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Ha senso parlare di orgoglio gay?


Altair

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Io i miei figli non li porterò MAI a vedere dei palloncini a forma di pene o i culi all'aria su dei carri, ma stiamo scherzando????Il concetto della dignità e del pudore penso che debba essere universale e i bambini vanno rispettati, non posti di certo davanti a certo spettacoli. Mai sentito Vietato ai minori di 14anni?A sto punto mettiamo pure i film porno in prima serata secondo i vostri ragionamenti!

 

Molti amici del mio ragazzo hanno già spiegato ai loro bambini l'amore tra 2 uomini e sanno quando ceniamo/pranziamo assieme a loro che siamo una coppia così come lo sono i propri genitori. Non mi pare che per spiegargli che anche 2 uomini si amano ci sia stato bisogno di portarli a un pride carnevalesco, e a dovergli turbare l'infanzia con nudità inutili.

 

Per il resto non capisco cosa c'entri la rivendicazione dell'esplicitazione sessuale con l'ottenimento dei diritti omosessuali. Da quando in qua la "pornografia" e l'essere gay/bisex/lesbiche DEVE andare di pari passo, ma che razza di messaggio volete che passi?Una trans non penso che passi 24h su 24h della sua vita a comportarsi come al pride o ai suoi spettacoli, sarà anche una persona come qualsiasi altra!

All'estero i diritti la gente li ha conquistati con la normalità nella quotidianità.... non certo con i gay pride!

 

Per il resto passo e chiudo :)

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  • AndrejMolov89

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All'estero i diritti la gente li ha conquistati con la normalità nella quotidianità.... non certo con i gay pride!

 

Questo l'hai appreso da qualche militante gay straniero?

O l'hai dedotto dal fatto che all'estero non ci sono Pride?

Ti consiglio di partecipare a un Pride in Italia

e poi a un Pride in un Paese a tua scelta.

E di segnarti le differenze.

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Non c'è niente da fare...questo topic dimostra

( secondo me, ovvio ) l'affermazione mia iniziale,

che senza proudness l'approccio a tutto ciò che

ne consegue ( CO, socialità gay, coppia e sessualità

gay pride ) non è critico, ma è "polemico".

 

Questo predetermina il contenuto della discussione

( che è sempre lo stesso ) il problema è che il gay

privato del suo orgoglio ( sia in chi lo rivendica

espressamente come altair, sia in chi tace sul punto

ma la pensa all stessa maniera ) deve designare

negli altri gay dei nemici, secondo i criteri che la

eteronormatività gli impone.

 

E' la logica del divide et impera, che ovviamente

è una logica egocentrata ( nel senso che al 90%

è lo specchio della parte della propria omosessualità

ritenuta inaccettabile e quindi inaccettata negli altri )

in quanto ineriorizzata.

 

Mentre chi possiede la proudness ha accesso alla

coscienza collettiva ( e quindi non ha bisogno di

ballare su un cubo, per capire un cubista e può

parlare del cubista a 360° in una prospettiva non

egocentrica....questo è precluso al gay polemico )

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No, l'ho appreso con i racconti e l'esperienze di vita dirette di molta gente. Se pensi che i diritti si conquistino davvero con una semplice manifestazione e una sfilata, mi spiace dirlo, ma sei un povero illuso. Un tempo i gay pride aveva il nobile scopo di dimostrare che il popolo LGBT esisteva e in quella fase l'ostentazione, vista come forma di protesta contro una società ipocritcamente bigotta, ci poteva anche stare, ma ormai la gente sa e bisognerebbe assumere toni più seri e adulti per reclamare i propri diritti. Insomma sarebbe pure ora di passare a cose che vadano ben oltre un gay pride. Perché finita la festa, sia la checca quanto la trans, saranno continuati a essere discriminati e non essere presi sul serio nella loro quotidianità.

 

Io ho partecipato a 2 gay pride e il corteo/sfilata da bisex lo trovo eccessivo e fuori luogo. Non ci sarebbe nessun male a stare "in costume da bagno" su un carro, ma la differenza la fai in quello che fai o come lo fai. Un conto è vedere una bella ragazza con una coroncina "in costume da bagno", un altro è vedere questa bella ragazza vestita da squillo su un carro atteggiandosi come una strip-teaser. In quell'ultimo caso sì che il senso di volgarità lo avverto. Dei gay pride ho certamente MOLTO più apprezzato tutte le altre attività pre o post-corteo.

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Mentre invece...Akinori, spiegami esattamente cosa succede se, dopo aver detto ciò che hai scritto a chi si veste poco o mostra cartelloni e palloncini goliardici, loro rispondo con qualcosa come "Ma a me piace così, poi per i diritti vado a firmare questa petizione, partecipo a questa campagna pubblicitaria anti-omofobia come sponsor/modello/etc"?

No perché il prossimo passo è l'imposizione. E diciamo che è difficile convincerli proprio TUTTI TUTTI TUTTI.

 

 

Si tratterebbe di esercitare una sorta di moral suasion. Guarda che io tutta questa difficoltà non la vedo perché il mio atteggiamento critico non è sulla linea della repressione ma della diversificazione e della moltiplicazione (altro che divide et impera come qualcuno in malfede sostiene, nascondendosi dietro il bolso spauracchio della solita omofobia interiorizzata, etronormatività eccetera).

Io direi ai cubisti e alle drag queen: guardate, non stiamo dalla de Filippi o al Gay Village, oggi ruivendichiamo omogenitorialità, reversebilità della pensione e altre cose serie. Riteniamo che la strategia comunicativa migliore per esporre le nostre rivendicazioni sia quella di presentarci senza fare troppo spettacolo. poi se vi volete esibire facciamo una parade carnevalesca, però distinta da quella della rivendicazione dei diritti, in cui potrete esprimere tutta la vostra "diversità" (com'è stata definita) e la vostra proudness per la diversità nel modo che ritenete opportuno. Così non solo attiro due volte l'attenzione, ma almeno una volta lo faccio in maniera serie e credibile.

Io credo che non sia molto democratico imporre sempre la stessa forma di pride, e non è molto brillante copiare criticamente tutto quello che hanno fatto all'estero, anche se qualcosa ha funzionato, la realtà italiana è differente. Io credo nelle vie nazionali all'emancipazione gay (adesso diranno che ancque questo è un discorso di destra perchè ho usato la parola "nazionale" :roll: )

 

 

Non so io tutte queste difficoltà non le vedo, mi sembra che alcuni si siano adagiati su una visione schematica e ideologica delle cose, in base alla quale o si fa così o nisba, e che con i loro schemini preconfezionati abbiano perso un po il contatto con la realtà autentica. O forse sarà una questione di pigrizia o di paura di cambiare strada, che ne so...

 

 

 

Proprio no. La serietà è noiosa, non è per tutti. Essere seri è la cosa peggiore se si vuole un largo pubblico e una larga partecipazione.

 

.

 

 

Non è questione di opinione, eh: il pride attualmente è aperto a tutti, dunque inclusivo. Quello che proponi te impone delle regole d'ingresso, quindi è esclusivo. Non vedo neanche come si possa discutere su questo punto.

 

 

 

Sfatiamo questo mito della serietà: qui non stiamo dicendo che bisogna andare al pride come aun funerale, ma con gioia, partecipazione! Rinunciare al trucco e al parrucco non significa essere seri ma presentarsi come persone normali. Ma scusate, avete mai visto una trans che va a sostenere un esame all'università vestita da drag queen? E la Luxuria come si presentava in Parlamento? Io non dico che tutte le trans al pride debbano essere obbligate a vestirsi in tailleur, ma dovrebbero andarci vestite come andrebbero nella vita di tutti i giorni a svolgere un'occupazione seria, tipo un lavoro, un esame... Nessuna regola d'ingresso, solo buon senso! Quindi come si vede, siete voi che non accettate alcuna critica e discussione, io le proposte le sto facendo e concrete anche

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No è un discorso "provinciale" e sbagliato.

 

Sbagliato perchè non è vero che un Pride a Londra

non abbia caratteristiche diverse, ad esempio ci sono

molte meno iniziative culturali e alla parata partecipano

molte più associazioni settoriali ( poliziotti gay , pompieri gay

insegnanti gay etc. ) il chè non impedisce ai locali di fare

carri molto appariscenti avendo più disponibilità rispetto all'Italia

( e poi a Londra i gay si baciano tranquillamente per strada e sono

molto più evidenti che da noi quindi...si è più espressivi anche nel

festeggiare )

 

Da noi mancano le associazioni settoriali o professionali perchè

si è meno outed, i carri sono più modesti ( mancano i quartieri gay )

e ci sono più iniziative culturali ( finanziate da enti pubblici che ci aiutano )

 

Quando poi si dice: " da bisex lo trovo eccessivo e fuori luogo" cioè

si conferma il 100% di ciò che avevo detto prima...non capisco proprio

come si possa lamentare un approccio ideologico.

 

Sono le vostre ( pessime ) risposte e i vostri ( pessimi ) argomenti

che non ci consentono di fare passi in avanti :sisi:

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Ecco, invece di fare le solite sterili e dogmatiche polemiche, anche sul pride (ridotte a costume da bagno alla sfilata si o no?) allora parliamo delle associazioni settoriali e professionali, della pratica del lobbying (in Italia illegale), di come il gay venga rappresentato dai media italiani (nei quali lavorano molti gay). Ad esempio, vorrei sapere quali gay si sentono rappresentati da Platinette vestita da drag queen alle trasmissioni della de Filippi. Platinette rappresenta i gay o le drag queen?

E Cristiano Malgioglio? Rappresenta uno stereotipo gay secondo voi? L'unico omosessuale che ha rappresentato un'immagine diversa del solito cliché è forse stato Busi. ma essendo un'artista vero, già prima di andare in telvisione, è stato un esempio troppo sopra le righe e in fondo molto intellettuale.

Chi si è sentito rappresentato invece dai gay o presunti tali passati per il GF? Io ho la vaga sensazione che i media italiani non abbiano mai rappresentato un gay in maniera normale, ma abbiano sempre calcato su certi stereotipi. Il gay spettacolarizzato serve solo alla televisione. E noi, con il gay pride spettacolarizzato, non facciamo che legittimare questo cliché, il gay divertente, un po macchietta, fondamentalmente innocuo, rassicurante. Si, potrà anche mettere la parrucca e le piume di struzzo, ma poi quando ha stufato con un calcio nel sedere il potere lo rigetta nell'armadio da dove ha cercato di uscire. Vedete se invece è possibile rimettere dall'armadio uno come Busi, che può permettersi anche di travestirsi e ballare, divertendo il pubblico etero e giocando sui suoi stereotipi, ma che poi quando ha cominciato a parlare seriamente dalla televisione l'hanno estromesso.

 

Insomma , io sto ponendo un problema di come ci rappresentiamo e di come veniamo rappresentati, tanto nei media quanto nella realtà, e ritengo che quanto più la nostra rappresentazione è spettacolare (soprattutto nel momento della rivendicazione dei diritti), tanto più i mass media sono legittimati a, e in modo quasi naturale ci, rappresentano in maniera spettacolare. Ovviamente lo spettacolo non è molto positivo, perciò lo si critica. Infatti nella testa dell'uomo medio etero comune, l'immagine del gay che ha è quella che ha appreso dalla rappresentazione di Solange, non da quella di Busi. E guarda caso quella di Solange coincide pure con la rappresentazione del pride, e tutto torna!

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Akinori, se devi rispondermi rispondi almeno all'ultimo post che ho scritto, non a quello prima. Altrimenti per che cosa l'ho scritto a fare?

 

La serietà è noiosa, non c'entra la marcia funeraria o meno. Prova ne è che io ho partecipato a manifestazioni serie e non hanno avuto la stessa partecipazione di quelle festose.

 

Poi tu, in risposta al mio farti notare che esistono lavori in cui ci si veste così, subito rispondi che al pride ci si dovrebbe andare vestiti come ci si vestirebbe a svolgere una professione seria.

Oh bello, ma perché mai? Il mondo LGBT è composto anche da persone che non consideri serie e che vogliono apparire per quello che sono, non per quello che tu vorresti che siano: non hanno diritto di cittadinanza? E' questo il tuo buon senso?

 

Il gay pride serve anche per ribadire la dignità della drag queen, di pratiche come il sadomaso, e così via. Tutti questi ruoli hanno molto più diritto di essere rappresentati in un gay pride rispetto allo studente o ai "professionisti seri". Perché i primi ruoli rientrano nell'ambito di liberazione e libertà sessuale che fa parte del gay pride, mentre i secondi sono un'aggiunta estranea all'orientamento sessuale.

La battaglia non si ferma al diritto di sposarsi. Se fosse così, allora probabilmente avremmo un pride formato solo da persone Normali: le stesse interessate a sposarsi.

 

 

 

Il che mi porta all'altra questione chiave. Un anno è composto da 365 giorni. I gay pride, nelle varie città d'Italia, non portano via più di 5 giorni. Perché quelli che la pensano come te, invece di rompere ogni volta su come dovrebbe essere una manifestazione che è molto più antica di loro, ha un significato molto più ampio di quello che le attribuiscono e una portata molto più ampia del semplice contesto italiano, non pensano a organizzare la sfilata dei loro sogni in uno degli altri 360 giorni?

Fatela la vostra manifestazione solo per il matrimonio gay e altre cose che interessano ai Normali, vi parteciperò senza problemi. Potrai sempre provare che mi sbaglio, che in realtà una manifestazione del genere avrà una partecipazione amplissima, anche se le mie esperienze di manifestazioni serie mi suggeriscono il contrario.

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Quando poi si dice: " da bisex lo trovo eccessivo e fuori luogo" cioè

si conferma il 100% di ciò che avevo detto prima...non capisco proprio

come si possa lamentare un approccio ideologico.

 

Sono le vostre ( pessime ) risposte e i vostri ( pessimi ) argomenti

che non ci consentono di fare passi in avanti :sisi:

 

Avrò pure il diritto di essere contro le volgarità e l'ostentazione fuori luogo e controproducenti? Che passi avanti si dovrebbero fare, se TU sei il primo a non voler accettare un mio parere sincero e ti permetti di stabilire a priori cosa sia pessimo o no. Stai a vedere che ora è sbagliato essere contro le volgarità??BOH!

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@Loup, non ho risposto all'ultima tua affermazione perché mi hai attribuito un pensiero non mio. Gli etero sono pochi non durante tutto il corso della manifestazione, ma nel momento cruciale, quando dal carro si spegne la musica e si fanno i discorsi seri. E io vorrei trovare un modo per coinvolgerli soprattutto in questo momento, quello politico, anziché quello spettacolare. Dove sinceramente mi sono sentito come una specie di animale strano da guardare in una gabbia dello zoo, non come cittadino di serie b che vuole la parità.

Certo che le drag queen hanno una dignità, persino le parafilie come le pratiche sadomaso. Sinceramente però non vedo che contenuti costruttivi possano portare al discorso politico di rivendicazione dei diritti. Ma scusa, le drag queen indossano la parrucca in ogni momento della loro quotidianità? Ci sarà pure un momento nella loro giornata in cui si presentano come sono o no? Anzi, probabilmente la maggior parte dei momenti della loro vita si presentano come sono, credo. Dato che sei drag queen solo per intenti spettacolari, non è che la drag queen sta a testimoniare contro la transfobia, il diritto ad avere un nome femminile sui documenti d'identità o la liceità delle cure ormonali se sei una trans ma, per esempio, sei stata privata della tua libertà e ti trovi in carcere. O no?

 

Mi rendo anche conto che a molti gay non interessa sposarsi, ma questo poi pone un problema sulla capacità o meno di realizzare unioni affettive durature, attualmente, mi sembra. Non è che lo si faccia per essere critici verso un'istituzione borghese, qual è il matrimonio tradizionale, come ai tempi di Mieli. Io ho l'impressione che molti gay oggi non vogliano sposarsi per viversi in libertà una dimensione prettamente sessuale senza condizionamenti affettivi e senza legami vincolanti, magari mi sbaglio, ma ho questa impressione.

E quindi partecipano al pride non per rivendicare diritti ma solo per legittimare, in maniera provocatoria, il loro desiderio sessuale agli occhi degli etero che li guardano. Ma altri, come me, vanno invece al pride per essere cittadini di serie A. Io non voglio il matrimonio per essere uguale alla coppia etero tradizionale, ma semplicemente perchè è una tutela giuridica per me e per il mio compagno. Così come la reversibilità della pensione.

Ora è evidente che c'è un conflitto tra questi due modi di viversi il pride. Penso che occorra lavorare su questo. Io ho proposto di scindere i due momenti, quello spettacolare e quello rivendicativo. Non faccio parte però dell'organizzazione del pride né ho intenzione di farne parte, almeno per ora, perché ho altri impegni prioritari. Sto cercando solo di esporre il mio punto di vista di partecipante ai pride e di proporre qualcosa di concreto dopo aver esposto le mie critiche a riguardo.

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Ma se gli etero vengono solo a vedere la sfilata perché ci sono le trans variopinte e non il comizio perché sono tutti seri, allora a giudicare da come hai scritto la soluzione dovrebbe essere portare le trans sul palco, non i seri nel corteo.

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Quando poi si dice: " da bisex lo trovo eccessivo e fuori luogo" cioè

si conferma il 100% di ciò che avevo detto prima...non capisco proprio

come si possa lamentare un approccio ideologico.

 

Sono le vostre ( pessime ) risposte e i vostri ( pessimi ) argomenti

che non ci consentono di fare passi in avanti :sisi:

 

Avrò pure il diritto di essere contro le volgarità e l'ostentazione fuori luogo e controproducenti? Che passi avanti si dovrebbero fare, se TU sei il primo a non voler accettare un mio parere sincero e ti permetti di stabilire a priori cosa sia pessimo o no. Stai a vedere che ora è sbagliato essere contro le volgarità??BOH!

 

Forza, su...credo tu ci possa arrivare al fatto che dopo aver spiegato nel mio

intervento precedente che l'eteronormatività produce il divide et impera, tu hai

immediatamente colto l'occasione pre premettere "da bisex" ovvero confermare

l'effetto di divisione che io avevo preannunciato.

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@ Lum, sicuramente molto meglio sarebbe una trans sul palco che discute di identità di genere e le difficoltà di avere una vita normale con queste leggi mortificanti che ci sono o in Italia o a causa dell'assenza di altre leggi. Non mi sembra molto credibile una drag queen che arringa gli etero denunciando l'ingiustizia di non aver potuto continuare il trattamento ormonale perché era reclusa e la Asl ha decretato che non ne aveva diritto. Per una trans il trattamento ormonale fa parte del percorso di acquisizione della sua identità, e se tu Stato, le neghi gli ormoni, compi un atto gravissimo perchè impedisci l'autodeterminazione di un individuo! La drag queen invece nell'immaginario etero veicola un immagine dell'identità trans legata alla dimensione del travestimento. Una dimensione esclusivamente spettacolare. Che non si coincilia con i problemi reali dei trans e delle trans reali. Non sono contro le drag queen anzi ritengo che siano espressione genuina della cultura gay, ritengo semplicemente che non siano adatte a rappresentare i trans in un momento di rivendicazione dei diritti. Perché noi gay sappiamo benissimo la differenza che passa fra una drag queen, una trans e un gay,

Ma sono certo che l'etero comune non sia in grado di fare queste distinzioni. Per molti di loro non c'è differenza fra trans e drag queen e tra i più omofobi e arretrati nemmeno fra queste e il gay.

 

Inoltre non credo che le due cose (trans sul palco e seri nei cortei) si escludano a vicenda. Magari una trans che parla da trans deile difficoltà del suo quotidiano trans, può suscitare più interesse per quegli etero democratici e progressisti che abbiano a cuore le nostre rivendicazioni (perché ci sono)

 

Questa cosa l'ho notata per esempio quando ho visto e sentito la Luxuria che a fine pride faceva il suo comizietto. Ha detto cose giuste, intelligenti eccetra, e i pochi etero presenti e qualche famiglia l'ascoltava con interesse. Ma non credo che il pubblico etero sarebbe riuscito a concentrarsi sul suo messaggio se si fosse presentata con una mise di quelle adoperate durante le feste al Mukkassassina!

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Ma perché i diritti si devono chiedere solo vestiti e in costume da bagno no?

 

Senza entrare nella discussione sul pride, ti posso dire che l'idea di avanzare una richiesta di qualsiasi natura presentando un'immagine controproducente vanifica totalmente il tentativo. Tu ti presenteresti ad un colloquio di lavoro in canottiera e shorts? E' molto semplice: quando devi convincere qualcuno di qualcosa è molto più importante il come viene detto e chi lo dice del contenuto in sé.

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Ma non si parla solo di nudità,

varrebbe lo stesso anche per le parrucche rosa.

 

Il mio ragionamento può essere esteso alle parrucche rosa. Se le mettessero i disoccupati in un corteo per chiedere sussidi di disoccupazione o stimoli per la ripresa economica, le parrucche rosa sarebbero viste solo come un modo vivace di attrarre l'attenzione dei mass-media o degli spettatori.

In un corteo di omosessuali ce rivendicano diritti, parità, dignità, rispetto ecc, probabilmente sono viste (anche da molti gay) come un'ostentazione di un'ambiguità sessuale per cui tutti i gay sono donne mancate o uomini incompiuti.

 

Il problema è che ogni gesto, ogni simbolo può cambiare significato a seconda di chi lo fa e di chi lo osserva.

Se uno si mette la parrucca rosa in una festa di Carnevale, nessuno penserò ad una sua offerta "particolare" in materia di sesso.

Se la stessa persona se la mette di sera in una strada battuta da uomini in cerca di avventure a pagamento, tutti penseranno che voglia offrire servizi a chi vuole provare i brividi dell'oltrepassare il confine tra maschio e femmina in uno stesso corpo.

 

Il discorso è: "Non abbiamo diritti perché siamo diversi; dimostrando di essere uguali a loro otterremo diritti"

 

Impossibile che un omosessuale possa essere uguale ad un eterosessuale! Se fosse possibile, uno non sarebbe "omo" e l'altro non sarebbe "etero". Però ovviamente questo vale solo per la scelta del sesso del partner. Per tutto il resto, la dimostrazione dell'uguaglianza, anche esteriore, anche nei comportamenti, anche nel vestire, anche nell'acconciarsi non mi sembra poi un fatto negativo, anzi!, anche perché è essenzialmente la verità. Certo l'abito non fa il monaco, ma ogni monaco sceglie il suo abito....

 

La mia impressione è che alcuni nei cortei gay (non tutti e forse neppure la maggior parte) cerchino ostentatamente di avere atteggiamenti, comportamenti, vestiti (o non vestiti) provocatori, confondendo troppo spesso la provocazione e l'ostentazione con la rivendicazione dei diritti.

Questo probabilmente vale per ogni corteo organizzato e composto di numerose persone e infatti spesso anche in altri cortei ci sono eccessi, anche solo verbali, che tendono a far passare in secondo piano, se non a squalificare le ragioni per cui si fa il corteo o si protesta.

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@Loup, non ho risposto all'ultima tua affermazione perché mi hai attribuito un pensiero non mio. Gli etero sono pochi non durante tutto il corso della manifestazione, ma nel momento cruciale, quando dal carro si spegne la musica e si fanno i discorsi seri.

A parte il fatto che ho detto che non hai risposto al mio ultimo post, non alla mia ultima affermazione...

 

Che cosa ti avrei attribuito di non tuo? Tu prima hai detto che, per colpa di certi spettacoli provocatori, molti etero non partecipano al pride. Citazione: Per avere un pride numeroso, al quale partecipino le famiglie e grazie al quale Berlusconi ci dia i matrimoni, come sogna almadel, la serietà è d'obbligo.

Dopo invece dici che gli etero che partecipano partecipano solo per quegli spettacoli e non per la parte seria. Citazione: molti etero sono attratti dallo spettacolo dei carri e magari applaudono pure e scherzano, durante la sfilata. Ma poi quando finisce la sfilata e i vari leader cominciano a porre le rivendicazioni concrete, assistiamo alla scomparsa della maggior parte di questi etero curiosi

 

Lo capisci anche te che c'è una contraddizione in quanto dici, no? Il pride è tanto partecipato e acquista tanta visibilità anche perché ci partecipa chi ci partecipa, nel modo in cui ci partecipa. Quindi il tuo voler dare "più serietà" al pride per coinvolgere più etero è totalmente controproducente, e l'hai affermato anche tu.

 

Ma scusa, le drag queen indossano la parrucca in ogni momento della loro quotidianità? Ci sarà pure un momento nella loro giornata in cui si presentano come sono o no? Anzi, probabilmente la maggior parte dei momenti della loro vita si presentano come sono, credo.

Chi se ne frega dell'ogni momento della quotidianità, scusa? Se partecipi a una manifestazione per i diritti dei poliziotti ci vai vestito da poliziotto, perché partecipi per tale ragione. Se partecipi a un gay pride, ci vai vestito nel modo in cui vivi il tuo orientamento sessuale, perché è questo di cui si sta parlando. Che tu sia un dottore interessa molto meno del fatto che tu sia un feticista. Che tu sia un operatore ecologico interessa molto meno del fatto che tu sia una drag queen. E' la tua omosessualità e il tuo modo di viverla che devi portare in piazza. Non il tuo essere conformista.

 

Poi è veramente fastidioso che tu dica che una drag queen si presenta come è solo quando non è vestita da drag queen, scusa se te lo dico...

 

Dato che sei drag queen solo per intenti spettacolari, non è che la drag queen sta a testimoniare contro la transfobia, il diritto ad avere un nome femminile sui documenti d'identità o la liceità delle cure ormonali se sei una trans ma, per esempio, sei stata privata della tua libertà e ti trovi in carcere. O no?

No, ma sta a testimoniare un aspetto della comunità gay e una rottura di tradizionali schemi culturali. Scusa se è poco.

 

Perché quando si parla di cambiamenti politici saltano fuori le persone che dicono che per prima cosa bisogna cambiare la cultura e quando si parla di cambiamenti culturali bisogna invece parlare solo di politica?

E' il solito circolo vizioso per cui niente va mai bene...

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Allora. Sfortunatamente per alcuni di voi stasera ho inaspettatamente un pò di tempo libero :); tralasciando quindi le solite grottesche affermazioni che mi ero ripromesso di ignorare (le idiozie che spara Hinzelmann per capirci), voglio accontentare greed, che ha obbiettato che le mie sono solo congietture e Lum che ha detto che penso di aver ragione "perché si", mostrandovi un esempio pratico di quello che per me è attivismo costruttivo:

 

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Molti di voi avranno sentito parlare della campagna NO H8, messa in atto dal fotografo statunitense Adam Bouska e il suo compagno Jeff Parshley (con il supporto di molte celebrità di Hollywood) per protestare contro la proposition 8, una proposta di legge - poi tradottasi in referendum - per abrogare il diritto al matrimonio per persone dello stesso sesso in California. Il messaggio della campagna, che ha poi ispirato un vero e proprio movimento, era di non nascondrsi nel silenzio, ma di far sentire la propria voce; e nello specifico di votare NO il giorno del referendum. La campagna, proprio per il suo messaggio chiaro e diretto, nonchè per l'astuta idea di far partecipare volti noti, ha fatto il giro del web e ha scatenato una vera e propria mobilitazione a difesa dei diritti lgbt. Nonostante la sconfitta per una manciata di voti al referendum e la conseguente abrogazione della legge sul matrimonio gay, la NO H8 Campaign ha avuto un grosso risvolto politico, tant'è vero che lo stesso governatore della California, Arnold Shwarzegenner e il procuratore generale (con un atto inedito nella storia giudiziaria californiana) si rifiutarono di difendere davanti alla corte la loro legge costituendosi parte civile, bensì adottarono una posizione neutrale sottoponendosi totalmente al giudizio della corte, qualunque esso fosse.

Le proteste continuarono finché nel 2010 la questione fu portata davanti ad una Corte Federale che ha sancito l'incostituzionalità della legge nonché l'irrazionalità del provvedimento. Ad oggi la questione è stata fatta risalire fino alla Corte Suprema Federale ed è in corso di dibattimento.

 

Ora risulta chiaro che non si possono quantificare gli effetti di una protesta o di un movimento, sopratutto in un regime democratico dove la legge segue un iter e dei tempi ben precisi. Quello che però risulta evidente è come questa forma di attivismo politico: puntuale, intelligente e sopratutto coerente abbia fatto mobilitare con successo centinaia e centinaia di persone e la cosa, quantomeno sul piano politico, ha avuto i suoi effetti con un netto cambio di direzione dello stesso Shwarzegenner e forse anche dei giudici. (fonti: http://www.ilfattoqu...rzo-atto/47851/ http://en.wikipedia....a_Proposition_8 )

 

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Come vedete nessuno è in giacca e cravatta, nessuno è costipato in costumi che non gli appartengono. E parliamo degli USA, Almadell, non l'Italia degli "straight homos" antica e retrogada come dici te, ma la stessa America di Stonewall. Semplicemente si manifesta così come si è tutti i giorni, mostrando la propria naturale diversità senza esasperare finti stereotipi. Chiunque di noi può identificarsi in quelle persone, quantomeno la maggiorparte di noi. Quanti invece si sentono rappresentati da un palloncino a forma di pisello? Io no. E non perché lo trovi immorale o scandaloso semplicemente perché manda un messaggio che non mi appartiene (e non mi appartiene perchè sono nato così non perchè sono omofobo interiorizzato <_< ). Purtroppo però nel momento in cui su quel tipo di manifestazione c'è la sigla Gay Pride, inevitabilmente quella manifestazione ha la pretesa di rappresentare anche me e sopratutto ha pretesa di rappresentare la rivendicazione di certi diritti e un certo tipo di orgoglio.

 

E' un carnevale, è una festa e va bene così, nessuno è contrario. Ma quando si parla di rappresentanza e di diritti mi dispiace ma il pride non rappresenta i gay, rappresenta lo stereotipo dei gay e non serve proprio a nulla se non a dare visibilità ad un mondo fittizio.

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AndrejMolov89

Io ho identificato questi caratteri:

a)qualcosa in risposta

b)necessaria visibilità

 

Anche in questa manifestazione secondo me è impensabile che l'omosessualità si nasconda, quindi è necessaria una forma di visibilità.

Diciamo che con questa forma di attivismo si è dimostrata che il pride non è necessariamente l'unico mezzo in cui si può esprimere la visibilità :).

Ora, passiamo all'altro problema che ti ho posto: esempi in cui il Pride ha danneggiato il movimento lgbt. Perché si poneva il problema non solo dell'impossibilità del pride di poter essere parte integrante del attivismo, ma che fosse anche una possibile causa di danneggiamento al movimento. Così vediamo se si può arrivare ad un compromesso.

 

In ogni caso vorrei comunque mettere l'accento sul fatto che il pride è un avvenimento annuale, mentre quello che hai postato, lodevole, è un intervento puntuale che ha fatto effetto :)

 

Cmq mi piace la piega che prende questa discussione sto imparando qualcosa sul movimento :)

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Ma infatti nessuno ha detto che bisogna nascondersi. Ma

la visibilità non si esprime solo con le paiettes! :)

 

Come ho scritto sopra, è difficile quantificare gli effetti delle

manifestazioni/proteste sia in positivo che in negativo, del

pride posso dire che, a rigor di vox populi, emerge uno stereotipo

che negativo che danneggia la nostra immagine e che non fa nulla

per rivendicare certi diritti, a parte le poche espressioni lodevoli dei

pride come le famiglie arcobaleno e quanti manifestano con cognizione

di causa. Che il pride dia visibilità è indubbio, ma il punto è: che tipo di visibilità?

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AndrejMolov89

Secondo me basarsi tanto sulla vox populi per far attivismo è sbagliato. Cioè, ipoteticamente io manterrei il pride così com'è. Secondo me, oltre ad avere un significato "politico" è quasi un rito. Poi, non so, ho una cultura molto limitata sull'attivismo gay e sinceramente dovrei anche rivedere meglio le mie posizioni sull'argomento. Per adesso mi pongo un po' sul neutrale e faccio pausa di riflessione sull'argomento. :)

Come si potrebbe dimostrare che il pride ha o non ha un effetto negativo sull'attivismo? Cioè, cosa controlleresti te per verificare queste ipotesi?

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E' dimostrato dal fatto che quando si dice gay le persone pensano

subito allo stereotipo della "checca effemminata" e superficiale che

ama solo divertirsi, gli abiti sgargianti e il sesso facile. Insomma uno

stereotipo mediatico che il pride non ha fatto altro che nutrire, e tutto

questo offuscando le immagini bellisisme dei bambini della famiglie

arcobaleno, dei genitori omosessuali dell'AGEDO e delle semplice

coppie mano nella mano che a livello comunicativo, se permettete, dicono

qualcosa di più di qualche culo al vento.

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Guarda, io ho seguito questa protesta sul nascere, seguendo tantissimi blog basati sulla giustizia sociale, ho persino letto gli atti giudiziari. Questa e altre campagne hanno sicuramente fatto la differenza.

Non uno di quei blog, non una di quelle testimonianze (al processo, ma anche in generale di gente che ha partecipato alla campagna fotografica o alle manifestazioni), hanno mai sentito di sottolineare come siano diversi da quelli che sfilano durante il Pride, né hanno mai detto qualcosa contro di esso, e in una gran parte dei casi, anzi, so per certo che anche loro vi partecipano.

 

Questa è l'enorme differenza.

 

P.S. Il Pride nasce come celebrazione oltre che rivendicazione, queste manifestazioni nascevano dalla rabbia e anche dal LUTTO di non potersi più sposare, e anche dal dubbio (per quelli già sposati) di non sapere se si sarebbero visti portar via crudelmente il matrimonio già conquistato. Ovviamente a nessuno veniva voglia di far festa, al massimo si poteva mostrare quanto fosse bello il proprio amore che si vuole coronare col matrimonio, con un sentimento di forza nei sentimenti provati: ma non è certo gioia.

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Aggiungiamo l'ennesima "idiozia" ( secondo l'illuminato parere di Altair

che tanto conosce il movimento lgbt italiano ) per far constatare che in

Italia le manifastazioni politiche OLTRE al pride, si fanno.

 

La Manifestazione "Diritti Ora" quando affossarono i DiCO, la manifestazione

Orgoglio Laico, quando ci fu il Family Day a cui seguì un Pride romano molto

partecipato e poi le fiaccolate a Roma per le aggressioni omofobe, le manifestazioni

analoghe in altre città, infine la manifestazione nazionale contro l'omofobia quando

in Parlamento fu sollevata l'eccezione di incostituzionalità contro la legge.

 

Ovviamente in tutte queste occasioni si incontrano tante persone, la maggior parte

delle quali partecipa sia alle manifestazioni politiche, sia al pride ( in Italia come negli

USA e nel resto del mondo...)

 

Certamente esiste un problema di efficacia della nostra azione politica, ma la soluzione

non la possiamo certo trovare nelle parole di chi mancando di proudness e coscienza

collettiva si pone ( ancora ) il problema della rappresentazione dell'omosessualità nei

termini esatti che la propria omofobia gli impone. A questi ultimi dobbiamo dire, scrollatevi

di dosso questo insieme di insicurezze e paure, smettetela di polemizzare con gli altri gay

per non ammettere questo dato di elementare verità.

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Certamente esiste un problema di efficacia della nostra azione politica, ma la soluzione

non la possiamo certo trovare nelle parole di chi mancando di proudness e coscienza

collettiva si pone ( ancora ) il problema della rappresentazione dell'omosessualità nei

termini esatti che la propria omofobia gli impone. A questi ultimi dobbiamo dire, scrollatevi

di dosso questo insieme di insicurezze e paure, smettetela di polemizzare con gli altri gay

per non ammettere questo dato di elementare verità.

 

Hinzelmann ancora insisti? Sei quasi comico :)

 

Comunque certo le campagna di protesta in Italia esistono, è quello che ho detto io qualche post fa!

Il problema è che spesso queste campagne non hanno la stessa partecipazione numerica dei pride

e questo l'ho constatato personalmente. Ariel il fatto che loro non si siano smarcati dal pride c'entra poco,

quella è una differenza che ho sottolineato io per far capire che esiste un modo di fare attivismo diverso

e alternativo, era una risposta a quanti idolatravano il pride solo perché "ci da visibilità". Poi dice bene, il

pride nasce come celebrazione, ma 40 anni fa ed era capitanata dal movimento transessuale, non credi che

oggigiorno sia un pò anacronistico? Ma sopratutto inefficace e stereotipato?

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AndrejMolov89

Per l'inefficacità bisognerebbe lavorarci. Come si potrebbe dimostrarlo?

Se parti da questa idea e la dichiari, bisogna che tu dia qualche esempio.

* Come si fa a dimostrare che un azione non produce dei risultati?

 

Se dovessi lavorarci sopra, se in tutti gli stati che hanno un pride hanno avuto un impennata sia nell'attivismo gay che ambiti come visibilità degli omosessuali a livello sociale o altro. Se il pride è inefficace, allora negli stati in cui c'è stato, ci deve essere necessariamente una componente negativa causata da questa " versione stereotipata dei gay".

Ora, premesso che il pride non può essere certo l'unico modo per renderci visibili, bisogna dimostrarne la sua inefficacia, o per lo meno mi piacerebbe che qualcuno lo provasse.

Poi bisogna vedere come mai in italia non giova o non dà gli effetti sperati. Cioè, secondo me è riduttivo basare l'idea solo sull'aspetto carnevalata del pride. Inoltre, non considero anacronistico una ricorrenza, perché ha un suo significato storico ben preciso, soprattutto per il movimento omosessuale.

 

Ripeto, come si potrebbe lavorare sul tema?

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Il fatto che propini uno stereotipo non è abbastanza? E poi

questi aspeti positivi dove sono? Tu invece puoi dimostrare

una diretta correlazione fra il pride e l'acquisizione di certi

diritti e la fine dalla discriminazione? A me sembra che non ce

ne siano stati, se certi paesi sono stati talmente civili questo è

secondo me imputabile:

  • Allo loro cultura di base (I Paesi Bassi sono da secoli uno dei paesi più progressisti del mondo ad esempio)
  • A movimenti critici come quelli del NO H8.

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AndrejMolov89

Ti dico come agirei per fare una ricerca. Per adesso non posso risponderti. Controllerei se il pride ha contribuito significativamente, quindi cercherei se l'attivismo è aumentato a seguito dell'inizio dei pride e se sono stati ottenuti maggiori risultati anche grazie al pride. Agirei così, se dovessi dimostrarlo. Per adesso non posso risponderti se c'è qualcun'altro che può farlo ben venga :)

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Fabio Castorino

Secondo me il pride ha un effetto abbastanza ridotto sulla lotta per i dirtitti civili. E' vero che la visibilità è fondamentale per la conquista dei diritti, ma credo che siano più efficaci altre forme di visibilità pubblica rispetto al pride. A livello di manifestazione politica, sarebbero più efficaci manifestazioni ad hoc organizzate in risposta a singoli eventi, come la campagna NOH8 di cui parlava Altair. Ad esempio manifestazione potrebbero essere organizzate in seguito ad attacchi omofobi, a dichiarazioni antigay di politici o alti prelati, a bocciature di leggi sui diritti civili. Tali manifestazioni dovrebbero avere la forma della veglia a lume di candela, del sit-in, del flash mob, e comunque dovrebbero escludere qualsiasi forma di nudità o stravaganza. Certo in un contesto come quello italiano, manifestazioni di questo genere avrebbero un impatto più ridotto che in California, dove c'è una comunità gay molto più forte ed organizzata.

 

Il pride così com'è organizzato, è generalmente visto male dagli eterosessuali per la poca serietà che ai loro occhi lo contraddistingue. Spesso anche persone che conoscono e sostengono alla comunità GLBT sono infastidite dal pride. Ho notato, leggendo i commenti dei lettori a notizie di tematica GLBT su siti di informazione nazionali come corriere.it, repubblica.it e altri, che questi commenti sono spesso in maggioranza a favore dei gay, ma quando gli articoli trattano del gay pride, i commenti negativi diventano la grande maggioranza.

 

Secondo me il pride, così com'è organizzato, può essere inutile o addirittura controproducente.

Per gli etero che hanno la possibiltà di conoscere in altri modi la comunità GLBT (per conoscenza personale, per cultura ecc.) la contrarietà al pride non fa venir meno il loro sostegno, perché questo ha altre basi. Il pride in questi casi è quindi inutile.

Per gli etero che invece non hanno altre fonti di conoscenza ed identificano la comunità GLBT solo con il gay pride (e ce ne sono ancora tanti, tra cui la qualsi totalità degli anziani e delle persone meno istruite) l'immagine negativa del pride determina una visione negativa dell'intera comunità GLBT. In questi casi il pride è addirittura controproducente.

 

Per quanto riguarda poi la partecipazione dei sado-maso e di altri sostenitori di pratiche erotiche particolari, non vedo cosa c'entrino col gay pride, in quanto si tratta di attività private che non hanno un risvolto sociale e politico, come invece la rivendicazione del matrimonio o delle leggi anti-omofobia. Che cosa rivendicano i master e gli slave? Le loro attività sessuali sono già lecite e certo non necessitano di una regolamentazione legislativa (che d'altronde non esiste nemmeno per i loro omologhi eterosesuali).

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