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Libri da NON leggere


cirdan

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"Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar...mai letto libro peggiore, con questo libro ho raggiunto il record personale nella categoria "addormentarsi mentre si legge" :rotfl:...nonostante abbia fatto molto successo, e sia considerato un capolavoro, soggettivamente lo sconsiglio... a meno che non abbiate bisogno di un sonnifero...

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I Malavoglia, e in generale le opere di Verga, Capuana, Silone e dei veristi italiani tutti.

 

Mi permetto di citare anche Isabelle Allende: nonostante i commenti entusiastici che solitamente ricevono, i libri che ho provato a leggere (La casa degli spiriti, Eva Luna) sono stati per me fonte di INFINITO tedio...

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mi pare che non l abbia nominato nessuno...

per me è Radici di Alex Haley.... 500 pagine di accoppiamenti da ricordare per non perdere il filo della storia...

anche se la storia tratta di un argomento importante...

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A me è piaciuto molto Radici invece, anche se l'ho letto un sacco di tempo fa.

Ho già scritto della mia allergia per Hesse?  :rotfl:

 

cmq mi associo nello sconsigliare i libri "tratti da". Il più delle volte sono fanfiction senza arte né parte...

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fra i libri che non leggerei metto i promessi sposi e la divina commedia perchè entrambi sono libri superati che vengono imposti.

Noi siamo quello che siamo non per questi libri letti a scuola, ma siamo quello che siamo nonostante queste letture.

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Invece non ho visto come imposizioni entrambe le opere, sopratutto la Commedia. Piuttosto trovo irritanti quei professori che vedono come capolavoro imprescindibile il romanzo di Manzoni, volendo trovare nei capitoli anche quei significati che magari non ci sono.

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fra i libri che non leggerei metto i promessi sposi e la divina commedia perchè entrambi sono libri superati che vengono imposti.

Noi siamo quello che siamo non per questi libri letti a scuola, ma siamo quello che siamo nonostante queste letture.

 

 

Noi siamo quello che siamo GRAZIE a questi libri. Grazie a TUTTI i libri.

 

Persino grazie al "Mein Kampf".

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David Copperfield  :)

non ricordo di preciso, ma la noia mortale insinuatasi nel mio animo è difficile da dimenticare...

Uppissimo :D

 

Ho cominciato a leggere dai 10 anni più o meno, costantemente, grazie alla "prof" di italiano delle medie che ogni mese voleva leggessimo un libro e poi ne parlassimo alla classe.

Ho cominciato con Peter Pan e me lo porterò sempre nel cuore  :no: [anzi, dovrei comprarne una versione in lingua originale e rileggerlo].

A quell'epoca lessi tutta una serie di romanzi "per ragazzi", dai classici di Mark Twain (che adoravo) a quelli di Salgari.

Fondalmentalmente leggevo di tutto e dalla prima all'utima pagina, quasi per una missione enciclopedica, e raramente non finivo un libro anche se non mi piaceva molto - questa del "mollare" è un'abitudine che ho preso solo all'Università.

 

Quelle di Dickens e Verne rientrano però tra quelle opere che mi sono dovuto violentare per finire... ^^"

Nessuno mi impose di leggerli, la scelta era libera, io mi sentivo costretto più dal fatto che fossero "classici per ragazzi" che altro.

Ventimila leghe sotto i mari fu passabile (mi ricordava quel bellissimo cartone del Mistero della Pietra Azzurra *_* ), ma Viaggio al Centro della Terra e Michele Strogoff o come si chiama sono stati dei calvari. Proprio non mi coinvolgevano, noiosi, sono andato avanti per inerzia...

Dickens poi rientra nell'unica eccezione alla mia regola di finire tutto: ho addentato solo David Copperfield, e più di una volta, ma sistematicamente lo abbandonavo dopo alcuni capitoli. Avevo una edizione vecchissima, presa da mio padre non so dove, con delle illustrazioni orribili in peudo-acquerello che davano un sapore ancora più patetico e demodè a tutta la storia. Poi boh, mi sembrava la sagra della sfiga e dell'ingiustizia, proprio non riuscivo a leggerlo, era impossibile per me concepire una persona tanto sfigata e allo stesso tempo buona, innocente, moralmente perfetta. Mio padre insisteva a farmelo leggere (mel'aveva regalato in una occasione che non ricordo), e questo me lo faceva odiare ancora di più, era come se volesse farmi conoscere per forza la sua infanzia di povertà e semplicità attraverso quel libro, come se non bastassero i predicozzi quotidiani.

 

Per quanto riguarda Verga e Pirandello, che molti di voi giustamente hanno faticato ad apprezzare, la mia opinione è che probabilmente se non li facessero leggere i professori a scuola, non ci sarebbe nemmeno quello sparuto 2% di ragazzi a cui sono piaciuti.

Io li ho adorati, sebbene all'epoca mi sentivo troppo "piccolo" per leggere e sopportare un romanzo triste e deprimente come i Malavoglia ad esempio (Mastro Don Gesualdo, avendo un protagonista unico, già era meglio); forse perchè essendomi stati suggeriti a scuola, avevo coscienza del quadro storico in cui erano stati scritti e della loro "modernità" all'epoca.

Pirandello poi, onestamente, mi sembra comunque molto moderno, e stessa cosa direi per La Coscienza di Zeno di Svevo.

Insomma, gira e rigira, se non li assegnassero i professori questi romanzi, ma chi se li filerebbe?  :no:

Discorso a parte è Manzoni coi Promessi Sposi, che per me è altamente insignificante, era letterariamente "OLD" già nell'epoca in cui era stato scritto, una solfa indigeribile. Forse è l'unico romanzo che merita proprio di essere fatto odiare agli studenti con tutto quello studio tipico delle medie&superiori  :P

Ci sono dei passaggi e delle opere che per il loro valore storico devon essere comunque conosciute e studite, per una questione di cultura generale, perchè io come voi altrimenti sarei stato il primo a snobbarle per dedicarmi a letture di contemporanei e di argomenti più vicini alle mie preferenze.

Poi metti che un giorno ti ritrovi al Miliardario e ti esce una domanda facile sui Promessi Sposi: che figura è se non sai rispondere?  :love:

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Anch'io conservo un pessimo ricordo di The catcher in the rye (Il giovane Holden ndr e complimenti agli adattatori del titolo che avranno dedicato penso due minuti a sceglierne uno in italiano: ottimo lavoro :love:)

 

L'ho letto mi pare in prima o in seconda liceo e il ricordo che ne conservo è: "insignificante".

Nel senso che all'epoca in cui l'ho letto non mi ha trasmesso nulla. Non mi ha portato a nessuna riflessione interessante, non mi ha comunicato nessuna verità... non mi aveva neppure trascinato nella lettura perchè non trovavo nulla di accattivante nel'intreccio.

 

Dite che ero troppo piccolo quando l'ho letto? Dite che la mia prof di Lettere (persona veramente brutta tra l'altro, umanamente e professionalmente, ma vabè) non capiva nulla? E' la stessa che ci ha fatto leggere il deserto dei tartari (altro libro che non ho apprezzato e di cui ho già parlato)

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"Il giovane Holden" non è un titolo particolarmente significativo (anche se all'epoca era più originale di quanto non sembrerebbe a sentirlo oggi), ma almeno non prova a tradurre il celebre "catcher in the rye", espressione che come ognun sa racchiude tali e tanti sensi multipli e riferimenti extratesstuali da risultare intraducibile.

 

Ma, se si va oltre il titolo, bisogna riconsocere (e difatti lo si fa nell'ambiente editoriale) che la storica traduzione di Adriana Monti per Einaudi è un vero gioiellino, anzi un caposaldo del suo genere. Si trattava (era il 1961) di "inventare" una lingua giovanile che rendesse giustizia all'inventiva della scrittura originale ma che contemporaneamente trovasse riscontri nella realtà americana del 1951 e in quella italiana di dieci anni dopo. Non fu impresa facile, ma riuscì.

 

E' per questo che considero l'edizione italiana de "Il giovane Holden" un capolavoro dentro un capolavoro.

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Mastro don Gesualdo di Verga.

Il vecchio  e il mare di Hemingway

Ma nooooo...sono due bellissimi libri, tra i miei preferiti, io invece li consiglio :D

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Mi infiltro nella discussione...  :aha: per parlare male di "Un infinito numero" di Sebastiano Vassalli.

La prof. di italiano (eccone un'altra  :ok:) ce l'ha fatto leggere in quarta superiore... dopo averci letteralmente ROTTO assegnandoci "La Chimera" sempre dello stesso autore.

 

Un inf. numero racconta di Virgilio e Mecenate che si mettono in testa di svelare i misteri della civiltà etrusca... e lo fanno attraverso pagine e pagine di violenza, torture, stupri, il tutto descritto in maniera dettagliatissima (peggio di un film splatter  :look:).

Ovviamente la prof. adorava quel maledettissimo libro e si era pure messa in testa di farcelo portare all'esame di maturità (ringrazio di essermi diplomata in un'altra scuola :look:)....

 

 

Poi vediamo... un altro libro che ho odiato... forse "Revolver" di Isabella Santacroce. Non sono mai riuscita a finirlo, mi è sempre parso senza alcun senso. Ora i fan(atici) della Santacroce mi insulteranno per il resto della loro (e della mia) vita  :look:

 

 

L'ultimo che mi viene in mente è "Il Signore delle Ombre" di Taylor G. P.

Il peggior "fantasy" che abbia mai letto, forse anche per gli eccessivi richiami alla religione (e qua son cavoli miei perchè l'ho comprato  :love:)...oltre al fatto che era privo di ritmo.

 

 

The Catcher in the Rye l'ho amato invece  :look:

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fra i libri che non leggerei metto i promessi sposi e la divina commedia perchè entrambi sono libri superati che vengono imposti.

 

 

:ok:

 

in realta' penso che non piacciano non perche' sian superati ma perche' "imposti" -.-'

(e con questi di solito mi citano anche shakespeare o wilde

pazzi !! -.-')

o forse piu'

perche' sono materia di studio e verifica...che costa attenzione

e dedizione in fatto di tempo...quando i giovini nel pomeriggio vorrebbero fare altro

 

io la divina commedia l'ho adorata

e non poco.. paolo e francesca?

ma vuoi mettere? 

:look:

 

"Amor, ch'a nullo amato amar perdona,"

 

ma quale "io e te tre metri sopra il cielo"  ??:love:

 

io dico il piccolo principe

e siddharta

 

a volte mi convinco che perlopiu' vengano apprezzati e venerati piu' perche' va di moda

che per un vero interesse nei contenuti

 

perche' gli altri dicono che sono fichi

e anche se non li trovi fichi...bisogna dire cmq che sono fichi

perche' sono dei must...e mettere in dubbio lo status

di venerabilita' che hanno

e' fuori discussione

 

*forse dovrei mettere una piccola

nota

non e' che ne sconsigli la lettura

ne sconsiglio la lettura superficiale a scopo di abuso

:look:

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a me il piccolo principe piace davvero...

e non per una qualche forma di nostalgia infantile visto che l'ho letto la prima volta a vent'anni  :love:

(però bisogna ammettere che nutro un'insana passione per i libri cosidetti "per l'infanzia", che poi, con l'infanzia, spesso poco c'entrano visto il tipo di contenuti e il messaggio poco comprensibile fino ad una certa età... sarà che non li ho letti da bambina e quindi sento il bisogno di recuperare qualcosa).

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più probabilmente perchè hai parlato negativamente di siddharta? :ok:

Lo sai bene che è come un vangelo per Yrian XD

 

(ma davvero... cos'hai contro siddharta e il piccolo principe?  :love: )

 

Trovo comunque inquoetante che il 90% dei titoli da non leggere nominati a me siano piaciuti, molto, e che normalmente li consiglierei... anche se, devo ammettere, i promessi sposi ed altri normalmente 'scolastici' li ho rivalutati solo finita la scuola...

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No no, Nihil, anzi sono contento che tu abbia difeso Dante e Manzoni (entrambi, per me, discutibili ideologicamente ma IMMENSI tecnicamente nonché INDISPENSABILI alla nostra formazione).

 

più probabilmente perchè hai parlato negativamente di siddharta? :ok:

Lo sai bene che è come un vangelo per Yrian XD

 

:love:

 

Mi riferivo a Hesse e Saint Exupéry... :look:

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  • 1 month later...

no no ragazzi veramente hesse non si può leggere, nemmeno da adolescenti.

la yoshimoto l'ho abbandonata quando ha cambiato il traduttore, che schifo!

i promessi sposi mi hanno annoiato oltre ogni umana idea, no veramente manzoni ha esagerato!

la divina commedia nessuno me la tocchi, è talmente piena di significati che può risultare noiosa e poco godibile anche per il linguaggio utilizzato, ma se aldilà di soffermarsi ad ogni piccola nota si riesce a cogliere gli aspetti anche solo più immediati della commedia si capisce perché è un capolavoro della letteratura mondiale.

la poesia inglese non mi piace, anche quelle di shakespear, mi sembrano filastrocche se paragonate alla complessità metrica di una qualunque terzina di un qualunque sonetto in lingua italiana.

la rice non c'è bisogno di leggerla, guardi la copertina e sai già che i personaggi che descrive sono tutti uguali tutti uguali dal primo all'ultimo e soprattutto sono tutti ninfomani... i maschi tutti bisex e le donne tutte puttane... amica fatti una vita, masturbati di più ma smetti di ammorbare le librerie ti prego!! un riassunto della trama può bastare, magari raccontato piuttosto che letto.

i vari dan brown non ho nemmeno bisogno di spiegarne i motivi, all'indice dei libri proibiti di default già solo leggendo il riassunto alla quarta di copertina, una prosa liscia come l'acqua senza sale.

la bibbia, no io non capisco come facciano a dire che si tratta del libro dei libri è stata talmente manipolata che praticamente ormai racconta una storia diversa...

dickens tutto, al tempo gli scrittori venivano pagati a pagina ed ecco spiegato come dei fatterelli sono diventati romanzi di infinite pagine.

i fratelli karamazov di dostoevski ma solo la parte in cui si narra la biografia dello starec zosima, tutto il resto è magnifico.

verga, anche io lo trovo noioso in genere, ma ammetto la sua importanza storica e la fedeltà con cui ha ritratto degli spaccati di vita, peccato che parlasse di gente comune!! un pochino più godibili le novelle, soprattutto la lupa e ninfa plebea, quelli leggeteli pure, anzi ve li consiglio. o almeno guardatevi i film.

vassalli mi sta sul cazzo, soprattutto nell'infinito numero, razza di spocchioso impudente ad autoinserirsi nei suoi romanzi come depositario delle scoperte di virgilio in etruria... amico fly down. bravo comunque nella puntualità storica. purtroppo ho la sensazione che sia un po' di destra e già solo per quello mi sta sul cazzo.

paulo cohelo, no veramente allora con quel tanto meglio leggersi hesse.

alan hollingurst... ma di cosa parlano i suoi libri? hanno una trama? se si qualcuno me la spiega?

tolkjen ma che bisogno c'era? lo apprezzo da morire come filologo e linguista, ammiro il genio di aver inventato una lingua (di cui poi comunque non ci ha lasciato nemmeno una grammatica, ma il gravoso compito di ricostruircela da soli senza la possibilità di chiedergli più un parere, aho non si fa così però!)

basta va se no sembra che io odi tutta la letteratura, invece qualcosa che mi piace c'è...

pirandello è il mio mito inossidabile, non ho letto niente di lui che non si possa consigliare a chiunque abbia un minimo di voglia di capire perché quest'uomo era un genio.

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Titolo: Il maestro e margherita

Autore:Michail Bulgakov

 

Un libro autoimposto, ma come al solito i russi mai che facciano qualcosa di leggero :|. Decisamente la satira del libro non mi è piaciuta, oltre ad essermi parso molto, ma molto confuso alcuni parti le ho dovute rileggere 3 o 4 volte ;). E poi, diamine voglio essere avaro, lussurioso e vanitoso e mica devo morire per questo!!

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la poesia inglese non mi piace, anche quelle di shakespear, mi sembrano filastrocche se paragonate alla complessità metrica di una qualunque terzina di un qualunque sonetto in lingua italiana.

 

No, non puoi distruggermi Shakespeare e la poesia inglese in questo modo... certo, la diversità linguistica tra italiano e inglese è scontata, ma non per questo la poesia inglese può essere declassata al livello delle filastrocche! E poi Macbeth è quasi la mia Bibbia!

 

la bibbia, no io non capisco come facciano a dire che si tratta del libro dei libri è stata talmente manipolata che praticamente ormai racconta una storia diversa...

 

E anche la Bibbia... certo, io non l'ho letta integralmente (come credo che quasi tutti abbiano fatto), ma sono convinto che rimanga uno dei testi alla base della nostra società. A questo proposito consiglio di leggere un pezzo di Steinbeck, dal suo libro più bello, cioè la Valle dell'Eden (nonché probabilmente il libro più bello che abbia mai letto), riguardo alla storia di Caino e Abele. Se lo trovo online edito il link...

 

Per restare on topic, i libri assolutamente da NON leggere secondo me sono:

 

- I Miserabili, di Victor Hugo. L'ho letto costretto dalla scuola, e l'ho trovato talmente ammuffito e vetusto nella tecnica e nello stile che mi chiedo come possa venire ancora letto e apprezzato... no, no, no. Ma forse è solo una mia crisi di rigetto verso la prosa ottocentesca così poco familiare al mio orecchio.

- I Promessi Sposi. Odioso quasi quanto 'I Miserabili' e da me odiato per le stesse ragioni de 'I Miserabili'.

- Qualunque Wilbur Smith... Straripante di stereotipi, le storie che sembrano una la copia spiccicata dell'altra... Basta leggerne un terzo per capire come andrà a finire. In più mi sembra che si basi anche su un -come dire?- quasi perfettamente celato retroterra culturale razzista (e in fatti Wilbur è cresciuto in Sudafrica). Eppure, sono riuscito a leggere non uno, non due, bensì tre dei suoi libri... l'unica possibile spiegazione a questo mio comportamento irrispettoso nei confronti della letteratura è che ho bisogno ogni tanto di comprare il bestseller di turno per prenderlo a picconate. Non sapete che soddisfazione.  ;)

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  • 2 weeks later...

AAAAAAAA non leggete i malavoglia

 

Grazie per il prezioso consiglio, inoltre per merito della splendida e arguta recensione che ne hai appena fatto ,sicuro sarem tutti meno invogliati a legger l'opera del Verga.

Grazie, Grazie, Grazie.

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io dico il piccolo principe

e siddharta

 

 

Io non posso parlare male de Il piccolo principe perché è un libro molto amato da alcune persone da me molto amate. E poi c'è quella frase immensa che mi ricordava recentemente un mio amico: «Tu sei per sempre responsabile di ciò che hai allevato». Quanto c'è dentro questa frase!

 

Siddharta fu un libro culto della mia generazione, non di quella di Pyer, e mi stupisce constatare che lo sia rimasto, anche se capisco che corrisponda bene a certe corde di Pyer, che gli si adatta.

Io a suo tempo trovai tutto Hesse sopravvalutato.

Forse inevitabile per un autore che fu un autore per una generazione, quasi un indicatore di certi modi di essere o di voler essere, di sentire, etc.

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