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I Gay-Pride


Cosgrove

Siete mai stati a un Pride?  

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  1. 1. Siete mai stati a un Pride?

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    • Sì, diverse volte
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    • No, mai
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    • No, e penso che non andrò mai
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    • No, ma quest'anno andrò
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Non capisco che differenza possa esserci tra il non gradire la compagnia rozza di dei camionisti o quella di una checca urlante, volgare e frivola, davvero mi sembra una polemica che non sta nè in cielo nè in terra.

 

Se la metti in questi termini è facilissimo.

 

Se tu fossi un taxista che manifesta contro il costo della benzina,

manifesteresti insieme a un "rozzo camionista" o no?

Diresti "Io no! A quella manifestazione non ci vado

perché i camionisti vengono in cannottiera a ruttare?

Non voglio essere rapprensentato da persone così poco signorili?"

 

In realtà no.

Penso che se tu volessi protestare per il caro-benzina

te ne fregheresti di come si vestono e si comportano

i camionisti o i proprietari dei pescherecci.

 

Perché allora fai tante storie per le manifestazioni per i diritti gay?

Ma perché sei un "omofobo interiorizzato", naturalmente!

 

L'omofobia interiorizzata riguarda l'accettare la propria omosessualità, l'ansia di come ci vede la gente, essere o no felice, avere o no una felice relazione con una persona dello stesso sesso (o essere capace ad averne una), ecc. Non mi pare di aver nessuno di questi problemi e credo di rispettare ampiamente ciò che non mi piace, quindi se io la vivo bene non capisco cosa debba importare alla comunità in che modo io voglia vivere la mia vita da omosessuale e cosa debba o non debba piacermi, sono io padrone della mia vita e non la comunità!

 

Beh, non è così.

Con "omofobia interiorizzata" si intende la tendenza

a dare ragione agli omofobi.

Ci sono omofobi interiorizzati che danno ragione agli etero che dicono "Quello che fanno due maschi non è vero amore"

e ci sono omofobi interiorizzati che danno ragione agli etero che dicono: "I gay sono tutti esibizionisti e sessuomani"

Ma di omofobia interiorizzata ce n'è talmente tanta che di "omofobi interiorizzati" ce ne sono di parecchi tipi.

 

I Soliti Idioti dicono: "I gay non fanno altro che lamentarsi dell'omofobia, anche quando non esiste".

Ci sono omofobi interiorizzati che dicono: "Beh, hanno ragione! Io non mi lamento mai, vado a fottere in disco e me ne frego!"

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Bah, non ha alcune senso paragonare i gaypride con gli scioperi dei salari o della benzina. Nella manifestazione del gaypride si manifesta per molteplici cose e molteplici cose tra loro sono in contraddizione. Basti pensare che ci sono sia le famiglie arcobaleno sia la checca modaiola e isterica, e non pensi che puntino esattamente alla stessa cosa. In teoria e ufficialmente si va tutti al gaypride per ottenere diritti ed eliminare a 360° la discriminazione sociale, siamo tutti d'accordo che è questo lo scopo nobilissimo del gaypride, ma è da pagine di topic che si tenta di spiegare che c'è qualcosa che non funziona nel tentare di conseguire questo scopo e ci sono altrettanti valori e credenze che si mescolano in questa grande famiglia LGBT. Se poi dopo tanti anni di Gaypride in Italia non si è ottenuto il benché minimo passo avanti allora mi sa che è proprio ora di rivedere un po' di cose, perché sicuramente il gaypride qualcosa fa, ma non è quel tanto per far passi avanti decisivi alla comunità.

 

L'accusa di una presunta omofobia interiorizzata, mi sembra una gran cretinata (per dirla in termini puliti). Se uno non ha problemi con se stesso, rispetta gli altri, non ho capito che osessione abbia la comunità nell'imporre regole su cosa debba piacerti e cosa no, e come tu debba viverti l'omosessualità. Ma saranno pure cavoli di ognuno di noi, no?L'omofobia, che è una delle cose più brutte del mond,o riguarda ahimè aspetti molto più tristi e umilianti del "trovo questo volgare" "io non amo esibirmi", ci dobbiamo battere tutti quanti per evitare violenze fisiche, verbail e negazioni di diritti, ma nessuno può sindacare su cosa può piacere a una persona e cosa no. Mi sembra davvero una cosa ridicolissima.

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La penso un po' come Altair, preferisco che venga fatto con un po' più di discrezione, preferirei un Pride con più manifestazioni d'affetto gay e meno parti del corpo in vista.

Però io reputo il Pride indispensabile, ci sono altre ragioni che fanno pendere l'ago della bilancia dalla parte "si"

Interessante domanda quella di @@Almadel :

Una manifestazione pro-gay funziona

solo se piace agli eterosessali?

E precisamente a quali eterosessuali?

Per ottenere diritti forse si, loro sono il 95% sono la maggioranza e decidono per noi.

D'altro canto agli eterosessuali non va bene niente dei gay, se dovessimo fare un Pride come piace a loro, equivale a non farlo per niente, non possiamo fare quello che dicono loro per renderli felici, altrimenti va a finire che dobbiamo suicidarci o castrarci.

Molti etero hanno troppi pregiudizi sui gay, e non sappiamo come fargli capire che sono sbagliati, con loro l'empatia non funziona, hanno paura dei gay, paura di essere violati dal di dietro in modo irreparabile se provano a mettersi nei nostri panni.

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@Fantom

 

Ma infatti secondo me il pride non va fatto "a misura di etero", sarebbe anche piuttosto avvilente per noi.

Neanche voglio che sia soppresso (certo se rimane nella sua configurazione attuale sarebbe meglio se

non ci fosse).

 

Dovrebbe semplicemente essere piùgay. Nel modo in cui i gay sono davvero e non nel modo in cui ci hanno

dipinti. E dal momento che gay non si riduce al concetto di carnevale o di dark room al Muccassassina ma ha

anche altre sfumature, gradirei che fossero più ampiamente rappresentate, grazie.

 

Anche perché poi non possiamo lamentarci se gli omofobi ci danno certe etichette se siamo noi i primi a comunicarle...

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ma ha

anche altre sfumature, gradirei che fossero più ampiamente rappresentate, grazie.

se fai parte di queste "sfumature" non rappresentate allora vacci al pride! e dimostra con la tua "normale" presenza che gay non è solo parrucche e nudità.

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Scusami Altair, ma come è possibile

che i gay sobri si sentano rappresentati

se al Pride non ci vogliono andare?

 

Più insisti a descrivere il Pride come una carnevalata,

più contribuisci a far rappresentare i gay solo dai go-go boys...

 

Non che questo sia il problema principale,

che rimane - a mio avviso - la vostra tendenza

a incolpare dell'omofobia i comportamenti dei gay

e non l'intolleranza degli omofobi,

però è comunque una parte della questione.

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Secondo me dei gay pride ci sono cose diverse che non funzionano.

Prima tra tutte il risalto dato, da parte dei media, alle parti della manifstazione ricalcanti lo stereotipo del gay esibizionista e frivolo, mentre l'inquadratura di rado va a catturare le dimostrazioni più vicine a quello che il senso comune ritiene "normale".

Più ci vedranno diversi da loro, più ci respingeranno e negheranno qualsiasi diritto.

Finché la parte più variopinta ed esuberante del mondo gay sarà felice di mostrare la propria diversità al mondo, il mondo respingerà drag queens e direttori di banca froci, checche isteriche e gay cattolicizzanti.

 

Certo, il problema è difficile da trattare, perché tutti hanno lo stesso diritto di essere tutelati nella propria specifica diversità. Non ha meno diritto il travestito della coppia sposata in spagna con tanto di bimbo adottato da uno dei genitori, che so, in brasile. Nè si può pensare di impedire a qualcuno di manifestare nel modo che preferisce la propria diversità. Però sarebbe anche stupido dire che il problema non esiste e, ancor più, negare che una manifestazione più sobria, o dove perlomeno i media dessero risalto a tutte le sfaccettature del mondo gay, otterrebbe in concreto molti più risultati. Risultati che poi andrebbero a beneficio di tutti...

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bah sinceramente i pride non mi convincono al 100%, perchè mi ricordano più una sfilata di carri del carnevale di rio...dico che le intenzioni sono buone, ma forse invece di ostentare tutto in modo così esasperato, si potrebbero fare cose anche un po' meno eccessive...per quanto questo sia un pio pensiero.

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Finché la parte più variopinta ed esuberante del mondo gay sarà felice di mostrare la propria diversità al mondo, il mondo respingerà drag queens e direttori di banca froci, checche isteriche e gay cattolicizzanti.

 

Il mondo? Il mondo o l'Italia?

Quanto sobri ti immagini i Pride di Londra, Berlino o Barcellona?

 

Gli omofobi italiani hanno vinto perché noi non siamo uniti contro Giovanardi,

ma i gay sobri sono solidali con Giovanardi contro i gay frivoli.

 

E non solo contro quelli frivoli (Isher, Hinzelmann, Loup-garou ed io

siamo svariate volte più seriosi di un qualsiasi Altair o ilRomantico);

ma anche contro quelli più impegnati, quelli - intendo - troppo politicamente corretti

per preferire l'indignazione di una nonna cattolica a una trans vestita da suora.

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Io trovo ingenuo pensare che se il gay pride fosse più "sobrio" ci sarebbero servizi giornalistici che danno più spazio ai gay "normali". :)):

 

Se i gay pride fossero più sobri, invece di un servizio al TG di 5 minuti di cui 3 di riprese delle drag queen, avremmo nella migliore delle ipotesi un servizio di 2 minuti. Nella peggiore, avremo un servizio di 5 minuti di cui 3 di riprese delle drag queen degli anni scorsi.

Se togliete ciò che attira gli spettatori (scandali, stranezze, immagini forti), i mezzi di informazioni non è che riporteranno la notizia come la volete voi. Semplicemente non la riporteranno per nulla o le dedicheranno meno spazio.

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Il mondo? Il mondo o l'Italia?

Quanto sobri ti immagini i Pride di Londra, Berlino o Barcellona?

E' vero, se non fossimo in Italia sarebbe tutto diverso, però siamo in Italia...purtroppo?

Gli omofobi italiani hanno vinto perché noi non siamo uniti contro Giovanardi,

ma i gay sobri sono solidali con Giovanardi contro i gay frivoli.

Sono d'accordo al cento per cento che non ha alcun senso ed è controproduttivo pensare di compiacere i benpensanti...benpensando e dandosi la zappa sui piedi! Però una cosa è rifugiarsi tra le sottane di giovanardi per fare i gay in privato e senza dare scandalo come vuole lui, una cosa è lasciare che ci dipingano come dei ninfomani colorati in preda ad una invasione dionisiaca, un altra cosa ancora è presentare la realtà gay in un modo che per un popolo di conformisti possa essere il più accettabile possibile.

 

Siccome siamo in democrazia, anche se io sono sempre stato un grandissimo sostenitore della mia dittatura illuminata, e siccome siamo più precisamente nella repubblica democratica italiana (già, già, cattolicesimo, vaticano, vaticano, cattolicesimo...), dal mio punto di vista sarebbe più produttiva la logica di una conquista di diritti per gradi. In alternativa, armatevi di forconi, combattete per me e una volta che mi avrete messo al potere organizzeremo orgie e baccanali ghey in tutte le chiese d'Italia! u.u

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Dimmi di chi è la colpa se ci dipingono come "ninfomani colorati".

 

Dimmi se è colpa dei giornalisti

o dei ragazzi rumeni che fanno i go-go boys per le discoteche

o dei militanti gay con una laurea su Foucault.

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Ma "noi" siamo anche dei ninfomani colorati! E va benissimo esserlo. Almeno alcuni di noi lo sono e con tutta la dignità del caso. La questione non è tanto un fatto di colpa, ma di intelligenza politica...

 

La causa principale per cui vengono messi in luce determinati aspetti di "noi", quelli meno producenti oltretutto, sono certamente i giornalisti.

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Scusami Altair, ma come è possibile

che i gay sobri si sentano rappresentati

se al Pride non ci vogliono andare?

 

Perché molti dei gay che al pride ci sono stati come il sottoscritto arrivano al punto

in cui se non riesci a cambiarlo ne prendi le distanze.

 

Gli omofobi italiani hanno vinto perché noi non siamo uniti contro Giovanardi,

ma i gay sobri sono solidali con Giovanardi contro i gay frivoli.

 

La smetti di inventarti le cose Almadel? Trovami una singola riga dove ho dato ragione a Giovanardi.

 

Se non sai cosa scrivere faresti più bella figura a non toccare la tastiera...

 

Non ha meno diritto il travestito

 

 

Il travestito ha tutti i diritti, io sono il primo a sottolinearlo. Il problema è che se mostra di se solo il lato "sessuale"

la società continuerà a vederlo solo per quello: un oggetto sessuale, un corpo mercificato, e non una persona

che merita gli stessi diritti e le stesse tutele degli altri.

 

Se togliete ciò che attira gli spettatori (scandali, stranezze, immagini forti), i mezzi di informazioni non è che riporteranno la notizia come la volete voi. Semplicemente non la riporteranno per nulla o le dedicheranno meno spazio.

 

Molto Berlusconiana come idea: nel bene e nel male purché se ne parli?

 

Io non credo.

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AndrejMolov89

Sì... ma Thelema stai dicendo che è una responsabilità dei giornalisti se ci vedono così, perché mostrano quell'aspetto. Considerando che all'unico pride in cui sono stato sembrava di stare in una manifestazione del tutto normale e che c'era una percentuale irrisoria di "sfrante", bisogna suppore che i giornalisti non si trovano davanti per sbaglio il gay frivolo, ma lo vanno a cercare. Se non ci fossero, semplicemente non ci sarebbero giornali al pride :)

 

Aggiorno la risposta: il fatto che loro vedano quello e vogliano rappresentare e informare solo su quell'aspetto è di fatto una loro scelta. Non è colpa della manifestazione in sé. Una manifestazione sobria non vorrebbe considerata, perché non ci sarà quel che vogliono riferire dei gay o altro.

Il fatto rimane sempre quello, il pride non è specificatamente politico, ma la sua preparazione e la sua presenza diventa politica per il fatto che esiste un contesto ostile. Le manifestazioni serie possono essere messe in pratica sempre e non bisogna neppure aspettare una particolare data.

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Cioè spiegatemi bene, prima per voi i giornalisti erano i cattivi perché mostravano solo quello che gli pareva...

 

... e ora dite che sono necessari perché senza sesso e carnevalate il pride non se lo filerebbe nessuno?! :eh:

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AndrejMolov89

No, sto dicendo che se c'è un intera manifestazione sobria e vengono mostrate solamente le carnevalate, evidentemente c'è un problema di riporto della notizia. E se fosse più sobrio, o se fossero eliminate completamente eliminate le carnevalate i giornalisti non mostrerebbero niente, perché ad un certo punto si ritiene che le immagini non vengano selezionate a caso. :)

O bisogna postulare la buona fede dei giornalisti, che ritengono rappresentative quelle immagini o bisogna supporre che voglio rendere rappresentative quelle immagini. Ma era una risposta al commento di Thelema. ^^

Poi non capisco perché dobbiamo adeguarci per non farci vedere come vogliono gli etero. Cioè, non mi pare un ragionamento, andiamo lì per quel che siamo.

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@@Altair

 

Perché molti dei gay che al pride ci sono stati come il sottoscritto arrivano al punto

in cui se non riesci a cambiarlo ne prendi le distanze.

 

Ma piantala! :D

sembri i ragazzini che hanno votato Rofondazione, ha vinto Berlusconi

e allora dicono: "Allora non vado più a votare!" :)

 

E' un ragionamento insulso in un modo clamoroso, perdonami.

Ma tu dovresti partecipare proprio perché non ti senti rappresentato:

se già chi va ai Gay Pride ti rappresentasse potresti anche restartene a casa, no?

 

La smetti di inventarti le cose Almadel? Trovami una singola riga dove ho dato ragione a Giovanardi.

 

Tutto quello che dici è un lecchinaggio del clericalismo di destra: tutto.

 

Sei perfettamente in linea con il pensiero di Zeffirelli:

http://www.gliscritti.it/blog/entry/927

Che c'è di gaio nell' essere omosessuale? Quanto al "pride", non vedo di cosa si dovrebbe essere orgogliosi. Se è giusto non demonizzare chi fa scelte diverse, altrettanto giusto sarebbe non sottolinearle con sciocca enfasi. Forse che gli eterosessuali sbandierano l'orgoglio di esserlo?

 

Questa è una frase di Giovanardi su Pontifex, perfetta in bocca tua:

Poi precisa: " ripeto: la manifestazione é e rimane libera, ma queste degenerazioni verbali alla fine credo che remino contro gli stessi interessi dei gay. Infatti terminano con il creare ostilità alla loro causa e siano un atto di colpevole autolesionismo e rendono un cattivo servigio alle loro rivendicazioni".

 

Poi abbiamo l'invito della Mussolini "a non fare carnevalate"

http://www.gaywave.it/articolo/gay-pride-napoli-la-mussolini-invita-a-non-fare-carnevalate/8613/

“Se invece delle carnevalate a cui ci hanno abituati si vuole creare un clima sobrio per ragionare su queste tematiche, in chiave sociale e politica, ben venga”.

Cavoli, Altair; ma scrivi tu i discorsi alla nipote del Duce?

 

Io non ho bisogno di leggere quello che scrivi;

mi basta aprire Pontifex o un sito del Movimento Sociale

e trovo esattamente scritte le tue parole.

 

Ma per chi caxxo mi hai preso? :D

Guarda che non sono mica atterrato ieri dalla Luna...

 

So benissimo cosa scrivono berlusconiani, cattointegralisti e fascisti:

scivono precisamente le cose che scrivi tu.

E sono anche consapevole che la gente come voi in Europa e in USA

viene sonoramente presa a pernacchie.

 

Il guaio dell'Italia? In Italia l'Almadel italiano risponde all'Altair italiano.

In Gran Bretagna il mio omologo inglese ti riderebbe in faccia.

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Rispondendo a Isher:

 

Io lo faccio, ci provo, ma quelle modifiche che propongo suscitano scandalo nella comunità gay, vengo

additato come un eretico se dico: "magari quest'anno invece del porno attore, sulla locandina mettiamoci

qualcos'altro, no? Magari una bella coppia gay, una famiglia arcobaleno, qualcosa di diverso.".

 

Ogni volta continuo a scontrarmi sempre e comunque con le solite barriere, non tanto nel forum quanto

sopratutto nelle associazioni che il Gay Pride lo organizzano, ad una delle quali - per la cronaca- sono anche iscritto.

 

Mi guardano malissimo, mi considerano bigotto e omofono semplicemente perché esprimo il mio non sentirmi rappresentato,

in quanto gay, da quella manifestazione.

 

Io se fossi in te insisterei, con questa e altre proposte. Il Pride per mantenersi in vita e crescere, (e deve crescere), ha bisogno di tutti,

e deve guadagnare la partecipazione di chi non vi si ritrova, o lo trova troppo esteriore. Avendo fatto un numero elevato di Pride, devo dire

che anche io ne ho trovati tanti ripetitivi, troppo ripetitivi, poveri di idee. C'è una crisi della strutturazione del Pride, alla quale le organizzazioni

rispondono insufficientemente. Il Pride è in realtà tante cose messe insieme, non una sola: è una festa, è una manifestazione su un tema, che

ogn anno dovrebbe essere dato dallo slogan del Pride stesso, è certamente una richiesta di diritti, è denuncia dell'omofobia, è esibizione di

chi si esibisce, è occasione di rimorchio, è un individuale uscir fuori, dovrebbe anche essere un convolgimento della città (e in piccola misura lo

promuove), dovrebbe essere anche un dialogo con le istituzioni (che si sottraggono, anche per disprezzo). E questo se ci riferiamo alla sfilata: ma

ormai nelle maggiori città italiane il Pride stesso è incastonato in altri eventi, assemblee, che sono molto più avanti della sfilata stessa, la quale ha un

aspetto "organizzabile" (e sono il primo a dire che l'organizzazione dell'evento è povera e ripetitiva) e in parte è "in-organizzabile", se si eccettuano

piccoli gruppi di militanti di questa o quella organizzazione che si inventano qualcosa. Quindi, non stancatevi di dire la vostra e di organizzarvi in

piccoli gruppi per portare avanti una proposta (sul luogo di lavoro, io non dovrei fare altrimenti: se dico una cosa come singolo, mi stanno a

sentire più o meno cortesemente, e l' finisce; se ho messo insieme 4 persone, che la sostengono, devono tenere conto di noi).

 

Ma probabilmente su questo aspetto - la proposta, un minimo di critica - si unisce e pesa una cosa molto diversa, che è la tua critica alle persone

che si esprimono con una diversa storia, emotività, gestualità, con diversi bisogni dei tuoi: e questo secondo aspetto nuoce al primo. Forse le tue

proposte suonano cariche di una sorta di rifiuto della comunità glbt tal quale di fatto essa è o si presenta in queste riunioni. Per questo ti avevo

consigliato di accettarla in toto una volta per tutte cessando di sentire il bisogno di essere rappresentato da essa o da un'altra più bella o evoluta.

 

Prova a separare il più possibile i due aspetti, accettando tu per primo il totum della comunità glbt, e poi, da una posizione più interna, più intima,

più partecipe (e che sia avvertita come tale), prenditi una leadership nell'organizzazione di una qualunque cosa o mezza cosa x, e vedrai che sarà

trascinante per molti, o almeno troverai delle persone simili a te che ti aiuteranno a farla.

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Non ha meno diritto il travestito della coppia sposata in spagna con tanto di bimbo adottato da uno dei genitori, che so, in brasile.

 

Si vabbè, SOGNA! Sicuramente ci sarà qualche caso simile, ma è tutt'oggi super difficile che una coppia gay possa adottare in Spagna. Idealizzate di meno!:)

 

Il mondo? Il mondo o l'Italia?

Quanto sobri ti immagini i Pride di Londra, Berlino o Barcellona?

 

Infatti sono ugualmente "esagerati" a quelli italiani, se non penso di più! Ma in quel caso la gente non ha conqusistato i diritti col gaypride! A me hanno spiegato che in Spagna il processo è stato lento e dolorisissimo e agli inizi degli anni 90 c'era un'omofobia che manco c'era in Italia. La differenza l'hanno fatto le persone e le associazioni, non certo il gaypride. Poi se volete continuare a credere alle favole... fate pure!

 

 

 

E non solo contro quelli frivoli (Isher, Hinzelmann, Loup-garou ed io

siamo svariate volte più seriosi di un qualsiasi Altair o ilRomantico);

 

TU serioso?E de che?Mi sembra che io e Altair forniamo sempre risposte esaustive, ma sei tu che le ignori e quando non sai più come rispondere cambi argomento per poi invertati cose che NON abbiamo mai detto.

 

E' un ragionamento insulso in un modo clamoroso, perdonami.

Ma tu dovresti partecipare proprio perché non ti senti rappresentato:

se già chi va ai Gay Pride ti rappresentasse potresti anche restartene a casa, no?

 

Si, tricche e ballacche, ma se già in un forum gay io ed Altair veniamo presi per eretici perché critichiamo alcune cose del gaypride, come pretendi che potremmo venire rappresentati con tutto il "polpettone" che c'è al gaypride?Visto che siete tanto convinti che il gaypride così com'è funzioni e non accettate suggerimenti, fate pure, ne riparliamo tra 5-10 anni di repliche col gaypride per vedere se funziona così tanto come siete convinti.

 

Il guaio dell'Italia? In Italia l'Almadel italiano risponde all'Altair italiano.

In Gran Bretagna il mio omologo inglese ti riderebbe in faccia.

 

...E in Spagna penso che ti riderebbero in faccia!!! Smettetela di idealizzare e farvi i film! Proprio nello stesso gaypride c'era molta gente che faceva esattamente gli stessi discorsi di me ed Altair. Il discorso verteva più o meno sui fili che le carnevalate andavano bene una volta, ma c'è gente che ci mette la faccia ogni giorno e preferisce vivere una omosessualità non così tanto ostentata perché alla fine si dà un'immagine che nella vita di tutti i giorni non appartiene a molti gay e blah blah.

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Io non ho bisogno di leggere quello che scrivi;

mi basta aprire Pontifex o un sito del Movimento Sociale

e trovo esattamente scritte le tue parole.

 

 

Il fatto che questi personaggi (estremi per altro) utilizzino strumentalmente questi discorsi per mostrarsi moderati

e per giustificare la loro omofobia di fondo poco mi importa.

 

Quello che dicono è giusto, ma per loro è un modo politically correct per dire "I gay mi fanno schifo".

 

Nel mio caso c'è una bella differenza che tu dovresti essere abbastanza intelligente (e lo sei) da cogliere. Non mi sembra di aver

dimostrato omofobia, transofobia o checcofobia in 6 mesi di forum, se pongo una critica magari sarà costruttiva e non distruttiva, non trovi?

 

Che poi tu usi questi giochetti retorici per delegittimare la mia opinione quello è un'altro paio di maniche ;)

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Molto Berlusconiana come idea: nel bene e nel male purché se ne parli?

 

Io non credo.

Veramente il mio discorso era un altro. A che cosa serve questa ossessione per l'epurazione, considerato che oltre che discutibile ideologicamente è anche inutile praticamente?

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Perdonami, Altair: ma quali sarebbero questi "giochetti retorici"?

 

Il motivo principale per il quale trovo irricevibili le tue critiche

è che sono identiche a quelle dei peggiori omofobi d'Italia:

non solo simili, proprio identiche

 

Ora te lo devo chiedere: "Te ne rendi conto oppure no?"

Sei consapevole di utilizzare le stesse argomentazioni

universalmente adottate dai Santorum, dai Le Pen e dalle Mussolini?

(E da uno studente coranico che usciva con una mia amica?)

 

Secondariamente quoto il discorso di Loup-Garou:

anche tralasciando il fatto che il tuo discorso è mostruosamente reazionario

e che sembra copi-incollato da Pontifex (per quanto la cosa ti dispiaccia);

non c'è alcun modo di intervenire in proposito.

 

Non puoi proibire alla gente di manifestare come vuole;

l'unica cosa che puoi fare è manifestare la tua diversità da loro.

 

Inoltre - ti ripeto - che hai tantissime altre occasioni durante l'anno

di fare qualcosa di gay e di assai meno frivolo che andare al Mukkassassina;

oggi - per dire - siamo a metà strada tra il Giorno della Memoria e la Giornata contro l'Omofobia.

Quindi lascia perdere il Gay Pride e dedicati ad altre manifestazioni di militanza.

 

Se questa benedetta manifestazione non vi piace e non piace ai vostri amici,

non dovete fare altre che organizzarne un'altra in qualche altra data sensibile.

Sapete benissimo che noi verremmo (tanto non abbiamo tette e culi da mostrare, neanche a giugno...):

Facebook ce l'avete, la copertura mediatica si trova e tutti amici come prima, no?

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Mi sembra una grande contraddizione porsi problemi riguardo l'intelligenza politica del pride presupponendo la stupidità dei media e del osservatore medio.

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Il pride non deve comunicare con gli etero omofobi, ma con quelli

che si credono evoluti o pensano di esserlo, che credono di aver

già risolto la questione omosessuale perchè in fondo ognuno è

libero di fare della propria vita privata ciò che vuole.

 

E' questa apparente tolleranza, che di fatto produce una sostanziale

indifferenza, se non in alcuni casi aperto fastidio ( è l'ultimo dei problemi

del paese, uffa 'sti gay etc. ) che noi dobbiamo mettere in crisi.

 

Nel mentre diciamo questo, diciamo anche che si rivolge a quei gay

che devono "uscire fuori dall'armadio", che devono compiere il proprio

processo di valorizzazione dell'omosessualità, che non può assumere

solo la veste di una rivendicazione politico-sindacale.

 

Oramai quasi tutti i gay si sono convinti del fatto che si debbano

rivendicare dei diritti, eppure è stata una lenta conquista pure questa

( si potrebbe dire di quando il pride era criticato perchè troppo politico

pur mancando di una piattaforma politica "gay" perchè era la sommatoria

di gruppi politici )

 

Al contempo però la rivendicazione dei diritti può essere un modo per

sviare la valorizzazione della propria omosessualità su un piano squisitamente

intellettuale, vuoi idealizzandola ( più si pretende dall'omosessualità

più fatalmente si sarà portati a empatizzare poco con gli omosessuali reali, in

carne ed ossa...) vuoi razionalizzandola ( via tutto ciò che è istintivo, via tutto

ciò che è "solo gay": anche se ad. es. io stesso non so spiegarmi il fatto di

apprezzare un certo programma stupido, come altri gay etc. )

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Ma probabilmente su questo aspetto - la proposta, un minimo di critica - si unisce e pesa una cosa molto diversa, che è la tua critica alle persone

che si esprimono con una diversa storia, emotività, gestualità, con diversi bisogni dei tuoi: e questo secondo aspetto nuoce al primo. Forse le tue

proposte suonano cariche di una sorta di rifiuto della comunità glbt tal quale di fatto essa è o si presenta in queste riunioni. Per questo ti avevo

consigliato di accettarla in toto una volta per tutte cessando di sentire il bisogno di essere rappresentato da essa o da un'altra più bella o evoluta.

 

Hai ragione, mi rendo conto che la mia proposta possa suonare critica ma di fatto tant'è. E non perché io voglia "castrare" la libera espressione

di queste persone o la loro storia, tantomeno offendere, vorrei solo mettere in discussione quelle che per me sono scelte, in questo caso sbagliate.

 

Il punto è che non credo che certi atteggiamenti siano propri di queste persone in quanto gay. Credo piuttosto che questo modo di manifestare o

comunque un certo modo di vivere ed esprimere la propria omosessualità sia semplicemente un fattore culturale ma non naturale. Un mix di stereotipi

etero ed atteggiamenti nati "per contrasto" che a mio parere non hanno nulla a che vedere con l'omosessualità. Io credo che si sia creata una sorta

di vera e propria cultura gay che mette al centro di tutto il sesso, la vanità e la frivolezza, il primo era un elemento necessario ai tempi in cui essere gay

doveva rimanere una "affare privato" e veniva relegato all'ambito delle "perversioni" e che in seguito gli etero ci hanno attribuito come carattere identitario,

gli altri due sono nati per contrasto, forse come strumento di difesa contro l'omofobia.

 

Questo modello, correggimi se sbaglio, sembra essere più presente fra i gay della generazione passata e meno in quella attuale, a dimostrazione del fatto che quel

modo di vivere l'omosessualità era un bisogno necessario all'epoca (fino agli anni '80) e ora non lo è più, forse perché la società si è evoluta. Ma sopratutto ciò dimostra

che quel modo di essere non è necessariamente l'unico modo di essere gay.

 

Prova a separare il più possibile i due aspetti, accettando tu per primo il totum della comunità glbt, e poi, da una posizione più interna, più intima,

più partecipe (e che sia avvertita come tale), prenditi una leadership nell'organizzazione di una qualunque cosa o mezza cosa x, e vedrai che sarà

trascinante per molti, o almeno troverai delle persone simili a te che ti aiuteranno a farla.

 

Ci proverò, ma per la gioia di Almadel, non garantisco risultati in tal senso :D

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Beh intanto se tu avessi letto 1 libro di storia Lgbt, lo dico

senza sottintesi polemici...ma almeno 1, forse potresti dire

qualcosa da persona informata sui fatti.

 

Te lo dico per un semplice fatto: l'impostazione della

discussione tra gay in termini generazionali, c'è sempre

stata ed è sempre dipesa da un unico fatto.

 

La totale ignoranza dei gay sulla propria storia

 

Non conoscendo mediamente i gay niente, ovviamente

il contrasto generazionale è l'unico modo di inquadrare

una discussione, ma è una ciclica condanna a ripetere

dinamiche sempre uguali...

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Hinzelmann le tue parole mi fanno solo confermare le mie idee sullo stringente indottrinamento

che subisce la comunità gay.

 

Confondere soggettività con oggettività è una cosa che fa molto fondamentalismo religioso.

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