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Omosessuali si nasce o si diventa?


Novgorod

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2 hours ago, prefy said:

senso

Ha raccontato di aver avuto la conversione durante un'orgia (brr),il senso è che non è prerogativa omo la vita di dissolutezze. 

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  • 2 months later...
davydenkovic90
On 11/6/2019 at 11:17 AM, Roxas97 said:

Ma poi perché la vita gay deve necessariamente essere dissoluta, fatta di sesso libero locali e crociere? Non si può essere gay e timidi/tranquilli/etc.?

 

On 11/6/2019 at 1:30 PM, Roxas97 said:

Nel post precedente al mio c'era scritto

"uno può benissimo fare come Di Tolve e passare da una "vita gay" dissoluta, tra locali, sesso libero, crociere, a una conversione religiosa, a sposarsi con una donna e avere dei figli. "

Era una critica a questo

Mi riferivo chiaramente all'esperienza, singola e non generalizzabile, appunto, di Di Tolve. Che per anni ha avuto una vita dissoluta negli ambienti gay, ha contratto l'hiv e poi ha deciso di convertirsi e tutto ciò che ne è conseguito.

E infatti è anche per questo motivo che la cosa non può essere generalizzabile, anche se certamente è una storia che fa presa sulle vecchiette cattobigotte che non hanno quasi mai avuto una vita sessuale, che come titolo di studio hanno "battesimo" e non sono sufficientemente colte per informarsi,  ma invece si affannano a cercare sempre nuovi capri espiatori.

Come diceva Ghost, è la stessa cosa di Paolo Brosio o Claudia Koll. Il primo ha raccontato che abusava di alcool e droghe, la seconda faceva film porno soft e adesso è una specie di suora laica.

Tutte queste persone che ho citato non sono l'esempio che si può passare dal male al bene (in senso cattolico), piuttosto da un business all'altro: finché a Di Tolve interessava (economicamente) organizzare le crociere gay, l'ha fatto, finché la Koll era giovane e carina, faceva l'attrice per Tinto Brass... poi hanno visto bene di andare a lavorare per "un'altra parrocchia", letteralmente, promuovendo se stessi e i loro libri, i santuari in cui vanno a pregare, a fare le ospitate in tv, sempre a proporre il pensiero unico cattolico e ad attaccare chi semplicemente la pensa diversamente.

Io sono assolutamente a favore dell'autodeterminazione, cioè, questo di Tolve, per me, per le scelte che ha fatto, per la conversione che ha avuto, per la vita che ha adesso con una moglie e una figlia, è in assoluta buona fede. Schecca molto, ok, ma sembra abbastanza contento di com'è adesso, di pregare, di avere una moglie, una figlia, ecc. Quindi, benissimo, ha fatto bene.

Il problema è quando tenta di generalizzare la sua esperienza e dire che è uguale alla mia, alla tua o a quella di tutti noi. Non c'entra una mazza. Io sono felicissimo col mio ragazzo, non mi drogo, non fumo neanche, non sono un alcolizzato, non ho mai contratto malattie veneree in vita mia, non ho partecipato a mister gay manco da spettatore, non organizzo crociere gay ma ho scelto un altro mestiere, secondo le mie inclinazioni. Non sono cattolico, non prego, ma sono educato. I miei non sono divorziati, non mi hanno mai mandato da nessuno psicologo, né ci sono andati loro, che abbia consigliato di crescermi o di accettarmi come omosessuale. In breve, ci sono zero punti di contatto tra la mia storia e quella di Di Tolve.

Probabilmente Di Tolve - ma credo che sia un po' la stessa cosa che accade per vari omofobi di questa sorta - aveva bisogno, attraverso questo scheccamento continuo nei dibattiti e nelle conferenze, di accanirsi a oltranza contro quel passato dissoluto che, nella sua visione, è la causa del contagio, e quindi cerca di "ucciderlo", in tutti i sensi. E anche qui si può capire, perché immagino che non sia facile sentirsi dire che si è positivi all'hiv, e ognuno la prende a modo suo.

Poteva reagire in vari altri modi, ha scelto quello più egoistico e intimista. Del resto non era un attivista lgbt, ma uno che lavorava all'interno del business lgbt.

Avrebbe potuto essere più onesto e individuare il vero nemico, che non è l'omosessualità, ma la disinformazione, il fatto che molti ragazzi non si proteggano dal possibile contagio e trattino, invece, il sesso e le pratiche a rischio con superficialità, magari senza nemmeno farsi il test, pensando di essere immuni, e contagiano altri inconsapevolmente

E magari dare un aiuto ai giovani in questo senso, andare in tv a parlare di questo... ma si vede che le alte sfere vaticane erano più allettanti, del resto la pagnotta in tavola va portata, ed è un comportamento coerente con la sua visione del mondo egocentrica ed ignorante (la stessa che ha Tuiach, tanto per citarne un altro)

 

Edited by davydenkovic90
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9 hours ago, davydenkovic90 said:

Tutte queste persone che ho citato non sono l'esempio che si può passare dal male al bene (in senso cattolico), piuttosto da un altro (...)

Il problema è quando tenta di generalizzare la sua esperienza e dire che è uguale alla mia, alla tua o a quella di tutti noi. Non c'entra una mazza. (...)

Avrebbe potuto essere più onesto e individuare il vero nemico, che non è l'omosessualità, ma la disinformazione, il fatto che molti ragazzi non si proteggano dal possibile contagio e trattino, invece, il sesso e le pratiche a rischio con superficialità, magari senza nemmeno farsi il test, pensando di essere immuni, e contagiano altri inconsapevolmente

Ma sai, è dai tempi di San Paolo che la conversione funziona come ottimo viatico per il successo 🤣

Scherzi a parte, io non reputo Di Tolve tanto astuto da saper "progettare" la sua nuova vita di testimone pentito dello squallido mondo gay, anzi temo quasi sia sincero in questa sua abiura. 

Il motivo per cui non si prodiga, ad esempio, a trattare delle modalità di prevenzione dell'hiv come tu giustamente auspichresti, è che è troppo stupido. Ma a me paiono stravaganti anche quelle cause giudiziarie in cui talvolta viene condannato l'untore di HIV, come se la protezione da eventuale contagio non fosse una responsabilità anzitutto individuale.

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