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Scoutismo e omosessualità


Alecto

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"ma gli scout non possono essere gay, perchè giurano su Dio" ... qualcuno arrivò a dire questo :ok:

hahaha questa frase fa morire dal ridere XD

ma chiunque l'abbia detto spero che ci abbia pensato alla cavolata che ha sparato,cioè è da sfottere a vita hahaha  :kiss:

in effetti i 30 enni scout fanno tanta tristezza o_o

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"ma gli scout non possono essere gay, perchè giurano su Dio" ... qualcuno arrivò a dire questo :ok:

Comunque li ho sempre odiati, è piu forte di me, sopratutto gli "zuzzurelloni" ultratrentenni... sadness :kiss:

 

Guarda che non tutte le associazioni sono cristiane cattoliche neh, stai solamente generalizzando.

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a parte che non è una frase mia :asd: e poi è vero che giurano su Dio a quel che so, anche se non significa per forza essere cristiani o cattolici (ma non ho detto neanche questo :ok: )

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La promessa CNGEI dall'esploratore al senior recita "Prometto sul mio onore di compiere il mio dovere verso Dio, la patria e la famiglia...", mentre i lupetti dicono "Prometto di fare del mio meglio per amare Dio, la patria e la famiglia, osservare la legge del branco e compiere ogni giorno una buona azione".

Quest'estate ho rivisto dopo anni alcuni della vecchia sezione scout: sembravo un appestato... :asd:

Frocio, ateo e cannaiuolo: alcuni mi volevano eterello, credente e non fumatore.

"Ma perché non vai più in chiesa?", "Davvero pensi ancora di essere gay?" e "Scordati la cartina" [da una cannarola clandestina, in un colloquio a due, ndr] sono state alcune espressioni rivoltemi durante la pizzata.

Da ex-scout posso dire che è un'altra mafiata terrificante, dai balilla della DC o puffi (AGESCI) ai pini (CNGEI) alle altre.

All'occhio!!!

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Bwha, sarà che sono da te bacchettoni, ma guarda, da me se uno fuma non ci sono problemi, tant'è che al campo alcuni erano fisso a rollare le sigarette, dato che il paese era lontano, e non le potevano comprare.

Per la storia di Dio, non se ne parla minimamente da me, io sono ateo e gli altri lo sanno. (e c'è anche un ebreo °_°)

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Non fumo sigarette!!! :rotfl: Fanno male!!!

Meglio una sana canna, che però è vista male dai fumatori incalliti che ha l'ormai ex mio gruppo.

L'ateismo è visto come forma aliena "Come fai a non credere in nessun dio?".

Meno male che sono uscitooooooooooo!!!

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Io faccio parte dei balilla (agesci) e come puoi immaginare anche noi guardiamo in cagnesco la cngei. Ho cominciato come lupetto e fin dai primi campi-uscite mi ricordo che avevo sempre la mano sul pisello di uno o due dei miei compagni. In reparto la cosa è diventata ancora più grande al punto da arrivare alle pompe in mezzo al bosco & simili. Una volta arrivato in clan mi sono messo l'animo in pace (anche perchè sentivo che era ora di finirla con quei giochetti) e ho praticamente fatto un coming out in route (bellissima route a santiago de compostela). Quelle sere parlavamo spesso di etica, laicismo etc. si arrivò a paralare di accettare uno scout nel nostro gruppo anche se non fosse stato cattolico (musulmano per esempio). Così presi la palla al balzo e chiesi quale sarebbe stata la posizione del gruppo di fronte ad uno scout omosessuale... Mi dimostrarono una tolleranza inaspettata a cui ancora oggi stento a credere. Dopo quella fantasctica route in spagna abbandonai gli scout che ormai condividevano con me il segreto che ancora mi portavo avanti. Nonostante io non sia cattolico credo nell'esistenza di un Dio.

Nonostante io non frequenti più il mio gruppo scout mi sento ancora uno scout.

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Nonostante io non frequenti più il mio gruppo scout mi sento ancora uno scout.
Un motto scout è "Once scout, forever scout". Per me non è stato così, perché ho sentito di aver lasciato un mondo a cui non appartenevo. La divisa non fa per me, né tanto meno le strombolatine del tipo "Non si passa in mezzo al quadrato", gli urli, i finti e ipocriti tentativi di svolgere attività coi puffi e tante altre cose.

Ho fatto parte di due gruppi e in entrambi "gay = inverso".

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  • 2 years later...

Dopo aver letto tutti i post precedenti mi và di dire alcune cose.

Non è la Chiesa che si è intromessa nell'Agesci, ma è l'Agesci stessa che ha scelto il credo cattolico come base per il proprio metodo educativo. Agesci è un acronimo che vuol dire Associazione Guide E Scout Cattolici Italiani Il peso di quella "C" è pertanto voluto. Il problema semmai riuguarda l'accettazione dell'omosessualità da parte della Chiesa, ma per questo argomento ci sono 19 pagine di post in cui si sviscera il problema sotto tanti aspetti. l gruppo a cui io appartengo è molto tollerante tanto è vero che abbiamo anche diversi ragazzi mussulmani. Se voi avete avuto delle esperienze negative, mi spoiace, ma questo non vuol dire che tutti gli scout sono come li avete vissuti voi. Un capo che propone momenti di catechesi come se fosse una seudta di tudi biblici, non hac apuito niente del metodo. Ci sono un sacco di strumenti creativi adatti ad ogni fascia di età per proporre riflessioni senza che queste rimangano pesanti e noiose.

 

Forse in Cngei si chiama divisa, ma in Agesci preferiamo uniforme. Più una differenza di concetto che di termini: noi vestiamo tutti "unifomati" perchè ci si ritiene tutti uguali.

 

Ho 37 anni e da quasi 30 sono scout e non mi sento per niente ridicolo.  Da 15 anni come educatore. L'idea dello scout ridicolo purtroppo viene dallo stereotipo che hanno prodotto i media (lo scout dall'aspetto deficente e ridicolo) ma vi assicuro che per fare l'educatore bisogna essere preparati per proporre il metodo in maniera sempre innovativa. E vio assicuro che non si prega e basta come è successo come ad alcuni di voi, ma si fanno una marea di attività all'aria aperta. Lo scoutismo insegna molto ad essere indipendenti sia com  e epsnsiero che come azione.

 

Sono convinto che molti mi accetterebbero se mi sapessero gay, ma chi temo di più nn sono gli scout, ma i genitori dei ragazzi. Molti pensano che gay=pedofilo e se mi rivelassi sarei costretto a rinunciare al mio essere scout per non mettere in difficoltà il gruppo. Il viceparroco sà di me (tramite confessione) e non è che ne abbia fatto tutto stò problema.

 

Sono disponibile ad approfondire la questione se qualcuno se ne dimostrerà interessato. Ho scritto queste poche righe in maniera anche diosordinata incollando qualche pensiero perchè sono al lavoro. Magari piu avanti mi impegno meglio :)

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Io sono stata negli scout agesci dai 12 ai 19 anni e ho lasciato il gruppo dopo l'ultima route in Argentina perchè ero in lite con il nuovo prete del gruppo e perchè ero entrata in un periodo un pò così: non mi andava più di frequentare la chiesa e di andare a messa ed essendo aiuto-capo dei lupetti non avrei più potuto invitare i bambini ad andarci dicendo che era una cosa giusta se io per prima non ci credevo più e poi avevo bisogno di riflettere da sola su alcune cose che mi rendevano confusa tra cui la mia omosessualità. Ma sono sicura che se avessi detto al mio gruppo di essere lesbica ai tempi mi avrebbero accettata subito perchè alcuni di loro adesso sanno di me e sono stati da subito tranquilli nei miei confronti quindi sono sicura che non ci sarebbero stati problemi..

Nel mio gruppo si parlava di tutto, abbiamo affrontato molte tematiche, le diversità in generale, notizie di attualità,  religioni e a messa non si andava in chiesa ma durante i campi si faceva in mezzo al prato tutti in cerchio e il "mitico prete" che c'era allora nelle sue prediche parlava sempre di sfruttamenti minorili, di persone e bambini in condizioni paurose in Africa e di tutte le persone che venivano discriminate e trattate male, non ha mai parlato nè di Papa nè di vescovi nè di chiesa anzi e la sera quando si faceva attività si affrontavano sempre argomenti come quelli che ho citato prima.. Sono stati degli anni bellissimi che rifarei volentieri, sarò stata fortunata che ho trovato un bel gruppo, sarò stata fortunata che avevo dei capi e un prete molto aperti mentalmente.. Abbiamo affrontato molti argomenti che mi hanno aiutato a crescere anche come persona e mi hanno fatto capire tante cose.. Sono anni che non scorderò mai..

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Io tecnicamente sono ancora scout. Faccio parte dell'AGESCI da quasi 14 anni e sono in comunità capi da 2 anni.

La mia comunità capi sa della mia omosessualità, molti di loro escono abitualmente con me e appoggiano pienamente i diritti dei gay (tranne le adozioni, purtroppo, ma ci sto lavorando). Il prete del mio gruppo sa di me e mi rispetta; spesso mi chiede aggiornamenti sulla mia vita sentimentale, il rapporto con i miei genitori e così via.

Non posso proprio lamentarmi di come mi hanno accolto nel mio gruppo scout. Fare servizio con i bambini mi riempie il cuore di gioia, mi fa dimenticare tutti i problemi che mi circondano ogni giorno.

Credo fermamente nello scoutismo come metodo educativo, lo consiglierei a chiunque perché è un'esperienza che può donare moltissimo.

Per quanto riguarda il discorso omosessualità dipende molto da gruppo a gruppo. Nella mia zona conosco un altro ragazzo gay e una ragazza lesbica e nessuno dice niente. Forse il problema dell'AGESCI è che usa la tattica del non pronunciarsi, lasciando la questione da una parte ed evitandola in quanto scomoda.

Spero che le cosa cambino prima o poi.

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Ricordate con piacere l'esperienza, però avete ritenuto opportuno uscirne.

 

Solo che mentre vedo una ricostruzione dettagliata dei lati positivi dell'esperienza

i motivi per cui ha avuto termine sono un po' nebulosi...

 

Al contempo chi ancora c'è dentro, di fatto parla solo dell'omosessualità

in confessione.

 

A me pare che qualcosa non torna...perchè a logica dovrebbe essere il

contrario.

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Quindi il tuo gruppo scout è molto tollerante...ma non sanno che sei gay :)

 

Qualcosa non torna del tutto no?

 

Come detto, piu che paura di come potrei essere accettato dalla comunità capi, il problema è di come verrei accolto dai genitori.  La comunità capi è molto giovane e pertanto non ha pegiudizi. Poi il problema del mio coming-out è dovuto anche al fatto che ho ammesso la mia omosessualità un pò tardi quando la mia vita si era incanalata già in una certa maniera e dovrei mettere in conto un sacco di conseguenze non facili che ne deriverebbero. Veramente pochissimi sanno di me.

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Sì, ma a me non interessa farti il contropelo...intendiamoci.

Nè a te, nè agli altri.

 

Quello che volevo dire è che in un mondo ideale, che funzionasse

secondo logica, chi rimane negli scout dovrebbe rimanerci perchè

ha fatto CO ed il suo CO è stato ben recipito.

 

Non dovrebbe accadere che per trovare la forza di fare CO bisogna

allontanarsene, salvo eventualmente farsi poi accettare DOPO essersene

distaccati. Nè dovrebbe accadere e su questo converrai con me, che

di omosessualità si possa parlare solo col prete in confessione ( il chè

ovviamente implica pur sempre "come se fosse un peccato da cui essere

assolti nel segreto del confessionale" ) e al costo di una lunga repressione

sessuale.

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Sono perfettamente d'accordo con te sinceramente. Probabilmente mi faccio piu problemi io di quello che potrebbe essere nella realtà. E probabilmente mmi frena anche il fatto che persone che si dicono tolleranti, ogni tanto fanno le battutine che a me danno fastidio del tipo "mica sò frocio" che forse possono essere viste in chiave cameratesca per certi versi, ma a me danno più l'impressione di una persona che se messa di fronte a un coming-out di un amico perlomeno cambierebbero atteggiamento.

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Sì, ma a me non interessa farti il contropelo...intendiamoci.

Nè a te, nè agli altri.

 

Quello che volevo dire è che in un mondo ideale, che funzionasse

secondo logica, chi rimane negli scout dovrebbe rimanerci perché

ha fatto CO ed il suo CO è stato ben recipito.

 

Non dovrebbe accadere che per trovare la forza di fare CO bisogna

allontanarsene, salvo eventualmente farsi poi accettare DOPO essersene

distaccati. Nè dovrebbe accadere e su questo converrai con me, che

di omosessualità si possa parlare solo col prete in confessione ( il chè

ovviamente implica pur sempre "come se fosse un peccato da cui essere

assolti nel segreto del confessionale" ) e al costo di una lunga repressione

sessuale.

 

 

Hinzelmann non è sempre così. Leggi il mio post!

Io sono ancora in associazione e la mia comunità sa di me. Non hanno nessun problema a parlare apertamente di omosessualità e sono loro stessi che mi chiedono di rimanere.

Il mio caso, fra l'altro, non è un'eccezione. Ripeto, ho conosciuti diversi di ragazzi che hanno fatto CO nel loro gruppo e nessuno ha avuto nulla da ridire a tal proposito.

Varia molto a secondo del gruppo. Non nego che esistano gruppi in cui l'omosessualità è fuori da ogni discorso ma esistono anche gruppi diversi.

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Sono stato Scout per una decina di anni, dagli 8 ai 18, in un'epoca della mia vita in cui il pensiero di poter essere bisessuale non mi aveva lontanamente sfiorato (tant'è che per un po' di tempo dopo essermene andato ho continuato a rimpiangere quelle gnocche -allora- delle mie compagne, che ovviamente non mi avevano mai filato pari, altrimenti qualche motivo in più per restare l'avrei trovato)

 

a parte gli scherzi, tutto questo per premettere che me ne sono andato non per motivi legati all'ambito della sessualità o ad una mancata accettazione ad esso correlata; semplicemente erano cambiati gli interessi, con quel gruppo di persone non mi trovavo minimamente ed iniziavo a pensare che di perdere del tempo in quelle situazioni, non avevo più la benché minima intenzione

 

A posteriori mi porto dentro moltissimi ricordi positivi e qualcuno negativo; sempre a posteriori, leggendo le questioni poste da Hinzelmann, mi interrogo su ciò che sarebbe successo se, ipoteticamente, io fossi rimasto nel gruppo ed avessi poi fatto CO.

Mi viene da pensare ad una reazione mista, di ipocrisia di facciata (della serie "facciamo finta di nulla ma tu non parlarne"), mescolata con qualche tentativo di redenzione ("leggi il Levitico! 18:22! recupera la retta via") con l'aggiunta di un pizzico di curiosità/apertura mentale.

Ma forse la mia visione negativa è legata alla distanza che avvertivo allora con le persone di cui sopra, per cui il mio scenario è probabilmente poco obiettivo  :look:

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Provo a dare il mio contributo e, come Wolf, cerco di accontentare Hinzelmann che chiedeva lumi sui motivi che portano all'abbandono dell'associazione.

Ho lasciato il gruppo del quale facevo parte a 18 anni, al primo anno di clan, per tutta una serie di motivi: non sentivo mio l'obbligo del servizio (in quel momento della mia vita alle prese con il 4° anno di superiori e con le modalità che mi venivano proposte), il clan si era ammosciato riducendo al lumicino tutte le attività che io prediligevo (uscite in montagna, arrampicata, ecc ecc), ero circondato da persone che amavano predicare bene e razzolare male.

Quanto a quest'ultimo punto, ricordo benissimo che mi urtava particolarmente. E ricordo ancora ora che all'immagine perfettina che si voleva mostrare all'esterno si contrapponevano feste ad alto tasso alcolico, droghe leggere, sesso... esattamente (ma sarebbe ridicolo pensare il contrario) come in qualunque altra compagnia di ragazzi adolescenti.

E sentire dire una volta in riunione:

 

"ragazzi, quanto al fumo e cose simili, ricordiamoci che abbiamo anche i due branchi di cocci e lupi... e che se alcuni genitori venissero a sapere certe cose rischiamo non facciano più venire i bimbi per paure infondate"

 

fu una delle gocce che fecero traboccare letteralmente il vaso.

Non di meno non sopportavo il nuovo prete che ci seguiva come assistente spirituale, un ex missionario tornato dal sud America con cui ebbi non pochi attriti per le mie posizioni troppo "moderne" e le sue troppo "medioevali".

 

Come chi mi ha preceduto conservo ricordi bellissimi ed indelebili, conservo oppure ho ritrovato amicizie e se avessi dei figli credo vorrei potessero provare le stesse emozioni che ho provato io in mille occasioni.

Ma certi tempi non tornano... e infatti il mio gruppo, il più grande della zona, si è letteralmente quasi dissolto come neve al Sole: da 4 branchi si è passati ad uno solo misto, da quattro reparti si è passati a due... e così via.

Di questo incolpo molto alcuni che, forti di essere fra i membri storici da generazioni, avevano iniziato a gestire le cose come fossero roba loro, usando la sede come una dependance di casa propria, ecc ecc, creando divisioni e gruppi di serie A e serie B all'interno del gruppo.

 

Ah... quanto all'argomento omosessualità, uno dei miei amici che sa di me è stato uno dei miei migliori amici conosciuto in reparto... e per lui non ci sono stati problemi, o almeno non me li ha mai posti.

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Intervengo come estraneo al movimento scout, voglio solo ricordare da mezzo ebreo (per rispondere a chi riportava come assurdità che un ebreo fosse accolto negli scout), finì nei campi di sterminio nazisti; nonché come ex alunno dell’ex convitto Nazareno, massima scuola cattolica che ancora oggi scrive nel suo sito ufficiale nei buoni propositi educativi:

“L'incontro ed il paragone con la tradizione cristiana sono alla base del lavoro educativo e favoriscono lo sviluppo di personalità affettivamente stabili e coraggiosamente impegnate nelle problematiche culturali e sociali”

 

Ho sempre avversato chi mi proponeva una divisa, ops – uniforme, del “branco” lupetti o scout. Tuttavia da lettore ufficiale delle letture evangeliche (onore ritenuto non di poco conto), ho avuto modo di frequentare molti esponenti dello scautismo. Sono testimone da quel demone quale solo, di aver potuto sgranocchiare succulenti individui dalla carne tenera che militavano in questo dato associativismo. Tuttora sono stato recentemente ospite di una scout veneziana nel suo nido tra i tetti veneziani e del suo compagno smaccatamente ateo tocanaccio. Voglio testimoniare che, contro ogni proforma dogmatica, questo movimento ha in sé qualcosa di buono che pure io stesso sarei in prima persona pronto a delegittimare. Gli scout in calzoncini corti a quarant’anni, ridicoli come lì si voglia descrivere, sono contro ogni regola, amorevoli peccatori.

 

In memoria mia ne conservo volti femminili e maschili di pregevole profilo. E che vi posso dire se non - abbiate pietà di loro! Li amo sia cannaroli, sia braghettoni. Difficile trovare altrove carne altrettanto sincera e appetitosa, ve lo dico da “diavolo” bisessuale apostata - Attenti dal disprezzare un sistema educativo tanto attento a formare individui dall’anima così sincera e fragrante.

E ora giudicatemi pure …

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Tu ogni tanto di Sabato spari un intervento "provocatorio"

e ci chiedi di giudicarti...per quello c'è domani il prete, se lo

desideri, non chiederlo a noi oggi  :look:

 

Il punto non è se gli scout siano prede sessuali ambite o

siano peccatori, o possano essere prede sessuali ambite

in quanto peccatori.

 

Comprendo che vi possa essere una memoria positiva

dell'esperienza scoutistica, delimitata dall'età e che d'altronde

vi possa essere una "crisi" a prescindere dall'omosessualità o

dalla bisessualità legata al transito verso la seconda e terza

adolescenza ( 14-16 // 16-18 ) per vari fattori.

 

Il punto però è se si possa essere gay dichiarati

dentro l'ambiente Scout

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Un capo gay (parlo di capi, perché la questione ragazzi è un po' differente), non potrebbe prestare servizio nelle associazioni cattoliche, quali AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici e Italiani) e FSE (Federazione Scout d'Europa).

Un capo gay può tranquillamente fare servizio in associazioni laiche quali il CNGEI (Corpo Nazionale Guide ed Esploratori Italiani).

Io faccio parte di un'associazione cattolica e, di conseguenza, non potrei prestare servizio come faccio attualmente.

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Quindi diciamo che ufficialmente non si possono rivestire cariche

di responsabilità, questo ovviamente è grave...ma diciamo che

ce lo aspettavamo, nel senso che ovviamente qualora un gay

cercasse di "forzare" la mano per ottenere un riconoscimento

o migliorare le cose, dovrebbe mettere nel conto di essere cacciato.

 

Invece magari se non dà fastidio si può tollerare la sua presenza

Ovviamente è un forte condizionamento, soprattutto "politico"

a conservare le cose come stanno.

 

Per i ragazzi però come va? Si rispetta il loro diritto ad essere

gay visibili e dichiarati? Ed è previsto quale atteggiamento educativo

tenere se capita?

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Io sono stato scout nel CNGEI, e anche se ora non posso più frequentare (da quando ho iniziato il liceo non sono più riuscito a starci dietro) posso affermare senza ombra di dubbio di ritenermi ancora uno scout.Ho solo ricordi positivi di quei momenti e talvolta li rimpiango, specie quando sento odore di fumo, o quando guardo un fuoco...sicuramente tornerò, appena sarò più libero.Per la questione omosessualità posso dire di non essermi dichiarato, ma allora non mi ero nemmeno accettato io, però erano stati fatti dei discorsi in questo senso e l'apertura era totale.

Di certo c'è che per l'AGESCI la maggior parte di noi provava disprezzo, visto che quelli sono soliti ad ostentare in molti modi la propria ricchezza (sono stato addirittura in un porto di loro proprietà) che proviene dai fondi ecclesiastici.E comunque non si può sperare in una apertura di un'associazione come l'AGESCI...magari come ha detto qualcuno alcuni reparti sono differenti e più aperti, ma si tratta di eccezioni più che di regole.Penso che per un'omosessuale la cosa migliore sia frequentare il CNGEI, anche se cristiano.Da noi se qualcuno fosse voluto andare a messa la domenica i nostri capi l'avrebbero portato, e così è stato più di una volta.

Se devo essere sincero quello che provo ora è nostalgia, anche perchè lì c'era un ragazzo che, pur non essendo definibile bello, aveva un carisma impressionante...inutile dire che, per quanto allora me lo negassi, mi piaceva.Ricordo che una notte mi ero svegliato, lui di fianco a me, ed ero stato qualche ora a fissarlo prima di riaddormentarmi di nuovo.Non dimenticherò molto facilmente quel viso, così come non dimenticherò molte delle esperienze fatte lì...sono orgoglioso di essere stato paarte del CNGEI, e spero di poterci tornare presto.

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Un capo gay (parlo di capi, perché la questione ragazzi è un po' differente), non potrebbe prestare servizio nelle associazioni cattoliche, quali AGESCI (Associazione Guide e Scout Cattolici e Italiani) e FSE (Federazione Scout d'Europa).

 

Ma questa è una norma ufficiale o è una "legge non scritta" ?

Sono curioso, non ne avevo mai sentito parlare, ma se fosse ufficializzato non sarebbe un discorso di poco conto

 

[OT]

 

E ora giudicatemi pure …

 

Sì vabbè, sostanzialmente tutto questo per dire che ti attizzano le divise da Scout, insomma

 

Non so cosa ci sia da giudicare, l'unico commento è "de gustibus non disputandum est", a me le gonne lunghe blu a costine indosso alle mie compagne facevano l'effetto di un'iniezione di bromuro direttamente in vena

[fine OT]

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Negli statuti dell'AGESCI e dell'FSE non esiste nessun punto che afferma esplicitamente che un capo non debba essere gay. Il punto è che essendo associazioni cattoliche un capo dovrebbe essere "cattolico" e dare testimonianza della parola della Chiesa.

La testimonianza, inoltre, non dovrebbe essere data soltanto quando si è in uniforme o di fronte ai ragazzi ma sempre, anche al di fuori delle attività scout: per fare un esempio, un buon capo AGESCI o FSE dovrebbe credere nella famiglia tradizionale e darne testimonianza diretta.

 

La questione è un po' complessa. All'interno dell'AGESCI, negli ultimi anni, stanno nascendo varie correnti di pensiero nei riguardi dei capi omosessuali: c'è chi afferma che non è giusto vietare ad un capo il proprio servizio in associazione in quanto omosessuale, e c'è chi invece crede che un capo gay dovrebbe allontanarsi dal proprio gruppo.

A mio parere non giungeranno mai alla conclusione che un capo possa essere dichiarato di fronte al proprio gruppo tranquillamente, sarebbe un'incoerenza atroce nei confronti della Chiesa Cattolica. E' probabile che arriveranno al punto di TOLLERARE, ma mai di accettare pienamente, a meno che la Chiesa non decida una volta per tutte di cambiare atteggiamento nei confronti dei gay.

 

Il punto è che non esistendo una vera regola che tratti l'argomento ogni gruppo se la rigira e fa un po' come gli pare. Nel mio, ad esempio, la questione omosessualità non è affatto un tabù.

 

L'idea che mi sono fatto io è che all'interno dell'AGESCI tutti sappiano che esistono gay ma nessuno si permette di dire nulla.

 

 

Quindi diciamo che ufficialmente non si possono rivestire cariche

di responsabilità, questo ovviamente è grave...ma diciamo che

ce lo aspettavamo, nel senso che ovviamente qualora un gay

cercasse di "forzare" la mano per ottenere un riconoscimento

o migliorare le cose, dovrebbe mettere nel conto di essere cacciato.

 

Invece magari se non dà fastidio si può tollerare la sua presenza

Ovviamente è un forte condizionamento, soprattutto "politico"

a conservare le cose come stanno.

 

Per i ragazzi però come va? Si rispetta il loro diritto ad essere

gay visibili e dichiarati? Ed è previsto quale atteggiamento educativo

tenere se capita?

 

 

Nei confronti dei ragazzi la questine è diversa. Nel mio gruppo, ad esempio, c'è un ragazzo di 17 anni dichiaratamente gay ma nessuno gli dice nulla. Il problema si pone quando uno decide di diventare capo.

Dopo i 21 anni non si può più essere un "educando" ma bisogna fare una sorta di scelte (nel linguaggio scout è chiamata "partenza") in cui ti viene chiesto se hai intenzione di diventare capo e di aderire pienamente ai principi scout. Ovviamente fra i principi scout c'è anche il discorso Chiesa.

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A mio parere non giungeranno mai alla conclusione che un capo possa essere dichiarato di fronte al proprio gruppo tranquillamente, sarebbe un'incoerenza atroce nei confronti della Chiesa Cattolica.

 

Ma dove sarebbe l'incoerenza?

Non basterebbe essere gay e casti?

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Allora cosa  servirebbe dirlo? Tanto vale che a quel punto te lo tieni per te e amen. Io l'ho detto perché sono gay e mi sento parte della comunità gay. Se hai tendenze omosessuali ma non hai intenzione di avere alcun rapporto con il mondo gay che lo dici a fare?

Io parlo di fare CO di fronte la propria comunità nel momento in cui si ha voglia di vivere una relazione, fare attivismo ecc...

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Beh noi abbiamo come al solito l'esempio degli USA

Si tratta di tornare indietro di 10 anni: un ragazzo gay

di 19 anni, scout-master, dichiarò pubblicamente la sua

omosessualità si fece espellere e portò il caso davanti alla

Corte Suprema. La Corte disse che essendo quella Scout

un'associazione privata non era obbligata all'osservanza di

norme antidiscriminatorie. Ne nacque un caso politico con

celebrità quali Spielberg che diedero le dimissioni dalla Associazione

 

http://www.independent.co.uk/news/world/americas/steven-spielberg-quits-boy-scouts-in-protest-at-antigay-discrimination-681772.html

 

Qui potete trovare la vicenda completa a partire dal 1991 quando l'associazione

fu costretta ad introdurre dei divieti espliciti...per poter tenere la situazione sotto

controllo. Questo per dire che a volte i divieti  devono essere scritti se c'è qualcuno

che mette in discussione i divieti NON scritti, situazione che è ben lungi dall'essere

realizzata in Italia e che ci indica quanta strada c'è da fare:

http://en.wikipedia.org/wiki/Boy_Scouts_of_America_membership_controversies

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