Jump to content

L'Italia di Renzi


Rotwang

Recommended Posts

Veramente nell'ultimo anno si è votato in nove regione, e il Pd ne ha vinte sette contro due della destra, i capoluoghi governati da Fi o dai suoi alleati sono una ventina contro quasi settanta del Pd. Dimmi te se devo fare il difensore di Renzi, ma attualmente la destra in buona salute non la da nemmeno Sallusti (il suo sondaggio gli da il 30-31%...).

Non mi importa del voto nelle regioni, perché credo non rispecchi il voto nazionale e l'esempio macroscopico é quello dei 5 stelle.

Il fatto é che il populismo dei leader nazionali paga a livello nazionale.

 

Quanto alla tua passione per i discorsi politici di concetto, passione che ho imparato ad autoestirparmi, penso che faresti bene a considerare che i sondaggi, lungi dall'essere strumenti scientifici rigorosi e completi, sono pensati come beni di consumo o strumenti per fare politica.

 

Beni di consumo per la gente come te che ama parlare di politica, strumenti di politica per i personaggi come sallusti

Link to comment
Share on other sites

  • Replies 1k
  • Created
  • Last Reply

Top Posters In This Topic

  • Rotwang

    223

  • Hinzelmann

    158

  • marco7

    120

  • freedog

    95

Top Posters In This Topic

Posted Images

  • 3 weeks later...

Il Fatto Quotidiano

Le idee del ministro Giuliano Poletti sul lavoro “slegato” da orari e luoghi e pagato in base ai risultati? “Il Pd condivide”. A confermare che, archiviato il Jobs act e il contratto a tutele crescenti, ora il governo Renzi intende tornare ad allargare le maglie della flessibilità, è il responsabile economico del Pd, Filippo Taddei. Che in un’intervista a Qn anticipa che l’esecutivo “intende presentare all’inizio dell’anno due disegni di legge, quello sul lavoro autonomo (Jobs Act degli autonomi) e quello sul cosiddetto lavoro agile (smart working)”. Una proposta di legge sulle prestazioni lavorative svolte da dipendenti che operano “fuori dai locali aziendali per un orario medio annuale inferiore al 50 per cento dell’orario normale” era stata presentata a gennaio 2014 dall’europarlamentare Pd Alessia Mosca. Ora, mentre l’esecutivo si prepara a intervenire senza interpellare le parti sociali per favorire la contrattazione aziendale e introdurre il salario minimo, il tema torna in auge. L’idea, come spiegato dal giuslavorista e coautore del Jobs Act Maurizio Del Conte, è quella di riservare anche a questa tipologia di lavoro un “trattamento fiscale di vantaggio” come quello che la legge di Stabilità prevede per la contrattazione di produttività, “premiata con l’aliquota secca del 10% fino a un tetto di 2mila euro”.

Del resto il presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano (minoranza Pd), commentando su Repubblica le parole di Poletti, aveva avvertito: “Non vorrei che queste uscite del ministro sottintendano in realtà uno smantellamento del contratto nazionale di lavoro, sostituito da un modello basato esclusivamente sul contratto aziendale deregolato e sul salario legale. Se così fosse, sarebbe un grave arretramento”. L’obiettivo, ha paventato Damiano, è quello di andare “verso una destrutturazione del contratto nazionale, dunque verso accordi aziendali su misura e addirittura verso una logica di contratto individuale. A quel punto verrebbe meno la funzione di sindacati e Confindustria“.

Di qui le precisazioni di Taddei. Che però, di fatto, confermano l’obiettivo: “Slegare il lavoro da orari e luoghi non vuol dire farlo indistintamente”, sostiene Taddei. “Le forme di tutela del lavoro hanno bisogno di un aggiornamento perché è cambiato il modo in cui il lavoro si svolge. Ci sono contesti in cui una mansione si espleta entro un orario e in un luogo di lavoro e finisce in questo ambito. Ma ci sono professionalità per cui il lavoro – ahimè o per fortuna – va anche al di fuori di questi canoni. Prendiamo un tecnico che deve essere reperibile a chiamata, per esempio. Il concetto di orario di lavoro classico può bastare? La novità normativa deve ricordare queste specificità. Una parte dello stipendio può essere riproporzionato sulla base della produttività, come già succede in molti casi”. L’economista Pd ha ricordato che anche nella legge di Stabilità sono state inserite misure che vanno nella direzione di favorire la contrattazione decentrata, come la defiscalizzazione dei programmi di welfare aziendale. E ora ecco la novità del ddl sul lavoro agile.

Dal canto suo anche il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti, intervistato dal Messaggero, parla di dibattito “ragionevolissimo”, “una riflessione di massima che merita di essere inserita all’interno del dibattito” e non giustifica “una reazione così feroce di chiusura” come quella arrivata dal segretario generale della Cgil Susanna Camusso, secondo cui Poletti vuole “apparire come Ufo robot per risolvere tutti i problemi dei lavoratori. Peccato che le condizioni della gente normale invece peggiorano”.

Edited by Rotwang
Link to comment
Share on other sites

La Stampa

 

È terribilmente concreta la divergenza tra Italia e Francia nella lotta al terrorismo islamista. Il governo di Matteo Renzi non ha mancato occasione per rimarcare che non intende farsi trascinare in una guerra di cui non vede l’esito in Iraq, in Libia, tantomeno in Siria. La parola stessa è stata bandita dal lessico ministeriale. E nei giorni scorsi, a fronte di una richiesta esplicita, Roma ha detto no a Parigi.

 

I francesi ci chiedevano, in nome del Trattato europeo di Lisbona che prevede un mutuo soccorso militare, di inviare migliaia di soldati in Niger e in Ciad per sostituire le loro truppe che stanno cercando di sigillare la frontiera verso la Libia. Ma il governo italiano ritiene che non sia saggio farsi trascinare in avventure militari di cui non si vede lo sbocco politico e ha tenuto il punto anche stavolta.  

Quale sia la posizione di Matteo Renzi in merito alla lotta al terrorismo, è più chiaro dopo la sua intervista al «Corriere della Sera». Il presidente del Consiglio è stato esplicito, fin quasi alla brutalità: «Se protagonismo significa giocare a rincorrere i bombardamenti altrui, dico: no, grazie». Chiarissimo il riferimento alle scelte ultime della Francia e della Gran Bretagna. Questa la sua posizione: prima deve venire la politica, poi semmai le armi. Non il contrario. Per questo motivo non soltanto non ci accoderemo alle campagne aeree in corso in Siria (in Iraq partecipiamo, ma solo in veste di ricognizione, non di bombardamento) e magari nel prossimo futuro in Libia, ma abbiamo rifiutato anche di mandare un corpo di spedizione nel Sahel. 

 

Qui, in un pezzo di Sahara dove i confini tra Libia, Ciad e Niger sono disegnati sulla sabbia, e dove da diversi mesi operano ben 3500 soldati delle truppe speciali francesi, assieme a inglesi e statunitensi, il governo di Parigi ci chiedeva di schierare quantomeno una brigata operativa. E non ce l'hanno chiesto come una cortesia qualsiasi. Il presidente Hollande, infatti, subito dopo gli attentati di Parigi, citando il Trattato di Lisbona, firmato il 13 dicembre del 2007, ha attivato la cosiddetta «clausola di difesa collettiva» tra europei.  

 

Che cosa sia, pochissimi lo sanno in quanto il Trattato è recente e la clausola non è stata mai attivata prima d’ora. Non significa l’intervento di un esercito europeo, che non esiste. Federica Mogherini aveva spiegato che la Ue non avrebbe avuto ruolo, ma che la Francia avrebbe chiesto aiuti militari su base bilaterale. «La Francia - aveva detto a ruota il ministro francese della Difesa, Jean-Yves Le Drian - non può fare tutto, nel Sahel, in Centrafrica, in Libano, continuando in più ad assicurare la sicurezza del territorio nazionale».  

 

Come si è visto in seguito, gli inglesi hanno votato per una campagna di bombardamenti aerei in Siria. La Germania ha deciso l’invio di 1200 istruttori militari, 6 Tornado con compiti di ricognizione, e una nave da guerra che affiancherà con fini difensivi la portaerei «Charles de Gaulle» (da dove, peraltro, i jet francesi potranno bombardare postazioni dell’Isis in Libia).  

Edited by Rotwang
Link to comment
Share on other sites

  • 2 weeks later...

L'Huffington Post

 

I cinque stelle si scongelano, ma la base è in rivolta: "Questo è un inciucione", scrivono i militanti sui social network.
Beppe Grillo canta vittoria, perchè alla fine ha prevalso il metodo Cinque Stelle. "Due volte s'è ricorso al metodo 5 stelle e due volte si è raggiunto l'obiettivo. Più di un anno fa, con l'elezione della professoressa Silvana Sciarra, e ieri con i tre giudici mancanti - Modugno, Barbera, Prosperetti - nominati alla Corte Costituzionale che potrà finalmente lavorare a pieno regime. Nelle altre 30 volte in cui il M5s non è stato coinvolto, sono stati soltanto buttati via i soldi dei cittadini", è la parola del blog.

 

Ma la base a cinque stelle non la pensa così e bolla quello con il Pd volta a volta come "un inciucione", "un pateracchio", "una cazzata". Sergio Ladu scrive in calce al post di Grillo: "Secondo me qui si tratta di un autentico autogol. La mia fiducia vacilla se penso che stavate tenendo duro proprio per non fare nulla con il partito dei ladri. Avete creato un precedente pericoloso. Evitate di ripetere lo steso errore". La sua, in fondo, è una voce moderata, in una selva di proteste a squarciagola. Ancora sul blog di Grillo interviene Adriano G. di Ascoli Piceno: "Ma non si poteva fare una votazione online per decidere tutti insieme? A parte che son convinto che gli iscritti che votarono Prodi l'anno scorso avrebbero detto di sì anche a sta cazzata. Che Dio ci protegga".

 

I profili dei parlamentari sui social network testimoniano identico malessere (anche se bisogna scorrere i commenti, per superare quelli 'cliccati' dagli staff). Danilo Toninelli, il capogruppo in commissione Affari Costituzionali, 'regista' dell'accordo col Pd è preso d'assedio. "Che vergogna, vi siete ca... addosso, avete offerto a Renzi una spalla. Proprio ora che è in difficoltà palese, siete il peggio del peggio", scrive Francesco , che tiene a precisare di aver "votato 5 stelle". L'accordo con il Pd "è stato un errore- rimarca- dovevano pretendere 3 nomi completamente vicini ai 5 stelle, così facendo hanno fatto passare il tutto come una vittoria dell'innominabile".

 

La discussione è vivace. "Non si è data nessuna spalla a Renzi, ma si sono scelti i 3 giudici della Corte, evitando che ci finissero dentro degli impresentabili... Ma informatevi prima di sparare accuse vergognose e ridicole", gli replica Raffaele. Niente da fare. La strategia non convince. Rita ammette: "Sono delusa... Era la volta buona che cadeva il governo come dite sempre quando andate in tv. Cominciate anche voi a dire cazzate? Siete l' ultima spiaggia". E così Michele Manin: "Il miglior risultato è che avete mantenuto in piedi il teatrino. Ma non preoccupatevi che il tempo degli onori finisce anche per voi. Non c'è peccato più vergognoso che ingannare chi crede in te".

 

Neppure il vicepresidente della Camera, membro del direttorio pentastellato, sfugge al tiro incrociato. Matteo Casali è chiarissimo: "Avete intrapreso un accordo con il Pd per eleggere un barone bella scuola che gode da anni di soli privilegi. Al Senato, dove la Boschi ha serie possibilità di andare a casa non avete presentato la mozione. State andando fuori strada, parecchio!". Damiano è lapidario: "L'inciucio è fatto. Pd-M5s-Ncd-Sc si mettono d'accordo. Ma non eravate quelli che non scendevano a patti con il Pd di Renzi e con il partito di Alfano!? Ma non eravate quelli che Barbera, scelto dal Pd, non lo avreste mai votato, perchè troppo legato a Renzi!? Evidentemente no...", Scrive Damiano e correda il messaggio, com'è nello stile dei cinque stelle, con una foto "dell'inciucione", dove stavolta accanto ad Alfano, Boschi e Renzi compaiono i volti di Grillo, Di Maio e Di Battista.

 

Grillo: "Ha vinto il nostro metodo". Due volte s'è ricorso al metodo 5 stelle e due volte si è raggiunto l'obiettivo. Più di un anno fa, con l'elezione della professoressa Silvana Sciarra, e ieri con i tre giudici mancanti - Modugno, Barbera, Prosperetti - nominati alla Corte costituzionale che potrà finalmente lavorare a pieno regime. Nelle altre 30 volte in cui il M5S non è stato coinvolto, sono stati soltanto buttati via i soldi dei cittadini, impegnando il Parlamento in votazioni inutili invece di impiegarlo in ciò a cui sarebbe deputato: fare le leggi". Lo scrive Beppe Grillo sul suo blog.

 

"Quelle stesse leggi che, se sono sospettate di non rispettare la Costituzione, vengono giudicate proprio dalla Consulta. Il M5S ha preteso di eleggere personaggi di alto profilo giuridico e accademico. Perchè ciò che fa la Corte costituzionale riguarda tutti i cittadini: dalla procreazione assistita all'ingiusta legge Fornero, dal blocco degli stipendi dei dipendenti statali all'abolizione del Porcellum. Tanto per citare soltanto gli ultimi provvedimenti - prosegue -. Grazie al M5S è stata scongiurata la possibilità che alla Consulta andassero politici di professione, prima Luciano Violante, poi Francesco Paolo Sisto, che avrebbero continuato a perseguire gli interessi dei soliti noti".

Edited by Rotwang
Link to comment
Share on other sites

La Repubblica

Novità per le mamme, i neopapà e gli over 75. Ma anche per i 18enni: il testo della
 legge di Stabilità, con il voto finale della Camera ha assunto la sua stesura definitiva, prima dell'ultimo passaggio al Senato. Il Consiglio dei ministri, nella notte ha intanto adottato la nota di variazioni al bilancio. Le modifiche alla legge di stabilità - si legge nella nota di Palazzo Chigi - rideterminano l'indebitamento netto nel 2,4% del Pil per il 2016 e confermano, per gli anni successivi, il percorso programmato degli obiettivi di finanza pubblica.

Ecco le novità della legge uscita dalla Camera:

 

Una card per le famiglie numerose. La misura è riservata alle famiglie, residenti, anche se straniere, con almeno tre figli minori: è volontaria e servirà, in base all'Isee, di ottenere sconti a servizi privati e pubblici che aderiranno all'iniziativa. Obiettivo sono abbonamenti famiglia a bus, ma anche la creazione di gruppi di acquisto solidali e familiari nazionali

Sicurezza. Arrivano i fondi per combattere l'emergenza terrorismo. Le coperture sono state trovate aumentando il deficit dal 2,2 al 2,4%. Il governo mette a disposizione un miliardo, tra cui 150 milioni di euro per contrastare il cybercrime, 50 milioni per gli equipaggiamenti delle forze dell'ordine, 35 milioni di euro per le assunzioni sempre di polizia, carabinieri e guardia di Finanza e 300 milioni per il bonus da 80 euro al mese per le forze dell'ordine. Mobilitati anche i poliziotti che stanno in ufficio e chi è addetto alla scorta. Altre risorse poi sono destinate in particolare al settore della Difesa. Sì anche al credito d'imposta (15 milioni) per favorire l'acquisto da parte di cittadini di impianti di videosorveglianza elettronica.

Bonus cultura per i più giovani, ma non solo. Via libera al bonus di 500 euro per i diciottenni da usare per iniziative culturali, tra cui "l'acquisto di libri" e l'ingresso "in aree archeologiche, gallerie e monumenti", oltre che in "musei, mostri, eventi culturali e spettacoli dal vivo". Sì anche a 1000 euro una tantum per l'acquisto di strumenti musicali da parte degli studenti iscritti ai conservatori. E in più i cittadini potranno, dal 2016, destinare il 2 per mille dell'Irpef in favore di una associazione culturale. Il 10% di tutti i compensi incassati invece dalla Siae saranno destinati all'attività di promozione culturale per "garantire la creatività dei giovani autori". Tra i tanti emendamenti approvati anche una proposta che stanzia 120 milioni in 4 anni per la valorizzazione dei beni culturali.

Salva banche e salva risparmiatori. Sul salvagente ai quattro istituti di credito messo a punto dal governo alla Camera è stata battaglia. Passa il dl del governo, arricchito da una serie di misure che parzialmente salvaguardano anche quei risparmiatori che hanno investito nei bond più rischiosi.

Assunzione medici. Via libera a contratti flessibili fino a luglio e prorogabili fino a ottobre, in attesa della ricognizione dei fabbisogni da fare entro marzo, poi concorso straordinario destinato per il 50% aiprecari.

Istruzione.
 Arrivano fondi per le scuole paritarie e anche per quelle statali (23 milioni circa). Rinviato però di un anno il cosiddetto 'school bonus', vale a dire il credito di imposta per le erogazioni liberali. Aumentato anche il fondo ordinario per gli atenei: 6 milioni in più il prossimo anno, che potranno servire per assumere professori di prima fascia.

Welfare. Sale dal 2016 la no tax area per le pensioni, che non verranno ridotte se l'inflazione finisce sotto zero. Per loro resta la soglia di 1.000 euro per i pagamenti contanti. Arriva anche l'indennità di disoccupazione per i co.co.co.

Mamme. Novità anche per il congedo obbligatorio di maternità, che d'ora in poi sarà valido ai fini del premio di produttività. Fa poi il suo ingresso, in via sperimentale, il voucher baby sitter esteso alle madri lavoratrici autonome e imprenditrici. La battaglia su 'opzione donna' è invece vinta a metà: ok al pensionamento anticipato ma solo se "dovesse risultare un onere inferiore rispetto alle previsioni".

...e papà. I neopapà avranno due giorni (e non più uno) di congedo obbligatorio, anche non consecutivi.

Casa. D'ora in poi sarà possibile comprare la prima casa in leasing, proprio come l'automobile. Ma non solo: dopo le novità introdotte in Senato, a Montecitorio i deputati hanno deciso che anche la seconda casa, posseduta nello stesso Comune in cui si risiede, se data in comodato ai figli godrà dell'esenzione del 50% di Imu e Tasi.

Giochi. Come annunciato sempre durante l'esame a Palazzo Madama, rivisto anche il settore dei giochi: insieme a ritocchi sul fronte della tassazione, arriva lo stop alla pubblicità in tv e radio (ma non su internet) dalle 7 alle 22.

Sud, arriva credito d'imposta. Dura 4 anni anni e riguarda per le aziende del Mezzogiorno che investono in macchinari, in impianti e in attrezzature per un totale di 2,4 miliardi. Prevista anche la proroga degli sgravi per le assunzioni al 2017 nel caso in cui vengano certificati fondi residui del Pac.

Ecobonus. Chi ha un vecchio camper ora lo potrà rottamare e se lo cambia con euro5 potrà beneficiare di un contributo di 8.000 euro. Restando nel campo dell' ambiente, ok all'ecobonus per sistemi di controllo a distanza del riscaldamento.

Spiagge. Arriva una moratoria per i contenziosi che 'salva' la prossima stagione turistica per gli attuali concessionari, in attesa del riordino complessivo della disciplina. La sospensione dei contenziosi amministrativi non vale per Comuni e municipi commissariati o sciolti per mafia, come quello di Ostia.

Autovelox e Rc auto. L'elenco delle violazioni che possono essere accertate con apparecchiature di rilevamento, dunque anche gli autovelox, si aggiungono le revisioni dei veicoli e le assicurazioni Rc auto.

Niente supertassa yacht lusso. Eliminata la 'supertassa' sulle imbarcazioni di lusso introdotta dal governo Monti.

Canone Rai. Nel 2016, i 2/3 (quota che poi cala al 50%) del tesoretto che arriverà col canone Tv da 100 euro nella bolletta della luce finiranno nelle casse della tv pubblica. Il resto servirà ad ampliare la platea degli over 75 che non devono pagare il balzello e per finanziare radio e tv locali.

Bancomat per caffè e parcheggio. Si potrà pagare un caffè con il bancomat e, da luglio, i parcheggi nelle strisce blu.

Edited by Rotwang
Link to comment
Share on other sites

  • 1 month later...

la situazione si sta facendo molto seria

i tedeschi sono incazzati con Renzi, i motivi non sono del tutto chiari ma l'impressione è che non perdoneranno
Banca Etruria era solo l'antefatto, ma tutte le banche italiane stanno crollando in borsa con lo spread che ha ricominciato timidamente a salire
le banche sono minacciate da una quantità di crediti "incagliati" o inesigibili che si aggira attorno ai 300 miliardi di euro: è bastata una lettera della BCE, in cui si chiedeva conto di come stiano gestendo questa partita, per gettare tutto il sistema nel panico

ma le banche italiane hanno un'altra occulta vulnerabilità: con i prestiti della BCE hanno comprato i titoli di stato italiani per calmierare lo spread, ma se lo spread ricomincia a salire e il valore dei titoli a scendere, si troveranno con un'altra partita di bilancio pesantemente negativa

in sostanza tutto il sistema Italia si sta reggendo sulla connivenza della BCE e di Draghi in prima persona

con questi chiari di Luna l'atteggiamento spavaldo di Renzi appare quantomeno inapproriato

se la Germania non gli permetterà di fare la "Bad Bank", alcuni istituti crolleranno nel giro di settimane, forse di giorni, e con le nuove regole europee del "bail-in" saranno depredati i risparmi degli italiani, compresi i conti correnti, facendo precipitare il paese nello scenario greco
e ci saranno anche risvolti politici e giudiziari: quando, ad esempio, la diga del Monte dei Paschi crollerà, e il Monte dei Paschi è la prima banca che crollerà, vista la sua fragilità estrema, sia il PD che Renzi si troveranno sommersi da tanta di quella merda, frutto di decenni di gestione disinvolta, che potrebbero essere spazzati via peggio dei socialisti di Craxi

insomma al nostro converrebbe ammorbidire i toni e andare a Canossa, che, nemesi storica, non è oggi in Toscana ma a Berlino



 

Edited by conrad65
Link to comment
Share on other sites

La situazione è molto semplice ma anche drammatica:

 

Se ascoltiamo uno sconosciutissimo economista, ammirato dai leghisti (e questo la dovrebbe dire lunga sulle sue "capacità") capace di scrivere di economia contemporaneamente su il fatto e il giornale siamo a posto... 

Link to comment
Share on other sites

@@Eilat questo Bagnai sarà pure il ministro dell'economia in pectore dei leghisti, ma propaganda le tesi di Renzi, che sono false

non è vero che l'Unione Europea ha impedito di salvare le banche non permettendo di utilizzare i 4 miliardi necessari del fondo interbancario: l'Unione Europea ha mosso dei rilievi tecnici, prontamente accolti dallo stesso governo italiano

poi, dopo la rivolta degli incauti "risparmiatori" che hanno comprato carta straccia, ovvero obbligazioni subordinate di banche già fallite, il governo si è tirato indietro e l'episodio è stato strumentalizzato in modo disinvolto

e poi: è vero che la Germania ha salvato le sue banche con 250 miliardi di euro, ma aveva questi soldi, o meglio li ha raccolti sul mercato del debito, portando temporaneamente il suo debito publico dal 60% all'85% negli anni tra il 2008 e il 2011, debito che adesso è già stato riportato attorno al 65% quindi è totalmente sotto controllo

purtroppo l'Italia quei soldi non li ha e nessuno glieli presterebbe perché è già sommersa di debito pubblico e potenzialmente insolvente, quindi ha preferito far finta che il suo sistema creditizio fosse solido

la prima tempesta è passata e la finzione ha retto grazie a Draghi: ma, se adesso arriva un'altra tempesta, come sembra, occorre essere consapevoli che l'Italia rischia di essere inghiottita e di fare la fine della Grecia

Link to comment
Share on other sites

  • 2 weeks later...

La Repubblica

Un sostegno al reddito pari a circa 320 euro al mese per un milione di poveri accompagnato da un piano per la loro inclusione sociale. È la via italiana al reddito minimo che il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, illustra in questa intervista. Il governo ha approvato la scorsa settimana il disegno di legge delega, entro sei mesi dal via libera del Parlamento arriveranno i decreti attuativi. Nel 2017 la riforma dovrebbe partire, ma già da quest'anno potranno essere utilizzati i 600 milioni stanziati nella legge di Stabilità. L'obiettivo è di fare crescere nel tempo sia l'indennità sia la platea di beneficiari (si comincerà dalla famiglie con minori) fino a coinvolgere tutti i quattro milioni di italiani in condizioni di povertà assoluta.

"È un cambiamento radicale - dice Poletti - perché nel nostro Paese non c'è mai stato un istituto unico nazionale a carattere universale per sostenere le persone in condizione di povertà. Vogliamo dare a tutti la possibilità di vivere dignitosamente. È una riforma che vale almeno quanto il Jobs act".

Di fatto si tratta dell'introduzione anche in Italia, che insieme alla Grecia è l'unico in Europa a non averlo, del reddito minimo. È così?

"Noi veniamo da una storia e da esperienze diverse in termini di politiche di contrasto alla povertà. Abbiamo sempre concentrato gli interventi sul versante dell'assistenza, sul trasferimento passivo. Ora facciamo di più: parallelamente al trasferimento monetario, le istituzioni prenderanno in carico ciascuna persona in condizioni di povertà per la sua inclusione sociale. Dietro questa misura c'è un'idea di società".

È difficile pensare che possa funzionare con la pubblica amministrazione italiana e affidando all'Isee (l'indicatore della situazione economica) l'accertamento delle condizioni patrimoniali in un Paese come il nostro ad altissimo tasso di evasione fiscale. Insomma non c'è il rischio che il sostegno vada a chi non ne ha bisogno?

"Guardi, spetta al governo e al Parlamento fare le riforme ma poi "a bordo" ci sono le persone, ciascuno deve prendersi una parte di responsabilità. Le faccio un esempio: chi riceverà l'assegno dovrà impegnarsi contestualmente, come già accade nelle città che stanno sperimentando il sostegno per l'inclusione attiva, a mandare i figli a scuola e ad accettare possibilità di lavoro. Pensiamo a un coinvolgimento anche delle associazioni del volontariato. Quanto all'Isee le ricordo che l'abbiamo cambiato e che oggi fotografa molto più efficacemente le situazioni: se prima il 78 per cento dichiarava di non avere conti correnti bancari o postali oggi questa percentuale è calata al 18".

Avete annunciato un riordino degli istituti assistenziali. Non è che il nuovo sostegno sarà finanziato con i tagli ad altri trattamenti? Insomma una partita di giro.

"I trattamenti in essere non sono in discussione, non saranno toccati. Faremo un'analisi e puntiamo a una riorganizzazione anche delle prestazioni non per fare cassa ma per equità".

Passiamo alle pensioni. Conferma che questo sarà l'anno per un ritorno al pensionamento flessibile?

"Il tema delle pensioni è molto delicato e sensibile. Il governo ha assunto l'impegno di verificare e ragionare sul capitolo delle flessibilità in uscita. Manteniamo questo impegno. Ma nel merito parleremo solo quando avremo proposte precise".

Il governo presenterà una legge sul salario minimo legale? Avevate dato un po' di mesi di tempo a sindacati e Confindustria che sono lontanissimi da un accordo. Il tempo è scaduto?

"I contratti sono materia prioritariamente di competenza delle parti sociali. La Confindustria ha avviato l'iter per il rinnovo del suo presidente, è ovvio che ci sarà un rallentamento, noi però ci auguriamo che trovino un'intesa. Intanto guardiamo con interesse quel che accade sui tavoli negoziali sia degli alimentaristi sia dei metalmeccanici".

Avete varato lo Statuto del lavoro autonomo e insieme il cosiddetto "lavoro agile". Ha una stima di quante persone saranno coinvolte nel lavoro svolto da casa?

"Non abbiamo stime e non so se ce ne siano. So che i cambiamenti tecnologici sono molto più veloci dei cambianti sociali. E penso anche che le innovazioni tecnologiche possono da una parte bruciare posti di lavoro, ma dall'altra renderci più liberi nel lavoro. È un mix che il legislatore non può ignorare".

Pensate di introdurre anche sgravi fiscali per incentivare il lavoro da casa?

"Non ora, anche se gli sgravi per il welfare aziendale previsti nella legge di Stabilità si muovono in quella direzione. Non mi pare di poco conto, tuttavia, che l'assicurazione Inail un tempo legata alla fabbrica o all'ufficio si estenderà alle attività svolte da casa con il tablet".

Si sente un ministro dimezzato dopo la nomina di Tommaso Nannicini a sottosegretario a Palazzo Chigi con un'attenzione particolare alle questioni del lavoro?

"Assolutamente no. Con Tommaso ho un meraviglioso rapporto di collaborazione. Mi fa piacere lavorare con i giovani bocconiani "dal volto umano", come li ha definiti Tiziano Treu".

Edited by Rotwang
Link to comment
Share on other sites

  • 2 weeks later...

Direi che al di la delle considerazioni su Renzi i risultati economici non si possono discutere:

 

- 2009 governo Berlusconi pil -5,1%

 

- 2012 governo Monti pil -2,4%

 

- 2015 governo Renzi pil +1,0%

Link to comment
Share on other sites

Se ascoltiamo uno sconosciutissimo economista, ammirato dai leghisti (e questo la dovrebbe dire lunga sulle sue "capacità") capace di scrivere di economia contemporaneamente su il fatto e il giornale siamo a posto... 

 

Hai dato delle motivazioni molto ''scientifiche'' e sopratutto ''nel merito''. :haha: :haha:

Link to comment
Share on other sites

L'Espresso

 

Due anni fa, il 22 febbraio 2014, giurava al Quirinale il Governo guidato da Matteo Renzi. L’Istituto Demopolis ha analizzato l’opinione degli italiani sui primi 24 mesi di Governo: oltre un terzo, il 35 per cento, esprime un giudizio positivo sull’azione dell’Esecutivo. Di segno opposto è la valutazione di poco più di un intervistato su due. 

 

image.jpg

 

Superiore appare la fiducia personale espressa dai cittadini nel Presidente del Consiglio dopo 2 anni a Palazzo Chigi: sia pur ridimensionata rispetto ai primi mesi di Governo e ai giorni delle elezioni Europee, la fiducia in Renzi, in lieve risalita nelle ultime settimane, si attesta oggi al 38 per cento.

 

“Sulla figura del Premier" spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento "gli italiani tornano a dividersi, pro o contro Renzi. L’apprezzamento si rivela meno trasversale rispetto al passato: secondo l’analisi per collocazione politica, Renzi ottiene la fiducia di quasi 8 elettori su 10 del PD. Ma piace ad appena il  9 per cento di chi vota il M5S e al  7 per cento di chi sceglie la Lega. Esprime però fiducia nell’ex sindaco di Firenze un elettore su quattro di Forza Italia”. 

 

La scelta di Governo più apprezzata dagli italiani negli ultimi mesi è l’eliminazione di Tasi ed Imu sulle prime case, indicata da oltre i due terzi dei cittadini intervistati dall’Istituto Demopolis. Il 45 per cento indica il processo di riforme costituzionali in atto, più di 4 italiani su 10 affermano di avere condiviso la recente posizione del Premier nei rapporti con l’Unione Europea. Il 42 per cento esprime un giudizio molto positivo sul supporto fiscale alle imprese, a partire dagli sgravi contributivi per le nuove assunzioni.

 

Dopo 2 anni di Governo, secondo l’analisi condotta da Demopolis per il programma Otto e Mezzo, alcuni nodi appaiono irrisolti nella percezione dell’opinione pubblica: il 60 per cento indica l’assenza di risultati tangibili nella lotta alla corruzione, il 54 per cento avrebbe voluto una maggiore azione di contrasto all’evasione fiscale. Incompiuta, per la maggioranza assoluta, resta la riduzione degli sprechi con la Spending Review nella Pubblica Amministrazione. Il 33 per cento ritiene poco incisiva l’azione del Governo nei confronti del Sud.

 

Demopolis ha chiesto infine ai cittadini di tracciare l’agenda per l’azione di Governo. “In testa alle priorità degli italiani – afferma il direttore dell’Istituto Pietro Vento – si conferma, con il 67 per cento, il rilancio di economia ed occupazione. Il 56% pone tra le proprie aspettative una concreta riduzione della pressione fiscale, mentre una percentuale di poco inferiore vorrebbe una maggiore attenzione sulle politiche per l’immigrazione. Il dibattito delle ultime settimane sul sistema bancario – conclude Pietro Vento – induce 4 italiani su 10, intervistati da Demopolis, a chiedere una particolare attenzione alla tutela dei risparmio”.

Edited by Rotwang
Link to comment
Share on other sites

  • 1 month later...

L'Huffington Post

La scommessa, il cui protagonista è Luigi Di Maio, ha un termine fissato per il prossimo anno quando – dentro i Cinque stelle – la convinzione granitica è che “si voterà”. Ha una posta in gioco, la premiership. E ha un percorso, per definire il quale l’incontro di Di Maio con gli ambasciatori dei 28 paesi europei è solo l’inizio. Le prossime tappe sono, nei prossimi mesi, visite nei principali paesi europei dove il vicepresidente della Camera incontrerà esponenti dei Parlamenti e dei governi. Almeno tre le tappe di quello che sarà ribattezzato il tour europeo su cui c’è un work in progress: Regno Unito, Francia, Germania.

 

Per trasformare “l’esponente di spicco del principale partito di opposizione” – così è stato presentato Di Maio nel corso del rito diplomatico – nel principale sfidante di Renzi, il vicepresidente della Camera, nel tour e nel lavoro dei prossimi mesi, si dedicherà a definire profilo e programma attorno alle due questioni di cui ha parlato con gli ambasciatori.

 

La prima, per dirla in modo giornalistico, è il “quando si vota e chi è il candidato”. La convinzione nel complesso mondo a Cinque stelle che si articola tra il Direttorio e la Casaleggio associati è che, dopo il referendum, la legislatura avrà esaurito la sua funzione. A quel punto si impone la scelta del candidato premier, attraverso le consuete primarie online. Il ragionamento, riassunto al massimo, suona un po’ così: “Se vince il no è l’Apocalisse ma se – come prevedibile – vince il sì a quel punto le elezioni, se non le chiede Renzi, le chiediamo noi, perché la legislatura è politicamente finita. A che serve stare qui, a pagare gli stipendi a un Parlamento morto?”. Una convinzione - che si approderà al voto anticipato – che è tutt’uno con un auspicio, perché è chiaro che, col collasso del centrodestra avvenuto rispetto al 2013, l’M5S confida che comunque dalle urne uscirà un nuovo bipolarismo Pd-M5S.

 

Ecco perché, e qui siamo alla seconda domanda, è iniziato un lavoro molto oculato sul programma. Di Maio ha capito, nel corso dell’incontro, che programma vuol dire una cosa su tutte: rispondere alla domanda di fondo: “Cosa volete fare su Euro e Europa?”. Pesa, nella domanda, l’anti-europeismo delle origini, l’eco di slogan alla Salvini, le frasi minacciose del fondatore Beppe Grillo verso le cancellerie europee. Un lessico il cui rumore, in verità, si è molto attutito da maggio dello scorso anno, ovvero dalla campagna per le regionali che, all’interno del movimento, è stata vissuta come un “momento di svolta”.

 

È da allora che i giornali hanno iniziato a parlare di “effetto Di Maio” e che sono iniziate le interviste dello stesso al Financial Times e al Faz, che parlò di “nuovo corso del movimento”. Raccontano dall’interno del Movimento: “In quel momento ci siamo resi conto che all’estero avevano l’immagine di noi che davano i media italiani e Renzi, dunque venivamo percepiti come il diavolo. I nostri parlamentari europei, che parlano con funzionari, politici, diplomatici ci dicevano che il premier ci ha sempre usato come spauracchio su tutto. Sulla Libia diceva negli incontri: non posso intervenire perché, alla prima vittima, mi si apre un fronte interno con quelli. Datemi più flessibilità perché se non si cresce si mette benzina sul fuoco dei Cinque Stelle. A quel punto è iniziato un lavoro per avere rapporti un’interlocuzione che ha dato come primo risultato l’incontro con gli ambasciatori”.

 

Oggi “se fosse premier” Di Maio non uscirebbe dall’Euro. Ha fatto capire che la sua posizione non è assimilabile né a quella di Farage, né a Podemos o Tsipras. E che l’arma del referendum non la userebbe per uscire dall’euro ma come strumento di negoziato sui tavoli di Bruxelles. Per la serie: non ci fate cambiare i trattati come il fiscal compact? Allora sottoponiamo la questione a un referendum. La sensazione è che proprio su questo terreno si percepisce la portata della scommessa. Di Maio è, nei fatti, un elemento di “garanzia” all’interno dei tre poli della galassia 5Stelle - Grillo, Casaleggio, il direttorio con le ambizioni dei singoli – all’interno dei quali c’è più confronto di quanto appaia. The Guardian, dopo l’intervista a Virgina Raggi – altro segnale che gli alieni in Europa sono diventati politici da osservare – scriveva: “L’ascesa di politiche raffinate come Raggi segna in Italia un importante punto di svolta per il partito ed è segno che questo potrebbe andare oltre Grillo”.

 

Questo il punto più delicato della scommessa. La Raggi ha incontrato Cantone e Tronca, incontri molto istituzionali. Di Maio prepara il tour in Europa. E' la raffigurazione plastica del dopo-Grillo. Un ex ministro del governo Berlusconi, che ha familiarità con l’Europa spiega: “Questa attenzione per i 5Stelle è frutto di due cose. Renzi comincia a essere percepito come inaffidabile sulle politiche e il solito italiano nella gestione del potere. ProprioThe Guardian, sul caso Etruria, scriveva: the classic italian scandal. La seconda è il collasso della destra, perché Salvini non è neanche preso in considerazione. E dunque si interrogano di cosa sarà l’Italia con un sistema politico incentrato sul bipolarismo tra Pd e M5S”. In quest’ottica non ci sarebbe da stupirsi di un incontro - al momento non è in agenda - tra la Merkel e Di Maio, nei panni di candidato premier contro Renzi. La reazione dell’opinione pubblica a 5Stelle, più abituata alla protesta, e quanto possa reggere l’istantanea fa parte della scommessa.

Edited by Rotwang
Link to comment
Share on other sites

Di Maio non uscirebbe dall’Euro. Ha fatto capire che la sua posizione non è assimilabile né a quella di Farage

ma si rendono conto della quantità di cazzate che sono riusciti a scrive in una sola frase?

pezzo veramente imbarazzante!!

vabbè, ma stiamo a parlà del Fuffington, non possiamo pretende qsa di decente..

Edited by freedog
Link to comment
Share on other sites

ma si rendono conto della quantità di cazzate che sono riusciti a scrive in una sola frase?

pezzo veramente imbarazzante!!

vabbè, ma stiamo a parlà del Fuffington, non possiamo pretende qsa di decente..

 

Abbiamo capito che sei grillino.

Link to comment
Share on other sites

azz, m'hai sgamato!!!

peccato però che al momento (vedi voltafaccia unioni civili x leccà i preti) mi stanno leggerissimamente sulle balls...

 

dai, quello è il classico articolo leccata che i pennivendoli scrivono quando vogliono salì sul carro che sta x vince!

Link to comment
Share on other sites

Figuriamoci...per l'Italia è ordinaria amministrazione

 

Certo lo scandalo potrebbe gettare una luce sinistra

sull'intera normativa governativa, riguardante le trivellazioni

petrolifere, i controlli etc. alla vigilia del referendum

 

Ma poichè siamo tutti convinti che gli Italiani non andranno

a votare...non credo sposti molto

Link to comment
Share on other sites

 

 

Ma poichè siamo tutti convinti che gli Italiani non andranno a votare...non credo sposti molto

beh, probabilmente i votanti saliranno un po' (diciamo dal 30 al 35-40%, a voler essere ottimisti).

cmq, in qualità di presidente di seggio pure sto giro, di sicuro m'aspetterà una domenica di pura orchite..

chè manco me posso mette a smanettà col melafonino, sennò poi con che faccia vado a dì alla gente che non se lo deve portà in cabina???

Link to comment
Share on other sites

  • 2 weeks later...

Si vota la fiducia in occasione della legge unioni civili a camera o per i 5* e contro destra ? Se per 5* e destra si vota a senato o camera o entrambi ?

Link to comment
Share on other sites

Join the conversation

You can post now and register later. If you have an account, sign in now to post with your account.

Guest
Unfortunately, your content contains terms that we do not allow. Please edit your content to remove the highlighted words below.
Reply to this topic...

×   Pasted as rich text.   Paste as plain text instead

  Only 75 emoji are allowed.

×   Your link has been automatically embedded.   Display as a link instead

×   Your previous content has been restored.   Clear editor

×   You cannot paste images directly. Upload or insert images from URL.


×
×
  • Create New...