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Ragazzi che indossano la borsetta.


Vivacia3But

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54 minutes ago, Cesco00 said:

bisogna costruire una società in cui le abitudini non canoniche non vengano dileggiate o represse.

Be', dipende dalle abitudini, perché se un bambino ha l'abitudine di prendere a martellate i compagni di giuoco.... 😉 

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Forse tacchi e borsetta no, ma il Kajal (o anche Khol) e lo Smokey Eye sta benissimo anche alla maggior parte dei maschi. Tradizionalmente era d'uso anche di molti uomini in località persiane e arabofone oltre indiane.

In occidente invece il trucco di qualsiasi tipo è ritenuto femminile. In Korea del sud invece il make up correttivo e la skin care sono parte della routine anche degli uomini e anzi passi male se dici di non farle... In Italia invece passi per finocchio in automatico, per l'italiano medio.

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2 hours ago, schopy said:

Mi spiace se ti ho urtato 😐 occorreva a veicolare il concetto in modo più rustico

Capisco, in effetti sul forum questa e simili espressioni vengono usate quasi da tutti senza suscitare particolari turbamenti, in me, probabilmente, la questione lessicale, pur se usata in questo contesto, mette a nudo un nervo ancora scoperto

...e non credo all'operazione di riapproriazione linguistica e ripulitura: certe parole conservano,ripeto per me, tutta la violenta carica denigratoria di chi le ha coniate ed usate per primo

è strano perchè, per esempio, l'uso del femminile, sempre contestualizzato, non lo trovo così oltraggioso ma talvolta gustosamente dissacratorio

Edited by prefy
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40 minutes ago, Mario1944 said:

 di prendere a martellate😉 

quando si chiama kabobo e cresce fa danno.....he he he

33 minutes ago, MyleneFarmer said:

 

In occidente invece il trucco di qualsiasi tipo è ritenuto femminile.

difatti,mai usato

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52 minutes ago, MyleneFarmer said:

In occidente invece il trucco di qualsiasi tipo è ritenuto femminile

Dipende dall'Occidente, dal secolo e dalla classe sociale:

nel XVIII secolo in Francia tra le classi sociali elevate era d'uso dipingersi il volto. 

Edited by Mario1944
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24 minutes ago, Cesco00 said:

È un po' come il paradosso delle discipline STEM nei Paesi nordici

Secondo me il motivo è piuttosto semplice.

Nei Paesi poveri e maschilisti nessuno sprecherebbe soldi per mandare la figlia femmina al DAMS:

se vuole studiare, allora che studi qualcosa capace di emanciparla economicamente.

 

In Europa invece a ricevere pressioni sul cercare un "buon lavoro" sono principalmente i maschi,

sono loro che sono dei "falliti" se fanno Filosofia e "promettenti" se fanno Ingegneria.

Questo problema non è stato risolto neppure dal femminismo scandinavo,

anche lì una donna ha sempre un possibile "piano B:" che è appunto dedicarsi alla famiglia.

E probabilmente è una questione per sua natura irrisolvibile.

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1 hour ago, MyleneFarmer said:

 

. In Korea del sud invece il make up correttivo e la skin care sono parte della routine anche degli uomini e anzi passi male se dici di non farle... 

Il che è curioso, considerando che si tratta di un Paese più omofobo del nostro.

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2 hours ago, Cesco00 said:

Il che è curioso, considerando che si tratta di un Paese più omofobo del nostro.

Beh, le due cose non sono correlate.

In molti Paesi l'omosessualità è punita severamente, ma assolutamente consentita la transessualità.

In Iran ti pagano addirittura l'operazione per il cambio di sesso, ma ti impiccano se sei gay.

In India le trans erano molto considerate dalla destra induista, anche quando l'omosessualità era illegale.

 

In Estremo Oriente "sembrare una ragazza" pare essere una caratteristica molto apprezzata dalle ragazze (come capita spesso anche da noi),

purché non riguardi la sfera dell'identità di genere: puoi solo essere simile a una ragazza, ma non certo avere rapporti con uomini.

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6 hours ago, Cesco00 said:

Beh, l'input che muove lo studio mi pare sensato: per cercare di capire se la preferenza femminile per certi corsi di studio e certi lavori (es. istruzione, assistenza medica) sia condizionata dal patriarcato, andiamo a vedere cosa succede in quei posti in cui quest'ultimo fa meno danni.

La maggior parte delle cose che leggo sul patriarcato mi sembra sbagliata 🙂 ciò non significa che non esista il patriarcato e che non faccia molti più danni in Turchia che in Svezia...

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15 hours ago, Almadel said:

In Estremo Oriente "sembrare una ragazza" pare essere una caratteristica molto apprezzata dalle ragazze (come capita spesso anche da noi),

purché non riguardi la sfera dell'identità di genere: puoi solo essere simile a una ragazza, ma non certo avere rapporti con uomini.

Il contrario di quella che era l'aspettiva etica nella Grecia classica, dove potevi avere rapporti con uomini, ma non potevi essere simile ad una ragazza.

15 hours ago, Almadel said:

In Iran ti pagano addirittura l'operazione per il cambio di sesso, ma ti impiccano se sei gay.

Non è poi illogico, posto che l'errore od il difetto di natura sia riconosciuto come rimediabile ad opera della medicina:

si medica il difetto di genere sessuale come si medica il difetto di fertilità o di vista o d'udito eccetera.

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9 hours ago, Mario1944 said:

Il contrario di quella che era l'aspettiva etica nella Grecia classica, dove potevi avere rapporti con uomini, ma non potevi essere simile ad una ragazza.

Non è poi illogico, posto che l'errore od il difetto di natura sia riconosciuto come rimediabile ad opera della medicina:

si medica il difetto di genere sessuale come si medica il difetto di fertilità o di vista o d'udito eccetera.

Tutti e tre i casi (quello greco-classico, quello indiano e medio-orientale e quello estremo-orientale)

sono diversi dall'etica occidentale odierna - di derivazione stoica e giudaica, quindi cristiana -

dove devi essere sia mascolino che eterosessuale.

 

Imputare genericamente l'omotransfobia al "Patriarcato" cozza contro queste evidenze,

perché tutte e quattro sono compatibili col "Patriarcato": il ché ci induce a credere che tale concetto sia mal formulato.

 

Il nostro progetto sociale è semplicemente la rottura di tutte queste convenzioni:

che tu sia mascolino o effeminato è normale che tu ti accompagni con maschi o femmine, secondo il tuo desiderio.

Se ad Atene, a Seoul, a Teheran o al Papa ciò dispiace; beh... che si fottano.

 

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Tanto tu Almadel ti inventi da solo le cose e vivi bello sereno e felice nelle tue invenzioni e fantasie... che vuoi che ti si risponda?

e Mario 1944 non è da meno

Le discussioni sono estremamente noiose con chi monta tante teorie egoriferite senza dietro mettere un minimo d'onestà intellettuale.

Che vi si deve rispondere? Rispondetevi fra di voi (sai che spasso e che arricchimento!) e tanti auguri e figli maschi a entrambi

Edited by Vivacia3But
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On 10/27/2022 at 10:52 AM, Ghost77 said:

Lo spot è fatto però da un pubblicitario e non per forza rispecchia la realtà. Sarebbe bello sapere se c'è una corrispondenza su ciò che accade nelle dinamiche di gioco reali. Fosse così, qualcosa starebbe cambiando davvero. 

Prego? Cioè, pensi che non ci siano maschietti che giocano a Barbie?! Ci sono dalla notte dei tempi!

La pubblicità serve più agli adulti affinché cambino mentalità e ci si smuova finalmente dallo stereotipo maschile con le palle che fumano che è stato costruito a partire dal Fascismo in poi e che non è nemmeno edificante

Per me quand'ero bambino giocare con le barbie era la cosa più normale del mondo, e anche per mia madre che me le comprava

tuttavia ho incontrato ostilità o quanto meno perplessità da parte dei negozianti di giocattoli e delle insegnanti a scuola, che erano vecchie già allora e ora sono tutte morte, che facevano notare la cosa e mi facevano provare vergogna

Ma stranezza non c'è, perché barbie non è un gioco da femmine, intrinsecamente... la barbie è quella cosa lì, è un oggetto con cui puoi far andare la fantasia e passare il tempo giocando con altri bambini/e.  E può piacere a molti più bambini di quelli che ci giocano effettivamente, se non fossero scoraggiati a priori perché "da femmine"

Lo stesso la borsetta o il marsupio da uomo: è un contenitore di cose, non ha un genere, non è scelta perché si appartiene a un genere o a un altro e non ha implicazioni, non lancia messaggi... oggi la gente sceglie quello che più piace: se al ragazzo piace la shopper o la tote bag e alla ragazza piace il marsupio, indossano quelli e non buttano i loro soldi in qualcosa che non piace ma che storicamente, nella mentalità di venti anni fa, aderisce a quello che il marketing ha indirizzato ai generi... 

Edited by Vivacia3But
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Anche io avevo la bambola e ho una foto inquadrata grande con me e la bambola.

mia mamma voleva fare due quadri con me e mia sorella e ci fece scegliere a noi che foto doveva stare nei quadri. Io scelsi la foto con la bambola anche se mia mamma consigliava quella col gatto.

verso i 10 anni e dopo ero imbarazzato dalla mia foto con la bambola e ora quella foto mi piace di nuovo.

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12 hours ago, Almadel said:

Tutti e tre i casi (quello greco-classico, quello indiano e medio-orientale e quello estremo-orientale)

sono diversi dall'etica occidentale odierna - di derivazione stoica e giudaica, quindi cristiana -

dove devi essere sia mascolino che eterosessuale.

Lasciando da parte la questione della derivazione dell'etica occidentale odierna, perché il giudaismo mi pare assolutamente sopravvalutato, mentre lo stoicismo non può essere considerato separatamente dalle altre scuole filosofiche ed in particolare dall'aristotelismo, cui sostanzialmente s'è richiamata per più d'un millennio la dottrina etica cristiana, basti pensare all'Aquinate; 

per il resto mascolinità ed eteroerotismo non mi pare per sé stessi confliggano con la concessione ideologica che per difetto di natura alcuni uomini, come nascono ciechi o sordi od altrimenti difettosi, così nascano semimaschi o semifemmine e dunque si possa concedere loro un'azione medicale, quando possibile, per rimediare al difetto di natura, né più né meno come si concede che la medicina, se possa, renda la vista al cieco o l'udito al sordo o corregga qualsivoglia stato in cui nasca, ma che sia considerato deviazione in male rispetto allo stato comune del genere umano.

12 hours ago, Almadel said:

Imputare genericamente l'omotransfobia al "Patriarcato" cozza contro queste evidenze,

perché tutte e quattro sono compatibili col "Patriarcato": il ché ci induce a credere che tale concetto sia mal formulato.

Senza dubbio l'omofobia col patriarcato non c'entra od almeno non centra e la dimostrazione è nell'omoerotismo diffuso in una società certamente patriarcale come quella della Grecia classica.

Idem direi per la transfobia, posto che il problema logicamente non dovrebbe essere il maschio che divenga femmina o la femmina che divenga maschio, ma la mascolinità del maschio secondo il modello culturale assunto o la femminilità della femmina:

certamente nella pratica dell'arte chirurgica e nella cognizione della scienza medica dell'antichità tali transiti erano assai difficili, anzi, impossibili, come del resto era medicalmente impossibile rendere la vista ad un cieco o l'udito ad un sordo, ma questo era pertinente alle carenze cognitive ed operative della medicina e della chirurgia, non direi sia stato pertinente alla negazione ideologica del transito per sé stesso da un sesso all'altro, se fosse stato possibile medicamente.

E' peraltro singolare che una religione, o meglio un'intepretazione dottrinale religiosa molto rigorosa nella lettura dei canoni antichi, come quella dei preti persiani ed in particolare di Khomeini, non abbia difficoltà a concedere la transizione medicale dall'uno all'altro sesso quale rimedio ad un difetto di natura;   mentre in ambito cristiano ed in particolare cattolico, tale concessione sia per lo più negata:

ideologicamente mi sembra difficile capire tale differenza di posizioni, che probabilmente dipende solo da contingenze politiche, un po' come l'avversione all'eliocentrismo copernicano e galileiano della Chiesa Romana che non dipendeva tanto dalle questioni scientifiche, quanto piuttosto dalle necessità politiche del tempo.

Edited by Mario1944
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3 hours ago, Mario1944 said:

ideologicamente mi sembra difficile capire tale differenza di posizioni

Penso sia qualcosa che riguardi la "resurrezione dei corpi"

concetto assente nella dottrina islamica.

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1 hour ago, Almadel said:

Penso sia qualcosa che riguardi la "resurrezione dei corpi"

In effetti tutti i cristiani fanno un po' di confusione, perché fin da piccoli ci si immagina l'anima immortale che si separa dal corpo e va in cielo...che è un'idea platonica ma per nulla cristiana 😄

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3 hours ago, Almadel said:

Penso sia qualcosa che riguardi la "resurrezione dei corpi"

concetto assente nella dottrina islamica.

Ma no, che c'entra?:

a parte che anche l'Islam mi pare ripeta qualche cosa di simile, ma, comunque sia, se la ragione fosse il conflitto con la dottrina della resurrezione dei corpi, allora sarebbe antidogmatica l'incinerazione dei cadaveri od anche solo qualsiasi mutilazione del corpo per utilità medicinale.

Secondo me la questione è meramente politica e contingente:

non discerno necessità dogmatiche sostanziali per il rifiuto.

 

 

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On 10/3/2022 at 10:05 PM, Krad77 said:

In Italia il binarismo non si applicava alla semplice visione, nel senso che il bambino o la bambina non era criticato o punito se guardava indistintamente cartoni “da maschio” o “da femmina”. C’era semplicemente l’aspettativa che “i bambini” guardassero i cartoni animati perché sono cose “da bambini”. Non si differenziava tra i puffi, ken il guerriero, o sailor moon. Differenze che invece nella cultura giapponese sono significative. 

Ti rispondo per informazione su questo punto, anche se c'entra poco col resto della discussione.

Se la tua data di nascita è 1977, forse sei troppo grande per poter capire che, invece, a cavallo tra gli anni novanta e i primi anni 2000, la distinzione era nettissima.

Quei cartoni giapponesi vennero importati con una forzatura dietro l'altra: intanto perché originariamente la quasi totalità non era prodotta per un pubblico di bambini, ma per gli adolescenti/adulti. In Giappone il manga e il cartone animato sono intrattenimento per adulti, mentre il caro Silvio ebbe l'intuizione di portarli in Italia dandoli alle 4 del pomeriggio come intrattenimento per bambini, mentre per gli / le adolescenti c'erano altri programmi.

E lo vediamo benissimo dai contenuti e temi dei vari Sailor Moon, Piccoli problemi di cuore, e così via: tutte storie di innamoramenti liceali, adolescenziali, scene violente, combattimenti, demoni, e così via, che noi e i nostri genitori ritenevano "normali" e "da bambini" solo perché erano in forma di cartone e non recitati da attori in carne e ossa. (e anche qui si vede il potere del marketing)

C'era qualche cartone animato che era unisex, ma era raro, la maggior parte delle volte c'era dualismo, sullo stesso tema, e il cartone da maschi veniva trasmesso, per dire, alle 16 e quello da femmine alle 16,30.... tanto per farti degli esempi:

Holly e Benji per i maschi / Mila e Shiro  per le femmine (sport)

Cavalieri dello Zodiaco / Sailor Moon (fantasy)

Doraemon / Creamy

Lupin / Occhi di gatto ....  e così via.

I bambini (maschi) non guardavano Incantevole Creamy o Sailor moon, o meglio, lo guardavano ma chi lo guardava non lo diceva a nessuno perché altrimenti scattava subito il "frocio" (e io lo so benissimo, potrei scriverci un'enciclopedia...)

 

Edited by Vivacia3But
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1 hour ago, Vivacia3But said:

Quei cartoni giapponesi vennero importati con una forzatura dietro l'altra: intanto perché originariamente la quasi totalità non era prodotta per un pubblico di bambini, ma per gli adolescenti/adulti. In Giappone il manga e il cartone animato sono intrattenimento per adulti, mentre il caro Silvio ebbe l'intuizione di portarli in Italia dandoli alle 4 del pomeriggio come intrattenimento per bambini,

in realtà i cartoni son stati programmati di pomeriggio fin dagli anni 70 dalla rai: era l'epoca di Heidi, Remi ed apeMaia (li davano sul primo alle 5) oltre che dei robottoni (che andavano sul secondo verso le 7 di sera, perchè destinati ai più grandicelli).

poi anche le private han sempre continuato a quell'orario, censurando spesso i dialoghi o le scene non ritenute adatte ai pupi nei cartoni giapponesi

Edited by freedog
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On 10/31/2022 at 1:46 AM, Vivacia3But said:

Prego? Cioè, pensi che non ci siano maschietti che giocano a Barbie?! Ci sono dalla notte dei tempi!

La pubblicità serve più agli adulti affinché cambino mentalità e ci si smuova finalmente dallo stereotipo maschile con le palle che fumano che è stato costruito a partire dal Fascismo in poi e che non è nemmeno edificante

Per me quand'ero bambino giocare con le barbie era la cosa più normale del mondo, e anche per mia madre che me le comprava

Certo, infatti sei una ragazza trans. Esempio poco calzante. 

Andrebbero portati esempi di maschi eterosessuali. Che sicuramente, nel mucchio, ci saranno, e se qualcuno ne ha esperienza sarebbe interessante sapere anche come ci giocavano. 

Cioè, un mio amico di infanzia giocava con le barbie della sorella, ma le faceva scopare nude tra loro sul terrazzo della Casa di campagna di Barbie. 

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4 hours ago, Vivacia3But said:

Ti rispondo per informazione su questo punto, anche se c'entra poco col resto della discussione.

Se la tua data di nascita è 1977, forse sei troppo grande per poter capire che, invece, a cavallo tra gli anni novanta e i primi anni 2000, la distinzione era nettissima.

Quei cartoni giapponesi vennero importati con una forzatura dietro l'altra: intanto perché originariamente la quasi totalità non era prodotta per un pubblico di bambini, ma per gli adolescenti/adulti. In Giappone il manga e il cartone animato sono intrattenimento per adulti, mentre il caro Silvio ebbe l'intuizione di portarli in Italia dandoli alle 4 del pomeriggio come intrattenimento per bambini, mentre per gli / le adolescenti c'erano altri programmi.

/cut/

I bambini (maschi) non guardavano Incantevole Creamy o Sailor moon, o meglio, lo guardavano ma chi lo guardava non lo diceva a nessuno perché altrimenti scattava subito il "frocio" (e io lo so benissimo, potrei scriverci un'enciclopedia...)

 

Provo a chiarire quello che stavo dicendo nel mio precedente post settimane fa.

In Giappone c'è una chiara distinzione tra manga ed anime shonen e shojo, "da maschi" e "da femmine", questo è indiscutibile. I bambini spettatori la avvertivano benissimo, anche in Italia. Era chiarissimo che "Holly e Benji" fosse da maschi e "Mila e Shiro" fosse da femmine.
Questo non comprometteva, in generale, la visione. L'appuntamento re del palinsesto era Bim bum bam, in onda dalle 16 alle 18 per svariati anni (c'erano cartoni anche su tv locali, e si guardavano, ma Bbb era imprescindibile). In genere si guardava tutto il programma, se era possibile, non si accendeva o spegneva a metà, se non per cosa che non c'entravano affatto con il "da maschi" o "da femmine" (come dedicarsi ai compiti, uscire di casa per altre incombenze o per giocare ecc). La distinzione era nota, ripeto, ma semplicemente era ininfluente sul semplice guardare il cartone. Tanto che se un maschio avesse detto che non sapeva chi fosse Candy, o una femmina avesse detto di non avere idea di che cartone fosse Lupin, i compagni avrebbero pensato che qualcosa non andava. Le interruzioni pubblicitarie, anch'esse rispondenti a un binarismo di genere piuttosto marcato, si mischiavano tra loro. La pubblicità dei giocattoli He-Man si mescolava a quella del Cicciobello, in un mix da-femmina-da-maschi continuo. E andavano a interrompere qualsiasi cartone, che fosse da maschi o da femmine. Segno che lo stesso marketing considerava che Bim bum bam se lo guardassero tutti i bambini, dall'inizio alla fine.

Mi sembra che valesse per tutta l'italia, anche perché se per caso andavi in vacanza in un'altra regione, o ad un campo estivo con bambini di altre regioni, tutti si guardavano Bbb esattamente allo stesso modo: di filato, se era possibile.
La situazione era anche coadiuvata dal fatto che il mondo degli adulti, negli anni a cui faccio riferimento, non avesse proprio ben chiara la distinzione shonen/shojo. Un bambino che guardava cartoni animati era un bambino che guardava un prodotto destinato a tutti i bambini, sostanzialmente, per gli adulti. In molti casi credo che proprio mancasse l'attenzione per i prodotti e una cultura (giapponese in primis) che impostava il binarismo sui prodotti di animazione. Probabilmente si sentiva il cartone animato come prodotto in contiguità con i fumetti (e in buona parte lo è) e si considerava che i fumetti con target bambini andassero bene per tutti, con riferimenti tipo Topolino, Tiraemolla e simili. Il mondo degli adulti, semplicemente, non approfondiva e lasciava che i bambini se ne stessero buoni davanti alla tv, così non creavano troppo scompiglio e c'erano dei bei momenti di pace in famiglia. Situazione che vedo oggi abbastanza simile, solo che al posto della tv con un orario fisso si preferisce passare un cellulare o un tablet, pronto all'uso in ogni momento in cui il genitore necessiti un figlio bravo buono e che non infastidisce.

Ho il dubbio che in qualche zona, stando a quello che leggo, ci fosse qualche bulletto che spadroneggiava e che imponeva un maschilismo tale per cui non era neanche accettabile ammettere che i cartoni animati tipici del sesso opposto li si guardava. Potrebbe essere andata così. Ma secondo me non si trattava della maggior parte delle zone d'Italia, propenderei per una piccola parte.

Edited by Krad77
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10 minutes ago, Krad77 said:

Era chiarissimo che "Holly e Benji" fosse da maschi e "Mila e Shiro" fosse da femmine.
Questo non comprometteva, in generale, la visione. L'appuntamento re del palinsesto er Bim bum bam, in onda dalle 16 alle 18 per svariati anni (c'erano cartoni anche su tv locali, e si guardavano, ma Bbb era imprescindibile). In genere si guardava tutto, se era possibile, non si accendeva o spegneva a metà, se non per cosa che non c'entravano affatto con il "da maschi" o "da femmine"

No, non è quello che ricordo io. Forse tu parli di anni precedenti (15 anni prima dell'epoca di cui parlo io) Solitamente i cartoni avevano un orario preciso e ognuno si sintonizzava all'ora del cartone che gli interessava.

Noi bambini anni novanta poi eravamo pieni di impegni, io personalmente mi programmavo il videoregistratore altrimenti non avrei mai visto nessun cartone, e saltavo o non programmavo per i cartoni che non m'interessavano.

Poi, "sapere chi fossero" ok, ma nessun maschietto seguiva Sailor Moon, almeno apertamente ... voglio dire, qualcuno che lo seguiva c'era, ma non lo dicevano altrimenti gentiori, amici ecc. avrebbero detto "ah ma quello è da femmine!" , fatto domande e così via. Lo stesso le femmine per le cose da maschi.

Io non ricordo nessun maschietto che guardava sailor moon, nonostante io fossi "out", lo sapevano tutti che lo guardavo perché spudoratamente lo dicevo e una volta presi anche parte a una festa a tema sailor moon con sole bambine (ero avanti, lo so)

Ma era una distinzione arcaica, oggi futile... se prendi uno di quei cartoni può avere appeal o meno sia su un ragazzo che su una ragazza... era la retorica creata attorno a dare all'uno o all'altro un determinato valore, perché anticamente c'era l'idea di educare i maschi in una certa maniera e ad avere determinati interessi, mentre le ragazze altri.

Oggi un ragazzo può tranquillamente avere interesse per il trucco e i gioielli delle guerriere sailor, come una ragazza può esser interessata al calcio.

Edited by Vivacia3But
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1 minute ago, Vivacia3But said:

Poi, "sapere chi fossero"

E come lo sapevano secondo te? Evidentemente se lo guardavano. Non voglio escludere che vigesse una regola di silenzio condizionata dalla vergogna. Ma il periodo a cui faccio riferimento io è precedente, infatti Sailor Moon noi non lo avevamo. Può anche essere che le cose siano cambiate, dopo, ma dubito che si sia diffusa una cultura così all'improvviso.

4 minutes ago, Vivacia3But said:

Ma era una distinzione arcaica, oggi futile... se prendi uno di quei cartoni può avere appeal o meno sia su un ragazzo che su una ragazza...

E' una distinzione originale, almeno per i giapponesi, shojo e shonen. Fa parte della loro cultura. Ma chiaramente possono avere appeal su entrambi i sessi, è quello che sto dicendo io quando parlo di Bim bum bam. Succedeva così (per la semplice visione. Se parliamo per esempio di gioco, il bambino maschio che volesse fare la ladra di Occhi di Gatto o Candy sarebbe stato sicuramente bollato in qualche modo gender non-conforming).
Una distinzione che però era presente anche in alcuni prodotti usa, Jem e le Holograms era pensato per un pubblico più femminucce, He-man più maschietti, per dire.

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1 hour ago, Krad77 said:

. Ma il periodo a cui faccio riferimento io è precedente, infatti Sailor Moon noi non lo avevamo. 

Credo sia accaduto un po' dopo. Forse anni '90? Io ero un patito degli insospettabili Power Rangers e dei machissimi Pokemon, ma guardavo anche Lady Oscar e Mila e Shiro, solo che ai miei amici (maschi) d'infanzia non l'avrei MAI confessato. Perché era proprio roba da femmine. Poi verso la fine della decade i maschi proseguivano il cursus honorum televisivo con Dragon Ball, le femmine mollavano i cartoni per Sabrina vita da strega e Dawson's Creek.

 

 

Edited by Cesco00
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20 minutes ago, Cesco00 said:

Lady Oscar e Mila e Shiro

Come avrete capito, io per riferimenti temporali parto da prima di Cristina D'Avena (lo so, per voi è preistoria), e Lady Oscar la guardavamo tutti, come Re Artù (questo re Artù)

https://www.youtube.com/watch?v=ObEdMDQB5r8

Riu', Judo boy, Candy Candy eccetera.

e vi assicuro che nessuno pensava a sessualizzare i personaggi. Per noi erano avventure, storie, nessuno diceva che fossero da maschi o da femmine, anche perché in finale c'erano quelli e poco altro (i lonely toons, tom e jerry, la pantera rosa,...). Roba che di sessualizzata aveva ancora meno insomma.

Sto problema mi sa che ve lo siete cominciato a porre molto dopo 

 

 

 

Edited by freedog
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8 minutes ago, freedog said:

 Lady Oscar la guardavamo tutti, 

 

 

 

 

Questo negli anni '80, però. Dieci anni dopo (quando la sigla era quella di Cristina D'Avena, ossia "Una spada per Lady Oscar") era inequivocabilmente roba per femminucce. Troppe gonne ampie e troppi lampadari di cristallo. 

Edited by Cesco00
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8 minutes ago, Cesco00 said:

la sigla era quella di Cristina D'Avena, ossia "Una spada per Lady Oscar"

Blasfemia pura, quella!!!

LA sigla è  e sarà sempre solo quella dei cavalieri del re!!

https://www.youtube.com/watch?v=-9peMntoSW4

(quando parte questa ai Pride, vedi i bear 50enni super leather che partono col minuetto e fanno pure i plisse'...)

 

Edited by freedog
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