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La morte


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Vorrei iniziare una discussione su un argomento abbastanza difficile: la morte ! Secondo la tradizione cattolica è solo un momento di passaggio verso una vita infinita migliore (o peggiore). Per alcune persone è solo la fine naturale delle cose e non cè nulla dopo questa. Alcuni ne hanno paura folle, altri la accettano senza problemi. Altri credono nella reincarnazione. Voi che rapporto avete con la morte? Ne avete paura? O la accettate tranquillamente? Credete in qualcosa dopo la morte? Parliamone insieme![modbreak=yrian]Segnalo i topic correlati o comunque richiamati nel seguito della discussione:Credete in Dio?, Il suicidio, EutanasiaMotivi per cui è bello vivere, Credete al paranormale?, Cosa fareste se vi restassero cinque giorni di vita?[/modbreak]

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non mi interessa assolutamente quello che dice la chiesa cattolica, io credo che la morte altro non sia che la fine necessaria di un capitolo per poi rinascere. non trovo un senso logico nella morte fine a se stessa, credo fermamente nella reincarnazione come evoluzione dell'anima e dello spirito, un passaggio obbligato per evolverci, elevarci.

detto questo ho un rapporto molto sereno con l'amica morte, ho cose molto piu' importanti da temere qui, in questo mondo.

quello che mi terrorizza invece e' il dolore, la sofferenza.

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ne ho profondamente paura...

nonostante creda fermamente in un continuo della "vita"...

mi spaventa l'idea di reincarnarmi e di cambiare "affetti".. di avere altri genitori, altri amori, altre amicizie...

mi spaventa la possibile assenza della vita dopo la morte...

mi terrorizza il momento del trapasso...

la consapevolezza che la vita stia finendo...

nonostante tutto come detto, credo che la vita di un individuo non si fermi con la morta del corpo...

ma nonostante questo, sono terrorizzato dagli anni che passano, dalle malattie e quindi logicamente dalla morte...

mi sveglio spesso di notte con attacchi di panico, e sensazioni fortissime di morte imminente...

non dormo spesso per questo...

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Io accetto la questione con molta tranquillità: prima o poi morirò in ogni caso, e morirà tutto intorno a me :asd: ! L'unica paura è di morire prima di aver realizzato i miei obiettivi prefissati: sarebbe insoddisfacente ed angosciante!

Per quanto riguarda cosa ci sia dopo la morte mi affido al pensiero di immortale beatitudine o sofferenza; credo anche nella reincarnazione, ma non saprei come considerarla...

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mi affascina moltissimo la morte come idea di conclusione e rinnovamento...personalmente ho molta curiosità circa le sensazioni che precedono l'ultima chiusura d'occhi.

 

Una volta ho sognato di morire, e questo ha risposto a molti miei dubbi sull'argomento. non avrei avuto più alcuna occasione, alcun ripensamento, perché ero.. morto... e basta! Niente di niente...

 

mi sono svegliato angosciato. perché ho capito che ogni cosa nella vita non vale la pena di essere rimandata o peggio trascurata...e quando morirò - qualsiasi sia l'età - non vorrò far volare il mio ultimo pensiero a qualche rimpianto.vorrò esser contento,a prescindere dai miei obiettivi realizzati, contento solo della vita avuta.

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NorwegianWood

Sinceramente ho paura per la morte degli altri, non per la mia. È la solitudine a inquietarmi... in fondo, la morte è solo un passaggio, una trasformazione, e sono convinto che, nel corso della nostra esistenza, viviamo molte morti e molte nascite. Ma quando sono gli altri ad andaserne e noi siamo gli ultimi, allora manca un senso per proseguire... e la mia morte, più che spaventarmi, mi attrae.

 

 

Vai cercando qua, vai cercando là,

ma quando la morte ti coglierà

che ti resterà delle tue voglie?

Vanità di vanità.

 

Se felice sei dei pensieri tuoi,

godendo solo d'argento e d'oro,

alla fine che ti resterà?

Vanità di vanità.

 

Vai cercando qua, vai cercando là,

seguendo sempre felicità,

sano, allegro e senza affanni...

Vanità di vanità.

 

Se ora guardi allo specchio il tuo volto sereno

non immagini certo quel che un giorno sarà della tua vanità.

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Oh dio, questa canzone mi ricorda gli anni delle elementari... la nostra insegnante di musica ce la fece imparare, e a me terrorizzava... mi dava un senso di angoscia infinito... :asd:

 

Comunque... Peter Pan diceva "La morte... dev'essere una meravigliosa avventura!"

Pensando alla mia morte, la vedo un po' così... posso voler credere che l'anima continui ad esistere, ma è inutile negare che nessuno può esserne certo. La morte è un mistero, è qualcosa da scoprire, e mi incuriosisce...

Ho avuto diverse fasi nella mia vita. C'è stato un periodo in cui abbracciavo con convinzione il pensiero epicureista: io e la morte non ci incontreremo mai, perché finché io ci sarò, non esisterà la morte, e quando la morte sopraggiungerà, nello stesso istante io non esisterò più. Non potrò mai rammaricarmi di essere morta, perché non sarò più capace di provare tristezza. Ma a voler ben guardare, la morte, pur non incontrandola, la si può vedere da lontano, e questo sì, mi spaventa molto. Non ho tanto paura di morire, quanto di accorgermi di stare morendo. So che non mi sentirò pronta ad abbandonare tutto, in qualsiasi momento della mia vita la morte dovesse raggiungermi. Io mi sento molto legata al mondo terreno, legata soprattutto ai sentimenti, alle emozioni, alle passioni, e so che mi sentirò infinitamente triste, nel momento in cui saprò che il mio cuore sta per fermarsi, che non potrò più amare, più soffrire, più emozionarmi, più commuovermi. Qualsiasi cosa ci sia dopo, saprei che quello che c'è stato prima sta per scomparire per sempre. Forse per raggiungere il nulla, forse per vagare come spirito, forse per finire all'inferno, forse per rinascere. Ma scomparirebbe, e ne soffrirei molto.

 

Comunque, in linea generale, mi sento propensa a credere che l'anima raggiunga un suo luogo, una sua dimensione, e continui ad esistere, magari per rinascere... questo perché mi è capitato di vedere quelli che si potrebbero chiamare fantasmi... ma a conti fatti, la mia è solo una deduzione inquinata da credenze e leggende, e può darsi che mi sia trovata di fronte esseri nati come spiriti, esistenze diverse e non per forza anime di defunti. So di non sapere :asd:

 

Ovviamente, parlare della morte delle persone che mi sono vicine, è qualcosa di totalmente diverso. Mi sono trovata a temere seriamente per la vita della persona che amo perché sua madre ha avuto la malsana idea di andare in vacanza in Inghilterra a due settimane dagli attentati di Londra... ho vissuto un'estate da incubo, la morte di chi amo mi terrorizza. Riesco a vederla solo come un distacco, un terribile e doloroso distacco. Capisco che sia sbagliato, ma penso sia umanamente comprensibile.

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Guest -NakedOnTheSand-

Non mi rapporto in nessun modo con la morte. So che prima o poi dovrò morire, e non ho la più pallida idea di cosa possa esserci. Lascio il beneficio del dubbio sia al paradiso, che all'Inferno e alla reincarnazione (o atutto il resto che potrebbe esserci, ma che noi umani non sospettiamo minimamente). Ammetto che quand'ero piccolo la cosa mi incuriosiva parecchio e più volte pensai di trattenere il respiro per morire e scoprire cosa ci fosse dopo. Poi però mi chiedevo sempre 'Ma poi come torno di qua?' e quindi mi passavano quelle malsane idee.

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Penso che dopo la morte ci sia qualcosa...

E' quindi per me un momento di passaggio. Un varcare una soglia, non uno stato in cui rimanere...

Non ho paura di morire...insomma, sono convinto che dopo ci sarà qualcosa, quindi perchè temere...?

Al contrario però c'è il rammarico per l'abbandono di ciò che ho costruito...

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Concordo con Norw, non è tanto la mia morte che mi spaventa ma quella delle persone che mi stanno attorno.

Non ho idea di cosa ci sia dopo, un passaggio in un altro corpo, un altro mondo...non so...attualmente sono propenso a pensare ad una sorta di reincarnazione, ma comunque sono pur sempre illazioni.

 

Se accetto la morte?

Dipende, due anni fa ho perso uno zio per un infarto, così all'improvviso...francamente non riesco a farmene una ragione: era sano, stava bene, ed in meno di 20 minuti se n'è andato (ed era pure in vacanza), lasciando tutti noi senza parole, ammutoliti.

 

Ho accettato la morte invece, l'anno scorso, un altro mio zio aveva un tumore, e mi ricordo i suoi ultimi giorni di vita, non poteva più parlare nè comunicare con noi, ma si vedeva che non aspettava altro che la morte lo venisse a prendere...soffriva troppo, credo che in quel caso la morte sia stato un "sollievo" per lui.

 

Infine, beh c'è stata la morte di mio padre, di quella non riesco ancora a farmene una ragione...a volte penso che sia solo un sogno, che mi sveglierò e lo vedrò ad armeggiare con il plastico dei trenini...saranno passati quasi 10 anni, ma purtroppo ha lasciato un segno così profondo in me che va ben oltre il dolore...

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dolcepensiero

Biologicamente la morte non esiste, è soltanto un cambiamento.

Certamente sarò cibo per i bianchi vermi, poi polvere, e infine atomi nell'aria dove ognuno mi respirerà senza accorgesene.

In un modo o nell'altro esisterò comunque, niente si crea e niente si distrugge.

Mi sento allo stesso livello di uno stelo d'erba o di una formica.

 

Non ho tanta paura di morire, perchè se l'anima non esistesse, allora tutti questi pensieri fatti da vivo sono frutto di interconessioni nel cervello. Non soffrirei per niente dopo la morte se sono soltanto un ammasso d'atomi.

 

Non ho paura perchè noi uomini vediamo soltanto il 5% di ciò che muore (o meglio di ciò che si "trasforma"), l'altrà materia non sappiamo cosa faccia, che cos'è.

Forse esiste davvero un qualcosa dopo. Il restante 95% cosa fa?

 

Se esisterebbe la fine assoluta, perchè la vita.

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L'idea della morte mi spaventa, perché si ha paura di quello che non si conosce.

La mia paura più grande, che potrebbe anche sembrare infantile, é quella di avere consapevolezza di essere morto dopo il mio trapasso, e di assistere al lento disfacimento del mio corpo.

Cosa c'é dopo la morte?

Non ne ho idea.

Se c'é un Paradiso io dico che non sarà mai un vero Paradiso se non ci saranno i miei cani ad attendermi.

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Diciamo che non ci penso spesso...ma cmq un po' di paura c'è!

Più che altro di ammalarmi gravemente e star male.. ;)

 

In ogni caso la scongiuro sempre con un po' di sarcasmo ed ironia...

L'ultima volta che sno andato a sciare,l'ovovia faceva strani rumori e ad un certo punto c siamo fermati...panico tra me e i miei 3 amici...io ho urlato: MORIREMO TUTTIIIIII!!!

e poi tutti giù...

...a ridere!! :asd:

 

ma si sno cagati sotto lo stesso :rotfl:

 

Cmq credo che ci sia un'altra vita dopo qsta :P

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Oh, la Morte (sono l'unico che l'ha scritta maiuscola?)...

Perchè parlarne? Nessuno può sapere; nessun vivo è mai morto.

Io per ora continuo a vivere, e spero che la Morte non mi interrompa niente di importante; spero di non accorgermene. Però ho paura: io non ci sarò più. Il mondo andrà avanti e io non ci sarò: non sarò lì ad ascoltare, vedere, provare sentimenti... E' mai possibile che all'improvviso cesso di estistere? Se l'istante che vivo ora è il ricordo dell'istante appena passato, non saprò mai di essere morto, perchè quando sarò morto non potrò ricordare... A meno che gli istanti non si fermino, ovvio.

Oddio, che ho scritto? :uhm: Si capisce?

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Non ricordo nulla di ciò che ero prima di nascere, nè ho particolari indizi che fossi qualcosa prima. Già la mia infanzia è immersa in una fastidiosa nebbia dalla quale comincia fumosamente la mia vita, non so proprio cosa mi aspetti il domani, quindi figuriamoci il dopodomani estremo.

Ho visto varie morti attorno a me, e ultimamente ho rischiato di vederne un'altra su una persona molto cara, ma siceramente non riesco a convincermi che debba esserci per forza qualcosa dopo.

Sarà un'educazione del tutto senza religione, una familiarità di lunga data con ospedali e medici o forse una paura immensa, ma la morte la vedo come l'inevitabile epilogo di questa esistenza.

Io credo che finirò nel momento in cui morirò; fine, stop, partita finita.

 

Le varie possibilità prospettate da religioni e filosofie sono interessantissime, e meritano il massimo rispetto (quantomeno perchè molte persone ripongono in esse speranze enormi) ma personalmente restano brillanti esempi di scuola.

 

Volendo ampliare un attimo la questione, è interessante notare come quando si parla di morte il discorso finisca spesso sul rapporto morte/aldilà e non sul rapporto morte/aldiqua. Io trovo molto più stimolante il secondo punto, in che modo la morte influenza la nostra vita oggi? Il nostro "prima di morire"?

In questa prospettiva ho sicuramente un'opinione più articolata e sentita (rispetto al problema del dopo). Infatti credo che la morte per molti versi dia senso alla mia vita; esattamente come una partita di un qualsiasi gioco diventerebbe noiosa e ripetitiva se durasse all'infinito, così io trovo che avere un termine doni a quest'esistenza un certo valore; dia ad ogni istante un senso in se stesso. Sono qui, già questo è stupendo.

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NorwegianWood
reincarnazione...ho detto tutto!! kiusa la questione! (potete anke kiudere il topic :rotfl:;) ahah )

Ok, chi si occupa di chiudere Lover in una vergine di ferro? :asd:

 

Comunque credo anch'io nella reincarnazione :P

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Io ho molta paura della morte... ho una paura folle! Non riesco ad immaginare cosa possa esserci dopo, molte volte mi chiedo come sia possibile che finisca così? Ho perso da poco mia nonna (viveva con me e quindi è stato un trauma per me vederla morire così in casa), ora penso spesso a cosa è potuta andare incontro... per me è un gran dilemma! :rotfl:

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Guest fucking

Siamo morti in veglia ad altri morti. Me lo ha sempre suggerito il quadro La mise au tombeau di Paul Delvaux. Andate a vedera la tela è di sicuro meglio delle mie parole.

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credo che la morte per molti versi dia senso alla mia vita; esattamente come una partita di un qualsiasi gioco diventerebbe noiosa e ripetitiva se durasse all'infinito' date=' così io trovo che avere un termine doni a quest'esistenza un certo valore; dia ad ogni istante un senso in se stesso. Sono qui, già questo è stupendo.[/quote']

Sì, la penso come te, su questo punto. In parte, questo modo di vedere le cose, il senso del bene dato dall'esistenza del male, c'entra anche con un'altra cosa... il parlare di Paradiso, mi ha fatto venire in mente una questione strana. Molte persone, pensano all'idea del Paradiso come a qualcosa di confortante, un'esistenza ultraterrena eterna fatta di gioia, in cui, in teoria, si dovrebbe raggiungere la perfezione e la completezza. Ora, per quanto mi riguarda, io mi trovo a sperare invece, che non esista. Quanto può essere appagante, un'esistenza fatta solo di luce? Che valore si può dare alla felicità, in una dimensione in cui non esiste altro che questa? Personalmente, ritengo molto più completa questa vita, fatta di bene e male che si danno ragione d'esistere a vicenda, piuttosto che un aldilà a cui mancherebbe il "lato oscuro" che dà senso alla gioia e all'esistenza.

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io non ho paura della morte in se.. ho paura di quello che ci può essere dopo... non credo ne nell'inferno ne nel paradiso... mi piace pensare alla rincarnazione...

ho paura anche di morire senza aver provato tutte le emozioni di questo mondo... quindi adesso come adesso voglio provare tutto quello che è umanamente possibile provare... poi posso anche morire....

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Ma anche se ci fosse la reincarnazione' date=' che senso avrebbe visto che non ricorederemo nulla di questa vita?[/quote']

 

con l'auito di medium esperti e' possibile ricordare....

io pero' credo che questo sia sbagliato, non so precisamente a cosa possa servire la reincarnazione, ma e' ancora piu' insensato che ci venga data la vita, si soffra, si lavori, si costruisce qualcosa, e poi si muore semplicemente. non ha senso tutto questo.

io credo che , grazie all'esperienza accumulata e alle buone azioni, la prossima esistenza potra' essere piu' agiata... penso quindi che nell'altra vita io ero mooolto cattivo!

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Per quanto riguarda la reincarnazione, penso che serva come un miglioramento inconscio...man mano che "viviamo" diventiamo migliori...fino ad accostarci alla perfezione...(mia visione un pò utopica).

Come dice nonaprite, la questione va analizzata anche dal lato opposto...

Come influenza la morte, la mia vita?

Io cerco di vivere tutto fino in fondo. Ogni sensazione, ogni cosa va assaporata nella sua più totale interezza...questo va fatto senza però venir divoarti dall'idea di morire.

 

In pratica vivo come se fosse l'ultimo giorno della mia vita, senza ignorare il futuro più remoto o senza vivere nel terrore.

 

Spero di essere chiaro é_è

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Non posso fare ameno di pensare ogni tanto alla morte. La paura che posso avere è data dal non sapere che cosa ci sia dopo, o meglio dal timore che NON ci sia nulla dopo!

Tendenzialmente comunque credo (e spero vivamente!) in un passaggio verso un altro livello di esistenza ma non per questo " magico" o "divino" inteso nel termine cattolico, bensì un mondo semplicemente diverso dal nostro che si basa su altri concetti fisici o energetici che a noi non son dati sapere perche' non abbiam strumenti a sufficienza. :)

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La morte è il silenzio che segue alla sferzata di una corda in tensione, evidentemente inadatta a sopportare il carico, o sfibrata da quel logorio che produce il lamento che è l'esistenza

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Guest fucking

Dovremmo rendere il pensiero della vita più degno di essere pensato, visto che c'è una vita prima della morte...ed è inconfutabile. Della morte si pensa nel momento in cui essa si vive.

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io penso che si ha paura della morte quando si ha paura di qualcosa che puoi non aver fatto o lasciato in sospeso e che hai paura di non completare o affrontare(es:gli obiettivi)

In fondo la morte é un passaggio in quanto lo spirito dell'uomo esiste.

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NorwegianWood
Ma anche se ci fosse la reincarnazione' date=' che senso avrebbe visto che non ricorederemo nulla di questa vita?[/quote']

Frammenti di ricordi, déjà-vu, sensazioni indefinite, volti ritornanti... amo pensare che siano proprio schegge (forse le più importanti, chissà) delle vite precedenti.

 

Però siamo OT. :sisi:

 

Tornando in tema, non so se il mio credere nella reincarnazione dia un senso diverso alla morte. Credo dia un significato più ampio all'idea di vita, più che altro. In fondo la morte - credendo in un aldilà - la vedrei ugualmente come un passaggio anche senza immaginare il giro di vite del samsara.

 

Più che altro, la morte è anche un capolinea, un momento in cui fare un bilancio. Se esiste una vita dopo la morte (come io credo) possiamo noi stessi trarne insegnamento, come nella Cicogna di Karen Blixen... e ancor più se ci aspetta un'altra occasione in un altro corpo, in un altro tempo ed un altro spazio.

 

Se invece la morte è la fine di tutto, allora quell'insegnamento lo trarranno gli altri. E noi, ai loro occhi, saremo ciò che siamo stati fino a quel momento. O, forse, proprio in quel momento.

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