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I gay sono allergici alle relazioni serie?


Frankitaly

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Mi sembra ingenuo non tenere conto che l'accettazione di sé e della coppia siano grossi vantaggi per far durare a lungo una relazione (e viverla serenamente).

Quando la relazione è vissuta di nascosto non può essere minimamente paragonata ad una relazione vissuta alla luce del sole.

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privateuniverse

@wasabi: quand'anche prendessi una società in cui essere omosessuali ed essere eterosessuali fosse assolutamente la stessa cosa, e tutti i gay si accettassero allo stesso modo degli etero (come se, peraltro, essere etero esonerasse dall'avere problemi affettivi o sessuali), io scommetterei che le relazioni stabili tra gay sarebbero sempre minori di quelle tra etero. Ovviamente, una controprova non c'è e non ci sarà mai, a meno di attingere a studi antropologici su società in cui questo avvenga (magari ce ne sono), e che possono sempre smentirmi. Ma la mia personale convinzione è questa.

 

Peraltro, l'argomentazione di @@R.POST contiene una notevole dose d'incoerenza e rischia addirittura di ritorcersi contro i fautori dell'uguaglianza. Perché, se l'attitudine ad avere relazioni stabili e a formare una famiglia dipende in misura determinante dall'atteggiamento della società, si potrebbe sostenere che la società dovrebbe incoraggiare, con la legge e con l'esempio, la formazione di famiglie basate su relazioni tra uomini e donne, e non altri tipi di famiglie. Che, in altri termini, per il "benessere" della famiglia la società dovrebbe "favorire" proprio le famiglie. Che è esattamente la posizione di molti che si oppongono al riconoscimento delle coppie dello stesso sesso: "facciano quel che vogliono ma, poiché la famiglia è un'altra cosa, la famiglia basata sul matrimonio tra un uomo e una donna deve mantenere una posizione di preminenza".

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@wasabi: quand'anche prendessi una società in cui essere omosessuali ed essere eterosessuali fosse assolutamente la stessa cosa, e tutti i gay si accettassero allo stesso modo degli etero (come se, peraltro, essere etero esonerasse dall'avere problemi affettivi o sessuali), io scommetterei che le relazioni stabili tra gay sarebbero sempre minori di quelle tra etero. Ovviamente, una controprova non c'è e non ci sarà mai, a meno di attingere a studi antropologici su società in cui questo avvenga (magari ce ne sono), e che possono sempre smentirmi. Ma la mia personale convinzione è questa.

 

Mi sapresti anche spiegare perchè, secondo te?

 


Mi sembra ingenuo non tenere conto che l'accettazione di sé e della coppia siano grossi vantaggi per far durare a lungo una relazione (e viverla serenamente).
Quando la relazione è vissuta di nascosto non può essere minimamente paragonata ad una relazione vissuta alla luce del sole.

 

Assolutamente d'accordo.

Mi sembra anche palese ...

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Si come se NY fosse un posto meraviglioso e pieno di coppie gay stabili. Trovo che in molte capitali europee non ci sia storia e che NY sia messa peggio di quello che si crede. Poi sta storia che l'utente dovesse essere dell'italia del Sud...come se solo li potessero succedere certe cose, che squallore davvero!

 

E comunque in Spagna mai sentito di etero che si vantino di tradimenti. Anzi riformulo il concetto, mai sentito per ora di nessuna coppia etero cornificata e la gente qui ti posso garantire che non ha segreti e ama parlarti di tutto (gli spagnoli sono animali sociali!). So di gente e persino vecchietti che raccontano le loro avventure nei puti (sex clubs), ma è gente single. I puti da quello che dicono sono frequentati da "puttanieri", ricchi annoiati, sfigati e da chi ha ormai il "vizio", ma la gente comune non va nei puti. Così come nessun gay comune ha bisogno di usufruire di un escort o di show gay.

 

Per me l'importante è non ignorare il fenomeno, ma avere quanto meno la capacità intellettuale di riconoscere che i gay(non tutti) sembrano tradire più degli etero. Mi sembra che alla fine quasi tutti ci troviamo d'accordo. Poi penso che sia logico pensare che la cosa sia causata dalla società e mancanza di riferimenti ed altre cause. Sono in sostanza d'accordo con @@wasabi @@R.POST @privateuniverse, avete esposto entrambi delle teorie alquanto valide.

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privateuniverse
Secondo me non è tanto il fatto di esser gay, ma il fatto di esser maschi (non mi linciate) che hanno a che fare con altri maschi (e che non hanno quindi la donna che cerca la stabilità e in qualche modo la impone all'uomo).

Penso sia dovuto a condizionamenti culturali: il maschio che fa sesso con molte persone è un figo. La donna che fa lo stesso è una troia.

 

Mi pare, @Madoka, che tu ti sia risposta da sola.

 

Si come se NY fosse un posto meraviglioso e pieno di coppie gay stabili.
 

Si vede che @ crede che, siccome lui sta a New York e gli altri no, i suoi interlocutori abbiano un'esperienza limitata del mondo.

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Sarebbe interessante chiedersi perchè tra le lesbiche non si osserva questo fenomeno dei tradimenti ... (anzi, pare siano la categoria che in assoluto tradisce meno).

 

Beh, le donne, fisiologicamente parlando, sono meno "interessate" al sesso.

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Inviato Oggi, 21:55
wasabi, on 23 Feb 2013 - 18:54, said:
Sarebbe interessante chiedersi perchè tra le lesbiche non si osserva questo fenomeno dei tradimenti ... (anzi, pare siano la categoria che in assoluto tradisce meno).
 
Beh, le donne, fisiologicamente parlando, sono meno "interessate" al sesso.

Non è vero! :D Un sessismo vero e puro;  quando vado a ballare con la mia cugina in un club moscovita per sole donne del quale lei è habitué si scopre che tutti conoscono tutti e che con la maggior parte dei presenti prima o dopo lei ha avuto qualche tresca; attenzione però, come minimo la metà dei presenti incluso mia cugina sono coinvolti nelle reazioni stabili da anni! :D

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Può darsi che sia anche un po' la cultura delle donne (e degli uomini) italiane

Comunque, che le lesbiche abbiano il più basso tasso di tradimenti lo dicono le statistiche, non io ...

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Se anche esistesse una pressione culturale diseguale su maschi e femmine

perchè un maschio etero che ha avuto 20 donne è un "ganzo" ed una donna

che ha avuto 20 uomini è una "puttana", sarebbe un mero dato culturale.

 

Certamente sarebbe qualcosa che insiste sul genere sessuale e non sull'orientamento

e la nostra identità sessuale è composta sia di genere, sia di orientamento...tuttavia non

sarebbe qualcosa di dato ed immodificabile. Tanto è vero che oggi le donne son più sveglie

di ieri etc. ...

 

Dopodiché bisogna essere onesti intellettualmente: i maschi etero si sposano.

La costruzione culturale dell'amore romantico e del matrimonio d'amore, non è

un dato "naturale" ma un prodotto culturale storico ( per secoli il matrimonio è

stato un matrimonio economico...un sacramento che però era più contrattuale

del contratto civile che poi ne è scaturito nel '700 )

 

E questo prodotto culturale "amore romantico matrimoniale eterosessuale"

insiste anche sul maschio etero....il maschio etero che si vanta cogli amici

delle sue conquiste poi si sposa anche se dice di essere stato "incastrato"

come se il matrimonio fosse una sconfitta del proprio istinto maschile, mente.

 

Mente perchè in realtà finisce per aderire a quello schema e mente perchè

dà la colpa alla donna, secondo il tipico discorso di genere cameratesco

avversativo, sorvolando sul fatto che sapeva fin dall'inizio di dover "mettere

la testa a posto" lui per primo e di aver scelto anche lui un certo tipo di donna

che corrispondeva ad un certo tipo di amore e ad una certa istituzione.

 

Nel "mettere la testa a posto" rientra pure la sanzione sociale del tradimento

che è intrinsecamente collegato all'istituto matrimonio

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Si, ma non fossilizziamoci col discorso del "matrimonio=costrizione sociale=gabbia="Santo cielo, mi hanno incastrato"". Nemmeno i nonni farebbero discorsi del genere, dai! Ovviamente nel 2013 continua ad esserci svariata gente che si sposa per tutto tranne che per amore puro, ma a differenza di 60 anni fa la percentuale di quelli che si sposano per puro amore (o almeno con quelle intenzioni) è notevolmente aumentata.

 

Livello inconscio, detto bene, ma mi dissocio dal termine "pressione". Parlerei di rafforzi positivi.

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Non intendevo certo dire che ci si sposa solo per effetto di pressioni sociali, ci mancherebbe ... Però queste pressioni spesso ci sono e sono esercitate (sugli etero) a partire dalle famiglie d'origine. L'amore puro muove noi come gli etero, questo mi sembra che sia proprio un punto che accomuna gli esseri umani in genere, a prescindere dal sesso, dall'orientamento, dalla cultura etc... Se dobbiamo trovare un punto di incontro, mi sembra proprio che questo sia nel tipo di sentimenti e di desideri profondi che proviamo.

Edited by wasabi
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Ma no. Molti maschi oggi al matrimonio romantico

finiscono per crederci veramente...salvo il fatto che

poi questa disarticolazione e scomposizione dei ruoli

di genere, produce un più alto tasso di fallimento matrimoniale.

 

Questo è un dato veramente statistico oggettivo.

 

Il punto è che tanto più il matrimonio diventa non necessario, non

economico, non sacrale...tanto più per reazione la società secolarizzata

produce motivazioni romantiche al matrimonio che poi però crollano di fronte

alla realtà. E questo fenomeno oramai investe anche il maschio etero.

 

Le motivazioni intime, vere...le conoscono in realtà più quei gay che ne 

sono esclusi, rispetto alla maggioranza degli etero che tendono a conformarsi

ad un modello che è apertamente conflittuale con mille altri input sociali.

 

Certamente la crisi del matrimonio non è un problema nostro, perchè per noi

che ne siamo esclusi il romanticismo è svincolato dalla stabilità di una relazione.

Noi sappiamo benissimo che il romanticismo produce instabilità, separazioni etc.

e non stabilità, serietà, durata.

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Ragazzi ce un dubbio che mi assilla da troppo tempo.

Ogni volta che conosco un ragazzo lui ha solo voglia di scopare e diventare trombamici..un sacco di volte e successo cosi, ma adesso avrei voglia di condividere qualcosa con qualcuno,di poterlo abbracciare quando mi va e condividere bei momenti con lui..qualcuno che mi capisse e si lasciasse capire insomma. Ogni volta che incontro qualcuno di serio non e mai il mio tipo(troppo gay,troppo questo,troppo quello..)

Ma esistono gay che non hanno solo voglia di scopare? sono veramente depresso :|

 

Thanks to everyone mates!

il mio sogno è una relazione seria... e non ho solo voglia di scopare. Come ti hanno già risposto  dipende dove cerchi.

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privateuniverse
Può darsi che sia anche un po' la cultura delle donne (e degli uomini) italiane
 

Oppure è la cultura delle donne (e degli uomini) in Russia. ;)

 

Se anche esistesse una pressione culturale diseguale su maschi e femmine

perchè un maschio etero che ha avuto 20 donne è un "ganzo" ed una donna

che ha avuto 20 uomini è una "puttana", sarebbe un mero dato culturale.

 

Forse non frequenti più maschi etero da quando loro avevano vent'anni.

 

Ma no. Molti maschi oggi al matrimonio romantico

finiscono per crederci veramente...salvo il fatto che

poi questa disarticolazione e scomposizione dei ruoli

di genere, produce un più alto tasso di fallimento matrimoniale.

 

Questo è un dato veramente statistico oggettivo.

 

Il punto è che tanto più il matrimonio diventa non necessario, non

economico, non sacrale...tanto più per reazione la società secolarizzata

produce motivazioni romantiche al matrimonio che poi però crollano di fronte

alla realtà. E questo fenomeno oramai investe anche il maschio etero.

 

Le motivazioni intime, vere...le conoscono in realtà più quei gay che ne 

sono esclusi, rispetto alla maggioranza degli etero che tendono a conformarsi

ad un modello che è apertamente conflittuale con mille altri input sociali.

 

Certamente la crisi del matrimonio non è un problema nostro, perchè per noi

che ne siamo esclusi il romanticismo è svincolato dalla stabilità di una relazione.

Noi sappiamo benissimo che il romanticismo produce instabilità, separazioni etc.

e non stabilità, serietà, durata.

 

Chiedo scusa se devo rispondere due volte consecutivamente, ma non avevo letto quest'intervento prima di scrivere il messaggio precedente.

 

Dissento completamente.

 

L'aumento dei divorzi e il calo dei matrimoni non sono causati dal "romanticismo dei maschi etero", quanto dalla liberazione sessuale e dalla maggiore autonomia economica delle donne, che consente loro di rompere un matrimonio insoddisfacente quando, in passato, sarebbero state costrette a subirne la continuazione.

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La liberazione delle donne nella maggior parte dei paesi

avanzati è - questa sì - una roba vecchia di 40 anni fa.

 

Eppure il tasso di fallimento matrimoniale non si stabilizza,

aumenta ovunque

 

Quindi non può essere sempre e solo - ancora una volta - una

responsabilità solo femminile o un sintomo di una liberazione già

ampiamente data per acquisita e a cui dovrebbe corrispondere oramai

un dato stabilizzato. 

 

E' che la non necessità  del matrimonio ha prodotto motivazioni

al matrimonio di tipo culturale, che evidentemente non reggono alla

prova dei fatti della convivenza e della vita sociale, il chè dovrebbe

farci presumere che le motivazioni al matrimonio sono in larga parte

idealizzate e/o irrealistiche, rispetto a ciò che oggi la vita richiede in

termini di scelte individuali, di dinamismo e puntualizzazione delle

scelte di vita ( una accelerazione di vita che continua incessante

questa sì, senza stabilizzarsi...mutando i contorni ed il contenuto

di questa libertà )

 

L'immaginario dell'amore romantico non cambia, rimane quello codificato

nel 1700-1800 con la secolarizzazione della vita familiare, per certi versi

anzi si estende ai maschi con la scomposizione dei ruoli di genere, che delegava

alla sola donna la parte romantica. Al contempo però rispetto alla realtà della vita

sociale, lavorativa, familiare, alle mille nuove sollecitazioni....diventa sempre più

largamente irrealistico.

 

Il romanticismo motiva ad un matrimonio che non riesce, non può durare

in quanto sorretto dallo stesso romanticismo che lo determina. Bisognerebbe

quindi ripensare o al matrimonio, o alle motivazioni del matrimonio.

 

O si rinuncia all'idea dell'amore romantico in quanto incompatibile con la

libertà e si abroga il matrimonio come istituzione, oppure quantomeno bisogna

rivedere le attese, i desideri, le motivazioni che conducono i giovani etero a

sposarsi e su quella istituzione si proiettano.

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Avevamo già visto che il tasso dei divorzi

aumenta non solo per l'emancipazione femminile dal lavoro del marito,

ma anche dall'emancipazione femminile dall'assistenza della moglie.

Infatti in Norvegia i maschi che aiutano nelle faccende domestiche

hanno un tasso di divorzi del 50% superiore

e nel Meridione d'Italia alla minore occupazione femminile

corrisponde un minor numero di divorzi.

 

La verità mi pare ovvia: quando l'amore finisce

se l'uno o l'altro non dipendono reciprocamente

allora finisce anche il matrimonio.

 

E' chiaro che una consapevolezza simile

rende molto romantica l'idea del matrimonio

e lo configura essenzialmente come un'unione amorosa.

 

Evidentemente però resiste ancora l'idea

che chi non ha o non voglia relazioni non sia "serio"

che è in contraddizione con l'idea di una relazione di solo amore.

 

Il paradosso diventa quindi che viene colpevolizzato chi non si innamora.

Se il matrimonio non è più "mettere la testa e posto e farsi una famiglia",

- bensì l'ufficializzazione di una sincera relazione amorosa -

insistere sulla mancanza di serietà è senza senso.

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Comunque la storia che una donna sia considerata "puttana" se va a letto con svariati uomini è roba antica. Molte mie amiche hanno una vita sessuale variegata e nessuno le ha mai dato della puttana. Sembrerebbe alquanto antico e ridicolo ;). Anche coi maschi il trend è cambiato, ormai un maschio che va con molte donne non impressiona più e gli unici che lo trovano "ganzo" sono gli sfigati o chi non riesce a rimediarsi una donna. Oserei pure che i donnaioli non suscitano interesse in donne con sale in zucca e risultano un po' patetici ad alcuni maschi. È sintomo dei tempi che cambiano e dei gusti più evoluti della gente in cui essere bello, affascinante e saperci fare non basta più per impressionare o suscitare invidia.

 

Sul i matrimoni e il romanticismo io penso che si stia facendo un errore di fondo nel vedere la questione. Prima i matrimoni duravano di più, ma a che costo? Quello in molti casi di fingere che fosse un matrimonio felice e di essere socialmente obbligati a farlo durare. Oggigiorno nessuno con con un po' di sale in zucca farebbe durare un matrimonio infelice ed è così che quelli che durano lo fanno perché ci si ama davvero e c'é intelligenza emotiva per far funzionare la coppia. Il romanticismo quindi non è un ostacolo, ma il motore di tutto, elemento essenziale di una coppia e non penso c'entrino molto i secoli passati, ma sia una cosa instintiva.

 

Io dunque non sono della teoria che l'idea di matrimonio sia in fallimento o in crisi, quanto che in realtà sia venuto a galla che molte coppie non sono adatte al matrimonio e che prendersi un impegno e tanta volontà non basta per assicurarsi la durata in matrimonio. Per me la crisi dei matrimoni non è un dato negativo, ma positivo in quanto ora durano i matrimoni veramente meritevoli e quelli forzati e sceneggiati vengono subito smascherati.

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La serietà ha poco a che vedere con l'amore e ancora

meno a che vedere con il romanticismo.

 

Questo un gay in realtà lo dovrebbe sapere perchè se

ha avuto una storia d'amore nella sua vita ed ha provato

sulla sua pelle cosa significa, sa che non c'è bisogno di

matrimonio per vivere un amore romantico, anzi l'amore

gay contra omnia è il più romantico degli amori possibili,

se vissuto in termini "eroici" ( in senso lato...beninteso :

vedersi di nascosto poi fare CO, sperimentare il sesso,

andare in posti "proibiti" etc.)

 

Esperienza che per me si situa fra i 17 ed i 18 anni

ed è stata archiviata nel novero delle esperienze della

adolescenza. Fatto gli è che l'assenza del matrimonio non

ha mai impedito ai gay di vivere amori romantici e chi non

ha vissuto amori romantici, non è che non li abbia vissuti

perchè non c'era il matrimonio...non li ha vissuti perchè forse

non ha avuto il coraggio di andare contro l'omofobia sociale.

 

Non che io ritenga molto sensato colpevolizzarsi per una

mancanza di coraggio...fondamentalmente la colpa è della

società. Ma chi ha vissuto veramente questo romanticismo

come può poi desiderare quello di maniera?

 

Un'avventura romantica vale mille favole romantiche non

vissute veramente.

 

Per un gay essere romantico significa andare contro le

convenzioni sociali che impongono di essere eterosessuali,

allo stesso modo in cui l'eroina di Jane Austen andava contro

la convenzione sociale che le imponeva il matrimonio di interesse

( è il sentimento che vince la ragione...) per pretendere quello d'amore.

 

Superata questa fase un gay desidera anche una inclusione

nelle regole sociali e su questo siamo tutti d'accordo, per non

dover essere sempre e solo romantici.

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La verità mi pare ovvia: quando l'amore finisce

se l'uno o l'altro non dipendono reciprocamente

allora finisce anche il matrimonio.

 

E' chiaro che una consapevolezza simile

rende molto romantica l'idea del matrimonio

e lo configura essenzialmente come un'unione amorosa.

 

 

 

Sul i matrimoni e il romanticismo io penso che si stia facendo un errore di fondo nel vedere la questione. Prima i matrimoni duravano di più, ma a che costo? Quello in molti casi di fingere che fosse un matrimonio felice e di essere socialmente obbligati a farlo durare. Oggigiorno nessuno con con un po' di sale in zucca farebbe durare un matrimonio infelice ed è così che quelli che durano lo fanno perché ci si ama davvero e c'é intelligenza emotiva per far funzionare la coppia. Il romanticismo quindi non è un ostacolo, ma il motore di tutto, elemento essenziale di una coppia e non penso c'entrino molto i secoli passati, ma sia una cosa instintiva.

 

 

 

Concordo pienamente con questi due commenti ... (sembra quasi incredibile che Almadel e Ilromantico abbiano detto sostanzialmente la stessa cosa ;-) )

Meno il matrimonio diventa "necessario", più assumono significato le motivazioni "romantiche" e legate ai sentimenti autentici.

 

sa che non c'è bisogno di

matrimonio per vivere un amore romantico,

 

 

Questo è ovvio, ma non significa affatto che alla base del matrimonio non ci possa essere un ideale romantico.

L'assenza del matrimonio non ha mai impedito ai gay di vivere storie d'amore intense e di provare sentimenti profondissimi, ma ciò non vuol dire che non si possa vedere nel matrimonio un "compimento" e un "coronamento" delle proprie prospettive di vita insieme, riconosciute e normate dal diritto, ma basate sull'unione amorosa.

Edited by wasabi
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Cer

L'assenza del matrimonio non ha mai impedito ai gay di vivere storie d'amore intense e di provare sentimenti profondissimi, ma ciò non vuol dire che non si possa vedere nel matrimonio un "compimento" e un "coronamento" delle proprie prospettive di vita insieme, riconosciute e normate dal diritto, ma basate sull'unione amorosa.

 

Certo che lo si può, ma ovviamente non avrà lo stesso significato che ha per chi,

essendo etero, proietta sul matrimonio un romanticismo "non vissuto", ideologico

o retorico.

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Certo che lo si può, ma ovviamente non avrà lo stesso significato che ha per chi,

essendo etero, proietta sul matrimonio un romanticismo "non vissuto", ideologico

o retorico.

 

 

Ah, ok, tu ti riferisci ai casi in cui si abbia in mente un modello di vita, una prospettiva ideale basata sul matrimonio (e i figli, di solito), ma non sul rapporto vero con quella particolare persona che si decide di sposare. In questi casi si fa prevalere il proprio progetto di vita "astratto" sui sentimenti reali verso un'altra, specifica, persona.

Hai ragione, conosco matrimoni basati su questo  ...e, di solito, sono forieri di disastri ...

Edited by wasabi
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QUEI matrimoni sì che sono una tristezza infinita! Siamo ben d'accordo su quello! L'altro giorno davano in TV un documentario sui corteggiamenti e i matrimoni dei gitani e per poco non mi sentivo male. Con appena uno sguardo e/o un bacio devono sposarsi con il primo fidanzatino che incontrano e generalmente ciò avviene tra i 14 e i 16 anni (Brividi!).

 


Concordo pienamente con questi due commenti ... (sembra quasi incredibile che Almadel e Ilromantico abbiano detto sostanzialmente la stessa cosa ;-) )

 

LOL, chi l'avrebbe mai detto! Questo vuol dire che anche Almadel è un romanticone in fondo!;)

 

 

 


anzi l'amore
gay contra omnia è il più romantico degli amori possibili,
se vissuto in termini "eroici" ( in senso lato...beninteso :
vedersi di nascosto poi fare CO, sperimentare il sesso,
andare in posti "proibiti" etc.)

 

 


Per un gay essere romantico significa andare contro le
convenzioni sociali che impongono di essere eterosessuali,
allo stesso modo in cui l'eroina di Jane Austen andava contro
la convenzione sociale che le imponeva il matrimonio di interesse
( è il sentimento che vince la ragione...) per pretendere quello d'amore.

 

 

Hmmm capisco che vuoi dire e mi trovi in parte d'accordo, ma forse il romanticismo eroico è iper-romantico solo come ideale perché poi nella realtà alla lunga può costituire un freno e una seccatura al romanticismo. Il dover essere eroico a volte per andare contro le convenzioni sociali e alla lunga può anche limitare e stancare. Perché a volte si arriva stanchi dal lavoro e si ci vuole solo rilassare e passeggiare romanticamente col marito senza aver voglia di sprecare energie per fare il rivendicatore sociale. E così si va in zone o posti dove al 99% non sei costretto a fare il rivendicatore sociale indiretto e puoi spensieratamente passeggiare col marito. Perché l'amore ha anche bisogno di essere spensierato e semplice dopotutto.

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Marshall86_86

La mia modestissima opinione e' che si confonda spesso l'essere omosessuale piu' con una pratica sessuale (intimita' con gente dello stesso sesso), piu' che una pratica di un relazionarsi a livello piu' emotivo (incontro e confronto con un uomo simile a me).

Solo un parere :)

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@Marshall, non credo che si tratti di una confusione: essere omosessuali oggi è più che mai (molto spesso) una mera pratica sessuale, proprio perché essendo stata sdoganata l'omosessualità, e quindi essendo stato distrutto quel background antisociale e antiborghese che ne faceva il suo romanticismo, ma anche la sua differenza,la si è ridotta ad una banale, volgare, ripetitiva, spesso coatta "insertività" in cui il ruolo (attivo/passivo) è diventato il significante fondamentale. Sul piano simbolico, dunque, l'omosessualità è oggi spesso un dare/avere che non si differenzia molto dal commercio meretriciale, ovvero dalla prostituzione tout court, così com' è vero che nella prostituzione omosessuale tout court il significante fondamentale non è il denaro, ma è questo dare avere, ed il denaro è solo il nome negato al flusso di sperma scambiato in controvalore del denaro dalla marchetta che la repressione non può "gratuizzare"; e quindi lo trasforma in necessità con un gioco semantico, su cui è facile, per i professionisti del pensiero gay unico, sbrodolare moralismi. La marchetta si vende, il gay emancipato lo fa gratis. Ma a parte che la marchetta non si vende, bensì offre solo un servizio, il flusso di sperma che monetarizza è solo un escamotage per fuggire dalla repressione. "In realtà", pensa la marchetta, "io non sono gay. lo faccio solo per i soldi". In realtà i soldi sono il nome che nega al suo desiderio omosessuale. Autentico più che mai! Io penso sddirittura che nel rapporto specifico fra marchetta e cliente, in ambito omosessuale, si possano riscontrare forme di omoaffettività deviate, ma più autentiche, di quelle ipocrite che certe "coppie aperte" (omosessuali) vorrebbero sbattere in faccia agli altri, pensa un po'! Infatti le marchette omosessuali, a differenza delle prostitute, non tendono ad essere anaffettive. proprio perché non riescono, a differenza della prostituta, a trasformare le loro erezioni e le loro eiaculazioni in un mero lavoro...ma adesso sto andando OT quindi stop

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  • 3 weeks later...

Dopo aver letto i sovrastanti trattati riguardo ad un argomento così controverso, ho un po' di timore ad esprimere la mia umile opinione in merito! Mh :D

 

Dunque, per quanto sia estremamente convinto che ogni caso sia a sé stante e che non si possa generalizzare su un argomento del genere, ho avuto modo di rilevare, durante la mia (seppur breve) esperienza nel campo, che effettivamente la probabilità che un gay sia disposto ad avviare una relazione seria aumenta considerevolmente quando questi è timido, non è estremamente piacente e non è sufficientemente sciolto.

 

E' come se fosse una specie di 'scudo', dietro al quale ci si nasconde per mascherare l'infruttuoso tentativo di comportarsi da ragazzo disinibito e rimorchiatore.

Quindi mi collego a una delle prime risposte date da GhostHunter77, che quoto fermamente.

 

Più un ragazzo piace, sa di piacere e riscuote successo, meno desidera instaurare una relazione fissa e duratura, almeno in giovane età.

 

Questo è ciò che ho avuto modo di vedere io, ma son convinto che ogni caso sia relativo e meriti una singolare valutazione indipendente da ogni tipo di schema sociale.

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