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Matrimoni gay in Italia


Almadel

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C'è una diffidenza verso le unioni civili in Italia?

Mi sono reso conto che - a parte me e Capricorno - gli unici gay sposati del forum

lo hanno tutti fatto fuori dall'Italia (Spagna, Gran Bretagna, USA, Svizzera e Olanda),

in pratica quasi tutti i gay residenti all'estero (e l'unica lesbica del forum)...

Non vi sembra che ci sia una sproporzione? Qualcosa di tipicamente italiano?

Un problema di omofobia con le famiglie o un modo diverso di vivere le relazioni?

O c'è qualche bias di cui non mi rendo conto?

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42 minutes ago, Almadel said:

C'è una diffidenza verso le unioni civili in Italia?

No, macché. Il problema è da un lato la precarietà italiana e dall'altro che molti forumisti non hnanno una grande vita relazionale.

42 minutes ago, Almadel said:

O c'è qualche bias di cui non mi rendo conto?

Assenza di relazioni abbastanza consolidate da meritare una sanzione ufficiale a cui va aggiunta una vita piuttosto precaria che scoraggia simili progetti.

Tutto qua.

 

 

Edited by Bloodstar
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Quindi il fatto è che all'estero ci sia meno precarietà e più relazioni consolidate?

Perché in realtà a me l'unione civile è stata molto utile proprio per la situazione economica precaria...

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1 minute ago, Almadel said:

Quindi il fatto è che all'estero ci sia meno precarietà e più relazioni consolidate?

Le relazioni consolidate dipendono dalle persone forse meno dai problemi strutturali. Molti forumisti ( @LocoEmotivo su tutti, voglio tirargli 'sta stoccata, scusatemi) hanno molte relazioni ma non sembrano arrivare a maturare i presupposti per l'unione.

4 minutes ago, Almadel said:

Perché in realtà a me l'unione civile è stata molto utile proprio per la situazione economica precaria...

Perché voi siete fermi a Padova e te sei a carico di tuo marito (o almeno così credo). Per gente come me e il mio compagno, che abbiamo davanti un decennio di fluttuazioni e di peregrinazioni, non ha senso economicamente unirsi. Tanto chissà quando avremo una casa stabile dove vivere.

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1 hour ago, Almadel said:

Non vi sembra che ci sia una sproporzione? Qualcosa di tipicamente italiano?

Un problema di omofobia con le famiglie o un modo diverso di vivere le relazioni?

O c'è qualche bias di cui non mi rendo conto?

Non saprei, io in provincia già qualche anno fa ho conosciuto/incontrato qualche coppia gay unita civilmente, pure il fratello del macellaio del mio paese 😅 Credo piuttosto che la tua osservazione rilevi un diverso interesse per il gay forum da parte dell'utenza corrente; qui i forumisti residenti in Italia sono mediamente più giovani, approcciano il luogo virtuale con diverse aspettative.

Poi, che in Italia nonostante la legge Cirinnà ancora molte famiglie non palesemente omofobe fatichino ad accettare un figlio "sposato" con una persona dello stesso sesso lo credo anch'io, ma non so se sia una situazione tipicamente italiana o più o meno diffusa anche in altri Paesi.

Mi pare che mediamente in Italia sia più complicato per un ventenne andare a vivere da solo, e questo potrebbe in effetti "tardare" la maturazione gay...

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al netto del fatto che da un anno cmq i wedding planner stanno a fà la fame visto che nessuno si sposa, si cirinna o convola a nozze causa pandemia (e non è esattamente un dettaglio questo: che matrimonio sarebbe se non si può organizzare il mega pranzo da millantamila invitati e sestordici portate, specie al sud*?)

i motivi potrebbero essere tutti e nessuno: dalla precarietà economico-lavorativa dei giovani (e senza posto fisso non ti puoi certo accollà un mutuo per costruirti il nido d'ammore) che inevitabilmente rischia di diventare precarietà anche affettiva, perchè se vuoi convivere col tuo boy diventa quasi inevitabile andare a stare dalla suocera, all'eccessivo mammismo cronico di tanti gay

---

*chiariamoci subito: non voglio fare polemiche da padano anti meridionale fuori tempo massimo; anzi, quando m'è capitato di essere imvitato a matrimoni giù -anche gay- sono state feste meravigliose!

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davydenkovic90

Non ho capito bene il campione preso in esame.

Le unioni civili mi risulta che in Italia siano state, nei numeri assoluti e in proporzione rispetto ai matrimoni, simili agli altri paesi (e.g. la Spagna nel 2005) nei loro primi anni di approvazione della legge. E in generale che siano proporzionali ai matrimoni etero. (I.e.: i gay si sposano tanto quanto gli etero, anche se, ovviamente, i numeri assoluti sono di molto inferiori)

Anche su questo topic mi tocca ripetere che gli etero sono molto più interessanti.

Più che capire perché, per esempio, un forumista di 25 anni fidanzato da 2 o 3 anni non si sposa, a me piacerebbe capire perché non si sia sposata col padre di sua figlia la signora Giorgia Meloni, anche solo per sembrare più credibile visto che che poi va al congresso delle famiglie di Verona ed esordisce il suo bel discorsetto dicendo che la famiglia è basata sul matrimonio. Mistero della fede.

Edited by davydenkovic90
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3 minutes ago, davydenkovic90 said:

Anche su questo topic tocca mi tocca ripetere che gli etero sono molto più interessanti.

Però siamo sul Gayforum e dunque non si parla di questioni etero (che mi pare sia anche questa una tua battaglia).

4 minutes ago, davydenkovic90 said:

Non ho capito bene il campione preso in esame

Frequentatori del forum e amici di Almadel. Un campione assai poco significativo ma che potrebbe tenere viva una discussione.

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Non mi è chiara la questione "precarietà".

Noi viviamo in affitto e credo anche @blaabaer: mica abbiamo fatto mutui.

Loro addirittura si spostano da un Paese all'altro, a seconda delle offerte di lavoro.

Ne parlate come se il matrimonio fosse una spesa e non fosse invece un risparmio,

come fosse una cosa che solo i ricchi si possono permettere e non una serie di agevolazioni per i poveri.

In breve ne parlate come se dal matrimonio arrivassero anche i figli (quelli sì economicamente impegnativi),

ma - come sapete - non è questo il caso delle coppie gay.

 

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davydenkovic90

Forse ho letto male il topic.

Il campione non è chiaro e quasi per niente significativo, ok.

La "stranezza", o, per così dire, il problema (per cui si citano l'omofobia familiare e il diverso stile di vita) è che i gay italiani residenti all'estero si sposano all'estero e non nel paese d'origine?

Edited by davydenkovic90
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27 minutes ago, Bloodstar said:

Frequentatori del forum e amici di Almadel.

Pure fra i miei amici gay il matrimonio è popolare solo se uno dei due è straniero

e non per motivi di cittadinanza, visto che già avevano quella italiana (o non erano interessati).

Per questo suppongo sia un atteggiamento tipicamente italiano.

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1 minute ago, Almadel said:

Per questo suppongo sia un atteggiamento tipicamente italiano.

Forse perché in Italia è il matrimonio (eterosessuale dico) ad essere caricato di molti significati che altrove non ha...?

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16 minutes ago, Almadel said:

come fosse una cosa che solo i ricchi si possono permettere e non una serie di agevolazioni per i poveri.

Io ne parlo come una persona di classe media, forse medio-alta considerando il periodo. 

Per me sposarmi col mio ragazzo nel giro di 5-6 anni sarebbe solo una rogna. 

Non ci assicurerebbe di andare a vivere insieme (riducendo le spese), perché non possiamo sapere che strada prenderanno le nostre carriere lavorative. Entrambi abbiamo delle proprietà e questo potrebbe essere un bell'impiccio in caso di separazione.

Non vedo quali agevolazioni economiche o fiscali ci porterebbe, infine. Siamo troppo benestanti per avere dei sussidi (giustamente) ma troppo poveri per accrescere significativamente il patrimonio grazie alla politica matrimoniale (sfortunatamente).

Sinceramente on penso che la mia situazione sia tanto strana, no? Penso sia comune anche a molta gente che ha 10 anni più di me.

16 minutes ago, Almadel said:

Ne parlate come se il matrimonio fosse una spesa

E' soprattutto un vincolo, non una spesa. E in questa congiuntura i vincoli sono molto onerosi e spesso danno più grattacapi che vantaggi.

Edited by Bloodstar
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ragazzi, ripeto:

ADESSO non ha senso impelagarsi in questi discorsi, visto che di matrimoni, di qualsivoglia tipo di coppia, non se ne fanno causa pandemia.

i dati UFFICIALI -fino al 2019 compreso- dicono chiaramente che

51 minutes ago, davydenkovic90 said:

Le unioni civili mi risulta che in Italia siano state, nei numeri assoluti e in proporzione rispetto ai matrimoni, simili agli altri paesi (e.g. la Spagna nel 2005) nei loro primi anni di approvazione della legge. E in generale che siano proporzionali ai matrimoni etero. (I.e.: i gay si sposano tanto quanto gli etero, anche se, ovviamente, i numeri assoluti sono di molto inferiori)

Se poi a padova risultano diversi, il problema è di chi non sa guardare mai oltre il proprio ombelico, non dei numeri.

 

Riparliamone quando finiranno tutte le zone rosse, arancione scuro, gialle eccetera e ripartirà un po' tutto e tutti.

Secondo me, il trend resterà quello degli anni scorsi, ma staremo a vedere

Edited by freedog
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7 minutes ago, Bloodstar said:

Per me sposarmi col mio ragazzo nel giro di 5-6 anni sarebbe solo una rogna. 

Ah, voglio specificare: fossi etero e avessi una ragazza sarebbe identico. Completamente identico. Il mio problema è che ho 25 anni nel 2021 e non che sono gay.

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davydenkovic90

A meno che una non si chiami Gregoraci e a meno di condizioni particolari o scelte di vita che oggi sono abbastanza estreme tipo non lavorare oppure mollare un lavoro (una casa ecc..) per seguire il partner, il matrimonio non ha quasi mai impellenti motivazioni pratiche. Credo che abbia più valore simbolico, che a qualcuno può interessare e ad altri no, sia che viaggino continuamente per lavoro uno da una parte e uno dall'altra sia che abbiano l'appartamentino di proprietà da 10 anni col cane e le piante da annaffiare. E poi il discorso della precarietà vale anche per gli etero, quindi, se bisogna parlare di un fenomeno che, a detta dell'opener, è solo relativo ai gay, non ha senso tirarla in ballo. 

Non so chi siano i forumisti italiani residenti all'estero che si sono sposati all'estero (con partner italiano e dopo il 2016, suppongo, altrimenti non fanno testo) comunque risponderanno e racconteranno le loro motivazioni. Se qualcuno si riconosce:

3 hours ago, Almadel said:

a parte me e Capricorno - gli unici gay sposati del forum

lo hanno tutti fatto fuori dall'Italia (Spagna, Gran Bretagna, USA, Svizzera e Olanda),

in pratica quasi tutti i gay residenti all'estero (e l'unica lesbica del forum)...

 

Edited by davydenkovic90
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Questione che potrebbe avere mille risposte e mille cause. 

Io mi sono sposato perché altrimenti la relazione finiva li, nel senso che non mi avrebbero fatto vivere negli Stati Uniti. Nei paesi dove avevamo vissuto prima in un modo o nell'altro ce l'eravamo cavata entrambi ad ottenere il visto, ma era una situazione effettivamente precaria e rischiosa. Ora se ci volessimo spostare (e capiterà) sarà più semplice.

Sulla situazione italiana vedo ancora ostacoli vissuti da parte di gay: se vuoi sposarti devi dichiararti ( quantomeno a casa e sul lavoro) e secondo me ancora molti sentono il giudizio o la paura di una ritorsione da parte della società. 

Una volta parlavo con un amico con una relazione ultradecennale e mi chiedeva qual era l'utilità di sposarsi. Non vedeva un guadagno nel matrimonio a livello affettivo o dei diritti che acquisisci. Non saprei quanto questa spiegazione sia comune.

Direi anche che il matrimonio è in crisi in generale, anche tra gli etero è qualcosa che viene visto meno come una tappa fondamentale e obbligatoria della vita.

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Punto di vista strettamente personale, sicuramente già espresso in altri topic. 

Quali pro mi/ci darebbe un'unione? 

E quali contro? L'annullamento della fittizia libertà di andare avanti giorno per giorno non per giuramento fatto all'ordine costituito ma perché lo vogliamo noi. Il dover essere riconosciuto come parte di qualcosa (al di là di etero/omo), essere il "marito di..". 

Conoscendomi, da buon egocentrico, dopo una settimana finirebbe una relazione di anni poiché il chiodo dell'obbligatorietà martellerebbe così forte da doverlo estrarre. 

6 minutes ago, Bloodstar said:

Ah, voglio specificare: fossi etero e avessi una ragazza sarebbe identico. Completamente identico. Il mio problema è che ho 25 anni nel 2021 e non che sono gay.

Già, come ho scritto sopra è mettere sulla bilancia la propria indipendenza psicologica con i guadagni che uno potrebbe ottenere. Poiché l'unione non è un suggellare l'amore, questo è il classico retaggio. L'unione è un contratto e come tale deve portare vantaggi. 

Il matrimonio inoltre è un evento di gioia e merita rispetto . Sorrisi, lacrime, emozioni, esternazione di sentimenti. Mi rendo conto di non provare nulla di tutto ciò, non la ho provata neanche alla laurea, anzi mi sentivo letteralmente violato nel fatto che altri si congratulassero e paressero più felici di me. E mi dispiacevo anche di vedere gli altri, tutti in tiro, con l'alloro in testa, e non riuscire a provare un decimo della loro disgustosa gioia.  (OT necessario per spiegare il mio rispetto per qualcosa che si deve fare solo se si prova ). 

Non ho purtroppo neppure situazioni con cui confrontarmi : la coppia etero di miei amici "fighi" e storici convive senza volersi unire, le diverse coppie gay amiche non sono cirinnate, e l'unica coppia etero sposata rappresenta il modello standard "non sappiamo se è amore o sopportazione ma figliamo per stare uniti e diventiamo sempre più sciatti anno dopo anno". Fossero stati una coppia di bikers 50enni o tipo i Krisma mi avrebbero sicuramente dato punti di rivalutazione, ma tant'è. 

8 minutes ago, Micioch said:

Una volta parlavo con un amico con una relazione ultradecennale e mi chiedeva qual era l'utilità di sposarsi. Non vedeva un guadagno nel matrimonio a livello affettivo o dei diritti che acquisisci. Non saprei quanto questa spiegazione sia comune.

Leggo ora questo intervento, scritto mentre editavo. Direi che corrisponde al mio 😄

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11 minutes ago, Micioch said:

ma era una situazione effettivamente precaria e rischiosa

(Non ti avevo contato fra gli sposati negli USA, pensavo a @Bullfighter4)

Ecco questo dico.

Sono proprio le persone in situazioni precarie che hanno vantaggi a sposarsi.

Se avete un lavoro fisso entrambi e siete in salute, sposarvi è una scelta e non una necessità.

Quindi capisco se mi dite: "Abbiamo già abbastanza privilegi" ma non "C'è troppa precarietà"

perché è esattamente il contrario.

Edited by Almadel
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3 hours ago, Almadel said:

Mi sono reso conto che - a parte me e Capricorno - gli unici gay sposati del forum

lo hanno tutti fatto fuori dall'Italia (Spagna, Gran Bretagna, USA, Svizzera e Olanda),

in pratica quasi tutti i gay residenti all'estero (e l'unica lesbica del forum)...

 

A unirsi civilmente in Italia sono per lo più uomini non proprio giovani, specialmente se li si paragona agli uomini etero, la fascia d’età più frequente per gli uomini che si uniscono è quella dei 45-49

https://www.istat.it/it/files//2021/02/Report-matrimoni-unioni-civili-separazioni-divorzi_anno-2019.pdf
 

Mi sembra che sia Micioch che Blaabaer siano giovani e per lavoro/ammore siano all’estero

Cioè non so gli altri chi siano (Spagna, Uk ecc), ma se sono casi simili ai loro... cioè persone giovani, istruite e che studiano o vivono all’estero con un partner non italiano, non mi meraviglia più di tanto 

 

 

Edited by metalheart
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2 minutes ago, Almadel said:

Sono proprio le persone in situazioni precarie che hanno vantaggi a sposarsi.

Se avete un lavoro fisso entrambi e siete in salute, sposarvi è una scelta e non una necessità.

Secondo me chiunque vada a leggere la legge potrebbe trovare un vantaggio nel farlo. Sicuramente se vivi una situazione precaria la necessità diventa più impellente. 

4 minutes ago, metalheart said:

La fascia d’età più frequente per gli uomini che si uniscono è quella dei 45-49

Effettivamente di cirinnato che conosco in Italia è più in là con l'età. Oltre a questo sono molto out e se ne strasbattono di quel che la società/ il vicino di casa/ etc. pensa

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Non so a me sembra semplicemente che si tratti di coppie internazionali che risiedono stabilmente fuori dall’Italia e dove il componente italiano cerca di tenere un contatto con la comunità gay italiana e con l’Italia attraverso questo forum, proprio @blaabaer e @Micioch l’avevano anche reso esplicito no?

È un trend più legato al forum che alle coppie omosessuali italiane imho

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davydenkovic90
37 minutes ago, Micioch said:

Sulla situazione italiana vedo ancora ostacoli vissuti da parte di gay: se vuoi sposarti devi dichiararti ( quantomeno a casa e sul lavoro) e secondo me ancora molti sentono il giudizio o la paura di una ritorsione da parte della società. 

Questa mi sembra un'analisi un po' semplicistica. Se uno ha una relazione importante ed è sul punto di sposarsi, in un modo o nell'altro, avrà già superato i problemi di coming out e di omofobia ambiente. 

Il matrimonio è ormai un atto prevalentemente simbolico, specialmente quando non ci sono figli e in una società come quella attuale dove i singoli sono tenuti a lavorare e a provvedere alla propria indipendenza economica. Simbolico non vuol dire "da poco", anzi, io direi che è un rito di passaggio sia personale che per la coppia (o almeno, io lo intendo così) molto importante.

Sul topic, mi sembrano teorie inconsistenti anche perché mi si cita un bullfighter che è più americano che italiano e che ha un marito americano. E quindi bias a go go.

Edited by davydenkovic90
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4 minutes ago, davydenkovic90 said:

Il matrimonio è ormai un atto più simbolico che altro, specialmente in una società come quella attuale dove tutti sono tenuti a provvedere alla propria indipendenza economica e materiale

Assolutamente no, specie se parliamo di matrimoni e non di unioni civili lol è tutto fuorché un atto puramente simbolico

Edited by metalheart
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27 minutes ago, Almadel said:

Quindi capisco se mi dite: "Abbiamo già abbastanza privilegi" ma non "C'è troppa precarietà"

Da giovane laureato proprietario di immobile, la precarietà per me è il non avere contratti di lavoro lunghi e non poter realisticamente risiedere a lungo nello stesso posto ma dover inseguire sempre il lavoro in giro. 

Se non posso vivere col mio ragazzo, se non c'è nessuna stabilizzazione da sugellare, quale è la necessità di unirsi civilmente? A parte avere l'ansia ora e possibili grattacapi nel momento in cui ci lasceremo, ovviamente.

Ripeto @Almadel, i tuoi bias sono legati all'età, alla tua stabilità padovana, al non essere inserito nel mercato del lavoro e al non avere le competenze per fare un lavoro qualificato. 

37 minutes ago, Ghost77 said:

Sorrisi, lacrime, emozioni, esternazione di sentimenti. Mi rendo conto di non provare nulla di tutto ciò, non la ho provata neanche alla laurea, anzi mi sentivo letteralmente violato nel fatto che altri si congratulassero e paressero più felici di me. E mi dispiacevo anche di vedere gli altri, tutti in tiro, con l'alloro in testa, e non riuscire a provare un decimo della loro disgustosa gioia.  (OT necessario per spiegare il mio rispetto per qualcosa che si deve fare solo se si prova ). 

(hai tutto il mio appoggio)

 

12 minutes ago, davydenkovic90 said:

Simbolico non vuol dire "da poco", anzi, io direi che è un rito di passaggio sia personale che per la coppia

Esatto, qui sta il punto. Il rito di passaggio deve sancire qualcosa, se la mia vita è precaria prima come dopo quale cambiamento bisogna certificare?

Se ci metti che non ti piace festeggiare, allora sposarsi diventa veramente una rottura di palle accessoria.

Se ne riparla quando ci sarà aria di reversibilità della pensione, insomma.

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Sono con @Bloodstar, direi

Per il resto seguo, anche se non conosco bene gli utenti del forum (anzi) e non conosco affatto gli amici di Almadel

1 hour ago, Almadel said:

Sono proprio le persone in situazioni precarie che hanno vantaggi a sposarsi.

Se avete un lavoro fisso entrambi e siete in salute, sposarvi è una scelta e non una necessità.

La precarietà è un impedimento a raggiungere una propria maturità e stabilità personale, che naturalmente si ripercuote sulla coppia la quale secondo me 'fatica' a consolidarsi e arrivare all'unione; io, ad esempio, mai e poi mai mi sposerei con il mio compagno, perché lui è risolto e tranquillo ma io proprio per nulla. 

Edited by Rocco88
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32 minutes ago, davydenkovic90 said:

Questa mi sembra un'analisi un po' semplicistica. Se uno ha una relazione importante ed è sul punto di sposarsi, in un modo o nell'altro, avrà già superato i problemi di coming out e di omofobia ambiente.

Mi sono spiegato male, il coming out e la pressione sociale hanno ancora un ruolo importante nel vissuto del gay italiano. C'è stato un miglioramento, ma vedo ancora una percentuale più alta in Italia di chi vive la propria omosessualità solo in privato. Vedi solamente la percentuale di torsi come immagine di profilo nelle chat.

Comunque l'analisi di Almadel credo sia possibile solo in comparazione all' estero. Ho vissuto in posti migliori e posti peggiori che della realtà Italiana per quanto riguarda i diritti gay. Nei posti migliori ho incontrato più gay dichiarati e più coppie sposate che in Italia a parità di diritti. Devo dire che però all'estero ho notato una maggiore importanza data al matrimonio dalla società e dagli individui.

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7 minutes ago, Bloodstar said:

Se non posso vivere col mio ragazzo, se non c'è nessuna stabilizzazione da sugellare, quale è la necessità di unirsi civilmente?

Beh, magari tu non avresti alcun vantaggio.

O forse le preoccupazioni per un divorzio superano i vantaggi che avresti.

Solo che a fronte di piccoli-medi-grandi vantaggi che ho avuto io, non siamo incappati in nessuno svantaggio.

In cambio di svariati vantaggi fiscali e assicurativi ho solo dovuto spostare la residenza in una casa in cui già abitavo da più di dieci anni.

 

Ho solo notato che fuori dall'Italia l'idea del matrimonio non genera tutta questa ansia.

Ripensando a tutto il mio scetticismo passato sulla questione, mi sono dovuto chiedere a cosa fosse dovuto.

Anche tu incomprensibilmente stai reagendo giustificandoti,

nonostante a 25 anni sarebbe più strano che tu fossi sposato rispetto al fatto che tu non lo sia (io mi sono sposato a 40).

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davydenkovic90

@metalheart Ho scritto prevalentemente simbolico, non puramente. Non è colpa mia se non sai neanche leggere, oltre che ragionare coi piedi come di solito fai.

Parlavo della diatriba di cui sopra (e cioè di un utente che diceva che il matrimonio per lui ha senso solo quando si ha una situazione lavorativa stabile e dell'altro che gli rispondeva che è proprio il contrario)

La maggior parte delle persone, oggi,  ragiona nell'ottica di rendersi indipendente, non di sposarsi e di creare una famiglia in cui uno sta a casa e fa il casalingo e tiene i figli e l'altro porta lo stipendio. 

E in virtù di questo nuovo assetto sociale, per qualcuno il matrimonio può non avere alcun senso, così come per altri può avere un valore solo simbolico.

Edited by davydenkovic90
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4 hours ago, Almadel said:

Non vi sembra che ci sia una sproporzione? Qualcosa di tipicamente italiano?

Un problema di omofobia con le famiglie o un modo diverso di vivere le relazioni?

Non ho i dati alla mano. Bisognerebbe guardare l'andamento nel tempo, sia in Italia che all'estero, sia per le unioni eterosessuali che per quelle omosessuali.

Quando mi sposai il mio capo, che purtroppo non poté venire alla cerimonia, fece un'osservazione che era all'incirca "oh ma vi sposate solo voi gay? C'è un motivo?" perché eravamo la terza coppia di cui aveva notizia in pochi mesi. Ma queste ovviamente sono solo chiacchiere.

Se vogliamo guardare al forum, non so che conclusioni trarne. Come dice sopra @davydenkovic90, mi pare un campione un po' sballato sinceramente. Non saprei dire esattamente in cosa, però.

3 hours ago, Bloodstar said:

una vita piuttosto precaria che scoraggia simili progetti.

3 hours ago, Bloodstar said:

Per gente come me e il mio compagno, che abbiamo davanti un decennio di fluttuazioni e di peregrinazioni, non ha senso economicamente unirsi. Tanto chissà quando avremo una casa stabile dove vivere.

1 hour ago, Bloodstar said:

Non ci assicurerebbe di andare a vivere insieme (riducendo le spese), perché non possiamo sapere che strada prenderanno le nostre carriere lavorative. Entrambi abbiamo delle proprietà e questo potrebbe essere un bell'impiccio in caso di separazione.

Non vedo quali agevolazioni economiche o fiscali ci porterebbe, infine. Siamo troppo benestanti per avere dei sussidi (giustamente) ma troppo poveri per accrescere significativamente il patrimonio grazie alla politica matrimoniale (sfortunatamente).

Per noi era il contrario: quando abbiamo cominciato ad organizzare il matrimonio (nell'atto pratico di mandare la richiesta di tali documenti alle varie ambasciate), vivevamo già da due anni. E abbiamo deciso di farlo principalmente per motivi pratici.

I nostri progetti di vita, seppure non chiarissimi, includevano - e includono - il carosello del precariato universitario: dottorato, post-doc un anno qua e due là, trasferirsi un sacco, fare curriculum fino a trovare (molto ottimisticamente) il sacro graal del posto fisso. Questo vuol dire che già ci aspettavamo, a meno di non avere un culo astronomico, di dover passare dei periodi in cui solo uno di noi avrebbe contribuito alle entrate familiari: come infatti è successo. Essere sposati fa tutta la differenza del mondo dal punto di vista fiscale. Diverse questioni che non sarebbero state automatiche si sono risolte un po' più agevolmente anche per il trasloco (nb vivevamo fuori dall'UE), registrazione, residenza, salute, poi puoi andare a finire (tipo ora!) in Paesi dove solo uno di noi sa parlare la lingua locale: è importante avere un next of kin "ufficiale" e automatico nel caso succeda qualcosa di spiacevole. Per dirne una, se non fossimo sposati e io fossi rimasto in Norvegia, ora mio marito non potrebbe nemmeno visitarmi.

Dunque, pur sapendo di essere un po' precoci, abbiamo deciso di sposarci in uno degli ultimi momenti di "stabilità": ossia in un momento in cui percepivamo entrambi uno stipendio, ce la cavavamo bene dal punto di vista economico, avevamo tutte le carte a posto e non molto altro da fare. Provare a farlo adesso sarebbe impossibile. A distanza di anni posso confermare che la scelta è stata azzeccatissima.

1 hour ago, Almadel said:

Noi viviamo in affitto e credo anche @blaabaer: mica abbiamo fatto mutui.

Loro addirittura si spostano da un Paese all'altro, a seconda delle offerte di lavoro.

Ne parlate come se il matrimonio fosse una spesa e non fosse invece un risparmio,

come fosse una cosa che solo i ricchi si possono permettere e non una serie di agevolazioni per i poveri.

ecco esatto

1 hour ago, schopy said:

Forse perché in Italia è il matrimonio (eterosessuale dico) ad essere caricato di molti significati che altrove non ha...?

Lo dico: può darsi.

Può anche darsi che semplicemente all'estero - nei Paesi dove è possibile sposarsi - gli omosessuali siano in percentuale più dichiarati che in Italia, ci sia meno discriminazione, eccetera, e dunque un terreno più fertile per instaurare delle relazioni che poi finiscono per essere non solo stabili ma anche in un certo senso "pubbliche" (non nel senso di non occulte, ma proprio di ufficiali)

Non so se mi spiego

1 hour ago, Bloodstar said:

i vincoli sono molto onerosi

è chiaro che: pur mettendo in conto che tutto può succedere, se ti sposi lo fai con qualcuno con cui hai intenzione di condividere un certo tipo di percorso

Cioè non lo pianifichi con qualcuno già pensando all'eventualità di separarti da lui; se lo fai ha senso farlo in un momento in cui è chiaro che una cosa del genere non accadrà (a meno di cataclismi)

1 hour ago, davydenkovic90 said:

 il matrimonio non ha quasi mai impellenti motivazioni pratiche. Credo che abbia più valore simbolico,

42 minutes ago, davydenkovic90 said:

Simbolico non vuol dire "da poco", anzi, io direi che è un rito di passaggio sia personale che per la coppia

mmmmh. Non sono d'accordo sul fatto che non abbia impellenti motivazioni pratiche - vedi sopra.

Sul fatto che abbia un valore "simbolico", la vedo forse con una sfumatura diversa. In un certo senso, sì, tantissimo. Per esempio, c'è una sottile differenza tra il chiedere (ipoteticamente) al mio capo

"ho bisogno di uscire un'ora prima, devo andare a prendere la mia fidanzata all'aeroporto", e
"ho bisogno di uscire un'ora prima, devo andare a prendere mia moglie all'aeroporto".

C'è sicuramente un certo salto di status, nella percezione altrui della coppia in certe situazioni

Quindi più che "simbolico" direi "sociale"

1 hour ago, Ghost77 said:

L'annullamento della fittizia libertà di andare avanti giorno per giorno non per giuramento fatto all'ordine costituito ma perché lo vogliamo noi.

[...] la propria indipendenza psicologica

Per me è dire:

io e il mio compagno siamo già una famiglia prima del matrimonio: costituiamo un'unità e ci prendiamo cura l'uno dell'altro.

Lo Stato può rendere ufficiale questo tipo di accordo, che già esiste tra me e il mio compagno, e darci degli ulteriori strumenti per prenderci cura l'uno dell'altro

Dunque ci sposiamo

1 hour ago, metalheart said:

Mi sembra che sia Micioch che Blaabaer siano giovani

sempre giovani, sempre!

1 minute ago, davydenkovic90 said:

La maggior parte delle persone, oggi,  ragiona nell'ottica di rendersi indipendente, non di sposarsi e di creare una famiglia in cui

Ok qui ci sono delle considerazioni più generali da fare in merito es. al mercato del lavoro (e ai diritti dei lavoratori)
Quello che dici secondo me è molto vero, e probabilmente è così perché per molti è l'unica possibilità

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