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Serve ancora la religione?


_Andrea_

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Premetto di non aver trovato un topic simile e nel caso ci sia già qualcosa di simile chiedo venia.Siamo agli inizi dell'anno 2007 ed esistono ancora persone che antepongono i propri dettami religiosi al buonsenso e alla scienza umana. E' proprio così utile la religione? Perché non possiamo lasciare alla scienza la risoluzione dei problemi umani, svincolandola innanzitutto dalla religione. Mi pare infatti che il problema sia anche di medici cattolici che ad esempio non vogliono prescrivere la pillola del giorno dopo e che per esempio fanno in modo che la religione superi la scienza. Pensate solo ai testimoni di geova che vietano ai loro fedeli le trasfusioni sanguigne. Io stesso sono affascinato dal fantasy in tutte le salse, ma mi basta che sia nell'immaginazione, non ritengo che si debba dare realtà alle mie fantasie. Voi cosa pensate in merito a ciò?

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Guest Aleister

A livello scientifico non si è scoperto negli ultimi 6000 anni niente di determinante che potesse giustificare un conflitto "o scienza o spiritualità", anche se si crede il contrario.Siamo nel 2007, e quindi? :ok: cos'è cambiato negli ultimi 10 anni? e negli ultimi 100? negli ultimi 1000?Boh :ok: non è chiaro.

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La ricerca del divino fa parte della natura stessa dell'essere umano. E' così e così sarà sempre.Io sono un agnostico ateo razionalista laicista anticlericale, ma non mi sognerei mai e poi mai di reprimere il senso del sacro in nome di una scienza che non ha ancora dato tutte le risposte e l'ultima risposta probabilmente non potrà mai darla.Su ciò che scientificamente è stato dimostrato la religione organizzata taccia. Su ciò che riguarda la gestione della cosa pubblica la religione organizzata taccia. Ma la religiosità non cessi mai di esistere né con essa interferiscano la scienza o la politica.La spiritualità è una delle poche cose ci rendono umani. Per favore.

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La religione ha la faccia tosta di dare valore di verità e realtà a cose non verificabili scientificamente. Ma la parte più spinosa è quella che riguarda le leggi e le regole che bisogna seguire per farne parte. Regole che riguardano il mondo terreno naturalmente, regole per accedere al mondo divino, ma stranamente a fare le regole terrene sono sempre i "terreni" con la presunzione di interpretare il divino. Abbiamo ancora bisogno di seguire queste regole?

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Andrea, la religione nasce per dare risposta a tre domande: l'origine dell'universo, la vita oltre la morte, il problema del male. Nient'altro. E' così e sarà sempre così... e non puoi farci niente, perché sono risposte che qualunque uomo, in qualsiasi luogo e in qualsiasi epoca, cerca.Le risposte che le religioni danno a queste domande sono oggetto di fede.I problemi nascono: quando una religione pretende che i propri oggetti di fede siano più veri di cose dimostrate e ormai evidenti (conflitto con la scienza); quando una religione pretende che i propri oggetti di fede debbano essere veri anche per chi non ha quella stessa fede (conflitto con le altre religioni); quando una religione pretende che i propri oggetti di fede debbano influire sul patto sociale, che invece deve essere laico per garantire l'uguaglianza di tutti (conflitto con la politica).Se mi dici che detesti la religione quando commette uno di questi tre errori, allora sono d'accordo con te. Ma se mi dici che davvero per te l'umanità non ha più bisogno di religione, non mi torvi d'accordo.A ben guardare non c'è niente di strano ad esempio nel fatto, che la Chiesa Cattolica ostacoli l'aborto o il divorzio o i PACS: sono cose che derivano direttamente dagli oggetti di fede non dimsotrabili di cui sopra. Se io trovo scandaloso queste posizioni della Chiesa e le ostacolo è perché la Chiesa, nell'applicarle, cade nei tre errori che ho descritto. Ma non mi sognerei mai di voler togliere ai cristiani il diritto di essere contrari all'aborto eccetera in virtù della loro idea della vita.Se tu la pensi così ne deduco - scusami - che non solo hai una scarsa conoscenza dell'umanità, ma che ti mancano anche il rispetto per la sensibilità altrui e, oserei dire, il senso della sacra poesia dell'esistenza.

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Guest Lover_Of_Darkness

Io non sono religioso....ma da quello che so....aiuta a tirare avanti...è come una speranza....io non credo in dio....credo solo negli spiriti....ma è anke vero ke la kiesa spaccia le supposizioni per verità....

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A me dà il fastidio l'insieme di regole che la religione impone ai propri fedeli (e non solo), non a caso coloro che le fanno le usano per ottenere il potere politico. La religione è sempre politica e continuerà ad esserlo. Nessuno uccida la filosofia e nessuno ostacoli l'immaginazione, ma è questo quello che dovrebbe essere la religione, una filosofia di vita. @yrian: il conflitto delle leggi religiose con la scienza e il buonsenso esisterà sempre, a meno che la religione resti una filosofia di vita scevra di regole che danneggino il prossimo o che limitino l'agire e la vita dell'uomo stesso. I conflitti di cui tu parli esisteranno sempre e per questo la religione andrebbe superata lasciando al singolo la possibilità di pensare l'ambito spirituale come meglio gli aggrada. PS: la risposta a tutte quelle domande, la vita l'universo e tutto quanto è risaputa e conosciuta da tutti [è 42]

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Guarda, Andrea, che al giorno d'oggi nella nostra società il singolo è già libero di vivere la propria spiritualità come crede. Tu stesso ne sei l'esempio, altrimenti qualcuno ti avrebbe già mozzato la lingua per quello che scrivi.Io non credo che la religione debba per sua stessa natura scatenare i tre conflitti di cui sopra. Lo Shintoismo, per esempio, che io sappia non lo fa più.Inoltre sappi che non è la religione che "impone" ai fedeli. Sono i fedeli che accettano i dettami della loro religione ogni qual volta ne recitano il credo. Nessuno glielo impone, almeno non nella nostra società. Oppure vorresti essere come quei cattolici di comodo che si professano tali eppure - prendendo ad esempio la morale sessuale - fanno sesso col preservativo, lo fanno dentro e fuori dal matrimonio, lo fanno per puro piacere e non con intenti riproduttivi? O anche solo che non vanno a Messa tutte le domeniche? Questa non è religione, questa è ipocrisia o quanto meno comodità.Una religione non potrà mai non regolare la vita dell'individuo. Se no non sarebbe tale. Una religione detta dei valori. E noi agiamo in base a dei valori.Ripeto. Io non vorrei un mondo senza religione, perché sarebbe un mondo squallido, abbandonato a un materialismo privo di senso. Io non so se questo senso esista, né pretendo di saperlo, perché ho una razionalità molto forte e non posso credere ciò che non vedo... eppure rispetto - anzi invidio - coloro che in questo senso credono, nelle forme che a loro sembrano. Quanto a me, il senso lo trovo ogni volta che passeggio in riva al mare, ogni volta che abbraccio il mio ragazzo, ogni volta che apro un sipario... Non è né filosofia né immaginazione: è il sacro.Sacro che a te manca. Spero non per sempre. Anche tu un giorno vivrai la tua ultima ora e, in quel momento, voglio sapere se non penserai almeno un istante a cosa ti aspetta dopo. In quel momeno, forse l'unico della tua vita, avrai fatto un'esperienza religiosa.Infine, ti ricordo che, se intendi abolire la religione, è antidemocratico: la libertà di culto è un diritto fondamentale dell'individuo che deve essere garantito da ogni Stato che sia democratico. Può anche essere che tu ed io non se ne abbia bisogno, ma c'è un'umanità intera che ce l'ha.

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Potremmo riformulare la questione in altri termini. Intanto ammetto che non sono in grado di definire precisamente cosa intendo per spiritualità sapendola comunque ovviamente riconoscere, questo è dovuto ad una mia carenza linguistica. Sicuramente una qualche forma di spiritualità è presente in ogni essere umano: l'assegnare per esempio un qualche valore trascendente il puro carattere materiale, ad azioni o cose.Per quale motivo molte persone scelgono una religione organizzata come qualcosa intorno alla quale far ruotare la propria spiritualità?Provo a rispondere.Perchè "organizzata" significa anche "già pronta" e "accessibile a tutti". Molte persone semplicemente non hanno di meglio. Non tutti hanno il dono di possedere qualcosa di personale su cui concentrare la propria spiritualità. Non tutti hanno un talento di questo tipo. Diciamo che da questo punto di vista le religioni organizzate hanno un ruolo terapeutico, e quindi sono oggi necessarie e lo saranno fino a quando esisteranno gli uomini.

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Richard III ha sostanzialmente ragione: in effetti la religione organizzata è utile per coloro che non sono autonomi sul piano spirituale e culturle, ed è anche vero che la religione organizzata serve anche come veicolo di valori morali fondamentali. Ma quando la religione organizzata è nelle mani di autocrati senza scrupoli che se ne servono per opprimere e sfruttare le masse ignoranti, come spesso ha fatto la chiesa cattolica ma non solo, allora la religione organizzata diviene una sovrasttruttura, un vincolo inaccettabile alla crescita morale e spirituale degli individui, la negazione della libertà. Quando una religione raggiunge questo stadio, si può dire che ha perso la sua ragion d'essere, la sua anima. Perchè la religione l'ha inventata l'Uomo, è un costrutto umano, in quanto l'Uomo è una speciie che inventa Dei, che crea Dio a sua immagine. La spiritualità umana dev'essere libera, come lo Spirito che soffia dove vuolem,non può essere impastoiata da dogmi putrefatti e pregiudizi incancreniti.

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Concorde con Yrian, come quasi sempre del resto, anche sul taglio della lingua ad _Andrea_ (scherzo :ok: ti salvi con la citazione di D. Adams), sull'importanza del Sacro nelle nostre vite.Regole della religione? Beh, mi pare ovvia e naturale la loro esistenza. In fin dei conti, che altro è una religione se non una strada d'accesso verso un'entità definita Dio? Ma per esserci una strada, deve esistere anche luogo che strada non è, e qualcosa per marcare la differenza lungo il percorso è vitale. Quindi intuire le regole non come barriere ma come guida è già più consono al mio modo di pensare.Di strade molte sono state tracciate: dall'uomo, dagli angeli, da Dio fatto uomo, da Uomo fatto dio. Ognuno decide in piena libertà se e quale seguire. Ognuna porta comunque l'uomo più vicino a Dio (lontano, inaccessibile per alcune religioni; presente, confidente per altre; dentro di noi per altre ancora). Ecco a quale scopo esistono le religioni, ecco a quale bisogno rispondono.Malinconia, della quale si parla magnificamente nel diario di viaggio di Pyer. Disagio di quest'anima vagante che non trova spazio in questo mondo, non trova cibo, o riparo, o conforto. Emerge il desiderio di mettersi in cammino, di viaggiare, fuori o dentro noi stessi, in perpetua ricerca, fuggendo l'immobilismo.Questo fornisce una religione: la strada di casa, il luogo del perpetuo ritorno.

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Scusate per la mia replica eterodossa rispetto all'impostazione (data principalmente da Yrian) su cosa sia una Religione.Tutte le religioni si basano su due cose: il Senso di Colpa e lo Spirito di Sacrificio.Con Senso di Colpa intendo l'atteggiamento personale di fronte a un particolare "codice (a)morale".In questo Codice, tutte (o quasi tutte) le forme di Piacere del Corpo vanno a detrimento dell'Anima e possono portarci alla dannazione in una vita futura (come nel Cristianesimo) o in questa (come nell'Ebraismo).Il Ramadan, la Quaresima, il sesso all'interno del matrimonio, l'eterosessismo, le proibizioni alimentari, l'astemia (come per i Buddisti), la condanna della masturbazione, la povertà, eccetera; sono tutti codici (a)morali che il Religioso non deve violare.Parlo di "amoralità" di questi codici in quanto la Moralità l'hanno in comune con gli atei (non uccidere, non rubare, eccetera), in quanto queste condanne non sono specifiche della religione; ma sono rispettate anche dalle bestie (se uno scimpanzè ruba una banana, gli altri lo picchiano...).Lo Spirito di Sacrificio invece è il tentativo "magico" di cambiare la realtà attraverso un Dolore. Tutte le religioni fanno dei "voti" allo scopo di ingraziarsi le divinità. Misteriosamente tutti gli dèi apprezzano chi si fustighi il corpo, chi sacrifica animali, chi si impegna nella castità o si fa castrare o chi semplicemente perde il suo tempo con la preghiera.Anche questo non è "morale". Perchè anche gli atei apprezzano chi regala un bue ai poveri; ma trovano assurdo dargli fuoco in onore degli dei. Quello che conta per la Religione non è "fare del bene agli altri" ma soprattutto "fare del male a sè stessi": infatti i martiri sono santi e lo scopritore della penicillina no.I religiosi sono dei "masochisti ego-distonici" ovvero dei masochisti che non accettano di esserlo. E come fare allora per nasconderlo a sè stessi?E' semplice: inventano un Dio (un Sadico Perfetto che gode quando noi ci sacrifichiamo e che non vuole che noi godiamo) che giustifichi il loro comportamento malato ("malato" non in quanto "masochismo", ma in quanto "ego-distonico" ovvero "rinnegato").Esempio: piacerebbe anche a loro essere fatti frustare, umiliati e inchiodati su una croce: ma Dio fece questo solo al Suo Prediletto (comunque, più ci ama, più ci fa soffrire; così saremo più degni del suo Paradiso). "Dio" ovviamente è "buono" anche quando fa morire i bambini di malattie incurabili; siamo noi "cattivi" e responsabili pure dei terremoti (sic).Da qui a usarlo per spiegare la nascita dell'Universo il passo è breve.Se io semplicemente credo nella vita dopo la morte o in un'intelligenza creatrice, non sono un "religioso". Direi semplicemente "metafisico"; a meno che questo dio non pretenda qualcosa da me e non mi tratti come un suo SERVO. Ovviamente se io devo nascondere il mio masochismo, pretenderò che anche gli altri si conformino a queste regole malate (più siamo, meno corro il rischio di essere scoperto).; come i "paranoici" che cercano di convincere tutti sulle "teorie del complotto" per non correre il rischio di prendere coscienza della loro alienazione. E qui nasce il "problema sociale della religione" che tanto ci disturba, in quanto portatori di un'Etica del Piacere Reciproco.

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Interessante Almadel. :sisi:Quindi se non ho capito male il comportamento che tu definisci di "masochismo ego-distonico" non sarebbe tanto una conseguenza, quanto una causa dell'esistenza delle religioni, e quindi qualcosa di profondamente radicato nel comportamento umano.

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Io stesso sono affascinato dal fantasy in tutte le salse, ma mi basta che sia nell'immaginazione, non ritengo che si debba dare realtà alle mie fantasie. Voi cosa pensate in merito a ciò?
Scusami, avrei risposto al post, ma c'è questo punto che non capisco....tu asserisci:
[...] esistono ancora persone che antepongono i propri dettami religiosi al buonsenso e alla scienza umana.
[...] Perché non possiamo lasciare alla scienza la risoluzione dei problemi umani, svincolandola innanzitutto dalla religione.
Questo è un punto che più mi sforzo e meno capisco. Parti col presupposto che (solita apodittica asserzione a-posteri codesta volta?) la religione (e qui altro grandissimo punto che non capisco: Non hai definito religione e ne vuoi parlare! Anzi vuoi dare un giudizio!) è male e la scienza bene....ok...supponiamo che ci stia tutto quello che hai detto e non mi preoccupo di scoprire la veridicità delle tue tesi. Noto che hai messo come critica alla religione il fatto che non spiega (tra l'altro mi sembra proprio curioso che libri curiosi come il Summa Theologica non spieghino nulla e ti dicano in ogni pagina: credi e non pensare, credi e non pensare.........non mi citare Kant perché se hai capito cosa voglio dire intendo altro) o sbaglio? Alché la scienza spiega no? Ora io mi chiedo....che senso ha una tale cosa? Perché forse la scienza sia slegata dalla fede? Ma io direi che entrambe abusano di essa senza ritegno! Solo che per colpa di una mitizzazione, direi attuata dai neodarwinisti, della scienza....ma analizziamo i "fatti" se ti va: la scienza parte col presupposto che sia tutto costante ed universale e immutabile, una legge è valida oggi come è valida domani no?, quindi abbiamo già un abuso di incredulità popolare ed un abuso di fede....poi non parliamo del processo con cui si compie un esperimento perché dire che lì la fede non si trova, è ridicolo! Poi evitiamo tutta la digressione sul fatto che la scienza è incredibile debitrice della mentalità medioevale ed arriviamo alla domanda che ti porgo. Tu dici che la scienza (che aggettivi con umana, quindi vuoi forse dirmi che esiste una Scienza Divina? Ma eri contro il Divino??) dovrebbe risolvere ogni problema, quindi posso dedurre che è in grado di farlo? Ok...bene....poi però dici che non vuoi mischiare realtà e fantasia......ora mi sorge spontaneo cosa tu definisci per realtà!? Forse che la scienza abbia una dimostrazione della realtà o non abusi, tra l'altro della fede, di concetti postulati sulla realtà? Forse che la realtà di per sé sia anche l'unica cosa di cui la scienza si occupa? Quindi possiamo anche dire che la realtà è il reale oggetto di studio della scienza no? Però la scienza non può definirla, si entrerebbe nella filosofia più metafisica che si possa incontrare, quindi studia qualcosa che non può o non sa o non è capace di definire giusto? Non è forse allora paragonabile alla religione stessa? Ti ringrazio in anticipo per le risposte che mi consentiranno finalmente, risolti questi quesiti non chiari, di rispondere al post!Infine voglio porre alla riflessione di tutti la frase del più grande (giudizio relativo bla bla bla, che sfrutta tutti i postulati sulla sua effettuale esistenza bla bla bla, giudizio derivato dalla purezza del suo insegnamente bla bla bla) Filosofo della storia moderna, ovviamente chi altri se non Edmund Husserl:Le Mere Scienze di Fatto Creano Meri Uomini di Fatto.(La Crisi delle Scienze Europee e la Fenomenologia Trascendentale)
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Almadel, grazie per le tue prospettive sempre gustosissime. :asd:Mi piace il tuo quadro della religione e lo trovo anche verosimile, ma solo per alcune religioni e religiosità (quasi tutte, non tutte) e non per "la" religiosità in sé. Che non credo si spieghi solo con le tue motivazioni: i processi che tu descrivi sono reali, attuali, diffusissimi, ma non inevitabili e - come dire - vengono a valle dell'esigenza spirituale, come una sorta di degenerazione, ma non la spiegano a monte.

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Premetto che non sono all'altezza di comprendere diversi post che ho cercato di leggere in questo topic perchè utilizzano o parole troppo complesse per il mio livello culturale o fanno riferimenti a concetti che non conosco.Mi permetto però di considerare che, secondo me, sono tutti approcci interessantissimi... ma sempre laici.Cioè per un credente di una religione "rivelata" il problema non si pone mai nei termini in cui è qui analizzato. Faccio esplicito riferimento al cristianesimo e al cattolicesimo in particolare perchè non credo di conoscere a fondo le altre religioni per poterne parlare con altrettanta chiarezza.Un vero cattolico non si porrà mai una domanda come "a cosa serve" e "da dove viene la religione" ne mai considererà la religione come uno "strumento" per soddisfare dei bisogni.Il nucleo della fede cattolica è un insieme di "fatti" ben precisi. Cioè Cristo si è fatto uomo ed è venuto a morire sulla terra per redimere i peccati. Un cattolico crede in questo perchè gli è stato, diciamo, rivelato... o comunque per "fede".L'approccio di cercare una motivazione politica, sociale, filosofica, psicologica o storica alla religione è un approccio assolutamente ateo (o agnostico). E' un approccio che condivido ma parte dal mettere in discussione delle cose che un religioso non si sogna a priori di mettere in discussione.Un credente ha (o crede di avere) un esperienza diretta della presenza di Dio. Il fatto che non abbia prove concrete a disposizione per lui è soltanto un modo di dare valore alla propria fede. Cercare spiegazioni alternative non fa e non può far parte del suo approccio alla vita.Questo è quanto deriva dalla mia conoscenza diretta di persone veramente credenti.

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Non hai definito religione e ne vuoi parlare! ...(anubis)Questa è più vecchia del cucco...ma analizziamo i "fatti" se ti va: la scienza parte col presupposto che sia tutto costante ed universale e immutabile, una legge è valida oggi come è valida domani no?, quindi abbiamo già un abuso di incredulità popolare ed un abuso di fede.... (anubis)Se la natura seguisse leggi le cui costanti (o le leggi stesse) dipendono dal tempo, la scienza sarebbe sicuramente la prima ad accorgersene. Non c'è nessun principio scientifico che prescriva l'immutabilità delle leggi fisiche. Se parli del concetto di "ripetibilità di un esperimento" questo è tutto un altro discorso, ma in questo caso non c'è nessun atto di fede da compiere.poi non parliamo del processo con cui si compie un esperimento perché dire che lì la fede non si trova, è ridicolo! (anubis)Tutto questo sottointendere qualcosa da parte tua insieme al fatto che io non capisco a cosa tu ti stia riferendo indica un deficit mentale a carico di uno di noi (o di entrambi).Del resto non ho capito niente.Salutami Husserl.PS. Se proprio vuoi avere un mito per la gioventù, Ashton Kutcher non ti sembra più carino?

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scusate se saro' bereve e sintetico ma per me la religione altro non e' che una superstizione, e come tale totalmente inutile. uno deve trovare la forza in se stesso e credere in un dio che se ne fotte di te e di quello che capita all'umanita' non e' utile a nessuno. questo e' uno sfogo un po esagerato, lo so, ma in questo periodo sono incazzato nero. ruini che dice sempre no, la razzingher (povera finocchia) che non fa altro che buttarci addossso merda, le povere pretesse che predicano tanto bene ma poi sotto sotto...va beh mi fermo qui.La religione se mai dovrebbe occuparsi dei piu' deboli, dei malati...allora avrebbe un senso.il momento in cui il papa dara' in dono il suo anello e il suo strascico in beneficienza, nonche' tutti gli averi della chiesa allora saro' pronto a rimangiarmi tutto quello che ho scritto.

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Vedo che quasi tutti siete convinti che il Cristianesimo sia l'unica religione esistente, che il modo degradato in cui lo vive la maggior parte della gente sia l'unico possibile, che l'uomo non abbia altri bisogni se non di riempirsi la pancia...Mi sembra una grave povertà spirituale. Anzi, visto che siamo alla hit parade filosofica, la definirei alla Heidegger: una "esistenza inautentica".E mi sembra un peccato che sia proprio un miscredente come me a dover far presente queste poche semplici realtà.

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Mi scuso per il mio ultimo post-fiume.Caro Yrian, io lo dico.Possono esistere "spiritualità" non masochistiche.Non me ne viene in mente nessuna.Perfino il "sano" Taoismo predica l'anorgasmia, per non perdere col seme l'energia Yang. Non parliamo poi delle religioni primitive: piene di scarificazioni rituali, escissione dentarie e ustioni sotto l'effetto di droghe...Quello che eventualmente dovesse "salvarsi" non sarebbe più "religione" ma mero "complesso fantastico" destinato a non sopravvivere culturalmente (un libro fantasy o di filosofia, per esempio).Caro RichardIII,per rispondere al titolo del topic, hai capito quale era la mia conclusione.Le Religioni esisteranno sempre, almeno fintanto che il Masochismo non sarà "sintonizzato" con la propria "autocoscienza".Il primo problema è: che inaudita forza d'animo serve per dire "porgo l'altra guancia perchè mi piace"?E il secondo: di fronte al dolore quanto è più comodo il masochismo rispetto alla Sacrosanta e Naturale Tragedia?Anche io, come Yrian, ero arrivato a invidiare i masochisti che sorridono quando scoprono di avere il cancro ("arriverò prima presso il Padre!"); ma poi l'Umanità ha preso il sopravvento: proverei disgusto per una madre che mi dicesse "mio figlio è morto, ma sono felice perchè è in un posto migliore".Questa madre, "perfettamente religiosa", è un mostro: e così l'iniziale invidia si è mutata prima in disprezzo e poi in curiosità psicanalitica.

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Vedo che quasi tutti siete convinti che il Cristianesimo sia l'unica religione esistente, .......E mi sembra un peccato che sia proprio un miscredente come me a dover far presente queste poche semplici realtà.
Non so se facevi riferimento ad altri ma io ho ben specificato che è l'unica religione che credo di conoscere profondamente... non certo che sia l'unica possibile. Ti prego di specificare se includevi anche il mio messaggio in questa tua considerazione.Scusa ma quando parli di "realtà" riferendoti alle tue idee per me pecchi di arroganza e perdi credibilità.
...proverei disgusto per una madre che mi dicesse "mio figlio è morto, ma sono felice perchè è in un posto migliore".Questa madre, "perfettamente religiosa", è un mostro: e così l'iniziale invidia si è mutata prima in disprezzo e poi in curiosità psicanalitica.
Io devo dire che sono allibito. Avete intelligenza. Avete cultura. Avete l'esperienza, sulla vostra pelle, di essere una minoranza che viene costantemente "giudicata" ...ma mancate di un elemento fondamentale che caratterizza le persone sagge: la compassione.una madre si attacca a tutto per riuscire a sopportare l'insopportabile!
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Caro Almadel, certo che esistono spiritualità non masochiste: per esempio la tua, la mia e addirittura quella dell'improvvido _Andrea_, se ne ha una... e prima o poi l'avrà, in quanto essere umano... Ammesso che lo sia, ma non ho voglia di compiere la riduzione eidetica di un utente del Forum, anche se l'ho conosciuto di persona e quindi è assurto ad una realtà fenomenica di livello superiore, perché fargli questo mi sembrerebbe poco carino. Oserei di più: esistono anche religiosità non masochiste. Ne conosco innumerevoli di cristiani e buddhisti et cetera in cui non si scatenano quei processi che descrivi. Ovviamente non ho radiografato la loro psiche e non posso garantire che non nascondano chissà quali strani meccanismi inceppati: posso basarmi solo sull'impressione. Invece posso grantire che non incorrono in tutte le contraddizioni e inattualità che, se pur goffamente, ha stigmatizzato Andrea.Quindi, in topic, mi sento di rispondere che - sì - abbiamo bisogno della religione, che la spiritualità è un bisogno fondamentale e incancellabile dell'uomo, che tutti i danni provocati dalla religione sono solo accidenti effimeri per quanto frequenti, che può esistere non solo una spiritualità ma addirittura una religiosità organizzata che non sia violenza.Socmel, Husserl mi fa un wafer.

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Guest Aleister

Hey yrian, includimi tra quelli dotati di spiritualità non masochistica :asd:Al momento non sono esattamente religioso, ma un giorno forse potrò testimoniare la mia mancanza di masochismo anche in quell'eventualità.E se dovessi essere masochista non lo negherei, Almadel :gha:

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Questa è più vecchia del cucco...
Neanche Tanto! Qui non si parla di qualcosa di tautologico come il pensiero o la mente, ma di un concetto che si "vuole" universalizzare.
Se la natura seguisse leggi le cui costanti (o le leggi stesse) dipendono dal tempo, la scienza sarebbe sicuramente la prima ad accorgersene. Non c'è nessun principio scientifico che prescriva l'immutabilità delle leggi fisiche. Se parli del concetto di "ripetibilità di un esperimento" questo è tutto un altro discorso, ma in questo caso non c'è nessun atto di fede da compiere.
Se per tempo andiamo ad intendere l'essere scagliati nel mondo, vivere il nostro esserci ed essere protesi verso il telos morte allora è corretto ciò che mi critichi, ma io intendo il fatto che per ogni singolo individuo le leggi siano identiche e rigorose, questo è molto opinabile e tutto si rimette alla fede, non c'è nulla di scontato, ma solo un atto di fede, poiché continui a presupporre senza basi logiche, dire che "lo vedi" o "lo vivi" non è certo una dimostrazione!
Tutto questo sottointendere qualcosa da parte tua insieme al fatto che io non capisco a cosa tu ti stia riferendo indica un deficit mentale a carico di uno di noi (o di entrambi).
Non mi sto riferendo a nulla di particolare, porgo solo delle domande, caro Richard III, però per rispondere alla tua asserzione è probabile che quello in deficit sia io visto che ho fatto solipsismo metodologico.
PS. Se proprio vuoi avere un mito per la gioventù, Ashton Kutcher non ti sembra più carino?
Cavoli! Questa si che è una battuta splendida! Sto scrivendo da terra! Non ho solo Husserl, ho anche San Alselmo d'Aosta, San Tommaso d'Aquino, Ockham, Meister Eckhart, Cartesio, Leibniz, Berkeley, Hume, Kant, Kierkegaard, Heidegger, Gadamer, Russell, Reale, Finkeilkraut e Bernardino Varisco (non perché mi piaccia la sua filosofia quanto più perché siamo parenti). Bastano o vuoi che ti dia altri miti per la gioventù più normali?Ah Scusa! Dimenticavo Baffone Nietzsche e Schopenhauer!
Caro Almadel, certo che esistono spiritualità non masochiste: per esempio la tua, la mia e addirittura quella dell'improvvido _Andrea_, se ne ha una... e prima o poi l'avrà, in quanto essere umano... Ammesso che lo sia, ma non ho voglia di compiere la riduzione eidetica di un utente del Forum, anche se l'ho conosciuto di persona e quindi è assurto ad una realtà fenomenica di livello superiore, perché fargli questo mi sembrerebbe poco carino.
Non lo so Yrian, penso che dovresti chiedere a tale utente, ma penso ti risponderebbe che la tua asserzione sulla spiritualità si basa su un presupposto per analogia e non su altro, del resto penso ribadirebbe che una riduzione eidetica (poi magari lui ti fa una iletica, ma penso sia risaputo che la riduzione trascendentale per me è un pleonasmo) nulla dimostrerebbe se non l'essenza in quanto ontologia regionale e non essenza in quanto Ente. Poi ovviamente devi chiedere a lui, ma il discorso penso sia più usato per smontare alcune certezza che si sedimentano nella realtà quotidiana.
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...ma io intendo il fatto che per ogni singolo individuo le leggi siano identiche e rigorose, questo è molto opinabile e tutto si rimette alla fede, non c'è nulla di scontato, ma solo un atto di fede, poiché continui a presupporre senza basi logiche, dire che "lo vedi" o "lo vivi" non è certo una dimostrazione!Mi viene da piangere. :gha: Evidentemente non hai la più pallida idea di cosa sia la scienza e di cosa io stia parlando. D'altronde è tanto se sei convinto di esistere.Non ho solo Husserl...(lista)... Bastano o vuoi che ti dia altri miti per la gioventù più normali?Pshhhhh pussa via!

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