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Eterosessualità auto-indotta: esiste?


Casper

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Mi sembra che Isher abbia posto la sua riflessione in altri termini però: essendo animali sociali e comunque necessitando della vicinanza anche emotiva di un nostro simile, può una condizione oggettiva di indisponibilità di alternative a frequentazione con soli maschi, portare un maschio a rapportarsi con essi anche a livello sessuale? Io credo di sì, una volta abbattute le prime remore dovute ad un imprinting di "normalità" eterosessuale e "anormalità" omosessuale, un qualunque maschio può potenzialmente decidere o comunque lasciarsi andare a trarre piacere fisico e non solo da una relazione con un altro maschio.

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come ho già detto, non credo minimamente né agli eterosessuali che in carcere fanno sesso con uomini né alle varie situazioni momentanee e bicuriose, al massimo è comprensibile una certa confusione. semplicemente i gay e i bisessuali sono più di quanto appare e in certe situazioni ne escono fuori e che la repressione sia veramente tanta. poi posso capire che faccia piacere immaginare che gli uomini potenzialmente possano essere tutti "disponibili" ma bisogna tornare al mondo reale.

anche perchè se la sessualità fosse davvero così elastica i "veri gay" non esisterebbero perchè andrebbero tutti con donne.

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soledamore

E se l'omosessualità fosse un desiderio universale, almeno nei maschi?

Che in certe circostanza torna alla luce?

O se universale è eccessivo, almeno genericamente presente?

Non crederei esistano molti maschi che, in determinate circostanze (fascia di età, ad esempio)

o condizioni psicologiche (curiosità) o condizioni empiriche (vita in un ambiente strettamente

o prevalentemente maschile) rifiuterebbero un rapporto omosessuale: episodico o anche non

tanto episodico - purché abbia un termine.

 

Che ne pensate?

 

 

Io su questo punto sono completamente d'accordo, credo si sia capito. E' ridicola questa ostinazione nel negare l'omosessualità occasionale degli eterosessuali, quasi pretendendo di stabilire la loro gayezza in base al numero di volte che hanno liberato il loro desiderio nei confronti di una persona dello stesso sesso. Che sia stata una cosa sporadica, reiterata, coatta, non sono pochi gli eterosessuali che hanno avuto esperienze omosessuali ma non sono diventati gay e non hanno cambiato il loro orientamento!

L'ostinazione degli essenzialisti deriva dal fatto che essi si sono totalmente identificati con il loro orientamento omosessuale e lo hanno cristallizzato. Credo che sia difficile per loro rinunciare al pregiudizio che comporta questa scelta: sarebbe come rinunciare a puntellare la loro identità, che finirebbe per rovinare fuori di sé.

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bisogna tornare al mondo reale.

 

 

La sensazione però è che il «mondo reale» sia per te il piccolo mondo che conosci e che riesci a immaginare.

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Secondo me il sesso più si libera dai condizionamenti culturali, tanto più diventa semplice praticarlo. In tal senso anche l'amore diventa un limite, perché la monogamia è un vincolo, una castrazione di comodo imposta per convenzione sociale, allo stesso modo come ci si definirebbe etero per scelta. Con questo non voglio dire che quando si ama con passione si deve essere promiscui, solo che non è "naturale" rimanere fedeli per tutta la vita. Un'ipocrisia che al più crea dei monogami seriali, ma questo è un altro discorso.

 

Si, questo ragionamento fila! Però io non sento di castrarmi, nel momento in cui penso che non tradirò mai il mio ragazzo, né lui è mai stato triste nell'affermare la stessa cosa..undecided.gif Io non lo faccio per convenzione sociale, o per scelta di comodo, sai quanto sarebbe più facile per me trovarmi uno più vicino.. Io amo lui, e lui solo, e mi rifiuto di stare con qualcun altro anche solo un secondo di troppo, se manifesta un certo interesse nei miei confronti (già una volta ho allontanato uno per questo motivo). Questo, lo trovo essere un riflesso incondizionato, non una castrazione di comodo biggrin.gif

 

E non ho capito cosa intendi per "monogami seriali" XD Comunque, io trovo assolutamente naturale e necessario rimanere assolutamente fedele al mio ragazzo.. Mi sentirei una persona veramente orrenda a tradirlo..

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soledamore

Il "monogamo seriale" non esiste, secondo me. E' solo una proiezione di quei gay che non sono mai riusciti a stabilire un rapporto di coppia autentico, con una durata decente.

Si parla di decenni...Non è che che ho intenzione di fare la solita proporzione con la coppia etero (ci penserà almadel, inventore della locuzione "monogamo seriale", statene certi

:) ). Ma almeno venti anni, il tempo di crescere un figlio, se si pretende, giustamente, l'omogenitorialità! Rispetto ai due-tre anni di media - se ti va di lusso...

E quindi, questi gay che non sono mai riusciti a stabilire un rapporto serio (con diritti e doveri) con una persona del loro stesso gender, proiettano su coloro che sono riusciti, fortunosamente (non è facile nel mondo gay!), a stabilire questo rapporto di coppia reale monogamica chiusa (bellissima), la loro inadeguatezza.

E' solo la mia opinione!:aha:

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Loup-garou
Non so chi ti faccia tutti questi racconti strani...

[...]

Credo che questa realtà ti disturbi perché implica che l'omosessualità possa essere anche un comportamento occasionale, oltre che un'identità.

 

Veramente anche io ho letto vari articoli, interviste e racconti di detenuti, personale carcerario e psicologi, e tutti sostengono che l'omosessualità in carcere esista ma sia un fenomeno assolutamente minoritario.

 

Ovviamente potrebbero essere informazioni false: non è difficile immaginare perché un detenuto possa voler nascondere questo tipo di relazioni in un ambiente altamente omofobo come il carcere. Ma se hai dei dati più affidabili, magari potresti condividerli, invece di dare la solita impressione di parlare perché tu sai la Verità o perché vuoi contraddire Almadel a tutti i costi.

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Sì, infatti.

Sarebbe carino condividere qualche statistica.

O - in mancanza di questa - qualche racconto

di tuoi amici che hanno provato l'esperienza del carcere.

 

Perché - eccetto nella pornografia gay -

di omosessualità in carcere è difficilissimo parlare

e sono sempre storie di frustrazione e sublimazione:

niente stupri, niente promiscuità, niente "etero curiosi".

 

Solo una gran voglia di pensarsi fuori, di masturbarsi

e di dimenticare tutto quello che ti circonda.

Almeno secondo l'esperienza di miei amici sia etero che gay...

 

Se il carcere fosse come lo immaagino i pornografi

probabilmnete molti gay vorrebbero farsi arrestare:

ahiloro, avrebbero un'amara sorpresa.

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soledamore

Almadel nessuna, "frustrazione sublimazione", ma solo territorio chiuso dove la coazione determina la liberazione del desiderio.

Devi accettare l'omosessualità occasionale e fartene una ragione. Sembri credere alla teoria del vampiro:

basterebbe avere un solo rapporto omosessuale nella vita per diventare gay per sempre.

così come chi diventa vampiro per l'eternità, basta che sia stato morso una volta sola :)

 

Una statistica? Nella carceri giudiziarie la percentuale di rapporti omosessuali è stata valutata

tra il 70 e l'80%. Sotto una fonte, ma ve ne sono tante...

 

http://vitadicoppia....o-le-sbarr.html

 

Ed è ovvio che ogni statistica sarà sempre molto approssimativa: parliamo soprattutto di etero che hanno esperienze ompsessuali, sporadiche o ripetute nel tempo. Che non si dichiarerebbero mai gay (figurati queer) e che fuori dal carcere hanno spesso anche affetti femminili. Nessun etero curioso, ma etero vogliosi che devono sfogare la loro libido. Nessuna promiscuità: è una sessualità che deve essere occultata, viste le circostanze oggettive e tacitamente approvata da tutto il gruppo. Lo stupro collettivo non è una norma, ma ha una sua realtà in istituti di derenzione come le carceri. Molto drammatica per la vittima. Ed è a questa realtà che si ispira certa pornografia gay, non il contrario.

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A dire il vero l'articolo dice che nelle carceri giudiziare è sporadico

e che in quelle penali è del 70-80%.

Evidentemente non conosco nessuno che sia stato in carceri penali.

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La sensazione però è che il «mondo reale» sia per te il piccolo mondo che conosci e che riesci a immaginare.

 

sempre meglio di inconsistenti nuvole filosofiche.

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soledamore

A dire il vero l'articolo dice che nelle carceri giudiziare è sporadico

e che in quelle penali è del 70-80%.

Evidentemente non conosco nessuno che sia stato in carceri penali.

 

 

Sì, volevo scrivere nelle "carceri non giudiziarie". La sostanza del discorso non cambia,

l'omosessualità in carcere è molto più diffusa di quanto tu possa immaginare

e ovviamente non è dichiarata, nella stragrande maggioranza dei casi.

E il carcere è solo UNA delle istituzioni dove gli etero si vivono la loro

omosessuonale coatta e occasionale.

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Credo sia assai dichiarata, invece.

Se addirittura il 70-80% dei carcerati dichiara

di avere avuto rapporti omosessuali...

(Una statistica che mi sembra infatti assurda;

anche solo perché non mi immagino sia così facile parlarne).

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soledamore

Credo sia assai dichiarata, invece.

Se addirittura il 70-80% dei carcerati dichiara

di avere avuto rapporti omosessuali...

(Una statistica che mi sembra infatti assurda;

anche solo perché non mi immagino sia così facile parlarne).

 

 

Io la leggo così: c'è una percentuale del 30 % di etero

che non dichiarano di aver avuto esperienze omosessuali occasionali :D

Gli altri, per una serie di motivi, sono stati più sinceri

(probabilmente c'era l'anonimato che tutelava la loro privacy.

Alcuni etero non ammetterebbero nemmeno in un sondaggio

anonimo di aver avuto esperienze omosessuali).

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Loup-garou
Sotto una fonte, ma ve ne sono tante...

 

Veramente quella non è una fonte, visto che si riferisce a "studi" che non nomina. Anzi, ironicamente la prima delle quattro fonti messe in fondo all'articolo fa l'equazione "Sessualità in carcere = Masturbazione".

 

Googlando un po', io ho trovato questo, che riporta tre diverse stime dell'omosessualità maschile in carcere negli USA.

 

Buffum stima tra il 30~45%.

Irwin la stima al 15%.

Gagnon considera la popolazione delle carceri penali e stima tra il 40~50%, ma suddivide ulteriormente questa percentuale: solo il 5~10% non ha mai avuto esperienze omosessuali prima del carcere, il 25~30% ha avuto qualche esperienza omosessuale prima del carcere e il 5~10% ha avuto molte o quasi solo esperienze omosessuali prima del carcere.

 

Come si vede i numeri lievitano, come è normale che sia visto l'argomento.

È indubbio che il fenomeno esista. Ma la quantità di diffusione è importante per dare un significato al fenomeno. Se infatti l'omosessualità in carcere fosse minoritaria, sarebbe facile concludere che tale fenomeno riguarda prevalentemente i bisessuali (latenti o meno).

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Hinzelmann

Di storie relative ad omosessualità in carcere o in riformatorio io ne conosco,

il problema è che coloro che ne parlano generalmente lo fanno perché si definiscono gay

o bisex, alcuni di loro sostengono pure di esserlo diventati a seguito di violenze sessuali

( soprattutto nel caso dei minorenni ) e pur in presenza di problemi psicologici dovuti a queste

violenze. Più difficile è che ne parlino eterosessuali i quali ovviamente relegano la cosa a

sessualità di necessità, a mero sfogo.

 

Mi pare dicapire che negli USA il fenomeno sia studiato meglio che da noi

Dal preambolo del Prison Rape eliminaction act del 2003 (USA):

 

Insufficient research has been conducted and insufficient data reported on the extent of prison rape. However, experts have conservatively estimated that at least 13 percent of the inmates in the United States have been sexually assaulted in prison. Many inmates have suffered repeated assaults. Under this estimate, nearly 200,000 inmates now incarcerated have been or will be the victims of prison rape. The total number of inmates who have been sexually assaulted in the past 20 years likely exceeds 1,000,000.

 

Dovrebbero essere disponibili quindi delle statistiche ufficiali sui crimini sessuali limitandosi a wikipedia:

http://en.wikipedia.org/wiki/Prison_rape_in_the_United_States

 

In U.S. male prisons, rapists generally identify themselves as heterosexual and confine themselves to non-receptive sexual acts. Victims, commonly referred to as "punks" or "bitches," may or may not be seen as homosexual. "Punks" is a term for those who are generally confined to performing receptive sexual acts. Moreover, though "punks" are coerced into a sexual arrangement with an aggressor in exchange for protection, these men generally consider themselves heterosexual.

 

Ma dovrebbe esserci un rapporto annuale al Congresso. Chiaramente questo riguarderebbe solo la parte violenta del fenomeno e non quella consensuale o contrattata, che in quanto tale sarebbe un po' intrusivo indagare e che invece sarebbe la più interessante ( a parte ovviamente la necessità di proteggere gay, trans e bisex dagli stupri )

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Loup-garou
Mi pare dicapire che negli USA il fenomeno sia studiato meglio che da noi

 

È una mia impressione, o è anche più accettato che da noi?

 

L'America non la conosco se non attraverso i vari media, ma ho come l'impressione che lì ci si aspetti che il detenuto venga stuprato, e che si ricavi da questo una specie di senso di giustizia. Mi vengono in mente scene di film dove la polizia, al momento di arrestare il criminale, gli dice con soddisfazione cosa l'aspetterà una volta in cella. O anche

...

 

Senza tirare in ballo certi documentari che più che per informare, mi sembrano fatti per intrattenere.

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Fra Usa e Europa ci sono mentalità molto diverse (per nostra fortuna). Là il carcere ha solo scopo punitivo, qui teoricamente c'è una parte anche rieducativa/riabilitativa. Gli ammeregans ancora non sono riusciti a liberarsi dal modo di ragionare da FarWest...

 

Comunque ritornando al discorso omosessualità in carcere, la mia impressione è che sia sovrastimato come fenomeno. Che avvengano delle violenze, anche di tipo sessuale, questo è sicuro ma quello che dovrebbe avere attinenza con il topic non sono le violenze, bensì se in certe condizioni (estreme) delle persone eterosessuali possono avere relazioni omosessuali. Io sinceramente nutro forti dubbi a riguardo.

Il ragionamento sembra essere: "siccome in carcere non possono avere la figa allora cambiano preferenze". A me pare assurdo. Sicuramente possono nascere relazioni di tipo amicale, di solidarietà ma di tipo sessuale, fra etero, non credo proprio.

Sennò, seguendo quella logica, nella vita quotidiana i vari "sfigati" etero che non hanno mai visto un pelo di f... dal vivo in vita loro, dovrebbero diventare tutti gay. Al contrario, diventano ancora più ossessionati da quella cosa là. La stessa cosa presumo succeda in carcere. Quell'ossessione viene sfogata in violenza. Che poi quella violenza sia un rapporto fra due uomini mi pare irrilevante. Si tratta di violenza, non di un vero rapporto omosessuale.

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Non ho molto tempo per formulare una risposta molto lunga, né di leggere tutte le precedenti risposte XD

Secondo me è una cosa assurda, ma comunque tristemente possibile in certi casi.

Dipende molto dalla personalità, dalla forza del proprio Io.

Ci sono persone che non riescono ad avere delle opinioni o degli interessi personali ed ereditano quelli degli altri.

Ci sono persone che non hanno la personalità per scegliersi una pizza.

Ci sono sicuramente persone che assumono l'eterosessualità come una medicina, senza farsi molti problemi.

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Immagino che sia vero.. Ad esempio, nella mia città so di ragazzi gay che pur di non destare il benché minimo sospetto sulla loro essenza si mettono con delle ragazze..

Non oso immaginare il patimento loro, e quello futuro delle loro ragazze.. Ci ho provato anch'io.. Ma proprio non mi riuscivo a legare più di tanto ad una ragazza, seppur carina

perché non mi piaceva, e non mi piaceva proprio per niente l'idea di dover stare con lei, di baciarla e magari andare anche oltre. Mi dava, e mi dà, il voltastomaco, da gay.angel.gif

 

Quindi rispondo anche a Cattolicsexboy: se mi trovassi da solo su un'isola deserta con una donna, non credo arriverei a farmela.. dunno.gif

Piuttosto mi farei venire i gomiti del tennista lovesaw.gifrotfl.gifrotfl.gif

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Hinzelmann

È una mia impressione, o è anche più accettato che da noi?

 

L'America non la conosco se non attraverso i vari media, ma ho come l'impressione che lì ci si aspetti che il detenuto venga stuprato, e che si ricavi da questo una specie di senso di giustizia. Mi vengono in mente scene di film dove la polizia, al momento di arrestare il criminale, gli dice con soddisfazione cosa l'aspetterà una volta in cella. O anche

...

 

Senza tirare in ballo certi documentari che più che per informare, mi sembrano fatti per intrattenere.

 

Beh, quantomeno esiste una legge che si propone di combattere il fenomeno

e di non nasconderlo. Bisogna riconoscere che è un atteggiamento più trasparente

rispetto alla situazione italiana, dove ufficialmente non esiste.

 

Che poi vi sia nell'opinione pubblica americana una tentazione punitiva-vendicativa

alimentata dai mass media non mi sentirei di escluderlo, ma considerata l'amplificazione

mediatica nella TV pubblica dei casi di Avetrana o Yara...direi che siamo sulla buona strada

per imitarli.

 

C'è poi un altro fenomeno tipico delle carceri americane è destinato a replicarsi: le tensioni

etniche

 

Comunque rispetto al topic in esame riterrei di poter dedurre che l'omosessualità in

carcere abbia un suo rilievo, sia nella forma violenta che in quella contratta o consensuale,

d'altronde il sesso è comunicazione, contatto fisico e una prolungata privazione di questi

elementi relazionali, non può essere compensata esclusivamente dalla masturbazione.

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riterrei di poter dedurre che l'omosessualità in

carcere abbia un suo rilievo

 

Non sono d'accordo, ma - ahimé - non saprei come provarvelo...

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soledamore

Sono d'accordo con Hinzelmann. L'omosessualità coatta esiste (e non solo nelle carceri)

e può essere sia violenta che consensuale. Credo sia impossibile provare il contrario:

in molti saggi che parlavano di omosessualità ho letto dell'esistenza

dell'omosessualità coatta, magari definita in altro modo, ma quella era.

Statistiche o non, il fenomeno esiste.

 

Perché molti gay tendono a negare l'evidenza che esistono una varietà di manifestazioni omosessuali,

condizionate da elementi sociali, culturali, ambientali?

Davvero credete che omosessuali si nasca, che sia una sorta di "fatto genetico"?

(Domanda retorica; so benissimo a chi serve omogeneizzare il concetto di omosessualità

sotto un'unica forma...).

 

Certo, da varie risposte che ho letto in questo thread, pare piuttosto che un'eterosessualità ambientale

non possa esistere. Ovvero che se si chiudesse (per pura ipotesi conoscitiva) un gay in un carcere femminile

sembra che preferirebbe la masturbazione al rapporto etero.

Credo che su questo punto sia necessario indagare oltre...

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Nono, io penso che l'omosessualità

sia solamente un fattore ambientale :)

Colpa di mamma, di papà, della Chiesa, del Sistema,

dei prof sessantottini, delle merendine del Mulino Bianco,

dei cartoni animati, della moda della vita bassa...

 

Eppure credo sia solo una proiezione della pornografia.

Nata per solleticare le nostre prurigini omosex

e coltivata dai media e dagli psicologi gau delle carceri.

 

Forse questa percezione è dovuta al fatto

che io personalmente se fossi in galera

mi masturberei e bastam indifferente al fatto

che nella mia cella ci siano gay, etero od omosex.

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Beh, ora che vi siete messi d'accordo sul fatto che l'omosessualità in carcere si manifesta, anche se non si manifesti nella vita libera,

si potrebbe anche abbandonare questa visione coatta, corcitiva e addirittura carceraria di una omosessualità che può manifestarsi

anche in eterosessuali. Per la verità, sopra, il caro Casper ha riformulato il mio pensiero, da quale era partita questa tranche di

discussione, in una forma un po' esasperata, che non era precisamente la mia. Sì, si può benissimo anche pensare a situazioni coatte,

ma non era a queste che pensavo io quando dicevo che maschi eterosessuali possono benissimo avere rapporti omosessuali, anche

frequenti, purché non siano esclusivi e non facciano diventare "gay" (leggi: frocio) la persona in questione.

 

Parlavo di fascie d'età: pensiamo a quando si è giovani o molto giovani; a quando una gran parte della propria giornata si passa

con amici, magari del proprio sesso; oppure a quando si è nel pieno della propria vita, a 30-40 anni, ma anche a una maturità

più avanzata o decisamente più avanzata: perché non dovrei (eventualmente: «finalmente»; nel senso di: «o ora o mai più»)

sperimentare ciò che da sempre è escluso? Se lo faccio, e non mi prendo il "vizio", perché non provare?

 

Pensiamo anche a un uomo molto bello, quindi oggetto continuamente di sguardi, inviti, confessioni mute di "ci starei, con te", non

solo da parte di donne, ma anche di uomini, e magari di begli uomini, seducenti. Pensiamo anche a uomini etero sgamati, che

hanno una vita sessuale intensa: non dico che le donne vengano loro a noia, ma semmai il contrario, che voglian provare "che cosa

si prova": magari a fare il passivo, che è per definizione, malgrado eventuali sostituti come la stimolazione anale, la cosa proibita

epperò anche negata.

 

Ci sono varie ragioni per cui un etero può desiderare di avere rapporti sessuali, in ruolo sessuale opposto o identico al suo di

maschio etero, con altri uomini, bisessuali e gay, purché sia una aggiunta, un qualcosa che non nega la sua natura ma solo la

arricchisce.

 

Infine, l'ultima ragione è quella che avevo suggerita dicendo «e se l'omosessualità fosse un desiderio universale?» (era

la tesi di Mario Mieli) o, detto in maniera più modesta, un desiderio genericamente presente negli uomini.

 

Recentemente ho letto su un sito americano, correlato alla personalità queer, di una nuova identità, o etichetta, sessuale, nuova

almeno per me, che non ne avevo mai sentito parlare prima: ex-etero. Si rferisce a tutti coloro che essendo etero hanno però

avuto rapporti omosessuali, e che dopo queste relazioni o questi rapporti, non si sentono più di definirsi etero, ma appunto «ex-etero»,

il che mi sembra interessante e anche molto onesto intellettualmente. Qui da noi una cosa del genere è di là da venire, ovviamente.

Interessante anche l'etichetta, che aggiunge qualcosa, nega, e al tempo stesso riconferma, l'identità etero.

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Perché molti gay tendono a negare l'evidenza che esistono una varietà di manifestazioni omosessuali,

condizionate da elementi sociali, culturali, ambientali?

Davvero credete che omosessuali si nasca, che sia una sorta di "fatto genetico"?

 

Non so se ti riferisci anche al sottoscritto, comunque no, non nego assolutamente che l'ambiente possa influenzare la sessualità di un individuo. Ne sono convinto ma penso che ci sia anche una componente innata.

 

Asserire che la sessualità si forma esclusivamente in base all'ambiente circostante oltre che irrealistico (com'è che i gay ci sono ovunque nel mondo, dall'Iran all'Olanda, dall'Uganda alla Svezia? Com'è che ci sono sempre stati nelle varie epoche storiche?) mi pare pericoloso. Si presta il fianco alle sparate di quei pazzoidi che vogliono far guarire dall'omosessualità. Perchè a quel punto loro possono dirti "mettendo un gay in un ambiente sano allora lo si può far tornare etero".

 

 

Io penso ci sia un fattore di base di forte predisposizione innata che poi può svilupparsi o meno. Io mi ricordo che già da bambino avevo capito di essere "diverso", anche se ovviamente non avevo chiaro come stavano le cose. Dubito che la società avesse potuto influenzarmi così fortemente già da piccolo.

Poi che durante la crescita l'ambiente possa influenzare la sessualità ci sta sicuramente, ma penso che questa influenza superata l'adolescenza sparisca.

Uno quando diventa uomo penso acquisisca una sessualità stabile. Se è gay rimane gay. Se è etero al 90% rimane etero(*). Puoi sottoporlo agli esperimenti che ti pare ma rimane etero.

 

(*) poi vabbè, c'è una parte che scopre dopo la propria omosessualità ma quella c'era di già... se ne è solo accorto a scoppio ritardato.

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Per me il carcere non è il momento giusto per

maschi eterosessuali (che) possono benissimo avere rapporti omosessuali, anche

frequenti, purché non siano esclusivi e non facciano diventare "gay" (leggi: frocio) la persona in questione.

 

Perché in carcere le pressioni sociali sono ancora più potenti.

Lo stesso ragazzo che si faceva le seghe reciproche con me

in carcere diventa assolutamente eterosessuale....

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Hinzelmann

Suvvia ragazzi, il tema in discussione non è o non dovrebbe

essere perchè Tizio o Caio si ostinano su questo o quell'argomento

a negare la realtà... :sorriso:

 

Ai fini della nostra discussione può bastare tranquillamente la

ricchissima memorialistica di rapporti omo-etero alle uscite dalle

caserme o nei bagni pubblici e tantissime situazioni che in passato,

in un contesto molto più omofobo del nostro, erano per assurdo più facili

di oggi in Italia, proprio per il fatto che era estremamente facile per

gli etero non mettere in discussione - per questi atti sessuali - la propria

identità.

 

Rispetto a questo passato direi che in Italia oggi abbiamo il cd. Etero-curioso

che è già una formula diversa, che esprime una inquisizione dell'omosessuale o

dell'atto omosessuale nei confronti dell'etero. Ed in effetti questa implicita

inquisizione potrebbe rendere meno permeabile il contatto tra questi due mondi.

 

La novità, rispetto a questa situazione del passato che ovviamente nessuno

rimpiange, sarebbe la possibilità ( tutta da dimostrare ma interessante ) di

un futuro riaprirsi del rapporto etero-omo, su nuove basi o su basi rinnovate.

 

Il cd. "Ex-etero" potrebbe essere sintomatico di questo possibile nuovo fenomeno,

non più "Etero-perchè non...", non più "Etero-curioso", l' "Ex-etero" è in effetti

una formula che neanche io avevo mai sentito, ma è molto suggestiva.

 

Dal nostro punto di vista magari per quell' "Ex" davanti...

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Oggi il mondo degli "etero curiosi"

è quello delle chat ed è un problema;

perché se ci parli li trovi così fragili e complessati

da perdere tutta la carica erotica del silenzio.

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Hinzelmann

Ma Isher parlava appunto di un sito americano.

 

L'ipotesi in discussione è se questo possa costituire

una possibile evoluzione, un segnale di novità.

 

Se questa evoluzione sia o possa essere positiva e ci

consenta di rileggere i fatti del presente e del passato

sotto una nuova luce, meno condizionata da esigenze di

contingente auto-difesa.

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