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Peanuts


gardus

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la cosa paradossale dei Peanuts è che i personaggi hanno tutti un carattere spiccato, definito, a "tutto tondo"

tutti tranne Charlie Brown, che è davvero insulso XD

non si capisce cosa pensi davvero, cosa voglia fare nella vita, cosa gli piaccia etc.

l'unico momento in cui diventa leader è nel baseball: ed è anche l'unico contesto in cui gli altri lo riconoscono come leader, e questo accade perché lui per primo si esprime come tale

forse la lezione di Schultz è proprio questa, che è meglio avere un cattivo carattere che nessun carattere...

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Io invece credo che sia proprio Charlie Brown a racchiudere in sé la lezione più grande che Schulz ci ha trasmesso. Charlie è la figura del perdente in assoluto, del perdente per definizione. Non riesce in niente di quello che fa: non sa far volare gli aquiloni, non sa giocare a baseball, non sa allenare la sua squadra, non sa trovare il coraggio per dichiararsi alla ragazzina dai capelli rossi e viene spesso preso in giro dai suoi amici. Vive in uno stato di depressione costante che lo spinge più volte a riflettere sul significato della vita:

 

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Nonostante tutto, per 50 anni, Charlie non ha mai smesso di provarci: continua a giocare a baseball perché crede che un giorno o l’altro forse una partita la vincerà, continua a provare a far volare il suo aquilone, continua ad accudire Snoopy senza avere quasi mai un riconoscimento. Charlie viene costantemente preso a schiaffi dalla vita, ma non per questo smette di avere fiducia nel futuro. Secondo me è questo il grande messaggio racchiuso dentro al suo personaggio.

Edited by gardus
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Dragon Shiryu

 

 


Charlie viene costantemente preso a schiaffi dalla vita, ma non per questo smette di avere fiducia nel futuro

 

questo è vero!

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ma non per questo smette di avere fiducia nel futuro

 

mah. a me non sembra abbia fiducia nel futuro.

 

da cosa deduci questa tua affermazione ?

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da cosa deduci questa tua affermazione ?

 

Dal fatto che non smetta mai di provare e che non getti mai la spugna. Prendiamo un esempio su tutti: l'aquilone: non lo sa far volare e per quanto si sforzi di studiare le migliori tecniche di volo gli finisce sempre intrappolato nell'albero mangia-aquiloni o dentro ai tombini. Ma Charlie continua, continua a tentare, sperando un giorno di riuscire a farlo volare (far volare il suo aquilone può essere anche una bella metafora per qualunque circostanza di vita, ma forse è un'analisi un po' troppo spinta, o forse no). Resta il fatto che Charlie non demorde: questo significa avere fiducia nel futuro.

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@gardus

 

mah. per me non demordere e non ottenere mai un risultato positivo significa essere o fesso o sfigato o scemo. non significa avere fiducia nel futuro.

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@marco7

 

però non fraintendere le mie parole e mischiare il fatto che non demorda con il fatto che non riesca: il perché Charlie fallisca è un altro motivo ed anche su questo si potrebbe discutere a lungo. Quello che secondo me conta è che non demorda, mai.

Edited by gardus
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@gardus

 

per me uno è ottimista se ci prova e prima o poi con pazienza qualche risultato lo ottiene, magari ci impiega moltissimo ma qualcosa realizza.

 

lui no. ci prova ma non si è mai visto un risultato, dico uno.

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@marco7

 

magari bastasse l'ottimismo per ottenere qualche piccolo risultato nella vita... e comunque Charlie, in realtà, qualcosa ottiene: la sua squadra riesce a vincere qualche partita durante gli anni, soprattutto in sua assenza, ma un paio di volte anche con lui come capitano.

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Oggi è l'anniversario della morte di Schulz.

 

Mi piacerebbe ricordarlo con le parole che gli sono state dedicate da Umberto Eco:

 

È un poeta.

Quando dico poeta lo dico per fare arrabbiare qualcuno. Gli umanisti di professione, che non leggono i fumetti; e coloro che accusano di snobismo gli intellettuali che fingerebbero di amare i fumetti. Ma sia bene inteso: se poesia vuol dire capacità di portare tenerezza, pietà, cattiveria a momenti di estrema trasparenza, come se vi passasse attraverso una luce e non si sapesse più di che pasta sian fatte le cose, allora Schulz è un poeta. Se poesia è individuare caratteri tipici in circostanze tipiche, Schulz è un poeta. Se poesia è far scaturire da eventi di ogni giorno, che siamo abituati ad identificare con la superficie delle cose, una rivelazione che delle cose ci faccia toccare il fondo, allora, una volta ogni tanto, Schulz è un poeta. E se poesia fosse soltanto trovare un attimo privilegiato e su di quello improvvisare in una avventura ininterrotta di variazioni infinitesime, così che dall’incontro altrimenti meccanico di due o tre elementi possa scaturire un universo sempre nuovo, cantato senza pause, ebbene anche in questo caso Schulz è un poeta.

Più di tanti altri.

 

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Edited by gardus
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