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I gay sono allergici alle relazioni serie?


Frankitaly

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Questa attenzione eccessiva a come gli altri gestiscono la propria sessualità è morbosa (e noiosissima).

 

Veramente io mi riferivo ad aspetti puramente sentimentali, relazionali e amorosi negli ultimi interventi. La sessualità e le solite cose le hanno tirate fuori i soliti utenti. Ti facevo più sveglio e meno manipolabile. Non hai replicato nulla sull'argomento in sé e ti sei limitato a darmi addosso e farmi passare per quello che non sono perché è un po' il gioco triste di alcuni utenti che non sanno come replicare in modo intelligente. E' un forum di discussione gay, non la confraternita gay, impara che la gente può avere pareri diversi che,per quanto possano irritare, vanno rispettati in quanto di discute sempre su CONCETTI GENERICI e non sulle persone in sé.

 


Se sei bisessuale con pendenze etero (a me viene da ridere quando leggo ste cose), . Sei sposato con un uomo, ma ti sei sempre innamorato piu' delle donne, e hai un orientamento piu' etero. E vai su un sito gay a fare la morale agli altri. Invocando a questo punto il ban, sei veramente un povero coglione

 

Ti replico perché stai dicendo un mucchio di stupidate. Hai difficoltà a comprendere l'italiano, io ho detto che ho avuto in media più storie Etero e che la mia mente nell'adolescenza è stata "forgiata" sulla base di amore adolescenziali etero, ma non mi sono innamorato più delle donne o più degli uomini e non sono un bisessuale con PENDENZE etero. Sono bisex e basta non è un orientamento più  etero o più gay, e il mio lato gay c'è ed esiste. Per il resto non è che offendendomi migliori la tua condizione, curati il nervo scoperto e impara che non si può piacere a tutti e che la gente ha pareri diversi senza che per questo gli freghi di mettere alla gogna qualcuno. Fattene una ragione e non fare l'adolescente sbroccato che s'incazza perché non riesce a piacere a tutti.

 

@Hinzelmann

 

Ho fatto una rapida ricerca sui divorzi in Spagna tra gay ed etero e sono abbastanza confuso! In linea generale nel 2011 ci sono stati circa 130.000 matrimoni etero e 80.000 divorzi etero. Mentre i divorzi dei matrimoni gay sono stati all'incirca 500 su 25.000 matrimoni gay celebrati (2% sul totale dunque no?). Bisogna pure considerare che i matrimoni etero ci sono da sempre, e ciò li aiuta ad avere una bassa percentuale sul totale delle separazioni (1,3 % mi pare), mentre i matrimoni gay sono abbastanza giovani. Quindi leggerei questi dati approssimativi come un trend abbastanza positivo per i matrimoni gay :)

 

Per il resto d'accordissimo con te. Mi ha convinto l'analisi e ti ringrazio per aver continuato la discussione in modo costruttivo ;)

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@@Ilromantico Giuro che è l'ultima volta che ti rispondo, perchè io ho capito da tempo che tu sveglio non lo sei per niente e che le tue capacità logiche sono del tutto inesistenti.

Non ti avevo affatto insultato nel mio post precedente, come invece tu hai fatto adesso. Tu non hai argomentazioni perchè dici sempre le solite cose trite e ritrite in tutti i post di tutte le discussioni. Sei diventato completamente illeggibile e io ti ho risposto finora solo perchè ho avuto la pazienza di starti a leggere (errore mio, non lo meriti affatto!).

Il tuo atteggiamento è morboso perchè sei ossessionato da come gli altri gestiscono la propria vita e, quando parli di tradimenti, non dirmi che non c'entra la sessualità perchè vuol dire che non sai neanche di cosa stai parlando. E' oltretutto un atteggiamento noiosissimo perchè da una parte scopri l'acqua calda, dall'altra ti ostini a fare la morale come se tu sapessi cosa è meglio e cosa è peggio per tutti. Questo atteggiamento è insopportabile, ti prego almeno di non citare più mie frasi, smettila, con te è impossibile fare un ragionamento.

 

Certo che Hinzelmann ha ragione, quante altre decine di post polemici ti serviranno per smetterla con queste tue ossessioni sullo squallore del mondo gay?

Edited by wasabi
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Com'è che siete finiti in questo pantano?

 

Anyway mi limito a rispondere a quello che wasabi e un altro utente hanno sottolineato a motivo di un mio post:

 

 

Concordo.

Io so che una delle persone più diverse da me è proprio mia sorella, cresciuta dagli stessi genitori. Il bagaglio esisterà sicuramente, ma poi le persone crescono secondo il proprio modo di essere e ovviamente anche in base a quello che hanno vissuto. Del resto della ragazzina che ero a 16 anni non è rimasto molto (posso dire "meno male!") dato che quasi tutto quello che sono è venuto dopo. Poi l'adolescenza è un periodo troppo complicato per dire che a quell'età abbiamo fissato il nostro carattere.

Questa, purtroppo, è una delle più gettonate e frequenti obiezioni di chi, purtroppo, di psicologia evolutiva non sa abbastanza.

Il fatto che due fratelli o due sorelle crescano nel medesimo ambiente familiare non indica AFFATTO che questi mostreranno i medesimi comportamenti o avranno delle personalità molto simili. In primis a motivo del bagaglio genetico, in secondo luogo l'ambiente non si comporta nello stesso modo con entrambi gli individui, le esperienze non sono replicabili e a maggior ragione non è possibile che un evento venga percepito allo stesso modo da una sorella che sia più grande o più piccola o coetanea.

Tralasciando le ovvie lacune di chi di psicologia dello sviluppo non sa nulla, lo sviluppo della personalità si fissa durante l'adolescenza e si arresta alla soglia della giovinezza (19/21 anni i ragazzi 17/20 le ragazze). Tutto quello che accade dopo è affinamento.

 

E ovvio che esperienze di un certo impatto emotivo possano provocare dei cambiamenti repentini ma questi non intervengono sulla struttura portante della personalità ma sulla coscienza (la personalità non è logica ma procedurale, emotiva e spontanea). L'individuo SCEGLIE di cambiare e mantenere un cambiamento perchè considerato produttivo ma non entra a far parte della personalità di base che non può essere alterata per nessun motivo (tranne ovviamente gravi invasioni nelle connessioni neuronali, stimolo-risposta e funzionamento degli emisferi).

 

Un individuo che ha consolidato la propria adolescenza come uomo violento, rimarrà per sempre un uomo violento. Imparerà con sforzo a controllarsi a rinnegare quella parte considerata socialmente deprecabile ma questo cambiamento sarà cosciente e non istintivo.

 

Un individuo cresciuto in un constesto fatto di bugie e sotterfugi, di ricatti morali, di insicurezza affettiva diverrà e rimarrà un passivo aggressivo (con sostanziali variazioni sul tema) nonostante egli possa sforzarsi di non esserlo (a volte anche la terapia fallisce).

 

Una donna che ha passato la giovinezza permanendo in uno stato nervoso e di isterismo rimarrà per sempre una donna isterica, polemica, incapace a dialogare.

 

Durante le fasi dell'innamoramento, quelle in cui entra in gioco il "piacersi" tantissimi individui "fingono" sforzandosi di essere "migliori". Questo porta molte volte al fidanzamento e al matrimonio. Quando questo status di finzione cede ecco che viene fuori LA REALE personalità dell'individuo, quella soggetta all'istinto e alle emozioni, quella procedurale che si muove meccanicamente quando lo stato di vigilanza e d'attenzione tende a scomparire.

 

Detto ciò, mi rendo conto che molti possano trovare difficile accettare certe verità riguardo alla natura umana ma queste leggi non le ho fatte mica io.

Accettarle è il primo passo per conoscersi.. non nascondete la testa sotto il lenzuolo..

 

Per quanto riguarda il commento di Wasabi nello specifico, ti ricordo che lo sviluppo della personalità non avviene solo mediante stimoli positivi e gratificanti. Il fatto che certe famiglie sembrino dover sfornare solo figli serial killer non vuol dire che quest'ambiente non provochi proprio l'esatto opposto!

Quanti genitori sono diventati tali ma in netta contrapposizione a quelle che erano le figure di riferimento?

 

La legge che un figlio diventi come la figura genitoriale di riferimento o il suo esatto contrario è nota da parecchio.. anche da chi non ha fatto la mia stessa università.

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E visto che hai difficoltà a comprendere sono BSX e per questo la mia mente volente o nolente si è "forgiata" verso un'ottica più "etero", perché mi sono sempre innamorato più di donne che di uomini e sono stato abituato sin da sempre e certi meccanismi che alcuni qui considerano "infantili.

 

Non l'hai scritto tu? In diversi mi hanno scritto in privato dicendomi di lasciar perdere perche' tu e un paio di soliti noti fate questi giochetti tutte le volte che partecipate ad una discussione. Siete delle specie di bulletti dell'internet. Fai bene a stare dietro UNO schermo a fare il bulletto, e non ti riesce manco bene.

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La legge che un figlio diventi come la figura genitoriale di riferimento o il suo esatto contrario è nota da parecchio.. anche da chi non ha fatto la mia stessa università.

 

E' comprensibile come una simile affermazione

sia quasi totalmente irrilevante?

 

Se sono ordinato lo sono perché mia madre è ordinata;

se sono disordinato lo sono per reazione verso mia madre.

Se sono fedele lo sono perché mio padre è fedele,

se sono infedele lo faccio per reazione verso mio padre.

 

Nel concreto significa che che la famiglia non c'entra nulla,

in quanto ogni comportamento - potendo essere letto sia come adesione che come reazione -

mi permette di interpretare come coerente qualsiasi comportamento

da parte di chiunque sia nato in un qualsiasi contesto.

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Detto ciò, mi rendo conto che molti possano trovare difficile accettare certe verità riguardo alla natura umana ma queste leggi non le ho fatte mica io.

Accettarle è il primo passo per conoscersi.. non nascondete la testa sotto il lenzuolo..

:D

io avrei una certa prudenza a parlare di leggi quando l'argomento è la natura umana.

 

ad ogni modo io mi riferivo a questo

 

A 14/16 anni età dei veri primi innamoramenti (infatuazioni) il corpo della personalità è già fisso e strutturato. L'incapacità di chiedere scusa, di scendere a compromessi, di lottare, di mantenere la posizione, di comprendere, di dialogare, di aprirsi, di esporsi, di mantenere il controllo, la perseveranza, pazienza, introversione e ironia sono tutte cose che sono state già a acquisite e che giocheranno una parte ben più importante dell'amore nella "serietà" della relazione..

Io a 14 anni non sarei scesa mai a compromessi, mantenevo le posizioni da brava adolescente rabbiosa, praticamente un mulo alpino.

Adesso la moderazione è il mio modo d'essere, a 14 anni mi infiammavo con poco, adesso è difficilissimo farmi perdere le staffe. Sono cambiata e molto, e senza tante esperienze non sarei ciò che sono. Mi dispiace non sentirmi inclusa nelle leggi, del resto tanti miei pazienti vanno contro alle leggi della medicina. (ma in medicina tutto è possibile tranne l'uomo gravido, diceva il mio prof, e sull'ultima cosa non era nemmeno tanto sicuro).

Poi intendiamoci, anch'io credo che una patata non diventi una verza ;) ma l'età dell'adolescenza non credo sia la miglior cartina tornasole del carattere di una persona, troppo difficile come fase. Ma in effetti non è il mio ambito, mi rimetto a chi ne sa di più.

Edited by Viola77
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E' comprensibile come una simile affermazione

sia quasi totalmente irrilevante?

 

Beh è irrilevante per te perchè probabilmente non hai nè voglia nè interesse a comprenderne l'importanza.

 

 

Se sono ordinato lo sono perché mia madre è ordinata;

se sono disordinato lo sono per reazione verso mia madre.

Se sono fedele lo sono perché mio padre è fedele,

se sono infedele lo faccio per reazione verso mio padre.

Questi non sono tratti della personalità ma comportamenti secondari che dipendono da tratti della personalità (dalla commistione di più parti).

Inoltre lo schema della proiezione comportamentale non funziona come un pc I/O acceso o spento.

E questo dimostra, ancora una volta, come tu ne sappia davvero poco sull'argomento.

La cosa che però mi diverte è il tuo solito approccio statistico, direi quasi stilizzato, cosa che in psicologia è una completa aberrazione (la mente è frutto di complessi intrecci cognitivi).

 

 

Nel concreto significa che che la famiglia non c'entra nulla,

in quanto ogni comportamento - potendo essere letto sia come adesione che come reazione -

mi permette di interpretare come coerente qualsiasi comportamento

da parte di chiunque sia nato in un qualsiasi contesto.

Il fatto che uno stimolo provochi una risposta determinata e prevedibile significa TUTTO al di là che questa risposta sia A o B. Sapere che A o B si presenteranno all'emissione dello stimolo si chiama condizionamento classico ed è uno dei fondamenti della psiche umana.

Poi, se si è dotti nel settore si saprà anche come prevedere quali dei due A o B si presenterà o come, alla base della manifestaizione di una data risposta, sapere con certezza quale sia lo stimolo che l'abbia prodotta.

 

 

Io a 14 anni non sarei scesa mai a compromessi, mantenevo le posizioni da brava adolescente rabbiosa, praticamente un mulo alpino.

Adesso la moderazione è il mio modo d'essere, a 14 anni mi infiammavo con poco, adesso è difficilissimo farmi perdere le staffe. Sono cambiata e molto, e senza tante esperienze non sarei ciò che sono. Mi dispiace non sentirmi inclusa nelle leggi, del resto tanti miei pazienti vanno contro alle leggi della medicina. (ma in medicina tutto è possibile tranne l'uomo gravido, diceva il mio prof, e sull'ultima cosa non era nemmeno tanto sicuro).

Poi intendiamoci, anch'io credo che una patata non diventa una verza ;) ma l'età dell'adolescenza non credo sia la miglior cartina tornasole del carattere di una persona, troppo difficile come fase. Ma in effetti non è il mio ambito, mi rimetto a chi ne sa di più.

Io ho scritto acquisite e NON manifeste.

Tutto quello che hai mostrato dopo lo devi ad un bagaglio che hai acquisito durante l'adolescenza.

Il fatto che in quel pediodo tu fossi una pazza scatenata non significa che avessi già, nella struttura stessa della personalità quelle che sarebbero poi state manifeste come: capacità di giudizio, riflessione e meditazione.

Mi rendo conto che sia arduo da comprendere così di primo impatto ma senza una base d'onestà nel guardare noi stessi, si accetta veramente poco.

Forse quando avrai 40anni ti renderai conto di quanto somigli ai tuoi genitori o quanto loro abbiano influenzato quello che sei.

Edited by Aquarivs
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Mi rendo conto che sia arduo da comprendere così di primo impatto ma senza una base d'onestà nel guardare noi stessi, si accetta veramente poco.

Forse quando avrai 40anni ti renderai conto di quanto somigli ai tuoi genitori o quanto loro abbiano influenzato quello che sei.

Ahimè i 40 anni non sono lontani, e di certo i miei genitori mi hanno influenzato, non era certo questo che volevo mettere in dubbio. E sicuramente possiamo discutere sul fatto che quello che ero mi ha permesso di accettare il cambiamento che è avvenuto negli anni, quindi di fatto il cambiamento era "in potenza" dentro di me. Ma io rimango convinta che certe caratteristiche non si sarebbero manifestate se non avessi vissuto determinati anni.

E non è arduo da comprendere, si può sempre fare uno sforzo per capire senza prendere le cose come una verità rivelata, ma mi sembra che limiti la possibilità di crescita di un individuo.

Paradossalmente in realtà, se poi ti piace quello che sei diventato, e se è vero che certe caratteristiche erano presenti (ma non manifeste) a 14 anni, si può semmai avere una certa indulgenza verso i noi stessi dell'epoca, e quindi accettarsi anche di più.

Ma tendenzialmente continuo a parteggiare per il fatto che a 14-16 ci siano ancora margini di crescita, che si impari a essere tolleranti, a chiedere scusa, a capire il pdv degli altri da ciò che si vive dopo, anche "nonostante" il nostro bagaglio.

Edited by Viola77
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ci sono anche i single per "scelta" che lo sono diventati dopo una delusione amorosa e per questo scelgono di rimanere single per sempre

 

 

 

Se vabbè, giriamo la frittata...pure le vedove 60enni spesso si riaccompagnano, e tu parli di gente che osserverebbe volontariamente una sorta di "vedovanza" a vita solo perchè è rimasta delusa.

Ok prendersi magari una piccola pausa, ma rimanere soli a vita perchè una storia è finita male è follia, sempre dando per buona l'ipotesi che esista qualcuno che, deliberatamente, scelga di rimanere solo a vita per il succitato motivo.

 

 

 

Wow hai un conoscente per ogni evenienza!

 

Io invece conosco tante persone sia gay che etero che sono sole e si piangono addosso, sperando di trovare una donna da sposare (come non lo so)

Per quanto riguarda la seconda riga: uno sarà anche brutto, ma avrà anche i suoi gusti, mettersi con un tipo che è l'opposto di quello a cui si è attratti è inutile e deleterio. E non parlo di piccolezze descritte da @Ilromantico.

Faccio un esempio: a me piacciono gli asiatici e i ragazzi magri, se con me ci provano orsi e grassi, è ovvio che li respingo, e non è questione di volere il ragazzo da copertina, o cercare il pelo nell'uovo, è questione che almeno un po' mi deve piacere, altrimenti che ci sto a fare insieme?

A te che, a quanto ho capito, piacciono tipi che sono il contrario di quelli che piacciono a me (spero che almeno in questo forum si riesca a rispettare i gusti degli altri) mi considererai un tipo della seconda riga che hai scritto... ma che devo fare? i gusti non si modificano.

Se ci prova un asiatico con te che fai? Per non stare single ti ci metti insieme?

 

 

Ma sai, in oltre 30 anni di vita, normalmente, di conoscenti se ne hanno tanti, ma capisco che magari per qualcuno possa non essere cosi', non a caso leggiamo ciclicamente storie di gente che piange perchè non trova amici nè un fidanzato, salvo poi dire che non frequenta posti gay nè spazi virtuali specifici per gay.

In ogni caso, rileggi bene i miei post precedenti: non ho mai detto di mettersi insieme ad una persona che non ci piace solo per non rimanere solo, anzi, ho specificato che imho è un comportamento tristissimo e senza senso.

Ma qui sentiamo parlare di gente alla quale non piace nessun, al punto di rimanere una vita da sole...ok i gusti, ma capisci che cio' non è plausibile? In 30-40 anni di vita non conoscere nessuno che ci piaccia e che ci faccia al contempo anche innamorare non è tecnicamente possibile, a meno che non parliamo di persone che piu' che gusti hanno fisse, o che vivono da recluse, e cosi' torniamo al paragrafo precedente.

 

No il grande problema qui è chi non "accetta scusanti per non innamorarsi" ! Hai capito @@korio ? Non hai scusanti per non innamorarti. Quindi su su, innamorati!! Domani esci, e ti innamori! Chi c'è c'è!

 

Che tipi che siete! Troppo assurdi per essere veri. Non posso credere che commenti come quelli che ho letto vengano da persone reali, così fuori dal mondo. Vi auguro sinceramente con tutto il cuore che il vostro mondo ideale, fatto di Pavesini e considerazioni borghesi, superficiali e infantili, possa durare per sempre felici e contenti, come le fiabe. Però, per carità, tenetelo lontano da me, preferisco la gente vera io.

 

Tu non preferisci la gente vera: tu autocommiserarti, preferisci le storie strappalacrime, e dai dei "fuori dal Mondo" a tutte quelle persone che semplicemente hanno tovato un ragazzo/a da amare e che le ami.

Non è cosi' difficile, quindi, piuttosto che crogiolarti nel melodramma, continua a cercare bene...vedrai che la persona giusta la trovi anche tu.

 

 

Si, buonanotte, tu non hai capito di che si sta parlando nelle ultime 2 pagine del topic :ph34r:

 

Ovviamente parlavo di "piccolezze" per farvi capire a che livello (scioccante) può arrivare certa gente. E' ovvio che un po' deve piacere, non si parla certo di questo e posso pure capire che ognuno ha i suoi tipi preferiti. Tuttavia mi sembra un po' eccessivo farsi condizionare eccessivamente dai tipi ideali perché molte volte si ci può innamorare di gente su cui non avresti scommesso nemmeno un centesimo. Gente che ovviamente non si trova oggettivamente brutta, ma che comunque in un primo momento passa inosservata o non attira, poi col tempo o con una conoscenza più approfondita magari scopri pure che ti piace. A me è capitato con molti precedenti partner mentre altrettanti tipi "ideali" si sono rivelati poco attraenti (per movenze, attitudine, carattere, personalità)i e insulsi dopo una breve conoscenza. Ecco critico il fatto che certa gente non sappia vedere come una BUONA conoscenza e/o una certa attitudine possa cambiare le carte in tavola. Mi sembra che alcuni riescano a vedere e si impongano di ricercare solo quello da cui sono super-attratti per scoprire poi che questa strategia molte volte può deludere per il semplice fatto che si basa l'interesse per le persone su cose e criteri abbastanza basilari e perché non si riesce a vedere al di là del proprio naso.

 

 

 

Esatto...io credo che nessuna persona che sia equilibrata e sana di mente si fidanzerebbe mai con un partner che non gli piace.

Purtroppo (e anche di questa tipologia ne ho conosciuti diversi, sia etero che gay) ci sono persone fissate, per le quali non è sufficiente che una persona piaccia loro, ma PRETENDONO dettagli specifici: in assenza del dettaglio, anche se per tutto il resto la persona poteva andare loro bene, mandano a monte tutto, salvo poi piangere e lamentarsi di non trovare la persona giusta, che chiaramente esiste solo nella loro fantasia.

 

Tutti noi abbiamo dei gusti, cosi' come in mente abbiamo un ideale "perfetto"...a me per dire in un ragazzo fanno impazzire gli occhi blu.

 

Ebbene, ho avuto tutti fidanzati con gli occhi neri o marroni, uno con gli occhi verdi, ma mai nessuno con gli occhi blu...eppure mi piacevano lo stesso, e non mi stavo di certo accontentando di gente brutta, anzi.

 

Se mi fossi fossilizzato su un dettaglio, quale può essere l'altezza, piuttosto che il colore degli occhi o i kg, oggi starei ancora a fare compagnia alle Barbie tristi che sul forum lamentano di non trovare il Ken dei propri sogni, e farei anche  compagnia a due miei conoscenti che, a 40 anni suonati, sono soli perchè, rispettivamente, cercano SOLO ragazzi sopra il metro e 95 ed i 120 kg, e SOLO ragazze rosce con il seno dalla quinta in su.

 

Io trovo certi atteggiamenti infantili e surreali, in quanto, pur avendo tutti noi dei gusti, una persona ci può piacere nel complesso: fossilizzarsi su un dettaglio non porta a niente.

 

 

Che strazio, rilassati un po'! E' possibile fare una discussione con tranquillità senza i tuoi soliti insulti? Per me è strano, stranissimo che una persona s'innamori 1-2 volte in 40anni. E ripeto parlo di "innamorarsi", non che ci si debba riferire per forza al grande amore o a una relazione di 3-5 anni. Io ho avuto molte relazioni di 3-5-6 mesi senza che possa considerarle per nulla importanti (a differenza di altre), eppure in quei mesi ero innamorato, innamoratissimo, cosa c'è di così difficile nell'innamorarsi o trovare qualcuno con cui esserlo?Tutto dipende anche da come uno si approccia all'amore, sarò anche fatto di "Pavesini", ma almeno ho sempre vissuto una vita amorosa abbastanza piena, varia e felice.

 

Piu' che stranissimo direi che non è proprio credibile: come tu dici non è detto che ogni innamoramento debba portare a storie di lunga durata...ma innamorarsi due volte in 40 anni di vita, sempre ammesso che cio' sia vero, e che parliamo di una persona che non vive da reclusa ma che viva normalmente in società, non è fisiologico... imho potrebbe trattarsi di un caso di filofobia

 

 

 

Da Wikipedia

 

La filofobia (dal greco "φιλος" (amore), e "φοβία" (fobia)) è definita come la paura persistente, ingiustificata ed anormale di innamorarsi o di amare una persona. Secondo alcuni autori una conseguenza comune della filofobia è l'anoressia sentimentale dal suffisso privativo greco "an" e dal verbo greco "orao": mancanza di desiderio, in questo caso sia sentimentale che sessuale.

Il soggetto filofobico prova attacchi di depressione perché ha paura che in futuro possa essere ferito dall'altro soggetto verso il quale prova amore, ma allo stesso tempo prova un senso di attrazione fisica e morale nei confronti dell'uomo o della donna. Nelle sue fasi di maggiore acutezza questa paura presenta dispnea, iperidrosi, nausea, tachicardia, agitazione ed altri sintomi tipici dell'ansia. La filofobia è di solito dovuta ad un eccesso d'affetto in età infantile che è poi risultato sopravvalutato dal soggetto in questione. La cultura psicodinamica rinvia invece la filofobia a interazioni primarie madre-figlio frustranti o traumatiche (vedi gli studi sull'ospitalismo di René Spitz e sull'attaccamento di John Bowlby). La paura che ciò possa riaccadere si sviluppa contemporaneamente con il filofobico. Questo gli provoca un disturbo mentale ogni qualvolta un'altra persona provi a mettersi in relazione con lui, una sorta di "autodifesa" attivata dall'organismo che associa all'amore la sofferenza.

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@@Viola77 Sono completamente d'accordo con tutto quello che dici, 

su questo poi non ho dubbi:

 

Ma tendenzialmente continuo a parteggiare per il fatto che a 14-16 ci siano ancora margini di crescita, che si impari a essere tolleranti, a chiedere scusa, a capire il pdv degli altri da ciò che si vive dopo, anche "nonostante" il nostro bagaglio.

 

E' sicuramente vero che i tratti fondamentali della personalità sono già riscontrabili in noi nell'adolescenza,

ma ognuno può constatare quanto le esperienze ci forgino e ci facciano cambiare, talvolta anche molto.

In particolare, per quanto riguarda il tema del topic, è all'interno della relazione con l'altro che si impara a gestire i rapporti.

 

Il bagaglio che ci fornisce la famiglia è fondamentale, ma anche il nostro psicologo (col quale mi scuso per le lacune per quanto riguarda la psicologia evolutiva) riconosce che anche l'ambiente circostante e il contesto hanno molta importanza nella formazione dell'individuo.

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privateuniverse
Forse quando avrai 40anni ti renderai conto di quanto somigli ai tuoi genitori o quanto loro abbiano influenzato quello che sei.

 

Stiamo andando fuori tema ma, per quel che può valere, è esattamente quel che sta accadendo a me, con mia grandissima sorpresa; e non dev'essere solo una mia impressione, perché me lo fanno rilevare anche gli altri.

 

Per tornare al tema centrale della discussione, e cioè quello dei gay "seri", personalmente temo che il problema, anche se posto da taluni in maniera francamente irritante (in inglese si direbbe "patronising"), sia reale, e parte delle motivazioni sono state enunciate da altri, in particolare da @@Fred e da @Madoka.

 

Resta la questione accessoria: posto che molti gay si lamentano di non trovare interlocutori "seri", rimane da chiedersi come mai quelli che seri lo sono non s'incontrino tra loro e, quando s'incontrano, spesso non si piacciano. Le aspettative eccessive e la pretesa di trovare qualcuno che possieda tutti i requisiti che noi pretendiamo e ce li squaderni immediatamente, sorvolando sulle nostre inevitabili mancanze, e che quindi abbia standard più bassi dei nostri, spesso irrealisticamente alti, è probabilmente la spiegazione principale.

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@privateuniverse: concordo con quello Che hai scritto sul fatto che le pretese possano essere eccessive. Unite al fatto che molti forse hanno una visione distorta di se stessi. Pensarsi seri non necessariamente significa essere seri per davvero. La vita e' comunque sempre piena di compromessi, grandi o piccoli Che siano. Soprattutto nella vita di coppia, considerando Che a volte si vacilla nelle proprie convinzioni.

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Basta vedere se conoscete dei "gay seri" reali

e notate le loro caratteristiche.

Dopodiché controllate le caratteristiche

di "quelli che si lamentano della mancanza di gay seri"

(Sono certo che non conosciate parecchi, almeno del secondo gruppo).

 

Fra i miei amici ad esempio le due categorie non sono sovrapponibili.

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Io piu' sento parlare di serieta' e di mancanza di serieta', piu' mi convinco che tutti quelli Che ostentano una presunta normalita' ( schifando chi non considerato normali) siano invece dei cagasotto, falsi Ed ipocriti. Come un etero "medio" non si sente sminuito dai puttanieri, un gay "medio" non si sente sminuito da checche e travestiti.

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ti faccio un riassunto visto che sei tornato da poco.

 

hai presente la tagline di jurassic park 2, "qualcosa è sopravvissuto"? in pratica le nozioni anti determinazione femminile primo 1900, per cui una donna era seria solo se ammogliata, mentre chi viveva di avventure indipendenti era una mignotta e poco di buono, si sono drammaticamente riprodotte in alcuni gay, in special modo quelli giovanissimi, che nell'ultimo decennio, complice la maggiore tolleranza e quindi complice l'avvento delle relazioni vissute all'aperto che li hanno inseriti in contesti sentimentali con dinamiche normali, hanno assorbito e fatte proprie il peggio di queste convinzioni (ah, l'essere umano...) perché, esattamente come capita alle donne, a volte è meglio prendere le distanze puntando il dito verso quello per cui non vorremmo mai ci scambiassimo invece di essere solidali e lavorare uniti affinché tutti possano fare il cazzo che gli pare e non ci siano più individui, modi di dire o atteggiamenti culturali che puntino il dito, o spingano a farlo, creando divisione all'interno dello stesso gruppo.

 

in qualche modo, sempre drammatico, la cosa si è ammodernata e rigirata per adattarsi ai young adults di oggi. come dicevo qualche pagina fa, flavio mazzini ci scrisse sopra "la no-sex generation" prendendo in giro proprio questa mentalità, se ti capita buttaci un occhio, perché io all'epoca non capii quello che intendeva, 10 anni più tardi ormai mi ci trovo in mezzo e sono basito, a tratti inorridito, di quanto sia stato perspicace.

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Ma è davvero solo questo? Non è possibile che dietro la "no-sex generation"

si nasconda un trauma oppure un senso di inadeguatezza?

 

Magari proprio alle primissime armi mi sono classicamente innamorato del mio sverginatore,

il quale infastidito da tanto inopportuno trasporto mi ha scaricato.

E da allora ho giurato che prima di fare sesso avrei sondato l'interesse per una storia.

La mia ingenuità mi aveva fatto soffrire e invece di essere meno ingenuo,

ho preferito mettere il sesso in secondo piano rispetto a una relazione:

anche se l'effetto collaterale è stato quello di ammazzarmi di seghe.

 

Anche il senso di inadeguatezza potrebbe giocare la sua.

I miei amici poco dotati per esempio sono gay molto seri.

Se io provo vergogna per la mia dotazione non ci tengo che la vedano in molti;

preferirei che la vedano meno persone possibili e soprattutto

che non la veda nessuna persona che possa scaricarmi per questo

(come può capitare nel caso di uno che cerchi solo sesso).

Oppure sono bruttino e quindi devo investire in qualcos'altro

rispetto alla semplice attrazione sessuale e neppure volendo

potrei "passare di fiore in fiore" quindi meglio tenersi quello che mi si piglia.

 

Io spero che l'ingenuità passi insieme all'insicurezza.

Perché finché si è ingenui e insicuri è difficile trovare qualcuno

ed è per questo che sembra che i "gay seri" non si incontrino mai:

cercano nell'altro quell'esperienza o quella sicurezza che loro non hanno.

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preferirei se fosse come dici tu, perché si tratterebbe di persone che non hanno volutamente deciso di ispirarsi a helen lovejoy nei ragionamenti che fanno, ma ci sono stati forzati dagli eventi, e quindi, capendo la loro posizione non avvantaggiata, comprenderei anche che non pensano davvero tutto quello che dicono. e invece...

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Io credo che il discorso andrebbe un po' allargato ...

Invece di considerare le categorie di "serio" e "non serio", direi che le vere categorie che sono messe a confronto sono:

 

coloro che non desiderano e non trovano appagante il sesso senza coinvolgimento emotivo (anche non per forza l'amore della vita)

e coloro che invece lo apprezzano e lo vivono senza problemi.

 

Dire che nella prima categoria rientrano solo persone immature, complessate o insicure mi sembra riduttivo,

esattamente come dire che nella seconda rientrano solo persone anaffettive, stronze e immorali.

 

Si tratta di diversi tipi di sensibilità e di approccio alla vita sessuale.

I problemi nascono quando due persone appartenenti a categorie diverse si incontrano e si attraggono, perchè si manifesta l'incompatibilità ...

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[quote name=R.POST' timestamp='1359137986' post='641059]
flavio mazzini ci scrisse sopra "la no-sex generation" prendendo in giro proprio questa mentalità,

 

Chi e' Flavio Mazzini?

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privateuniverse

Uno che tempo fa ha provato a fare il prostituto e ci ha scritto un libro sopra. Penso tenesse una rubrica su www.gay.it, forse la tiene ancora.

 

Per rispondere a @cambiapelle: essere in coppia è condizione non necessaria e non sufficiente per essere "seri", ma la "serietà" consiste, sostanzialmente, nel tenere fede alla parola data, nella capacità di assumersi un impegno, nel non cambiare idea continuamente, nel non essere volubili.

Insomma, nel non tirare bidoni.

 

In questo senso, una persona che ha una relazione stabile è, in generale, "seria", mentre una persona che questo non lo fa non è "seria"; almeno nell'accezione intesa qui (in un'altra discussione mi ricordo che @@ben81 ne diede una definizione ficcante che ora non ho voglia di ricercare).

 

Parte dei malintesi riguardo alla "serietà" è che, per chi desidera una relazione e non vuole, o non può, o non si sente in grado, di essere promiscuo (perché ci sono anche i casi di quelli che, anche volendo, non potrebbero essere promiscui, perché non hanno molte carte da giocare in questo senso o non ne sono capaci, e questo è, tanto per essere onesti, anche il mio caso), deriva dal fatto che la serietà è un presupposto; prendendo a prestito un modo di ragionare molto frequente in matematica, la serietà della controparte è una condizione necessaria, ma non sufficiente per averci una relazione.

 

Se io voglio una relazione e la mia controparte non è seria, questo di per sé basta a scartarla; ma, anche quando lo è, questo non basta per prenderla in considerazione, perché può avere una serie di altre caratteristiche che la rendono inadatta e incompatibile.

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E invece...? @R.POST

Ti senti davvero di escludere questa possibilità?

I "gay seri" che sparano giudizi a raffica io li vedo solo su internet,

non ci sono persone così aggressive nella mia vita reale.

 

Cioè ne ho conosciuto uno che mi sputtanava in giro alla grande

e dopo due anni mi ha confidato di avere problemi di ansia da prestazione.

Ho avuto la fortuna di dargli il consiglio giusto per risolverla

e ora è un carissimo amico mio e del mio ragazzo (e sta pure con un tipetto fighissimo).

 

Non voglio sembrare troppo buonista, ma credo sia vero.

Dietro certi comportamenti inutilmente aggressivi o polemici

c'è sempre una causa. Io stesso controbatto per puro narcisismo:

perché mi dà soddisfazione "avere ragione" su chi mi argomenta contro.

 

Eppure è un atteggiamento che ho solo nel virtuale.

Nella vita reale sono molto più curioso e se qualcuno mi dice

"i gay non sono persone serie" io vado sempre a scavare nel problema.

Nel forum non si può fare perché è pubblico, ma tutti i flamer nella vita reale

- se hai la pazienza di parlarci a quattr'occhi -

ti confessano le loro insicurezze e ti chiedono consigli.

 

Tutti i ragazzi che qui parlano di "serietà" ci nascondono il vero motivo;

perché si vergognano dei traumi e delle insicurezze che hanno.

 

Sto esagerando?

Stanno davvero facendo la morale perché pensano

che avere partner sessuali senza essere in coppia sia "sbagliato"?

Beh, questo non lo potremo sapere mai; ma penso siamo tutti autorizzati

a fare illazioni sul comportamento di persone che non conosciamo.

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Parte dei malintesi riguardo alla "serietà" è che, per chi desidera una relazione e non vuole, o non può, o non si sente in grado, di essere promiscuo (perché ci sono anche i casi di quelli che, anche volendo, non potrebbero essere promiscui, perché non hanno molte carte da giocare in questo senso o non ne sono capaci, e questo è, tanto per essere onesti, anche il mio caso), deriva dal fatto che la serietà è un presupposto; prendendo a prestito un modo di ragionare molto frequente in matematica, la serietà della controparte è una condizione necessaria, ma non sufficiente per averci una relazione.

 

Ecco sì, stavo un po' cercando di dire questo ...

E' essenziale che l'incontro avvenga tra due persone che hanno lo stesso concetto di serietà, altrimenti nascono i pasticci e i malintesi

(poi è ovvio che non basta essere compatibili da questo punto di vista).

 

Mi piacerebbe capire cosa intendi con quel "o non ne sono capaci", perchè se non si va a fondo con serenità su questo punto secondo me non ci capiremo mai ...

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Mah io direi che il coinvolgimento emotivo per poter avere un buon rapporto

sessuale...può maturare tranquillamente nel corso di una serata, due-tre al

massimo.

 

Che poi a posteriori segua una relazione di durata media 1 mese e quindi

12 "fidanzati" in un anno...questo certo ha molto a che vedere coi 20 anni

e col fatto che queste emozioni non diventano in realtà sentimento, anche

se ci sarebbe una tensione un desiderio ( altrimenti arrivederci e grazie...)

che potessero diventare sentimento.

 

Questa tensione la dimostra non ciò che si è detto quando ci si è rimorchiati

( le hp Flavio Mazzini ) quanto ciò che capita nei 29 giorni seguenti, nei casi

in cui si cerca di dirsi "fidanzati" e ci si conosce veramente.

 

In questo lasso di tempo può scatenarsi tutta la casistica di dinamiche negative

che le insicurezze, i complessi etc, alimentano : i difetti personali ( aggressività

isteria etc. ) Nei gay io direi che il tutto sia molto più trasparente che negli etero

gli etero sono molto più bravi a reggere la parte...perchè mediamente sono più solidi

di noi.

 

Questo favorisce il fenomeno delle "microrelazioni"

 

Certo se una persona mi dice: prima ci frequentiamo per il tempo necessario

a conoscerci - 1 mese - e poi, solo poi eventualmente se nasce un sentimento

diamo spazio alle emozioni necessarie al coinvolgimento sessuale...beh è chiaro

che occorre che io abbia tanta pazienza.

 

 

 

 

 

 
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Mah, io ho sempre notato che i gay pensano solo al sesso, che ci provino sessualmente con me o con il mio ragazzo quando siamo insieme poi lo trovo inaccettabile, trovatene un'altro, e in entrambi i casi ti insulto.

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Nel discorso generale, sono molto d'accordo con @@Almadel questo giro.

Internet consente di fare discorsi e di lanciarsi in posizioni che non sono così "nette" o così "pulite" come sembrano nella vita reale.

Parlando di persona tutto cambia.

 

E' per questo che non credo agli "amici perfetti". Ogni coppia che io conosca, principalmente etero, anche quelle che si amano e con un progetto sano etc, quando ci parli di persona, dal vivo, ( io sono uno con cui la gente si confida e racconta le proprie storie ) ti raccontano di un percorso tutt'altro che semplice e pulito e che spesso sono le condizioni di contorno, le pressioni ambientali, spesso l'accettare un compromesso che "alla luce del sole" non avremmo mai accettato, o il perdonare più di un tradimento di qualche tipo.

Così come il single che va per battuage e si scopa uno sconosciuto a sera nella dark, ha una storia non banale che non si può stereotipare e basta.

 

Nella quasi totalità, la gente apprezza il sesso e anela all'amore. Quando può ottiene entrambe le cose. Nella maggiorparte dei casi, si tratta di accettare dei compromessi. Non vedo in questo niente che ci parli di maturità o di immaturità, o di serietà. Ci parla solo di situazioni per ognuno differenti e spesso ben lontane dall'ideale. 

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@korio, secondo me un buon esercizio consiste

nell'immaginare - quando un forumista racconta la sua storia -

le stesse vicende raccontate dall'altra parte.

Stereotipizzare gli altri ci permette di non fare autocritica.

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