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No, non facciamo affatto bene ad usare le app di incontri se ci fanno perdere del tempo, non rimediamo incontri e ci rendono più scontenti di prima, né facciamo bene a seguire gli Instagay sui social rammaricandoci del fatto che hanno una vita sessuale o relazionale più varia della nostra...non esiste equità in queste faccende. E non ho mai pensato che qualsiasi relazione fosse sostituibile (altrimenti non avrei passato un anno e mezzo a rincorrere uno che già m'aveva lasciato)...quindi trovo abbastanza comico che tu prenda me ad esempio di "neoliberista dei sentimenti" 😂  Io mi limito a ricordare ai rancorosi che "arrabbiarsi con la società" perché vengono scartati su Grindr è una puttanata.

Per questo la evocava: armiamoci e partite! 🤤

Non penso che Mieli ci sarebbe andato, ma la versione Mieli-Marinetti mi avrebbe fatto decisamente sangue. 

La terza guerra mondiale tuttavia non è ancora scoppiata...

Nomen tene, acta sequentur...😏 (traduzione per Pugsley: tieni il nome, gli atti seguiranno). Premessa semantica: suppongo che per godere tu intenda il godimento del corpo (fisico) e per affetto il godimento dell'animo (psichico). Non necessariamente. Provo affetto per un cibo che mi fa godere nel gusto? Mi sembra difficile. Se mi sfrego il pene su un cuscino morbido, godo nel sesso, ma non posso perciò (almeno io) a provare affetto per il cuscino!  Con un prostituto non ci sono mai stato (perché non m'alletta far sesso con sconosciuti), ma dubito che potrei avere affetto per uno che uso come strumento di godimento occasionale (e questo a prescindere dalla venalità della sua offerta). Ovviamente sì.  Se no, non sarebbe affetto (vedi premessa semantica).  

Non riuscivo proprio a darmi pace, sono giorni che mi chiedo "cosa penserà Gastida di me...?" 😂 Per conoscere il nome e cognome di chi non ti risponde? Ottimo, e poi cosa cambia? 😅

Di Mieli non so quasi nulla ma la citazione postata l'avevo già letta e devo dire che, assieme ad altre, la appenderei in camera perché mi tira proprio. Solo che devo ancora capire quanto c'è quello che dite voi (sicuramente c'è) e quanto c'è invece anche una critica a una sessualità vissuta, per l'appunto, in maniera consumistica.   Questo non è vero, i gay mi dispiace dirlo ma sono molto più conformisti e anonimo degli eterosessuali. E lo sono anche quando sono appariscenti, appunto perché trovi mediamente solo tre/quattro tipi: il tipo palestrato e fisicato con jockstrap firmato, brutta copia botoxata dell'incrocio tra un camorrista e Platinette, il tipo effeminato che è scontatissimo, il tipo baffuto con orecchini a cerchio giganti, tote bag e stile finto alternativo. Ed è tutto qua almeno per maggioranza di Italia. È vero che chi ha uno stile differente dalla norma, bene o male viene notato. I miei anfibiazzi prendono molto, l'unico problema è che a me piacciono quelli tipo me, e che il ragazzo camicia e mocassini senza calzini venga colpito (e voglia essere colpito) dalla violenza dei miei stivali non me ne frega granché. Certo, a Berlino sarà essere conformisti vestirsi in leather e skin, ricordo che allo skinhead weekend rimasi onestamente un poco nauseato (anche io, cosa cazzo mi aspettavo? ) dal fatto che tutti quegli skin erano una copia dell'altro: stessi pantaloni costosissimi pre fabbricati, lacci ben stretti e puliti, piercing al naso, fred perry. E io sono stato persino commentato da un ragazzetto perché "non avevo i lacci ben stretti". Ho detto che non ero a una sfilata di moda. Almeno, la gente si pisciava addosso, almeno una cosa leggermente punk c'era.  Si può appartenere a una sottocultura o apprezzare uno stile feticisticamente senza però dover finire in precisismi e snobberie da ragazzine alla scoperta degli abiti firmati. Non ho esplorato la scena fetish italiana a parte una sera, mi è sembrata più rilassata.