedere report ai sottoposti e girare report ai superiori... 

Davvero fanno solo questo? 

2 hours ago, schopy said:

i quadri intermedi, la cui occupazione prevalente durante il giorno è richiedere report ai sottoposti e girare report ai superiori... 

Davvero fanno solo questo? 

2 hours ago, schopy said:

i quadri intermedi, la cui occupazione prevalente durante il giorno è richiedere report ai sottoposti e girare report ai superiori... 

Davvero fanno solo questo? 

2 hours ago, schopy said:

i quadri intermedi, la cui occupazione prevalente durante il giorno è richiedere report ai sottoposti e girare report ai superiori... 

Davvero fanno solo questo? 

2 hours ago, schopy said:

i quadri intermedi, la cui occupazione prevalente durante il giorno è richiedere report ai sottoposti e girare report ai superiori... 

Davvero fanno solo questo? 

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1 hour ago, Isher said:

Ma poi la terza conseguenza preoccupante, la più grave, è la perdita dello spazio pubblico del lavoro per l'individuo. Il lavoro è la dimensione del "fuori". Hermes vs Hestia, che sta piantata nel focolare domestico (per chi ha letto un saggio memorabile di J.P. Vernant).

Mio marito che lavora in casa da sei mesi dice che è un problema di gestione dello stress.

Fosse per lui rimarrebbe senza problemi a lavorare letteralmente di fianco a me per sempre.

Ci sono vantaggi e svantaggi, ma pare che i primi superino di gran lunga i secondi.

Niente motorino sotto la pioggia, niente mensa disgustosa, niente camicia stirata e orari più flessibili.

Evidentemente però è una cosa molto personale: ho amici un po' troppo aziendalisti che non riescono a "staccare"

e in pratica si sentono continuamente "al lavoro" e rispondono al capo anche fuori dall'orario d'ufficio.

Mio marito invece spegne il telefono.

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11 minutes ago, Almadel said:

Mio marito che lavora in casa da sei mesi dice che è un problema di gestione dello stress. (...) Mio marito invece spegne il telefono.

È il migliore 😄 

15 minutes ago, marce84 said:

Davvero fanno solo questo? 

Nelle Banche molti di loro fanno quasi solo questo, sì.

Edited by schopy
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Noto che nel mio ultimo messaggio la stessa domanda è stata ripetuta diverse volte: me ne scuso, da cellulare può succedere evidentemente. 😕 

1 hour ago, Almadel said:

Mio marito che lavora in casa da sei mesi dice che è un problema di gestione dello stress. Mio marito invece spegne il telefono.

In gran parte è vero. Diciamo che ci sono anche persone che non possono scegliere, ma i più - ed io rientro in questa categoria - scelgono di non staccare

2 hours ago, Isher said:

Ma poi la terza conseguenza preoccupante, la più grave, è la perdita dello spazio pubblico del lavoro per l'individuo. Il lavoro è la dimensione del "fuori". Hermes vs Hestia, che sta piantata nel focolare domestico (per chi ha letto un saggio memorabile di J.P. Vernant).

Quello che io contestavo è che questo fenomeno è legato all'introduzione di nuovi mezzi e non tanto a quello che tutti chiamano smart working e che invece è nella fgran parte dei casi soltanto lavoro a distanza (a distanza da una sede lavorativa fissa [lavoro decentrato], perchè spesso quel lavoro si svolge già a distanza dall'utilizzatore finale). Si può essere contattati anche sul cellulare e non più solo sul fisso e quindi in momenti e luoghi dove prima si era irraggiungibili; si può essere contattati tramite messaggio scritto e questo autorizza a scriverti anche alle 23:00, mentre esiste (fortunatamente) ancora un certo pudore da parte dei più a contattarti a quell'ora. Telefonare o inviare messaggi costa meno (o è incluso in pacchetti a costo fisso) ed è possibile chiamare anche mentre si è in fila alla posta o bloccati nel traffico e questo spinge a contattare anche per motivi per i quali prima non lo si sarebbe fatto. L'utilizzo di mezzi distorcenti quali FB, Twitter, Instagram porta al convincimento che si è perennemente "connessi" e quindi contattabili sempre, ovunque e per qualsiasi motivo, anche futile. Una rivista - per fare un esempio più vicino a te - un tempo consultabile solo in una biblioteca, è oggi accessibile anche elettronicamente e quindi anche fuori orario lavorativo. La redazione della rivista statunitense che pubblica articoli di immunologia  o l'azienda cinese che produce imballaggi in cartone - e qui mi allontano di nuovo dal tuo ambito - contatterà fuori orario perchè ha sede in un Paese con un diverso fuso e si riceverà la notifica della mail alle 20:00 mentre si sta cenando. Molte persone che attualmente lavorano "a distanza" "staccano" come "staccavano" prima.

Edited by marce84
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2 hours ago, Almadel said:

Mio marito che lavora in casa da sei mesi dice che è un problema di gestione dello stress.

Fosse per lui rimarrebbe senza problemi a lavorare letteralmente di fianco a me per sempre.

Ci sono vantaggi e svantaggi, ma pare che i primi superino di gran lunga i secondi.

Lo stress è un grave problema e questo lo capisco perfettamente. Ma io temo che sia arrivato a un livello tale, perché determinato da una situazione strutturale stratificata su molteplici piani, che è illusorio pensare che sia possibile eliminarlo, o anche solo ridurlo. Bisogna vedere sul lungo periodo, non sul momento, in cui certo il lavoro a distanza ha un effetto distensivo, ma di breve durata. Per non parlare delle complicazioni infinite e dell'aumento esponenziale della stupidità delle riunioni telematiche: ricomincia tutto lì dentro, tale e quale, con in più un effetto estraniante. 
Quanto ai benefici del lavoro nel mondo e non chiusi in casa sono ancora più certo. Ma sarebbe un discorso lungo.

2 hours ago, Beppe_89 said:

Avremo meno casi di sdoppiamento della personalità.

Avremo meno sviluppo della personalità.

1 hour ago, marce84 said:

Molte persone che attualmente lavorano "a distanza" "staccano" come "staccavano" prima.

Non c'è dubbio. Ma non è quello dello "staccare" il punto.

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35 minutes ago, Isher said:

Bisogna vedere sul lungo periodo, non sul momento, in cui certo il lavoro a distanza ha un effetto distensivo, ma di breve durata

Probabilmente ha un effetto distensivo iniziale perchè c'è questa sensazione di non essere controllati nei comportamenti, come accadeva in ufficio

D'altronde come ho già detto il controllo a distanza implicherà secondo me un dislocamento verso l'obbligazione di risultato

Poi con una disoccupazione al 9,7% a licenziamenti bloccati, è facile presagire cambiamenti negativi nel mondo del lavoro

35 minutes ago, Isher said:

Per non parlare delle complicazioni infinite e dell'aumento esponenziale della stupidità delle riunioni telematiche: ricomincia tutto lì dentro, tale e quale, con in più un effetto estraniante. 

Probabilmente la gente lamenta il fatto di non riuscire a "staccare" perchè in fondo è la prima cosa che si può percepire in negativo, siamo ancora a delle reazioni di superficie sia quando si percepisce un effetto distensivo che uno stress

Mentre altri cambiamenti come quello segnalato da Schopy, sono già iniziati da un decennio perchè dipendono da digitalizzazione ( chiusura degli sportelli e fine della figura del cassiere ) e informatizzazione dei processi ( fine della mansione del tecnico bancario e trasformazione in generico quadro intermedio in attesa di ridislocazione ad altra mansione e/o esternalizzazione )

Edited by Hinzelmann
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Lo smart-working avrebbe dovuto iniziare molto prima, per moltissimi motivi.

Purtroppo le aziende hanno sempre pensato che "controllare di persona" il lavoratore fosse fondamentale.

Questo virus ha dimostrato invece che il fiato sul collo non è una necessità imprescindibile

e che se il tuo lavoro consiste solo nel rispondere alle mail e telefonare, puoi farlo anche da casa.

E neanche cito la benedizione che le lezioni online dell'università hanno avuto su mio fratello,

che può occuparsi di suo figlio senza doversene tornare in Belgio per frequentare.

Per la nostra famiglia è una delle cose migliori che poteva capitarci

e speriamo tutti che quando rientrerà l'emergenza queste nuove possibilità diventino finalmente accettabili in via permanente.

Scusate se prendo la nostra esperienza a modello, ma mi pare che le vostre critiche siano piuttosto astratte.

 

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La comodità di uno studente fuori sede all'estero che può evitare di frequentare i corsi essendo diventato padre da studente è decisamente un caso eccezionale e per quanto a titolo individuale possa tornargli comodo e sia pure comprensibile viste le sue priorità,non sarebbe neanche raccomandabile sotto il profilo dell'apprendimento

A mio avviso serve più a dimostrare che le testimonianze sui casi concreti o personali sono inaffidabili

 

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il discorso è complesso, e incide su tanti piani: io non sono nè assolutamente pro nè assolutamente contro per dire, perchè vedo motivazoni sensate in tutte e due le posizioni:

tra i pro, sicuramente c'è meno stress, meno traffico in città, meno corse frenetiche, puoi lavorare letteralmente in pigiama & ciabatte senza doverti mettere per forza in tiro tutte le mattine (uno a caso che ha fatto così -prima di finire in CIG-: io)

tra i contro, c'è che paradosalmente diventa più complicata la comunicazione coi colleghi, e non perchè non ci son più i pettegolezzi da macchinetta del caffè (quelli li puoi anche wazzappare..): le riunioni in videoconferenza spesso sono più un pollaio che qsa di costruttivo, chè col ritardo del segnale ci si parla tutti sopra e alla fne per dire la tua devi alzare la mano e aspettare che il coordinatore ti dia la parola; una roba che manco all'asilo mariuccia.

poi c'è tutto il discorso dell'indotto (dai bar-tavola calda che colle pause pranzo ci campavano, al fatto che diventeranno inutili tanti mega uffici in centro città, con conseguente crollo in vista dei prezzi degli immobili) che è davvero una terra incognita per tutti.

non a caso, TUTTI i negozi in centro a Roma (ma non solo qua), tra turismo moribondo e impiegati che lavorano da casa, stanno alla disperazione più nera

Edited by freedog
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Si @freedog ma se da una parte ci sono ristoranti, bar e negozi che risentono le conseguenze di meno gente in citta' dall'altra parte ci sono le persone che risparmiano soldi e tempo se possono lavorare da casa loro.

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sul tempo risparmiato (e la benzina..) perfettamente d'accordo,

e però da casa usi connessione, corrente, climatizzatore e/o riscaldamento, varie & eventuali tutto a carico tuo.

insomma, qualche spesa correlata ce l'hai, non è tutto & solo risparmio!

--

cmq, situa correlata al Covid:

Venezia è un mortorio, e la mostra del cinema quest'anno è fin troppo minimal (ma a ottobre a Roma sarà pure peggio, del resto)

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3 minutes ago, freedog said:

e però da casa usi connessione,

.... che tuttavia molti hanno già per proprio uso e diletto....

A proposito di connessioni italiche, durante la serrata due miei dipendenti che, lavoravano da casa per quanto possibile, stettero un giorno senza possibilità di collegarsi a causa d'un guasto della fibra ottica provvista da una delle grandi imprese italiane di connessione internettiana:

i due abitano in un grande comune della provincia meridionale di Milano ed il guasto interessò tutto il Comune ed altri adiacenti!

1 hour ago, Almadel said:

Purtroppo le aziende hanno sempre pensato che "controllare di persona" il lavoratore fosse fondamentale.

Ma guarda, a noi imprenditori e professionisti va benissimo controllare solo l'esito del lavoro:

purché poi i diretti interessati non si lamentino di lavorare a cottimo....

 

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1 hour ago, Almadel said:

Scusate se prendo la nostra esperienza a modello, ma mi pare che le vostre critiche siano piuttosto astratte.

Ma no, la possibilità dello smart working è una buona cosa...l'impossibilità di lavorare o studiare fuori casa un po' meno 😅

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2 hours ago, Mario1944 said:

Ma guarda, a noi imprenditori e professionisti va benissimo controllare solo l'esito del lavoro:

purché poi i diretti interessati non si lamentino di lavorare a cottimo....

 

D'altronde il lavoro non è fatto di obiettivi? E lo dico disinteressatamente perché non ho dipendenti. 

5 hours ago, Isher said:

Non c'è dubbio. Ma non è quello dello "staccare" il punto.

Ma...? Cosa ti preoccupa? Pensavo ti riferissi a quello.

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La perdita dello spessore sociale, del contatto con le persone attraverso un lavoro, sul ponte del lavoro e malgrado il lavoro, l'interazione, la creazione di rapporti di collaborazione, eventualmente affettivi o amicali, di scontro anche, la diminuzione di casualità e contingenza, l'isolamento che produrrà un mondo sempre più indifferente, e anche represso. Naturalmente anche il rovescio, cioè la penetrazione delle occupazioni che non per caso si svolgono "fuori", "dentro": ma questo di meno. 

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9 hours ago, Hinzelmann said:

A mio avviso serve più a dimostrare che le testimonianze sui casi concreti o personali sono inaffidabili

Visto che le due persone a cui tengo di più al mondo sono felici dello smart-working

faccio fatica a capire le vostre perplessità, se non mi citate casi concreti.

Frequento una giovane coppia di amici (che si sposerà tra quindici giorni)

che prima della quarantena - per colpa degli orari e della distanza dal luogo di lavoro -

riusciva a frequentarsi pochissimo e per i quali questo periodo è stato un paradiso romantico.

La diminuzione dello stress nei pendolari basta da sola per giustificare altri fastidi più teorici.

E come ho detto se non sai spegnere il telefono fuori dall'orario di lavoro, dovresti imparare a farlo.

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1 hour ago, Almadel said:

Visto che le due persone a cui tengo di più al mondo sono felici dello smart-working

faccio fatica a capire le vostre perplessità, se non mi citate casi concreti.

Frequento una giovane coppia di amici (che si sposerà tra quindici giorni)

che prima della quarantena - per colpa degli orari e della distanza dal luogo di lavoro -

riusciva a frequentarsi pochissimo e per i quali questo periodo è stato un paradiso romantico.

La diminuzione dello stress nei pendolari basta da sola per giustificare altri fastidi più teorici.

E come ho detto se non sai spegnere il telefono fuori dall'orario di lavoro, dovresti imparare a farlo.

Io gli unici che non stanno apprezzando il remote working sono quelli che hanno una moglie rompicazzo e relativa prole in casa tutto il giorno. 
 

Però anche io sono un po’ perplesso sull’euforia del lavorare da casa sul lungo termine. Ovviamente se uno ha un sacco di interessi al di fuori del lavoro, il problema non sussiste. Ma tanta gente praticamente va al lavoro ( dove socializza) e poi torna a casa. Rimanere costantemente a casa, pur risparmiando sia tempo e danaro per raggiungere il posto di lavoro, può diventare pesante dopo un po’.

Poi c’è sta cosa che è’ collegata al lavoro remoto: Qui sembra che molti vogliano scappare dalla città, vendere il loro piccolo appartamento e comprare una bella casa grande nei sobborghi. Noi siamo tre mesi che stiamo da mia cognata ( stiamo facendo ristrutturazioni a casa nostra e mia cognata vive sola in una casa e ha anche la piscina, perciò sembrava una soluzione perfetta) nel New Jersey. Il problema non è lavorare da casa (anzi). Il problema è’ vivere in questi paesoni ( suburbia alla stato puro), con tutti i bei giardini curati, dove ti serve la macchina per andare a comprare qualsiasi cosa, tutto bello perfettino, se per sbaglio fai rumore dopo le 8 di sera arrivano con i forconi e le torce,...ecco...no. 
 

Edited by Bullfighter4
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1 hour ago, Almadel said:

Visto che le due persone a cui tengo di più al mondo sono felici dello smart-working

faccio fatica a capire le vostre perplessità, se non mi citate casi concreti.

Le persone single con pochi contatti sociali possono stare meglio psicologicamente a lavorare fuori casa rispetto a lavorare nelle loro mura domestiche.

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3 hours ago, Bullfighter4 said:

Io gli unici che non stanno apprezzando il remote working sono quelli che hanno una moglie rompicazzo e relativa prole in casa tutto il giorno. 
 

Hai detto niente...praticamente tutte le persone che hanno famiglia ed è facilmente immaginabile che se sei pendolare, non abiti esattamente in una reggia, molto spesso sono appartamenti di ridotte dimensione dove non esiste neanche una stanza in cui isolarti per poter lavorare ( questo vale soprattutto in Italia dove le case tendono ad essere piccole seppur fatte di solido mattone )

Poi ovviamente bisognerebbe sentire l'opinione anche della moglie, che probabilmente parlerà alle sue amiche del marito rompicazzo sempre fra i piedi, è normale il fatto che noi si senta la campana maschile, ma c'è pure quella femminile

Facile prevedere l'aumento dei reati fra le mura domestiche 😅

3 hours ago, Bullfighter4 said:

Qui sembra che molti vogliano scappare dalla città, vendere il loro piccolo appartamento e comprare una bella casa grande nei sobborghi

La situazione andrà valutata ad un anno o due di distanza, però certo anche in Italia si dice che il lockdown avrebbe creato un incremento della domanda di case in campagna ( +33% ) o di case con giardino, in questo momento la tendenza potrebbe avere una connotazione emotiva, mentre negli USA la fuga dalla città corrisponde ad una tendenza strutturale di lunga data

14 hours ago, freedog said:

poi c'è tutto il discorso dell'indotto (dai bar-tavola calda che colle pause pranzo ci campavano, al fatto che diventeranno inutili tanti mega uffici in centro città, con conseguente crollo in vista dei prezzi degli immobili) che è davvero una terra incognita per tutti.

non a caso, TUTTI i negozi in centro a Roma (ma non solo qua), tra turismo moribondo e impiegati che lavorano da casa, stanno alla disperazione più nera

Ma ovviamente per un incremento di valore che premierà alcuni, esisterà il corrispettivo decremento che punirà altri ( anzi se l'economia va giù saranno di più i secondi dei primi)

Anche se in questa sede magari ci concentriamo più sulla socialità lavorativa che sarebbe persa, perchè questo indotto economico è in realtà anche un modo di vivere

 

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Io durante il lockdown ho lavorato dallo studio del mio amico (e vivevo anche lì) ma con una scusa appena è finito sono scappato perché altrimenti ci saremmo uccisi a vicenda.

È da fine Aprile che lavoro da casa e mi trovo strabene. Lavoro molto meno di quando andavo in studio perché lavoro velocemente e quindi quando finisco posso fare quello che voglio, mentre prima dovevo trovare comunque altre cose da fare.

Per quanto riguarda l'aspetto delle interazioni sociali... beh se sono interazioni sociali di qualità allora sono d'accordo con voi... ma altrimenti... molto meglio farne a meno. 

Ti puoi comunque gestire il tempo libero che hai per vederti con gente e fare cose che comunque arricchiscono la tua vita sociale, anche senza il "corporate environment" come riferimento fisso della giornata. 

Edited by Beppe_89
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Si era qui discusso in passato del peso dei diversi Paesi in seno all'OMS. Pertanto riporto quanto segue.

C’è parecchia “baruffa”, in chiave politica, sull’Organizzazione Mondiale della Sanità. Ad accendere la miccia è stata la decisione del Presidente Usa di non sostenere economicamente l’OMS. Italia Oggi prova a disegnare un quasdro, sicuramente originale, su quanto sta avvenendo in questo ambito da parte dei diversi stati. L’analisi è estremamente precisa e parte dalla posizione della Germania, che anche su questo fronte potrebbe assumere un ruolo guida in chiave continentale. Jens Spahn, Ministro della Sanità tedesco ha annunciato che il contributo della Germania al bilancio dell`Oms aumenterà di 200 milioni di dollari, portando il totale a 500 milioni. Ma soprattutto si sta creando un fronte franco-tedesco, che dovrebbe portare ad un un piano comune in chiave di sostegno all’Organizzazione. L’analisi politica del quotidiano è che siano i tedeschi a tirare le fila: dal convegno di Ginevra è emerso il messaggio che la presidenza tedesca del Consiglio europeo in questo semestre sarà un veicolo importante per convincere i 27 paesi Ue che l`Oms può essere un ente valido nella misura in cui i paesi membri lo consentono.

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4 hours ago, Hinzelmann said:

Hai detto niente...praticamente tutte le persone che hanno famiglia ed è facilmente immaginabile che se sei pendolare, non abiti esattamente in una reggia, molto spesso sono appartamenti di ridotte dimensione dove non esiste neanche una stanza in cui isolarti per poter lavorare ( questo vale soprattutto in Italia dove le case tendono ad essere piccole seppur fatte di solido mattone )

Poi ovviamente bisognerebbe sentire l'opinione anche della moglie, che probabilmente parlerà alle sue amiche del marito rompicazzo sempre fra i piedi, è normale il fatto che noi si senta la campana maschile, ma c'è pure quella femminile

Facile prevedere l'aumento dei reati fra le mura domestiche 😅

 

4 hours ago, Hinzelmann said:

Indubbiamente, era per riprendere il discorso di Almadel. Anche io sto benissimo a casa, e non faccio fatica a stare tutto il giorno con mio marito. I maschi eterosessuali molto meno, infatti spesso hanno la forte necessità di “uscire con gli amici (maschi).

 

 

 


 

La situazione andrà valutata ad un anno o due di distanza, però certo anche in Italia si dice che il lockdown avrebbe creato un incremento della domanda di case in campagna ( +33% ) o di case con giardino, in questo momento la tendenza potrebbe avere una connotazione emotiva, mentre negli USA la fuga dalla città corrisponde ad una tendenza strutturale di lunga data

Magari ho sempre avuto l’impressione diversa, ma ho sempre avuto l’idea che fosse il contrario. A NYC la popolazione e’ stabilmente sopra gli 8 milioni da un paio di decenni almeno e penso che l’unico motivo per il quale la popolazione non è’ aumentata ancora di più e’ la mancanza di spazio. 

Ho fatto casino con il quotare...

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1 hour ago, Bullfighter4 said:

A NYC la popolazione e’ stabilmente sopra gli 8 milioni da un paio di decenni almeno e penso che l’unico motivo per il quale la popolazione non è’ aumentata ancora di più e’ la mancanza di spazio. 

In buona sostanza è vero, la città dal 2000 ha già attraversato due crisi ma si è sempre ripresa ( sia dopo l'11 settembre che dopo la crisi del 2007 ) a differenza di altre tipo Detroit o Chicago etc

Diciamo che c'è stato un ricambio e fra flussi in entrata ed uscita con un sostanziale equilibrio, ma essere la porta dell'america con gli areoporti chiusi ha il suo peso, bisognerà vedere ( magari dopo la ripresa turistica e di broadway e si parla di gennaio ) e vedere quanto soprattutto su Manhattan e midtown inciderà lo smart working ( e tutto l'indotto dei servizi ad esempio il food )

Inutile dire che fra coloro che guardano al futuro della città con ottimismo molti esorcizzano la paura delle chiusure sostenendo che lo smart working "fa schifo a tutti" ma come dimostra questo topic non è vero, alcuni almeno dicono che tendono a trovarcisi molto bene e però se ci si trovano bene ragionevolmente resteranno nel Connecticut o negli Hampton

 

 

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Avevo letto tempo fa un articolo sul "The Economist" che analizzava le nuove tendenze nella migrazione interna agli US (domestic migration) e in particolare lo spostamento piuttosto massiccio di residenti dalla California verso il Texas e da New York (stato) alla Florida. E uno dei motivi principali era il minore costo della vita negli stati di destinazione rispetto a quelli di partenza, oltre a regimi fiscali più favorevoli.

Prima del coronavirus però..

Edited by Beppe_89
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1 hour ago, Hinzelmann said:

In buona sostanza è vero, la città dal 2000 ha già attraversato due crisi ma si è sempre ripresa ( sia dopo l'11 settembre che dopo la crisi del 2007 ) a differenza di altre tipo Detroit o Chicago etc

Diciamo che c'è stato un ricambio e fra flussi in entrata ed uscita con un sostanziale equilibrio, ma essere la porta dell'america con gli areoporti chiusi ha il suo peso, bisognerà vedere ( magari dopo la ripresa turistica e di broadway e si parla di gennaio ) e vedere quanto soprattutto su Manhattan e midtown inciderà lo smart working ( e tutto l'indotto dei servizi ad esempio il food )

Inutile dire che fra coloro che guardano al futuro della città con ottimismo molti esorcizzano la paura delle chiusure sostenendo che lo smart working "fa schifo a tutti" ma come dimostra questo topic non è vero, alcuni almeno dicono che tendono a trovarcisi molto bene e però se ci si trovano bene ragionevolmente resteranno nel Connecticut o negli Hampton

 

 

Si, questa crisi e’ ben diversa dalla precedenti. Comunque chi voleva la casetta con la recinzione di paletti bianchi si era già trasferita prima. Conosco una marea di gente che fa avanti e indietro fra Long Island e Manhattan e fra il Connecticut e Manhattan da anni (ho sempre pensato fossero dei pazzi, ma nessuno si è’ mai lamentato. Anzi, lavorano sul treno per e da il luogo di lavoro. E lo stacco dalla suburban life alla frenesia della città e’ sempre stato qualcosa in più, non in meno). 
per esempio, a me il remote working ( Smart working chissa’ che cazzo vuol dire), ma voglio comunque rimanere in città. Se vendessi il mio appartamento ( anche adesso che i prezzi stanno scendendo) potrei comprarmi un villone a Long Island ( non negli Hamptons come hai detto. Li devi essere un multimilionario oppure vincere grosso alla lotteria 😉) o in Connecticut. Ma è’ tutta un’altra vita. Vivere in città significa avere la possibilità di camminare ovunque, andare per musei, a teatro, bars, ristoranti, etc. la crisi sta distruggendo un sacco di esercizi, ma prima o poi finirà. E con i prezzi più bassi nuova gente riaprirà i bar e ristoranti falliti. Se poi  uno pensa che il virus rimarrà così per sempre ( come se fosse possibile) città o sobborghi poco cambia. Una merda comunque.
Tra l’altro in alcune cittadine fuori ny adesso ci sono le bidding wars per accaparrarsi le case disponibili. I prezzi sono già sparati alle stelle e perciò quelli che fuggono dalla città , o hanno i soldoni, o andranno a vivere a Bridgeport ( che è’ un po’ come comprare un bill ale a Chernobyl con vista sul reattore.

 

52 minutes ago, Beppe_89 said:

Avevo letto tempo fa un articolo sul "The Economist" che analizzava le nuove tendenze nella migrazione interna agli US (domestic migration) e in particolare lo spostamento piuttosto massiccio di residenti dalla California verso il Texas e da New York (stato) alla Florida. E uno dei motivi principali era il minore costo della vita negli stati di destinazione rispetto a quelli di partenza, oltre a regimi fiscali più favorevoli.

Prima del coronavirus però..

Le ragioni dello spostamento da NY alla Florida e’ sempre lo stesso da molto: clima migliore ( che poi è’ vero solo per l’inverno, perché l’estate in south Florida e’ una cosa oscena), e costo della vita bassissimo rispetto a NY. Ovvio che se ti sposti in Florida e il tuo stipendio rimane quello newyorkese, fai il signore. Se invece prendi gli stipendi tipici della Florida ( a meno che tu abbia lavori ultra specializzati e ovviamente molto remunerativi ovunque), puoi giusto vivere in Florida e scordarti di “ tornare a casa” se ti stanchi di vivere lì.

Noi abbiamo in mente di trasferirci in Florida una volta in pensione, ma solo per qualche mese l’anno ( leggi inverno). Tra l’altro trasferirsi in Florida e’ vago, dato che l’unico posto che abbiamo preso in considerazione e’ Wilton Manors e zone limitrofe, dato che è’ un altra zona ad alta concentrazione gay e dove abbiamo già molti amici e ci andiamo 3-4 volte l’anno già adesso. Il vero vantaggio di spostare la residenza in Florida sarà fiscale, sempre che fra 7 anni ( quando saremo entrambi in pensione) le coste della Florida non siano sott’acqua.

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7 hours ago, Beppe_89 said:

Io durante il lockdown ho lavorato dallo studio del mio amico (e vivevo anche lì) ma con una scusa appena è finito sono scappato perché altrimenti ci saremmo uccisi a vicenda.

Dagli amici mi guardi un dio, ché ai nemici provvedo io....  ;-)

 

19 hours ago, marce84 said:

D'altronde il lavoro non è fatto di obiettivi? E lo dico disinteressatamente perché non ho dipendenti. 

Dovrebb'essere fatto d'obiettivi per gl'imprenditori e per i professionisti, i dipendenti dovendosi attenere alle istruzioni dei superiori, soprattutto nelle piccole realtà imprenditoriali o professionali:

è l'antica distinzione tra locatio operis e locatio operae, secondo la quale il dipendente presta la sua mano d'opera all'imprenditore (locatio operae) e l'imprenditore presta il risultato (locatio operis) al committente.

Chiaramente il moderno modo di lavorare spesso mal si costringe in tali distinzioni antiche, ma rimane diffusa la riluttanza del dipendente a rispondere e soprattutto ad essere retribuito secondo obiettivi, almeno quando sia soggetto alla stretta vigilanza ed alle rigide direttive del datore di lavoro.

Anche giuridicamente del resto il lavoro a cottimo è lecito solo quando la retribuzione del cottimo s'aggiunga a quella oraria o mensile consueta, con l'eccezione del lavoro a domicilio, cui peraltro potrebb'essere assimilato questo modo di lavorare a distanza a causa delle restrizioni per l'epidemia di morbo coronato.

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