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Amore, Chat e Monogamia Gay


GianGian

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Mooncat Bluerose

@wasabi

 

Concordo con molto di quello che hai scritto, però ho un dubbio, e cioè mi chiedo se spesso il progetto di dar vita ad una coppia stabile su cui scelgono di impegnarsi alcuni gay non sia un tentativo di rientrare in qualche modo in uno schema di riferimento basato sull'immaginario eterosessuale.

In pratica è possibile che questo desiderio di stabilità e normalità a cui tu accenni sia in realtà una manovra per trovarsi in una situazione che, essendo paragonabile al risultato di un percorso che in ambito eterosessuale hai definito come un'evoluzione naturale, venga ritenuta come più facilmente accettabile rispetto ai pregiudizi che parecchia gente indirizza contro gli omosessuali che hanno svariati partners invece di uno fisso?

Mi viene da domandarmi se le difficoltà a formare una "famiglia" (al di là dell'interpretazione che si da di questo termine) oltre che di natura esterna (società, famiglia d'origine, ecc...) non possano riguardare anche il problema di incastrarsi in una casella che forse non è adatta ad ospitare l'universo affettivo che ci appartiene.

La mia impressione è che invece di prestare attenzione alle persone e sulla base della interazioni che si vengono a creare con esse costruire il proprio modello relazionale si tenda invece a fissare il proprio obiettivo su un certo ruolo precostituito e sui requisiti considerati necessari per ricoprirlo per poi effettuare delle selezioni in cerca di qualcuno che possa occupare quella parte in maniera soddisfacente.

Nel momento in cui si decide di uscire allo scoperto ci si trova a fare i conti con tutta una serie di giudizi più o meno temuti per cui non mi sembra improbabile che ci sia chi cerca di presentarsi nel modo più "conforme" possibile all'idea che gli era stata cucita addosso da parenti e amici, come a dire che l'unica cosa che va corretta è il sesso del futuro o presente fidanzato mentre per il resto si è o si sarà una coppia "come tutte le altre", questo può permettere un riconoscimento sociale più facile perchè ci si pone in un'ottica di dinamiche comportamentali simili a quelle eterosessuali (anche se non è una cura garantita contro l'ostinazione nell'ignoranza e nella cattiveria), diversamente verrebbe a mancare quel fattore di comprensione che permette di identificarsi nell'altro e di capirne meglio le ragioni, si potrebbe finire con l'essere percepiti come alieni ed estranei e quindi accettati con maggiore difficoltà in quanto sfuggenti ad un inquadramento rassicurante.

La coppia stabile può essere davvero il luogo della piena espressione dei propri sentimenti, non è detto che sia per forza una convenzione di comodo (il che non significa di semplice realizzazione), ma sono dell'opinione che ci si debba prima interrogare su di essa per poi decidere se è veramente la scelta che vogliamo fare oppure se si tratta di uniformarsi pigramente allo schema eterosessuale.

Ho sentito molti dire che finchè si è giovani è bene collezionare tutte le esperienze possibili divertendosi e vivendo in maniera spensierata, come a sottintendere che poi in età più adulta le cose iniziano a farsi difficili e quindi fino a quando è possibile è meglio approfittare di ogni occasione che si presenta, secondo me il discorso invece è un po' diverso e riguarda più l'apertura mentale, nel senso che non credo ci si debba fissare su delle idee e delle posizioni che a volte la mancanza di un vissuto possono non far comprendere in pieno ma sarebbe consigliabile invece continuare a guardarsi intorno e indagare sia al nostro interno che all'esterno alla ricerca di conferme o di smentite del proprio modo di pensare se stessi e il mondo che ci circonda.

La stabilità secondo me è un equilibrio dinamico e non statico per cui per raggiungerla è necessario non rimanere fermi ma cambiare in continuazione, punto di vista, maniera di comportarsi e a volte persino il partner quando la situazione lo richiede, penso quindi che più che puntare alla figurina della coppia perfetta sia meglio seguire la direzione che ci viene più naturale a dispetto che sia considerata "normale" o meno.

 

P.S: Sono lento a scrivere per cui ho visto che nel frattempo sono stati inseriti diversi altri post, perdonate se sono rimasto indietro :)):

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L'ambizione di tutti gli esseri umani, gay come non, è trovare una persona adatta con la quale condividere, amore, sesso, e vita.

Poi ci sono i famosi single per scelta, gente che magari vive in una metropoli ma non trova nessuno...si, per scelta degli altri.

 

 

 

 

p.s. fanno eccezione solo persone che, per isolamento geografico (pensiamo a chi vive in una piccola isola o in un paesino nelle alpi) faticano a trovare l'anima gemella per una mera questione "numerica".

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Ciò che volevo evidenziare è che quella di vivere in una relazione stabile, in particolare in una convivenza di lungo termine, è una scelta impegnativa, per un gay non scontata e non incentivata.

Ciò che non capisco in questo, una coppa gay come si differenzia da una coppia etero? Per due etero vivere una relazione stabile non è una scelta impegnativa ? Non ci sono le coppie etero dove uno dei due non è visto di buon occhio dai genitori dell'altro? Edited by Addie Pray
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privateuniverse

Credo che wasabi non si riferisse a questo, ma al fatto che, nel mondo degli omosessuali, almeno degli omosessuali maschi, le opportunità di tipo prettamente sessuale abbondano e che scegliere di impegnarsi in una convivenza di lungo termine spesso comporta, in un modo o nell'altro, la rinuncia alla possibilità di avere molti partner, senza per di più avere il collante sociale su cui possono contare le relazioni tra uomini e donne (l'integrazione in una rete parentale, il riconoscimento sociale, la presenza di figli etc.).

 

Inoltre, ammetterai che, in una situazione in cui l'omosessualità suscita condanne o, comunque, disagio, per una coppia dello stesso sesso la possibilità di non piacere alla famiglia del partner è una possibilità molto concreta.

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Sì, hai sintetizzato bene quello che volevo dire. Aggiungo solo che una convivenza a lungo termine non comporta soltanto la rinuncia alla possibilità di avere molti partner, ma anche la necessità di plasmare la propria vita affinché sia compatibile con quella del partner. Questo può influire su tantissime scelte di vita: scelte lavorative, scelta della città in cui vivere, scelta sulla meta delle vacanze etc ...

Naturalmente questi "sacrifici" sono gli stessi che anche le coppie etero devono affrontare, però i gay devono superare anche lo scoglio del "chi me lo fa fare?", perchè, spesso,non sono in alcun modo sostenuti nei loro sforzi con l'approvazione sociale e familiare, anzi, vivono in una condizione considerata comunque non accettabile.

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"Non avere molti partner" non è un effetto mistico che discende direttamente

dal fatto di convivere col proprio compagno.

Se rinunciare ad avere molti partner è davvero un sacrificio per entrambi,

si può benissimo evitare la monogamia in coppia.

E se non è un sacrificio... beh, allora non è neanche una rinuncia.

 

Trovo questa idea dell'Amore come sacrificio un po' tetra.

A questo punto non mi stupisce se - con questa concezione - molti vi rinuncino.

Ci vedo troppa enfasi sulla "perdita di libertà".

Tutti a friggere perché vogliono scopare in giro, perché devono rinunciare al mare per la montagna,

perché devono spegnere la luce se lui vuole dormire... :D

 

Non è che a me interessi più di tanto se gli altri gay abbiano o meno una relazione.

In effetti se in una storia ci vedono così tanti sacrifici, fanno anche bene a rimanere single.

Se si trovano più a loro agio così, direi che mi pare una condotta legittima.

 

Mi preoccupa di più se la desiderano e non riescono a trovarla

o se l'hanno trovata e la trovano castrante; perché questo a volte li incattivisce

e spesso mi trovo a fare da parafulmine per la loro frustrazione.

Il mondo non è fatto solo di gente felicemente libera e felicemente accoppiata,

ma anche di gente infelicemente sola e accoppiata infelicemente.

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@GianGian

 

Puoi contare anche noi: 14 anni insieme e nemmeno sappiamo cosa sia una chat o uno di quei siti d'incontri gay che vengono spesso citati nei post.

 

Al massimo ci trovi in un forum come questo, e nemmeno tutti e due, perché al mio compagno non interessano nemmeno questi.

Bellissimo ! Vi invidio. E come detto lo scopo della mia domanda era proprio vedere smentita la faccenda del fatto che i Gay sono tutti farfalloni e non hanno storie durature... che bello !!!! :)):

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Ognuno reagisce alle pressioni in modo differente, temo. La nostra condizione è delicata e non tutti la vivono nello stesso modo.

C'è chi pensa 'se per gli altri non esisto, faccio quello che mi pare!', chi dice 'tanto non posso sposarmi, a che serve farsi problemi di fedeltà?' e chi è completamente disilluso e non crede nell'amore e quindi 'ramazza' a destra e a sinistra limitandosi a seguire l'istinto del momento.

 

Concordo sul fatto che dipende dalle persone. Ma aggiungo che dipende anche dall'esistenza e dal vissuto di ogni singola persona.

 

Perchè, non prendiamoci in giro, la nostra è una brutta condizione, socialmente parlando. E non tutti sono abbastanza forti da mantenere saldi i propri principi e la propria integrità davanti alle avversità che presenta.

 

Orlok comincio a spaventarmi.. :sarcastic: Concordo ormai su tutto quello che dici e la cosa mi preoccupa...data la mia notoria polemicità ;-)

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wow wow ragazzi !! Grazie!!! davvero non per 'slecchinare' ma avevo timore che questa discussione diventasse un punto morto e venisse liquidata come la solita storia trita e ritrita !! Invece sto via un giorno e guarda quanti post interessanti... Giuro ! è bellissimo...

Mi spiego: io provengo da una realtà limitata e deprimente di chat gay e ho sempre considerato forum et similia una perdita di tempo (non sparatemi, please l'ho già fatto da solo :roulette:)... e invece ho perso un sacco di tempo !!!!!!!

forse anche per quello io stesso ho delle idee preconcette e volevo appunto trovare persone 'normali' che dessero opinioni 'normali'

 

In realtà ho sempre pensato che il mondo gay sia null'altro che uno spaccato della società: monogami e non, cialtroni e non, persone banali e interessanti, intelligenti e stupidi, lavoratori e disoccupati, infermieri e ballerini farmacisti o operai..... superficiali o profondi ....giovani o vecchi alti e bassi etc...

 

insomma di tutto un po, purtroppo (e ribadisco buona parte forse per CAUSA MIA ) ho invece solo visto uno spaccato in altissima percentuale di falsi ipocriti squilibrati puttanieri checche fashion (senza nessuna volontà di offendere tali categorie, ma non essendo ciò che cerco io...)

 

In realtà si potrebbe quindi sviluppare ulteriormente il discorso (che mi pare qualcuno abbia accennato in qualche post) sul problema della visibilità gay o del fatto che molte persone non frequentano saune, locali, chat etc.. e si tratta la maggior parte delle volte delle famose 'persone normali' , come trovare simili persone ? (ripeto non ho nulla contro il locali che frequento io stesso, ma evidentemente quando siamo 'in branco' diamo il peggio di noi)

 

Ecco infine il perchè io 'invido' gli etero perchè se io etero vado in un negozio , al bar, in un supermercato e vedo una bella ragazza, posso attaccare bottone, se sono una persona educata e trovo anche il modo di non essere il solito maschio zotico che ci prova, posso conoscerla, e magari chissà ucirci a cena e chissa fidanzarmi, sposarmi, fare figli (ahhhh... sono in fondo un inguaribile romanticone :giveheart: ahahahahahah)

 

Se io gay faccio lo stesso immaginate la reazione (ovviamente non con una bella ragazza ma con un bel tipo)

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Ciò è sicuramente valido per le coppie etero, che spesso trascinano le relazioni per le pressioni sociali cui sono sottoposte: figli, famiglie, amici, ecc. Per le coppie gay direi che è esattamente il contrario: stanno insieme perché lo vogliono nonostante le pressioni sociali negative cui sono sottoposte. Per me, quindi, una relazione gay stabile ha un valore decisamente superiore alla maggior parte delle relazioni etero.

ecco ilpunto forse è proprio questo ! E' più difficile !!!!

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@@Almadel La mia concezione dell'amore non è affatto tetra.

 

Come già ho detto più volte, sto benissimo nella situazione che mi sono scelto consapevolmente e senza alcuna forzatura, tanto più che a casa con i miei non avevo nessun problema.

Il fatto di vivere una storia molto felice, nella quale non mi pesa alcun sacrificio, non mi impedisce di rendermi conto di quali siano le difficoltà a cui tutti, più o meno, vanno incontro in una convivenza stabile. Anche come gay so di essere particolarmente fortunato, perchè i miei genitori considerano il mio ragazzo come un altro figlio e i suoi, bene o male, non ci ostacolano.

 

Questa consapevolezza mi permette di non dare per scontato che la scelta che ho fatto io possa andare bene ed essere automaticamente condivisa da tutti.

Edited by wasabi
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@GianGian dovrebbe dirci se i suoi amici single

sono dichiarati coi genitori, con gli amici etero e sul lavoro.

Magari si scopre che il problema sta tutto lì.

beh dato che i miei amici hanno tutti un range di età che va dai 35 ai 45 anni direi di si, con un'unica eccezione ahahahh il mio ex ed è stato esattamente il motivio (uno dei..) per cui ci siamo lasciati o meglio .. ho lasciato io la situazione (pensa se è un problema a 25 anni, come lo è a dover sparire quando arriva mamma in visita a 40 anni !!)

Edited by GianGian
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L'ambizione di tutti gli esseri umani, gay come non, è trovare una persona adatta con la quale condividere, amore, sesso, e vita.

Poi ci sono i famosi single per scelta, gente che magari vive in una metropoli ma non trova nessuno...si, per scelta degli altri.

 

 

 

 

p.s. fanno eccezione solo persone che, per isolamento geografico (pensiamo a chi vive in una piccola isola o in un paesino nelle alpi) faticano a trovare l'anima gemella per una mera questione "numerica".

 

PAROLE PERFETTE !!!!! E' proprio questo il mio caso

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@@Almadel La mia concezione dell'amore non è affatto tetra.

 

Come già ho detto più volte, sto benissimo nella situazione che mi sono scelto consapevolmente e senza alcuna forzatura, tanto più che a casa con i miei non avevo nessun problema.

Il fatto di vivere una storia molto felice, nella quale non mi pesa alcun sacrificio, non mi impedisce di rendermi conto di quali siano le difficoltà a cui tutti, più o meno, vanno incontro in una convivenza stabile. Anche come gay so di essere particolarmente fortunato, perchè i miei genitori considerano il mio ragazzo come un altro figlio e i suoi, bene o male, non ci ostacolano.

 

Questa consapevolezza mi permette di non dare per scontato che la scelta che ho fatto io possa andare bene ed essere automaticamente condivisa da tutti.

 

Guarda che penso di aver capito bene quello che intendi.

Ma io non mi immagino nessuno che davvero non cominci una relazione seria

per paura che possa risultare "troppo impegnativa".

Chi la giudica tale semplicemente non ha trovato "la persona giusta".

E se non l'ha trovata non puoi accusarlo di avere la sindrome di Peter Pan.

 

Mi immagino invece che la paura più grande sia che una relazione seria diventi pubblica

e che non ci si senta pronti per un coming out con amici, parenti, colleghi e genitori.

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Orlok comincio a spaventarmi.. :sarcastic: Concordo ormai su tutto quello che dici e la cosa mi preoccupa...data la mia notoria polemicità ;-)

 

Dovrebbe preoccuparti più che altro perchè essere simili a me... non è una cosa bella! xD

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privateuniverse

Ma io non mi immagino nessuno che davvero non cominci una relazione seria

per paura che possa risultare "troppo impegnativa".

Chi la giudica tale semplicemente non ha trovato "la persona giusta".

E se non l'ha trovata non puoi accusarlo di avere la sindrome di Peter Pan.

 

Siamo proprio sicuri che la capacità di avere una relazione dipenda dal fatto di trovare la persona giusta?

E non è invece possibile che ci siano persone che gli impegni li fuggono a prescindere?

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Trovo questa idea dell'Amore come sacrificio un po' tetra.

A questo punto non mi stupisce se - con questa concezione - molti vi rinuncino.

Ci vedo troppa enfasi sulla "perdita di libertà".

L'amore è sacrificio. Non soltanto l'amore eros.

Quasi tutte le forme d'amore devono combattere contro le predisposizioni egoistiche dell'essere umano.

Un genitore potrebbe voler, dopo lavoro, starsene comodamente sbivaccato sul divano. L'amore per i figli lo spinge a compiere delle scelte per cui, invece di sonnecchiare, porta i bimbi al parco o al cinema.

Il partner che deve scegliere un lavoro che lo porterà in un'altra nazione dovrà probabilmente scegliere cosa fare con la propria relazione affettiva. Lascerà la propria famiglia, il proprio coniuge o fidanzato? Resterà con lui? E in casi ben più quotidiani e leggeri, il chiedere scusa, lo scendere a compromessi, tutto è un diplomatico modo di amare l'altro.

Spesso amare significa rinunciare a certe libertà. Questo non significa che ciò renda infelici. La gratificazione dell'amore può essere un'arma molto potente. Questo non significa però che altre libertà non rendano felici e che non si soffra nel rinunciarvi.

 

Sicuramente appoggio il punto di vista "socioculturale" che espone wasabi ma non credo sia determinante.

Direi piuttosto che certe "tendenze" vadano ricercate in una psicologia collettiva riguardo al matrimonio, alla famiglia, alle relazioni stabili.

Quanti omosessuali sono cresciuti in una famiglia felice?

Quanti omosessuali si sono sentiti felici nella propria famiglia?

Quanti omosessuali si sono sentiti PARTE di una famiglia?

Quanti omosessuali proiettano su di loro lo status della propria famiglia?

Quanti omosessuali vedono un continuum tra la famiglia di provenienza e quella che potrebbero andare a formare?

Quanti omosessuali desiderano dare dei nipoti ai propri genitori e vederli essere nonni?

Quanti omosessuali hanno imparato che l'amore filiale non sempre esiste e ci fa amare nonostante le difficoltà (o le scelte sessuali)?

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Siamo proprio sicuri che la capacità di avere una relazione dipenda dal fatto di trovare la persona giusta?

E non è invece possibile che ci siano persone che gli impegni li fuggono a prescindere?

 

Suppongo che si tratti di persone che non sono mai state fidanzate

e che vivono da sempre felicemente da soli.

Se hai il sospetto che il quarantenne che ti piace "fugga gli impegni a prescindere"

dovresti preventivamente informarti se abbia mai avuto convivenze prima di conoscerti.

Se la risposta è "no", hai il diritto di essere molto sospettoso.

Se invece ti piacciono i diciottenni, allora forse mi immagino che non desiderino impegnarsi ancora...

 

L'amore è sacrificio. Non soltanto l'amore eros.

Quasi tutte le forme d'amore devono combattere contro le predisposizioni egoistiche dell'essere umano.

Un genitore potrebbe voler, dopo lavoro, starsene comodamente sbivaccato sul divano. L'amore per i figli lo spinge a compiere delle scelte per cui, invece di sonnecchiare, porta i bimbi al parco o al cinema.

Il partner che deve scegliere un lavoro che lo porterà in un'altra nazione dovrà probabilmente scegliere cosa fare con la propria relazione affettiva. Lascerà la propria famiglia, il proprio coniuge o fidanzato? Resterà con lui? E in casi ben più quotidiani e leggeri, il chiedere scusa, lo scendere a compromessi, tutto è un diplomatico modo di amare l'altro.

Spesso amare significa rinunciare a certe libertà. Questo non significa che ciò renda infelici. La gratificazione dell'amore può essere un'arma molto potente. Questo non significa però che altre libertà non rendano felici e che non si soffra nel rinunciarvi.

 

Che i figli siano un sacrificio, direi che non ci piove.

E senza dubbio è possibile che in talune occasioni

anche una relazione ci imponga dei sacrifici:

ma sono eventualità piuttosto rare

(rinunciare a un lavoro all'estero non capita tutti i giorni).

 

"Chiedere scusa, lo scendere a compromessi, tutto è un diplomatico modo di amare l'altro"?

Sarà che non sono una persona né orgogliosa né litigiosa e che ho gli stessi gusti del mio partner...

In sette anni gli avrò chiesto scusa un paio di volte e lui neppure una (è stato sempre impeccabile).

Non dubito che alcune relazioni siano dei "sacrifici", ma non mi pare una condizione necessaria.

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Ilromantico

Sono molto d'accordo con Aquarius, secondo me ha centrato buona parte del problema. Determintati gay (a mio avviso molti) non riescono a crearsi vincoli o relazioni serie perchè la società e il contesto familiare non li aiuta e al tempo stesso non sono riusciti ad educarli all'amore sincero e profondo se non addirittura ai sentimenti affettivi più basilari. Penso che determinati gay siano di fatto rimasto degli eterni "peterpan", non perché piaccia o perché non abbiano trovato la persona giusta, ma perché non sanno vedere oltre al sesso e all'infatuazione visto che la società/famiglia non li ha aiutati di fatto a crescere.

 

Io dico solo che a una festa gay di conoscenti molti gay si stupivano e non capivano perché io e mio marito ci dovessimo sposare. Per non parlare che più di un paio di amici hanno addirittura problemi ad infatuarsi o prendersi delle semplici cotte. Gli piacciono pochi, poi si stufano dopo 1/2 giorni o trovano difetti inutilissimi e stupidissimi a tutti.

 

 

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privateuniverse

Suppongo che si tratti di persone che non sono mai state fidanzate

e che vivono da sempre felicemente da soli.

Se hai il sospetto che il quarantenne che ti piace "fugga gli impegni a prescindere"

dovresti preventivamente informarti se abbia mai avuto convivenze prima di conoscerti.

Se la risposta è "no", hai il diritto di essere molto sospettoso.

Se invece ti piacciono i diciottenni, allora forse mi immagino che non desiderino impegnarsi ancora...

 

Non mi riferivo a persone che ho conosciuto io, ma a conoscenti di conoscenti molto più navigati di me che, a quanto mi si dice, continuano a svolazzare di fiore in fiore anche ad un'età piuttosto avanzata, e ad avere relazioni quasi solo a scadenza.

 

Peraltro, ne conosco anche di etero così.

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Penso che determinati gay siano di fatto rimasto degli eterni "peterpan", non perché piaccia o perché non abbiano trovato la persona giusta, ma perché non sanno vedere oltre al sesso e all'infatuazione visto che la società/famiglia non li ha aiutati di fatto a crescere.

sai... ilromantico, devo dire che molti forse soffrono del complesso di peter pan, soprattutto dopo i 40/45 anni (è la mia età) .. in realtà io ho una testa molto più giovane dei miei coetanei e non so che farci (naturalmente non si generalizza.. lo capisco) ma davvero io non riesco a trovare la persona giusta e non perchè mi diverto a 'crogiolarmi' nella mia libertà e a fare il ragazzino... anzi : e PUBBLICAMENTE LO DICO IN CASO QUALCUNO SIA INTERESSATO ( :nyam: ) : io vorrei tanto una storia davvero seria e costruire un rapporto serio con qualcuno che seppure non è facile abbia la volontà di provarci .. ma davvero NON LO SI TROVA almeno a Torino

e non do la colpa agli altri ...semplicemente vorrei trovare tante mosche bianche come ho trovato in questo forum in pochi giorni .. e mai in tanti anni in altri posti ...

 

Tante belle parole, buone intenzioni e poi tutti spariscono nel nulla.. sembra che nessuno abbia la volontà di 'rischiare' di 'provarci' per questo ti invidio/ammiro e invidio la vostra freschezza e volonta di coppia :-)

Edited by GianGian
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ok lo so alle volte sono un po polemico e negativo.. forse è anche un pò colpa mia: .. io sono buddista e riconosco che ogni cosa che mi succede in parte è causata da me stesso, ma davvero sono 3 anni che tento di trovare una relazione seria e davvero non ci riesco e mi sono chiesto 1000 volte: è colpa mia ? sono vecchio ? sono fesso ? sono racchio ? sono sbagliato ? sono .. sono ... che cavolo sono __ :maninlove:

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Per esempio, a me manca un po' avere dei modelli.

Insomma, anche riguardo la convivenza, la "gestione" di una relazione...

 

Non ho un carattere facile,

ma posso dire con una certa sicurezza che ho avuto relazioni

con ragazzi che non erano "giusti" per me, e viceversa...

Io sono per una relazione monogama,

ma penso anche che se mi trovassi abbastanza a mio agio in una relazione,

se mi fidassi davvero del mio partner,

una relazione aperta potrebbe anche piacermi.

 

A quel che vedo confrontando la situazione gay con quella etero,

non so se davvero ci sia sta gran differenza, per cui noi si sarebbe più promiscui.

Mediamente vedo che gli amici etero diventano più "promiscui"

quando si accorgono che possono e riescono a rimorchiare con facilità anche loro:

tornano dall'erasmus tutti arrapati.

Insomma, non è l'orientamento sessuale a far la differenza,

piuttosto il fatto di far cose nuove, vivere per conto proprio, etc....

Edited by schopy
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Mica tutti gli etero trovano marito...purtroppo alcuni di noi

sono predestinati a rimanere celibi o nubili a seconda dei casi.

 

Io ho un cugino già sposato e separato e attualmente convivente

con altra donna con cui è diventato padre.

 

Un cugino sposato con due figli.

 

Una cugina sposata e separata attualmente singles da 3 anni

 

Un cugino single che non si è mai sposato nè ufficialmente fidanzato con

nessuno, nè credo che a questo punto mai lo farà.

 

Altri due cugini singles di cui solo uno con fidanzata stabile

ma studenti e quindi troppo giovani per sposarsi.

 

Certo essendo etero molti di loro hanno fallimenti matrimoniali alle

spalle perchè si sono potuti sposare, in due casi però si è trattato

di matrimoni durati poco più di un anno. Inoltre alcuni di loro hanno

avuto dei figli, sia nel matrimonio che fuori

 

La differenza sul piano sociologico culturale è forse

anche il fatto che si sono sposati abbastanza giovani

per certi versi si potrebbe dire con troppa fretta visto il

tasso di insuccesso

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Ora non cominciamo col fare esempi sugli etero per "rincuorarci" o consolarci. Non dobbiamo nemmeno sforzarci nel domandarci se gli amori gay in genere durano come quelli etero, la domanda è ancora più "tragica": perché determinati gay non riescono a provare interesse per i sentimenti e non riescono a gestire nemmeno una storia?Il problema non è se le storie durano, ma il fatto che determinati (molti per me) non riescano e/o non vogliano crearsene una.

 

Che le coppie etero possano scoppiare non mi pare un gran dato rilevante. Scoppiano perchè finisce il sentimento o si è abbondantemente superato il limite di sopportazione, ma nella quasi totalità delle storie etero io non ho mai visto mancare del romanticismo, l'affetto o dei sentimenti. Che possa durare molto o poco, non importa, il punto è che in genere gli etero riescono a vivere una storia per 1 settimana o tutta la vita al 100%. Perchè a determinati gay costa tanto amare davvero qualcuno?

 

 

 

 

 

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Se fosse perchè hanno paura di innamorarsi?

Perchè se ci si innamora, poi si desidera vivere appieno la propria storia, alla luce del sole, non si riesce più ad accettare di confinare i propri sentimenti nel segreto e di essere trattati come una coppia di serie B ...

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Ora non cominciamo col fare esempi sugli etero per "rincuorarci" o consolarci. Non dobbiamo nemmeno sforzarci nel domandarci se gli amori gay in genere durano come quelli etero, la domanda è ancora più "tragica": perché determinati gay non riescono a provare interesse per i sentimenti e non riescono a gestire nemmeno una storia?Il problema non è se le storie durano, ma il fatto che determinati (molti per me) non riescano e/o non vogliano crearsene una.

 

Che le coppie etero possano scoppiare non mi pare un gran dato rilevante. Scoppiano perchè finisce il sentimento o si è abbondantemente superato il limite di sopportazione, ma nella quasi totalità delle storie etero io non ho mai visto mancare del romanticismo, l'affetto o dei sentimenti. Che possa durare molto o poco, non importa, il punto è che in genere gli etero riescono a vivere una storia per 1 settimana o tutta la vita al 100%. Perchè a determinati gay costa tanto amare davvero qualcuno?

Completamente d'accordo... Se proprio vogliamo fare un paragone con gli etero c'è anche una sostanziale differenza nell'approccio, e di conseguenza nel proseguo: di tutte le persone (etero) che conosco non ho mai, e ripeto mai, conosciuto una coppia (non importa quanto siano durate) conosciutasi tramite il sesso per poi conoscersi meglio. E i tipi che finiscono a letto subito di solito si tratta di avventure sessuali e basta. Viceversa tra i gay la scopata conoscitiva sembra essere la prassi, evidentemente il darsi la mano è diventato antico
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privateuniverse

di tutte le persone (etero) che conosco non ho mai, e ripeto mai, conosciuto una coppia (non importa quanto siano durate) conosciutasi tramite il sesso per poi conoscersi meglio. E i tipi che finiscono a letto subito di solito si tratta di avventure sessuali e basta. Viceversa tra i gay la scopata conoscitiva sembra essere la prassi, evidentemente il darsi la mano è diventato antico

 

Trascuri un elemento essenziale: uomini e donne eterosessuali hanno un'infinità di occasioni e di opportunità per conoscersi in contesti diversi da quelli finalizzati alla ricerca di un partner, affettivo o sessuale. Questo per i gay non avviene. Se fossi eterosessuale e mi piacesse una collega, una conoscente, una qualsiasi persona di sesso femminile conosciuta in un contesto qualsiasi costei sarebbe probabilmente eterosessuale anche lei, e avremmo un'enormità di tempo e di occasioni per conoscerci meglio al di fuori di un approccio specificamente mirato alla ricerca di un partner. Se, invece, sono omosessuale e mi piace un collega, un conoscente, una qualsiasi persona di sesso maschile conosciuta in un contesto qualsiasi, le probabilità che sia anche lui omosessuale sono infinitamente minori (stesso discorso per una donna omosessuale che fosse attratta da un'altra donna).

 

Se sono eterosessuale, posso sperare di conoscere donne eterosessuali anche andando a un un corso di lingua, di nuoto o, meglio ancora, di ballo; se sono omosessuale, gli uomini che conoscerò in occasioni simili saranno, con tutta probabilità, eterosessuali. Non avrò modo di farmi prima conoscere e apprezzare per poi provare ad andarci a letto.

 

I maschi omosessuali, per trovarsi, devono prima cercarsi; e, per cercarsi, devono crearsi delle opportunità di socializzazione pensate espressamente per loro e per le loro esigenze, luoghi, fisici o virtuali, frequentati da persone il cui unico denominatore comune di partenza sia l'orientamento sessuale (idem per le donne); fa relativamente poca differenza che questi luoghi siano una sauna o un luogo all'aperto in cui si va a battere, una discoteca o un'associazione, un sito di incontri o un bar, anche se è evidente che alcuni di questi luoghi servono proprio a facilitare lo scambio sessuale mentre altri si prestano anche a un approccio diverso (ma ci sono anche coppie gay che si sono conosciute andando a battere). Questo fa sì che il punto di partenza sia necessariamente l'attrazione sessuale e che il percorso, rispetto agli eterosessuali, sia invertito, facilitando, forse, la ricerca di partner sessuali occasionali ma complicando enormemente la ricerca di un partner che sia anche affettivo. Per non parlare del fatto che, quando ci si abitua a porsi nei confronti degli altri in termini prevalentemente sessuali, la capacità di cambiare approccio, di mettere in mostra altri aspetti di sé stessi e di vedere altri aspetti nei nostri interlocutori ne risente. Credo che, se chiunque di noi fa mente locale alle coppie eterosessuali che conosce e ripensa alle occasioni in cui si sono conosciute, si renderà conto che, nella stragrande maggioranza dei casi, le coppie eterosessuali che stanno, o sono state, insieme, si sono conosciute a scuola, nel quartiere, nel paese, sul luogo di lavoro, tramite amici di amici e cose simili; tutte opportunità che, in un contesto simile, agli omosessuali, maschi e femmine, sono precluse o che, per loro, si presentano molto meno di frequente.

 

I maschi eterosessuali che conosco e che si riducono a dover cercare "apposta" altre donne per mettercisi insieme incontrano, per quanto ne so, difficoltà simili a quelle dei gay.

 

C'è una qualche differenza fra omosessuali maschi e femmine?

 

Credo di aver letto più volte che, tra le donne omosessuali, le relazioni stabili siano più frequenti, e più durature, che fra i maschi omosessuali.

Edited by privateuniverse
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