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Pacs: il punto della situazione


Deed

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Adesso il messaggio che passa è quello di una manifestazione a favore dei DICO.... Vado alla manifestazione con un certo senso di disgusto, francamente la mia adesione che inizialmente era convinta si è via via spegnendo e adesso vado quasi per senso di dovere e nella speranza che ci siano comunque effetti positivi per noi tutti.Ci credo sempre meno!
Milziade, sono d'accordo con te sul giudizio negativo su come Arcigay ha gestito sul piano comunicativo e politico la Manifestazione, ma dobbiamo andarci con gioia, accettando la contraddizione (c'è anche da dire che ci saranno anche le coppie di fatto etero, alle quali i Dico vanno benissimo, perché per loro è un lusso, un di più, visto che dispongono del diritto di contrarre il matrimonio civile, che a noi è negato), e ognuno dovrà riempire la manifestazione di ciò in cui crede, del proprio sogno! La manifestazione è importante, vale per sé stessa, e come primo appuntamento, in attesa del secondo, il 9 giugno. Inoltre, anche in altri Paesi più avanzati del nostro, dove non impera la papessa, e dove non c'è una classe politica così spregevole come la nostra, ci sono voluti una serie di tanti atti, militanti, civili, un concorso di autoesposizione, perché le cose cambiassero.Domani dobbiamo pensare solo ad essere sereni, e in tanti, e a goderci questo giorno.
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E' proprio il caso di dirlo: da che pulpito viene la predica...***Bagnasco: dovete rispettarci, non è una caccia alle stregheIl presidente della Cei: non aggrediamo ma non vogliamo aggressioniMARCO TOSATTICITTÀ DEL VATICANOLa manifestazione di sabato non è piaciuta, ai cattolici; e la presenza di alcuni ministri nella piazza, da cui partivano slogan contro il cardinale Ruini, o il Papa, non è stata certo ben accolta oltre Tevere. Lo ha fatto capire in maniera chiara il neo-Presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco, che a «Sua Immagine», il programma della mattina di domenica su Rai Uno, ha risposto a una domanda sui rapporti fra Chiesa e società. «Sono rapporti dinamici - ha detto - e devono essere appunto dinamici. L'importante è che tutto questo dinamismo si svolga all'interno di un reciproco riconoscimento, di un reciproco rispetto, senza pregiudizi da nessuna parte e senza caccia alle streghe, in modo che ognuno possa veramente offrire a tutti, nell'assoluta benevolenza e, nel contempo, nell'assoluta chiarezza, con serenità, la ricchezza del proprio cuore e della propria intelligenza, del proprio vissuto». L’arcivescovo di Genova ha poi aggiunto: «Offrirlo a tutti serenamente, e senza aggredire o essere aggrediti. Soltanto in questo contesto direi che l'incontro tra il Vangelo e la storia, tra la Chiesa la società, possa diventare un motivo di costruzione e di arricchimento per tutti». Senza aggredire o essere aggrediti: è probabilmente questa la frase chiave dell’intervento del presule, che parlando al giornale dei vescovi, «Avvenire», ha lanciato un ammonimento: «i politici che cercano il consenso rincorrendo alcuni aspetti parziali della società si allontanano dalla gente e dalla stessa idea del bene di tutti, oggi centrata sui grandi temi etici. La politica ha come scopo il bene comune, non l’inseguimento dei desideri». E’ evidente che fra i «desideri», utilizzando un termine impiegato di frequente dal suo predecessore, il cardinale Camillo Ruini, monsignor Bagnasco colloca anche la regolamentazione giuridica delle coppie di fatto proposta dai «Dico». «Nessuna condanna per le convivenze, - ha detto il Presidente della Cei - è inaccettabile invece creare un nuovo soggetto di diritto pubblico che si veda assegnati diritti e tutele in analogia alla famiglia». L’arcivescovo ha ribadito, come già detto dai vescovi in altre occasioni, che bastano alcune modifiche al Codice Civile, per risolvere i problemi: «molto di ciò che viene chiesto è già oggi garantito dal diritto privato, una via però rifiutata per creare un nuovo soggetto alternativo in nome di una pretesa ideologica». E’ molto probabile che questi stessi elementi tornino nel testo che la Cei preparerà nelle prossime settimane, le «parole meditate» annunciate dal cardinale Ruini in tema di «Dico». Ma se il neo-presidente ha accennato in maniera diplomatica ai problemi di rapporti fra Chiesa e società (e governo) originati dalla manifestazione di sabato, «Avvenire», il quotidiano dei vescovi, accusa chi «vorrebbe tacitare i vescovi e i cattolici italiani». Polemiche e slogan dei manifestanti «decisamente eccessivi, e, purtroppo, volgarmente mistificatori» non sono piaciuti; ma è stata soprattutto la presenza dei ministri a destare sconcerto. Il giornale cattolico parla di «un gioco delle parti troppo scoperto per poter suscitare sorpresa, ma abbastanza sfrontato da imporre seri interrogativi». E non è bastata la «perplessità» di Prodi a placare le preoccupazioni: «Il fatto che chi è alla guida del paese tenda contemporaneamente - con esponenti al massimo livello della sua classe dirigente - a presidiarne politicamente le piazze “in movimento” non è mai una buona notizia ed è sempre un segnale di crisi». Quello che ha dato particolarmente fastidio sono certi slogan e gadget comparsi a piazza Farnese sabato: l’ «Avvenire» critica la «caciara anticlericale», definendola «un’intolleranza che rischia di diventare davvero grave».

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Guest equalmarriage

Io la sensazione che ho oggi, lunedì 12, è che la manifestazione, nata per protesta sull'onda dell'indignazione per l'iniziativa dico, sia cambiata nella sua essenza e si sia trasformata in un grande "sì" ai dico, offensivo strumento di affossamento definitivo dei Pacs (di questo si tratta, non di qualcosa di cui felicitarsi).Sta avvenendo il solito meccanismo perverso che scatta ogni qual volta nella comunità glbt c'è malcontento nei confronti di ciò che fa l'Unione sulla nostra pelle: le forze politiche dell'Unione all'improvviso organizzano un totale azzeramento simbolico o reale dell'iniziativa politica in materia (in questo caso lo sbolognare interamente alle coscenze dei singoli parlamentari la patata bollente delle perone in situazioni di fatto), e poi si mettono a ipotizzare di fare, o stimolare, un qualcosina di uguale o di meno rispetto a quanto stavano facendo giorni o settimane prima. Tutta la manovra in questione, che si ripete periodicamente (e che evidentemente trova vasto appoggio nelle org gay legate a quell'area politica), mira a farci dimenticare che man mano si sta andando sempre più in basso, nel nulla più nulla totale, nell'affossamento più totale di ciò che abbiamo rivendicato, e soprattutto che ci hanno promesso, in questi anni e quindi a farci percepire gli offensivi, e anti-conviventi, dico addirittura come una sorta di "avanzamento".Io credo che tutto ciò non sia affatto da accettare, Miliziade... io non sopporto più sta situazione anzi francamente mi irrita. In quanto è contro di me, di noi.Piuttosto che accettare questa situazione occorrerebbe pensare a come fare affinchè si cambi totalmente e categoricamente registro.

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Equal, non se ne farà nulla neppure dei DiCo, stai tranquillo! Ma quando mai un governo propone un ddl e poi lo abbandona al mare magnum del Parlamento??? Il governo che presenta un ddl se ne fa promotore e sostenitore fino alla sua promulgazione! Ora come ora, il governo pensa solo a modificare la legge elettorale d'intesa con l'opposizione e poi "saluti a tutti quanti", si torna alle urne al massimo entro un anno! E la sinistra non tornerà più al governo per i prossimi dieci anni, come minimo. Facciano pure il partito democratico, vedrai che tonfo!Aggiornamento:DICO: BINDI, IL GOVERNO NON METTERA' LA FIDUCIAI Dico sono "un provvedimento su cui non metteremop la fiducia". Lo ha detto intervenendo ad un convegno 'Tempi moderni e famiglia', il ministro della famiglia Rosi Bindi. "Ci deve pensare il Parlamento - ha aggiunto - come ce lo ha chiesto (il provvedimento sui Dico, ndr), e' libero di bocciarlo".***Della serie: "Noi ce ne laviamo le mani"!

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(da repubblica.it)Dura critica dell'Osservatore romano alla manifestazione di sabato nella capitaleL'Arcigay: "Un attacco precotto e favolistico. Non sapevano che dire"Il Vaticano sui Dico: una carnevalatabambini sfruttati per la causa gayProdi: "Non era contro il governo, ma sarebbe stato meglio non andareROMA - Una carnevalata, per di più isterica, i cui autori sono persone irrispettose. Questa l'opinione dell'Osservatore romano sulla manifestazione romana di sabato sui Dico. Una "esibizione carnascialesca della vera natura dei Dico", questo "il corteo di Roma a favore del riconoscimento legale delle coppie omosessuali. Una manifestazione nella quale - commenta il giornale vaticano - al di là dell'immagine borghese e rassicurante che si voleva dare, hanno trovato posto discutibili mascherate e carnascialate varie. Ironie e isteriche esibizioni da parte di chi invoca riconoscimenti e non esprime rispetto". Toni forti, che hanno suscitato le proteste delle associazioni omosessuali. E anche del presidente del gruppo Prc al Senato Giovanni Russo Spena, che invita il giornale del Vaticano a "scusarsi". Non prende posizione sulla questione Prodi che, comunque, invita alla prudenza e bacchetta i ministri che sabato hanno partecipato al corteo. "Queste manifestazioni finiscono sempre con l'avere code di polemiche e discussioni - ha commentato il presidente del consiglio - e credo che sia compito di un governo avere serietà e prudenza e per questo non era il caso di andare. Bisogna riflettere molto su cosa comporta stare al governo" Nell'articolo, l'Osservatore rileva che "erano in molti, fra l'altro, i manifestanti omosessuali che recavano sulle spalle o per mano, dei bambini, frutto di precedenti relazioni o anche di fecondazioni praticate all'estero. Bambini - scrive il quotidiano del Papa - la cui presenza è stata sfruttata proprio allo scopo di accreditare l'immagine, che vorrebbe essere rassicurante, di una famiglia da tutelare. Almeno quando è nato, ogni bambino - ricorda la nota - gode, anche nell'ordinamento italiano, di diritti che gli vengono riconosciuti comunque, in ogni condizione si trovino i loro genitori. Anche per questo, sfruttare la loro ingenuità appare un'operazione particolarmente criticabile". Secondo l'Osservatore, quanto è accaduto sabato a Roma è allora "ancora una volta, la prova evidente di quale sia la finalità di chi si batte per il riconoscimento legale delle coppie omosessuali, essendo la presenza di minori determinante per garantire ad un nucleo famigliare particolari diritti. Non è un caso - conclude la nota vaticana - che nelle immagini trasmesse sul corteo di sabato a parlare siano state quasi esclusivamente le coppie omosessuali, la categoria per la quale, al di là di ogni tattica politica, i recenti tentativi di regolamentazione sono concepiti". Le reazioni. Per l'arcigay, l'attacco dell'Osservatore Romano "è precotto e favolistico. Si aspettavano un gay-pride - spiega il presidente Lo Giudice - e di fronte ad una manifestazione politica di altro tipo, civile, sobria e gioiosa, con tante famiglie e bambini, non hanno saputo più che dire e hanno mandato il disco rotto contro le carnevalate e isteria. Ma l'unica isteria - continua Lo Giudice - è quella con cui i vertici del clero cattolico attaccano il progetto di dotare l'Italia di una buona legge sulle unioni civili, a favore di tante coppie omosessuali ed eterosessuali". A indignare il presidente dell'Arcigay, soprattuto, è l'accusa di strumentalizzazione dei bambini. "I bambini che erano in piazza Farnese coi genitori, etero ed omosessuali, - spiega - partecipavano ad una festa di libertà: è un fatto che il 15% dei bambini nasca in Italia da coppie non sposate, è un fatto che molti bambini vivano con due genitori dello stesso sesso. Questa è la 'società naturale' italiana, anche se non corrisponde a schemi ideologici precostituiti". E su questo punto è intervenuto anche Giovanni Russo Spena, capogruppo Prc al Senato. "L'accusa alle coppie gay di aver portato in piazza i bambini per strumentalizzarli - dice- per dare l'idea di famiglia dove secondo il Vaticano evidentemente c'è solo vizio e deviazione, mi sembra così fuori dalla realtà degli affetti, talmente bassa da suscitare una grande preoccupazione". E invita il quotidiano del Vaticano a scusarsi. "Credo che l'Osservatore Romano debba delle scuse a tante coppie, gay e etero, che probabilmente crescono i loro figli nell'idea del rispetto e della tolleranza". (12 marzo 2007)

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Dall'Osservatore Romano:Il Vaticano sui Dico: una carnevalatabambini sfruttati per la causa gayE il nuovo presidente della CEI, Bagnasco, ha anche il coraggio di dire:<>Mi sembra che l'Osservatore ROmano invece aggredisca eccome..

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Mi trovco sostanzialmente d'accordo con equal marriege e le ragioni discendono da qunto già paventavo prima dell manifestazione.L'organizzazione e la comuinicazione per come sono stati gestiti non hanno fatto chiarezza e hanno di fatto messo la piazza e il movimento in mano ai partiti che li hanno strumentalizzati!

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Da Repubblica riporto l'ennesimo attacco della Chiesa Cattolica alle persone omosessuali. In queste parole, oltre ad una forte omofobia, leggo pure un fortissimo maschilismo, la donna e' vista principalmente come sposa e madre, il suo ruolo sociale non ha altri aspetti.Non ho molti altri commenti da fare, c'e' poco da dire....BENEDETTO XVI. "NON VOTATE LEGGI CONTRO NATURA" Nell'esortazione post-sinodale Sacramentum Caritatis Benedetto XVI richiama alla coerenza anche in ParlamentoDal Papa monito ai politici cattoliciCITTA' DEL VATICANO - "Politici e legislatori cattolici consapevoli della loro grave responsabilità sociale" non devono votare leggi che vanno contro "la natura umana". Il Papa nell'esortazione post-sinodale Sacramentum Caritatis richiama i cattolici alla coerenza anche in Parlamento, chiedendo di sostenere "valori fondamentali come il rispetto e la difesa della vita umana", della "famiglia fondata sul matrimonio tra uomo e donna". Difendere la famiglia. "Matrimonio e famiglia sono istituzioni che devono essere promosse e difese da ogni possibile equivoco sulla loro verità, perché ogni danno arrecato ad esse è una ferita alla convivenza umana come tale". "Troppo grande è il bene che la Chiesa e l'intera società s'attendono dal matrimonio e dalla famiglia per non impegnarsi a fondo in questo ambito pastorale". Nel testo del Sacramentum Caritatis Benedetto XVI sottolinea la necessità, da parte dei cattolici che ricoprono ruoli pubblici, di dare "pubblica testimonianza della propria fede". Soprattutto quando è il momento di prendere "decisioni in proposito di valori fondamentali" e per "la promozione del bene comune in tutte le sue forme". Inoltre, ha aggiunto il Papa, i vescovi sono "tenuti a richiamare costantemente" i valori non negoziabili dato che "ciò fa parte della loro responsabilità nei confronti del gregge loro affidato". No alla comunione per i divorziati. Benedetto XVI non cambia la proibizione della Chiesa che esclude i divorziati risposati dall'Eucaristia. Essi, spiega nella sua Esortazione Apostolica, non possono essere ammessi ai sacramenti perché "il loro stato e la loro condizione di vita oggettivamente contraddicono quell'unione di amore fra Cristo e la Chiesa che è significata ed attuata nell'Eucarestia". Salvaguardare il ruolo della donna. Nel documento presentato oggi, Benedetto XVI rende omaggio alle donne. "Il Sinodo - scrive - ha raccomandato di riconoscere la singolare missione della donna nella famiglia e nella società". Una missione che, per il Papa, "va difesa, salvaguardata e promossa". "Il suo essere sposa e madre - ribadisce l'Esortazione Apostolica - costituisce una realtà imprescindibile che non deve essere svilita". Preservare la domenica. Preservate la domenica: "Il lavoro è per l'uomo e non l'uomo per il lavoro". "Ci auguriamo vivamente", ha affermato Benedetto XVI nell'esortazione post-sinodale che la domenica, giorno del Signore, giorno del "riposo dal lavoro", resti "riconosciuto come tale anche dalla società civile, così che sia possibile essere liberi dalle attività lavorative, senza venire per questo penalizzati". Celibato sacerdotale, ricchezza inestimabile. Il celibato sacerdotale è "una ricchezza inestimabile". Il Papa rinnova la validità e l'importanza del celibato dei preti in un passo del Sacramentum caritatis. Cristo, "sacerdote in eterno", ha vissuto la sua missione sino al sacrificio della croce "nello stato di verginità". Un punto di riferimento "sicuro per cogliere il senso della tradizione della Chiesa latina in questo proposito. Pertanto - sottolinea il pontefice - non è sufficiente comprendere il celibato sacerdotale in termini meramente funzionali. In realtà esso rappresenta una speciale conformazione allo stile di vita di Cristo stesso". Rilanciare il latino. Benedetto XVI intende rilanciare latino e gregoriano nelle liturgie cattoliche. E ne consiglia l'uso nelle grandi celebrazioni che avvengono in occasione dei raduni internazionali: "E' bene - scrive nella sua prima Esortazione Apostolica - che tali celebrazioni siano in lingua latina; così pure siano recitate in latino le preghiere più note della tradizione della Chiesa ed eventualmente eseguiti brani in canto gregoriano". E i futuri sacerdoti "fin dal tempo del seminario" siano preparati a celebrare in latino, "nonché ad utilizzare testi latini e a eseguire il canto gregoriano".

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Volevo segnalarvi che sul sito Senato della Repubblica - Commissione Giustizia - Seduta del 6 Marzo 2007 - Resoconto sommario è possibile leggere la stroncatura del d.d.l. Bindi Pollastrini ad opera del Presidente della Commissione dei DS ed ( in linea evidentemente teorica ) relatore e sostenitore della proposta del suo partito e del suo governo...Ovviamente noi difficilmente vedremo Salvi in un dibattito televisivo...e nessuno ci dirà che la Pollastrini ha delegato Ceccanti ( giurista cattolico ) di realizzareil compromesso con la Bindi perchè Fassino aveva una urgenza congressuale di produrreun risultato purchessia tangibile ai suoi iscritti e lo poteva incassare solo dalla Bindi.Tantomeno leggeremo sui giornali che Salvi appoggia la mozione Mussi ( contraria al PD )mentre Grillini incontra Angius ( ovvero la cd terza mozione congressuale a favore dell'ancoraggio delPD al PSOE, ma non scissionista ) Tuttavia possiamo seguire i lavori parlamentari attingendo direttamente alle fonti

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L'ho gia' detto altrove, ma in Italia ci dimentichiamo che l'Europa esiste non solo per la moneta unica:Il Parlamento Europeo approvava nel settembre 2003 una risoluzione sui diritti umani in Europa, meglio conosciuta come Rapporto Sylla.Nella sezione dedicata alle discriminazioni per orientamento sessuale, il parlamento ribadiva “la propria richiesta agli Stati membri di abolire qualsiasi forma di discriminazione – legislativa o de facto – di cui sono ancora vittime gli omosessuali, in particolare in materia di diritto al matrimonio e all’adozione” raccomandando “gli stati membri di riconoscere, in generale, i rapporti non coniugali fra persone sia di sesso diverso che dello stesso sesso, conferendo gli stessi diritti riconosciuti ai rapporti coniugali, oltretutto adottando le disposizioni necessarie per consentire alle coppie di esercitare il diritto alla libera circolazione nell’Unione”.

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Da RepubblicaIntanto i sostenitori dei dico possono salutare le aperture, pur caute, dei senatori laici del centrodestra.Alfredo Biondi e poi Del Pennino, Sterpa, Stracquadanio, Saro, Paravia e Cutrufo bocciano il testo del governo, ma chiedono anche un dibattito costruttivo per risolvere sul piano legale il problema delle convivenze...Beh...sarebbero 7 voti.Pochi per Forza Italia...ma forse decisivi per il Senato.

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Per Milziade, Isher e gli altri che erano a Piazza Farnese, ma Diaco ha fatto la stessa dichiarazione anche durante la manifestazione (vedere la risposta evidenziata in rosso)?***Diaco, lo schizofrenico democristiano, infiltrato della Chiesa a Piazza FarnesePierluigi Diaco: vi spiego il mio disagio su quel palcoHa riascoltato per alcuni giorni il disagio provato in piazza Farnese e ora lo tira fuori tutto d'un fiato. Replicando a Cecchi Paone, dissociandosi (di nuovo) dagli slogan contro la Chiesa e rivendicando il merito di aver mantenuto la manifestazione pro Dico "nei binari della serietà". Ma per Pierluigi Diaco, il conduttore di Onorevole Deejay su Rtl e Temporale su Sky Canale Italia 813, le polemiche di sabato scorso dimostrano ancora un'intrinseca debolezza dei sostenitori del disegno di legge governativo sui Dico, "che non sarà mai approvato se non ritroveranno un canale di dialogo con la Chiesa".Cos'ha provato quando Cecchi Paone se ne è andato da piazza farnese, accusando lei e l'Arcigay di essere succubi del Vaticano e della Cei?Disagio e tristezza, ma ho anche capito che ero stato ingannato. Cecchi Paone non si era presentato alle prove ed è arrivato poco prima del momento in cui avrebber dovuto salire sul palco, giusto in tempo per polemizzare e andar via. Un gesto isterico, condito da insulti, ma non solo questo.Qual è il retroscena?Cecchi Paone non ha accettato l'impostazione della manifestazione. Alessandro Zan aveva concordato con me e la collega Delia Vaccarello una conduzione equilibrata, l'unica che avrei accettato perché è nelle mie corde e nella mia formazione. Da cattolico, non potevo certo condurre una manifestazione contro la Chiesa, tant'è vero che quando sono partiti striscioni e slogan contro Mastella, Andreotti e la Cei li ho zittiti. Secondo noi, la manifestazione doveva esprimere rispetto verso tutte le posizioni e questo giustifica anche il patrocinio del comune di Roma. Cecchi Paone la vedeva diversamente, ma non si è neppure presentato alla riunione organizzativa per parlarne. Ha semplicemente spento il cellulare e qualche ora dopo si è presentato in piazza per creare il caso. L'addio di Cecchi Paone è la metafora di un dialogo impossibile?Dimostra che una parte del movimento gay sbaglia tutto, incattivendosi contro la Chiesa, che invece ha il diritto di proporre la sua dottrini alla quale è dovuto grande rispetto.L'atteggiamento di Cecchi Paone, che è mosso da una grande passione civile anche se il suo outing è coinciso con la sua campagna elettorale per le europee, ripropone una posizione gay macchiettistica, che pretende di cambiare l'Italia e non porta ad alcun risultato. Sabato molti fischiavano l'Unione e la Margherita, cioè gli unici a poter decidere se trasformare i Dico in legge. Quel che è peggio, i fischi alla Chiesa demoliscono la speranza di un rispetto reciproco. Chi si comporta così difende la propria ideologia, non i diritti.I Dico sono un diritto?Si possono riconoscere alcuni diritti agli individui che convivono. su questo sono d'accordo, ma è sufficiente utilizzare il codice civile. Non condivido la scelta di impegnare il governo in questo provvedimento, preferirei che la soluzione scaturisse dal dibattito del Parlamento, proprio per svuotarla di significati troppo ideologici.Crede veramente che si possa ragigungere un accordo in Parlamento?Solo ritrovando un dialogo con la Chiesa, che per gli italiani rappresenta molto, sia come istituzione che come realtà fatta di uomini, di associazioni, di volontariato. Il dibattito cammina sulle gambe del rispetto reciproco e ci sono molti personaggi che seguono questo registro, fortunatamente, da Veltroni a Berlusconi, dalla Serafini alla Santanchè, da Fassino a Rutelli. In mezzo c'è mastella, ingiustamente fischiato sabato, Il Guardasigilli è stato l'unico a difendere la parte più nobile della storia di un Paese che cresce dialogando, la storia democristiana. Da cattolico liberale, dò un consiglio a Grillini: se vuole davvero arrivare ai Dico pensi a una nuova proposta con chi fa politica con il buon senso. (intervista di Paolo Viana su Avvenire)

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Non mi e' mai piaciuto questo Diaco, ma chi cavolo l'ha invitato? Ma perche' era sul palco? Nessuno lo ha cacciato?Meno male che c'e' Diaco a dirci che una parte del movimento gay ha sbagliato tutto, condivido in pieno questa affermazione, ma nel senso che i movimenti gay, oltre ad dover essere meno frastagliati e molto piu' uniti di quanto lo siano oggi, dovrebbero invocare sempre e comunque l'apertura del matrimonio agli omosessuali, altro che diritti individuali alle persone che vivono nelle coppie di fatto!!! Questa frase mi fa vomitare. Sono stufo di sentirmi dire che dobbiamo dialogare con la chiesa, ma come si fa a fare affermazioni del genere quando sono proprio questi a parlare di valori non negoziabili??? E chi spiega a Diaco e a tutti gli altri che e' impossibile dialogare con chi non vuole minimamente negoziare su nulla????Mi sento non difeso da questo paese, incapace di avere un minimo di sensibilita' laica.

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Per Milziade, Isher e gli altri che erano a Piazza Farnese, ma Diaco ha fatto la stessa dichiarazione anche durante la manifestazione (vedere la risposta evidenziata in rosso)?
Quella frase specifica onestamente non me la ricordo. Posso dirti solo che la conduzione di Diaco mi ha fortemente infastidito dall'inizio alla fine. Peggio, ho avuto la sensazione che quel palco non solo costituisse, ma frapponesse, un corpo estraneo allo spirito della manifestazione, almeno come la vivevo io, ma credo tanti altri. E non sono il solo a pensarla così: anche un mio amico che era lì con me la pensava allo stesso modo. Ma questo riguarda tutto il modo cauteloso, stile "attenti a non urtare la suscettibilità della chiesa", con cui è stata condotta la presentazione. Quanto a Cecchi Paone, non conosco i fatti: ma ciò che dice Diaco mi insospettisce ed è evidentemente funzionale alla sua linea. Sono totalmente d'accordo con il post di Dago, qui prima del mio.
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Da una nota dell'ufficio stampa del ministro nessuna scusa, solo la conferma delle sue dichiarazioni con termini più misurati e cauti che non cambiano il contenuto offensivo, omofobo e razzista delle parole del ministro.***ADOZIONI: BINDI, NESSUNA VOLONTA' DI OFFENDERE I GAY Lo precisa una nota dell'ufficio stampa del ministro che ha lavorato al Ddl sui Dico giovedì 15 marzo 2007 , di AGI(AGI) - Roma, 15 mar. - Non c'era e non c'e' alcun intento offensivo ne tanto meno razzista nelle affermazioni del ministro per la Famiglia Rosy Bindi che in un dibattito sui Dico, rispondendo ad una domanda sulla possibilita' di adozione o fecondazione artificiale da parte di coppie omosessuali, ha detto che 'e' meglio che un bambino cresca in Africa piuttosto che con due uomini o con due donne omosessuali'. Lo precisa una nota dell'ufficio stampa del ministro che ha lavorato al Ddl sui Dico "con l'obiettivo di rimuovere le discriminazioni nei confronti delle persone omosessuali e tutelare le persone piu' deboli nei rapporti di convivenza", ed "ha anche e sempresostenuto che i bambini hanno diritto di crescere con un padre e una madre e che l'adozione e' finalizzata a garantire in primo luogo i minori, offrendo loro la stabilita' di una famiglia". Nel riconoscere giusti diritti e tutele - si osserva nella nota - non si possono infatti dimenticare ne' i principi che stanno alla base della famiglia ne' le conoscenze sulla formazione psichica ed emotiva di un piccolo individuo. Oltre che alla sua coscienza - spiega ancora il comunicato – il ministro Bindi faceva riferimento al fatto che l'identita' di un bambino si sviluppa armoniosamente nella relazione tra due figure di sesso diverso, tali da consentirgli le necessarie identificazioni e differenziazioni nel corso dell'eta' formativa. Questo non vuole essere un giudizio sui bambini che crescono in situazioni diverse, ne' sulle capacita' affettive di persone omosessuali; ma solo la doverosa consapevolezza cheogni creatura che si affaccia alla vita ha diritto alle migliori condizioni ambientali possibili. Anche riguardo alriferimento all'Africa, e' opportuno ricordare che le adozioni internazionali si collocano nella cornice dei principi sanciti nella dichiarazione dei diritti del fanciullo, in cui si afferma la 'necessita' di garantire una certa continuita'nell'educazione del fanciullo, nonche' della sua origine etnica, culturale e linguistica'. L'adozione in un altro paesepuo' essere considerata 'un mezzo alternativo di assistenza al fanciullo, qualora questo non possa trovare accoglienza in una famiglia affidataria o adottiva nel proprio paese d'origine, e non possa trovare nel suddetto paese un'altra soddisfacente sistemazione'. Per un bambino africano, come per qualsiasi altro bambino, vale, quindi, il principio che il paese d'origine rimane la prima e fondamentale realta' in cui sviluppare la propria persona in modo pieno. L'adozione si presenta sempre come ultima istanza, dopo che sono state esaurite tutte le altre opportunita'. Sono infatti note le difficolta' di adattamento che ogni bambino incontra se quel contesto di riferimento genitoriale, antropologico e culturale viene meno. E' evidente, allora - conclude la nota - che la preoccupazione principale del Ministro Bindi era e resta quella di tutelare l'interesse e i diritti dei minori.(AGI)

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GAY ED OMOFOBIA. CARA ROSY, CARA PAOLA, HANNO RAGIONE I GAY Ma non c’è dubbio che ci sia stato un atteggiamento ingiurioso da parte delle due esponenti cattoliche giovedì 15 marzo 2007 , di Il Riformistadi Claudia MancinaQuella che ha avuto luogo nei giorni scorsi tra i movimenti gay e la senatrice Binetti e la ministra Bindi non è una banale e ripetitiva rissa, come qualcuno potrebbe credere. Sono volate parole grosse, da una parte e dall’altra. Ma non c’è dubbio che ci sia stato un atteggiamento ingiurioso da parte delle due esponenti cattoliche, che - forse anche al di là delle loro intenzioni - ha lasciato trapelare una sostanziale e profonda intolleranza verso l’omosessualità e gli omosessuali. Hanno quindi ragione i dirigenti della consulta gay dei Ds a sollevare la questione dei fondamenti culturali ed etici del futuro Partito democratico. Non si tratta di un interesse di bottega: non stanno difendendo soltanto il proprio diritto di cittadinanza nel nuovo partito. La questione dei gay si trova a fare da pietra di paragone per un problema che è più generale. E sbagliano i dirigenti dei Democratici di sinistra, sbagliamo tutti se crediamo che si tratti di un conflitto che riguarda pochi. Ciò che è in questione è la possibilità di disegnare e condividere uno spazio politico per credenti e non credenti. Sia ben chiaro, nessuno chiede alla Bindi o alla Binetti di cambiare le proprie opinioni sulla sessualità umana o sui fini e la natura della famiglia. (Opinioni che, del resto, sono certamente condivise anche da molti che non sono cattolici, nel nostro come in altri paesi.) Ma il punto è un altro: può un partito di centrosinistra collocarsi su un terreno diverso da quello della laicità e del pluralismo etico? Diremmo di no. Allora ciò che si richiede ai cattolici che stanno nel partito democratico non è di rinunciare alle loro convinzioni né di mettere tra parentesi la loro identità etico-politica di cattolici. Si richiede di accettare un quadro comune di regole e di principi politici, compatibili con etiche diverse. Si richiede di accettare l’onere del confronto e della mediazione tra le proprie posizioni e quelle altrui. Si richiede di farsi carico di quella dimensione peculiare e costitutiva della politica, che consiste nel cercare soluzioni accettabili da tutti e non solo dalla propria comunità di appartenenza. Il riconoscimento dei diritti dei conviventi - etero e omosessuali - era nel programma dell’Unione (peraltro con una formulazione che rappresentava già una mediazione molto costosa per chi voleva riconoscere le coppie di fatto). Alla base di quel punto programmatico c’era il venir meno di ogni discriminazione basata sull’orientamento sessuale. Forse la Binetti e la Bindi non si rendono nemmeno conto che con le loro parole vengono meno a quell’impegno: perché parlare di devianza, o dire che per un bambino è meglio vivere in Africa che con una coppia omosessuale, vuol dire far pesare su queste persone un rifiuto che è alla base di qualsiasi possibile discriminazione. Per di più in modo strumentale: non c’è nessuna proposta che preveda l’adozione o la procreazione assistita per i gay, quindi quel riferimento aveva solo lo scopo di recuperare un consenso che si temeva perduto.Dunque si può discutere con piena legittimità sul modo in cui riconoscere i diritti dei conviventi; si può perfino essere alla fine contrari. Non si può portare nel dibattito politico una condanna dell’omosessualità che è lesiva della dignità delle persone e tende a escluderle dal comune orizzonte dell’umanità. Qui non è questione di credenti e non credenti; è questione di rispetto per l’autonomia individuale, che è un prerequisito della convivenza politica.Senza questo rispetto, non ci resterebbe che scatenare guerre di religione o guerre etiche. È difficile da capire per i cattolici? Se così fosse, ci sarebbe davvero di che preoccuparsi per le sorti del Partito democratico. Essendo tra quelli che da anni credono in questa prospettiva, preferisco pensare che le attuali turbolenze siano utili al chiarimento (è bene che avvengano gli scandali...). E che il Partito democratico sia precisamente il luogo politico dove la scelta della laicità, che pure molti esponenti della Margherita hanno fatto nelle settimane passate, potrà trovare più forza e affermarsi come la scelta giusta. Per credenti e non credenti, che su questa frontiera non possono assolutamente separarsi.

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Per Milziade, Isher e gli altri che erano a Piazza Farnese, ma Diaco ha fatto la stessa dichiarazione anche durante la manifestazione (vedere la risposta evidenziata in rosso)?
Sì lo ha detto. tutto il tempo del dibattito sono stato ad ascoltare ( e fischiare) praticamente sotto il palco. Devo dire uno pettacolo penso. Al di là di ogni altra considerazione, non credo che la manifestazione sia stata utile a fare avanzare il dibattito su alcun punto. anzi si sono esacerbate le divisioni all'interno del governo, insieme alibi e causa dell'immobilismo su questo fronte.Si dovranno trovare altri modi, altri linguaggi, altre piazze e altri spazi per far ripartire un dibattito costruttivo. al di là di tutto mi sembra chiaro che con questi numeri parlamentari e con questa classe politica, ma anche con questa direzione del movimenti GLBT, non si va molto lontani...ci vuole uno scatto di orgoglio e fantasia che ci porti fuori da questo impasse, anche perché l'alternativa potrebbe essere uno scoraggiamento profondo e quindi l'allontanarsi di qualsiasi conquista!
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http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=15&id=260227Resoconto Sommario seduta del 20 Marzo -- Si iniziano a precisare le posizioni:Rispondendo ad una domanda del senatore D'Ambrosio, il senatore Palma ( n.d.r. Forza Italia ) conclude affermando di non essere pregiudizialmente contrario a regolamentare le unioni civili, ma di non essere comunque disposto ad approvare una normativa che le equipari al matrimonio sotto il profilo dei diritti successori, di quelli previdenziali e delle obbligazioni alimentari.Bulgarelli ( Verdi -Comunisti it. IV ):[.....]Occorre quindi, ad avviso dell'oratore, un'applicazione evolutiva della Costituzione, aprendo una riflessione su nuovi istituti giuridici in grado di rispondere alla molteplicità dei legami famigliari e affettivi prodotti dal pluralismo sociale. L'oratore rileva come il dispositivo famigliare classico, fondato sul legame di sangue, sia servito innanzitutto come strategie di controllo della natalità e che quindi il concetto di famiglia naturale non preesista al diritto ma sia il frutto della convergenza di costruzioni giuridiche e sociali, tradizioni culturali e principi religiosi. Rilevando inoltre che la famiglia naturale è spesso teatro di conflitti dilanianti e dagli esiti esiziali, l'oratore osserva che i diritti della famiglia naturale non devono essere pregiudicati ma che questo istituto non può più essere considerato come l'unico vincolo riconosciuto come sede giuridica dal quale far discendere diritti e doveri reciproci. Ciò infatti costituirebbe, a suo avviso, una grave lesione dei più elementari diritti democratici. Compito del legislatore deve essere invece quello di recepire sul piano legislativo ciò che la società produce in tema di rapporti affettivi e di solidarietà tra le persone, regolamentando i sodalizi che scaturiscono da tali rapporti in termini di diritti civili, sociali e patrimoniali. Considerando che la legislazione già da tempo non recepisce la famiglia in senso univoco, il senatore invita a far breccia nel muro che impedisce di discutere in termini non ideologici una questione che interessa molti cittadini ai quali occorre garantire uguali opportunità di accesso ai diritti fondamentali che ogni democrazia deve essere in grado di prevedere per tutti, e a tale proposito si dichiara fin da ora pronto a confrontarsi con tutte le proposte, a cominciare dal disegno di legge n. 589 del senatore Biondi.
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I vescovi contro i Dico"Politici cattolici si adeguinoNo a parificazione coppie gay"Diffusa la nota pastorale sulla famiglia della Conferenza episcopale. Il ddl sulle convivenze è una "legalizzazione inaccettabile". Poi il monito ai deputati cattolici: "Non si possono appellare all'autonomia dei laici in politica"http://www.repubblica.it/2007/03/sezioni/politica/coppie-di-fatto-6/nota-cei/nota-cei.html

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Senato --GIUSTIZIA (2ª) MARTEDÌ 27 MARZO 200766ª Seduta [.....OMISSIS....]Il senatore D'AMBROSIO (Ulivo) osserva che nel corso della discussione generale numerosi oratori, forse strumentalmente, hanno focalizzato la loro attenzione sul testo proposto dal Governo - i cui limiti, e le cui contraddizioni sono evidenti a tutti e derivano evidentemente dal suo carattere compromissorio - piuttosto che confrontarsi sull'opportunità di regolamentare le nuove forme di convivenza che si manifestano nella società italiana. A tale proposito, egli si sofferma su quanto affermato nel suo intervento dal senatore Buttiglione, circa la presunta, scarsa incidenza del fenomeno della convivenza tra le coppie eterosessuali. Mentre, da un lato, l'oratore non può che dissentire radicalmente da un'impostazione culturale che fa discendere il diritto alla tutela delle diverse realtà sociali dalla loro diffusione - quasi che il livello di libertà e di democrazia di un sistema non si misurasse proprio nel non discriminare le minoranze - dall'altro contesta che il fenomeno possa essere così limitato, soprattutto se si guarda alla dinamica della sua diffusione, certamente crescente tra le generazioni più giovani. Allo stesso modo non può essere ignorato il diritto a vedere riconosciute le proprie convivenze anche per gli omosessuali, come del resto ha già fatto la maggioranza dei paesi europei. Egli esorta quindi i colleghi di tutte le parti politiche ad un aperto e sereno confronto, dapprima in un comitato ristretto che elabori un nuovo testo base, e poi in Commissione, osservando peraltro che qualora si debba riscontrare un'evidente mancanza di volontà politica di addivenire a tale confronto, sarebbe inutile continuare ad impegnare le energie della Commissione su questo tematica.http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/frame.jsp?tipodoc=SommComm&leg=15&id=260574

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....  Egli esorta quindi i colleghi di tutte le parti politiche ad un aperto e sereno confronto, dapprima in un comitato ristretto che elabori un nuovo testo base, e poi in Commissione, osservando peraltro che qualora si debba riscontrare un'evidente mancanza di volontà politica di addivenire a tale confronto, sarebbe inutile continuare ad impegnare le energie della Commissione su questo tematica.
Grazie per segnalarci le news dal Senato! Certo che, se dobbiamo aspettarci un minimo di volonta' politica su questo argomento, alla luce delle barbariche argomentazioni dei mesi scorsi, possiamo stare tranquilli che i dico verranno affossati, e con essi ogni altra forma di riconoscimento (riconoscimento?) delle coppie gay.
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Guest equalmarriage

Dago..."ogni altra forma di riconoscimento"?? Perchè, il ddl DICO riconosce qualcosa???Il ddl sui DICO non riconosce le "unioni", nè ha a che fare con le "coppie".Dal sito internet www.pariopportunita.gov.it: [V]ale la pena di ricordare che il disegno di legge sui Dico si intitola per l’appunto "Diritti e doveri delle persone stabilmente conviventi"; diritti e doveri si riferiscono alle persone e non alle convivenze; ... Il fatto che il Ddl sui Dico, così come la normativa anagrafica vigente, non discrimini i conviventi sulla base del sesso e consenta quindi di riconoscere diritti a persone conviventi dello stesso sesso non configura neanche una "legalizzazione delle unioni di persone dello stesso sesso" e ancor meno una legalizzazione delle "unioni omosessuali".Ceccanti - elaboratore del Disegno di Legge sui DICO( http://www.pariopportunita.gov.it/DefaultDesktop.aspx?doc=1115 ) L'inclusione di persone legate da vincoli affettivi diversi da quelli di carattere sentimentale o sessuale ha un rilievo sistematico volto a rendere ancora più esplicito il riferimento del titolo che il disegno di legge fa alle "persone stabilmente conviventi", non limitando l'applicazione della presente legge alle sole coppie di fatto, ma estendendone l'ambito a relazioni (quali quelle tra nonno e nipote, o tra fratelli) caratterizzate da elementi di solidarietà e di assistenza strettamente intrecciati agli elementi di ordine affettivo. La chiarezza con cui il disegno di legge sottolinea che presupposto della rilevanza giuridica (e cioè della titolarità dei diritti, dei doveri e delle facoltà) è la situazione di fatto, e non un patto tra conviventi o altro elemento consensuale, vale anche a differenziare nettamente il modello prescelto da soluzioni presenti in altri ordinamenti.Tratto dalla Spiegazione Ufficiale del Disegno di Legge, allegata al ddl stesso.( www.pariopportunita.gov.it/Pari_Opportunita/UserFiles/PrimoPiano/dico_stampa_senato2.pdf )

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Dago...Il ddl sui DICO non riconosce le "unioni", nè ha a che fare con le "coppie".
Lo so, infatti, se hai notato, ho poi messo fra parentesi la parola RICONOSCIMENTO e con davanti un bel PUNTO DI DOMANDA!Sappiamo bene che i Di.Co, secondo quanto avrebbe voluto la cattolica Bindi, dovevano essere la risposta alle esigenze della Chiesa, quindi nessun riconoscimento delle coppie di fatto o delle coppie gay, ma solo un insieme deboluccio (e contradittorio, mortificante, ecc ecc ecc) di diritti e doveri nell'ambito della gia' esistente normativa anagrafica.Poi pero' la CEI&amici di merende si sono scagliati ugualmente contro, con anatemi e minacce che tutti conosciamo visto che non passa giorno senza che non ce lo ricordino!
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DDL BIONDI? MEGLIO DEI DICO MA DOPO LA CEI SARA` TUTTO PIU` DIFFICILE(30/03/2007) Il presidente della commissione giustizia al Senato Salvi parla del ddl che potrebbe essere il testo base della legge sulle unioni civili.«"Sto cercando disperatamente di fare approvare una legge decente che riconosca le coppie civili, comprese quelle omosessuali, e che abbia una maggioranza in parlamento. Difficilissimo – dice il presidente della commissione giustizia del senato Cesare Salvi – dopo la nota della Cei. Ma sarebbe inaccettabile qualunque forma di legislazione che non riconoscesse l'unione omosessuale. In gioco c'è la laicità dello stato. A prendere alla lettera la Cei dovremmo anche abrogare molte leggi già esistenti e molte sentenze della Corte costituzionale, e tornare al codice civile del 1942".Così, dopo aver scartato i Dico, la commissione giustizia del Senato deve decidere se lavorare sul testo presentato dal senatore di Forza Italia Biondi o istituire un comitato che elabori un nuovo testo base (...)»Testo completo al link:http://www.gay.tv/ita/magazine/news/dettaglio.asp?i=5092

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Quello che mi fa rabbia e' constatare che nessuno ne parla, nessuno sta raccontando cosa succede al Senato, tutti a fare da megafono alla CEI, ma nessuno che spiega le contraddozioni dei Di.Co, o che ci sono altre proposte in ballo.

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Se esistesse questa fantomatica lobby gay evocata dalla Chiesa, probabilmente i media parlerebbero anche della discussione in corso al Senato invece di dare solo risonanza agli sproloqui della CEI.Ciò dimostra che l'unica vera lobby gay in Italia è quella vaticana.In tutto questo non trovi spaventosamente assordante il silenzio del Capo dello Stato? Garante e custode della Costituzione della Repubblica italiana?Non so come andrà a finire, ma condivido la preoccupazione di Salvi quando dice che "in gioco c'è la laicità dello stato" e che "a prendere alla lettera la Cei dovremmo anche abrogare molte leggi già esistenti e molte sentenze della Corte costituzionale, e tornare al codice civile del 1942".Credo che la Chiesa stia semplicemente flettendo i muscoli con la questione delle "unioni civili". Questo è solo un altro passo in una strategia più ampia che mira, a mio parere, a rimettere in discussione, a tempo debito, la legge sull'aborto e sul divorzio. La nota della CEI è un vero e proprio manifesto politico, a mio avviso. Quando la Chiesa avrà vinto anche questa battaglia sulla nostra pelle, e comincerà a rimettere in discussione le libertà individuali e i diritti civili della maggioranza, allora sì che molti si renderanno conto della gravità della situazione. Ma allora, forse, sarà troppo tardi, almeno per quelli che, come noi, speravano di vedere progredire questo paese nel corso della propria vita.

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Il primo "stop" la CEI lo ha già ricevuto nelle parole di Fassino.Non si è accontentato di questo Mussi, che ha detto che nel PD non ci entra e il Corriere dice che i DICO sono stata questione dirimente.Dieci senatori e non so quanti deputati sono pronti a seguirlo fuori dai DS.Anche Bertinotti è intervenuto di nuovo.Cosa è successo?- La crisi della CDL ha fatto finire il "senso di emergenza" del CSX.- Bagnasco non è Ruini.- Fassino sarà anche devoto, ma non gli andava di perdere Mussi per aggiungere la Binetti (tentativo debole e tardivo)- Forse Bertinotti ha capito che il suo iscritto tipo è "la studentessa gay-friendly che è stata al G8" e non "il metalmeccanico macho con la quinta elementare"

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In tutto questo non trovi spaventosamente assordante il silenzio del Capo dello Stato? Garante e custode della Costituzione della Repubblica italiana?
Perche' ??? Abbiamo un capo dello stato? Quello che in Spagna disse:"Ci sono sensibilità diverse, c'è sicuramente anche una componente storica di ispirazione cattolica sul piano politico all'interno della maggioranza di centrosinistra, e non ho dubbi che si potrà trovare una sintesi nel dialogo, anche con la Chiesa cattolica tenendo conto delle preoccupazioni espresse dal Pontefice e dalle alte gerarchie della Chiesa cattolica"le ultime parole famose.....
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