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Trasferirsi all'estero: una possibile soluzione?


Akira86

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beh ovvio che l'idea mi stuzzica molto.

sarebbe grandioso...

sono andato più volte in spagna in vacanza e mi è piaciuta tanto..

però sarebbe anche bello in un paese anglosassone...

il sogno sarebbe il canada.. c'è anche nata mia madre.

 

a volte però penso dentro di me che scappare  è la cosa  più facile che uno possa fare e lasciare il proprio paese allo sbando senza almeno provare a combattere..

boh

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io personalmente se dovessi mettermi a raccontare la mia di esperienza farei un post lunghissimo e non ho voglia di stare ad annoiarvi... anche perché comunque per spostarsi dall'Italia bisogna avere una certa mentalità pregressa, altrimenti all'estero non si campa. Troppe ne ho viste di persone che, trasferitesi, hanno resistito giusto un mese... perché pretendono di vivere da Italiani anche altrove e non capiscono che tutto è diverso, e che non possono rimanere gli stessi se vanno in casa d'altri. insomma, chi parte deve avere già degli orizzonti abbastanza ampi o essere disposto ad ampliarli in tempi molto brevi, altrimenti non riuscirà a godersi i vantaggi della "nuova terra" pensando solo a tutto quello che NON E' invece che a ciò che E'.

Ti prego, scrivilo! A me interesserebbe :asd:

 

Io se dovrei decidere di vivere all'estero direi Germania (la adoro), Giappone (come la Germania) o Spagna (questo solo per diritti civili :gha: gli altri due invece no)

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E' vero Sweet...anche a me interesserebbe molto...  :gha:

Ovviamente se non ne hai voglia tranquilla...ma credo che una storia come la tua potrebbe servire a molti di noi che aspirano ad andare in un altro paese...

se ti stiamo sembrando invadenti scusaci tanto... :asd:

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ma ditemi di preciso cosa volete sapere perché la cosa è molto ampia... io sono tre anni che mi sento dire "oh, sei stata molto coraggiosa" e mi verrebbe da mandare tutti a fanculo quando dicono sta cosa... non ci vuole coraggio, basta pianificare le cose e non andare allo sbaraglio... tipo, io prima di trasferirmi in pianta stabile ero venuta qui con mia madre per 4 giorni e avevo lasciato curriculum in giro, mi hanno fatto un colloquio in un posto e mi hanno detto che volevano prendermi e dovevo solo comunicargli il giorno in cui mi sarei trasferita. e nota bene io anche prima di venire qui parlavo inglese perfetto, c'è tanta gente che viene qui spiccicando due parole in croce e nonostante questo trova lavoro lo stesso... quindi manco potete dire che partissi chissà quanto avvantaggiata...

 

per me bisogna avere un certo tipo di carattere... indipendente, non essere il tipo di persone che stanno attaccate a mammina e papino perché di sacrifici i primi tempi ne vanno fatti eccome... molti italiani all'estero vedo che hanno sta tendenza a tornare a casa tipo se non ogni settimana almeno un weekend al mese, non riescono proprio a staccarsi dal nido e dalla tradizione... se una persona è così attaccata alle tradizioni non dovrebbe andarsene diciamo così... anche perché ogni volta che torni è una grandissima rottura di coglioni! tutti che ti chiedono "ma allora, non torni??", tutti che non riescono a comprendere quest'idea più grande di loro che FUORI DALL'ITALIA SI STA MEGLIO, e non c'è nulla, assolutamente nulla che ti dia motivo di tornare...

 

poi è ovvio... non è tutto rose e fiori e in ogni paese ci sono delle piaghe sociali... in Inghilterra sono l'alcolismo e la povertà che poi porta a conseguenze come le gravidanze giovanili (tantissime)... ogni giorno sento dire da 18 enni "la mia amica sta per avere un bambino" e per loro è considerata una cosa normalissima... sono cose che poi diventeranno rischi e sfide quando sarò io a dover crescere dei figli... però ci si penserà a suo tempo.

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sweet.....quello che dici è giustissimo.....per fare una scelta del genere bisogna possedere un certo tipo di mentalità.....su questo non ci sono dubbi....

ma su una cosa che hai detto mi trovi in disaccordo.....

TU SEI STATA CORAGGIOSA....potrai anche mandarmi a fanculo come tu dici ma nessuno mi toglie dalla testa che per andare a vivere in un altro paese bisogna avere una buona dose di coraggio e di determinazione.....e c è da sottilineare che non tutti hanno abbastanza fegato per fare quello che hai fatto tu....io sono il primo.....vorrei tanto seguire il tuo esempio....ma al solo pensiero mi cago in mano.....davvero.....

non puoi negare che andando a vivere in un altro paese si ricomincia a vivere da zero,non si hanno amici,non c è la famiglia.....componenti della vita di una persona innegabilmente importanti....io appena esco di casa incontro tantissima gente che conosco,se ho bisogno di una mano ci sono 3000 persone su cui fare affidamento....e questo conta molto....

certo,tutto si può costruire,ma ci vuole una gran forza d'animo,bisogna sapersi controllare e organizzarsi per bene....

io vorrei fare questo grande passo.....vorrei essere un pò come te.....ma ci sono tantissime cose che mi spaventano.....mi dirai che sono scemo e che non mi regolo...per carità,sei libera pure di pensarlo,ma le responsabilità che ti si pongono sono innurevoli in queste situazioni.....

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Vivo a Nizza col mio uomo da ormai qualche mese (anche se in italia scendo nei week end perche' ho la mia casa) , ho visitato la Francia per il lungo e per il largo e, anche se i diritti civili non sono assoluti come accade in spagna, le bellezze dei paesini, le grandi citta, il mare e la costa azzurra mi inchioderanno per sempre in questo paese meraviglioso.

Il fatto che la Francia sia guidata dalla destra non ha nulla a che vedere con la destra omofoba e assolutamente ''imbarazzante'' dell'italia.

I P.A.C.S si ampliano sempre piu' ed ora , adozioni a parte (ma ci manca poco , fidatevi) i contratti civili sono identici ai matrimoni veri e propri (complici anche il boom dei contratti!).

Quindi diciamo che di qui non mi sposteri per niente al mondo... magari un giorno amerei cambiare citta' e dirigermi nelle bellissime montpellièr ,toulouse, o magari proprio a Parigi (ma il mare in questo caso mi mancherebbe troppo).

comunque con lìitalia non vorrei piu avere nulla a che fare... mi ha deluso in tutto e per tutto.

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non puoi negare che andando a vivere in un altro paese si ricomincia a vivere da zero,non si hanno amici,non c è la famiglia.....componenti della vita di una persona innegabilmente importanti....

mettiamola così: io nella mia città natale ho due amiche in croce, di cui una oserei dire unilaterale, la mia famiglia la vedo sempre e cmq composta di tre persone: mia madre, mio padre e mia sorella, tutti gli altri, sarò stronza, sarò insensibile, ma potrebbero sparire domani e non mi interesserebbe... per cui, a conti fatti, avevo poco da perdere.

per contro, qui ho trovato degli ottimi amici e se ho voglia di fare qualcosa c'è sempre qualcuno con cui uscire, certo non è stato sempre così, appena arrivata ero spaesatissima e quindi ho scritto su un forum a maggioranza lesbo/bisex per vedere se qualcuna aveva voglia di uscire a fare una chiacchierata, mi ha risposto una sola ragazza, ci siamo conosciute e abbiamo cominciato a frequentare insieme il gruppo lgbt dove poi sono finita a fare volontariato... nel frattempo io al lavoro e in altri ambienti ho cominciato a consolidare alcune amicizie... quella ragazza dopo 7 mesi che ci siamo frequentate è SPARITA nel nulla, anche un'altra amica comune non he ha mai saputo più niente... però io ormai mi ero formata un buon giro e non ne ho risentito troppo.

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Maes in Spagna di certo si vive molto meglio per quanto riguarda gli omosessuali,basti pensare che vi sono i matrimoni.Se vuoi andare nel top,ti consiglio i Paesi nordici.Lì difendono l'omosessualità e la ritengono normale.In più sono Paesi molto civili,verdi,legali.Che vuoi di più dalla vita? :gha:

 

Io vivo in Olanda. Tecnicamente un paradiso per gay. Concretamente io ho parecchi dubbi.

 

Cambiare stato non è una cosa a costo zero. E' difficile e faticoso. Ti trovi immerso in qualcosa di assolutamente diverso che spesso è difficile capire. Inoltre un grosso limite, come straniero, specialmente se non parli la lingua del luogo (il mio caso) sei abb escluso dalla società, almeno questo è il modo in cui io percepisco la cosa. E devo dire che tutti gli stranieri con cui parlo la percepiscono allo stesso modo.

 

Io mi sono fatto l'idea che valga la pena cambiare se si è una coppia che cerca una vita diversa. Un riconoscimento o un figlio. Personalmente non credo che l'avere il diritto al matrimonio possa bastarmi a cambiare paese, ma sono valutazioni molto soggettive. Ovviamente dipende anche da cosa ci si lascia alle spalle. (altra cosa sul lavoro: o siete molto qualificati e allora un gran lavoro parlando inglese lo si trova, oppure se non lo siete tutti i lavori normali sono fuori portata perchè nn si parla olandese).

 

Comunque dopo un po' io ho deciso che nn mi fermerò qui. Quasi sicuramente tornerò in Italia :asd:

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io appena posso mi trasferisco.

mai avuto dubbi su questo; adesso non posso perché ho dei vincoli che mi trattengono ma appena finisco di studiare sparisco  :gha:

pensare di passare tutta la vita qui mi mette la depressione.

magari poi torno, ma qualche anno all'estero lo voglio passare. poi con la laurea che, si spera, avrò tra un anno, sarà probabilmente più facile trovare lavoro all'estero piuttosto che qui (sicuramente pagato meglio).

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io ho pensato varie volte di trasferirmi nella città che amo per eccellenza: Londra!

Purtroppo ci sono troppe cose che mi bloccano... e non è la paura di vivere la e "ricominciare" una vita, il problema sta a monte cioè abbandonare la mia attuale vita, credo che non ci riuscirò mai :gha:

 

però sarebbe una bellissima esperienza...

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Contando che la realizzazione dei miei sogni è collegata direttamente alla questione dei diritti civili. Direi proprio di si. Trasferirsi è una possibile soluzione. Poi nulla toglie che potrei ritornare e che potrei continuare a dare battaglia per i diritti in Italia, ma certamente non voglio morire (o magari vegetare in eterno) in uno stato che mi considera alla stregua di feccia, dalla destra alla sinistra.  :afraid:

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E chi su questo sventurato pianeta si è ritrovato a nascere in un paesino di provincia come il mio? Il fato ha sbagliato tutto (ma come lavora questo fato, a caso? No dai, scherzi a parte, si sa che non esiste il fato) Ho il mio futuro qui in mano, qui!, in mano!, e ho le mani ferme!, abbandonate alla forza di gravità! Dove sarò fra vent'anni? Devo deciderlo io! Il mio «me» di allora sta arrivando, dove mi farò trovare per farlo felice? Voglio farlo felice! Voglio essere felice! Come diceva un'incantevole bellezza in un film, ogni minuto che passa è un'occasione per rivoluzionare tutto completamente. Da dove cominciare? Bisogna andarci piano, passo dopo passo, ricordarsi di sé...

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a volte però penso dentro di me che scappare  è la cosa  più facile che uno possa fare e lasciare il proprio paese allo sbando senza almeno provare a combattere..

boh

 

Poi nulla toglie che potrei ritornare e che potrei continuare a dare battaglia per i diritti in Italia, ma certamente non voglio morire (o magari vegetare in eterno) in uno stato che mi considera alla stregua di feccia, dalla destra alla sinistra.  :sisi:

 

Scusate ragazzi, ma la domanda mi viene spontanea: "provare a combattere" per chi? Pensate davvero che serva a qualcosa, che interessi a qualcuno e che ci siano persone che lo meritano? Da quanto tempo esistono i circoli omosessuali? Hanno giovato? No. Se c'era qualcosa che poteva scuotere l'opinione pubblica era l'Agedo, che ci prova tuttora, e non è servito a nulla. Gli omosessuali out sono sempre troppo pochi, quelli che si fingono etero per questioni di lavoro/famiglia/altro sono troppi, e di quelli che si lamentano di continuo della situazione attuale con gli altri omosessuali sui forum ce ne sono ben pochi che in realtà fanno qualcosa per cambiare NON la situazione italiana, ma almeno la propria.

Come pensate di combattere per persone, lo vedete leggendo i coming out in ogni forum omosessuale, per le quali sembra astruso dire la verità al migliore amico, ai genitori o ad una persona che magarii vedranno solo quella volta? Pensate che se nche si arrivasse ad una legge pro-omosessualità queste persone sarebbero più propense al coming out? E sarebbe giusto che queste persone che prima si nascondevano dietro un dito per non rischiare di mettersi in gioco godessero di diritti che non solo non si sono guadagnati, ma di cui hanno contribuito a rallentare il raggiungimento con la codardia?

 

Molte persone quando parlano con me pensano che io stia combattendo per loro. Mi guardano con ammirazione, addirittura con invidia perché ormai non c'è muro che non sappia, per vie dirette o traverse, che sono lesbica. Ci sono persone che hanno fatto coming out con altre persone solo perché io ho saggiato la loro reazione gay-friendly sulla mia pelle, e mi ringraziano, magari. Io per queste persone non combatto.

Se il mio amico mi cancella dalla sua vita perché sono lesbica, non è mio amico.

Se lo fanno i miei genitori piango, ma sono giovane e ho il mondo davanti, mi cerco lavoro e mi creo una vita come piace a me; magari ho perso gli affetti che dovremmo dare per scontati, ma se l'ignoranza fa rinnegare un figlio allora quell'affetto non c'era.

Risultato: io non ci credo più nelle situazioni disperate. Siamo padroni del nostro futuro, la paura della reazione delle persone che amiamo mi sembra un modo per giustificare l'incapacità di prendersi la responsabilità della propria vita: d'altra parte non è che serva essere omosessuali per fare i bagagli, lasciare la propria casa e chiudere i rapporti coi genitori, c'è chi lo fa per mille altre ragioni.

 

Scusate se ho divagato ma ogni volta che si parla di trasferirsi c'è sempre questo discorso in ballo del "lottare", e io non lo concepisco.

 

Detto ciò: io ho vissuto in Spagna per quasi un anno, e se ho scritto quanto ho scritto qui sopra lo devo proprio a questo anno. Andare in giro mano in mano è ben poca cosa rispetto a sapere che (semmai) sei vittima di razzismo sei protetto dalla legge, che se baci la tua ragazza a fissarti sono solo i pakistani o gli italiani (e questo è tutto un dire), che se vai in un locale omosessuale a ballare lo fai solo perché costa poco e non perché sennò in altri locali non rimorchi, e che se vai in un locale omosessuale sarà pieno di ragazzi e ragazze etero che sono lì per lo stesso motivo, che se sei innamorato perso del tuo ragazzo puoi sognare il giorno del matrimonio e addirittura PIANIFICARLO perché lì lo puoi fare.

Tuttavia non è un paradiso, la Spagna rimane cattolica, i genitori che cacciano i figli esistono anche lì. La differenza è che invece di piangersi addosso vanno a casa di amici o parenti friendly o in ostello per qualche giorno, si tirano su le maniche e si cercano casa e lavoro.

 

In conclusione: trasferirsi? Sì, e subito, però senza aspettarsi la manna dal cielo visto che purtroppo gli essere umani sono un po' ovunque.

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Combatti per loro. (Solo a scopo di propaganda.)

 

Ma combatti per te stesso. (Solo per le cause che ritieni necessario appoggiare.)

 

Questo è il pensiero che mi ha guidato in due anni di rappresentanza d' istituto e che mi guida tutt' ora nelle mie varie battaglie. Non mi interessa se c'è gente che non merita tutto questo impegno speso da parte mia, io, nella mia concezione egoistica della vita, mi sto battendo per me stesso e solo per ciò che mi interessa, se qualcuno se ne disinteressa, mi ostacola o mi ignora peggio per lui.  :sisi:

 

Detto ciò. Dopo aver letto il tuo racconto riguardo alla Spagna. Credo proprio che per ottobre partirò col mio macinino verso questo paese. A tutta forza xD

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Scusate se ho divagato ma ogni volta che si parla di trasferirsi c'è sempre questo discorso in ballo del "lottare", e io non lo concepisco.

Piu' che del "lottare", io sento molto tirare in ballo il discorso dello "scappare", e non so se questa cosa l'ho gia' menzionata in questo topic ma sentire il verbo "scappare" mi fa prudere le mani.

Questo perche': io ho un'amica, molto cara, che ha finito l'universita' un anno prima di me, e da allora non e' mai stata per piu' di due anni nello stesso posto, ha vissuto in Irlanda, in Belgio, in Italia e in Germania pero' oh, a lei nessuno dice "sei scappata!"

Perche'? perche' e' etero e quindi nel suo caso lei e' solo una tanto brava ragazza curiosa di conoscere il mondo e assetata di nuove esperienze.

Io siccome sono lesbica allora devo essere additata come una codarda che "scappa" perche' non e' in grado di ottenere quello che vuole nel proprio paese.

[so che ho detto altre volte che la gente mi invidia e se n'esce con questi ameni discorsi da "sei stata tanto coraggiosa e voglio essere come te", ma a volte succede anche l'estremo opposto]

Io sinceramente non mi sento ne' l'uno ne' l'altro estremo, sono semplicemente una persona che ha pianificato una scelta e l'ha eseguita, queste persone che utilizzano certi verbi vorrei vedere come si sentirebbero se qualcuno semplicemente gli vietasse, per legge, di essere come sono, poi vediamo se non vorrebbero "scappare" pure loro....

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Non escludo niente nel mio futuro ma, ora come ora, non sarei capace di lasciare il posto dove vivo adesso :sisi:.

 

Però sulla questione di "trasferirsi", non so, non la vedo una mossa giusta... Sarebbero, come molti hanno fatto notare, rinunciare a lottare.

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scusa Yorama... mi pare di aver letto che hai 20 anni, no? rispondimi a questa domanda... quanti anni ancora vuoi vivere come un cittadino di serie Z? Ti sta bene questa cosa?

non è che se introducono diritti per i gay quando tu hai 40 anni, la tua vita fa "rewind" e tu ricominci a vivere da quando avevi 20 anni. ormai quei 2 decenni li hai persi, persi in un posto dove non potevi fare niente per avere diritti.

io non capisco come chiunque possa accettare di sprecare un indeterminato numero di anni della sua vita (numero indeterminato perché non si sa quando cambierà qualcosa) "in attesa" di qualcosa che potrebbe anche non avvenire.

io penso che di vita ho solo questa. non so mica se mi reincarnerò. pertanto con l'unica vita che penso di avere, gradirei farci qualcosa di soddisfacente, invece di stare ad aspettare i capricci degli altri... (omini vestiti di bianco e loro sudditi)

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Secondo me il "rinunciare a lottare" è la scusa usata da chi non avrebbe il coraggio di partire e vuole mascherare la sua paura dietro una scelta ideologica. Mi sembra che Sweet sia più attiva per la comunità di tanti in patria  :sisi:

Per quel che mi riguarda mi trasferirei volentieri e partirei pure domani, non fosse che il mio ragazzo ha necessità di restare in patria qualche tempo ancora. Conviviamo ormai da un po' a me spaventa tanto il fatto che quello che stiamo costruendo non sia tutelato. Adesso siamo giovani e non è un problema, ma tra una decina d'anni?

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scusa Yorama... mi pare di aver letto che hai 20 anni, no? rispondimi a questa domanda... quanti anni ancora vuoi vivere come un cittadino di serie Z? Ti sta bene questa cosa?

 

Ne parlavo con un mio prof in Olanda. Lui è stato per più di un decennio direttore di un dipartimento di Oxford e secondo lui quando sei straniero vivi ai margini della società per quanto tu possa avere un buon lavoro ecc... Non è detto che andare all'estero ti trasformi in cittadino di serie A. Io poi in italia so che nn ho diritti come gay, ma per tutto il resto vivo decisamente meglio che all'estero. La scelta che per te è stata banale, secondo me nn lo è per tutti.

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mah. questo tuo professore era olandese e viveva a Oxford?? non vedo proprio che ci siano problemi d'integrazione in Inghilterra se sei un cittadino che paga le tasse e PARLA INGLESE. certo l'italiano medio col suo "schius mi... uer is??" e parole inventate e frasi che non hanno senso logico, specie se continua a frequentarsi solo con altri italiani, non si integra, ma la colpa la vogliamo dare alla società o a lui che è incapace a integrarsi??

 

io parlo dell'Inghilterra. non so se poi, fossi andata in Germania con'era il mio piano originale, sarei stata "ai margini della società" per sempre. magari sì. dico solo di non lasciarsi spaventare dall'esperienza di uno, io non sono un cittadino di serie Z, non è che non PENSO di esserlo, è che proprio non lo sono. se fossi ai margini della società:

non mi avrebbero dato lavoro

non mi avrebbero affittato un appartamento (per giunta con un cane!)

non mi avrebbero fatto sposare

cioè io penso alle condizioni degli immigrati in Italia e penso alla mia condizione da immigrata qua e siamo proprio su un altro pianeta. L'unica cosa che ho da invidiare agli inglesi born and bred è che loro vivono in ville di duemila stanze perché i loro genitori magari si sono fatti il mazzo facendo qualche lavoro noiosissimo per anni e che gli ha dato una barcata di soldi per mantenere un'intera famiglia. Io preferisco fare un lavoro che magari mi paga di meno, ma mi piace, quindi si tratta di una scelta mia e non posso lamentarmene. La possibilità di fare un lavoro meglio pagato, volendo ce l'avrei, non è che questo mi viene negato a priori perché immigrata.

 

PS: grazie Daryl per il supporto!

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Insegnava all'università di Oxford e ne dirigeva un dipartimento quindi sicuramente già ai tempi non era un delinquente e ovviamente l'inglese era ottimo. La sua è comunque una sensazione che ho anch'io stando in Olanda. Io per carità non parlo olandese, però ho amici che lo parlano e comunque non riescono a integrarsi come vorrebbero nella società. Magari l'Uk è diversa dall'olanda mentre qualche anno fà era uguale, non so.

 

Poi io non metto in dubbio che i tre punti che citi siano importanti, ma anche avendo quei tre diritti (facilmente ottenibili anche per me qui in olanda), nn si significa che sia integrato, quanto meno non come vorrei. Considero comunque la cosa molto molto soggettiva. Cioè io e te probabilmente cerchiamo cose diverse. Ad esempio io sono convintissimo che essere single o essere una coppia influenzi il successo o meno del trasferimento all'estero, proprio perchè si cercano cose diverse.

 

Tutto questo per dire che nemmeno trasferirsi all'estero è la soluzione a tutti problemi (non mi pare nemmeno tu lo dica) però mi pare che erroneamente sia spesso vista come la panacea di tutti i mali.

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non credo di tutti i mali, solo di alcuni mali... ci sono degli svantaggi dello stare lontani, anche solo semplicemente il fatto di essere lontani dalla propria famiglia per cui se hai problemi loro non possono esserci per te, e viceversa! però nessuna decisione viene senza sacrifici... queste sono cose che succedono anche se ci si trasferisce in un'altra regione all'interno dell'Italia in fin dei conti no???

forse dovresti spiegarmi meglio cosa intendi per "integrazione" allora e cos'è che ti faceva sentire non integrato, perché non credo di aver capito quali sono le cose importanti per te...

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Però sulla questione di "trasferirsi", non so, non la vedo una mossa giusta... Sarebbero, come molti hanno fatto notare, rinunciare a lottare.

 

Una sola domanda. Stai facendo qualcosa di concreto per far cambiare questo paese?

 

(Assemblee, comizi, iniziative pubbliche e chi più ne ha, più ne metta xD)

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Alecs hai proprio centrato il punto che volevo sottolineare. E' inutile dire "rinunciare alla lotta" se non si partecipa attivamente alla lotta (e non solo dicendo ai soliti 4 gatti con cui si esce quanto sarebbe figo se anche le coppie di fatto avessero dei diritti).

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Alecs hai proprio centrato il punto che volevo sottolineare. E' inutile dire "rinunciare alla lotta" se non si partecipa attivamente alla lotta (e non solo dicendo ai soliti 4 gatti con cui si esce quanto sarebbe figo se anche le coppie di fatto avessero dei diritti).

 

O magari nascondendosi quotidianamente, nonostante si abbia la possibilità di venire allo scoperto.

 

Tanto bla bla bla per niente. Ho partecipato a diverse assemblee sull' omosessualità e chissà perchè a testimoniare siamo "i soliti quattro gatti".

 

Ho partecipato a diverse manifestazioni e chissà perchè c'è sempre la solita gente.

 

Ho discusso in svariati luoghi, virtuali e non, del tema, senza mai negare la possibilità all' interlocutore di sapere chi fossi. Ma chissà perchè a volte, neppure se protetti da un nick, si trovano individui che abbiano il coraggio di dissentire dal pensiero omofobo comune.

 

Io sto lottando da anni. Discutendo, presenziando eccetera eccetera. Eppure nuove leve se ne vedono davvero raramente nelle varie battaglie a cui ho partecipato. E poi dovrei sentirmi dire "cacchio, stai scappando" no grazie, non sto scappando, sto solo cercando un paese che mi permetta di realizzare i miei sogni, se volete combattere per i vostri diritti iniziate a farlo da soli sennò attaccatevi e non giudicate.

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living_my_dream

Sono pienamente in sintonia con il pensiero di Alecs, Sweet e Daryl. Ragazzi andare all'estero non è scappare e rinunciare alla lotta, ma andarsi a prendere una vita sicuramente migliore di questa in questo paese. Ci tengo a dirlo perché a mio semplicissimo e magari stupidissimo pensiero questo paese non cambierà mai, si potrà lottare fino allo sfinimento ma non ci saranno mai diritti pro per i gay, nessuno mai si interesserà realmente a tutto ciò perché fondamentalmente e diciamocelo sinceramente non interessa a nessuno e anzi da fastidio a tanti ancora.

Non voglio sminuire il lavoro di Alecs e di tanti altri che lottano in Italia ma a me sembra energia sprecata a volte, e forse noi meritiamo di meglio.

 

Non è scappare, ma vivere!

 

La differenza c'è.

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Bah. Sminuire il lavoro?

 

Forse lo valorizza di più chi cerca i propri diritti all' estero.

 

Piuttosto di chi si arrende di fronte all' immobilità di questo paese. Di chi rimane fermo di fronte alle ingerenze vaticane. Di chi sa riempire la sua bocca di banalità su una lotta che non ha mai affrontato forse anche per paura d' essere scoperto. Di chi non s'è mai messo in gioco per i diritti che gli spettano e anzi, magari ha presupposto pure che forse sia giusto che non ci vengano concessi.

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living_my_dream

No infatti Alecs secondo me persone come te sono per me persone che meritano un enorme rispetto, e chi decide di trasferirsi ne merita altrettanto.  :sisi:

Sono solo contro le persone che dicono che andare all'estero sia scappare, almeno secondo me non è affatto così.

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scusa Yorama... mi pare di aver letto che hai 20 anni, no? rispondimi a questa domanda... quanti anni ancora vuoi vivere come un cittadino di serie Z? Ti sta bene questa cosa?

 

Sì ho 20 anni e non ho nemmeno mai fatto comizi. La questione è molto semplice: non ho un motivo per andare a vivere la mia vita all'estero, per il momento. Prima di tutto la mia formazione non è ancora al punto da farmi trovare un lavoro all'estero anche se, quando sarò pronto, avrò più possibilità che in molti altri settori.

 

Per il resto, da solo non mi azzarderei mai di andare all'estero da solo. Avrebbe senso se avessi qualcosa di importante qui (una relazione) da coltivare a pieno.

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