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"Guarire" l'omosessualità?


JessySummy

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E l'ipotesi che la violenta omofobia della Chiesa serva in realtà a coprire la pedofilia o gli abusi sessuali commessi dal clero, diventa sempre più credibile.
Nonché per coprire l'omosessualità dilagante della Chiesa. Quelli che si accaniscono di più sono in genere quelli più sospettati di omosessualità, a partire da quel signore vestito di bianco che si affaccia tutte le domeniche alla finesta e che pure mia nonna sostiene sia frocio.
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"frocio"? :asd: Parola corretta: gay od omosessuale. Al limite finocchio ( a me fa ridere)Fra la mania per i cappellini, il modo di parlare, il caro Georg sempre appresso, la diagnosi sembra ovvia. Quell'uomo è una checca in denial.

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Parole testuali: "A me sembra frocio". A proposito dell'aitante padre "Ralph", tempo fa ho visto una foto che lo ritraeva mentre sistemava la sciarpetta bianca intorno al collo della sua dolce metà. Un "quadretto familiare" davvero tenero! :asd:

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Quell'uomo è una checca in denial.
Non per altro lo chiamiamo la "Papessa"Per quanto rigarda la povera pecorella smarrita io ho ben poco da dire, se non che si dovrebbe vergognare(nel caso sia vero) o che si dovrebbe vergognare chi si è inventato la storia!Intanto mi sono accorta che di questo articolo ne parlano anche sul sito del UAAR: http://www.uaar.it/news/2007/02/26/ero-gay-preti-hanno-guarito/#comments
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ombra della notte

io non credo che i preti possano guarire qualcuno....secondo me sono loro che dovrebbero guarire,guarire dalla pedofilia,guarire dal credere di essere migliori ecc...non si può dire che un prete che a mio parere non sa niente dell'amore e niente del sesso possa aver guarito un omosessuale dall'omosessualità...ma poi da quando l'omosessualità è una malattia da guarire?i preti sono bravi solo a reprimere l'individuo....

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Come previsto è scoppiato il caso mediatico su internet già girano molti commenti sulla notizia non mi sorprenderei se tra qualche giorno ne parlasse qualche telegiornale mettendo in difficoltà molti ragazzi magari costretti ad andare da questi pazzi dai genitori

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Come previsto è scoppiato il caso mediatico su internet
Beh, non è certo la notizia del secolo. Ogni anno, a ciclo quasi regolare, escono delle storie del genere. E dopo due o tre giorni se ne dimenticano tutti. Gli Stati Uniti sono pieni di "centri di recupero" per poveri omosessuali, per salvarli dalla "terribile" malattia che li devasta. :look: Certo, ci fa più effetto quando certe sciocchezze vengono fatte passare per vere da nostri connazionali. Ma fa tutto parte di una grande strategia di potere messa in atto dal Vaticano contro chi cerca di liberare il popolo dal giogo dell'ignoranza. Questa idea di "curare" l'omosessualità è un salto verso il medioevo che nega un secolo di studi e di ricerche scientifiche e culturali.In questo modo non si fa altro che marcare ulteriormente la contrapposizione tra Chiesa e Progresso.
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Io non credo che dei preti siano capaci di "convertire" persone dall'omo all'eterosessualità; come per tante cose, rischiano di causare paranoie e danni psicologici gravi che ovviamente si manifestano con il passare del tempo. Tuttavia, conosco una psicologa amica di famiglia (e posso garantirvi che non è assolutamente omofoba, anzi!), che dice che a suo avviso, con un adeguato supporto psicologico (e ovviamente con il pieno consenso del paziente), in persone che proprio non sono in grado di accettare e sopportare la propria condizione, cose del genere sarebbero teoricamente possibili (anche se non mi ha saputo dare informazioni più precise in quando lei si è sempre rifiutata di fare cose simili)...

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io penso che sto povero cristo dopo avergli fatto sta "cura" si è rotto pure lui e si è auto-convinto che la soluzione migliore era di tornare "normale" e per non farsi "curare" ancora vive la sua vita nascondendo la sua vera identità..

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Io non credo che dei preti siano capaci di "convertire" persone dall'omo all'eterosessualità; come per tante cose, rischiano di causare paranoie e danni psicologici gravi che ovviamente si manifestano con il passare del tempo. Tuttavia, conosco una psicologa amica di famiglia (e posso garantirvi che non è assolutamente omofoba, anzi!), che dice che a suo avviso, con un adeguato supporto psicologico (e ovviamente con il pieno consenso del paziente), in persone che proprio non sono in grado di accettare e sopportare la propria condizione, cose del genere sarebbero teoricamente possibili (anche se non mi ha saputo dare informazioni più precise in quando lei si è sempre rifiutata di fare cose simili)...
Gli psicologi sostengono questo perchè rifiutano l'idea che ci sono cose che non possono fare :look:
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Più semplicemente, è possibile condizionare una persona a livello psicologico a tal punto da farle apparentemente rimuovere l'attrazione (o creando una repulsione) per individui dello stesso sesso. Ovviamente tutto ciò interviene solo in superficie, ma sotto rimane la vera identità sessuale dell'essere umano in questione, pronta a saltar fuori (prepotentemente?) nei momenti più inaspettati. E creando, magari, gravi scompensi psicologici. Io non credo che si possa giocare con la mente umana, soprattutto quando si tentano delle forzature del corso naturale (= spontaneo) della sessualità di ognuno di noi.

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Gli psicologi (come categoria, al di là delle convinzioni personali del singolo praticante) sanno meglio di chiunque altro che la mente umana è un coacervo di pulsioni che vanno al di là del bene e del male: quando parlano di "curare l'omosessualità" si riferiscono appunto a persone che vivono molto male la loro condizione e che non possono definirsi sane non in quanto omosessuali ma in quanto "non equlibrate".Le posizioni di certi scienziati e di certi religiosi, invece, partono proprio dall'idea che l'omosessualità in sé sia male e quindi vada "guarita" comunque, anche se l'omosessuale in questione è perfettamente equilibrato e sereno (come la maggior parte di noi nel Forum).Per il resto, "curabilità" o non "curabilità": bella forza. Un lavaggio del cervello fa miracoli. Ci sono persone che modificano il proprio comportamento sessuale nell'arco della vita anche senza alcuna costrizione esterna... figuriamoci cosa succede quando ci si mette una intera task-force.Quanto all'articolo - vero o meno che sia il caso - non deve spaventare. Non solo perché non e non sarà né il primo né l'ultimo, ma perché è evidentemente propagandistico: dall'AIDS alle dark-room, non risparmia nemmeno uno dei luoghi comuni dell'omofobia. Sembra scritto da uno sceneggiatore di soap-opera.

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Per il resto, "curabilità" o non "curabilità": bella forza. Un lavaggio del cervello fa miracoli. Ci sono persone che modificano il proprio comportamento sessuale nell'arco della vita anche senza alcuna costrizione esterna... figuriamoci cosa succede quando ci si mette una intera task-force.
Infatti, mi riferivo esattamente a questo :)Non intendevo dire che la terapia psicologica viene fatta per estirpare il male provocato dall'omosessualità, ma che in certi casi, lavorando sul cervello è possibile alterare l'orientamento sessuale in modo non traumatico... quasi naturale. Che poi questo sia un bene o un male non sta a me dirlo, ma in alcuni casi, dove questa situazione comporta (o è una concausa) uno stato di pesante squilibrio psicologico, può essere una soluzione... Ma qui si inizia ad andare OT, troppo fuori dal tracciato dell'articolo, e tornando in topic anche secondo me, è piuttosto evidente che l'autore dell'articolo iniseme al presunto "testimone" stiano calcando la mano per gettare discredito sui gay, esaltando unicamente gli aspetti paradossali e negativi.
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http://www.gaynews.it/view.php?ID=72619
Pubblichiamo questo articolo di cui non condividiamo i contenuti violentemente omofobi.La RedazioneSESSI, TERTIUM NON DATURCon buona pace di chi millanta, male usando certe ricerche, non esiste il “gene dell’omosessualità”.di Claudio RiséNel bacino informe della «società liquida» (come la chiama Zygmunt Baumann), con i suoi continui dissolvimenti e metamorfosi, un solo comportamento tende, invece, nel dibattito collettivo, ad assumere una consistenza inspiegabilmente pietrosa, contro la quale qualsiasi discorso, sia di buonsenso, o di scienza, tende a infrangersi. Si tratta del comportamento omosessuale. Questa cristallizzazione è il risultato di due opposte convinzioni, che sono anche (a mio avviso) due opposti pregiudizi. Il primo è quello che ritiene il comportamento omosessuale una sorta di fulmine che una volta caduto non può che incenerire per sempre il malcapitato. Esso prende forma nell’Ottocento, quando appunto nasce il termine “omosessualità” (fino ad allora inesistente), all’interno dell’enorme sforzo positivista di dare nome e forma stabili a tutti i comportamenti umani, che in società più “solide” venivano invece lasciati variare a seconda delle circostanze della vita, a meno che prendessero forme evidentemente antisociali. Solo in quel caso, quando, per esempio, il tasso di natalità cadeva pericolosamente, chi praticava sessualità non riproduttive, anche con donne, veniva punito. Al di fuori di quei casi, cui si provvedeva senza discutere per la sopravvivenza dello Stato, prevaleva il buon senso, e l’umiltà, di non interpretare e prescrivere in materie molto intime, che originavano con ogni evidenza dalla storia individuale, e che manifestavano spesso versatilità, e volubilità. Come dimostra perfettamente Michel Foucault nei suoi lavori, l’irruzione contemporanea della scienza e del diritto, con i rispettivi deliri di onnipotenza, nella sfera della sessualità, la irrigidisce e ne fa uno strumento del potere. Il potere ottocentesco, e dei totalitarismi della prima metà del Novecento, aveva fatto dell’“omosessualità” una categoria maledetta, o almeno maledibile all’occorrenza, quando il soggetto dava fastidio o passava il segno, come nel caso del processo a Oscar Wilde, o in quello della “notte dei lunghi coltelli”, contro le camice brune di Ernst Röhm. Il potere che si afferma invece a partire da dopo la Seconda guerra mondiale tende, per sintetizzare all’estremo, a rovesciare la vecchia maledizione degli omosessuali in una sorta di benedizione. Anch’esso, come ogni visione ideologica, è cristallizzante, e tende a sottrarre la verità della storia individuale alla libertà dell’esperienza trasformativa (una libertà – tra l’altro – che nella cultura cristiana è garantita dal dono della grazia). Qui però se l’omosessuale (ideologicamente trasformato in “gay”, anche se magari non ha nessuna voglia di ridere) fa la cortesia di starsene dove l’ideologia gay friendly lo mette, senza muoversi dalla postazione assegnata, viene benedetto (come prima maledetto). Una delle più recenti dimostrazioni di questo rovesciamento è l’articolo del professor Giuseppe Remuzzi, comparso sul Corriere della Sera del 17 gennaio scorso e intitolato Il gene dell’omosessualità migliorerà l’uomo? Si comincia con l’affermazione, caposaldo di questa ideologia, che l’omosessualità sia di origine genetica. Anche se le ricerche, costate miliardi di dollari, per dimostrarlo sono finora approdate a nulla. Per sostenere quest’affermazione, il dottor Roberto Marchesini, in una sua comunicazione al NARTH Italia, sezione della National Association for Research & Therapy of Homosexuality fondato dal professor Joseph Nicolosi, afferma che «l’autore fa riferimento – senza citarlo – ad un celebre studio sull’omosessualità nei gemelli (Bailey e Pillard, A Genetic Study of Male Sexual Orientation, in Archives of General Psychiatry, 48, del 1991), uno studio che, invece, permette di escludere l’ipotesi genetica, lasciando emergere al contrario l’importanza del contesto familiare e culturale nello sviluppo del comportamento omosessuale». Dopo avere cercato di appoggiarsi a uno studio che dimostra tutt’altro, anche Remuzzi, tuttavia, non può sottrarsi alla domanda: «Ma com’è che il gene legato all’omosessualità si è diffuso nella popolazione se la loro non è un’attività sessuale che porta a riprodursi?». La risposta è semplice, osserva ancora Marchesini: «non esiste nessun “gene gay”, e questa domanda sottolinea l’assurdità dell’ipotesi genetica». Per Remuzzi, invece, «C’è una spiegazione sola: che il gene “gay” sia utile all’evoluzione della specie». Ecco quindi l’ideologia dell’origine genetica dell’omosessualità sorretta dall’ideologia evoluzionista. E in conclusione la spiegazione benedicente: «chi ha un gene “gay” potrebbe essere più attraente fisicamente o più capace di fecondare. Questo darebbe un vantaggio riproduttivo e consentirebbe al gene di diffondersi». Ecco quindi che gli omosessuali diventano i “più belli e più forti. E più fertili”. Tutto questo senza ombra di dimostrazione, e anche se Remuzzi è costretto ad ammettere che «il gene (o i geni) dell’omosessualità non sono stati identificati». Questo esempio dimostra lo stile (tutto ideologico, dietro un linguaggio apparentemente scientifico) utilizzato per dimostrare : a) che chi è gay lo è, e basta, :look: che costui non deve lamentarsene o cercare di cambiare perché così va benissimo. Anzi, secondo Remuzzi, la persona in questione è anche un benefattore, giacché, oltre a essere bello, migliora la specie. Si capirà allora la difficoltà di chi, esercitando la professione terapeutica, sempre più spesso si trova davanti una persona che dice di avere un comportamento omosessuale e che chiede di essere aiutato ad abbandonarlo poiché non lo sente corrispondente al proprio sé, ricavandone, invece, grande infelicità. La storia della terapia in generale, e in particolare quella della psicoanalisi, ha insegnato a prendere sul serio i vissuti del paziente per diminuirne le sofferenze. Questo disagio, il terapeuta senza pregiudizi ideologici e al servizio del paziente, deve dunque accoglierlo, se sa come fare. È questa l’esperienza, negli Stati Uniti, di Joseph Nicolosi e del Narth, un network di terapeuti di cui lo stesso Nicolosi è presidente. Il suo nuovo libro Oltre l’omosessualità. Ascolto terapeutico e trasformazione, testimonia e illustra in modo semplice e pratico questo lavoro. Essenziale, come Nicolosi mi ha recentemente dichiarato è «che il cliente non s’impegni in un comportamento e non accetti un’idea che sente non essere giusta per lui. Il terapeuta deve stabilire e mantenere con il cliente una relazione tale, da rendere possibile a quest’ultimo di dissentire liberamente. L’alleanza terapeutica si basa sempre sui bisogni e i desideri del cliente. Egli deve sentire che il terapeuta è lì per essere al suo servizio». Quindi ascolto e servizio, e non persuasione e manipolazione. Nicolosi mostra come funziona la sua “terapia riparativa” ( il termine è di derivazione kleiniana: da riparare è in questo caso la relazione del soggetto con l’oggetto d’amore perduto, che nell’omosessualità infelice è il genitore dello stesso sesso e il proprio genere), attraverso otto casi chiari e toccanti, in uno dei quali la terapia non è riuscita (onesto mostrarlo). La domanda di cambiamento che viene dalle persone insoddisfatte dal proprio orientamento omosessuale, cresce oggi in tutto l’Occidente: perché? Nicolosi mi ha risposto: «Abbiamo scoperto che più lo stile di vita gay viene promosso, maggiore è il numero di chiamate d’aiuto da parte di persone che cercano di cambiare. L’iperpromozione dello stile gay ha permesso una discussione più aperta e una più ampia presa di coscienza personale, che hanno portato un maggior numero di persone a affrontare apertamente la loro attrazione per il proprio sesso». È necessario però che, negli Stati Uniti così come in Europa, l’ideologia si arresti di fronte al desiderio di cambiamento della persona. E consenta alla psiche di aiutarlo a diventare ciò che è realmente, al di là dei pregiudizi di oggi e di ieri.
Potevano dirlo subito che era tutta una campagna fatta per lanciare il nuovo libro di nicolisi
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io sono senza parole...guarire...che schifo che proprio una persona che dice di essere stata omosessuale usi un verbo del genere. Io sono convinta che non lo sia mai realmente stato. Sempre che la storia sia vera, ovvio. Oppure si è cagato sotto quando ha visto di essere sieropositivo e ha pensato che fosse la cosa migliore da fare.E sono d'accordo con chi ha detto "lavaggio del cervello"....dio mio che pena. Mi viene il vomito a leggere certe cose.

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Se i preti fossero in grado di "curare" l'omosessualità, sarebbero i primi a beneficiare delle proprie "cure". Invece la Chiesa brulica di omosessuali, come dimostrano, purtroppo, le cronache e le chat...  :look:

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Risponde Arcigay Torino

Gentile Direttore,Le scrivo in merito all'articolo pubblicato oggi sul Vostro giornale in cronaca nazionale, a pag. 19, relativo ad un caso di presunta "guarigione" dall'omosessualità.Mi rattrista esprimerLe il rammarico mio e dell'associazione che rappresento per la visibilità data a teorie prive di alcun fondamento scientifico e dalla evidente portata discriminatoria, figlie dell'integralismo religioso che considera l'omosessualità una scelta perversa o, peggio, una patologia mentale.Sappiamo bene che dietro alle pretese di correttezza scientifica dei "guaritori" si nascondono gruppi di fanatici irriducibili, che si ostinano a non voler accettare il fatto che, come l'OMS ha ufficialmente sancito nel 1990, l'omosessualità è una "variante naturale del comportamento umano" al pari dell'eterosessualità.Proprio pochi giorni fa, come ha riportato la stessa Stampa in cronaca di Torino, al Liceo Curie di Grugliasco, l'Arcigay si è trovata a fronteggiare posizioni simili, espresse da un sacerdote nel corso di un dibattito organizzato all'interno di un'assemblea d'istituto.Non è a mio avviso sufficiente a chiarire la posizione del giornale il giudizio espresso dall'autrice del pezzo, che associa le teorie riportate alle "più bieche posizioni omofobiche", né il fatto che l'articolo sia accompagnato da un'intervista a Franco Grillini.Le chiedo: di fronte a posizioni che, in nome di una presunta scientificità, affermassero la superiorità di una razza su un'altra, l'atteggiamento della testata sarebbe analogo?A simili teorie sarebbe data la stessa visibilità o il livello di stigmatizzazione sarebbe più marcato?Se è vero, come è vero, che l'omofobia costituisce, al pari del razzismo, dell'antisemitismo e del sessismo, un'odiosa forma di discriminazione, allora ritengo che l'atteggiamento dei giornali dovrebbe essere più cauto quando ci si avventura su questo terreno, considerato l'insostituibile ruolo che agli organi d'informazione spetta nella promozione di una cultura del rispetto reciproco.Certo che questo appello sarà raccolto, Le porgo cordiali saluti.Antonio Soggia
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panna.stracotta
:asd: i preti?????? proprio quelli????e come lo hanno guarito? la storia delle preghiere non regge, qua gli hanno fatto passare la voglia in qualche altra maniera se è vero :sisi:io una ideuzza ce l'avrei :look:
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"Come sono guarito..."di celtic heart... -Tratto dal libro "Come un merlo sul ramo del lago di Como...no di lecco,no di Como...è mejo...suona mejo... si...."Iniziò cosi la mia vita tra gli scaffali della Conad...fu l'eterno dilemma tra zucchina e patata novella ad indurmi alla confusione...ma poi quel giallo cosi acceso dei caschi di banana....mi....mi ricordarono i caschi delle pettineuse...ed iniziai a sbobbinare rolli...fu amore a prima vista ma non bastava...volevo crescere interiormente...e finalmente la svolta della mia vita...togliere cacchioni dai corpi lanosi delle pecore...ero perso nei miei pensieri...e cominciai a pensare....che forse la mia vita era altrove....sul quel ramo del lago di Lecco,che forse era di Como....beh non so sono confinanti,ma vai a dire a un lecchese che è comasco...o a un comasco che è lecchese....potrebbero stizzirsi...e tirarmi i capelli.... :asd:....rimasi a pensare...sgranai 5 rosari al giorno,lessi 5 pagine della Bibbia illustrata per bimbi a settimana...e arrivato al glossario finale....alla parola"colomba"capì che pur essendo un uccello ella era femmina...e poteva stare sul ramo del lago di Como....mi ritrovai sul quel ramo del lago di Como...ma mi accorsi che non ero nè merlo nè colomba...e finiì in acqua...tra le trote e le carpe elettriche giapponesi....conobbi una ragazza...con lei vado a fare shopping,ci limiamo le unghie,ci facciamo vicendevolmente la ceretta,e attendiamo in tv col dito pronto sul pulsante "rec"del telecomando,che arrivi l ora di "desperate housewives"o di "sex and the city"...ma la amo cosi tanto...la mia cara Lella....che non potrei resistere piu di un ora senza vedere i suoi lunghi capelli senza doppiepunte,nè sentire l inebriante odore di Acquolina allo zucchero filato che ha la sua pelle....beh ecco questo è quanto........non sono più gay...e questo lo devo ai cacchioni e alle colombe.... :love:scusate regà ma lo volevo mettere...senza offendere chi crede a quell articolo che non nascondo sia anche vero...ma io sono dell'idea,nel mio piccolo,che solo chi reputa la sua condizione una malattia quella lo diventa realmente a livello psichico...ma chi vive bene con se stesso...si definisce e ha il diritto di definirsi "normale"sia etero che gay o lesbica che sia....poichè non solo la normalità è relativa a seconda della mente di un uomo e dei suoi desideri e stili di vita,ma soprattutto bisogna capire che l'Amore che si prova....è unico e universaleper un uomo,una donna o tutt'e due,nonostante i gusti possano essere diversissimi ad personam....tutto qui...scusate ancora se m sono dilungato....e se il mio post scherzoso possa essere stato noioso.... :ok:bacioni!! :rotfl:

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Beh, cosa non fa un lavaggio del cervello su una mente debole.Senza contare che sono pronto a scommettere che così come un gruppo di preti sono riusciti a "far cambiare idea" a un gay (cosa a cui crederò quando verrà Babbo Natale sulla slitta a dirmelo) sono pronto a scommettere che anche un gruppo di gay con ottime capacità oratorie e di convinzione riuscirebbero a rendere omosessuale un etero :bah:

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  • 2 weeks later...
CROTONE, 16 MAR - ''Noi non abbiamo nulla contro gli omosessuali. L'omosessualita' pero', cosi' come emerge da alcuni studi, e' una malattia tanto che era inserita, fino a qualche anno fa, nel manuale diagnostico statistico dei disturbi mentali''. E' quanto ha detto il presidente dell'Unione giuristi cattolici della Calabria, Giancarlo Cerrelli, replicando al deputato dell'Ulivo Franco Grillini secondo il quale la manifestazione svoltasi ieri a Crotone contro i Dico e' stata una ''prova generale di omofobia''.''Le lobby dei gay - ha aggiunto - hanno poi fatto in modo che l'omosessualita' venisse eliminata tra le malattie del manuale per far si che la loro condizione venisse considerata come uno stile di vita. In realta' l'omosessualita', secondo quanto emerge da numerosi studi, deriva da una nevrosi oppure da rapporti con i genitori che non sono stati naturali. Facendo riferimento piu' specificamente alla vicenda dei Dico, vorrei ribadire che noi non abbiamo nulla contro le coppie omosessuali.Queste pero' non possono avere una rilevanza sociale e giuridica perche' sono strutturalmente non aperte alla generazione''.''I Dico - ha concluso Cerrelli - sono solamente un processo iniziale. Sono una locomotiva leggera alla quale saranno attaccati altri vagoni come ad esempio le adozioni da parte delle coppie omosessuali. Tutto questo noi non possiamo accettarlo e quindi esprimiamo il nostro dissenso contro questo disegno di legge sulle convivenze''.(ANSA).
Ancora stiamo alla lobby gay dicevano la stessa cosa della lobby ebraica e poi si sà come è andata a finire
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Siamo alle solite. "L'omosessualità è una malattia." Bene, ammettiamo che sia vero. Allora, in quanto "malati", ci devono essere negati i diritti civili fondamentali, come, per esempio, il diritto a sancire un'unione con la persona che scegliamo, è questo il ragionamento, no?Bene. Se portiamo questo ragionamento alle sue estreme conseguenze, a tutti i cittadini "malati" devono essere parimenti negati gli stessi diritti. Non è così invece. Tutti i cittadini "malati" godono anzi di diritti in più (come per esempio le "categorie protette" nel campo del lavoro). La verità è che questi tipi di ragionamenti sono già stati fatti in epoche non tanto remote, con l'estrema conseguenza di portare allo sterminio chiunque venisse tacciato di essere "diverso" o "malato": ebrei, neri, handicappati, malati psichici e... omosessuali."Noi non abbiamo nulla contro gli omosessuali" dichiarano questi razzisti omofobi, "pero' non possono avere una rilevanza sociale e giuridica perche' sono strutturalmente non aperte alla generazione". Bene, allora si tolga immediatamente "rilevanza sociale e giuridica" a tutte le coppie che non vogliono o non possono avere figli in quanto sterili.

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Siamo alle solite, nulla di nuovo sotto il sole. THX1138 praticamente hai detto tutto quel che volevo dire io... sorprendente!!!  :kiss:vorrei aggiungere un'altra cosa: basta con questa storia della lobby gay che ha fatto togliere... siamo davvero stufi! Non è una questione di stile di vita in ogni caso a mio parere è proprio un modo di essere, malattia o no non vedo dove sia il problema. E come si diceva allora gli anziani e le persone sterili ce sono "strutturalmente non aperti alla generazione" non possono sposarsi? facciamo una legge che impone ai coniugi di sciogliere la loro unione al raggiungimento dell'andropausa o della menopausa!Non scorderò mai il bellissimo intervento dal palco del teatro Colosseo (Roma) in occasione degli Stati Generali del Movimento GLBT di Niccolino Tosoni, presidente del FUORI di non mi ricordo dove (OT: il FUORI è la prima associazione gay fondata in Italia... anche il circolo Mario Mieli deriva dall'unione del FUORI di Roma con il Circolo Narciso). In partica lui dsse: "Siamo Malati??? bene IO sono Malato!! non voglio il matrimonio!!! datemi la pensione!!! sono invalido, voglio la pensione!"in un Paese democratico le persone malate godono di più supporti sociali, di più garanzie non di meno! Se lo mettano bene in testa i giuristi cattolici, da nessuna parte ai malati è impedito di sposarsi. anzi esiste anche il caso di persone cui, proprio perché sono in fin di vita, o in condizioni di estremo pericolo di morte, è concesso il matrimonio per procura o con procedimenti accelerati per consentire loro il coronamento del loro sogno di amore (e magari la sistemazione di qualche questione patrimoniale).ancora una volta questi Giuristi Cattolici (come sopesso cenrti medici Cattolici), si rivelano incapaci di vera autonomia di giudizio e di mostrarsi quali buoni professionisti!!!

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Ma da quando poi un giurista è un medico? Parlano di studi scientifici ebbene citassero questi studi. In italia l'informazione si fà proprio con i piedi :rotfl:

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oddio pure questi.... :look:ma malati o meno(ipotesi che sto facendo solo ed esclusivamente per esempio,lo so da me di non essere malato ehehe)...vivi e lascia vivere!!!!

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La verità è che la stessa definizione di "giurista cattolico" o "medico cattolico" ha poco senso: se noi andiamo da un legale da un medico non ci frega nulla della sua religione, ci interessa che sia un buon avvocato, un bun notaio, un buon medico... Se poi è cattolico, ateo, musulmano, ebreo, sono fatti suoi. A meno che questa appartenenza non vada ad influire sulla sua professione. Ora se un giurista anziché guardare al codice civile, alla costituzione alle leggi preferisce consigliarmi in base alla bibbia o ai discorsi di ruini, o alle convinzioni della Binetti sul fatto che gli omosessuali siano malati, semplicemete non è un bun giurista! Che rilevanza legale avrebbe il fatto che gli omosessuali vengano considerati malati? che devono essere leggittimamente discriminati? Questi sedicenti giuristi devono ricominciare i loro studi dall' ABC dai primissimi articoli della Costituzione, in cui si parla di libertà, di realizzazione personale, di uguaglianza e di impegno della Repubblica ad abbattare gli ostacoli oggettivi alla vera ugualianza, non solo formale ma anche sostanziale.Se la condizione degli omosessuali fosse quella della malattia e quindi della maggiore difficoltà all'ottenimento di una effettiva uguglianza formale e sostanziale con gli altri cittadini, ebbene allora maggiori dovrebbero essere gli sforzi delle istituzioni pubbliche per colmare il divario e alleviare le difficoltà.I cari (giuristi) cattolici invece ne traggono conclusioni segregazioniste e razziste. Posizioni politiche che nel nostrro paese non sono neanche così minoritarie ma che con la professione medica e giuridica non hanno nulla a che fare... e a ben guardare neanche con i nostri principi democratici.Scrivano questi (giuristi), questi (medici) - li indico tra parantesi perché sono loro a mettere di fatto tra parentsi la loro professionalità schiacciata dall'eggettivo "cattolico" - sulle loro targhe di professionisti che sono cattolici, così quando andremo a cercare dei seri consulti professionali sapremo chi evitare, e non per rivalsa, boicottaggio o discriminazione, ma semplicemente perché dimostrano con le loro affermazioni di mettere in secondo piano la loro professione rispetto alle loro convinzioni ideologiche e religiose. Se volessi un confessore allora andrei da un prete, non da un avvocato!

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Un giurista (laureato nel sessantotto? Passato al concorso a Catanzaro? Non mi stupirebbe) non ha competenza a esprimersi in materia medica, specie esprimendosi contro il parere di persone più competenti di lui. Il loro parere è irrilevante, irrilevante anche in senso giuridico.Scientificamente, l'omosessualità è una variante naturale non patologica dell'orientamento sessuale, non più patologica del mancinismo.Querllo chè patologico è la paranoia omofobica.

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Mi trovo pienamente d'accordo con te, Milziade. Aggiungerei un'altra considerazione, a riprova del fatto che si tratta di una posizione esclusivamente ideologica, omofoba e discriminatoria. Se fossero veramente coerenti con quanto asseriscono, questi sedicenti "giuristi cattolici" dovrebbero aggiungere che nemmeno i transessuali operati possono avere "una rilevanza sociale e giuridica perché sono strutturalmente non aperti alla generazione". A livello normativo e giuridico, invece, hanno eccome "una rilevanza sociale e giuridica". Infatti, non solo i transessuali operati possono ottenere la variazione del sesso anagrafico dopo l'intervento, ma possono addirittura accedere al matrimonio nonostante non siano "strutturalmente aperti alla generazione". Non è una contraddizione in termini, questa? Per inciso, ho citato i transessuali solo a titolo d'esempio, senza alcun altro intento.

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Guarda che secondo me se non li hanno citati è solo perché non gli è venuto in mente .Se glielo ricordi sicuramete trovano il modo per tirarli dentro anche loro e magari per mettere in discussione la pur insufficiente legge che consente loro di cambiare sesso.

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