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Perché non mi conosci e in questo singolo argomento stai parlando con pregiudizio.  Non ho mai sbuffato per quanto costa il caviale, l’ostrica, il tartufo o l’aragosta, così come non ho mai pensato che si possa affittare a qualsiasi prezzo. Se ti riferisci alla frase che ho scritto qualche messaggio indietro sui costi di avere un patrimonio immobiliare non intendevo “difendere il diritto del padrone di casa  di affittare a qualsiasi prezzo”. Semplicemente credo di avere il “diritto” a non andarci in perdita. Ma lungi da me, come ho già scritto, piangere per i “poveri” proprietari di immobili. Fossi un mio affittuario o cliente  capiresti meglio cosa intendo per “etica” nel non inculare chi usufruisce di un mio servizio.  Esattamente quello che faccio io.    Poi l’identikit del milionario devo ancora capirlo (senza alcuna ironia).  

Io trovo molto più sensato chiedersi se non sia "poco etico" che tutti gli affitti in zona centrale/semicentrale di una grande città siano alla portata solo dei molto ricchi...e siamo al limite del comico quando leggo te ed altri qui che "difendono il diritto del padrone di casa di affittare a qualsiasi prezzo" ma sbuffano per quanto costa il caviale 😛 Non resta che evitare quei locali che secondo te hanno un cattivo rapporto qualità-prezzo (fingo di non leggere del razzismo tra le righe)

Si, ricordo in Piemonte andai in una saga del tartufo e in un ristorante, sapendo che venivamo da Milano, avevano predisposto un menù al tartufo da 300 euro convinto che l'avremmo preso e non avremmo optato per opzioni più umane.   Io ho capito perfettamente quello che intendi. Pure il paninaro o la pizzeria dell'egiziano in certi contesti si sentono gourmet e lo esprimono nei prezzi quasi un modo per giustificare.   Se vai nel locale alla moda ci sta, se vai nel normale ristorante di quartiere no

Non mi pare di aver fatto intendere qualcosa di differente.    Non si parlava necessariamente di locali alla moda o esclusivi come questa parte del tuo messaggio vuole far intendere.  Perché è ovvio la pensi come te. Ma questi sono casi residuali. Se la mettiamo così potrei raccontare aneddoti similari, ma sono percentualmente irrilevanti e finirei per passare come super gay borghese 🫢😂 Facevo un ragionamento basilare applicabile a qualsiasi città e/o attività che accoglie clientela. Un imprenditore rischia del proprio e ha il sacrosanto diritto di non andare in perdita e guadagnarci il più possibile.   Poi, per come sono fatto, e per come mi piacerebbe funzionassero le cose, appunto ho parlato di “etica” del non inculare i clienti. Al netto delle loro disponibilità economiche o di quanto sia più o meno importante il servizio di cui usufruisco.    Infine non mi è chiaro cosa si intenda per persona milionaria. 

NO guarda io sono supercritico sul mondo gay milanese ma è molto democratico. A Sesto il mitico One ha prezzi popolarissimi, sono andato a ballare in quasi tutte le discoteche milanesi gay e non ho mai speso più di 20 euro. Al Plastic non ci vado perchè è fighetto e ci sta. Anche li l'ambiente è vario ma la regola è decisamente democratica. Non paghi tanto al Borgo, al toilette, alla Boum, la One ecc. A porta venezia puoi trovare cocktail da 5 a 15 euro a seconda della qualità non di certo dello status modaiolo o roba varia. Diamo a Cesare quel che è di Cesare. Giusto Milano se ci devi vivere lo devi fare perchè ti piace fare certe cose. Se sei tipo casalingo da vita semplice e pochi amici va bene anche Sondrio o Cremona. Spendi meno e vivi meglio.   A Milano i ristoranti cercano di incularti portandoti porzioni micragnose per paura che poi tu possa saziarti e non prendere altro. TI inculano proponendoti bottiglie di vino a 40 euro con quel fare mellifluo da camerieri che non hanno il compito di accontentare il cliente ma di spennarlo. Non si punta mai alla fidelizzazione del cliente perchè tanto i locali durano il tempo di un contratto. Già sapendo che il prossimo aumento sarà folle, capitalizzano tutto in pochi anni, cercano di massimizzare i guadagni e poi chiudono. Sfido io ad affezionarsi ad un locale tranne quelli storici o quelli che riescono a tenere il passo ai prezzi della città (che come noto non frequento sia per portafoglio sia perchè a me della moda o del figo di tendenza non può fregarmi di meno). Ti faccio un esempio, se il conto viene 75,40 te lo arrotondano a 76. In punto, ovviamente non è i 60 centesimi, ma mentre in tutto il mondo il ristoratore magari ti offre l'amaro, ti leva due euro, ha delle accortezze per il cliente a Milano non ci sono. Non è una regola ovvio ma è un atteggiamento abbastanza diffuso. Avendo vissuto anche in altre città del Nord d'Italia posso dire che questo è un atteggiamento che ho riscontrato solo qua. In tal senso vogliono incularti, perchè se si facessero pagare tanto ed offrissero un servizio adeguato, nulla questio.

Al netto degli illeciti, credo possiamo riconoscere che il diritto ad un alloggio è un po' più basilare del diritto al pranzo in un ristorante stellato...no?(difatti per gli affitti esistono i contratti a canone concordato). Non credo invece che sia "poco etico" far pagare cifre folli ai clienti dei locali più alla moda...anche perché, ti svelo il segreto di Pulcinella, se certi locali non fossero particolarmente costosi non sarebbero affatto "esclusivi": funziona così. Possiamo dispiacerci del fatto che una persona con uno stipendio medio non possa partecipare a tutti gli eventi della settimana della moda, o che d'estate in Sardegna non si possa permettere la serata al Billionaire? Porsi la domanda fa già sorridere 🙂

Già… Tendenzialmente chi più ostenta… Ecco, questa mentalità l’ho notata molto. Anche nei “milanesi” che si spostano (intendo seconda casa qui in riviera). Premesso che sono d’accordo. Anche se mi piace pensare al fatto che dovrebbe esserci una specie di etica nel non inculare il cliente. Analogamente, ma qui si parla anche di illeciti, a non affittare appartamenti squallidi senza contratto ecc.. Chi intendiamo per milionari?