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I Gay-Pride


Cosgrove

Siete mai stati a un Pride?  

141 members have voted

  1. 1. Siete mai stati a un Pride?

    • Sì, una sola volta
      35
    • Sì, diverse volte
      63
    • No, mai
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    • No, e penso che non andrò mai
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    • No, ma quest'anno andrò
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Lo so, ma è proprio la traduzione che è sbagliata e che ha dato adito a molti equivoci negli anni. Che si può fare? Ribattezzarla la giornata della "fierezza" gay? Non è molto elegante, ma è la traduzione che si avvicina di più al significato originale. Il messaggio da trasmettere dovrebbe essere "Io sono fiero di essere quello che sono". Nel senso che "io sono sicuro di me", e non che "io sono superiore a te".

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Appoggio il punto di vista di Sonnenritter e SteMi1984: l'immagine che perviene del Gay-Pride (tramite i media, che sia verità o strumentalizzazione) è quella di uno show transessuale, e questa confonde/altera il concetto di omosessualità che si crea la gente.I transessuali non sono tutti necessariamente omosessuali, e allo stesso modo vale l'inverso, ed io ad esempio non mi sento assolutamente rappresentato dall'immagine che la parata offre. Vi parteciperei come simpatizzante (in quanto non sono contrario alla manifestazione) solo se si chiamasse Trans-Pride.
:roll:forse prima di discutere di fierezza e orgogliobisognerebbe chiarire "omosessuale"....? :gh:
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E' inutile mitizzare il gay pride, come se l'alta partecipazione risolvesse tutti i problemi. L'equazione tanti manifestanti = tanti diritti mi sembra francamente poco sensata. Parigi ha più di dieci milioni di abitanti e Berlino non tanti di meno, quindi è normale che in quelle città ci siano molti più partecipanti. Condivido Almadel quando parla del gay pride come di una festa. Perché il gay pride dà proprio l'idea della festa più che della manifestazione politica. E non c'è niente di male a fare festa s'intende, ma se almeno per una volta all'anno lasciassimo da parte l'esibizionismo che contagia più o meno tutti, sarebbe una gran prova di maturità!Ma può un bruco non diventar farfalla? No che non può, ed ecco che al gay pride tanti non perdono la ghiotta occasione di esibirsi, di mettersi in mostra curando fin nei minimi dettagli il look, nella speranza, chissà, di un bel rimorchio. Questo esibizionismo infantile con la politica cosa c'entra? Se vogliamo fare una festa, cuccare e rimorchiare facciamolo pure! Con tanto di balli e carri e travestimenti. Se vogliamo manifestare per i nostri diritti, facciamolo, ma in un altro modo...chissà che a qualche famigliola eterosessuale non venga voglia di partecipare! Non dico che alle manifestazioni si debba andare con l'aria contrita o che queste debbano avere un'aria grave e tetra, ma almeno il trucco per una volta lasciamolo a casa e comportiamoci come persone adulte e non come bambini al parco giochi. Specie, ripeto, se si vuol fare una manifestazione che voglia lanciare un messaggio politico. Ma poi ripeto questo della partecipazione alle manifestazioni è un falso problema. Se in Italia ci fosse una maggioranza schiacciante di sinistra non ci sarebbe nemmeno bisogno di manifestare! In tutta Europa è la sinistra ad avere introdotto le legislazioni più avanzate a favore dei gay, non le destre intolleranti e religiose. Zapatero governa senza bisogno di partiti cattolici e può fare la politica che vuole senza mediazioni. Tutto l'opposto di quel che accade in Italia dove la sinistra è costretta a mediare con la parte politica più retriva e retrograda. Fino a quando la sinistra non sarà maggioritaria in questo paese non cambierà sostanzialmente nulla perché l'immobilismo politico che caratterizza una parte consistente dei cattolici è una palude dalla quale non se ne esce con le semplici manifestazioni.Il voto è l'unico vero strumento che abbiamo per cambiare i rapporti di forza nel paese. Usiamolo con intelligenza! E mi rivolgo in particolare a quei gay che pensano ai propri diritti e poi o non votano o danno il voto a chi glieli nega. Svegliatevi ragazzi! :gh:

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bisognerebbe chiarire "omosessuale"....? :(
Nel tuo intervento delle 12:29:21, hai grassettato "orgoglio", ed è quello che ho voluto chiarire, dal momento che ho sempre ritenuto poco corretta la traduzione italiana di "pride" nel contesto in cui si inserisce. Se vogliamo fare anche l'etimologia del termine "omosessuale", non ci sono problemi, ma credo che andremmo molto off-topic. :gh:
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Concordo con quanto dice THX. PianoForte, per spiegarmi meglio, quando dico che e' chiaro anche dalle vostre obiezioni perche' in italia ci siano cosi' pochi partecipanti al Pride, mi riferisco proprio a tutti i problemi che sollevate, problemi che all'estero sono meno percepiti.Ad esempio, per la parola Pride, tradotta in italiano con orgoglio.  Da un omosessuale mi aspetto che sappia gia' cosa s'intende con questa traduzione, e invece siamo qui a disquisirne proprio con voi, e con le stesse argomentazioni che avremmo con chi e' completamente estraneo alla problematica gay. Capisco pure che molti giovani gay non conoscano alcuni fatti, proprio perche' non c'e' in generale nessuna informazione, ma ad un certo punto e' importante documentarsi. E molti gay, non parlo di voi, non lo fanno.Ad esempio, gli spagnoli avrebbero lo stesso problema di traduzione, Orgullo Gay cosi' come i francesi (http://www.gaypride.fr), eppure dalle loro parti, visto i numeri di parteicipazione ai pride, non si fanno cosi' tanti problemi.E sono convinto che molti gay italiani magari disertano i pride in italia (per paura di farsi vedere da mamma e papa' in televisione, come se ci fosse davvero il rischio che accada) e magari si fanno la vacanzina a Madrid o a Parigi, dove non li conosce nessuno, e dove sfileranno, orgoglisissimi di esserci... Noi italiani, in quanto a ipocrisia, siamo davvero imbattibili delle volte!Qui a mio parere continuate ostinatamente a cavillare su dei NON problemi.

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caro THX,la mia era una risposta a pianoforte, mi pareche vi siano altre urgenze (per i più ) e tutt'altro cheterminologiche :sisi:a meno di non archiviare la pratica fino alle elezioniprossime come consigliano altri, nell'attesa messianicache la sinistra ci risolvi i problemi...mi vedo già con lamatita in mano:sarà una gioia poter dare il mio voto,visti i precedenti

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caro THX,la mia era una risposta a pianoforte, mi pareche vi siano altre urgenze (per i più ) e tutt'altro cheterminologiche :gh:
Chiedo venia, non tedierò più nessuno con questioni terminologiche. :( Ma varrebbe la pena discuterne visto che, come fa ben notare Dago, sembra siano poco chiare persino alla maggioranza dei gay. E se non ci si intende sui termini, ogni discussione risulta inutile, per nobile che sia.
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Certo che c'è da confidare nella sinistra perché è l'unica che non discrimina politicamente i gay. Chi ha introdotto i Pacs in francia? Chirac? No, è stato il partito socialista. E in spagna? Zapatero Partito socialista spagnolo. E in Olanda? I socialdemocratici! E in Canada? Guarda un po' ancora la sinistra! Ma che coincidenze!Oggi per tua informazione (se ti è sfuggita) la sinistra non è MAGGIORANZA nel paese. I numeri sono forse una opinione? La sinistra non può governare da sola, perché non arriva nemmeno al 30%! Allora non andate a votare e passate la vita a sventolare bandiere sotto il vaticano, sai quante risate che si farà il papa?

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Ci vuole un certo coraggio a chiamarla sinistra la nostra! Comunque ho sempre votato, forse una volta non ci sono andato, nel lontano 1994, ma vivevo all'estero.

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anche io ho sempre votato...(ovviamente) non parlavo tanto del voto,quanto di chi, fra un voto e l'altro, vive nell'attesamessianica del voto e....aspetta :roll:In effetti anche a favore..di Chiracche per merito esclusivo delle dimensioni di Parigie delle manifestazioni che la sua capienza demografica inducesui PACS cambiò idea... :gh:

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Ecco, un'altra cosa. Non mi è mai piaciuto l'orgoglio [...] ritengo sia un sentimento implicante una dose non indifferente di disagio.
In effetti gli omosessuali provano disagio, come minimo, ad essere discriminati; a non godere di diritti civili eguali a quelli degli eterosessuali di fronte alla potestà di unirsi in matrimonio; a essere esclusi dalla leva militare; a essere oggetto di una categoria specifica di omicidio, gli omocidi; ad essere sbeffeggiati o anche picchiati se in coppia si abbracciano o baciano in pubblico; ad essere continuamente additati dalle religioni e dai loro portavoci, in modo vario, ma sempre eguale, come contro natura, e ovviamente potrei continuare.E tu, Sonnenritter, te ne vieni a dire che l'orgoglio implica un certo disagio? Ma allora è chiaro che parli di proudness senza aver mai riflettuto a che cosa essa sia e aver letto un rigo di Gay Studies. Già, in Italia non esistono, e soprattutto non sono tradotti (altro scandalo). E tu sei molto giovane, come suppongo PianoForte e Ste. Però per queste cose basterebbe forse Wikipedia.
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Guest PianoForte
forse prima di discutere di fierezza e orgogliobisognerebbe chiarire "omosessuale"....? :gh:
Perché vuoi contestare il fatto che la parola omosessuale non equivale alla parola transessuale? O a quella di travestito?Da Wikipedia: "L'omosessualità definisce l'attrazione sessuale e/o affettiva di alcuni individui verso altri del loro stesso sesso.";"Transessuale indica generalmente una persona che persistentemente sente di appartenere al sesso opposto a quello anagrafico e fisiologico.";"L'omosessualità è cosa ben diversa dalla transessualità che ha a che vedere con l'identità di genere e non con l'orientamento sessuale. "E la differenza è ancora più marcata rispetto al travestitismo.Sempre da Wikipedia: "Si parla di travestitismo quando un individuo ha l'abitudine di (o prova piacere a) indossare abiti del sesso opposto.";"Statistiche affermano che il comportamento è molto più diffuso in uomini eterosessuali, sposati o celibi."Io mi riferivo a questo. La popolazione eterosessuale in particolare confonde tutti questi aspetti.
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C'è modo e modo di esprimere il disagio.Quanto al resto, perchè non ci illumini tu, Isher, anzichè sbolognarci a Wikipedia? Hai l'occasione di redimere un fascista, non tirarti indietro. :gh:

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Quanto al resto, perchè non ci illumini tu, Isher  :gh:
Come potrei pensare di illuminare un Cavaliere del Sole? Comunque ecco alcune piccole riflessioni, senza grandi pretese, ma in cui credo. Proudness è la risposta di un gay che vuole «uscire dall'armadio» a Omofobia. Finché ci sarà Omofobia ci sarà Orgoglio. Perché Orgoglio non è, ovviamente, l'orgoglio di cui si parla comunemente, anche se pure il linguaggio comune conosce espressioni come «l'orgoglio dell'oppresso, l'orgoglio della resistenza», ma un movimento della persona (che si raggiunge dopo aver faticato abbastanza, e probabilmente dopo aver sprecato un po' di anni della propria vita non accettandosi: a proposito di «disagio») che si raddrizza, si assume, rivendica il diritto ad essere quello che legittimamente è, in tutte le espressioni che ciò comporta, a cominciare dal modo in cui pensa se stesso - il che significa non pensarsi e non vedersi come oggetto dello sguardo di una società eteronormativa - e rivendica il diritto alla propria differenza. Ci battiamo contro le discriminazioni di cui siamo oggetto, pretendiamo l'eguaglianza giuridica e sociale, pretendiamo una legge contro la discriminazione per orientamento sessuale. Ma non basta. Dobbiamo batterci sia per l'indifferenza del diritto nei confronti di ciò che l'individuo è per se stesso, sia per il diritto alla differenza nei modi di vivere e di essere. Il diritto non deve fare differenze tra gli individui non perché tutti gli individui sono identici (manifesta assurdità) ma al contrario perché sono differenti e perché il diritto deve proteggere queste differenze. Il significato elementare del Gay Pride è: «noi esistiamo». E' un significato politico primario, ai quali altri possono e devono aggiungersi. Gli omosessuali non sono obbligati a dare continuamente delle giustificazioni di come sono e dell'immagine che danno (tema preferito di Pforte, Ste ma anche Sonnen). C'è qualcuno che direbbe che il Carnevale di Rio o gli spettacoli del Lido di Parigi danno una cattiva immagine degli eterosessuali e dell'eterosessualità? No di certo: voi vedete qui il primo elemento di malafede di quegli etero che parlano così, e che hanno molto condizionato il vostro giudizio. Probabilmente voi ventenni siete stati accettati a scuola e dagli amici infinitamente più di quanto lo sia stato io, ad esempio, ma vi è stato chiesto in cambio di pensare: «ma certo che ti accetto: siamo tutti uguali». Eh no, non lo siamo, per mille prove che si potrebbero dare. Guardate anche il modo in cui l'omosessuale è stato rappresentato per decenni nel cinema, nelle caricature pubblicate nei giornali, alla televisione:  immagini di personaggi ridicoli, patetici, sofferenti, e visto che il tema tanto vi interessa, effeminati. Ma nessun eterosessuale se ne è mai indignato! né se ne meraviglia! Quando invece gay e lesbiche vanno per strada a sfilare si rimprovera loro di dare una cattiva immagine di sé, compresa quella «cattiva» immagine che per decenni è stata data di loro nel cinema o alla televisione! In realtà, la sola buona immagine che la società accetta di un gay e di una lesbica è quella dell'omosessuale che si nasconde oppure quella dell'omosessuale «discreto», che sa quando parlare e quando autocensurarsi. Certo le cose stanno cambiando, ma non c'è nessuno di noi, per quanto dichiarato e 'orgoglioso' sia, che, soprattutto nella vita adulta, in un certo momento della giornata, o in un certo luogo tempo occasione non si autocensuri, non sia costretto a farlo - anche solo per non apparire «eccessivo». Su questo è stato scritto molto, Sonnen, ma non posso fare il riassunto. Naturalmente non ti considero fascista. Ho usato quel termine perché la cosiddetta omosessualità distonica per me non è una categoria psicologica degna di questo nome, ma una constatazione alla quale la psicologia può forse arrestarsi (confessando con ciò di essere schiava della realtà politica e sociale), io no, e cioè l'irruzione della repressione sociale in un individuo che non ce la fa, non ce l'ha fatta, a ribellarsi, ad avere «Orgoglio», e io ho solidarietà, e tristezza, per costui.  Naturalmente io sarò lieto di abbandonare il mio Orgoglio quando non ci sarà più Omofobia. Sarebbe, tra l'altro, così infinitamente rilassante. Ma finché c'è l'una, è necessario ci sia l'altro.
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  • 1 month later...

Apro questo post per riflettere sulla manifestazione e sapere cosa ne pensate. Molti miei amici la considerano una carnevalata e che si rifiutano di andare affermando che ci cono altri metodi per ottenere i diritti. Io ritengo questo discorso senza senso perchè secondo è una discriminazione tra gay e la non accettazione che l'omosessualità può essere anche questo e voi cosa ne pensate?[modbreak=yrian]Il topic esisteva già. Pertanto unisco.E poi medito se eliminare l'indice di questa sezione, dato che sembra essere lì solo per bellezza.[/modbreak]

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è una manifestazione non solo per ottenere i diritti che ci spettano ma anche un modo per stare tutti insieme e divertirsi..ora ci sono tante forse troppe persone che esagerano nel modo di comportarsi..e questo porta solo ad essere discriminati ancora di più..perchè gia siamo visti come malati,deviati ecc ecc..esagerando diventiamo anche esibizionisti..ad Amsterdam io ho fatto il gay pride ci sono state delle scene che si poteva benissimo evitare..va bene tutto io mi sono divertita ed è stato bello ma esagerare ci porta solo ad essere discriminati ancora di più..quindi spero che a Roma ci sia un pò più di contegno..ripeto..è una manifestazione per avere i diritti che ci spettano..ma è anche una festa per stare insieme e divertirsi..senza esagerare..

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Purtroppo non ho mai partecipato ad un gay pride, e purtroppo di nuovo mi sa che salterà anche per quest'anno visto che di qui a un paio di settimane non credo di riuscire a conoscere anche UNA sola persona interessata a partecipare (e l'idea di andare così da solo non mi attira per nulla).Comunque ho letto plurime discussioni e pareri a riguardo e l'idea che mi sono fatto è all'incirca ciò che ha scritto Anne sopra. Che è sì una manifestazione per chiedere diritti ma soprattutto un momento di festa per stare tutti insieme. A ciò abbiamo qua e là in parallelo i vari eccessi e baracconate che poi sono purtroppo gli unici -o quasi- aspetti riportati dai mass-media.Già ci sarebbe da pensare "e se rimuovessimo in tronco gli eccessi e le carnevalate, cosa sarebbero costretti a mostrare i giornali e le TV?". Magari non cambierebbe nulla o sarebbe peggio, ma chissà...Comunque ecco un'altra riflessione: qualche mese fa ho sentito una frase sulla quale sto ancora riflettendo. La frase in questione è: "L'orgoglio non è l'opposto della vergogna, ne è invece la causa. L'opposto della vergogna è l'umiltà".Ora, non propongo certo di convertire il Gay Pride nel Gay Humility, penso che l'epitaffio vada interpretato come "finchè c'è qualcuno orgoglioso di qualcosa ci sarà sempre qualcuno che si vergogna di qualcos'altro" oppure anche più grettamente che "la facciata dell'orgoglio alimenta direttamente il nucleo della vergogna". Ad ogni modo l'unica via d'uscita suggerita è "che tutti si mostrino ugualmente umili nei confronti del prossimo".Vabbè, per concludere volevo solo dire che tutto questo mi conduce a riflettere sui sentimenti che dovrebbero animare i manifestanti: umiltà non vuol dire sottomissione ma credo che ci possa (e ci debba) essere umiltà anche nell'affermare le proprie idee e nel lottare per esse.

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DaveKawena82

Anche io la considero come occasione per divertirsi, conoscersi e stare insieme. Non la prendo troppo seriamente, perchè non la considero una cosa seria: in fatto di diritti credo ci siano molti luoghi per far sentire la propria voce. In fin dei conti è una festa, perchè non trovo ci sia niente di male in una carnevalata (se non intesa in senso denigratorio). L'unica cosa significativa di un gaypride è manifestare la propria presenza e l'esistenza di una realtà che è diversa dai canoni sociali prestabiliti. Se intesa come vetrina allora sono d'accordo nell'evitare gli eccessi, che farebbero mancabilmente ricadere negli stereotipi e nei recinti. Una via di mezzo credo sia la cosa più intelligente e più profiqua...

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Nino Quincampoix

Fondamentalmente, credo sia una baracconata, che io però intendo sia come una gran caciara piena di divertimento e allegria, dove ci si gode un grande momento di aggregazione, sia come un ricettacolo di personaggi improbabili che si lasciano andare un po' troppo! Quando un mesetto fa a "Anno zero" di Santoro ho visto immagini di qualche anno fa, in cui un tizio in perizoma si lasciava toccare il pacco come un santo in processione...beh, lì mi sono detto "se così alcuni intendono far valere i propri diritti, annamo bene!" fortuna che ci sono il Circolo Mieli (e grandi lavoratori come REI) che ricordano l'importanza della prevenzione :gha:

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in fatto di diritti credo ci siano molti luoghi per far sentire la propria voce.
Bene, allora adesso:1. fai un elenco di questi molti luoghi dove si può manifestare o esprimersi per i propri diritti2. spiega perché il Gay Pride non può essere (come lo è in tutte le parti del mondo) un luogo dove far sentire la propria voce.
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Hinzelmann

Provate/proviamo ad arrovesciare il discorso:--sono troppo colorati--si muovono in modo ambiguo--uno indossa una borsetta Queste le tre accuse circostanziate che, secondo Ewa Sowinskabastano a far ritenere, non il gay pride, bensì i teletubbies unospettacolo indecente di propaganda omosessuale. La Sowinskasottoporrà quindi il noto cartoon all'esame di una equipe di psicologi infantili, al fine di determinarne la pericolosità sociale per i bambini.Sotto sorveglianza speciale Tinky Winky, che ha l'aggravante di essereaddirittura viola.... Son cose che capitano in Polonia... :eek:Evidentemente per la Sowinska non c'è nulla, ma proprio nulladi divertente nelle baracconate, anzi ogni cosa colorata puòcontenere un messaggio propagandistico gay nascosto.Semmai la Sowinska avrebbe il difetto di prendere talmente sulserio la cosa da sfociare nella psicosi e/o nel ridicolo. http://www.reuters.com/article/entertainmentNews/idUSL2832037420070528PS ovviamente questo in aggiunta a quanto già detto da Sugar e Isher[modbreak=yrian]Per chi volesse approfondire il discorso sull'ambiguità sessuale dei Teletubbies:http://www.gay-forum.it/forum/index.php?topic=2643.0;)[/modbreak]

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  • 2 weeks later...

Io non sono mai stato a un Gay Pride, ma non perché non li approvo, solo perchè non ne ho avuto l'occasione.Io inoltre approvo tutti gli "eccessi" che altri gli rimproverano, e non me ne frega niente se vengono giudicati delle "pagliacciate", perchè mi sembra un discorso ipocrita!Voglio dire: gli etero di pagliacciate ne fanno in continuazione, loro sì, sono liberi di festeggiare il carnevale come vogliono, di fare gli scemi per la strada, in Senato, al Parlamento, nelle manifestazioni di movimenti politici come la Lega, e noi non avremmo lo stesso diritto????Uno può dire: "ma che bisogno c'è di manifestazioni come il Gay Pride? Sono davvero necessarie?" Perché: tutto il resto è necessario???? Il carnevale, il Natale, il Family Day, le processioni, le manifestazioni in costume folkloristico sono cose NECESSARIE secondo voi????No, non lo sono! Ma nessuno pensa di doverle giustificare! E sapete perché? Perchè nel mondo etero, di qualsiasi tipo. non è necessario che una cosa sia necessaria!Spiegatemi perché una persona non dovrebbe essere libera di comportarsi come vuole e di fare "la pazza" come e quando vuole? Spiegatemi perché i gay dovrebbero giustificare tutto quello che fanno! Ma siamo matte????La libertà non la si giustifica, la si esercita! E coloro che dicono che il Gay Pride non è "una cosa seria", vorrei sapere se sono tutte persone dichiarate che l'hanno detto alla famiglia, agli amici e ai colleghi! Se vogliono che la "visibilità gay" sia una cosa seria, comincino loro a rendersi visibili, dato che ritengono di essere migliori delle "pagliacce" che si scalmanano al Gay Pride. Ok????

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Questa orsa imbizzarrita è davvero in gamba! :)(ammesso che gli orsi si imbizzarriscano).Quoto assolutamente la difesa della "carnevalata" in quanto tale.Ogni nostro tentativo di giustificazione è semplicemente una velata ammissione di un nostro problema.

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Non sono d'accordo. Io non ho alcun problema ad andare ai gay pride. Anzi è probabile che vada alla manifestazione prossima che faranno a Roma. Semplicemente non amo l'esibizionismo.Si può essere gay senza essere necessariamente esibizionisti.

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Si può essere gay senza essere necessariamente esibizionisti.
Ma è anche vero che si può essere gay "visibili" senza esserlo per "esibizionismo"... giusto? :)
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DemonedellAurelio

ho votato no e non ci andrò. Lascio liberissimi di andare tutti coloro che vogliono, ma ideologicamente e personlamente sono contrario, in quanto la reputo una manifestazione inconcludente; di sicuro genera solo rumore e disgusto di molte persone.La fiducia delle persone non credo si ottenga con una manifestazione del genere.saluti :)

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ho votato no e non ci andrò. Lascio liberissimi di andare tutti coloro che vogliono,
Demone carissimo, non ti viene mai da ridere di te stesso? «Lascio liberissimi di andare tutti coloro che vogliono».... :) :D :)
ma ideologicamente e personlamente sono contrario, in quanto la reputo una manifestazione inconcludente; di sicuro genera solo rumore e disgusto di molte persone.
Personlamente hai solo paura di farti vedere con gli/le omosessuali
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