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Genitori che minacciano il suicidio?


Renton

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Ma da quando il "cis medio" è un cis gay?

Chi è che fa vittimismo qui onestamente?

E da quando artifizi retorici tipo

5 minutes ago, davydenkovic90 said:

Peraltro tutte cose dette dopo aver strumentalizzato (spero vivamente strumentalizzato e non frainteso, altrimenti siete gravi)

funzionano?

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ma che risposta è lol
scusate mi manca l'eleganza
fa probabilmente parte del repertorio di quelle

21 minutes ago, davydenkovic90 said:

due o tre nozioni di cui alcuni utenti sembrano essere del tutto sprovvisti.

cioè è il 2021 per tutti stiamo calmini

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AndrejMolov89
44 minutes ago, davydenkovic90 said:

Forse è il caso di mettere in chiaro due o tre nozioni di cui alcuni utenti sembrano essere del tutto sprovvisti.

Esistono due tipi di trollaggio:

1) non rispettare il regolamento, e quindi offendere altri utenti , fare flame, ecc. 

2) entrare in un forum tematico, approfittandosi del fatto che raggruppi persone di una certa categoria, per esprimere opinioni legittime, ma in contrasto con quella categoria. Ad esempio, se io vado sul forum delle ricette vegane a dire quanto sono buone le bistecche di maiale, non sto offendendo nessuno, ma sto trollando e forse non dovrei farlo.

Gli utenti che scrivono, su Gay-Forum, che i gay sono misogini  (metalheart), che i cis gay sono transfobici (renton) che il gay che fa coming out non provoca le obiezioni dei genitori (renton), che i gay fanno vita facile perché hanno a che fare con le donne (mynameismike & altri), e potrei continuare all'infinito - peraltro tutte cose dette dopo aver strumentalizzato (spero vivamente che abbiano strumentalizzato e non frainteso) quello che altri volevano dire, e a nulla sono valse le spiegazioni - vogliono trollare, non confrontarsi.

Qui credo che vi sia un esagerazione. Renton, magari, fa delle affermazioni su cui non si é d´accordo, ma non mi pare che le usi come premessa dogmatica. Siamo qua anche per discutere i nostri rispettivi limiti. Mi pare piu´ che nella norma di ogni forum. Ed in un certo senso, quasi paradossalmente rientri in tutte e due la categorie visto il tuo storico, lol.
Il CO é duro per tutti, ma si potrebbe dire che vi sono delle sfumature di merda. Per esempio, é difficile per un/ a trans vivere una doppia vita in casa e vi é un ulteriore strato di dipendenza. Questo non significa che bisognerebbe sottuvalutare la portata del CO in ambito LGBA. Pero´mi riserbo di dare una minima ragione a Renton su questo punto. D´altro canto, é anche facile scadere nella misura della sfiga piu´ lunga, ma anche qui, si é qui per discutere, mantenere le posizioni e cambiarle senza darlo a vedere.

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1 minute ago, AndrejMolov89 said:

Pero´mi riserbo di dare una minima ragione a Renton su questo punto

Ma a dire il vero non intendevo neanche quello, dicevo che in questo caso c'è in più il fattore "prospettiva della transizione", che può facilmente spingere il parentame a mettere in atto strategie specifiche di manipolazione mirate a "dissuaderti" da questa; che potrebbe essere una spiegazione alle minacce di suicidio nello specifico, insomma. "Ti ricatto così non lo fai". Obbiettivamente sono due situazioni diverse, credo sia una questione oggettiva... a meno che uno non intenda rimanere non-med, nel qual caso farebbe appunto CO sulla sua identità e basta  e non dovrebbe anche far accettare la transizione.

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davydenkovic90
2 hours ago, freedog said:

con tutto il rispetto che si deve ad una che ci metteva la faccia quando non andava molto di moda farlo,

la Maurizia sta talmente fulminata (e/o fumata) che ormai manco sto più a sentire quello che dice

Può darsi, comunque lo dice e non è una cosa pericolosa, in fin dei conti, perché lo dice riferendosi a se stessa  e solamente per fare show con una parola forte, che fa più effetto di altre.  La Tarantina, intervistata peraltro a più riprese in contesti lgbt, non ama la parola "trans", e chi la ascolta capisce dove vuole arrivare, capisce che chi sta parlando è una ultraottantenne (oggi) scappata di casa a 12 anni da un paese della puglia senza neanche la luce elettrica, per arrivare a Napoli ed essere accolta in una realtà che usava il termine "fummuné" e non "trans" per indicarla.

Non è detto che chi non usa bene la terminologia contemporanea - inclusiva, rispettosa, politicamente corretta, giusta - sia per forza omofobo, transfobico, "cis medio", e quant'altro. Magari sbaglia come potrebbe sbagliare un congiuntivo o come dire "bidella" al posto di "personale ATA". Deve sicuramente essere corretto, ma non è lì che si gioca il tema importante in ballo, ossia il rapporto tra genitore e figlio lgbt.

Sconsiglio, ma queste sono opinioni mie e potrebbero non valere in casi di tipologie di genitori che non contemplo, di affrontare il coming out partendo da battibecchi sul lessico, specie se Renton li fa iniziare e procedere  nello stesso modo in cui discute qui sul forum. Così come sconsiglio di rendersi prima indipendenti e poi fare CO, perché non si sa quanto tempo potrebbe passare e non è sano subordinare un problema all'altro. In generale non consiglio di far passare troppo tempo tra accettazione e coming out, le doppie e triple vite a vent'anni non credo abbiano mai fatto del gran bene a nessuno. Meglio trovare un po' di coraggio, dirlo chiaramente, come se fosse un investimento a lungo termine (cosa scritta  già da Almadel, mi pare).  Andar via da casa deve servire più per fare nuove esperienze, non per farsi complici di una famiglia omofoba andando a fare le cosacce là dove nessuno li conosce. (non è giusto che, per un etero, sia normale presentare la fidanzata ai familiari, mentre per un gay sia normale ripudiare il padre e la madre e non farsi mai più vedere: se uno odia la famiglia, che sia etero o gay, va bene. Ma se uno è affezionato ai familiari, etero o gay, deve avere tutte le possibilità di vivere sereno anche nel paesino sperduto dov'è nato, quando magari vi fa ritorno per le le festività).

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1 hour ago, metalheart said:

o in alternativa di non vedere più la progenie che non si merita

Se la progenie può mantenersi sono pure d'accordo...andare sotto un ponte perché si è voluto fare coming out anche no, molto eroico ma poco pratico.

Secondo me il modo in cui si fa coming out influenza in parte non trascurabile la reazione dei genitori.

2 hours ago, Krad77 said:

Piccola nota: in psicologia rimozione e negazione sono meccanismi di difesa e in quanto tali inconsci

Certo, non sono dinamiche premeditate.

Edited by schopy
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3 hours ago, Renton said:

Secondo me non è proprio la stessa cosa di dover dire di essere gay perché il dire che vuoi iniziare una terapia ormonale solleva tutta un'altra serie di obiezioni, del tipo ma non ti basta vestirti così e tenerti i capelli corti? Vuoi per forza fare la terapia? Non puoi fare una via di mezzo? Tipo come è successa a una mia conoscente a cui hanno detto: ma non puoi accontentarti di travestirti di notte e basta?

Mentre invece quando dici che sei gay Cosa vuoi obiettare. Non so forse al massimo qualcuno potrebbe arrivare a chiedere al figlio gay di tenere nascoste le sue relazioni per una questione di immagine

Non è esattamente la stessa cosa?

Che differenza c'è tra "Non ti basta tenere i capelli corti" e "Non ti basta farlo di nascosto"?

Quello che a te sembra vantaggioso della condizione dei gay cis

è che nessuno (tranne mamma il primo mese, quando ti dice che è una fase o colpa delle cattive compagnie)

mette in dubbio che tu lo sia veramente.

Il problema del gay medio è accettare di essere gay dopo che per anni i bulli ti hanno chiamato gay:

lo sforzo non sta nel convincerli che sei così, ma nel convincerti che i bulli (almeno nel tuo caso) avevano ragione.

 

 

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3 hours ago, schopy said:

 

Probabilmente i tuoi genitori ti avranno accettato con facilità, ma se per qualcun'altro la cosa è più complessa mica si può sempre risolvere decidendo di tagliare i ponti con la famiglia...è un'opzione, ma non lo vedo come un percorso obbligato.

Mia madre non ha mai fatto una piega, mio padre invece, ha provato a fare melodrammi e si è preso un vaffanculo da me, ma sopratutto da mia mamma. 
Non ci sono percorsi obbligati, ognuno decide come migliorare o peggiorare la propria vita. Ho sempre pensato che in situazioni complicate sia meglio aspettare prima di esporsi. Io non biasimo affatto adolescenti e giovanissimi che ingoiano i rospi, ma mi fanno ridere quelli che a 25, 30, 40 anni e oltre ancora fanno i giochetti del “ lo sanno ma in famiglia siamo discreti e non se ne parla”. Perché significa non parlare di se, dei propri amici, delle proprie vacanze, del proprio partner, etc. Se la gente vuole vivere da coniglio tutta la vita, che almeno non cerchi di convincere anche gli altri a farlo. Senza offesa per i conigli che sono così morbidosi ( e buonissimi al forno).

16 minutes ago, schopy said:

Se la progenie può mantenersi sono pure d'accordo...andare sotto un ponte perché si è voluto fare coming out anche no, molto eroico ma poco pratico.

Non ho mai sentito di qualcuno che abbia fatto coming out con l’obiettivo di finire a vivere sotto un ponte. Normalmente e’ la conseguenza, non il fine.

40 minutes ago, davydenkovic90 said:

Così come sconsiglio di rendersi prima indipendenti e poi fare CO, perché non si sa quanto tempo potrebbe passare e non è sano subordinare un problema all'altro. In generale non consiglio di far passare troppo tempo tra accettazione e coming out, le doppie e triple vite a vent'anni non credo abbiano mai fatto del gran bene a nessuno.

Vallo a raccontare a chi è stato buttato fuori di casa quando ha lo ha detto ai genitori, o, ancora di più, quando qualcun altro gli ha fatto outing. 
Ci sono storie veramente drammatiche di migliaia di giovanissimi che finiscono per strada ogni anno, non semplifichiamo troppo...

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7 minutes ago, Almadel said:

Quello che a te sembra vantaggioso della condizione dei gay cis è che nessuno mette in dubbio che tu lo sia veramente.

Va be' tu mi conosci quindi sai che la prospettiva dell'invalidazione mi condiziona in vari modi. Però in questo caso mi riferivo al fatto che la prospettiva di: vederti cambiare fisicamente in modo drastico (e irreversibile), andare sotto i ferri, cambiare nome, ecc... è una cosa che terrorizza a un livello più profondo, è più difficile da accettare. Quindi si innesca tutta una serie di drammi che sono diversi. 

15 minutes ago, Almadel said:

Non è esattamente la stessa cosa?

Che differenza c'è tra "Non ti basta tenere i capelli corti" e "Non ti basta farlo di nascosto"?

In entrambi i casi c'è la preoccupazione di mantenere le apparenze, questo è sicuramente uguale, per questo ho messo le due cose a paragone.

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5 minutes ago, Renton said:

Quindi si innesca tutta una serie di drammi che sono diversi.

E che per un trans spariscono in un paio d'anni di TOS

mentre un gay viene pestato pure dopo 40 anni dal coming out 🙂

Non mi sembra proprio il caso di fare paragoni.

Nella vita avrai sicuramente molti più problemi quando avrai la barba e starai con un maschio

di quanti ne avrai per il breve periodo in cui aspetti di avere la barba;

per quanto ora questo sia un problema decisamente più impellente per te.

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15 minutes ago, Almadel said:

Non mi sembra proprio il caso di fare paragoni

Guarda 

Io stavo parlando del coming out e delle conseguenti reazioni

Non stavo facendo una gara e questa polemica la trovo stupida

Ma già che si è deciso di insistere su questo

Hai ragione, le due situazioni non sono paragonabili neanche per scherzo

Ps. Io sto su questo forum perché sono bisex, ergo posso avere relazioni gay. Non sono un esterno

Edited by Renton
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1 minute ago, Renton said:

Io stavo parlando del coming out e delle conseguenti reazioni

Per me le "conseguenti reazioni" sono durate quattordici anni,

da quando lo hanno saputo a quando mio padre mi ha parlato di nuovo.

(Nel frattempo mia madre purtroppo mi ha parlato: per dire stronzate, ovviamente).

 

Mia madre invece di suicidarsi - come sarebbe stato opportuno -

ha deciso di affidarsi a una psicologa iper-cattolica che le ha rubato un sacco di soldi

e che le ha proposto di ESORCIZZARMI. Giuro. Immagina le risate.

Per fortuna quella merda umana era la stessa psicologa della sorella di Zan e l'abbiamo diffidata all'albo.P

Mio padre invece di suicidarsi - come avrebbe dovuto - mi ha preso a calci durante una crisi epilettica,

dovuta al fatto che non riuscivo davvero più a sopportarli e stavo distruggendo la casa.

Non senza aver prima minacciato mio padre con un coltello da cucina perché la smettesse di umiliarmi.

 

Voi sperate che tutto si sistemi senza fare nulla.

Senza neanche una mezza crisi, senza un attacco di panico,

senza dormire per strada neanche una notte; senza le botte, gli insulti,

le minacce, i servizi sociali, la camicia di forza, le manifestazioni.

 

Se avete dei genitori di merda: o reagite o scappate. "Subire" non è proprio una possibilità

A trent'anni di quello che pensano i vostri genitori non dovrebbe fregarvene UN CAZZO.

Tanto loro vi accettanno solo DOPO che li avete presi a calci in culo e non prima.

PRIMA devo cagarsi addosso all'idea di avervi persi per sempre e poi vi accetteranno.

 

@Renton, guardati attorno. La tua adolescenza è finita da un pezzo.

Qualunque cosa ti dica mammina merita solo un "porcamadonna" di risposta.

Ovvio che andrà fuori di testa e tu anche peggio: le devi proprio ruttare in faccia.

 

Ma come fate a dire che il "dialogo" sia la soluzione a tutti i problemi di coppia

quando vi guardate bene dall'avere un dialogo coi vostri genitori?

Tu sembri un adolescente, ma non lo sei: sei un uomo fatto e finito.

Vuoi che ti dica che andrà tutto bene? No, sarà una vera merda.

Ti dico solo che devi reagire e te lo dico perché so che andrà male.

 

 

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37 minutes ago, Almadel said:

Ti dico solo che devi reagire e te lo dico perché so che andrà male.

Appoggio il discorso "motivazionale", ma non ho capito se me lo stai dicendo perché ritieni sia passato troppo da quando io ho capito di dover fare la terapia ad oggi? Perché a me in realtà non sembra che sia passato tanto. 

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Come non dare ragione ad Almadel? Certi genitori fanno semplicemente schifo. Non capisco perché sia un tabù per molti accettare il fatto che non tutti i genitori vogliono il meglio per i propri figli. 

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@AndrejMolov89 credo ci abbia menzionati funzionalmente al discorso motivazionale che faceva a Renton.

Comunque @Renton se non sono indiscreto, tu ora vivi stabilmente dai tuoi? Economicamente dipendi da loro? Non che sia dirimente, tu il discorso comunque lo devi affrontare 😉

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On 1/17/2021 at 2:20 PM, Renton said:

i vostri genitori vi hanno mai più o meno velatamente accusati di averli spinti a pensare a suicidio a causa del vostro coming out?

No, mai. Questo mi manca.

On 1/17/2021 at 2:33 PM, Renton said:

sono solo manipolazioni emotive pesantissime

Ovvero, le basi fondanti della Famiglia Tradizionale™.

On 1/17/2021 at 7:16 PM, Bullfighter4 said:

Ma come fate a tenere i rapporti stretti con genitori così?

Una cosa che mi chiedo sempre anch'io quando leggo di storie sofferte ma comunque portate avanti.

Io ho praticamente chiuso i rapporti con mia madre per tutta una serie di fattori, tra cui la mai digerita omosessualità del figlio: se lei non è in grado di accertarmi e di essere felice con me e per me, allora si fottesse.

On 1/17/2021 at 9:27 PM, Renton said:

Ma io di base non capisco perché uno deve piangere o comportarsi come se fosse capitata una disgrazia

Perché, per un genitore con questa impostazione, è effettivamente una disgrazia.

Primo, perché non ti considera nella tua individualità ma come un suo prolungamento (e quindi la tua omosessualità è come se fosse sua); secondo, perché questa fallata percezione di sé e di te lo porterà ad aver paura del giudizio altrui (parenti, amici, società); terzo, perché vai a scombinargli i piani futuri che ha fatto sul culo tuo (nipotini, matrimonio in chiesa e dintorni); insomma, di ragioni ce ne sono veramente tante.

Quando impareremo che l'educazione dovrebbe essere reciproca e paritaria e non gerarchica e unidirezionale, sarà un gran momento.

On 1/17/2021 at 9:50 PM, Renton said:

pensano tu sia venuto su storto

Quando il problema, invece, è che stai sempre dritto 🤭

On 1/17/2021 at 10:10 PM, PiNKs said:

mia madre era giusto preoccupata che la società non fosse pronta

Un altro grande classico, tirare in ballo figure esterne (e sempre dotate di maggior autorità) perché non si è in grado di esporsi in prima persona: chi ti ama ti appoggia, punto.

On 1/17/2021 at 10:31 PM, Bloodstar said:

Aveva (forse ancora ha) paura che io, in quanto frocio, fossi ancora più disadattato e strambo di quanto temesse

Diciamo che, nel tuo caso, l'omosessualità è in effetti soltanto l'ultima di una lunga teoria di disgrazie 😅

 

On 1/17/2021 at 11:32 PM, Bullfighter4 said:

Io conosco gente di 40 anni che ancora pensa che i genitori non lo sappiano, dato che a 15 anni avevano avuto la morosina per un mese😁

Sì, gente tipo gli insospettabili su Grindr che poi vanno in giro con lustrini e paillettes 🤭

23 hours ago, Bloodstar said:

mi pare che mia madre sia un poco meno preoccupata delle cose turche che io farei in quanto gay

Dovrei farci io una bella chiacchierata con tua madre, così la tranquillizzo una volta per tutte 🤭

20 hours ago, Renton said:

mia madre […] ha la tendenza a pensare che la gente faccia le cose solo per far dispetto a lei

Allora la questione cambia completamente, lo sai: qui sembrerebbero essere in atto dinamiche molto, molto più importanti.

18 hours ago, Renton said:

Era un accerchiamento

Modi fascisti per pensieri fascisti.

Coerenza, la chiamerei.

15 hours ago, Bloodstar said:

Al che io dissi che non aver mai avuto una ragazza e avere sulla libreria l'opera narrativa completa di Jean Genet, alcuni libri di André Gide e La montagna incantata mi sembravano segnali espliciti, per quanto involontari. 

😂

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Non c'entra ma leggendo tutto ciò  mi sono sentito fortunatissimo: è vero che, diciamo, dai 15-16 anni ai 21-22 circa (momento culmine l'ultimo anno di superiori) ho dovuto violentare mia madre con ripetuti coming out -continuava a far finta di niente- e che ce ne siamo dette di ogni, ma devo dire che ciò è servito e ad oggi  la vedrei bene in prima fila al pride, onestamente. 

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1 hour ago, LocoEmotivo said:

😂

Un po' fa ridere, però solleva una questione fondamentale (che @Renton aveva già toccato): noi con i nostri genitori ci parliamo? Vogliamo parlarci? Abbiamo voglia di comunicare con loro senza dover loro chiedere qualcosa?

Io sinceramente no, non ho mai avuto granché da dire loro. Questa faccenda dei libri è esemplificativa per certi versi. Io da adolescente non ho mai sentito la necessità o la voglia di condividere con i miei genitori le mie letture pallose, letture che a quell'epoca erano letteralmente il mio mondo. Loro nemmeno si sono troppo impegnati a entrare in contatto con me, perché a quanto mi risulta non hanno mai aperto wikipedia per vedere di cosa parlasse quel Notre-Dame-des-Fleurs che campeggiò per un po' sul mio comodino. Se ci mettiamo che questo atteggiamento, uguale spiccicato, si è ripetuto pure con la musica e l'università, capite quanto poco io abbia contatti con loro.

E non sto facendo la vittima o recitando da incompreso, eh, dico queste cose con tono neutro. Però se poi mia madre si stupisce dell'assenza di segnali e dell'assenza di comunicazione, be' un po' mi incazzo perché significa che non hai mai neppure tentato di razionalizzare quale fosse lo stato dell'arte del nostro rapporto.

La mia omosessualità io l'ho notificata come fosse un atto di ufficio e la cosa non è che mi ha fatto minimamente venire voglia di parlarle del mio ragazzo e delle mie vacanze. Perché delle mie cose, in fondo, con loro non ho mai voluto parlare.

33 minutes ago, Rocco88 said:

dai 15-16 anni ai 21-22 circa (momento culmine l'ultimo anno di superiori) ho dovuto violentare mia madre con ripetuti coming out -continuava a far finta di niente- e che ce ne siamo dette di ogni, ma devo dire che ciò è servito

Il nostro problema è proprio questo. Siamo una famiglia rancorosa in cui nessuno ha mai il coraggio di litigare apertamente. Le cose tendono sempre a stagnare e, quindi, a incancrenire.

La via proposta da Almadel poteva essere risolutiva e avrebbe forse portato, dopo 15 anni di scontri, a tornare a fare il pranzo della domenica. Però nessun di noi ha le risorse per scoppiare e prendere scelte radicali, quindi finirtà come sempre con i rapporti che si sfilacciano lentamente, senza tagli bruschi ma anche senza tentativi di ricucire.

Edited by Bloodstar
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38 minutes ago, Bloodstar said:

Un po' fa ridere, però solleva una questione fondamentale (che @Renton aveva già toccato): noi con i nostri genitori ci parliamo? Vogliamo parlarci? 

Selettivamente; di alcune cose sì, di altre, quando vedi che non c'è terreno comune, decisamente meno. Non sono così moderno da voler condividere tutto in famiglia...così come i miei non condividevano tutto con i loro genitori 😅

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2 hours ago, Bloodstar said:

Però se poi mia madre si stupisce dell'assenza di segnali e dell'assenza di comunicazione, be' un po' mi incazzo perché significa che non hai mai neppure tentato di razionalizzare quale fosse lo stato dell'arte del nostro rapporto.

Quel che si può dire in una situazione del genere, cioè non conoscendo né te né tua madre, è che comunque siamo già oltre il concetto tradizionale di famiglia perchè viene avvertito il fatto che in una famiglia moderna "dovrebbe esserci" il dialogo la comunicazione.

Vero è che

3 hours ago, Bloodstar said:

Il nostro problema è proprio questo. Siamo una famiglia rancorosa in cui nessuno ha mai il coraggio di litigare apertamente. Le cose tendono sempre a stagnare e, quindi, a incancrenire.

Forse senza mai un litigio o una discussione, è facile per tutti sdraiarsi su una situazione di calma apparente in cui alla proclamazione astratta corrisponde la negazione concreta

 

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In questo senso io, mia madre e mia sorella siamo una famiglia davvero atipica, forse: parliamo tanto, non abbiamo tabù (è chiaro poi che ognuno abbia le sue cose e una vita privata) e teniamo in stima l'essere franchi e sinceri in generale..

Io credo che il mio coming out abbia modellato la situazione in questo senso, cioè è come se quel rifiuto a rimanere in zona confort avesse poi spinto o spronato tutti ad essere sinceri, anche  a costo di litigare come pazzi -e infatti ad oggi siamo molto melodrammatici e si strilla per nulla, tranne forse mia sorella che passa la metà del tempo, in questo genere di situazioni, a sogghignare tra sé e sè ^^

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7 hours ago, schopy said:

Se avessi un partner lo direi...quando ce l'avevo mia madre sapeva che mi frequentavo con qualcuno ma non era interessata a conoscerlo, forse era un po' imbarazzata. Comunque prima sostieni di avere a cuore la situazione di ragazzi gay con vite complicate, ma poi dai del coniglio a chi ti dovesse raccontare che dopo il coming out ha preferito non riparlarne in famiglia...complimenti per le tue doti empatiche!

 

 

Fare coming out e poi praticamente fingere di non avere una vita romantica e/o sessuale non significa avere una vita complicata. Significa solo che si preferisce avere un clima sereno e FINTO in casa perché fa comodo così. 

Ci stiamo confondendo un po’: io ho empatia per i giovani che hanno problemi veri con la famiglia. Non con chi fa finta che non ci sia un elefante in soggiorno durante il santo pranzo di Natale con tutto il parentado. Poi contenti voi...

8 hours ago, davydenkovic90 said:

Sempre Almadel, qualche topic più in là:

 

Non capisco il senso di questo post. Mi sembra che Almadel ci abbia messo 14 anni di liti e battaglie per arrivare a questo punto...

Edited by Bullfighter4
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Bisogna soprattutto capire a che prezzo si sta evitando lo scontro.

Non poter dormire per una settimana col fidanzato?

Non poter pranzare con lui a Natale? Presentarsi da soli ai matrimoni di famiglia

mentre tutti i cugini portano la persona con cui stanno insieme da anni?

Dover subire battutine senza poter rispondere? Limiti? Umiliazioni? Sensi di colpa?

 

Se c'è un prezzo da pagare, allora bisogna passare all'attacco.

E se non si può vincere, bisogna scappare.

 

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34 minutes ago, Bullfighter4 said:

Fare coming out e poi praticamente fingere di non avere una vita romantica e/o sessuale non significa avere una vita complicata.

Ma che sciocchezza, nessun ragazzo eterosessuale racconta ai familiari delle ragazze con cui se la fa in discoteca...è di questo genere di vita sessuale che dovrei parlare con i miei? Di tizi rimorchiati sulle app? 😂 

Forse per me al momento il problema non si pone perché un ragazzo non ce l'ho...

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7 minutes ago, Almadel said:

Non poter pranzare con lui a Natale?

Considerando che vivo da solo da quando ho 19 anni e che nella mia famiglia non ci saranno più né matrimoni né battesimi, questa era l'unica cosa che un po' mi pesava. Quest'anno, grazie alla pandemia, anche questo si è risolto favorevolmente. 

 

Edited by Bloodstar
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E quando il fidanzatino c'era mia madre sapeva quando stavo da lui; quindi Bull, c'ero io a 22 anni che, nonostante il disagio, facevo le cose con il maggior tatto possibile nei confronti di tutti. Uno sforzo che qui nessuno comprende mi pare.

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1 minute ago, schopy said:

Uno sforzo che qui nessuno comprende mi pare.

Effettivamente no. Nessuno di noi, per ragioni diversi, mi pare attrezzato per capire il senso di questo sforzo.

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Just now, Bloodstar said:

Effettivamente no. Nessuno di noi, per ragioni diversi, mi pare attrezzato per capire il senso di questo sforzo.

Pazienza, non è una novità 😊 

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5 hours ago, Bloodstar said:

Un po' fa ridere, però solleva una questione fondamentale (che @Renton aveva già toccato): noi con i nostri genitori ci parliamo? Vogliamo parlarci? Abbiamo voglia di comunicare con loro senza dover loro chiedere qualcosa?

Io sinceramente no, non ho mai avuto granché da dire loro.

Io sono abbastanza come te a parte il fatto che è più facile che parli del libro che ho letto piuttosto che del ragazzo che frequento. Non è che non ci sia dialogo, ma quando parliamo, parliamo di cose superficiali. Della spesa, dei lavori in casa, del cane che deve essere portato dal veterinario, cose così. Non parliamo di cose che coinvolgono i sentimenti, per dire. Non ci diciamo mai "ti voglio bene" o cose del genere. Ma so che non tutte le famiglie sono così, è una differenza che ho notato anche quando ero più giovane e andavo al liceo e mi confrontavano con i miei compagni di classe. Sentendo parlare loro del loro rapporto con i loro genitori capivo che c'era una confidenza diversa che tra l'altro a me sembrava anche strana ma semplicemente perché a casa mia ci sarebbe imbarazzo ad aprire certi argomenti.

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