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mi spiegate sta cosa?


freedog

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loro sono i primi a non cercare coppia fissa, come baristi e camerieri, già per la loro grande varietà di gente con cui hanno a che fare immagino sia difficile doversi legare solo ad uno...

 

Ma sì, guarda che scherzavo! Però se penso alla mia esperienza fintantoché non sono diventato anch'io un po' promiscuo la gente promiscua mi infastidiva...perché credevo avessero un potere, delle capacità, che a me mancavano. Dopo esser riuscito ad avere rapporti e relazioni più o meno lunghe/brevi con più di una persona ho smesso di temere i ragazzi più belli di me/di invidiarli/di disprezzarli. Non che io sia promiscuo, però fare per un po' il promiscuo è servito.

 

rookino, già te lo dissi in non mi ricordo quale discussione qui sul forum: è sempre stato molto più facile restare nudi fisicamente che spiritualmente!

 

E' vero; però insomma, io mi son spogliato spiritualmente troppo presto con più di una persona...e son stato scaricato.

Siccome non riuscirei ad avere un "fidanzato" con cui non essere spiritualmente "nudo" (perché me ne dimenticherei probabilmente, sarebbe un amante da frequentare di tanto in tanto nel migliore dei casi), per ora mi sta bene starmene solo...altre priorità.

 

Perché ho il sospetto che ci si lamenta di questo e di quello

ovverosia detto in altro modo, si trova sempre qualcosa di

sbagliato, che sia il ragazzo sbagliato, il locale sbagliato, la

rappresentazione sbagliata etc ?

 

...fifa, o che ne so, la trave e la pagliuzza eccetera...frequentare ambienti "scialli" per alcuni può servire; si inizia con un approccio leggero con altri lamentosi e un po' alla volta ci si sblocca n'attimo :D

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a gente promiscua mi infastidiva...perché credevo avessero un potere, delle capacità, che a me mancavano. Dopo esser riuscito ad avere rapporti e relazioni più o meno lunghe/brevi con più di una persona ho smesso di temere i ragazzi più belli di me/di invidiarli/di disprezzarli.

 

Ma guarda il fatto che un ragazzo sia promiscuo non implica che sia bello XD ci sono un sacco di cessi a pedali con una vita sessuale attivissima e varia

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Il battuage è una cosa che non c'entra assolutamente nulla e se avete fatto questa iniziativa oltre ad aver perso tempo confermate il completo scollamento dalla realtà degli omosessuali nascosti.

ok, ma tu hai suggerimenti validi su come provare ad avere con loro un minimo di dialogo che vada oltre frasi tipo "che ce l'hai un kleenex?" quando ci si deve pulire dopo essersi.. svuotati i testicioli?

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Se fosse una cosa sporadica o rara potresti avere ragione. Ma visto che, sia qui sul forum che anche fuori, di persone che formulano questo tipo di critiche/lamentele ce ne sono molte, liquidiamo il tutto come un caso di psicosi collettiva?

 

Non ho parlato di psicosi collettiva

 

Però la vostra non è una vera autocritica, perché a partire dalla disanima di una situazione diciamo pure

oggettiva, vi tirate fuori ed elevate una critica esterna ad un ambiente dato, che designa una identità un modo

di essere gay

 

Questo non significa affatto dire che il problema è irreale significa dire che il vostro approccio è inidoneo a modificare

la realtà, lo è statutariamente

 

Se io mi lamento della chat, mi carico di aspettative idealistiche sulla ricerca del partner, allora vado in un locale, ovvio

non trovo quel partner che ho desiderato, ma altri ragazzi come me, che a loro volta cercano altri gay idealizzati, quindi

sono deluso et e poi via via con l'associazione etc

 

Questo tipo di meccanismo autoalimenta insoddisfazione, ma di per sé non significa che io sto avendo delle allucinazioni o

sto delirando. Semmai può essermi opposto molto più semplicemente di aver sollevato un luogo comune della psicanalisi,

cioè il fatto che i desideri superano sempre ogni identità

 

Se anche vi fosse qualcosa di vero in ciò che ho scritto, sarebbe quindi così generico da non stringere una realtà ben delineata,

sarebbe al più la premessa ad una discussione, che dovrebbe ancora iniziare

 

Non possiamo però farci integralmente dominare dal problema dell'accettazione sociale, non lottare nelle nostre vite concrete

per ottenerla e poi tematizzarla depurando l'identità gay di qualsiasi elemento disturbi questo fondamentale bisogno di poter

essere "accettabili", perché è un cane che si morde la coda

 

Se non ci sbarazziamo prima di questo problema, alla mia premessa neanche ci si arriva e la discussione non può iniziare

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ok, ma tu hai suggerimenti validi su come provare ad avere con loro un minimo di dialogo che vada oltre frasi tipo "che ce l'hai un kleenex?" quando ci si deve pulire dopo essersi.. svuotati i testicioli?

 

Ma questo è un pò come andare a convertire le mignotte, cioè ma il battuage di oggi non è quello di 30 anni fa, ci vanno le sfrante senza speranza,marchettari che si fanno inculare per un pacchetto di sigarette o i cosidetti insospettabili, gente che non muoverebbe un dito per la causa, al massimo puoi acchiappare qualche esibizionista.

A Roma è vero che esiste la gayhelpline ed è la strada giusta, ma vanno aiutati i giovani.poi non è facile, vabbè questo si sa però anche questo è un esempio di scollamento.

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Se io mi lamento della chat, mi carico di aspettative idealistiche sulla ricerca del partner, allora vado in un locale, ovvio non trovo quel partner che ho desiderato, ma altri ragazzi come me, che a loro volta cercano altri gay idealizzati, quindi sono deluso et e poi via via con l'associazione etc

 

Si ma tu riduci tutto alla solita ricerca del fidanzato. Se così fosse posso anche essere d'accordo con la tua interpretazione.

 

Ma il punto sollevato, da me in altre discussioni e da Iron84 in particolare in questa, è ben più ampio: è che l'ambiente gay diciamo "ufficiale" è generalmente visto da una parte del popolo gay come, non so neanche quale aggettivo usare per rendere l'idea, "non accogliente", "falso", persino "crudele" a volte. Questo allontana ovviamente quelli che cercano il fidanzato perfetto che poi, scontrandosi con la realtà, non lo trovano e passano oltre, ma anche chi è interessato in generale a rapporti sociali/amicali o anche solo ad avere un conforto.

 

Iron84 parlava ad esempio del caso di quei ragazzi/uomini che magari non si sono ancora accettati, o hanno difficoltà a farlo, e avrebbero bisogno di un aiuto o una spinta: è innegabile che un soggetto che cercasse queste cose e anche volesse una mano, sapendo che frequentando ambienti gay si troverebbe davanti o a persone che, già pienamente accettate, lo giudicano e gli saltano alla gola appena esprime pensieri "non in linea" col prototipo del gay orgoglioso, oppure soggetti "alla gayromeo", rinuncerebbe subito e rimarrebbe nel suo brodo. 

 

Poi è ovvio che nell'esempio portato il problema sta prima di tutto nella mente del soggetto: ma appunto per questo bisognerebbe mettere in campo tutte le risorse per creare un ambiente quanto più possibile "friendly" così da superare le ritrosie che ci possono essere. Questa cosa attualmente non c'è. Se le associazioni pensano in gran parte alle serate ed alle attività per gente che già ne fa parte, e ignorano o peggio stigmatizzano l'altra parte, il circolo vizioso si autoalimenta. Io stesso, pur essendo dichiarato, sinceramente avessi un problema non andrei mai a cercare conforto in associazione, in extrema ratio al massimo cercherei uno psicologo. Immaginati uno che non è out con nessuno (con tutte le tensioni interne che ciò comporta) e non ha mai conosciuto ragazzi gay quale "entusiasmo" potrebbe avere.

Edited by NewComer
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Ma questo è un pò come andare a convertire le mignotte, cioè ma il battuage di oggi non è quello di 30 anni fa, ci vanno le sfrante senza speranza,marchettari che si fanno inculare per un pacchetto di sigarette o i cosidetti insospettabili, gente che non muoverebbe un dito per la causa, al massimo puoi acchiappare qualche esibizionista.

A Roma è vero che esiste la gayhelpline ed è la strada giusta, ma vanno aiutati i giovani.poi non è facile, vabbè questo si sa però anche questo è un esempio di scollamento.

non è che io viva su Marte, lo so anch'io (e molto bene) che sto scollamento c'è!

però continuo a non vedere quali idee tu proponga per ridurlo!

sarò orbo, che te devo da dì..

 

Come dice anche Hinz qui sopra, oltre alla denuncia dei problemi, farebbe comodo anche qualche propostina per aiutare a risolverli, non credi?

 

PS. cmq il battuage non credo che sia cambiato molto, almeno a Roma: certo, al posto delle fratte (visto che MonteCaprino è chiuso e negli altri parchi si rischiano botte o peggio) ci sono saune, darkRoom eccetera.

Ma restano posti per sesso *anonimo*, con gente di cui quasi sempre non sai manco il nome.

Oh, non voglio fare il moralista bacchettone dicendo questo (visto che tra l'altro l'ho fatto spesso anch'io fino a 8 anni fa, quando ho trovato *marito*): mi limito a registrare che il fenomeno è sempre & cmq attuale!

Edited by freedog
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Non sono certo io a ridurre tutto alla ricerca del fidanzato in generale direi 

anzi di annoiare addirittura me stesso a forza di parlare di amicizia gay, socialità

gay, cultura gay etc

 

Però è vero che quell'esempio per me ha un valore simbolico cioè significa più di

ciò che letteralmente dice

 

Il difetto di ciò che dice Iron84 è che lui segnala il bisogno di cose che in realtà ci

sono sempre state, cioè ciò che lui dice è sempre stato fatto: gayhelpline, incontri

nelle scuole, gruppi giovani di accoglienza etc

 

Queste sono le attività - direi - "classiche" delle associazioni gay 

 

Ovviamente potrebbero essere fatte meglio, diffondersi sul territorio nazionale

( certo i governi italiani non avviano nessun programma pur esistendo fondi strutturali

anti-discriminazione dell'Unione Europea etc. quindi abbiamo meno risorse di altri paesi )

 

freedog vi dice in fondo: lo facevamo già ai tempi miei....addirittura cercando le persone

nei battuage, cioè non limitandoci ad aspettarle in una stanza

 

La novità sarebbe che in parte ora stanno su internet e quindi sono anche più difficilmente

contattabili in senso fisico

 

Certo che l'ambiente gay è ritenuto da molti poco "accogliente"

 

Non è una novità neanche questa, perché l'identità gay a livello autobiografico si forma prima

in quella che potremmo definire una realtà "pre-sessuale" fatta di solitudine, romanticismo immaginario

idealizzazioni come risposta ad una ostilità eteronormativa e ciò produce una omosessualità "singolare"

 

Questa "omosessualità singolare" riflette una impossibilità di integrazione sociale, a cui storicamente

la socialità gay risponde in modo avversativo e quindi molti gay hanno problemi a fare il salto in essa

ma se questo è il problema non si risolve facilmente offrendo servizi specifici a bisogni mirati

 

L'identità "ufficiale" gay fatta di CO, gay pride, affermazione di una identità comune-collettiva, resa visibile

in cui sia possibile una espressione erotica ed emozionale e anche una erotizzazione di uomini gay - in quanto

tali - e coronata da una relazione è certamente l'obiettivo dichiarato

 

La risposta avversativa forse non deve necessariamente caricarsi di disprezzo per i sentimenti di vergogna

solitudine, sentimentalismo etc ma direi che questo problema sia esattamente ciò a cui han tentato di rispondere

tutte le associazioni italiane LGBT, mediando coi gruppi accoglienza fra queste due fasi o mondi

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a cui storicamente la socialità gay risponde in modo avversativo e quindi molti gay hanno problemi a fare il salto in essa

 

 

 

problema sia esattamente ciò a cui han tentato di rispondere tutte le associazioni italiane LGBT, mediando coi gruppi accoglienza fra queste due fasi o mondi

 

Allora la domanda che mi viene è: questa risposta avversativa, che anche tu rilevi e che in un certo senso dai come "scontata", quasi fosse una cosa connaturata, da dove arriva? Perchè se come dici tu nella seconda frase che ho citato, quella "singolare" e quella "sociale" sono due fasi di un unico processo diciamo "evolutivo" della persona, possiamo dire che tutti o quasi i soggetti attualmente nella fase sociale siano passati prima da quella singolare, ed a maggior ragione dovrebbero avere comprensione invece che avversione. Se così è, l'unico senso che riesco a dare a questo atteggiamento è la volontà di passare da vittime a carnefici, il che non è certo una cosa nobile o da difendere.

Edited by NewComer
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@NewComer

Io inviterei anche a provare a definire meglio i contorni della faccenda:

1) Chi sono e cosa vogliono questi ragazzi/uomini che non si sono ancora accettati?

2) Chi sono e cosa vogliono quelli che invece si sono accettati?

 

Perché non è detto che le due categorie desiderino le stesse cose,

anzi potrei anche dire che i primi e i secondi hanno esigenze contrapposte.

 

Perché io vado in un'associazione rispetto a uscire con i miei amici o andare in discoteca?

Perché voglio un grado di impegno, di visibilità e di approfondimento che nel resto dell'ambiente gay non avrei.

Che è esattamente lo spirito opposto delle persone che vengono nelle associazioni cercando una "alternativa alla chat"

 

Ti faccio un esempio facile.

E' comune che un gay alle prime armi - o un po' reazionario - disprezzi il Gay Pride.

Tu da chi lo manderesti per dargli una mano con il coming out?

Lo manderesti davvero dagli organizzatori del Pride?

Non ti suonerebbe un po' strano?

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E' comune che un gay alle prime armi - o un po' reazionario - disprezzi il Gay Pride. Tu da chi lo manderesti per dargli una mano con il coming out? Lo manderesti davvero dagli organizzatori del Pride? Non ti suonerebbe un po' strano?

 

Eh ma il problema è che se uno non ha fatto CO non ha persone che lo sappiano, quindi anche volendo non c'è tizio che lo indirizzi lì piuttosto che altrove. In questa condizione di "isolamento" il rivolgersi all'associazione, anche se "innaturale" sarebbe una sorta di scelta obbligata (scartata l'opzione internet, che comunque può soddisfare un certo set di bisogni ma non altri): se questa interpretazione fosse corretta allora sarebbe possibile per le associazioni "acchiappare" questa fetta di popolo gay, anche se non è proprio il suo naturale bacino d'utenza. Forse. 

Edited by NewComer
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Se così è, l'unico senso che riesco a dare a questo atteggiamento è la volontà di passare da vittime a carnefici, il che non è certo una cosa nobile o da difendere.

 

...questo è un rischio che intravede chi si sente ancora un filino vittima, perdonami se te lo dico.

Io parlo da gay "realizzato a metà" entro questo processo descritto da Hinz; non sono mai stato a un gay pride ma ho frequentato associazioni per un po' (di mezzo incidenti, cambi di residenza, impegni che si accavallavano e non sono mai riuscito a dedicarmici a fondo, alla cosa). Per far parte di un gruppo in generale comunque, che si tratti di volontariato cattolico, di centri sociali o di associazioni gay, occorre mettere da parte per un momento i propri problemi, o alternativamente scegliere di condividerli in un modo che risulti gradevole agli interlocutori.

Io temo (oggi sono meno perentorio di ieri, e mi scuso per averti insultato) che chi si lamenta delle modalità "aggressive" del gregarismo gay debba risolvere prima un po' di faccende colla propria coscienza; nei precedenti post ho suggerito che la promiscuità sessuale possa fungere da "trampolino di lancio"...a onor del vero devo aggiungere che anche fare CO coi membri della famiglia che ancora non sapevano di me ha aiutato perché mi potessi sentire un po' più sereno. 

 

In un mondo ideale vorrei non aver mai dovuto affrontare il CO coi genitori, oppure nascere da persone di vedute un po' meno conservatrici...non sono neanche molto soddisfatto dei CO in realtà, perché certe cose avrei preferito fossero solo affaracci miei. Ma tant'è, nessun uomo è un'isola.

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Beh ora non ho certo la pretesa di dire cosa precisamente sia stato

per ognuno, è chiaro che la mia risposta sarebbe di tipo "sociologico"

( non mira all'individuo in senso psicologico ma a fenomeni collettivi in

senso culturale )

 

La risposta avversativa viene dalla reazione di Stonewall, dalla nascita

del movimento Lgbt e dall'affermazione di una identità gay, prima di questo

l'identità omosessuale esisteva, ma era qualcosa di diverso.

 

La ragione intrinseca dell'avversione, nasce dal fatto che io ho designato

uno schema costruito per opposizioni: vergogna-orgoglio etc

Direi semmai che l'avanzare della integrazione sociale dovrebbe "ammorbidire"

il contrasto, però siamo in Italia non a New York 

 

La butto lì

 

Supponiamo che io da ragazzino fossi un patito dei musical e dell'amore impossibile

se io al mio debutto in società, nei locali gioco la carta Dorothy è ovvio che perdo 100

punti sul piano del rimorchio...però se la mia vita gay e la mia socialità gay non si riduce

a questo perché nel frattempo  mi integro nella società come gay orgoglioso sono outed

sul lavoro e mi fidanzo etc dopo la fase "cancellazione" poi posso anche riconciliarmi con

il mio passato o - in casi limite - diventarci miliardario come Ryan Murphy

 

Tutto ciò però visto dall'Italia è una specie di miraggio perché è già problematico il passaggio

all'identità gay, moltissimi gay italiani questo passaggio non lo vogliono proprio fare

 

A livello esteriore esistono degli indicatori che ce lo dicono: meno gay dichiarati, meno gay

che vanno ai pride meno gay che hanno forme di socialità non legate esclusivamente al bisogno

minimo di trovare un partner, meno gay conviventi etc

 

Quindi in realtà il mio sospetto è che si preferisca venire a patti con la realtà delle chat o dei locali

portandoci dentro un carico di insoddisfazione che deriva dal fatto che pur facendosi certe cose

per necessità, una identità gay non c'è

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Non so, a me sembra sbagliato pensare alle associazioni come gruppo di auto-aiuto per non accettati. Capisco che il mondo sembri crudele e poco accogliente, beh lo è. Ma non è una cosa a voi dovuta che le persone vi integrino nelle loro cerchie sociali.

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Non so, a me sembra sbagliato pensare alle associazioni come gruppo di auto-aiuto per non accettati. Capisco che il mondo sembri crudele e poco accogliente, beh lo è. Ma non è una cosa a voi dovuta che le persone vi integrino nelle loro cerchie sociali.

 

Ti amo

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Eh ma il problema è che se uno non ha fatto CO non ha persone che lo sappiano, quindi anche volendo non c'è tizio che lo indirizzi lì piuttosto che altrove. In questa condizione di "isolamento" il rivolgersi all'associazione, anche se "innaturale" sarebbe una sorta di scelta obbligata (scartata l'opzione internet, che comunque può soddisfare un certo set di bisogni ma non altri): se questa interpretazione fosse corretta allora sarebbe possibile per le associazioni "acchiappare" questa fetta di popolo gay, anche se non è proprio il suo naturale bacino d'utenza. Forse. 

cmq la rigiri, il primo passo però lo DEVE sempre fare l'isolato!

che sia una telefonata all'help line, o andare ai gruppi giovani o ai welcome party (che non sono feste in discoteca, ma rilassanti pomeriggi con thè & pasticcini, da brave damine inglesi dell'800 pudìche & attente all'etichetta) delle ass.ni, s'ha da muove (-> accettà il fatto de esse frocio) chi è *confuso*

 

PS:

freedog vi dice in fondo: lo facevamo già ai tempi miei....addirittura cercando le persone

nei battuage, cioè non limitandoci ad aspettarle in una stanza

AI TEMPI MIEI STO PAR DE CIUFOLI!!!!!!!!

a parte che non mi pare tu sia molto più piskello di me,

ma in codesti modi ci si rivolge a na signora, o giuovinastro cafonissimo???

:angry:  :angry:  :angry:  :angry:  :angry:  :angry:

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mq la rigiri, il primo passo però lo DEVE sempre fare l'isolato!

 

Ah freedogghe, anfatti è quello che ho detto :D ho detto proprio che alla fin fine chi si muove è l'individuo, non puoi andare a pescare gente che non vuole essere pescata. Quando però all'individuo scatta "l'idea" bisogna creare le condizioni perchè l'idea si concretizzi, ossia facilitare per quanto possibile il passaggio dal pensiero all'azione. 

 

La fase critica è ben quella: se anche a uno completamente nascosto arriva l'idea che "ok, posso cambiare la situazione", la cosa avverrà pur sempre fra mille dubbi e incertezze, quindi cambiare idea e tornare indietro è un attimo.

Edited by NewComer
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Quando però all'individuo scatta "l'idea" bisogna creare le condizioni perchè l'idea si concretizzi, ossia facilitare per quanto possibile il passaggio dal pensiero all'azione.

Quindi andarci a far prendere a pernacchie a MonteCaprino in fondo non era così "scollegato" dalla realtà, cosa che mi son sentito dire qui

(non da te, lo so bene; anche se ho una certa età, ancora non sono così rinko!): 

 

anche se fosse servito solo a pochissimi per facilitare il passaggio che dici, valeva la pena provarci; non credi?

Edited by freedog
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Non so, a me sembra sbagliato pensare alle associazioni come gruppo di auto-aiuto per non accettati. Capisco che il mondo sembri crudele e poco accogliente, beh lo è. Ma non è una cosa a voi dovuta che le persone vi integrino nelle loro cerchie sociali.

 

Eh allora non lamentiamoci se i politici se ne fottono di quello che diciamo

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anche se fosse servito solo a pochissimi per facilitare il passaggio che dici, valeva la pena provarci; non credi?

 

Beh dipende, io sarei più per creare le condizioni e poi lasciare che la gente venga di sua volontà: come avevi detto (a mo' di battuta) andare in giro così sa un po' di TSO XD

 

Se è servito non saprei, dovresti dirmelo te. Qualcuno di questi che stavano pisciando er cane poi li avete visti, tempo dopo, in associazione o in giro? 

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Qualcuno di questi che stavano pisciando er cane poi li avete visti, tempo dopo, in associazione o in giro? 

 

un po' più di qualcuno, a dire la verità...

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non è che io viva su Marte, lo so anch'io (e molto bene) che sto scollamento c'è!

però continuo a non vedere quali idee tu proponga per ridurlo!

sarò orbo, che te devo da dì..

 

Come dice anche Hinz qui sopra, oltre alla denuncia dei problemi, farebbe comodo anche qualche propostina per aiutare a risolverli, non credi?

 

PS. cmq il battuage non credo che sia cambiato molto, almeno a Roma: certo, al posto delle fratte (visto che MonteCaprino è chiuso e negli altri parchi si rischiano botte o peggio) ci sono saune, darkRoom eccetera.

Ma restano posti per sesso *anonimo*, con gente di cui quasi sempre non sai manco il nome.

Oh, non voglio fare il moralista bacchettone dicendo questo (visto che tra l'altro l'ho fatto spesso anch'io fino a 8 anni fa, quando ho trovato *marito*): mi limito a registrare che il fenomeno è sempre & cmq attuale!

 

Il punto è un altro, l'Arcigay o qualsiasi altra associazione fa quello che ritiene essere più opportuno però bisogna anche capire che nel momento in cui si rivendicano dei diritti l'organizzazione deve diventare politica, per diventare politica deve rompere steccati ideologici e dedicarsi all'accoglienza.

 

Tu mi dici cosa fare allora te lo dico subito: agire in modo unitario nazionalmente. No tante associazioni che hanno in comune solo il nome e con un contributo economico come succede nei partiti, nei sindacati e in tutte quelle organizzazioni umane che concludono qualche cosa.

Secondo proporre momenti di socialità che non siano esclusivamente legati al mondo LGBT,  impegno che può essere dato in tanti modi, vuoi un esempio?

Fare come cleanup o Retake Roma per il decoro urbano, adottare una piazza, fare lavori per la società, in questo modo l'organizzazione non è più vista come qualcosa di autoreferenziale ma attiva nella società. INSOMMA RAGAZZI FARE COME HANNO SEMPRE FATTO QUEI MARPIONI DELLA CHIESA!!

 

Diventare lentamente un organizzazione sociale, piano piano un Arcigay, per esempio non verrà più visto come un'organizzazione esclusiva o distante. Vogliamo fare la lotta all'omofobia: gestiamo un bel campetto di calcetto! Uscire dal ghetto e farsi conoscere dalla società che ci ha rinchiuso.  Lavorare nel quartiere non solo in iniziative Lgbt ma anche quelle apparentemente più lontani, anche perchè, secondo me la rivendicazione dei diritti non può prescindere anche da un profondo senzo di appartenenza, senso civico e partecipazione.

Una volta usciti dal solco, si potrà andare l'arcigay sarà un luogo per tutti e così tutti potranno essere sensiblizzati alle nostre tematiche e non venire più visti come extraterrestri.

Abbandonare il discorso commerciale/serata, ma perchè un associazione culturale debba essere associata alla serata fisting proprio io non lo capisco, un pò come se l'Accademia della Crusca sponsorizzasse il locale "la parolaccia".

 

Cercare la visibilità sempre e comunque, senza provocazioni e diciamocela tutta.........affiancare il pride a una manifestazione per i diritti aperta a tutti. Ma quanti sono gli etero che vivono in coppia e vorrebbero le Unioni Civili, tantissimi, perchè devono venire a manifestare con noi che ci poniamo con i carri? Poi a molti gay, anche pienamente accettati il Pride non piace fatevene una ragione.Non è che se una cosa funziona in Inghilterra, in Francia o in America debbe per forza funzionare anche da noi. Il Pride andava bene all'inizio quando voleva provocare e imporsi alla società che negava e nascondeva, oggi invece, serve qualcosa di più rassicurante ceh faccia capire alla gente che i gay non vanno in giro in parrucche o in pailettes con tutti rispetto per la diversità ci mancherebbe altro.

 

Ecco queste sono le mie alternative, possono essere sbagliate, però le proposte le faccio. Infine una cosa è importante capire, che qualcosa si sta sbagliando però vedo che almeno su questo abbiamo trovato un punto d'incontro.

 

 

Edited by Iron84
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Il punto è un altro, l'Arcigay o qualsiasi altra associazione fa quello che ritiene essere più opportuno però bisogna anche capire che nel momento in cui si rivendicano dei diritti l'organizzazione deve diventare politica, per diventare politica deve rompere steccati ideologici e dedicarsi all'accoglienza.

 

Tu mi dici cosa fare allora te lo dico subito: agire in modo unitario nazionalmente. No tante associazioni che hanno in comune solo il nome e con un contributo economico come succede nei partiti, nei sindacati e in tutte quelle organizzazioni umane che concludono qualche cosa.

Secondo proporre momenti di socialità che non siano esclusivamente legati al mondo LGBT,  impegno che può essere dato in tanti modi, vuoi un esempio?

Fare come cleanup a Napoli o Retake Roma per il decoro urbano, adottare una piazza, fare lavori per la società, in questo modo l'organizzazione non è più vista come qualcosa di autoreferenziale ma attiva nella società. INSOMMA RAGAZZI FARE COME HANNO SEMPRE FATTO QUEI MARPIONI DELLA CHIESA!!

 

Diventare lentamente un organizzazione sociale, piano piano un Arcigay, per esempio non verrà più visto come un'organizzazione esclusiva o distante. Vogliamo fare la lotta all'omofobia: gestiamo un bel campetto di calcetto! Uscire dal ghetto e farsi conoscere dalla società che ci ha rinchiuso.  Lavorare nel quartiere non solo in iniziative Lgbt ma anche quelle apparentemente più lontani, anche perchè, secondo me la rivendicazione dei diritti non può prescindere anche da un profondo senzo di appartenenza, senso civico e partecipazione.

Una volta usciti dal solco, si potrà andare l'arcigay sarà un luogo per tutti e così tutti potranno essere sensiblizzati alle nostre tematiche e non venire più visti come extraterrestri.

Abbandonare il discorso commerciale/serata, ma perchè un associazione culturale debba essere associata alla serata fisting proprio io non lo capisco, un pò come se l'Accademia della Crusca sponsorizzasse il locale "la parolaccia".

 

Cercare la visibilità sempre e comunque, senza provocazioni e diciamocela tutta.........affiancare il pride a una manifestazione per i diritti aperta a tutti. Ma quanti sono gli etero che vivono in coppia e vorrebbero le Unioni Civili, tantissimi, perchè devono venire a manifestare con noi che ci poniamo con i carri?

 

Ecco queste sono le mie alternative, possono essere sbagliate, però le proposte le faccio. Infine una cosa è importante capire, che qualcosa si sta sbagliando però vedo che almeno su questo abbiamo trovato un punto d'incontro.

 

 

uhm.. a naso mi sa che al Pride tu non ci sei mai stato, nevvero?

Beh, se non lo sai, ti informo che oltre alla sfilata del sabato e al party da discoteca, ogni pride prevede tutta una settimana di incontri, dibattiti, mostre, presentazione libri, cinerassegne eccetera su tutti i temi di cui tu parli qui sopra.

 

Certo, poi fa notizia soltanto la sfilata; ma quello è un altro discorso.

Cara grazia che stiamo facendo perdere il vizio ai tg di riprendere solo gente seminuda o variopinta!!

ossia lo 0 virgola zeroqsa percento di chi viene a manifestare!!

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io quest'estate sono andato ad un pride piccolino ma ero tutto vestito, perchè non ho addominali e mi pareva brutto mostrare la pancetta floscia...altrimenti....

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