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Scoutismo e omosessualità


Alecto

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Per uello che riguarda il metodo scout, rasenta l'impossibile spiegarti esaurientemente in un post, ma ci provo mettendo in conto che possano esservi delle lacune. Io parlo come agesci, ma sostanzialmente il metodo è lo stesso e le differenze con le altre associazioni sono state precedentemente dette.

 

 

Il metodo scout ha come scopo preparare l'uomo o l donna della partenza. Gli iscritti sono divisi per fasce di età e cioè 8/10 anni che sono i lupetti (branco) o coccinellle(cerchio) (sia misti che monosessuati), 11/15 esploratori/guide (reparto), 16 noviziato, 17/21 rover e scolte (clan).

Il metodo educativo è tagliato su misura con ogni fascia di età a seconda delle esigenze. In branco/cerchio la base è il gioco, cioè attraverso il gioco gli si fanno fare esperienze che contribuiscano alla scoperta del mondo ed a crescere. Uno strumento concreto sono le specialità, cioè i bambini si adoperano in prove specifiche che lo porteranno a conquistare le specialità con il relativo stemmino da attaccarsi sulla camicia.

Poi si passa in reparto e qui, se anche il divertimento/gioco ha sempre una sua importanza, il metodo passa attraverso l'avventura. I ragazzi cominciano ad essere investiti di responsabilità sempre maggiori in maniera da renderli sempre autonomi. faranno riunioni in cui portare avanti determinate attività in ambito di squadra e non di unità, e questo in autonomia e senza i capi se non richiesto. In uesta fascia di età si impara come vivere all'aperto e tutte uelle tecnische con cui gli scout devono aver pratica come costruzioni, legature, topografia, ecc...

Dal reparto si passa in noviziato che è una specie di tappa intermedia che i ragazzi/e si trovano ad affrontare in un momento della crescita particolare. In noviziato il metodo propone l'essere protagonisti sia nella società che nell'associazione. Non si fanno piu riunioni come quelle che uno si immagina nei reparti, nel mio gruppo anche dsenza uniforme. Si parla dei loro problemi e gli si dà la possibilità di dire la loro cercando di costruire un dialogo. Dal noviziato si sale in clan dove il metodo passa attraverso la strada ed il servizio. Strada sia fisica che mentale intesa come via per raggiungere un obiettivo. In questa fascia di età possono fare due tippi di servizio; associativo nel quale cominciano ad affiancare i capi nelle loro attività cominciando a vedere come funziona il metodo come educatori, extrassociativo in cui vengono inseriti a fare servizio in realtà che presentano problematiche sociali come in ambito dell'handicap, degli anziani, accoglienza poveri ed extracomunitari, centri giovanili, ecc... Durante questo periodo gli incontr sono rivolti alla dicussione particolarmente approfondita di tutte le questioni che sono loro a proporre, anche attraverso l'incontro con esperti. A 21 anni viene il mmomento della partenza, ovvero il rover (i maschi) e le scolte (le femmine) devono lasciare il clan e lo possono fare sia semplicemente andandosene, sia prendendo la partenza. La partenza ha come pregiudiziale l'accettazione di tutti e tre i punti seguenti; scelta di servizio (intesa come disponibilità a donarsi per aiutare gli altri), scelta politica (intesa come impegno ad essere un cittadino attivo), scelta di fede. Su quest'ultimo punto, come immaginerete, vengono a cozzare le maggiori problematiche, C'è chi è gasato e vuole fare il capo anche se non è d'accordo al 100% con questo punto, ma lo accetta solo di facciata. Ci stà anche chi non scende a compromessi e non facendo questa scelta si chiama fuori. E qeuste comunque hanno il massimo rispetto come persone perché hanno difeso la propria posizione senza ipocrisie. Ci sono anche quelle che l'accettano in tutta serenità. Presa la partenza il ragazzo può iniziare l'iter di fromazione per diventare capo riconosciuto a livello internazionale ed essere comunque un capo responsabile di ragazzi piu piccoli. Se non vuole rimanere in associazione può prendere la partenza extrassociativa con cui si impegna a seguire una realtà al dif uori dell'associazione.

 

Ora mi scuseranno chi conosce il metodo se ha letto imprecisioni, ma ho cercato di parlare meno scoutese possibile per farmi meglio comprendere. Se qualcuno vuole un approfondimento, non sò se sia il caso di un altro tread vista la enorme quantità di cose che ci sarebbero da dire e puntualizzare (si andfrebbe OT qui). Sono comunque a disposizione.

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Ho posto la questione in un forum scout pochi minuti fà. Aspetto di vedere gli sviluppi e magari li condivido qui. Per adesso l'unico intervento tra l'altro dice: Non ho nulla contro i gay ma non vorrei che uno di loro fosse il capo di mio figlio.... Cominciamo bene!

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Ho posto la questione in un forum scout pochi minuti fà. Aspetto di vedere gli sviluppi e magari li condivido qui. Per adesso l'unico intervento tra l'altro dice: Non ho nulla contro i gay ma non vorrei che uno di loro fosse il capo di mio figlio.... Cominciamo bene!

 

E'un po' come per gli insegnanti: dove ci sono gli educatori di mezzo, noi non possiamo esserlo-.-

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Ponevo la questione dei 20enni solo perché non si possono trattare allo stesso modo dei 15enni. Certo che non si finisce mai d'imparare, ma ad un certo punto bisogna pur camminare sule proprie gambe e scegliersi da soli i propri maestri. Tuttavia ho capito, e ringrazio entrambi (Dreemtime & Fenix) per la coincisa descrizione dei vostri gruppi scout, che la cessione delle responsabilità viene fatta in base a un percorso formativo, fino a giungere proprio alla spinta a camminare sulle proprie gambe lasciando l'inquadramento.

 

Ora che ne so di più, pur rimanendo della mia idea, posso comprendere la finalità di un sistema educativo che sostanzialmente insegna all'individuo a mettersi al servizio del proprio gruppo, sacrificando anche la propria individualità per quello che specie nella società italiana manca, si definisce "il bene comune".

 

Ora permettetemi di tornare al punto. La sessualità nei suoi più variegati aspetti come e dove viene posta nell'insegnamento educativo? Parlo naturalmente dall'adolescenza in su. Viene affrontata o ignorata totalmente? Si lascia alla discrezione individuale del capo come trattare o affrontare determiante situazioni, o questi hanno una qualche direttiva generale?

 

Faccio degli esempi:

 

1) un ragazzo e una ragazza che fanno sesso durante un campo - il capo ha il dovere d'intervenire, se sì: come?

 

2) Una ragazza più o meno grande, diciamo 16 anni, rimane incinta, il gruppo la sostiene in qualsiasi sua scelta, oppure se decide per un aborto ci sono delle riserve di tipo dottrinale?

 

3) Ho letto in qualche post di un ragazzo che ricordava il campo come un luogo dove faceva sesso orale a go go. Questo atteggiamento, qualora venisse scoperto, è sanzionato? Se sì, come?

 

Vi chiedo questo per capire se in quel progetto di individuo che si propone lo scautismo, ci sia o meno anche la volontà di plasmarne l'etica sentimentale o comportamentale nell'ambito sensuale. Se fosse così mi sembra doveroso capirne i crismi per poi trarne indiscutibili conclusioni.

Il discorso del tollerare, so di ripetermi, ma è solo concedere "eccezioni" ad una regola altra. La coesistenza impone il cambiamento delle regole.

 

Riguardo alla mia età - io ho solo venti anni  :ok:

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Se mi permetti ti rispondo io perché questa estate abbiamo proprio affrontato il discorso sessualità con i ragazzi del mio gruppo (12-16 anni).

 

Il discorso sessualità viene affrontato e ovviamente cambia a seconda della fascia d'età. Per i ragazzi più piccoli (12-13) si è preferito affrontare il discorso "scoperta del corpo": gli abbiamo illustrato tutte le parti anatomiche del corpo femminile e maschile, approfondendo sia l'anatomia esterna che quella interna. Diciamo che l'abbiamo improntata molto sulla questione "fisiologica-biologica".

Per i ragazzi più grandi il discorso si è incentrato più sulla questione "sentimento e rapporto di coppia" dato che l'età compresa fra i 14 e 16 è  quella in cui si viene in contatto con i primi amori. Abbiamo anche parlato del rapporto sessuale e l'uso dei contraccettivi. A parte il discorso sessuale, abbiamo preferito focalizzarci sulla questione "tradimento", "rispetto della persona" etc.

 

Per rispondere alle tue domande:

 

1) In genere non se ne fa un dramma, più che altro si cerca di far capire l'importanza dell'atto in se.

 

2) Ovviamente in certe situazioni il gruppo cerca di dare sempre il giusto sostegno. La persona non si lascia mai da sola e si rispettano le scelte dell'individuo.

 

3) Buon per lui. Mica siamo in un convento del 1300.... In che modo dovremmo sanzionarlo? Con la reclusione a vita? XD

 

Il nostro obiettivo è quello di formare persone che danno peso a quello che fanno e creare una coscienza individuale.

 

 

PS Giusto per chiarire: in genere si prendono provvedimenti seri soltanto in casi estremi.

Per esempio, qualche anno fa, due ragazzi avevano preso di mira un ragazzo down, lo prendevano in giro, lo insultavano e gli facevano spesso dei brutti scherzi. Noi capi abbiamo tollerato per un po' di tempo nel tentativo di spiegare a questi ragazzi la gravità dei loro comportamenti ma loro sembravano non capire. Alla fine abbiamo parlato con i loro genitori e li abbiamo allontanati.

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Allora, da noi il sesso non è stato sanzionato, ma tutti sapevano (compresi i capi) che si faceva eccome, ma oltre a qualche battuta non c'è stato null'altro :ok: Da quanto vedo ora non è sanzionato nemmeno nell'AGESCI, e in effetti, perchè dovrebbe esserlo?

Da noi la tematica gay ricordo che era stata affrontata per una qualche motivazione che ora non ricordo, ma forse era per la morte di qualcuno.Non vorrei dire castronerie però, perchè non mi ricordo bene.Da me tutti i capi erano gay-friendly (ma la maggior parte delle persone del CNGEI lo sono in quanto spesso atee o comunque non bigotte), gli unici che non lo erano erano alcuni dei ragazzi, ma la minoranza fortunatamente.

Per la questione ragazze in cinta non ne ho idea, ma immagino che la ragazza in questione verrebbe supportata, visto che non ci sono da noi impedimenti di tipo dottrinale di alcuna religione.

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Ho posto la questione in un forum scout pochi minuti fà. Aspetto di vedere gli sviluppi e magari li condivido qui. Per adesso l'unico intervento tra l'altro dice: Non ho nulla contro i gay ma non vorrei che uno di loro fosse il capo di mio figlio.... Cominciamo bene!

 

Postai lo stesso topic sullo stesso argomento e sullo stesso forum anni fa'. Dopo essermi fatto il sangue amaro, amarissimo, presi coscienza della realtà dei fatti, l'AGESCI è composta da persone che stanno avanti anni luce come da bigotti scoutisti fomentati intolleranti con atteggiamenti caporaleschi: la seconda categoria purtroppo è più determinata della prima. La luce sembra sempre il CNEGEI.

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Per le questioni poste da Silversurfer appoggio quanto detto da Akira. Di mio aggiungo che cerco di spiegare la differenza fra fare sesso e fare l'amore. Cerco di scardinare il sesso come semplice strumento di piacere.

 

Oldboy, mi dai in MP il forum e magari i nick che usi. Comunque digitando omosessualità come chiave di ricerca del forum sono venute fuori varie discussioni da cui si evince che fondamentalmente ai ragazzi del clan la cosa non sembra disturbare, mentre invece i problemi se li fanno i cosidetti adulti che vanno avanti a citare regolamenti di vario genere, sacre scritture e quant'altro. Speriamo che la nuova generazione continui nella tolleraza e non si faccia condizionare...

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Perchè gli adulti e i vecchi sono sempre i più bacchettoni, spero che lasceranno spazio a una generazione (si spera) più aperta della loro.Comunque anche io penso che l'unica via sia nel CNGEI.L'AGESCI per via della sua stessa natura non potrà mai accettarci, e anche lo facesse tra le sue fila rimarrebbe comunque una tale quantità di persone contrarie da rendere la vita impossibile.

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Io vorrei soltanto far notare una cosa. Tra tutti quelli che stanno intervenendo, chi di voi ha avuto esperienze in comunità capi AGESCI? chi di voi ha partecipato a campi di formazione? MMh...forse Fenix...a me sembra nessun altro.

 

Le comunità capi sono ambienti estremamente dinamici, di anno in anno le cose cambiano radicalmente e di continuo vi è un ricambio generazionale.

I bigotti a cui vi riferite voi sono gli over 35 che, pian piano, si stanno allontanando dalle comunità, molto spesso per problemi privati (famiglia e lavoro).

Io mi trovo in una comunità capi cui l'età media si è fortemente abbassata in questi ultimi 2 anni, difatti ci sono molti ragazzi della mia età (24).

 

In moltissime comunità capi che conosco sta avvenendo questo ricambio e sempre nuovi ragazzi del clan diventano capi. Questo non può che far bene e aiutare molto ad allargare gli orizzonti dei singoli gruppi. I bigotti molto presto se ne andranno, e lasceranno spazio alle nuove generazioni che sinceramente percepisco molto più aperti di mente.

 

Da come parlate voi sembra quasi che nello scoutismo AGESCI regni un regime totalitario gestito da una massa di bigotti. Non è così.

I gruppi in cui questo avviene, secondo me, sono destinati a perdere molti ragazzi e a chiudere. Io sono al mio terzo anno di comunità capi e spesso collaboro anche con i gruppi della zona. Personalmente tutto questo bigottismo e ostilità nei confronti dei gay non mi risultano.

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Mannaggia Akira, sono sempre d'accordo con te. Io sono 15 anni che stò in co.ca. e da 10 che sono brevettato. Da due anni sono capoclan, Hai ragione sul dinamismo delle comunità. Io non sono d'accordo sul lasciare l'agesci perchè mi costringe a mentire, ma preferisco rimanere e cerccare di far avere una visione migliore ai ragazzi di cui ho la responsabilità. Figurarsi poi che come capo clan sonoo il filtro principale e diretto per stabilire se un ragazzo debba o meno diventare capo (anche se non è preciso dire cosi, ma lo faccio per farmi capire da chi non è scout).

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  • 1 year later...

ciao a tutti.

io sono un capo scout dell'agesci e sto scoprendo piano piano il mio essere gay... mi piacerebbe avere un confronto con qualcuno che come me si trova in questa situazione conflittuale!!! come lo vivete? ne avete parlato in co.ca.?

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situazione conflittuale eh? eccomi!!! scherzi a parte io sono tutto un conflitto e ancora adesso nel mio profondo mi rendo conto che non riesco totalmente ad accettare di essere gay, nonostante ora sappia al 100% di esserlo ho sempre voluto non fosse così per non dare un dispiacere a mia madre e infatti tutt'ora nessuno sa di questa cosa! la vivo male a dir la verità e avevo voglia di dirlo a tutti senza fregarmene delle conseguenze anche se poi qui mi è stato fatto notare che alla fine sono ancora giovanissimo e ho tutto il tempo quindi è quello che ti dico io a te adesso dai tempo al tempo e la situazione ti sarà più chiara :)

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Co.Ca. = Consiglio Capi

E' l'insieme dei capi del gruppo, che ri riunisce per coordinare le attività del gruppo e con gli altri gruppi.

 

Siamo in parecchi ad avere un passato scout: i già citati da Almadel, io, hook, wolf... io posso solo dirti che ho abbandonato il gruppo per l'impossibilità, a 18 anni, di conciliare il "predicare bene e razzolare male" che vedevo in Clan... il mio lato omosessuale a quei tempi era latente, quindi non so che altro aggiungere.

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C'è un topic qui sotto che lo spiega...in breve si tratta di scout cattolici

quindi : 1) ni dichiaro rischiando l'espulsione o mi nascondo 2) come

mi pongo rispetto all'impegno ad una educazione cattolica dei ragazzi etc.

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Credo che all'AGESCI non rimanga che trasformarsi in un'associazione gay-friendly... XD

Caro MrToshio sono capo scout AGESCI anche io. Se vuoi mandami un MP e sarò felice di raccontarti la mia situazione.

Un abbraccio

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@@MrToshio

 

Ho unito la tua discussione con un'altra sullo stesso argomento già esistente. Credo che troverai risposte utili.

Ricordati di cercare se esiste già un topic sullo stesso argomento (attraverso la funzione Cerca) prima di aprirne uno nuovo.

 

Buona permanenza sul forum.

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Ah, scusate, avevo dimenticato che si parlava dell'italia, e lo scoutismo è praticamente una succursale dell'acr e del catechismo... brrr

 

Bè, questa si che è una gran cavolata. Lo scoutismo non c'azzecca assolutamente niente di niente con l'acr. Al limite qualche cosa in comune col catechismo, ma gestito in maniera totalmente differente. L'insegnamento religioso è solo una parte del metodo scout (parlo per Agesci) e viene fatto con metodologie diverse e non certo gestito come indottrinamento degli indiviidui. Quella che si fà è solo una proposta.

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io sono scout e omosessuale dichiarato al gruppo :D

 

Non intendevo dire che tutti gli scout dichiarati vengono espulsi,

ma il rischio però c'è o c'è stato in passato.

 

Si dice che in Comunità capi c'è dinamismo...non so i risultati di

questo incontro sull'omosessualità, io ho solo spigolato per internet

su forum di scout cattolici ed ho letto commenti da far rabbrividire, ma

di per sè è una conoscenza limitata, è ovvio che un atteggiamento tollerante

nella chiesa può essere praticato, senza poter essere rivendicato.

 

La mia esperienza della realtà italiana mi dice a naso che le cose in concreto

possano andare meglio di come dovrebbero se vi fosse coerenza fra idee e

comportamenti. Non è detto che ad idee omofobe corrispondano comportamenti

altrettanto rigorosi o discriminatori. Ma gli aggiustamenti sono sempre reciproci,

quindi implicitamente si chiede anche al capo scout gay di "aggiustarsi" alla situazione.

 

In ogni caso non consiglierei ad un gay novizio che sta imparando a conoscersi

di parlare della propria omosessualità in Co.Ca, senza prima essere attrezzato

a gestire la conflittualità ( consiglierei cioè prudenza...)

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io penso che in ogni comunità capi ci siano persone che non sono del tutto in linea con la chiesa e sono comunque accettate! per es coppie conviventi, gente che fa sesso prima del matrimonio o addirittura capi che dovrebbero battezzarsi eppure l'omosessualità è ancora molto un taboo!

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  • 5 months later...

Eccoci di nuovo a toccare con mano l'ipocrisia che mi fece abbandonare il gruppo in cui da anni avevo trovato degli amici:

 

Capi scout omosessuali che non dovrebbero dichiarare il loro orientamento sessuale, per evitare di "turbare e condizionare i giovani"; giovani omosessuali che, a loro volta, dovrebbero essere mandati da uno psicologo, visto che si ritiene possibile educare i ragazzi e le ragazze all'eterosessualità. Doveva essere il seminario dell'apertura degli scout cattolici dell'Agesci al tema dell'omosessualità, invece, complice l'impostazione di alcuni relatori chiamati ad affrontare il tema, è finita con l'essere un'occasione per presentare l'eterosessualità come l'orientamento "giusto", la retta via verso la quale devono essere "indirizzati" scolte e rover.

 

http://www.repubblica.it/cronaca/2012/05/04/news/gli_scout_e_l_omosessualit-34388792/

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Ho letto l'articolo e ho provato tanto schifo, alcune di quelle frasi dette sono di una morbosità assurda oltre che palesemente false.

Spero che si eviti di nascondere i fatti difendendo quell'orrore e descrivendo una realtà diversa da quella che è.

Ho sempre visto con un certo sospetto gli scout in quanto "organizzazione paramilitare" e questo conferma certe cose che mi sono state dette.

Lo so che non sono tutti così, ma non cambia niente.

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