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Classica


Guest Jess81

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Dal programma ufficiale (che è lo stesso da quasi 80 anni, credo XD ):

 

PIANOFORTE COMPLEMENTARE

 

Programmi ministeriali - Esami di licenza

 

[...]

 

2. Esecuzione di una sonatina scelta dalla commissione fra tre presentate dal candidato, tratta dalle sonatine di Clementi.

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so che ti fanno suonare anche le varie scale e arpeggi! o qualcosa di simile XD certo che per i "non pianisti" dev'essere abbastanza una rottura!

anche se poi è praticamente lo strumento completo per eccellenza (vabbè, anche il cembalo e organo..ma sono un pò antichi XD)

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so che ti fanno suonare anche le varie scale e arpeggi! o qualcosa di simile XD certo che per i "non pianisti" dev'essere abbastanza una rottura!

anche se poi è praticamente lo strumento completo per eccellenza (vabbè, anche il cembalo e organo..ma sono un pò antichi XD)

 

si e facciamo anche studi dal duvernoy l'op. 120...  :gh:

 

la cosa brutta è che cmq devi imparare almeno 3 sonatine e 6 studi di quali la commissione ne sceglierà uno...

io fortunatamente ho avuto il secondo anno un'insegnate bellissima come persona e musicista... ho preso 9 i primi 2 anni e il terzo (dopo che lei se ne andò) mi preparai da solo alla licenza e presi 8...  :rotfl:

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so che ti fanno suonare anche le varie scale e arpeggi! o qualcosa di simile XD certo che per i "non pianisti" dev'essere abbastanza una rottura!

anche se poi è praticamente lo strumento completo per eccellenza (vabbè, anche il cembalo e organo..ma sono un pò antichi XD)

 

Il cembalo è una  tastiera storica. Ma ci sono compositori contemporanei che gli dedicano repertorio.

 

L'organo non è solo una tastiera storica, ma anche contemporanea. Dipende da che organo suoni. E sopratutto da come lo suoni.

 

Riguardo il repertorio di Clementi, certamente esso è visto dalla maggior parte delle persone, solo come repertorio didattico ( e quindi non gli si da il giusto valore artistico e musicale), perche è frequentemente inserito nei programmi di studi dei primi anni di pianoforte. Ma anche le Invenzioni e le Sinfonie di Bach lo sono...

 

Il problema secondo me non riguarda il fatto che pochi pianisti si sono dedicati alla sua esecuzione, presentando talvolta letture finissime e di grande pregio interpretativo, ma... riguarda lo strumento utilizzato, cioe il pianoforte moderno. che con il fortepiano clementiano ha proprio poco in comune.

Intendiamoci, cosi come ha poco in comune anche il pianoforte lisztiano, e, in certa misura, anche quello debussiano. Ma ai pianisti questo poco importa. Quando gli si parla poco poco di filologia, gli viene il prurito nel sedere, come se al pianoforte questo discorso non gli  riguardasse, solo perche è uno strumento relativamente "recente".

 

Per fortuna anche qui le cose piano piano stanno cambiando, e c'è una presa di coscenza maggiore, sull'importanza degli strumenti storici e sui problemi che l'esecuzione su questi comporta.

 

Ecco un bell'esempio:

 

http://www.youtube.com/watch?v=Kx389JVimmE&feature=channel_page

 

Il Totentanz di Liszt suonato con pianoforte romantico e orchestra romantica.

 

E Chopin:

 

http://www.youtube.com/watch?v=Nvi1YjZG2Jo&feature=channel_page

 

La prima cosa che si nota, è il differente rapporto di sonorita fra solista e orchestra, dovuta al fatto che il pianoforte romantico, aveva una sonorita meno potente e piu vellutata, anche se timbricamente ci sono delle sembianze con quello contemporaneo.

 

 

Il fortepiano clementiano (coevo a quello mozartiano) è ancora gia molto diverso rispetto ai pianoforte romantico. Strutturalmente molto differente, anche la timbrica è assolutamente non paragonabile per risorse e tipologia.

 

Ecco un esempio interessante:

 

http://www.youtube.com/watch?v=QdZxfYi1L8Y

 

Fra l'altro pochi sanno che Clementi aveva impiantato anche una fabbrica di fortepiani, che portavano appunto il suo nome...

 

 

 

E che dire di Beethoven?

 

http://www.youtube.com/watch?v=ALgqWXyB9mo

 

Lascio a voi la curiosita di cercare materiale su Schumann o Schubert...

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a dir la verità ho avuto modo di provare dei fortepiani, e i primi pianoforti a coda con meccanica inglese e anche viennese! devo dire che il fortepiano suona veramente strano XD veramente una cosa fuori dal mondo XD invece già i primi pianoforte erano abbastanza buoni! vabbè tralasciando il suono che era molto vellutato e caldo (a differenza del 90% dei giapponesoni di oggi) la meccanica viennese l'ho trovata molto instabile al tocco, o meglio.. non dava quel senso di sicurezza che da la meccanica inglese.

 

ovviamente come ha detto ahlborn non ci si può aspettare di suonare un clementi come se si dovesse suonare un moderno o un debussy! infatti il mio maestro mi dice sempre di cercare di imitare il più possibile quello che può essere il suono dell'epoca! per esempio se suono bach o clementi! ovvio che con un pianoforte moderno è difficile, però diciamo che se mi leghi tutto senza pudore e ci metti il pedale.. è sbagliato (sarebbe sbagliato in ogni caso).

 

io sapevo che clementi si era messo a costruire pianoforti/fortepiano XDD che mito XD 

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Il fatto che suoni veramente strano come dici tu (il fortepiano) è perche, volente o nolente, hai come termine di riferimento il pianoforte moderno, e tutto cio che si discosta da esso, suona come strano.

Ma devi anche pensare che i compositori dell'epoca da quel suono "strano"  hanno trovato ispirazione, e le loro opere sono pensate per quel suono "strano".

La meccanica viennese manca della seconda leva di ripetizione, e percio la sensazione tattile è ovviamente diversa rispetto alla moderna con doppia ripetizione (da tutti chiamata "doppio scappamento", ma è una definizione sbagliata, perche lo scappamento rimane sempre e solo uno).

Anche i rapporti di leva sono differenti rispetto alla moderna ecco perche spiegato il feeling diverso di questa meccanica, che non è imprecisa, intendiamoci, ma solo diversa, e va suonata con un altro approccio.

 

Se il tocco del viennese ti sembra strano.... beh, allora prova un organo meccanico antico, poi ne riparliamo... ;-)

 

Io personalmente non sono daccordo con quello che dici, cioe di "imitare" il suono dello strumento antico... primo perche obbiettivamente non è possibile, (tuttalpiu si puo dare la sensazione di una certa prassi esecutiva, ma nulla piu), secondo perche l'approccio con lo strumento deve essere sempre in linea con lo strumento che hai davanti. Se hai un pianoforte moderno, punto, questo richiedera un certo tipo di approccio e occorrera lavorare su quello, e stop. Inutile suonare "come se stessi suonando un clavicembalo" (ho conosciuto dei pianisti che lo dicevano.. dimostrando  di non conoscere ne clavicembalo e neppure il pianoforte).

 

Ecco allora che, personalmente, trovo piu giusto suonare Bach su un moderno magari mettendoci anche un po di pedale, facendo una buona esecuzione, piuttosto che suonarlo senza e tutto staccato per imitare questo o quell'altro strumento.

 

Perche senno si rischia di cadere nella filologia spicciola, e mal interpretata. (Bach tutto senza pedale, i romantici tutto legato, Mozart tutto staccatino, e altre menate varie...)

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il tocco del viennese mi sembra strano semplicemente perchè sono abituato a suonare su tastiere moderne! tutto qui, ovviamente ci si deve prendere la mano! però a primo impatto, la sensazione che mi da è quella di instabilità.

 

beh, con l'imitare intendevo dire, avvicinarsi al suono dell'epoca, ovviamente ho detto che con un pianoforte moderno non è possibile replicare il suono di un cembalo o di un fortepiano.. però magari con un tocco differente lo si riesce a suonare in un modo che può sembrare antico.

mi ricordo quando il mio maestro anni fa si lamentava un pò delle mie esecuzioni di clementi, che davano l'idea di romantico XD però vabbè... l'importante è suonare decorosamente!

 

io mi ricordo che nel primo preludio di bach BWV 864 dal clavicembalo ben temperato (?) una puntina di pedale ce la mettevo :gh:

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ou! ho fatto la licenza e il programma non prevedeva solo la sonatina (è solo per precisare :P )

Sì, è a quello che servono i puntini sospensivi nelle parentesi quadre: a far capire che ho tolto il non necessario (visto che Ryuk aveva domandato solo a riguardo di Clementi nel programma). :D

 

Entro nella discussione filologica solo per dire che il suono del pianoforte moderno mi fa quasi schifo, oltre a darmi un po' fastidio alle orecchie. :)

 

E le ultime cose per cembalo postate mi lasciano un po' perplesso... :) A parte Ligeti, continuo a preferire

.
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Mi ricorda moltissimo lo stile di Piero Piccioni, Ortolani e Umiliani... tipo colonna sonora di film anni 70 all'italiana..

 

Piero Piccioni che mito!XD

 

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Visto che ho trovato qui sul Forum giovani adoratori di Shirley Verrett,

mi domando se ci siano anche adoratori di quella straordinaria artista che è Raina Kabaivanska,

la quale a 74 anni canta ancora così:

 

 

e a 75 così:

 

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Stupefacente! Ti lascia un brivido, la sensazione di qualcosa di musicalmente e interpretativamente

molto alto e molto profondo. Irradia una luce particolare. E la voce è praticamente intatta.

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E la voce è praticamente intatta.

 

è vero, l'ultima volta che l'avevo sentita è stato quando ha cantato l'Ave Maria ai funerali di Pavarotti, però non immaginavo che a 75 anni potesse cantare l'aria di Manon in quel modo (e non è una cosa facile, tanto per intenderci la Kanawa, che all'epoca era molto più giovane, la canta così: http://www.youtube.com/watch?v=4Dbu8telQas a parte la dizione che non è proprio eccelsa, la Kabaivanska riesce a tenere perfettamente la nota su Ah, tutto è finito!, mentre la Kanawa non solo ricorre al trucchetto di prendela in ritardo ma non la tiene neanche per tutta la sua durata)

 

cmq non so se conosci la versione cinematografica della Tosca che ha fatto con Domingo e Milnes. Secondo me è la prova che oltre ad essere una grande cantante è anche una bravissima attrice:

 

 

e poi, secondo me, in questo ruolo è l'unica che possa avvicinarsi a lei:

 

http://www.youtube.com/watch?v=1ZXwz0gj5fY&feature=related

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Sono totalmente d'accordo con te, Phoenix. E' superiore anche oggi alla Kanawa,

grazie alla sua imbattibile organizzazione vocale, e non parliamo dell'intensità drammatica. Questione di "anima".

 

Come attrice? Straordinaria. Io ho avuto la fortuna di vederla in Teatro e ricordo in particolare una Tosca

a Roma, splendida per scenografia e cast, e ricordo ogni suo singolo movimento, soprattutto nel II atto,

la sua leggendaria uscita dopo l'uccisione di Scarpia.

 

Conoscevo entrambe i video che hai linkato. Grazie! Oltre che grandissima interprete pucciniana, del verismo e del liberty,

è stata, per me, la più grande Adriana. Conosci?

 

Comincio dalle due grandi Arie:

 

http://www.youtube.com/watch?v=JJe2XhlplDk&feature=related

 

ma te la puoi sentire anche in questo bel video, tra prove e esecuzione:

http://www.youtube.com/watch?v=Rrw50XHCen4&feature=related

 

Quindi nel monologo di Fedra, che per me non vale meno delle altre arie, anzi,

e in cui è unica (nota tra l'altro come esce):

 

 

Poi ti dò una deliziosa Musetta, in un concerto famoso:

 

E infine una rarità giovanile. Mai sentito un acuto finale come questo, nell'aria di Desdemona! Da brivido.

http://www.youtube.com/watch?v=w6BPvwKqCGw

 

Anche nell'Ave Maria ai funerali di Pavarotti commuove profondamente. E nelle incisioni della "vecchiaia"

scava ancora più in profondo, ti lascia un'impressione che non si scorda.

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Mi fa piacere che ti piaccia, Johann. E' veramente un'artista completissima, eccezionale, dall'anima

alla tecnica, dalla raffinatezza alla verità: c'è tutto ed è sempre molto profondo.

La cosa che emoziona in particolare è che la sua crescita musicale continui ancora oggi.

 

Ogni anno tiene il suo Master Class a Sofia, la cosa è collegata con la sua Fondazione che conferisce delle borse

di studio per giovani talenti, e anche questo fa vedere di che pasta è fatta Raina. E' una persona che crede nel

valore educativo e civilizzatore dell'Arte.

 

E oltre a tutto ciò, oltre ad essere ancora una persona vivissima, molto bella,

è una donna molto intelligente, molto simpatica.

Che ti cattura anche con la parola. Leggetevi questa intervista a Gay.tv:

 

http://www.gay.tv/ita/magazine/we_like/dettaglio.asp?i=7861

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Come attrice? Straordinaria. Io ho avuto la fortuna di vederla in Teatro e ricordo in particolare una Tosca

a Roma, splendida per scenografia e cast, e ricordo ogni suo singolo movimento, soprattutto nel II atto,

la sua leggendaria uscita dopo l'uccisione di Scarpia.

 

Immagino...a parte che Tosca è una delle mie opere preferite, recitata/cantata dalla Kabaivanska e vista dal vivo deve essere stata un'esperienza straordinaria; lo sai a volte mi dispiace davvero tanto di essere nato troppo tardi per vedere dal vivo cantanti come la Callas o la Kabaivanska perché essendo artiste complete oltre alla voce prestavano un'attenzione quasi maniacale al gesto e all'espressività fisica come supporto e rinforzo a quella musicale e oggi di cantanti così (o cmq del loro livello) non ce ne sono più (temo).

 

Poi dal punto di vista registico/attoriale gli ultimi minuti del secondo atto di Tosca non sono facili da "riempire": certo, c'è il classico rituale del crocifisso e delle candele, ma a lungo andare può risultare noioso o banale e ci vuole un'attrice degna di questo nome e un non meno abile regista per dare, nonostante le regole del libretto (che comunque va rispettato), un senso di novità.

 

è stata, per me, la più grande Adriana. Conosci?

 

Come no!La Lecouvreur la conosco quasi a memoria (pensa che c'è gente che si ostina a considerarla musichetta ma io direi che il secondo e quarto atto musichetta proprio non sono).

Grazie del video con il monologo, lì ancora non l'avevo vista, io ero convinto che la migliore in questo ruolo fosse la Freni, pensa un pò! :asd:

Ma come Butterfly come ti sembra?ho trovato questo video alquanto raro dov'è ripresa da un amatore durante le prove a Roma nell'87:

 

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Come Butterfly è una Butterfly molto diversa dalle consuete, come puoi vedere fin dal duetto d'amore del I Atto:

 

 

Non si esaurisce né si dissolve nelle braccia di Pinkerton, affatto. E' una creatura autonoma, elegante, depositaria di un

suo mondo. Non è un oggettino giapponese delicato nelle mani dell'uomo, ma vive tutta una sua interna emozione che

rappresenta  anche come attrice con tanta ricchezza di movimenti, con lo stile cui cui si muove e agita

o con cui drappeggia la sua veste in mezzo alla scena, rappresentando pienamente se stessa.

Non ci sento tanto l’amore (che deve ancora venire, al calar delle luci) quanto una ridda di emozioni diverse che in lei

si accompagnano all’amore. Ci sento anche una creatura che alla fine accoglie Pinketon, che gli porta qualcosa di suo,

che lo sceglie.

 

In Un bel dì vedremo nota come e con quale atteggiamento scenico canta l'acuto: «Lo aspetto!» Di nuovo, sceglie.

 

 

In Tu, tu, piccolo Iddio, che tu hai linkato, ritrovo il compimento della sua storia. E' soprattutto inquieta, ed

è sempre una storia sua, individuale, che ti fa sentire, non la sconfitta della donna giocattolo illusa che muore

come una farfalla spezzata. Per questo ti lascia emozioni più profonde e durevoli.

 

Quanto all'Adriana, Cilea ha scritto un capolavoro assoluto del decadentismo musicale italiano. Conosco tutte le

interpretazioni del monologo di Fedra reperibili su You tube e la sua lascia indietro, e di molto, tutte le altre,

per musicalità, verità artistica, intensità.

 

In Tosca era in uno dei suoi top. Anche per la bellezza. E in tutti e tre gli atti, anche il primo; ma certo soprattutto nel

secondo, in cui sfoderava tutta la sua abilità di attrice, un grande senso della scena, unito a un'eleganza naturale. E

quando uccide Scarpia e poi esce ti faceva accapponare la pelle. Di nuovo umana, preocccupata, quasi materna (Mario! Mario!)

nel terzo terribile Atto. E poi: dà sempre il senso della continuità della storia, l'interpretazione della storia e logica musicale che

esprime una certa storia e logica del dramma.

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Non si esaurisce né si dissolve nelle braccia di Pinkerton, affatto. E' una creatura autonoma, elegante, depositaria di un

suo mondo. Non è un oggettino giapponese delicato nelle mani dell'uomo, ma vive tutta una sua interna emozione che

rappresenta  anche come attrice con tanta ricchezza di movimenti, con lo stile cui cui si muove e agita

o con cui drappeggia la sua veste in mezzo alla scena, rappresentando pienamente se stessa.

Non ci sento tanto l’amore (che deve ancora venire, al calar delle luci) quanto una ridda di emozioni diverse che in lei

si accompagnano all’amore. Ci sento anche una creatura che alla fine accoglie Pinketon, che gli porta qualcosa di suo,

che lo sceglie.

 

Davvero stupenda!  :asd: :asd: :asd:

Ah com'è bravo anche il mio Puccini! :asd:

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anche come attrice con tanta ricchezza di movimenti, con lo stile cui cui si muove e agita

o con cui drappeggia la sua veste in mezzo alla scena, rappresentando pienamente se stessa.

 

Si l'avevo notato anch'io...soprattutto nel finale da come si muove rende molto l'idea della mosca prigioniera (come dice la nostra cara Suzuki  :asd:)

Cmq la Butterfly all'inizio la detestavo, non riuscivo a capire come potesse essere dello stesso compositore di Manon e Tosca  poi riascoltandola mi sono reso conto che, cineserie o giapponerie a parte, è una delle sue opere musicalmente più elaborate e complesse, come la Turandot (che secondo me è un capolavoro assoluto peccato che sia incompleta: per me quell'opera finisce alla morte di Liù, quando l'ascolto in disco non vado oltre perché si sente benissimo che manca l'ispirazione che ha tenuto insieme l'opera fino a quel momento; per non parlare del finale di Berio che proprio non ho capito, ma vabbè almeno c'ha provato... :asd:).

 

Puccini è un mare di musica! con tante onde e correnti e movimenti... :asd:

 

Bè, se si parla di opera, Verdi Puccini e Wagner sono inarrivabili. L'hai vista questa intervista di Forzano (librettista di Gianni Schicchi e Suor Angelica)?

 

http://www.youtube.com/watch?v=Bb_P1icHmVU

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Bè, se si parla di opera, Verdi Puccini e Wagner sono inarrivabili.

 

Sono d'accordo, ma aggiungo anche Rossini, in particolare il Rossini "serio".

Questo soprattutto se parliamo di Ottocento, anche se bisognerebbe aggiungerne, ma in seconda battuta, anche altri.

Poi per me ci sono tutti gli altri secoli, fin da Peri, e naturalmente Monteverdi, all'opera per esempio francese,

a Mozart naturalmente.

 

La Turandot è un capolavoro assoluto. In tutte le sue diverse parti. Il povero Alfano ha fatto dignitosamente il suo dovere

ma come tu ben dici si sente che non spira più il vento pucciniano. E' molto dolorosa quell'incompiutezza, fu oggetto anche, anni fa,

di uno studio di tipo psicoanalitico (intelligente, una volta tanto), che rinviava al rapporto irrisolto di Puccini con la madre.

 

Anche tu ami Suzuki? E' un bel personaggio, e un ottimo Mezzosoprano, dotato di una bella voce e di una bella presenza scenica,

può riportarvi, e spesso accade, un grande successo personale.

 

Grazie per il link all'intervista, che non conoscevo!

 

PS: Johann, cerca di diventare un ragazzo serio, e impara ad amare Verdi! :asd:

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oddio ahahahahah  :asd:

io amo verdi quando scrive la forza del destino, otello, requiem... ma non darmi traviata, trovatore che davvero mi scendono i cosiddetti Barzilli  :asd:

 

Puccini lo adoro.. Turandot sono arrivato a imparare tutto il libretto a memoria e bene o male so il 50% delle entrate che fa l'orchestra ^^''

Per Suzuki invece... bè:  :asd:

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Sono d'accordo, ma aggiungo anche Rossini, in particolare il Rossini "serio".

Questo soprattutto se parliamo di Ottocento, anche se bisognerebbe aggiungerne, ma in seconda battuta, anche altri.

 

Si in effetti io parlavo più che altro di triade ideale, poi ce ne sarebero un'infinità: oltre a Rossini e Mozart (di cui più che la produzione operistica amo quella sinfonica o da camera o sacra...), anche Gluck, Spontini, Beliini, Donizetti, Bizet, Gounod, Ponchielli, Cilea, Mascagni, Giordano, Leoncavallo... e chissà quanti ne ho tralasciati!

 

La Turandot è un capolavoro assoluto. In tutte le sue diverse parti. Il povero Alfano ha fatto dignitosamente il suo dovere

ma come tu ben dici si sente che non spira più il vento pucciniano. E' molto dolorosa quell'incompiutezza, fu oggetto anche, anni fa,

di uno studio di tipo psicoanalitico (intelligente, una volta tanto), che rinviava al rapporto irrisolto di Puccini con la madre.

 

Io sapevo che su una prima versione di Alfano era intervenuto Toscanini che non era soddisfatto; ma in ogni caso ci si attenne agli appunti pucciniani che, nonostante molti - tra cui io - lo trovino banale, prevedavano il gran finale con la ripresa del tema del Nessun dorma. Secondo me Toscanini (e il buon Alfano) avrebbero fatto meglio a mettersi l'anima in pace e a lasciare che la Turandot finisse sul suicidio di Liù; nessuno, Puccini a parte, sarebbe riuscito nell'impresa.

Anche io ho letto qualcosa sul "complesso della madre" che avrebbe avuto Puccini. Se non mi sbaglio si pensa che il fatto di aver vissuto un'infanzia segnata dalla forte presenza di sua madre (il padre era morto quando lui era appena nato, o cmq ancora bambino) avrebbe poi influito sulla scelta di volere sempre come protagoniste delle sue opere donne dal carattere forte e deciso (però che questa cosa abbia avuto un peso sull'incompiutezza di Turandot mi giunge nuova, mi informerò! :))

P.s. ricorda il detto ci vuole una grande Suzuki per avere una brava Butterfly! :P

 

@Johann: è vero, Verdi ha scritto opere generalmente scadenti e perciò dimenticate (Alzira, I Masnadieri, Jérusalem) o famose ma considerate "plebee" (la trilogia popolare, di cui salverei almeno Il Trovatore che è un'opera fantastica, non ancora all'altezza degli ultimi lavori, ma sempre piena di momenti superbi) ma ha scritto anche Don Carlos, Simon Boccanegra, Macbeth, Falstaff, Aida (di quest'ultima soprattutto il quarto atto :P). Insomma sottoscrivo quanto detto da Isher, IMPARA ad amare Verdi!!!! :P

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