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    • Silverselfer
      Questa mattina mi è capitato di guardare un'intervista a Mauro Repetto che, per chi non lo sapesse e quindi non ha guardato il biopic sul duo degli 883, sarebbe il cofondatore della band. Alla domanda > Dove sei stato per tutti questi anni? > Lui ha risposto che non ha resistito alla tentazione di Hollywood (?) Non so cosa intendesse dire, nel senso che nessuno sa cosa abbia fatto a Los Angeles per tutti questi anni, anche se posso capire perché oggi sia tornato in Italia < Temeva di essere deportato da ICE?  Facile battute a parte > Il Mauro Repetto è il prototipo del "che cazzo ci sta a fare?" domanda che durante gli anni ottanta ci si è posti spesso. Un altro duo epico a cui questa domanda si attagliava erano gli Wham di George Michael e Andrew Ridgeley ... Vi ho inserito la foto perché se qualcuno conosce George, sicuramente nessuno si può ricordare di Andrew < Per la cronaca è quello in primo piano. Lui fu il Mauro Repetto degli Wham, cioè il duo in cui George Michael scriveva le musiche, le parole, cantava da Dio e ne personificò l'immagine di stile fino a far diventare il duo un must degli anni ottanta ... ma allora Andrew che faceva? < Suonava la chitarra ... e già, proprio la chitarra elettrica che per sentirla nelle canzoni degli Wham! ti devi proprio impegnare molto.  Io una spiegazione ce l'avrei al riguardo, anche se non mi spingerei a renderla una regola universale; tuttavia, il duo è una formazione musicale molto particolare perché denota un feeling artistico che spesso sfocia anche nel sentimentale. Ora, nel duo maschio/femmina l'allusione a una storia tra i due è palese, tanto che i casi in cui non è così si contano sulla punta delle dita. Per le coppie musicali dello stesso sesso invece si glissa sempre, alludendo sempre a una "grande amicizia". Lungi da me iniziare a fare outing, tuttavia, una mia personale statistica mi ha portato alla conclusione che le grandi amicizie professionali finivano presto in odi viscerali, penso a Simon e Garfunkel ma anche ai nostrani Battisti e Mogol. Mentre il duo legato soprattutto da una relazione sentimentale è sempre sbilanciato professionalmente, dove uno dei due in genere è il creativo e l'altro è più l'interprete dell'altro. Senza andare a guardare troppo il duo etero, negli anni ottanta il formato duo funzionava parecchio e spesso venivano costruiti a tavolino, come il caso degli 883, ma altri rimanevano nel mistero come il caso degli Wham!  Dopo tanto tempo possiamo dirlo senza pericolo di outing > George Michael era gay e Andrew Ridgeley era bisessuale, ma l'immagine che George voleva dare era quella di due teddy boy, con lui che si vantava ogni tre per due delle sue origini greche "pelosissime". dettaglio che proprio ci teneva a sottolineare, anche se spesso compariva super depilato. Ora però c'è un problema perché non volevo parlarvi degli Wham!, di cui sicuramente parlerò in seguito, ma di un altro duo contemporaneo a loro e simile nel fatto che Roland Orzabal componeva, suonava e cantava pure mentre Curt Smith boh, suonava il basso? Faceva i coretti? Beh, qualche volta cantava ma sostanzialmente faceva il Mauro Repetto. Loro due sono ancora oggi i Tears for Fears (Curtis è quello a sinistra), anche se il loro successo eterno lo devono a due soli dischi rilasciati entrambi nella prima metà degli anni ottanta poi, come spesso capita, il Repetto della situazione si fece prendere dalla vita mondana lasciando all'altro tutto il peso della produzione musicale. La soluzione Spezzali è in effetti quella giusta e sfanculare il Repetto gli permise di prendere in mano la propria carriera, oltre che la vita vera e propria, ma per altri non è facile una decisione così drastica. George Michael ne abbozzò di ogni da Andrew, fino a quando gli toccò anche sentirsi sfanculare da quell'altro che aveva un'altissima considerazione di sé.  Nel caso di Roland e Curtis rimase tutto molto sfumato, anche perché loro non furono mai dei grandi protagonisti dal punto di vista dell'immagine. Tecnicamente sono entrambi etero, dico così perché due B non avrebbero sentito il bisogno di palesare un eventuale rapporto omoerotico, sta di fatto che Roland rimase nel cono d'ombra di Curtis fino a scomparire, almeno fino a quando non trovò una donna che lo rimise in grado di scrivere della musica ... anche se quel momento d'ispirazione trovato con Curtis non si ripeterà mai più. Loro due si conobbero alle medie, quando erano proprio dei ragazzini in quel di Bath (UK). Ci troviamo a metà degli anni settanta e la scena musicale inglese è molto dinamica e per dei ragazzini non è difficile mettere su una band e andare a suonare in giro. Abbiamo visto come fu lo stesso anche per Billy Idol che prese l'onda del punk, ma Curtis e Roland non appartengono allo stesso genere di punk. C'è da sapere che nello stesso momento che i Sex Pistols facevano il loro, nei bassifondi oscuri di Londra si agitava un movimento intimista molto cupo, decisamente pessimista che arrivava a teorizzare il suicidio come una soluzione al dolore di vivere. Sto parlando del movimento Dark e facevano sul serio, nel senso che per lo più si sono tolti tutti la vita. Robert Smith dei The Cure era uno di loro e anche Siouxsie, ve li metto in coppia perché forse si sono salvati vicendevolmente ... Ecco, guardando questa foto si capisce però che Roland e Curtis fanno parte del movimento dark quando ancora non sa di esserlo, nel senso che qui vediamo Siouxsie e Robert Smith già consapevoli di sé, con tanto di trucco e parrucco che li indentifica nel movimento dark. C'è una data specifica che fa da spartiacque tra questi due momenti cioè il 18 maggio del 1980, quando Ian Curtis dei Joy Division si toglie la vita. Da questo momento, i sopravvissuti di questo movimento essenzialmente nichilista devono decidere se seguire Ian o rimanere, ma in tal caso acquisire un qualsivoglia speranza nella vita o sarebbero stati solo degli ipocriti. In un certo senso, il movimento dark nasce solo in questo momento, andandosi a collocare nell'atmosfera del pianeta punk ... vi metto una foto di Ian per farvi capire meglio a chi somigliavano Roland e Curt. Niente mascara, niente capelli sparati o vestiti appariscenti > puro minimalismo esistenzialista ... anche se con un fottuto stile british. Questa è la formazione dei Tears for Fears all'apice del successo nel 1985, ma nel 1980 Roland e Curt sperimentavano per la prima volta un sound alla Elvis Costello nella band Graduate che significa "diplomati". Beh sono ancora lontani da quello che faranno, ma del resto qui avranno si e no 18/20 anni. Questo singolo è una lapide per la band e Roland e Curt finiscono a fare i turnisti in sala d'incisione per sbarcare il lunario nella loro stanzetta affittata a due soldi. Intanto torna a Londra dalla Germania un tale Vince Clark che s'inventa il sinth-pop. Roland era affascinato dalla nuova musica elettronica di Brian Eno e, soprattutto, band come Orchestra Manoeuvres in the Dark > vi dice niente Enola Gay? Dopo qualche indecisione, il duo trova un nome che li rappresenta bene, cioè Tears for Fears > Il nome della terapia psicologica cui si sottopose John Lennon prima che venisse ammazzato sempre nel 1980. Questo ci dice molto sulla tendenza all'introspezione e anche all'autoanalisi che ha Roland e si sentirà fortissima nei suoi pezzi. I due ragazzi iniziano a buttare giù le prime idee nel piccolo studio di registrazione a 8 tracce (!) del loro amico di bevute Ian Stanley. Qui vedranno la luce due bellissime tracce. La prima è Suffer the children. Beh, certo che c'è un abisso con i Depeche Mode di Vince Clark che nello stesso periodo spopolavano con il loro primo album, ma teniamo conto che sti due ragazzi realizzano tutto con un contratto da fame e zero tecnologia a disposizione. E poi, già si sente tutto l'abisso da cui sorge l'eco della voce di Roland. Ok, stendiamo un velo pietoso sulla prestazione canora di Curt, ma in questo pezzo senza tempo ci sono già tutti i futuri Tears for Fears. Si nota soprattutto la caratteristica della loro musica elettronica che è molto suonata, diversamente da quella elettronica purista dei Depeche Mode. In ogni modo, questi due singoli non vendono, sono un flop ... il mondo non è ancora pronto, tanto che questo live è registrato in Germania, cioè da dove proveniva l'elettronica inglese. Il terzo singolo sarà quello giusto e raggiungerà la vetta della classifica inglese, diventando poi un evergreen che a cadenza decennale torna in classifica con qualche cover, parlo di Mad World e sono sicuro che l'avete sentito da qualche parte. Allora > Il primo fatto da notare è il video, cioè la Mercury, la loro casa discografica, decide d'investire in questi ragazzi nonostante il flop dei due singoli precedenti. Oggi una roba del genere sarebbe impossibile, gli artisti devono fare tutto da soli e riuscire al primo colpo o ti bruci. All'epoca, invece, c'era chi ti seguiva, studiava una strategia di mercato e non si fermavano ai primi insuccessi.  Qui arriviamo al secondo punto > Suffer the Children andò male, così il secondo singolo lo fecero cantare al belloccio del duo. La stessa formazione del duo forse fu un'idea del manager; in quel periodo si stavano affermando proprio gli Wham! e Roland e Curt potevano ricordarli, anche se non erano belli come loro e, soprattutto, nessuno dei due aveva quel popò di voce di George Michael. Ecco dunque che in questo video il povero Roland viene relegato sullo sfondo a ballare come un Repetto qualunque, mentre Curt canta ... e fateci caso > Canta anche la parte di Roland che, come in Pale Shelter intona il ritornello, nel video la camera non stacca mai su Curt. Ma non solo > Non ricordo in quale edizione di X Factor, Agnelli assegnò questo pezzo e diceva che il difficile di questa canzone è l'estrema semplicità del cantato. Vi faccio ascoltare la versione di Gary Jules per il cult movie Donnie Darko (se non lo avete ancora visto, fatelo). Con Gary Jules diventa un semplice parlato accompagnato al piano e il risultato è strepitoso, questo significa che il pezzo è stato scritto bene e con un testo dall'intensità veramente poetica, in altre parole > Roland non solo si fa mettere da parte, ma scrive per Curt forse il pezzo più bello della sua vita < E ditemi se questo non è amore! Platonico o no, gli doveva proprio volere tanto, ma tanto bene per tirarsi questo colpo alle palle da solo. Beh, in ogni caso nel 1983 esce il loro primo album > The Hurting    (40,00€) Come capita sempre, il primo album porta con sé tutta la gavetta degli artisti. Roland ci butta dentro tutte le sue memorie di bambino e parla proprio di abusi sull'infanzia, i traumi psicologici che ne derivano e soprattutto della depressione che lo aveva avvicinato al nichilismo dark. L'album contiene i tre singoli già rilasciati e poi viene trainato dal successo di Change. I toni cupi che pervadono l'album lasciano perplessi i critici, probabile che subodorino un'operazione commerciale che voglia riprendere la linea dei Joy Division. Del resto, questo pezzo, a differenza di Mad World strizza parecchio l'occhio alle classifiche dell'epoca e poi Curt come cantante non convince nessuno. In altre parole, la critica non capisce la verità che Roland mette in questo album ... ma i ragazzi lo comprano e solo in UK, l'album esordisce al numero uno della classifica di vendite. Roland scrive tutti i pezzi ispirandosi al libro di psicanalisi di Janov "Ideas as Opiates", che era lo stesso psicologo della teoria del Tears for Fears. Esiste qualcosa di più anti commerciale di sta roba? Nessuno mi toglie dalla testa che molti pseudocritici non si sforzano neanche di ascoltare una volta un album per intero, ma piluccano qua e la, si fanno un'idea e cagano sentenze. In ogni modo, il pezzo che mi mandò fuori di testa a me fu questo e ci piangevo sopra come un agnello a Pasqua.  Lo trovo molto emozionante ancora oggi, musica veramente senza tempo.  Tornando in tema > Il duo aveva acquisito abbastanza crediti per portare l'album in tour, ma a quei tempi le case discografiche erano delle vere e proprie fabbriche ed era normale che una band dovesse produrre un album all'anno, specie se il successo era fresco e doveva essere confermato. Così i ragazzi iniziano a sperimentare qualcosa in studio e lo sondando sui B-side, come si usava fare all'epoca. Quindi arrivano a testare un nuovo singolo con un sound diverso, più alternativo e possibilmente meno cupo. Diciamo che questo singolo servì a capire quale strada non dovevano percorrere, cioè la via più commerciale con la vocina pop di Curt. Il singolo che doveva precedere il nuovo album "Mother Talk" fu richiamato in studio e insieme ad esso il vecchio produttore Chris Hughes, il nuovo pezzo fu rilasciato in fretta e furia sul finire del 1984. Il singolo funzionò bene e segnò la nuova strada da seguire per il duo, cioè Roland davanti e Curt dietro, in altre parole si accorsero che era il talento di Roland a dover essere valorizzato. E' così che nasce il secondo album > Songs from the Big Chair, rilasciato nel 1985. (24,99€) L'album fu trainato dal successo straordinario di Shout che proiettò il successo dei Tears for Fears ad un livello planetario. Questo pezzo acquisisce un senso improprio al tempo d'oggi, se pensiamo ai bambini ucraini deportati nei campi di rieducazione in Russia o agli stessi bambini russi, cresciuti per essere carne di cannone. Bah, cerchiamo di non lasciarci prendere dall'attualità ... proseguo la prossima volta ... 😘
    • marco7
      https://www.nbcnewyork.com/news/health/fda-approves-powerful-hiv-drug-that-nearly-eliminated-spread-in-clinical-trials/6308209/?os=dlzge&ref=app
    • Pugsley
      Invitare qualcuno al MilanoPride non vuol dire che ci vuoi provare...vuol dire che non lo vuoi fare da solo... ...il mio invito è sempre aperto, fatemi sapere se volete la mia compagnia (MilanoPride 2025)
    • Catilina
    • Catilina
    • Catilina
    • marco7
      https://www.ilpost.it/2025/06/15/lesbiche-tardive-comunita/   commento su questo di @Almadel ?
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