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"gay" o "omosessuale"


R.POST

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gay è ripreso dall'antico provenzale con il significato di "gaio"

 

 

Non ti so dare il riferimento preciso a un'opera, ma ricordo che un noto professore universitario

di discipline classiche mi disse, diversi anni fa, che già nel latino classico gaius designa un uomo dagli atteggiamenti

un po' strambo/effeminati. Ricordo che questo anziano, simpatico professore, per farci capire il significato, accennò a dei

movimenti con le braccia, a un molleggiamento della persona, molto efficaci.  :P

 

Bisognerebbe fare una ricerca terminologica e i passi e gli autori verrebbero facilmente fuori. Del resto è in sé verosimile

che il termine dell'antico provenzale abbia una continuità con il suo antenato latino.

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A voler tagliare le cose con il coltellaccio:

1) Se vado al Gay Pride, ma non ascolto Madonna: sono Queer

2) Se vado al Gay Pride ed ascolto Madonna: sono Gay

3) Se non vado al Gay Pride e non ascolto Madonna: sono Omosessuale

4) Se non vado al Gay Pride e ascolto Madonna: sono un Frocio

 

 

Sì, Almadel, ma è strettamente generazionale: vale solo fino alla tua classe di età.

Se ti sposti ai 40, già non vale più, figurati ai 50 anni.

Semmai è interessante notare come questo bisogno di avere parole definitorie già solo

con i nomi e con minimi cenni linguistici (e non solo) sia proprio dei giovanissimi e

dei giovani di oggi, i giovani la cui scuola elementare è il web, che si possono così riconoscere e identificare rapidamente, come

avviene anche in altri rapporti o frequentazioni virtuali. E' una necessità e una spinta planetaria.

Tuttavia un po' di diffidenza verso le parole bisognerebbe mantenerla e probabilmente, nei fatti, tutti la mantengono.

Tornando alla tua classificazione (molto brillante, davvero), io uso tre di quei termini nella stessa ora

a seconda non solo della persona con cui parlo ma del contesto linguistico, delle intenzioni di comunicazione,

e con la medesima persona, e se frequentassi persone che usano spesso queer probabilmente lo adotterei subito.

Forse uno non se ne rende perfettamente conto, ma credo che facciamo tutti un po' così.

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Nei fatti è raro che serva

essere tanto specifici. :asd:

 

Dal mio punto di vista generazionale

la cultura omosessuale non è più solo contro-cultura.

Negli Anni Ottanta è diventata parte della cultura di massa.

Il Queer si percepisce come alternativa, il Gay come norma.

 

Il Frocio non va oltre al sentirsi "fenomenale"

è conformista sia rispetto alla cultura gay di massa

sia nei confronti del ruolo che la società gli assegna

- il ruolo della vergogna o del ridicolo -

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Guest glitter

Se sei una persona normalissima e appartieni al volgo sei omosessuale;

 

se appartieni ad una certa elite, o fai parte del mondo del jet-set, sei gay.

 

Io mi sento uno scaldabagno, ma quello è un altro discorso  :asd:

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Il Queer si percepisce come alternativa

 

Io uso molto queer nella locuzione «famiglia queer».

Oppure per designare, più che una persona, un gruppo, una dimensione di vita.

Mi sembra che in queer ci sia un riferimento ineliminabile al collettivo, al gruppo.

 

Rileggendo i nostri post mi è apparso chiaramente che a parte le connotazioni che tutti, io per primo,

aggiungiamo ai termini di cui ci serviamo, per me si tratta fondamentalmente di termini, appunto,

vocaboli, che si maneggiano con una certa intenzione di significato in diversi contesti, per te sono proprio

«tipi», generi, designanti insiemi di individui diversamente connotati.

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  • 2 weeks later...

percezioni psicologiche.

 

gay: penso a cose divertenti, checche isteriche che corrono saltellando e con voci acute e musicaloidi parlano di lady gaga', discoteche, pettegolezzi da oche

 

omosessuale: vedo gia bandiere multicolor, nanni moretti, film impegnati, qualcuno che muore di aids magari, la sinistra sempre tra i piedi

 

queer: una cosa alla oscar wilde, giovani boni e non sempre dichiarati che conducono una vita al bordo, piena di eccessi ma anche cultura.

 

ora mi ucciderete!!!!!

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Ghery, semplicemente confondi "queer" con "dandy"

e dimentichi che a chiamare sé stesso "omosessuale e non gay"

sono gli omosessuali di destra come, ad esempio, Zeffirelli.

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Guest Hero_of_Zero

omosessuale è troppo lungo  :asd:in piu' mi sa molto di terminologia freudiana-psichiatrica il che mi da per forza di cose una sensazione di disagio.

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credo che le parole gay ed omosessuale siano come sinonimi! uno piu' gergale e d uno piu' tecnico.

 

che ne pensate?  io inizierei a chiaraci popolo glbt!

 

un abbraccio

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  • 1 year later...

Salve a tutti, prendo spunto da un intervento fatto in un mio topic, nel quale una persona mi diceva che non ero gay, ma omosessuale...  :)

Lì per lì non ci ho pensato molto, ma adesso dopo averci riflettuto mi chiedo quale sia la differenza... ammesso che ci sia differenza. A mio parere Gay identifica una persona di sesso maschile attratta da altri maschi, analogamente a lesbica per il femminile; omosessuale invece esprime generalmente il concetto di persona attratta da altre persone del suo stesso sesso.

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In senso generale hai ragione.

Normalmente però il termine "gay"

viene distinto da "omosessuale"

per motivi di natura sociale.

 

Un gay vive la sua omosessualità

e riconosce sé stesso come omosessuale.

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"gay" dovrebbe comportare una militanza, omosessuale no

ad es. Signorini è omosessuale ma non gay

la Chiesa non condanna l'omosessualità (se vissuta nella castità  :D ) ma condanna comunque il movimento gay

e tanti altri esempi si potrebbero fare (per dire: gli stilisti italiani sono omosessuali, almeno quelli che lo sono, ma non gay)

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L'esempio classico che si fa sempre è Zeffirelli che per anni ha detto:

sono omosessuale ma non "gay-sta" ( che nella sua testa corrisponderebbe

in senso spregiativo ad una posizione meramente politica del tipo,femminismo

vs donne )

 

In realtà essere gay non è un gay-smo, cioè non è solo una questione di

militanza, ma di identità e senso di appartenenza a cui poi dovrebbe corrispondere

una partecipazione ( quantomeno alle iniziative comunitarie )

 

Molti gay Italiani si sono fermati al primo gradino quello identitario, spesso

ricavandosi delle soluzioni ad hoc anti-gay ( Zeffirelli in quanto cattolico )

altri si sono fermati al secondo nel senso che manca loro la coscienza collettiva

dell'essere gay ( in genere tutti i velati ) altri ancora al terzo ( questi ultimi in

genere contestano qualunque iniziativa gay in quanto ghettizzante o comunista

insomma polemizzano col movimento gay in senso puramente distruttivo, perchè

in realtà polemizzano con se stessi )

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Vediamo se ho capito....un omosessuale è colui che sa che prova certe cose per il proprio sesso ma non vuole provare nè instaurare una relazione con un uomo...un gay invece ne è cosciente e le altre persone sanno di lui quindi è pronto a vivere una relazione con un altro uomo..?? Ho capito XD?  :D

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tecnicamente gay significa gaio, allegro...

gli omosessuali, a un certo punto, scontenti che il loro nome fosse omosessuale (molto lungo da pronunciare) o pederasta, seguiti poi da una miriade di altri nomignoli decisamente offensivi, decisero di adottare negli anni '20 (del secolo scorso) per se il termine GAY rubandolo dal dizionario e facendolo proprio. C'è da dire che nell'ottocento il termine gay era associato a persone alternative e di mal costume.

Nell'800 il termine usato per indicare gli omosessuali era URANISTA coniato da Karl Henrich Ulrichs il primo gay dichiarato dell'epoca moderna.

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Uranismo

http://it.wikipedia.org/wiki/Gay

 

""" fonte-Wki-Gay

La radice di questa parola è quella dell'antico francese (più esattamente, provenzale) gai: "allegro", "gaio", "che dà gioia" (come "lo gai saber", "la gaia scienza", che per i trovatori è la scienza d'Amore) che passò in inglese come gay. In questa lingua la parola acquisì nel Settecento il senso di "dissoluto", "anticonformista" (come in "allegro compare").

Il significato peggiorò ancora nell'Ottocento, fino a voler dire "lussurioso", "depravato". Ecco perché, nell'Inghilterra dell'Ottocento, una gay woman era "una donnina allegra" cioè una prostituta, mentre una gay house (letteralmente "casa allegra") era un bordello. La connotazione omosessuale della parola, in questa fase, non era ancora presente.

La connotazione dell'omosessualità si ha solo nell'inglese parlato negli USA, prima del 1920, anno dal quale iniziano a moltiplicarsi le attestazioni dell'uso del termine gay col significato di omosessuale (riferito ai soli uomini, e non senza un beffardo parallelo con la gay woman), nel gergo della sottocultura statunitense, in cui oggi viene usato anche il sinonimo faggot, considerato però con un'accezione molto volgare. Un esempio dell'uso popolare di tale termine si ha nella versione originale del film del 1969, Un uomo da marciapiede (Midnight Cowboy) in cui l'attore Dustin Hoffman critica l'atteggiamento del coprotagonista, Jon Voight, con la frase "That's faggot stuff!" (Questa è roba da gay!)[1].

Negli anni trenta il termine "gay" era già compreso dalla massa dei parlanti americani col senso di "omosessuale": lo rivela un film del 1938, Susanna, nel quale l'attore Cary Grant è sorpreso, per un malinteso comico, in vesti femminili. A chi gli chiede il perché, risponde stizzito: "Because I just went gay all of a sudden!", "Perché sono appena diventato gay tutto d'un tratto!".

Il "grande salto" nell'uso di questo termine avvenne comunque solo nel 1969, con la nascita negli USA del nuovo movimento di liberazione omosessuale.

I nuovi militanti rifiutarono i termini usati fin lì, come omosessuale e soprattutto omofilo. Non volendo più essere definiti con le parole usate dagli eterosessuali, spesso ingiuriose, la comunità omosessuale scelse di auto-definirsi (come già avevano fatto i neri, che avevano rifiutato nigger preferendogli black) usando un termine del loro stesso gergo, cioè appunto gay. Era nato il Gay Liberation Front (GLF).

Sull'esempio americano, gay si diffuse nel mondo ovunque esistesse un movimento di liberazione omosessuale.

La diffusione in Italia di questa parola attraverso il movimento di liberazione gay, dal quale passò al linguaggio generale, data dal 1969-1971. Non senza qualche protesta iniziale in Piemonte, dove sono diffusi i cognomi, di origine provenzale, "Gay" e "Gai"[2].

Dal significato originario di "omosessuale orgoglioso e militante" (contrapposto all'"omosessuale" vecchio stile) oggi gay è passato a indicare semplicemente la persona omosessuale in quanto tale, indipendentemente dalle sue idee politiche """

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Ma sai,anche omosessaule e gay possono essere usati come dispregiativi.

Tutto sta nel tono.

Se anche gli etero avessero appellativi,che so,sfascia vagina,trapanatore folle e via dicendo,saremmo tutti sullo stesso piano  :D

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io tra gay e omosessuale ho sempre usato il primo solo perchè è più corto e il concetto arriva prima! :D se poi si parla di differenza nel significato posso dire che in un forum in cui giravo tempo fa ho letto che "gay" viene usato per indicare persone effeminate che si truccano mentre omosessuale per quelle discrete... una volta finito di leggere, ho riso :D

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Ma sai,anche omosessaule e gay possono essere usati come dispregiativi.

Tutto sta nel tono.

Se anche gli etero avessero appellativi,che so,sfascia vagina,trapanatore folle e via dicendo,saremmo tutti sullo stesso piano  :D

 

Si pure questo è vero, però...è una mentalità comune, e prima che uno la cambia ce ne vuole! Parole simili sono ironiche in alcuni casi, ma per la maggior parte delle persone sono offese e prese in giro :D La parola gay oggi è molto più usata in modo "normale", se così si può dire, penso sia una minoranza quella che la usa in modo spregiativo :D

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io tra gay e omosessuale ho sempre usato il primo solo perché è più corto e il concetto arriva prima! :D se poi si parla di differenza nel significato posso dire che in un forum in cui giravo tempo fa ho letto che "gay" viene usato per indicare persone effeminate che si truccano mentre omosessuale per quelle discrete... una volta finito di leggere, ho riso :D

:D

 

E' meraviglioso vedere come riusciamo a discriminarci anche tra noi.  :love:

 

E comunque che palle.

Finocchio risolve tutto meglio  :love:

 

Quoto.  :D

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E' più o meno quello che diceva il Partito Comunista

contro le lotte del femminismo e del Movimento Gay:

"Ma che importa? In fondo non siamo tutti compagni?"

O il modo che aveva il Partito Fascista

per evitare le lotte sindacali:

"Che importa se sei un operaio? Siamo tutti Italiani!"

 

Quando sei in una condizione di debolezza

- per uscire dal tuo stato di minorità -

è importante prima di tutto prenderne coscienza.

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Quando sei in una condizione di debolezza

- per uscire dal tuo stato di minorità -

è importante prima di tutto prenderne coscienza.

 

...è quel che ho sempre detto io riguardo ai maschi... finchè non si renderanno conto di essere il sesso debole non si potrà mai fare la 2° rivoluzione sessuale!  :D

 

E definirci semplicemente persone non è meglio? :D

certo... ma i gay sono persone speciali!!! ...per questo serve un termine in più!!!!  :D

 

P.S. ...le donne vengono da Venere    ...gli uomini da Marte    ...e i gay vengono da URANO!

http://it.wikipedia.org/wiki/Karl_Heinrich_Ulrichs

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