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Essere bisessuali è più difficile che essere omosessuali ?


Oscuro

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a questo punto secondo me è bisessuale chi si definisce tale

Ma certo, è proprio così. L'auto-definizione è l'unico criterio veramente valido.

Detto questo, ci sono alcuni che si definiscono bi e alcuni che si definiscono etero che dovrebbero correggere un po' il tiro. Si spera che quando ci si auto-definisce si faccia un po' i conti con la realtà :)

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ma (anche se dico una cosa impopolare) ci sono anche molte persone che si definiscono gay o lesbiche perchè definirsi bisessuali li "fotterebbe" nella comunità, nei portali e nelle associazioni.
Poi lo confidano a me che sono ftm, perchè io "sono talmente diverso che posso accogliere le confessioni di tutti".

 

mi rendo conto che l'ossessione della comunità sia il velatismo

ma per me è "velato" o "velata" anche una persona che si definisce omosessuale per via della bifobia gaylesbica.

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forse bisognerebbe chiarire se i termini gay, bisessuale,... si riferiscono al comportamento sessuale delle persone o ai desideri delle persone anche se non vissuti.

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  • 1 month later...

Proverò a condividere la mia opinione, seppur in una discussione che ha perso il suo slancio iniziale (è passato più di un mese dall'ultimo messaggio).

La mia esperienza di bisessualità è ovviamente personalissima: di vita ne ho vissuta una e solo di me stesso posso avere una diretta e (più o meno) completa percezione e conoscenza.

Per questo, da convinto individualista e relativista, rifuggo le generalizzazioni, e sono aperto a opinioni differenti.

Io credo che la questione sia in un certo senso basilare: gli etero (-sessuali/-affettivi/-quello che volete) provano attrazione solo per persone dell'altro genere, gli omo- sono per quelle del loro, i bi- per entrambi, con una miriade di gradazioni intermedie. Che poi da bisessuale sia attratto da donne solo bionde o solo more, o che il colore dei capelli sia per me irrilevante, o che sia attratto solo da uomini maschili o solo da effemminati, che sia fedele o traditore seriale, o che trovi attraente (o non) una qualsiasi altra caratteristica altrui, tutto questo è irrilevante ai fini della definizione di un'ampia categoria di persone. Per questo trovo quanto meno semplicistiche (e rivelatrici di una mentalità fortemente maschilista e arcaica) le ricostruzioni che vedono nel modo di porsi con l'altro, o addirittura nel grado alcolico della birra o nell'intensità del tifo calcistico, indici definitori adatti alla questione.

Sono bisessuale nonostante ogni mio gusto in fatto di birra o calcio o donne o uomini. Così come i gay restano tali a prescindere dal tipo di "comunità" in cui si identificano. Così come un etero rimarrà tale che sia un nazi-fascista/comunista o un liberal.

Ciò che faccio fatica a comprendere è come una "comunità" come quella omosessuale, che percepisce necessariamente il diverso (nel senso che percepisce il peso della dominante cultura tradizionale), non riesca poi a comprendere il valore dell'ulteriormente diverso. Una comunità che, giustamente, odia essere rinchiusa in stereotipi, e che mostra le sue mille sfaccettature nelle sue infinite classificazioni, ma che poi rifà propri gli odiati meccanismi di generalizzazione, soprattutto se basati su delle esperienze solo personali (e dunque necessariamente limitate, e quindi carenti come campione rilevante).

Se ci si occupa di difesa delle minoranze, ci si dovrebbe ricordare che "la più piccola delle minoranze è il singolo uomo".

A nessuno piace essere etichettato, né a "voi", né a "noi". Se ci si batte legittimamente e giustamente per l'eguaglianza dei diritti, allora dovrebbe essere consequenziale smetterla di affrontare grandi questioni (famiglia, lavoro, spirito associativo, per citarne alcune di cui si è scritto sopra) sulla base di chi si tiene per mano o di chi ci si porta al letto.

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Ciò che faccio fatica a comprendere è come una "comunità" come quella omosessuale, che percepisce necessariamente il diverso (nel senso che percepisce il peso della dominante cultura tradizionale), non riesca poi a comprendere il valore dell'ulteriormente diverso.

 

Hai avuto la sensazione - quando hai raccontato del tuo desiderio di fare cm con la tua ragazza -

che qualcuno di questo forum non ti abbia incoraggiato nella scelta o ti abbia giudicato negativamente?

Le persone bisessuali che non hanno una doppia vita sono sempre indicate come esempi positivi.

 

 

 

Una comunità che, giustamente, odia essere rinchiusa in stereotipi, e che mostra le sue mille sfaccettature nelle sue infinite classificazioni, ma che poi rifà propri gli odiati meccanismi di generalizzazione, soprattutto se basati su delle esperienze solo personali (e dunque necessariamente limitate, e quindi carenti come campione rilevante).

Capisco che tu non voglia che si generalizzi a aprtire da esperienze negative,

ma allora perché tu generalizzi a partire da una esperienza (questo forum) di accettazione?

Nessuno ti ha insultato, né ti ha rinchiuso in uno stereotipo,

ma - nonostante questo - parli della comunità gay come se lo facesse.

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Io credo che il vero problema sia uno stereotipo forzatamente positivo verso la comunità gay. In quanto piccola, discriminata e variopinta si dà per scontato che sia benevola e "flower-power", ma in realtà è una comunità tra le tante coi suoi pregi e difetti (e lo dico in senso neutrale). Sulla carta i gay attivisti sono comprensivi, altruisti e rispettosi di tutti e i generi gli orientamenti, ma poi nella realtà dei fatti ci sono le inevitabili (e umane) cattiverie e dicerie verso uno o più generi di persone e/o della comunità.

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Hai avuto la sensazione - quando hai raccontato del tuo desiderio di fare cm con la tua ragazza - che qualcuno di questo forum non ti abbia incoraggiato nella scelta o ti abbia giudicato negativamente?

Le persone bisessuali che non hanno una doppia vita sono sempre indicate come esempi positivi.

Capisco che tu non voglia che si generalizzi a aprtire da esperienze negative,

ma allora perché tu generalizzi a partire da una esperienza (questo forum) di accettazione?

Nessuno ti ha insultato, né ti ha rinchiuso in uno stereotipo,

ma - nonostante questo - parli della comunità gay come se lo facesse.

Hai ragione, ho usato il termine -comunità- con forse troppa leggerezza, ma quello che volevo sottolineare sono proprio i problemi che inevitabilmente si creano quando lo si usa (e nella trappola, evidentemente, sono caduto anche io). Quando ho esposto qui sul forum il mio problema ho trovato supporto e, finalmente, la forza che cercavo per proseguire nel CO, quindi di certo non voglio generalizzare (né in negativo né in positivo)!

Quello che volevo dire è che, leggendo questa conversazione più o meno integralmente, mi è sembrato di capire che si cerca (in alcuni dei messaggi, da parte di alcuni, così per specificare che non voglio far di tutta l'erba un fascio) di risolvere il problema dei rapporti con il "mondo" bisessuale come se fosse un universo granitico e caratterizzato solamente dall'orientamento sessuale.

Volevo solo provare a dire che non credo che sia così, così come non credo che si possa, questa volta più in generale, catalogare le persone solo in base alle loro preferenze sessuali/affettive. Quello che mi risulta difficile comprendere è che, a volte, a farlo siano persone che hanno esperienza di quanto sia odioso subire quel tipo di ragionamento da parte di altri. Troverei/trovo ugualmente strano sentire un ebreo inneggiare alla discriminazione contro lo straniero di religione diversa, o un dissidente politico perseguitato in un regime fascista inneggiare al comunismo, e così via. Credo che aver subito personalmente, sulla propria pelle, chi più o chi meno, una certa ostilità dovuta solo al proprio orientamento, o anche solo sapere che altri ne hanno sofferto, dovrebbe portare a sviluppare empatia.

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Io credo solo che la volontà di rappresentare nel mondo reale il proprio "io", nella maniera più aderente possibile alla percezione che ognuno ha di sé stesso, è per qualunque essere umano una tra le sfide della vita.

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Volevo solo provare a dire che non credo che sia così, così come non credo che si possa, questa volta più in generale, catalogare le persone solo in base alle loro preferenze sessuali/affettive. Quello che mi risulta difficile comprendere è che, a volte, a farlo siano persone che hanno esperienza di quanto sia odioso subire quel tipo di ragionamento da parte di altri.

 

A me penso sia capitato pochissime volte

di essere catalogato in base alla mia omosessualità

o di essere giudicato in base a uno stereotipo.

 

Le rare volte che una ragazza ha creduto

che io - in quanto omosessuale - fossi felice

di accompagnarla a fare shopping,

l'ho smentita davvero molto rapidamente.

 

I problemi dei gay non sono gli stereotipi sui gay:

a me non importa se tu pensi che io in quanto gay mi travesta

perché anche se io non lo faccio, ho amici che lo fanno

e mi pare una cosa tutto sommato innocua.

 

Sono un problema per i bisessuali i pregiudizi che abbiamo su di loro?

Questo invece è possibile.

Noi gay abbiamo verso i bisex fondamentalmente tre pregiudizi:

1) Si tratta di gay alle prime armi che inizialmente si dichiarano bisex perché è più facile

2) Sono gay che hanno fatto sesso con una donna nel 1986 e si dicono bisex per darsi un tono e per prendere le distanze dalla comunità gay

3) I bisex sono degli stronzi che stanno con una donna ignara e le fanno corna come se non ci fosse un domani

 

A mio avviso - parlando con altri bisessuali - ti renderai conto da solo di essere un bisex atipico*

e che verso i "bisex dichiarati con le loro ragazze" la comunità gay tende a essere empatica.

(Non escludo a priori che qualche singolo gay possa essere davvero bi-fobico, però).

 

Non conosco con precisione i pregiudizi delle donne etero verso i maschi bisex,

credo che il più comune riguardi la difficoltà con la monogamia.

 

*Sì, con "atipico" intendo dire che i pregiudizi che ho riportato

sono piuttosto precisi nella loro descrittività

e coprono l'assoluta maggioranza dei bisex. :)

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Certamente un problema di pregiudizi negativi, consegue alla invisibilità

Il problema dei problemi è che i bisex sono assolutamente invisibili nel

mondo etero

 

Poi è chiaro che la vita non è uno studio scientifico e questo deve

però essere fatto constatare nella discussione

 

Se io sottopongo 10 questionari a 10 donne etero sui bisex, proprio per

l'ignoranza associata all'invisibilità del bisex, io mi aspetto di vedere uscir

fuori il peggio del peggio ( ed è così )

 

Si denuncia l'esistenza di uno stereotipo per rendere noto che esistono

dei pregiudizi, ma gli etero seppure sanno che esistono degli stereotipi

sui gay ignorano l'esistenza di stereotipi sui bisex

 

Il punto è che dall'ignoranza nascono pregiudizi peggiori

 

Poi incontro le stesse 10 donne il giorno dopo, ma loro ignorano che io

sono bisex ed io posso ignorare che hanno pregiudizi su di me. Non

percepisco la bifobia eterosessuale ma questo non significa affatto che

non esista  ed in alcuni casi, nella discussione emersi, alcuni bisex maschi

tendono addirittura a giustificarla...perchè evidentemente si sentono in colpa

per il proprio difetto di piena eterosessualità

 

Senso di colpa non speculare, nel senso che nessun bisex si sente in colpa

per un difetto di omosessualità, anzi semmai proietterà sui gay in forma di

polemica quella parte di omofobia che eventualmente può aver interiorizzato

oltre a tutta la angoscia del poter parlare - finalmente - di sé che si sfoga in

una unica direzione

 

Secondo me si deve partire da questo stato di cose

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Ehm...l'utente si lamentava di una mancanza di empatia da parte della comunità, non capisco che c'entra la lista di pregiudizi.

 

L'invisibilità bisex esisterà e gli etero saranno pure molto più 'ingenui' e ignoranti e in materia, ma alcuni gay mi chiedono dopo anni se io sia "ancora bisex"(come gli omofobi che credono che essere gay sia una"fase") mentre gli etero dopo averlo saputo la prima volta non mi hanno mai richiesto nulla né si dimostrano scettici verso la bisessualità.

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ma alcuni gay mi chiedono dopo anni se io sia "ancora bisex"
 Ma non è un mistero che molti bisex dopo anni di coppia monogama omosessuale passino a definirsi gay (non so il perché, bisognerebbe chiederlo a loro).
Se i tuoi amici gay ti fanno quella domanda, significa solo che i gay lo sanno ma gli etero no.
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Vuol solo dire che non erano bisex. O magari si saranno scocciati di precisare la bisessualità. Di certo né la bisessualità, né l'eterosessualità e né l'omosessualità si perdono per magia.

 

È pure possibile che gli etero adottino logiche "ignoranti" e semplicistiche, ma dimostrano intelligenza e comprensione proprio perché pensano con buona fede. Vorrei capire cosa dovrebbero sapere i gay, manco fosse un orientamento sessuale supremo che dall'alto sancisca i dogmi dell'eterosessualità e della bisessualità. Perché qui si parla di bisessualità, ma alcuni gay stabiliscono pure cosa sia etero e cosa no(siamo al delirio).

Io lo dico in totalità sincerità, quando un amico gay mi chiede nuovamente "ma sei ancora bisex?le donne ti piacciono ancora?", io lo prendo per un povero ritardato. È una domanda che può risultare simile a quella fatta a un tipo se gli chiedessero se gli piace ancora la ex. Ovviamente ora starà con un'altra tipa e non pensa alla ex, ma ciò non cambia che la ex di base gli piaccia e che per eventi fortuiti potrebbe pure ritornarci.

Per dirti, al momento c'è solo mio marito, ma nella graduaroria del mio cuore ci sono un paio di ex-ragazze.

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Non esiste forse un corpo di studi sufficientemente

organico e articolato per poter ipotizzare le motivazioni

che possono indurre un cambio di autoidentifcazione

che può avvenire a varie età, in varie situazioni etc

 

A livello descrittivo si è osservato che nei giovani il passaggio

da bisex a gay/lesbica è correlato ad un maggior coinvolgimento

in attività omosociali CO etc ( il 18% dei giovani passano da bisex a G/L

rispetto ad un 15% che rimangono bisex, in uno studio americano

sull'adolescenza su un 33% di originari bisex )

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Inutile che citi fantomatici studi, non credo al passaggio da bisex a gay/lesbica. Senza dubbio gli orientamenti possono essere più o meno fluidi , ma da qui a cambiare totalmente orientamento ce ne passa. Ho conosciuto diversi bisex che si sono poi definiti solo gay e posso solo dirti:"ma per favore!". Nel senso che erano palesemente gay che non si accettavano.

 

Credo che se non si hanno esperienze dirette, è inutile citare studi solo per cercare di avere l'ultima parola. Certi discorsi mi ricordano gli omofobi che citano gli studi di "ex-gay".

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Non so neanche cosa possa significare un

cambiamento parziale di orientamento, non

esiste nemmeno una parola per indicarlo, che è?

Mezzo-gay? Bisex-parziale?

 

Ad ogni modo i dati sono incompleti, perchè

troppo incentrati sull'adolescenza, ma sono

dei dati di questo tipo

 

Riterrei che mentre sia ragionevole pensare

ad una maggioranza di bisex che passano a

gay e lesbica ( 18 a 15 ) durante l'adolescenza

sia altrettanto ragionevole ipotizzare un rovesciamento

dei dati in classi di età maggiori

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Credo che se non si hanno esperienze dirette, è inutile citare studi solo per cercare di avere l'ultima parola. Certi discorsi mi ricordano gli omofobi che citano gli studi di "ex-gay".

Che ragionamento del ca**o è? Gli studi si prendono in considerazione se sono affidabili e non distorti dall'ideologia dello sperimentatore. Questo è quello che separa la ricerca scientifica dalla fuffa e gli omofobi dalle persone che cercano di capire qualcosa.

 

 

 

Ho conosciuto diversi bisex che si sono poi definiti solo gay e posso solo dirti:"ma per favore!".

Bene, ora ne conosci telematicamente un altro ed in tutta serenità ti posso dire che, fra tutte le mie debolezze, mi manca la mancata accettazione del mio orientamento sessuale.

Per onore di cronaca quando voglio dare una definizione più "estesa" che verosimilmente richiede spiegazioni dico che sono un bisessuale omoromantico, mentre per una più coincisa parlo come gay. Questo perché la parte sessuale ritengo non sia poi così rilevante in pubblico al contrario di quella romantica/sentimentale, che riguarda anche tutte le lotte per la rivendicazione dei nostri diritti.

 

 

 

A livello descrittivo si è osservato che nei giovani il passaggio da bisex a gay/lesbica è correlato ad un maggior coinvolgimento in attività omosociali CO etc

Non saprei, io ho perso la mia componente eteroromantica in un periodo abbastanza preciso, quando ho iniziato ad avere contatti sessuali con uomini, diverso tempo dopo il CO (come gay inizialmente e come bisessuale poco dopo). Era anche pressapoco il periodo in cui mi sono iscritto a questo forum, non saprei dire se partecipare attivamente a questa rete sociale possa essere stata un'attività omosociale in grado di delineare unilateralmente la mia romanticità.

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Hinzelmann NON esistono cambiamenti parziali o totali di orientamento. Esisterà al massimo gente capace di sperimentare o fluida negli orientamenti.

 

È inutile che vi trincerate negli studi. È sintomo d'intelligenza capire che non si hanno basi proprie per parlare è meglio non farlo. Io trovo ridicolo uk etero che parla di cosa sia ESSERE gay in base agli studi e/o alla conoscenza di amici gay. O un etero che parla delle donne e via dicendo.

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Non saprei, io ho perso la mia componente eteroromantica in un periodo abbastanza preciso, quando ho iniziato ad avere contatti sessuali con uomini, diverso tempo dopo il CO (come gay inizialmente e come bisessuale poco dopo). Era anche pressapoco il periodo in cui mi sono iscritto a questo forum, non saprei dire se partecipare attivamente a questa rete sociale possa essere stata un'attività omosociale in grado di delineare unilateralmente la mia romanticità.

 

In realtà essendo tu ad aver cambiato il tuo orientamento dovresti

essere tu, con uno sforzo di autoanalisi, a spiegarlo a me, a noi.

 

Certo sono fatto intimi e molto personali quindi non del tutto forumistici

 

Le ricerche sociologiche, sessuologiche, etc colgono solo la ricorrenza

dei fattori oggettivi esteriori, il fatto che si riscontra la ricorrenza di una

serie di cose: più CO, più amici e vita gay, anche forse l'iscrizione a

forum o a frocial, perchè no?

 

Non trattano dei cambiamenti interiori che possono nascere da queste

esperienze, ma anche da altre esperienze più personali e meno visibili

che fanno sì che poi al di là delle medie, ogni individuo fa storia a sé

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essendo tu ad aver cambiato il tuo orientamento dovresti essere tu, con uno sforzo di autoanalisi, a spiegarlo a me, a noi.

Ma se lo sapessi magari lo farei anche, il fatto è che ovviamente non è stata una scelta consapevole. Quando ero biromantico mi è capitato di prendere tre cotte di medio e medio-bassa entità per donne (non posso dire certo che fossi innamorato, ma comunque avevo un desiderio ben preciso di relazionarmi sentimentalmente con loro). Anche a livello generale, avevo un immaginario e una prospettiva di relazioni anche con donne.

Nel giro di pochi mesi questo immaginario è quasi completamente venuto meno, da quel  momento non mi trovo a desiderare una relazione romantica con l'altro sesso, sebbene mantenga un interesse non trascurabile a livello sessuale, anche se non paritario verso quello che ho per gli uomini.

Perché questo cambiamento sia avvenuto sinceramente non so, posso solo ipotizzare una correlazione con gli eventi di cui sopra, per via della loro temporalità.

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  • 5 years later...
On 8/1/2014 at 12:10 AM, Sampei said:

Il problema dei bisessuali è l'abuso della parola bisessuale fatto da chi bisessuale non é.

Non avrei saputo dirlo meglio! Le prime vittime di ciò sono i bisessuali autentici.

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