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Pacs: il punto della situazione


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Io non credo che questo Paese sia immaturo per il matrimonio gay. Credo il contrario. Credo cioè che, se per avventura, noi avessimo il matrimonio gay, esso sarebbe nel giro di poco tempo accettato, e al limite anche archiviato, dal senso comune. Il fatto è che il matrimonio gay, se c'è, crea esso stesso le condizioni della sua accettazione! Mentre invece, chi non vuole che lo si conceda, e di fatto ci nega questo diritto, crea con questa stessa negazione le condizioni per cui esso sia ancora e sempre considerato un anatema, o una sconcezza, o una bizzarria. Per questo le gerarchie cattoliche, e i politici ad esse asserviti (quasi tutti), si guardano bene:- dal concederlo: perché sanno che la cosa sarebbe dirompente;- dal cancellare e violentemente sopprimere da quella pastina in brodo dei DiCo qualunque elemento simbolico, rituale, che creerebbe presto una nuova 'normalità', una nuova forza simbolica, per le coppie gay.Ha ragione THX 1138 quando dice che alla manifestazione del 10 marzo dovrebbero partecipare molti glbt.E' vero anche che in Italia molti sono «in the closet». Io non voglio sottovalutare le ragioni che consigliano a queste persone di non uscirne. Dico solo che sono loro a sottovalutare il grande capitale di forza che gliene verrebbe se prendessero questa decisione.

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ARCIGAY: VATICANO ATTEGGIAMENTI EVERSIVI FUORI DEL CONCORDATO Già domani, festa di San Valentino, Arcigay manifesterà in tutte le città italiane martedì 13 febbraio 2007 , di Corriere Adriatico“Nel giorno in cui principali giuristi italiani riaffermano la piena costituzionalità del riconoscimento delle nuove famiglie, il Vaticano minaccia manifestazioni di piazza contro il governo. Così una potenza religiosa finanziata dallo Stato, tutelata nei suoi privilegi e delimitata nei suoi ambiti dalla costituzione, sfida apertamente i limiti del concordato. Siamo a un passo dall’eversione dell’ordine costituzionale”.Così il presidente di Arcigay, Sergio Lo Giudice, commenta le parole di Monsignor Rino Fisichella, cappellano di Montecitorio, che ha annunciato che sarà indetta dal Vaticano una manifestazione in piazza San Giovanni a Roma contro il governo italiano.“Proprio oggi un appello firmato da alcuni fra i principali giuristi italiani (Stefano Rodotà, Gustavo Zagrebelski, Roberto Bin, Paolo Cendon, Gilda Ferrando e molti altri) e pubblicato su Repubblica, ha ribadito la necessità di riconoscere i diritti delle famiglie non fondate sul matrimonio, e come questo non sia per niente in contrasto con l’art. 29 della nostra Costituzione. “Se perfino un costituzionalista cattolico come Leopoldo Elia ha lanciato l’allarme sui rischi di violazione del Concordato e della Costituzione italiana da parte del Vaticano, significa che il limite è stato superato – denuncia Lo Giudice -. È in gioco l’identità laica della Repubblica ed è indecente che alcune forze politiche assecondino questo stravolgimento dei principi costituzionali per scopi politici. La manifestazione nazionale del 10 marzo a Roma a sostegno delle Unioni civili acquista sempre più il ruolo di una manifestazione per la difesa dell’identità civile, autonoma e laica del nostro paese”.Già domani, festa di San Valentino, Arcigay manifesterà in tutte le città italiane per chiedere al parlamento di migliorare il disegno di legge sulle dichiarazioni di convivenza, rendendolo più umano e amorevole.

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a questo punto tanto vale dire all'Arcigay di invitare gli omosessuali all'evasione fiscale finché non verranno tutelati i nostri diritti... In fondo, se per lo stato non contiamo un cazzo, tanto vale non pagare nemmeno le tasse... che se le facciano pagare da quelli a cui obbediscono, cioè dai preti...

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DICO:CECCHI PAONE, CI VUOLE PIU' RISPETTO PER OMOSESSUALI"L'aggressione di Sgarbi, rivolta alla mia vita affettiva, mi conferma che sia l'ora anche in Italia di garantire pieno rispetto anche alle persone che amano persone dello stesso sesso". Alessandro Cecchi Paone interviene con un "controarticolo", pubblicato su Diva e Donna in edicola da domani, sul violento scontro avuto con Vittorio Sgarbi durante la messa in onda di Markette. L'episodio dello scontro muove proprio da un articolo, pubblicato dal settimanale diretto dalla Giacobini, scritto dall'assessore meneghino e letto in tv da Chiambretti. Sgarbi parlava di "oscena esibizione dell'omosessualita' dichiarata fino alla ridicola pretesa dei Pacs". Dopo il movimentato faccia a faccia televisivo Cecchi Paone ha ora scelto di rispondere in modo meno ravvicinato alle accuse dell'infuocato assessore.fonte: repubblica.itPer chi si fosse perso la telerissa:Parte 1http://www.youtube.com/watch?v=cZgJwTMpuMkParte 2http://www.youtube.com/watch?v=tlltqYkrnY0

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DICO: BINDI, AMO LA CHIESA CHE PENSA ALLE COSE DI DIO"Io amo pensare alla Chiesa che si occupa delle cose di Dio". Cosi' il ministro per la Famiglia, Rosi Bindi, risponde alla 'provocazione' dei cronisti che in India gli ricordano il 'braccio di ferro' tra governo e il Vaticano sui Dico. A chi gli domanda se ritiene fondata la preoccupazione secondo la quale l'obiettivo ultimo del Vaticano e' quello di impedire la nascita del PD, il Partito Democartico, la Bindi esprime perplessita': "ma figuriamoci...". Sui Dico "tutto quello che andava fatto l'abbiamo fatto - aggiunge la Bindi - adesso ci pensa il parlamento, li' ci sono mille parlamentari, io, comunque, sono partita serena e ritornero' serena". Riguardo al messaggio annunciato dal presidente della Cei, il cardinal Ruini, sul comportamento che i cattolici dovranno avere sui Dico, la Bindi afferma: "se lo pensa bene, esce bene e andra' bene per tutti".fonte: repubblica.it***Mah, se il voto fosse segreto, forse qualche speranza che passi questa legge annacquata ci sarebbe anche, ma dubito che si troverà una convergenza. E se non passa, non si saprà a chi dare la "colpa" a quel punto...Quanto al "non expedit" preannunciato/minacciato da Ruini, sarebbe una palese violazione del concordato in quanto vieterebbe di fatto ai membri cattolici del Parlamento di esercitare la propria funzione senza vincolo di mandato (Art. 67 della Costituzione).

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Proprio in virtù del fatto che sarebbe una esplicita violazione del Concordato, mi piacerebbe proprio che Ruini la scrivesse, quella nota. Fosse mai la volta buona che si aboliscono i Patti lateranensi...

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NorwegianWood

Non mi stancherò mai di dire che la Chiesa smetterà di ingerire nella politica italiana quando i parlamentari italiani voteranno in base al loro mandato e non secondo i dettami della Chiesa. Sarà anche un circolo vizioso ma in fondo chi ha più colpa sono proprio i parlamentari. Il Papa, Ruini e via dicendo fanno il loro mestiere; peccato non si possa dire altrettanto di maggioranza e opposizione. Forse, prima ancora che abolire o riscrivere il Concordato, sarebbe il caso di mettere in chiaro che un parlamentare cattolico non va eletto perché cattolico e non deve votare in quanto cattolico. E se per caso la sua coscienza gli impedisce di rispettare la Costituzione o i diritti umani - non secondo la Chiesa ma secondo la Dichiarazione Universale - allora è meglio che cambi lavoro (e stipendio).

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D'accordo, i maggiori responsabili della non-laicità dello Stato sono i parlamentari, i partiti politici asserviti alla Chiesa cattolica. Tuttavia qual è il «mestiere» della Chiesa? Avere quanto più potere è possibile e ingerirsi nelle cose dello Stato? E' questo il mestiere della Chiesa in quanto Chiesa? E' ingenuo rispondere di no? Se lo è, non c'è più nessuna differenza tra svolgere il proprio compito nei limiti che sono loro prescritti e spadroneggiare. Se lo è, era ingenuo Locke e la sua Epistola sulla tolleranza. Non a caso il protestantesimo è riuscito a diventare una religione civica, cioè una morale religiosa, mentre il cattolicesimo ha fallito: basta osservarlo da vicino. Ma a parte questi, che potrebbero essere (e probabilmente sono) discorsi idealistici, la laicità dello Stato, e una tavola di valori liberali condivisi, sono una garanzia per la stessa Chiesa: che non potrebbe esistere in un regime totalitario e tirannico. L'Europa va avanti, la sua tavola di valori, la Carta che esprime, sono un po' più avanti della Chiesa nostrana....che resta sempre più indietro - condannata ad essere solo Curia.

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NorwegianWood

Il mestiere della Chiesa è semplicemente dire ai cattolici cosa è conforme alla religione cattolica e cosa no. Sta poi ai politici, nella fattispecie, saper scindere la loro coscienza e vita quotidiana (persino la loro etica) dal loro mandato. E se è vero che la Chiesa non ha il diritto di intromettersi nelle decisioni parlamentari, è altrettanto vero che nessuno può impedire alla Chiesa di esprimere la propria posizione. Oppure diciamo che amiamo la censura quando ci torna comodo. E la libertà quando ci torna comodo.

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Sono perfettamente d'accordo, ma vorrei sottolineare che un conto è esprimere la propria posizione, un conto è imporla con un documento scritto vincolante per i parlamentari cattolici, con la (probabile) minaccia di scomunica papale. Ruini si comporta né più né meno come il capo di un partito (inesistente)!

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Mi aggiungo al coro!  :cry: NorwegianWood ha ragione! Per fortuna non tutti i cattolici sono servi di Ruini, oggi su Repubblica parla l'ex capo dello Stato Scalfari: "se la Chiesa proclamasse un obbligo di scelta distruggerebbe il cattolicesimo parlamentare."E come dargli torto, altro che quel bip bip (mi censuro da solo! :gha:) di Rutelli, che afferma:"nessuno scontro con la Chiesa!" Anche la Bindi ha dovuto affermare di amare la Chiesa che si occupa di Dio e della fede... e non questa specie di movimento outsider di Ruini, che lancia anatemi, e si occupa solo e esclusivamente di questioni politiche.La Chiesa di Ruini e' una Chiesa piccola, debole, marginale, io conosco chi professa la fede cattolica, ne ho degli esempi lampanti intorno a me, e sono persone bellissime, aperte di mente, che ascoltano, che amano, che capiscono, che non hanno paura della diversita', che sanno aprire il proprio cuore.Ruini e la sua Chiesa non hanno idea di cosa sia la fede e di cosa sia l'amore di Dio, e pensare che sono ateo, eppure mi sento molto piu' cattolico di Ruini e Ratzinger!  :gha:

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Difficile essere laici quando ci sono Banche come Capitalia e San Paolo che sono controllate da losche figure vicine al Vaticano (vedi Geronzi&co) di Fazio per fortuna ce ne siamo liberati (ma vi ricordate il giorno dopo le sue dimissioni il Papa si è fermato per strada a parlare con lui? Secondo voi che significa?).Insomma tra Opus Dei e Legionari di Cristo la Chiesa controlla il sistema economico italiano (l'IRI era controllata dall'opus dei e bene ha fatto D'Alema a chiuderla)La laicità è un sogno finchè teniamo il conto alla banca di roma

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La sterile e monotona replica dell'Osservatore. Ma è mai possibile che i media riportino solo la "posizione" della Chiesa cattolica??? ***Coppie di fatto, il quotidiano della Santa Sede replica all'appello dei cattoliciche hanno definito la strategia dei vescovi "di inaudita gravità"L'Osservatore contro gli appelli dei cattolici"La Chiesa ha il diritto-dovere di parlare"Attacco alla Bindi, che ha detto "amo di più la Chiesa quando parla di Dio"Bisognerebbe riconoscere che le cose di Dio e quelle degli uomini coincidono"Il cardinale Camillo RuiniCITTA' DEL VATICANO - "La Chiesa sulla famiglia ha il dovere di parlare. Chi vuole, ascolta. Ma non le si chieda di tacere". Lo scrive l'Osservatore Romano che definisce oggi "quanto meno inopportune quelle voci che in questi giorni, anche con appelli pubblici, vorrebbero far tacere questa voce tanto autorevole quanto scomoda. Tanto scomoda - spiega la nota - da essere definita da alcuni impropriamente un'ingerenza". "Sulla famiglia, sul matrimonio, esiste una verità che la Chiesa non può tacere e che i credenti sono chiamati a preservare, oltre che a vivere e a testimoniare", ricorda l'Osservatore Romano rispondendo al "manifesto" che chiede alla Cei di astenersi da un pronunciamento pubblico, per il quale si raccolgono firme a Bologna. La verità sulla famiglia è "patrimonio di tutti, dell'intera società, una verità che non possiede un carattere peculiarmente religioso e, per questo, l'impegno in difesa della famiglia dovrebbe riguardare tutti". "Forse - afferma ancora la nota dell'Osservatore con trasparente riferimento alle dichiarazioni del ministro della famiglia Rosy Bindi che ha detto di amare di più la Chiesa quando parla di Dio - bisognerebbe riconoscere che le cose di Dio e le cose degli uomini coincidono più di quanto si sia disposti a riconoscere". "In tempi di acrobazie verbali, oltre che giuridiche, forse vale la pena sottolineare qualche punto fermo, che non si presti a fraintendimenti - si legge ancora - una Chiesa che si occupa delle cose di Dio non può non occuparsi delle cose degli uomini perché l'uomo è cosa di Dio". Per questo, continua la nota, "tutto ciò che riguarda l'uomo riguarda la Chiesa. E nulla più della famiglia riguarda l'uomo". Secondo il quotidiano della Santa Sede non si comprende, quindi, "perché la Chiesa, il Papa e i vescovi non possano intervenire su un tema tanto delicato quanto cruciale come quello della famiglia. La Chiesa non difende una posizione politica ma semplicemente adempie al suo mandato, che è anche un suo diritto: predicare con libertà la fede e insegnare la sua dottrina sociale, dando un giudizio morale anche su cose che riguardano l'ordine politico se in gioco ci sono l'uomo e la sua dignità". "Negare ciò - conclude la nota esprimendo ancora una volta la piena sintonia della Santa Sede e dell'Episcopato italiano - significa negare un diritto-dovere, e Benedetto XVI è stato chiaro: 'se ci si dice che la Chiesa non dovrebbe ingerirsi in questi affari, allora noi possiamo solo rispondere: forse che l'uomo non ci interessa?'". (15 febbraio 2007)

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Ma questi si rendono conto di quello che dicono e scrivono? Io sono sempre piu' esterefatto, stupito, incredulo.Potranno anche far saltare i DICO, il governo, ma le crociate sono sempre una causa persa, proprio da coloro che le perpetrano.

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Allora non sono tutti rimbambiti 'sti ultraottantenni? :rotfl:***L'ALTOLà DI SCALFARO A RUINI: "SULLA LEGGE NESSUNA IMPOSIZIONE" L'ex capo dello Stato: se la Chiesa proclamasse un obbligo di scelta distruggerebbe il cattolicesimo parlamentare giovedì 15 febbraio 2007 , di Repubblica.itdi VITTORIO RAGONEROMA - Un altolà senza sfumature al cardinale Ruini, se davvero vuole imbrigliare nei precetti della Chiesa la libertà di decisione politica sui Dico, un tempo noti come Pacs. Oscar Luigi Scalfaro, presidente emerito della Repubblica e padre nobile del centrosinistra, non è contrario alla mediazione Bindi-Pollastrini, e teme la "distruzione" del cattolicesimo parlamentare se la Cei dovesse lanciare diktat a chi riconosce il suo magistero. In sessant'anni - dice - questo non è mai accaduto. Prima di correre certe avventure Ruini dovrebbe avviare "un ampio esame" dentro l'assemblea dei vescovi. Presidente Scalfaro, il Parlamento aspetta di sapere quale forma assumerà il "non possumus" di Ruini sulle unioni di fatto. Che cosa succederebbe se la Cei o il Papa avanzassero richieste "vincolanti" per i politici cattolici? "La Chiesa, pure nella fermezza dei suoi principi, non ha mai compiuto in sessant'anni interventi che ponessero a un bivio obbligato i parlamentari cattolici. Io confido che interventi del genere non ci saranno. Se dovessero invece avvenire, distruggerebbero la possibilità stessa di una presenza dei cattolici in Parlamento in condizioni di dignità e libertà, quella libertà che consente l'assunzione individuale delle responsabilità. Ma a chi serve, oggi e domani, un gruppo di parlamentari che si limitano a eseguire gli ordini? Certo non alla Chiesa. Sarebbero una inutile pattuglia, e l'effetto sarebbe una crescita di laicismo esasperato". Il centrosinistra non drammatizza troppo l'iperattivismo vaticano? E' vero che è stato l'Avvenire a citare Pio IX, ma dall'altra parte si invoca il Risorgimento, si tracciano scenari foschi, si ipotizza, come anche lei fa, il naufragio del cattolicesimo politico. Eppure gli scontri tra l'etica cattolica e quella laica, condivisi e alimentati dalla Chiesa, in Parlamento e fuori non sono mancati. Gli anni Settanta, il divorzio, l'aborto, i referendum. Grandi asprezze, ma alla fine siamo tutti qui, comprese le leggi soggette ad anatema. "Vede, io sono nella vita politica da 61 anni, dalla Costituente. È vero, abbiamo attraversato come parlamentari cattolici momenti faticosi, difficili, prese di posizione delicate. Ma già dall'Assemblea costituente fu preminente in tutti la ricerca di un denominatore comune sui temi dei diritti e della dignità delle persone. Ne nacque un documento d'eccezione, la Carta, del quale dobbiamo ringraziare i grandi nomi che resero un tale servizio al popolo italiano: penso, nel mondo cattolico, a De Gasperi, a La Pira, a Dossetti, più tardi a Aldo Moro e a tantissimi altri rappresentanti del popolo. Il grande tema per noi cattolici era fare sintesi fra diritti e doveri del cittadino e diritti e doveri del cristiano, portare nella politica il pensiero filosofico che anima i principi cristiani sempre con grande rispetto per le impostazioni altrui. L'articolo 67 della Costituzione stabilisce che ogni membro del parlamento rappresenta la nazione e esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato. Al tempo del divorzio e dell'aborto, che lei cita, in entrambi i casi il partito mi diede incarico di parlare ufficialmente a nome del gruppo democristiano. Non dimentico, e ne ringrazio la Provvidenza, che nell'uno e nell'altro caso ebbi ascolto ampio, proprio dagli avversari politici: non condivido le tue tesi - mi fu detto - ma apprezzo lo sforzo di dialogare. Dopo la sconfitta sul divorzio qualcuno in assoluta buona fede sostenne che non potevamo collaborare a formulare gli articoli della legge perché così facendo avremmo aiutato un istituto che contestavamo. Ma giustamente vinse la tesi che quando cade l'affermazione di un principio rimane sempre il dovere di lottare per il male minore". Insomma, lei sostiene che la capacità di ascolto reciproca non è venuta mai meno, nemmeno quando lo scontro era al massimo della tensione. "Non solo. C'è anche un altro insegnamento. La chiarezza delle posizioni della Chiesa, e il risultato del referendum che diede ragione alle tesi contrarie a quelle sostenute da noi cattolici, non impedirono che tanti cattolici si servissero poi dell'istituto del divorzio. Ne è prova che da anni all'interno della gerarchia ecclesiastica si discute sull'ammissibilità dei divorziati ai sacramenti". L'invito al pragmatismo, per tornare a Ruini, onestamente oggi non sembra avere grandi chance. La grandinata vaticana - da Avvenire a Sir, dall'Osservatore allo stesso Ratzinger - non lascia grandi margini alla mediazione. "La profonda devozione e ubbidienza alla chiesa madre e maestra - e mi piace ricordare che fu la saggezza di Giovanni XXIII, oggi beato, a dare nella sua enciclica questa preminenza alla maternità della Chiesa - mi fa confidare che il richiamo che è stato annunziato, e che manifesta un diritto e anche un dovere della Chiesa di dire il suo pensiero, non abbia la forma di una imposizione". Il fronte dei sessanta parlamentari della Margherita che difendono i Dico non ha un gran futuro, se l'intervento di Ruini dovesse trasformarsi in un vero e proprio precetto. Non crede? "Un atteggiamento rigido della Chiesa sfascerebbe tutto. Ne sono convinto". Lei, pur da senatore a vita, è un uomo del centrosinistra: quale potrebbe essere una contromisura per far prevalere la moderazione? "Posizioni da parte della Chiesa che portassero a conseguenze tanto pesanti, così come non si sono verificate neanche quando furono compromessi l'indissolubilità del matrimonio e il diritto alla vita, richiederebbero a mio avviso un ampio esame nell'Assemblea dei vescovi italiani, la Cei". Nel merito della legge, come giudica la soluzione Dico "inventata" da Bindi e Pollastrini? "Mi piace ricordare che quando il presidente del consiglio Romano Prodi annunziò nella formulazione del programma il desiderio di riconoscere dei diritti e dei doveri a ciascun cittadino, affermò espressamente che con quel programma prendeva l'impegno di non toccare o turbare l'istituto del matrimonio così come previsto dalla Costituzione. Mi pare giusto non fare processi alle intenzioni. Le proposte di legge che sono state presentate da posizioni a mio avviso non accettabili sono giunte con non poca fatica (quanto intensa quella del ministro Bindi!), in questo necessario dialogo tra impostazioni diverse, a un testo che come tutti i testi è indubbiamente migliorabile ma che certamente non prevede - per essere chiari - il matrimonio fra gli omosessuali o una formula mascherata ma simile. Si tratta di dare eventuali, maggiori garanzie? Se ne può discutere, rimanendo chiaro un punto: se al dunque si fosse richiesti di un voto esplicito che preveda di fatto il matrimonio per gli omosessuali, allora, senza bisogno di disturbare la dottrina della chiesa cattolica, è chiaro che un voto a favore non si può dare perché in contrasto con una realtà di storia dell'umanità, che prevede per il matrimonio un maschio e una femmina". Il matrimonio gay, per la verità, sembra essere un simbolo e uno spauracchio, anche se di prima fila. Quel che la Chiesa sembra temere nella sostanza è che il riconoscimento delle unioni civili, innanzitutto eterosessuali, sgretoli la famiglia "naturale" su cui si fonda la sua dottrina. "È vero, c'è chi obietta che aprendo una seconda strada si dà ai cittadini con troppa facilità la possibilità di un'altra scelta. La preoccupazione della Chiesa è più che condivisibile. Ma il problema vero è rafforzare nei cattolici la fede, in modo che sappiano scegliere secondo i principi nei quali credono. Più che allo Stato, al quale si chiede di impedire una duplice strada che consentirebbe gli abusi, il tema è affidato alla evangelizzazione e alla formazione dei fedeli. Lo Stato deve pensare a tutti e, pur non tramutando speranze, desideri e sogni in diritti deve, se esistano basi certe per individuare quei diritti, riconoscerli dove e quando ci sono".

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Riporto per dovere di cronaca:***GRILLINI. PACS. LA CARFAGNA OTTIMO ESEMPIO DI OMOFOBIA DA QUATTRO SOLDI. Trito e ritrito razzismo antigay giovedì 15 febbraio 2007 , di La redazioneAnche oggi dalla destra italiana arriva la solita sparata calunniosa, diffamatoria ed omofobica verso la comunità omosessuale.Si può essere infatti d’accordo o meno su Pacs, dico o matrimoni gay, ma sarebbe bene usare argomentazioni razionali e non scadere nella più triviale cultura omofobica che diffama ed insolentisce l’intera comunitàgay e le sue famiglie.L’ennesimo triste capitolo di questa opera diffamatoria è da addebitarsi alla deputata di Forza Italia Mara Carfagna che ha mentito definito sterili gli omosessuali e l’omosessualità.Un omosessuale è potenzialmente riproduttivo come qualsiasi essere umano come dimostra la vitale realtà della genitorialità gay.Non avendo alcun argomenti contro il riconoscimento dei diritti alle famiglie gay, diritti riconosciuti in venti paesi europei (nei quali vive l’80% della popolazione europea) la destra italiana con il suo esercito di veline, divorziati e conviventi rispolvera le classiche argomentazioni, i luoghi comuni e le battute da osteria del trito e ritrito razzismo antigay.Quei pochi omosessuali che votano ancora per la destra, e in particolare per Forza Italia, hanno di che riflettere, ma possono prepararsi fin da ora a dare ragione a Berlusconi abbandonando questa destra e negando il proprio voto a chi li insulta.On. Franco GrilliniDeputato Ulivo***Ma Di.Co io, è proprio vero che la destra non sa cosa sia la cultura se fa tenere seminari e convegni alla prima ex velina che passa... E poi, la signorina Carfagna dov'è che si è preparata per questo "convegno"? Sulle pagine di Novella2000? Ha mai sentito parlare delle "famiglie arcobaleno"? Dove ha letto che i gay e le lesbiche sono "sterili"? E anche se lo fossero? Delle coppie eterosessuali che lo sono veramente che ne facciamo? A quando la proposta di gassarle in quanto "difettose"? Insieme, magari, con i disabili, i malati psichici, i negri e gli zingari?

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Guest equalmarriage

Caro THX... uno che dice:--- se al dunque si fosse richiesti di un voto esplicito che preveda di fatto il matrimonio per gli omosessuali, allora, senza bisogno di disturbare la dottrina della chiesa cattolica, è chiaro che un voto a favore non si può dare perché in contrasto con una realtà di storia dell'umanità, che prevede per il matrimonio un maschio e una femmina".--- Non credo si possa definire un non-rimbambito.Non credo che meriti il pollice in su che gli hai dato.Smettiamola di annuire verso chi vuole che rimaniamo persone di serie b.

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Caro Equal, io mi riferivo unicamente allo "stop" che ha dato a Ruini sul piano politico-costituzionale. A me basta, per ora, che ci sia qualcuno che ricordi ad Eminenz quali sono i limiti dei suoi interventi e delle sue azioni. Quanto alla sua posizione personale nei riguardi del matrimonio aperto agli omosessuali, è una sua opinione personale, su cui si potrà ritornare a tempo debito...  :rotfl:

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Guest equalmarriage
Caro Equal, io mi riferivo unicamente allo "stop" che ha dato a Ruini sul piano politico-costituzionale. A me basta, per ora, che ci sia qualcuno che ricordi ad Eminenz quali sono i limiti dei suoi interventi e delle sue azioni. Quanto alla sua posizione personale nei riguardi del matrimonio aperto agli omosessuali, è una sua opinione personale, su cui si potrà ritornare a tempo debito...  :rotfl:
Lo so, THX...Ma è proprio questo che non ritengo concepibile e che anzi ritengo controproducente in un'ottica di lotta all'omofobia imperante: il rimandare il discorso, quasi come se fosse accettabile che fino a data da destinarsi chiunque, anche chi ha il compito di legiferare per il nostro bene, si possa permettere di trattarci, spacciarci per, persone degne di cittadinanza di serie seconda classe.
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Oramai sputtanato da tutti i media, il devoto ma peccatore Casini così "difende" se stesso e la sua posizione contraria ai Di.Co.:***CASINI: "DIFENDO LA FAMIGLIA, OLTRE IL MIO PRIVATO" Indagine della Swg: la legge piace all´80 per cento degli italiani. Ma sull´allargamento ai gay il consenso scende giovedì 15 febbraio 2007 di La RepubblicaIl leader dell´Udc rivendica il diritto di parlare "come politico e legislatore" nonostante il fallimento del suo matrimonio "Difendo la famiglia, oltre il mio privato" Casini: il vero clericale è chi vuol zittirmi perché ho divorziato e convivo chiesa e parlamento Io non vado in chiesa a predicare le virtù delle nozze, mi batto in Parlamento per il valore di una scelta comunione negata La Chiesa non mi dà la comunione: soffro ma lo accetto. Non accetto che si mescolino piano religioso e civile lei è d´accordo Azzurra la pensa come me. Anche lei è convinta che i Dico siano un pasticcio, non un progresso ALESSANDRA LONGO ROMA - «Perché non posso parlare contro i Dico? Perché sono divorziato e convivo? Non credo che questa battaglia civile e politica sia riservata solo a mogli e mariti felicemente sposati. Io, Pier Ferdinando Casini, posso sentirmi in colpa come uomo e come padre nei confronti di Benedetta e Maria Carolina, le mie prime due figlie, ma non mi sento affatto in colpa come politico e come legislatore. Considero la famiglia la principale risorsa sociale ed etica di un Paese e rivendico laicamente il mio diritto a parlare. Nel giorno del mio insediamento alla Camera, ho portato al Quirinale la mia compagna, Azzurra Caltagirone, perché io, tra il politically correct, le ragioni di Stato e la convenienza, ho scelto invece la mia vita...». Dal suo studio pieno di luce, al quarto piano di Montecitorio, Casini ha deciso di passare all´attacco. Una risposta a "Repubblica", che lo aveva citato tra i «cattolicanti», secondo una definizione di Padre Sorge, ma anche alle centinaia di mail che stanno intasando il blog di Libero.it. Cittadini che si scagliano contro «i bigotti ipocriti», «i politici divorziati e paraculi», che gli scrivono cose del tipo: «Come si permette, onorevole Casini, di fare scuola di moralità, lei che è separato e pubblico concubino?». Oggi, dalle 15 alle 16, il leader dell´Udc, risponderà personalmente alle provocazioni del blog. Nel frattempo, ha accettato di parlare delle sue scelte pubbliche e private. Onorevole Casini, il punto è chiaro, visto dal versante dei detrattori. Brutalmente e banalmente: lei predica bene e razzola male. Solo una piccola scheda per chi legge: lei si è sposato con Roberta Lubich, poi ha divorziato e adesso convive. Ferma restando la libertà delle scelte private, non le sembra di essere poco credibile come politico quando invoca la famiglia e tuona contro i Dico?«Trovo questo discorso inaccettabile. Io ho vissuto la fine del mio matrimonio come un fatto negativo, con dolore. Ma non vedo che cosa c´entrino le scelte private con la difesa che io faccio, e continuerò a fare, della famiglia come istituto giuridico che trova le sue ragioni nella Costituzione e nelle leggi dello Stato. Mi sentirei in imbarazzo, questo sì, se andassi in chiesa a predicare le virtù del matrimonio ma io, in Parlamento, difendo la libertà di chi vuole vivere un rapporto a due senza chiedere diritti in cambio di doveri che non sottoscrive».Roberto Villetti, Sdi, le dà del sepolcro imbiancato, l´accusa, con altri esponenti del centrodestra, di fare in sostanza gli affari suoi nel privato e poi voler impedire la convivenza agli altri.«Ecco la vera intolleranza. Chi parla non è un prete e io non sono andato a confessarmi da lui. La Chiesa non mi dà la comunione perché sono divorziato. Questo mi fa soffrire ma lo accetto. Quel che non accetto è mescolare il piano religioso con quello civile. La famiglia è un valore che continuo a difendere, soprattutto dopo la mia esperienza. Io spero che le mie figlie si sposino e non ricorrano ai Dico. Certo, non accetto, come parlamentare, di non poter più parlare di questo argomento».È sicuro che la persona che le sta accanto, dalla quale ha avuto una figlia, Caterina, 2 anni e mezzo, non pensi di avere diritti e doveri anche se non ha la fede al dito?«Io so che Azzurra la pensa come me. Queste sono cose che si valutano insieme. Anche lei ritiene che i Dico siano un pasticcio. I conviventi hanno già alcune tutele di legge e i figli nati fuori dal matrimonio sono equiparati giustamente agli altri».Se si è deciso per nuove tutele vuol dire che quelle vecchie non sono state ritenute sufficienti.«Diciamo le cose come stanno. Inserire come priorità politica sociale i Pacs, diventati Dico, è stato uno sbaglio della maggioranza. Si è messo in cima all´agenda un finto problema. Abbiano il coraggio della verità: l´unico obiettivo vero erano le garanzie per le unioni gay, come in Spagna. Immagino quante convivenze di comodo provocherà questa scelta del governo e mi chiedo che cosa succederà alle persone sole che resteranno tali». Come per il divorzio, è passato un principio di civiltà.«Dissento totalmente. I Dico non sono affatto una frontiera del progresso per la società».Mi perdoni, ma resta il tema di fondo: lei attacca la convivenza e convive.«Io non attacco la convivenza che è una libera scelta di due persone». In altri Paesi il politico che fuma lo spinello si guarda bene dal pontificare sulle droghe leggere. Non lo prenderebbero sul serio. «Mi sta dicendo che un eroinomane uscito dalle comunità di recupero non può prendere posizione contro la liberalizzazione delle droghe? Io credo, al contrario, che quell´esperienza lo renda ancor più determinato»Io le sto dicendo che al politico si dovrebbe chiedere linearità di comportamenti.«Io sono lineare. Difendo sia la famiglia che la libera convivenza. Sono contrario ai Dico che non sono né l´una né l´altra cosa».Mi scusi, Casini, ma la sua seconda famiglia è forse di serie B?«No è di serie A, anzi A1 e proprio per questo non ha bisogno dei Dico». IL SONDAGGIO Sì ai Dico dal 67 per cento dei cattoliciPer la maggioranza non è giusto che la Chiesa cerchi di condizionare lo StatoROMA - I Dico vengono promossi dalla gran parte degli italiani e anche tra i cattolici è diffusa la convinzione che la famiglia tradizionale non sia affatto sotto attacco. Sono i risultati del sondaggio realizzato dal 10 al 13 febbraio dalla Swg, su un campione stratificato per quote di 1000 soggetti (su 4550 soggetti) secondo il metodo CATI e online CAWI. La regolamentazione è promossa dall´80% dei cittadini, contro un 20% di contrari. In dettaglio il 52% è favorevole all´estensione dei Dico «per tutte le coppie», mentre il 28% lo è ma solo per le coppie «eterosessuali». Il dato più sorprendente è che anche il 67% dei cattolici è favorevole, contro un 33% di contrari. Per il 60% del campione il governo ha quindi «fatto bene a portare avanti la proposta» nonostante l´avversione del Vaticano, il 36% è convinto invece che abbia «fatto male» a insistere e il 4% non risponde. Quando alle ingerenze delle Cei, il 60% degli elettori ritiene che non sia «giusto» che la Chiesa cerchi di «condizionare le leggi dello Stato», contro un 35% che la pensa all´opposto. «La tensione veicolata dalle gerarchie ecclesiastiche - sintetizza Maurizio Pessato della Swg - appare più di natura politica che legata a una forte corrente di opinione».

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Letto e mi viene in mente solo una cosa. Se è arrivato a questo non credo sia per dimostrare di essere "vicino" alla gente comune, ma perché deve avere subito un grave danno d'immagine e adesso tenta la rimonta. Ciò sarebbe la conferma che la nostra strategia, quella di chiedere conto a questi politicanti del loro privato e dei loro privilegi (il "Pacs" parlamentare), è giusta. Bisogna continuare su questa strada: metterli con le spalle al muro.Una nota: l'on. Casini sorvola molto astutamente sul fatto che una coppia ricca (etero od omo che sia) come la sua può garantirsi molti dei diritti in discussione (polizze private, assicurazioni sulla vita/salute, fondi pensione, intestazione di una o più case, ecc. ecc.) che solo chi ha molte risorse economiche può permettersi senza problemi. Una coppia (specie quelle omo, perché non hanno altra scelta) normale, con normali mezzi economici, non può permettersi tutto questo, perché già versa i contributi per una pensione, tanto per fare un esempio, che non verrà mai riconosciuta al partner e nessuno dei due può permettersi di costruirsene una seconda privatamente per il proprio partner, e così per tutto il resto.

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Concordo pienamente con te. Un personaggio pubblico deve dimostrare coerenza tra la sua vita privata e la sua vita pubblica. E la destra certamente non può permetterselo :rotfl:

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Guest equalmarriage
Equal, per vincere una guerra si devono prima vincere le battaglie...  :rotfl:
Ma non è applaudendo chi propaganda omofobia (es: Scalfaro) che vinciamo.Annunendo in quel modo, a lungo termine legittimiamo noi stessi l'omofobia.-
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Per me, in questo particolare momento, è più importante l'altolà che Scalfaro, da ex Capo dello Stato, ha dato a Ruini. Sarebbe stato molto meglio se l'avesse fatto Napolitano, ma, ahinoi, sappiamo che ciò che ha detto quando è stato interpellato in merito è stato molto più grave e, implicitamente, più omofobico.

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Il monito di Scalfaro, del tutto opportuno, ha un unico oggetto: la salvaguardia del cattolicesimo parlamentare. Scalfaro si rende conto che se l'ingerenza del Vaticano nelle scelte e leggi dello Stato si spinge fino al punto che la CEI emani esplicite prescrizioni e divieti ai parlamentari di fede cattolica, allora è distrutto il cattolicesimo parlamentare. E' questo contro cui insorge, è questo ciò di cui si preoccupa. Non insorge contro la discriminazione, l'omofobia e il razzismo. Per accidens, la sua posizione ci è giovevole, ma solo  per accidens, quindi anche limitatamente al breve momento politico in cui si esprime. E' solo perché in Italia l'ingerenza esplicita del Vaticano nelle materie dello Stato è diventata così incredibilmente alta (e molti si sono abituati e assuefatti a questo) che la posizione di Scalfaro diventa così significativa; ma lo è su un terreno ben preciso e delimitato. 

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Guest equalmarriage

Un equivoco di fondo:Io non ho detto che non occorre sottolineare positivamente, e applaudire, pubblicizzare, "l'altolà di Scalfaro alla Chiesa"... io ho detto solo che stare zitti, o addirittura annuire, laddove lo stesso Scalfaro (ma poteva essere chiunque altro) propaganda omofobia a lungo andare ci danneggia, legittima l'omofobia.Tutto qui.

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Ciao, Isher. A tuo parere, nel caso la CEI emanasse veramente una nota vincolante anti-DICO per i parlamentari cattolici, sarebbe possibile invocare le dimissioni dei suddetti in base all'Art. 67 della Costituzione?"Ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato."Una nota della CEI non violerebbe il suddetto articolo e, in buona sostanza, non costituirebbe un atto eversivo? Penso sia questo che preoccupa Scalfaro più di ogni altra cosa, come hai sottolineato: la fine del cattolicesimo parlamentare.

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