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Che cosa è per voi la comunità gay?


Iron84

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Almadel

Principalmente adesso il problema è il resto del corpo :D

(Scusatemi se ho risposto a marco7, eviterò di usare parole che lo emozionano)

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Mah. Argomenti in modo strano.

Sembra che le tue decisioni non vengano prese dal tuo cervello ma dal tuo cazzo o dal resto del corpo.

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On 3/10/2024 at 2:00 PM, Iron84 said:

Che cosa è per voi la comunità gay?  Cosa ha rappresentato o rappresenta nelle vostre vite?

 

Non so rispondere alla tua prima domanda perché non ho mai avuto una “comunità gay”. 
 

Se, più in piccolo, intendi avere conoscenze o amicizie gay, le ho avute e le ho. In alcuni momenti nella mia vita, soprattutto in età più giovanile, sono state anche molto importanti. Ma non ho mai creato o sono stato incluso in una “comunità gay”. Ho sempre preferito rapporti “a tu per tu” o piccole cerchie. 

C’è da dire che nemmeno ho mai provato a cercare di creare una comunità o aggregarmi.
 

Fondamentalmente, questo credo sia molto importante, non ho mai sentito l’esigenza di far parte di una comunità gay (qualsiasi cosa voglia significare più precisamente).

 

12 hours ago, Almadel said:

Oggi come allora alla maggioranza dei gay non interessava avere una comunità:

fondamentalmente quello che volevano e vogliono è scopare & fidanzarsi.

Una volta c'erano i battuage, poi i battuage e i locali, poi i locali e le app e poi quasi solo le app.

Non è che tutti vogliano una comunità gay in cui avere delle amicizie.

Ad alcuni interessa ma non ne hanno la possibilità, ad altri non importa proprio. 

Così, a sensazione, non mi sembra che questo post -nella maggioranza dei casi - sia così lontano dalla realtà…

Magari e sottolineo il magari - il sesso o il fidanzarsi- diventano motivo meno importante in casi di crisi esistenziale. Allora ecco che la parola amicizia o conoscenza prende il sopravvento.

Ovviamente anche il dato anagrafico ha la sua importanza.

Edited by netny
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freedog
8 hours ago, Almadel said:

è cambiata in peggio o in meglio

la socialità gay rispetto a un quarto di secolo fa?

È diversa, per i motivi che dicevo ieri.

Sicuramente oggi è meno pionieristica,  ha molte più risorse (per dire, gli sponsor ai Pride noi manco ce li sognavamo; adesso si selezionano e parecchi vengono pure rifiutati...) e, inevitabilmente,  dove girano più soldi ci sono più interessi,  più visibilità -anche- mediatica e forse viene un po' meno quella rabbia che ti vorrebbe far "rivoluzionare" tutto e tutti

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22 minutes ago, freedog said:

per dire, gli sponsor ai Pride noi manco ce li sognavamo; adesso si selezionano e parecchi vengono pure rifiutati...)

Avendo vissuto diverse tappe, dalle più pionieristiche fino alla contemporaneità, quanto si è insinuato anche il fenomeno del rainbow washing, perlomeno dal tuo punto di osservazione?

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Almadel
5 minutes ago, netny said:

Avendo vissuto diverse tappe, dalle più pionieristiche fino alla contemporaneità, quanto si è insinuato anche il fenomeno del rainbow washing, perlomeno dal tuo punto di osservazione?

Magari :D

Ti immagini che figata se le grandi multinazionali riempissero

le associazioni LGBT italiane di soldi per ripulirsi l'immagine?

Proprio nei nostri sogni bagnati.

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freedog
23 minutes ago, Almadel said:

Magari :D

Ti immagini che figata se le grandi multinazionali riempissero

le associazioni LGBT italiane di soldi per ripulirsi l'immagine?

Proprio nei nostri sogni bagnati.

Beh, se guardi i poster dei pride romani, di sponsor ne abbiamo 5-6, più i patrocini istituzionali vari.

Anche Milano sicuramente ha sponsor, come pure Bologna e mi pare Bari.

Forse in provincia ancora ce ne sono pochi, ma non ho notizie certe in materia 

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Almadel
3 minutes ago, freedog said:

Beh, se guardi i poster dei pride romani, di sponsor ne abbiamo 5-6, più i patrocini istituzionali vari.

Ma davvero parleresti di rainbow-washing per la Birra Peroni?

Per quanto l'alcol faccia male e sia il simbolo della mascolinità tossica del muratore pugliese,

non mi pare che abbia granché da farsi perdonare dall'opinione pubblica:

ammesso che in Italia a sponsorizzare un Pride si abbia un ritorno di immagine...

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32 minutes ago, Almadel said:

Magari :D

Non avendo mai partecipato a forme di attivismo è un mondo a me alieno.

Però guardando dall’esterno è impossibile non notare come il tema comunicativo LGBT sia entrato prepotentemente nelle aziende, non solo nelle multinazionali. Ovvio che lo scopo principale, nella maggior parte dei casi, sia solo il profitto.

Basti pensare, il primo esempio che mi viene in mente, a Barilla. Dopo alcune dichiarazioni omofobe di qualche anno fa, hanno dovuto “rimediare” prepotentemente con spot (più) inclusivi ma soprattutto modificando le politiche aziendali.

Da qui la mia domanda.

9 minutes ago, Almadel said:

ammesso che in Italia a sponsorizzare un Pride si abbia un ritorno di immagine...

Sicuramente in Italia il tema è meno sentito. Poco ma sicuro.

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freedog
14 minutes ago, Almadel said:

Ma davvero parleresti di rainbow-washing per la Birra Peroni?

non l'ho proprio nominato.

btw, visto che l'hai fatto tu, ci sono stati degli sponsor (pure belli grossi) che nel tempo son stati rifiutati proprio per sto motivo.

poi, i motivi per cui ci cercano loro, saranno i soliti: ritorno di immagine, visibilità del brand eccetera

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49 minutes ago, freedog said:

btw, visto che l'hai fatto tu, ci sono stati degli sponsor (pure belli grossi) che nel tempo son stati rifiutati proprio per sto motivo.

 

Quindi il fenomeno, più o meno rilevante che fosse, c’è stato. Thanks 

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Almadel
1 hour ago, netny said:

Però guardando dall’esterno è impossibile non notare come il tema comunicativo LGBT sia entrato prepotentemente nelle aziende, non solo nelle multinazionali. Ovvio che lo scopo principale, nella maggior parte dei casi, sia solo il profitto.

Basti pensare, il primo esempio che mi viene in mente, a Barilla. Dopo alcune dichiarazioni omofobe di qualche anno fa, hanno dovuto “rimediare” prepotentemente con spot (più) inclusivi ma soprattutto modificando le politiche aziendali.

Non capisco perché vedi il bicchiere mezzo vuoto.

Sarebbe come dire che le aziende fanno red-washing

perché accettano le ricendicazioni sindacali della CGIL dopo uno sciopero.

A meno che tu non pensi che "il capitalismo non si migliora, ma si distrugge"

non c'è motivo per lamentarsi se il boicottaggio delle associazioni funziona.

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On 3/10/2024 at 2:00 PM, Iron84 said:

quando ho cercato di provare negli anni a creare un gruppo di persone con cui organizzare cose insieme ho notato una totale mancanza d interesse e una volontà addirittura ad ostracizzare questi miei tentativi. E' stato faticoso e non appena mi sono tirato indietro ognuno è tornato nel suo guscio o a fare le solite 4 cose in croce.

Questo mi sembra il punto chiave.

La comunità gay esiste, io abito in Romagna e mi ritrovo regolarmente con amici gay, sia in coppia che single. Certo non dico di avere un giro grande come Alma, di solito siamo 8 fissi più altri che si aggiungono di tanto in tanto a seconda di ciò che si fa (compresa una coppia etero con figli). E nel frattempo ho conosciuto tanti altri gay di cui ho i numeri di telefono e che posso contattare se c'è qualcosa da fare, che sia andare a vedere "Estranei" o organizzare un beach volley.

Da quel che ho letto Iron tu sei allergico all'attivismo e contemporaneamente hai trovato la scena che gira intorno a aperitivo-portavenezia-disco non di tuo gradimento (superficiale?). Il che ti ha lasciato ben poche alternative. A un certo punto hai trovato un gruppo che organizzava cose interessanti, infatti hai scritto:
 

Quote

Ultimamente, due settimane prima del coronavirus (ovviamente arrivo sempre in ritardo alle cose è proprio la storia della mia vita, quando arrivo io è finita la torta), un gruppo di ragazzi gay di Milano ha proposto delle uscite culturali, aperitivi, serate burraco, cinema, musei ecc. C'è stata una grandissima adesione ed ho scoperto che esistono tanti gruppi così

Io non so se davvero sei arrivato tardi e tutti questi meravigliosi gruppi meneghini si sono disgregati per il covid, ma proprio tutti. Penso di capire che hai provato tu ad essere l'organizzatore ma probabilmente hai trovato delle difficoltà, hai notato che un tuo minimo tirarti indietro portava il gruppo a sfaldarsi e questo ti ha generato frustrazione. Però in definitiva è così, se vuoi organizzare devi essere costante, al limite dell'ostinazione rompiscatole, devi essere ben disposto, allegro se non proprio carismatico, incassare le critiche e fartele scivolare addosso (perché se organizzi cose ti criticheranno stanne certo), e devi anche mantenere la tua motivazione alta (sperando di contagiare quelli del gruppo).

Non è cosa da tutti e non basta essere socievoli. Bisogna aggiungere che gli impegni di lavoro e le vite sentimentali personali (sia che tu coinvolga coppie sia che tu coinvolga single che devono anche pensare al dating) sono tuoi nemici. Il tempo libero è molto limitato per chi abita in una grande città.

Il mio consiglio, visto che non lasci MI domani ma di preciso non sai quando, è di tornare a fare i tentativi che avevi fatto in precedenza. Non arrenderti e non lasciare che la frustrazione vinca. Probabilmente numeri di telefoni e contatti li hai ancora, di tante persone che potrebbero partecipare se stimolate. Non mollare e vai avanti, ritenta. Se non altro potrai dire che ci hai provato fino alla fine.

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7 hours ago, Almadel said:

Non capisco perché vedi il bicchiere mezzo vuoto.

 

In realtà non vedo il bicchiere mezzo vuoto. Ma è un tema che mi incuriosisce e (mi) pone delle domande sicuramente comuni a molte persone.

In generale sono favorevole a qualsiasi azienda, o personaggio più o meno noto, che prende posizione su un tema così importante e potenzialmente impattante. Se poi lo fanno aziende (o volti noti) il cui target è notoriamente omofobo o ignorante in materia, tanto meglio. 

Allo stesso tempo mi piacerebbe che il “sostegno alla causa” non diventasse solo una vuota bandierina da mettere suoi social perché l’ufficio marketing/consulente di comunicazione di turno ha dato questa indicazione.

 

 

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Almadel
54 minutes ago, netny said:

Allo stesso tempo mi piacerebbe che il “sostegno alla causa” non diventasse solo una vuota bandierina da mettere suoi social perché l’ufficio marketing/consulente di comunicazione di turno ha dato questa indicazione.

Non so.

A me non ne importa se un'azienda dona alla ricerca contro il cancro

perché è davvero preoccupata per le sofferenze dei bambini leucemici

o lo fa perché vuole sembrare virtuosa (anche perché è un'azienda e non una persona)

Non sono Dio che guarda nel cuore degli uomini.

 

 

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Vivacia3But
On 3/13/2024 at 10:18 AM, Iron84 said:

Ed io dovrei essere bendisposto verso un gay solo in quanto tale? CERTO! E Non solo ma di sicuro ANCHE in quanto gay. Così come lo sono i gruppi etnici tra di loro, quelli religiosi, politici, chiunque appartiene ad una minoranza deve fare gruppo in quanto appartenente ad essa per farsi sentire.
Non esiste appartenenza ad un gruppo senza condivsione di spazi e tempi anche di mero cazzeggio, non dico a 360 gradi o sarebbe una setta, ma bisogna svolgere parte della propria vita all'interno di essa.
Altrimenti non sei più una comunità, come non esiste la comunità degli intolleranti al lattosio o la comunità dei ragazzi con i capelli rossi.

E' una cazzata ragionare per comunità... è un'americanata orrenda...

E poi mi sembra che tu abbia troppe pretese, guarda caso, da questa comunità, e questo mi puzza.

Probabilmente hai solo una difficoltà a socializzare e te la prendi coi gay che non vogliono frequentarti.

Io problemi mai avuti, né con gay, né con etero, né con casti. A Milano o a Pizzo Calabro.

Non è che siccome sei gay devi stare simpatico a tutti e essere invitato o avere gente a cena ogni sera

E che cavolo

Trovati degli hobby, renditi interessante, vai a vivere dove cavolo vuoi ma non te la prendere con una presunta comunità gay se non ti è garantito l'idillio sociale che hai in mente!

 

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20 hours ago, Krad77 said:

Questo mi sembra il punto chiave.

La comunità gay esiste, io abito in Romagna e mi ritrovo regolarmente con amici gay, sia in coppia che single. Certo non dico di avere un giro grande come Alma, di solito siamo 8 fissi più altri che si aggiungono di tanto in tanto a seconda di ciò che si fa (compresa una coppia etero con figli). E nel frattempo ho conosciuto tanti altri gay di cui ho i numeri di telefono e che posso contattare se c'è qualcosa da fare, che sia andare a vedere "Estranei" o organizzare un beach volley.

Da quel che ho letto Iron tu sei allergico all'attivismo e contemporaneamente hai trovato la scena che gira intorno a aperitivo-portavenezia-disco non di tuo gradimento (superficiale?). Il che ti ha lasciato ben poche alternative. A un certo punto hai trovato un gruppo che organizzava cose interessanti, infatti hai scritto:
 

Io non so se davvero sei arrivato tardi e tutti questi meravigliosi gruppi meneghini si sono disgregati per il covid, ma proprio tutti. Penso di capire che hai provato tu ad essere l'organizzatore ma probabilmente hai trovato delle difficoltà, hai notato che un tuo minimo tirarti indietro portava il gruppo a sfaldarsi e questo ti ha generato frustrazione. Però in definitiva è così, se vuoi organizzare devi essere costante, al limite dell'ostinazione rompiscatole, devi essere ben disposto, allegro se non proprio carismatico, incassare le critiche e fartele scivolare addosso (perché se organizzi cose ti criticheranno stanne certo), e devi anche mantenere la tua motivazione alta (sperando di contagiare quelli del gruppo).

Non è cosa da tutti e non basta essere socievoli. Bisogna aggiungere che gli impegni di lavoro e le vite sentimentali personali (sia che tu coinvolga coppie sia che tu coinvolga single che devono anche pensare al dating) sono tuoi nemici. Il tempo libero è molto limitato per chi abita in una grande città.

Il mio consiglio, visto che non lasci MI domani ma di preciso non sai quando, è di tornare a fare i tentativi che avevi fatto in precedenza. Non arrenderti e non lasciare che la frustrazione vinca. Probabilmente numeri di telefoni e contatti li hai ancora, di tante persone che potrebbero partecipare se stimolate. Non mollare e vai avanti, ritenta. Se non altro potrai dire che ci hai provato fino alla fine.

Ti ringrazio tanto per esserti preso questa briga ed avermi ricordato l'ennesima delusione che fu questo gruppo.
Era nato principalmente per scopare, l'ho scoperto dopo, non che ci fosse nulla di male ma quando ho visto ragazzi più bruttarelli un pò emarginati mi è venuta a male.
Ora non per vantarmi, non essendo un cesso potevo anche lusingarmi di certe attenzioni, poi però due settimane dopo c'è stato il Covid e la cosa si è persa cosi come il mio interesse. Quando hanno riprovato a riorganizzare, essendo ben attenti ad escludere chi non aveva determinati standard, hanno organizzato degli aperitivi nudi.

Non per fare il moralista ma se qualcuno mi fosse davvero piaciuto forse ci sarei anche andato, chissà, resta il fatto che comunque è molto lontano da quello che cercavo.
 

Comunque vi ringrazio degli interventi mi avete chiarito molto le idee,
Io penso che quello che Milano in tema gay ha da offrirmi, lo possa fare lo stesso Napoli, la mia città cosi come penso che sia questo tipo di diciamo frequentazioni gay siano comuni in tutte le medie città italiane oggi e domani ancora di più.

Aggiungo che essendo Milano un crocevia di persone che vanno e vengono, in generale, creare qualsiasi tipo di relazione umana profonda è più complesso e la varietà è solo uno specchietto per le allodole.
In fin dei conti di gente che vive a Milano da tanti anni o che ci è nata non ne conosco nessuna e questa è di certo una conseguenza di non poco conto.

Io non mi chiudo, resto sempre la persona che sono, ma dubito fortemente che mi capiterà nei prossimi anni quello che non mi è capitato negli ultimi 7 ed in sincerità, proprio perchè non è la compagnia che mi manca, ho meno interesse ad uscire dalla mia zona di comfort per fare rete.

 

Non sto qui a piangere su quanto mi senta solo ed infelice, anzi tutt'altro, devo fare delle scelte e semplicemente sto cercando di capire se ho perso delle occasioni irripetibili .
A quanto pare anche leggendo i vostri interventi, no.

12 hours ago, Vivacia3But said:

E' una cazzata ragionare per comunità... è un'americanata orrenda...

E poi mi sembra che tu abbia troppe pretese, guarda caso, da questa comunità, e questo mi puzza.

Probabilmente hai solo una difficoltà a socializzare e te la prendi coi gay che non vogliono frequentarti.

Io problemi mai avuti, né con gay, né con etero, né con casti. A Milano o a Pizzo Calabro.

Non è che siccome sei gay devi stare simpatico a tutti e essere invitato o avere gente a cena ogni sera

E che cavolo

Trovati degli hobby, renditi interessante, vai a vivere dove cavolo vuoi ma non te la prendere con una presunta comunità gay se non ti è garantito l'idillio sociale che hai in mente!

 

Scusami Vivacia3but però non hai letto bene la mia premessa. Non è un problema di socializzazione, io di amici ne ho pure troppi da gestire, non è questo il punto.
Proprio perchè sono una persona socievole so chee riuscirei a farmi un giro di amicizie anche a Sondrio o a Sant'andrea del Pizzone.

E'la qualità dei rapporti o meglio quello che mi aspettavo da questi rapporti tra gay che mi ha deluso. Tutto qui. L'ho spiegato bene, non ci torno su.

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12 hours ago, Almadel said:

A me non ne importa se un'azienda dona alla ricerca contro il cancro

perché è davvero preoccupata per le sofferenze dei bambini leucemici

Il paragone con il mese dell’orgoglio è però improprio.
 

12 hours ago, Almadel said:

Non sono Dio che guarda nel cuore degli uomini.

Lasciamo Dio al suo posto.
 

Sono le aziende (che comunque sono fatte di persone), o personaggi più o meno noti, che da un po’ di anni vengono a bussare alle nostre porte. Metaforicamente, come posso essere io in quanto possibile target, o nel vero senso della parola quando si rivolgono agli organizzatori di determinate manifestazioni ecc…

Ovviamente ho visto anche con i miei occhi quanto certi temi e problemi siano arrivati nel dibattito pubblico negli ultimi anni. Non può che essere positivo. 

Credo però sia lecito - senza che diventi una caccia alle streghe - porsi la domanda su quanto si creda veramente al messaggio che ci si propone di diffondere, o quanto sia una mera facciata. 
 

La differenza, per come la vedo io, non è un discorso astratto. Ma si tramuta in qualcosa di concreto.

 

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freedog

@netny quindi, cosa consigli di fare?

un processo alle intenzioni? suonerebbe un po' come una caccia alle streghe, non ti pare?

sarà che a una certa età si diventa più cinici e pratici, ma se qualcuno viene a propormisi come alleato nelle mie battaglie, almeno sento cos'ha da offrirmi e perchè.

e se è in sintonia con quel che vorrei ottenere, son ben lieto di imbarcarlo in squadra, con le risorse che potrà portarmi

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Almadel
2 hours ago, netny said:

Credo però sia lecito - senza che diventi una caccia alle streghe - porsi la domanda su quanto si creda veramente al messaggio che ci si propone di diffondere, o quanto sia una mera facciata. 

L'unica domanda che mi farei è:

sono più utile io a loro di quanto non lo siano loro per me?

Magari l'ambasciatore israeliano a Roma è gay e ci crede davvero,

ma io sarei imbarazzato a mettere la sua bandiera sui miei volantini.

Magari al CEO della Benetton le trans stanno pure sul cazzo,

ma potrei non avere imbarazzo a far loro pubblicità per i finanziamenti.

La questione etica esiste, ma per me non riguarda la sincerità,

ma il ritorno di immagine: che interessa al Movimento LGBT tanto quanto a loro.

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freedog
9 minutes ago, Almadel said:

Magari l'ambasciatore israeliano a Roma è gay e ci crede davvero,

ma io sarei imbarazzato a mettere la sua bandiera sui miei volantini.

RomaPride è gemellata da anni con i pride di Gerusalemme e Tel Aviv...

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4 minutes ago, Almadel said:

La questione etica esiste, ma per me non riguarda la sincerità,

ma il ritorno di immagine: che interessa al Movimento LGBT tanto quanto a loro.

Sì, e non credo nemmeno che il rainbow-washing o il pink-washing siano delle pratiche scandalose, a meno che non vengano utilizzate per nascondere delle storture, per distrarre da fatti più gravi, o per coprire delle ingiustizie.

Per rimanere all'esempio di Israele da te citato, io non ho mai dubitato che Israele sia uno dei pochi Paesi del Medio Oriente in cui una persona gay può vivere bene, ma questo non significa che io-ragazzo-gay debba per ciò stesso approvare tutto l'operato del governo israeliano...no? Non mi sembra nemmeno difficile da capire.

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Almadel
2 minutes ago, schopy said:

Sì, e non credo nemmeno che il rainbow-washing o il pink-washing siano delle pratiche scandalose, a meno che non vengano utilizzate per nascondere delle storture, per distrarre da fatti più gravi, o per coprire delle ingiustizie.

Per rimanere all'esempio di Israele da te citato, io non ho mai dubitato che Israele sia uno dei pochi Paesi del Medio Oriente in cui una persona gay può vivere bene, ma questo non significa che io-ragazzo-gay debba per ciò stesso approvare tutto l'operato del governo israeliano...no? Non mi sembra nemmeno difficile da capire.

Sono anche sicuro che gli operai gay che producono mine anti-uomo

possano trovarsi in un ambiente molto friendly e inclusivo:

il punto è che macchierebbe la nostra reputazione averli come sponsor.

(Come siamo finiti a parlare di sponsor?)

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54 minutes ago, Almadel said:

Sono anche sicuro che gli operai gay che producono mine anti-uomo

possano trovarsi in un ambiente molto friendly e inclusivo:

il punto è che macchierebbe la nostra reputazione averli come sponsor

Qui molto dipende dell'intelligenza di chi, ad esempio, coordina il Pride: sì alla sponsorizzazione dalla multinazionale dei gelati, no alla sponsorizzazione dai fabbricanti di armi...

Nel piccolo, anzi nel microscopico, mi spiace vengano accusati di rainbow washing i piccoli locali del centro storico che volentieri esponevano le pubblicità del Pride padovano

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@freedog In realtà ho scritto che per me il mondo dell’attivismo è alieno. Mi sono modestamente appigliato alla tua frase

On 3/14/2024 at 8:15 AM, freedog said:

per dire, gli sponsor ai Pride noi manco ce li sognavamo; adesso si selezionano e parecchi vengono pure rifiutati...

chiedendo se i rifiuti fossero motivati dal fenomeno del R.W. 
 

7 hours ago, freedog said:

un processo alle intenzioni? suonerebbe un po' come una caccia alle streghe, non ti pare?

sarà che a una certa età si diventa più cinici e pratici, ma se qualcuno viene a propormisi come alleato nelle mie battaglie, almeno sento cos'ha da offrirmi e perchè.

Comunque, per linee generali, ci mancherebbe altro di fare processi alle intenzioni. Ci si siede, si ascolta, si fanno due domande e si decide. Questo mi pare il minimo e non vedo cosa ci sia di male.

4 hours ago, Almadel said:

sono più utile io a loro di quanto non lo siano loro per me?

Già utilizzare questa domanda di Almadel mi sembra un buon punto di partenza.

4 hours ago, Almadel said:

La questione etica esiste, ma per me non riguarda la sincerità,

Invece per me la “sincerità” (nel senso di credere all’importanza di una causa che si sostiene) è importante. Non solo o non tanto per un motivo etico, ma anche in ottica egoistica ed utilitaristica. Perché nel momento in cui dovesse cambiare il vento (sondaggio) e diventasse meno conveniente cavalcare l’onda dei diritti LGBT si creerebbe una inevitabile regressione. 
 

4 hours ago, schopy said:

Sì, e non credo nemmeno che il rainbow-washing o il pink-washing siano delle pratiche scandalose, a meno che non vengano utilizzate per nascondere delle storture, per distrarre da fatti più gravi, o per coprire delle ingiustizie.

Sono d’accordo. Scandalose sono ben altre cose. Magari, ecco, al netto del fatto che se sei una multinazionale, per forza di cose sarai esposto a contraddizioni, mi piace pensare quello che ho già scritto.
Tu azienda o tu personaggio pubblico senti di condividere le richieste delle persone LGBT? Allora magari cerca di farlo dentro la tua azienda per primo. Magari non lanciare messaggi solo a giugno. Cose molto basiche di questo tipo… chiamiamola un minimo di coerenza?

3 hours ago, schopy said:

Nel piccolo, anzi nel microscopico, mi spiace vengano accusati di rainbow washing i piccoli locali del centro storico che volentieri esponevano le pubblicità del Pride padovano

Quanta tristezza🙄

Edited by netny
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freedog
7 hours ago, Almadel said:

(Come siamo finiti a parlare di sponsor?)

colpa mia: li ho citati come esempio pratico del fatto che le risorse disponibili per le nostre battaglie (dai pride in giù) sono incommensurabilmente più alte rispetto a 30 anni fa

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Almadel
2 hours ago, netny said:

Invece per me la “sincerità” (nel senso di credere all’importanza di una causa che si sostiene) è importante. Non solo o non tanto per un motivo etico, ma anche in ottica egoistica ed utilitaristica. Perché nel momento in cui dovesse cambiare il vento (sondaggio) e diventasse meno conveniente cavalcare l’onda dei diritti LGBT si creerebbe una inevitabile regressione. 

Domani ti telefona la Vodafone e ti dice:

"Grande Netny! Sono Cristina di Barilla, ho sentito che ti occupi del crowfounding

per il Pride di Roncobilaccio! Grandissimo! Senti, noi abbiamo 20 milioni di euro da darvi

per portare sul vostro palco Britney Spears e Cher,

costruire una casa d'accoglienza per gli adolescenti vittime di omofobia

e una nuova area dell'ospedale per i malati di AIDS; cosa ne pensi?"

 

Cosa le rispondi? Le chiedi: "Ma ci credete davvero? Non è che l'anno prossimo

finanzierete la convention di Comunione e Liberazione?"

Non avrebbe senso. Non puoi prevedere il futuro, puoi al massimo valutare il passato

e risponderle: "No, non ci stiamo! Ci ricordiamo quello che avete detto dieci anni fa

sulle famiglie arcobaleno!"

 

Anche perché la povera Cristina non sa cosa farà la Barilla l'anno prossimo.

Non sa neppure se è un "cambio di rotta sincero"

o un modo per fermare il boicottaggio dei gay verso le penne rigate.

 

 

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@Almadel io sono una persona piuttosto pragmatica. Perciò in un caso come quello che hai scritto non farei tanto lo schizzinoso.

Essere (più o meno) pragmatici però non significa necessariamente non farsi qualche domanda. Proprio perché sono estraneo e ignorante sul “mondo”dell’attivismo ho chiesto @freedog “come mai avete rifiutato qualche sponsor? R.W. ? Altro?”

Che nessuno possa prevedere il futuro è un dato di fatto. Io affermavo una cosa differente non (necessariamente) collegata al fatto di accettare una donazione o meno. Semplicemente “credere veramente” in una causa di cui, più o meno direttamente ti fai portavoce, pone una base più solida, che mi rassicura di più del medio e lungo termine, rispetto a estemporanee manifestazioni dettate dal “sondaggio del momento”.

 

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Almadel
1 hour ago, netny said:

Essere (più o meno) pragmatici però non significa necessariamente non farsi qualche domanda.

E io ti ho risposto che sono domande a cui non si può mai rispondere.

E quindi - per pragmatismo - sarebbe più saggio accettare sempre.

A meno che non sia evidente DA SUBITO che questa sponsorizzazione sia nociva.

 

Al Pride di Padova non si accetta nessuno sponsor,

perché la componente queer antagonista - i centri sociali - è troppo importante;

per cui si preferisce l'autofinanziamento e il volontariato.

Questo crea un dissidio molto forte con le componenti più moderate

che a volte più sfociare in due Pride separati o in due cortei distinti.

 

Direi che è questa lo cosa più significativa dei Pride italiani

rispetto al problema del pink-washing.

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freedog
1 hour ago, netny said:

 “come mai avete rifiutato qualche sponsor? R.W. ? Altro?”

varie situazioni e vari motivi.

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