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Dislivello Culturale


Zell

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Questo ancora non l'aveva detto nessuno :)

 

Il quesito iniziale: 1)rifiuteresti un ragazzo ignorante?

Apre davvero una serie di considerazioni connesse a questo,

come: 2)e rifiuteresti un ragazzo molto più colto di te?

o 3)come reagiresti se un ragazzo più colto di te ti scartasse per questo?

e 4)ancora che reazione avrresti se venissi scartato per la tua cultura?

Edited by R.POST
no i quote completi
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AndrejMolov89

Sono ottime questioni. Io mi faccio mille pare per paura di essere scartato per questi motivi, per questa ragione sono particolarmente complessato.

Io ho paura di contattare le persone che ritengo più colte o più attive di me. Perché il mio terrore è di essere scartato per questi motivi, e sentirmi dire che non sono valido per una mera questione di interessi mi darebbe al quanto fastidio, e quasi mi spinge ad interessarmi di argomenti considerati culturalmente rilevanti solo per costruire un immagine, non per costruirmi la mia personalità.

Posso comprendere la selezione mediante il criterio: mi sta sulle palle. Ma un criterio meramente culturale è superficiale, quasi quanto quello della misura del pene - almeno quest'ultimo ha un risvolto pratico-.

Riconosco questi atteggiamenti schifosi e spocchiosi persino in me. E' un modo idiota per essere narcisisti e darsi delle martellate nei coglioni.

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2)e rifiuteresti un ragazzo molto più colto di te?

in realtà è stata già fatta da Zell stesso che ha aperto il topic.

Zell parla inizialmente di cultura, però poi spiega solamente che gli dà fastidio quando sbagliano la grammatica o quando parlano troppo di arte.

 

Credo che l'argomento sia più concentrato sugli interessi di un individuo che sulla cultura.

Sia per gli interessi che per la cultura è tutto molto soggettivo.

Per Tizio potrebbe essere fondamentale una buona base culturale, tanto da scartare tutto il resto

Per Caio invece è indispensabile relazionarsi con qualcuno che sappia coniugare tutti i verbi alla perfezione e fregarsene altamente della cultura

A Sempronio interessa parlare con una persona a modo e poco gli importa se conosce o meno l'esistenza di Calvino

ecc...

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il dislivello culturale c'è in chat, nel forum e anche nei locali. insomma in tutti i posti frequentati da gay. credo che se una persona ti interessa per il suo modo di porsi e di ragionare, tu non debba far caso ad un H mancante, o ad una scarsa cultura di base, ma occorre dargli il giusto peso. insomma se una persona ti piace, fregatene del livello culturale e vedi come vanno le cose, secondo me.  ;)

quoto pienamente....trovo che una persona possa essere stimolante, interessante anche se sbaglia un congiuntivo, si scorda una H etc.la conoscenza culturale è solo uno dei diversi aspetti...non penso bisogna bloccarsi o rifiutarsi di conoscere un persona solo per tali motivi... e se poi nel complesso attira?

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Appunto, ma si sta parlando di chat o no?

 

Sbagliare un congiuntivo in chat

è come avere l'alito pesante

la prima volta che parli a qualcuno.

 

Certo, se sei un bel figo

saranno in pochi a questionare

sui coingiuntivi...

ma in chat spesso di sbagliano le coniugazioni

prima di mostrare una propria foto.

 

Normalmente serve molto meno per piacere:

non bisogna sembrare intelligenti,

bisogna sembra spiritosi e sicuri di sè

(senza essere ridicoli o spocchiosi)

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privateuniverse

4)ancora che reazione avrresti se venissi scartato per la tua cultura?

 

Bisogna prenderla sportivamente, come per tutto il resto. Essere scartati non significa essere persone peggiori. Tutti noi scartiamo.

Per la mia esperienza, non essere colti può precludere delle conoscenze, ma nessuno o quasi ti conoscerà (e a nessuno piacerai) perché, o anche perché, sei colto.

Pazienza! L'importante è imparare a considerare sé stessi con quel minimo di dignità che permette di accettare i rifiuti A) senza tramutarli in una sentenza di condanna su sé stessi, B ) senza trasformare il rifiuto in risentimento per chi ci ha rifiutato, e C) per imparare che, così come a volte si vorrebbe che ci fossero date delle chance, le chance bisogna anche concederle.

Per questo non bisogna essere spocchiosi. A me è capitato di lasciar cadere i contatti con un tizio che probabilmente era interessato a me, ma che era un po' "semplice", perché in effetti, a parte tutto il resto, anche se era un bravo ragazzo, simpatico e sufficientemente attraente, non avevamo molto in comune, non c'era molta affinità, e per me questo contava. Ma questo non m'impediva di riconoscere che avesse delle qualità, non mi ha portato a guardarlo dall'alto in basso o a snobbarlo.

Perché, per la mia limitatissima esperienza di relazioni, ho imparato che l'intimità, per me, conta; che non c'era soluzione di continuità tra il fare sesso e l'andare al ristorante (anche se fare sesso era molto più piacevole). E il poter parlare liberamente con il mio interlocutore per me è parte integrante dell'intimità che si costruisce.

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Bé è logico che, come dice Almadel, in una conversazione online il modo in cui si scrive può contare, e semplicemente perché è la carta di presentazione in quel contesto! Ovviamente dipende poi da come si evolve la conversazione.... non penso che qualcuno, in caso di una bella chattata, provvista anche di errori grammaticali, chiuda la conversazione e stop. Per quanto riguarda la cultura è importante che si possa creare intimità, come dice privateuniverse, e un interesse. Ovviamente la cultura non è solo quella scolastica e la 'chimica'/feeling tra due persone continua, a mio parere, ad essere la cosa fondamentale tra due persone!

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  • 3 months later...

mi piace questa discussione... che dire....

 

a me piace molto poter condividere i miei interessi con qcuno e questo a prescindere dal suo titolo di studio.

ad es. conosco persone laureate ma con cui non riesco a parlare di nulla perchè i loro interessi a me non interessano :D

 

e persone magari con la terza media che invece hanno sviluppato nel tempo una mentalità aperta, leggendo, curiosando... e con cui faccio dei bei discorsi.

 

insomma il titolo di studio alla fine è molto relativo.

 

poi credo che ci voglia anche una certa flessibilità, cioè un sapersi adattare un po' a tutto e a tutti.

ad es. conosco una ragazza che parla sempre e solo di religione, dei papi, dei concili ecc ma qste sono cose che sa solo lei. Voglio dire sì è ovvio che uno che ha studiato magari ha più argomenti ma l'intelligenza sta anche nel poter intavolare discorsi in base al contesto in cui ti trovi e che siano un po' alla portata di tutti.

 

a me ad es. non piacciono le persone che parlano (e scrivono) in modo troppo difficile. mi piace poter parlare con tutti, leggere tutto e senza starmi a stupidire troppo x capire cosa una persona vuole dire.

 

al tempo stesso mi danno fastidio quelle persone che ti chiamano "dottore/dottoressa" x prenderti in giro (cioè x farti pesare che sei laureato) o che, se in una discussione vuoi dare le tue ragioni, poi ti dicono "ecco, pensi di capire tutto tu solo xchè sei laureato!!"

 

mamma mia che nervoso!!!!

 

cmq credo che a lungo andare sia un po' frustrante x tutti avere degli interessi senza poterli condividere.

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io in chat sto sempre a correggere gli errori per il semplice gusto di rompere le palle a chi li fa.

 

Dall'altra parte il dimostrare attenzione per alcuni particolari tipo la differenza tra accento acuto e grave

è propellente della mia libido preliminare: in parole povere mi attizza.

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Ho letto questo 3D con gli occhi sgranati..

Alle volte mi verrebbe da rispondere davvero male a certe osservazioni.

Quando leggo simili pregiudizi e distinzioni penso che vi meritiate tutta la condizione di discriminati perché vivete in un mondo tutto vostro, dove gli ideali non sono l'affetto e la comprensione, ma la beltà e le capacità grammaticali. Vivete in un mondo fatto d'estetica e di apparenze e poi venite in forum come questi a piangere la frustrazione del non trovare il principe azzurro. MA SVEGLIATEVI! Siamo nel 2011. Stiamo passando da una crisi ad un'altra. Ci sono problemi che la nostra società sta affrontando che sembrano insormontabili e voi state a chiudere le porte del dialogo con un altro gay solo perché non sa scrivere correttamente.

Perché piuttosto non chiedersi quello status a cosa è dovuto? Avrà avuto determinate difficoltà? Avrà avuto un background familiare complesso e difficoltoso? Gli ha permesso questo, magari, di sviluppare delle qualità come la modestia, l'umiltà, la forza di affrontare le difficoltà che forse vi mancano tanto, piccoli immacolati universitari?

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che poi, da questo topic, pare che siano quelli di livello culturale alto a snobbare gli altri quando, nella realtà, è più facile che succeda il contrario...

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Quando leggo simili pregiudizi e distinzioni penso che vi meritiate tutta la condizione di discriminati perché vivete in un mondo tutto vostro

 

*Beep, beep*

Segnala omofobia interiorizzata!

 

Scommetto che non diresti a un "negro" che si merita il razzismo

solo perché non va con le ragazze ignoranti, vero?

 

che poi, da questo topic, pare che siano quelli di livello culturale alto a snobbare gli altri quando, nella realtà, è più facile che succeda il contrario...

 

Ma che dici? :D

Il mondo è pieno di ingegneri obesi che snobbano operai palestrati

e di filologi classici che snobbano imprenditori ignoranti!

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che poi, da questo topic, pare che siano quelli di livello culturale alto a snobbare gli altri quando, nella realtà, è più facile che succeda il contrario...

 

 

infatti a me succede questo, spesso vengo "trattata male" proprio perchè laureata tant'è che alla fine mi sono pure venuti i complessi... :unsure:

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*Beep, beep*

Segnala omofobia interiorizzata!

 

Sei proprio fuori strada..

Il mio reply non è diretto agli omosessuali, ma a tutti coloro che, da omosessuali, manifestano questa sorta di ghettizzazione culturale. Perché dalla condizione di emerginati non si è appresa alcuna lezione e, per me, è questa la vera ignoranza.

 

Scommetto che non diresti a un "negro" che si merita il razzismo

solo perché non va con le ragazze ignoranti, vero?

Paragone fuoricontesto. Però direi ad un uomo di colore di meritarsi il razzismo quando viene a farmi certi discorsi sulle donne bianche o gli uomini bianchi che non soddisfano certi "standard".

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Sbagliato, perché nessuno si merita il razzismo, nessuno si merita l'omofobia, nessuno si merita il sessismo, eccetera eccetera.

Qualcuno ogni tanto si merita un calcio sugli stinchi, ma perché se lo merita come individuo, mai in quanto parte di una categoria.

 

Perché le persone che saranno omofobe, razziste, sessiste, con quello che 'se lo merita', lo saranno anche con te, non faranno distinzioni.

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Tu dice a una minoranza che merita la discriminazione (ai gay)

solo perché non si relaziona con un'altra minoranza (gli ignoranti)

e io ti sfidavo a "cambiare minoranza"

mettendo "nero" invece di "gay" per vedere se - nella tua testa -

funzionava ugualmente.

Tu - per farlo funzionare - hai dovuto sostituire una minoranza

(l'essere ignorante) con una maggioranza (l'essere bianco).

 

Capire se sei un "omofobo interiorizzato" è semplice.

Basta che tu prenda un tuo discorso e sostituisca

soltanto la parola "gay" con la parola "ebreo" o "negro".

 

Rileggi il tuo intervento e immagina

di non averlo scritto su "gay-forum" ma su "ebreo-forum"...

Quando leggo simili pregiudizi e distinzioni penso che vi meritiate tutta la condizione di discriminati perché vivete in un mondo tutto vostro,

dove gli ideali non sono l'affetto e la comprensione, ma la beltà e le capacità grammaticali

E poi immaginati qualche Ebreo che ti risponda:

"Davvero pensi che ci siamo merititati i forni, solo perché facciamo attenzione alla grammatica?"

Oppure pensa a un Afroamericano che ti dica:

"Davvero pensi che ci siamo mertitati la schiavitù, solo perché ci piacciono le donne con le tette grosse?"

 

Capisco che il tuo era solo un invito a non discriminare sessualmente

persone che a prima vista o a prima lettura non ci piacciono.

Ma non va espresso in questo, non si dice mai

penso che vi meritiate tutta la condizione di discriminati

anche quando sei animato da sincere buone intenzioni.

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Tu dice a una minoranza che merita la discriminazione (ai gay)

solo perché non si relaziona con un'altra minoranza (gli ignoranti)

e io ti sfidavo a "cambiare minoranza"

mettendo "nero" invece di "gay" per vedere se - nella tua testa -

funzionava ugualmente.

Tu - per farlo funzionare - hai dovuto sostituire una minoranza

(l'essere ignorante) con una maggioranza (l'essere bianco).

 

Capire se sei un "omofobo interiorizzato" è semplice.

Basta che tu prenda un tuo discorso e sostituisca

soltanto la parola "gay" con la parola "ebreo" o "negro".

 

Rileggi il tuo intervento e immagina

di non averlo scritto su "gay-forum" ma su "ebreo-forum"...

 

E poi immaginati qualche Ebreo che ti risponda:

"Davvero pensi che ci siamo merititati i forni, solo perché facciamo attenzione alla grammatica?"

Oppure pensa a un Afroamericano che ti dica:

"Davvero pensi che ci siamo mertitati la schiavitù, solo perché ci piacciono le donne con le tette grosse?"

 

Capisco che il tuo era solo un invito a non discriminare sessualmente

persone che a prima vista o a prima lettura non ci piacciono.

Ma non va espresso in questo, non si dice mai

 

anche quando sei animato da sincere buone intenzioni.

 

Il tuo paragone è quanto mai, e ancora una volta, fuoriluogo. Innanzi tutto il tipo di ghettizzazione che viene fatta in questo topic è di stampo "scolar-culturale" e non di etnia, popoli e razze. Quando si leggono espressioni del tipo: sbagliato il congiuntivo non ho più interesse a parlargli è palese come la "discriminazione" che tanto lamentano viene perpetuata sotto altre vesti nei confronti di persone che, come loro e a loro volta, subiscono una macrodiscriminazione di genere.

In seconda analisi è inutile che parli di sostituzione di termini perché sei in grosso e grave errore attribuendo al mio "meritarsi la discriminazione" una mia presunta omofobia. Il mio è un discorso strettamente sociologico (e mi rendo conto che tu possa avere dei limiti nel coglierlo visto il materialismo che traspare in certi tuoi consigli) in cui i discriminati sono i primi a "meritare" lo status di discriminazione. A questo punto rispondo anche ad Ariel. L'interpretazione che hai dato alle mie parole è vagamente cristiana. Io non parlavo di ricompensa. Il merito non è in questo caso l'augurio per qualcosa di male o di bene. Il merito è ciò che si è guadagnato. Ed è in questi termini che il mio post è stato scritto.

Siccome, a quanto pare, si parla tanto di cultura ma pochi sanno leggere tutte le idonee sfaccettature lessicali della nostra lingua traduco il testo in una forma meno equivoca:

 

L'ambiente nel quale molti gay subiscono azioni discriminanti è, date certe espressioni in questo 3D, creato non solo dai presunti carnefici ma anche da loro stessi che, a loro volta, non solo dimostrano di non desiderare affatto un mondo privo di simili catalogazioni, ma attuano parimenti e sotto mille altre sfaccettature lo stesso modus operandi. In questo caso, le discriminazioni subite sono "meritate" in quanto VOLUTE e ATTUATE RECIPROCAMENTE.

 

Non c'è ricompensa in questa frase. Non c'è bene e male. C'è solo un sistema sociale che si autoalimenta. L'unica nota stonata in tutto questo, che mi ha portato a scrivere un post in netta contrapposizione, è che qui è quasi masochisticamente ironico leggere 3D sullo sgomento alla negazione alle leggi anti-omofobia, ai pregiudizi e alle difficoltà del coming out e parimenti 3D come questo (e molti altri che nemmeno voglio ricordare).

 

Edit: Per Amadel. Informati sulle guerre intestine fra americani ebrei e americani di colore. Stendono slogan, post e libri infiniti sulla loro condizione di perseguitati e poi il giorno dopo si danno fuoco a vicenda in nome di una convinzione personale.

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Tu hai detto che i gay che evitano chi usa male il congiuntivo

meritano di essere discrimanti. (Post numero 103)

 

Io ti ho chiesto se anche i "negri" che evitassero

chi usa male il congiuntivo meritano il razzismo (Post numero 106)

 

Tu rispondi che il paragone è fuori contesto.

Ma la replica (inspiegabile) fuori contesto la fai tu;

quando dici che i Neri meritano di essere discriminati

quando discriminano le donne bianche (Post numero 108)

 

Ti faccio allora l'esempio di un Ebreo che discrimi per la grammatica,

per rimanere più aderente possibile al tuo esempio;

chiedendoti se vale lo stesso discorso anche per loro (Post numero 110)

 

Incomprensibilmente rincari la dose.

Dici che tu parli di discriminazioni social-culturali

(che è esattamente quello di cui ho parlato io,

nonostante il tuo esempio di Neri che disciminano bianche...)

 

E per dimostrare che non sai scrivere un post senza contraddirti hai anche il coraggio di scrivere

(e mi rendo conto che tu possa avere dei limiti nel coglierlo visto il materialismo che traspare in certi tuoi consigli)
Siccome, a quanto pare, si parla tanto di cultura ma pochi sanno leggere tutte le idonee sfaccettature lessicali della nostra lingua traduco il testo in una forma meno equivoca:

 

Poi ci regali una sintesi di quanto avresti affermato

L'ambiente nel quale molti gay subiscono azioni discriminanti è, date certe espressioni in questo 3D, creato non solo dai presunti carnefici ma anche da loro stessi che, a loro volta, non solo dimostrano di non desiderare affatto un mondo privo di simili catalogazioni, ma attuano parimenti e sotto mille altre sfaccettature lo stesso modus operandi. In questo caso, le discriminazioni subite sono "meritate" in quanto VOLUTE e ATTUATE RECIPROCAMENTE.

 

Fingendo di non sapere che in questo thread

si parlava dei criteri per scegliere un partner;

come se uno dovesse prendere in considerazione come compagno

uno ignorante, uno vecchio, uno brutto, uno che puzza e uno che non ci piace

per timore di - altrimenti - giustificare le "discriminazioni".

 

Ma le "discriminazioni subite dai gay" da parte degli etero

non sono certo il "non essere scelti come partner dagli etero";

ma sono il non potersi sposare, il bullismo e il mobbing sul lavoro...

 

Delle violenze tra Ebrei e Afroamericani non mi importa in questo thread;

dove appunto non si parlava dei rapporti tra minoranze discriminate;

ma dei criteri gay di selezione per un partner su base culturale.

Anche se si fosse detto (e nessuno lo ha detto) che non si vorrebbe un partner di colore;

questa non può essere considerata una discriminazione, ma un mero gusto personale.

 

Spero che tu sia riuscito a capire quanto ho scritto

nonostante il mio "materialismo" e la mia "povertà lessicale";

ma nonostante la tua palese (e malriposta) supponenza intellettuale

non terminerò il mio intervento dicendo che ti meriti le discriminazioni

perché anche le persone come te meritano di avere un giorno una famiglia.

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Tralasciando il linguaggio forbito usato di chi ha buona padronanza.

Mha.. l'amore, il sentimento, le qualità umane hanno base culturale o si fondano sul DNA del non essere unici ma straordinari?!

Il mio concetto di amore va ben oltre, io mi innamoro dell'anima delle persone il resto poi diventa fantastico.

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Come previsto, Almadel, non hai compreso assolutamente nulla di ciò che ho scritto. Del resto non esiste paragone fra le discriminazioni portate avanti da te che non fanno altro che confondere la questione. Si parla di scegliere in base a pre-giudizi personali e pre-concetti personali. Quando si fanno scelte secondo questo criterio si sceglie il mondo in cui si vive. Esattamente secondo questo principio, coloro che attuano questo tipo di scelte meritano d'essere discriminate perché è secondo questi valori che vivono e creano un mondo discriminante.

 

Tutta la tua discussione su neri, bianchi, ebrei è completamente fuori luogo perchè non stai portando avanti con me un discorso di stampo "scuola superiore" e la tesina sulla persecuzione nazista. Il mio ragionamento è squisitamente sociologico mentre tu porti avanti un discorso ideologico come se io portassi avanti un concetto di ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Dalle mie parole avete/hai tratto tu un giudizio. Non ho niente nè da ritrattare nè da contraddire perché le teorie sociologiche non le ho create io.

 

Chi ha parlato di discriminazioni etero/omosessuali?

Il mio primo post recitava questo:

 

Quando leggo simili pregiudizi e distinzioni penso che vi meritiate tutta la condizione di discriminati perché vivete in un mondo tutto vostro, dove gli ideali non sono l'affetto e la comprensione, ma la beltà e le capacità grammaticali.

 

Io, ripeto, non so che significato dai alle proposizioni in lingua italiana che ti permetti perfino di sdoganare termini quali "omofobico", ma se avessi prestato un po' più d'attenzione avresti visto che la "condizione di discriminati" non ha una connotazione sessuale ma pura. Discriminare, forse ti occorre una spiegazione anche su questo, significa SCEGLIERE secondo alcuni criteri prestabiliti, riconoscere, porre una cernita. Il concetto di discriminati significa prima di tutto questo. Soggetti a selezione in base a determinati criteri (condivisibili o meno).

Difatti parlo di relazioni subito dopo:

 

e poi venite in forum come questi a piangere la frustrazione del non trovare il principe azzurro

 

Da là te ne sei andato giù per la tua strada con sostituzioni di termini fra ebrei "negri" et simili in un delirio solo tuo dove lo scopo era additarmi come omofobo quando non ti sei nemmeno minimamente fermato a leggere la lingua italiana così come viene scritta piuttosto del come la interpreti.

 

Per me la discussione si chiude qua. Il mio dis-appunto l'ho fatto. A quanto pare occorreva spiegarlo meglio. Detto questo ho finito con l'abbondante OT.

 

Ps. La mia non è un'ostentazione nè della padronanza dei termini nè del mio livello culturale giacchè, nella maggior parte dei post mi limito a scrivere frasi che non hanno elevate pretese. In questo caso, visto che si parla di cultura e di scelte fatte in base a questa, ho preferito intervenire secondo le mie conoscenze e non vedo il motivo per cui io debba vergognarmene, soprattutto quando l'interlocutore, piuttosto che riconoscere le proprie lacune interpretative o semplicemente chiedere un'ulteriore spiegazione, parte in quarta offendendo con termini quali: omofobo.

 

Edit, non avevo notato questo pezzo:

 

Spero che tu sia riuscito a capire quanto ho scritto

nonostante il mio "materialismo" e la mia "povertà lessicale";

ma nonostante la tua palese (e malriposta) supponenza intellettuale

non terminerò il mio intervento dicendo che ti meriti le discriminazioni

perché anche le persone come te meritano di avere un giorno una famiglia.

 

Dall'uso del termine "nonostante" mi rendo conto che attribuisci al termine "materialismo" qualcosa di negativo. In primis non ho mai detto che pecchi di povertà lessicale, in secondo luogo, il discorso materialista è una tipologia di dialogo e comunicazione dalle regole ben precise. Non ha nulla di negativo se non in sede di analisi sui benefici in determinati contesti. Il discorso materialista è una tipologia di comunicazione che basa l'interpretazione su quanto ciò è ed è manifesto piuttosto che sulle applicazioni metaforiche e astratte. Lo stesso significato che attribuisci al termine materialista indica che il valore che dai alla parola è di stampo culturale/religioso piuttosto che al contesto in cui viene usato (e carico quindi di un suo significato) a tal punto da divenire un'offesa personale (cosa mai voluta). Allo stesso modo hai inteso il termine discriminazione.

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L'interpretazione che hai dato alle mie parole è vagamente cristiana. Io non parlavo di ricompensa. Il merito non è in questo caso l'augurio per qualcosa di male o di bene. Il merito è ciò che si è guadagnato. Ed è in questi termini che il mio post è stato scritto.

 

Be', io non sono mai neanche stata battezzata, quindi dubito che la mia interpretazione possa essere cristiana.

Capisco benissimo che intendi che il merito è ciò che si è guadagnato, e non un augurio, ci mancherebbe.

Ma quello che sto dicendo è che NESSUNO si merita di essere discriminato (non nel senso di

Discriminare, forse ti occorre una spiegazione anche su questo, significa SCEGLIERE secondo alcuni criteri prestabiliti, riconoscere, porre una cernita. Il concetto di discriminati significa prima di tutto questo. Soggetti a selezione in base a determinati criteri (condivisibili o meno).
, perché sinceramente tutti sono liberi di dire 'personalmente non penso vorrei un ragazzo bisex/di colore/che non sa parlare inglese/che non sa il condizionale' - ma discriminato nel senso di privato di alcuni diritti solo per via della categoria a cui appartiene), anche se non se lo è guadagnato.

 

Non dobbiamo guadagnarci la giustizia sociale. Nella realtà dei fatti, poi tutte le categorie discriminate hanno dovuto e devono lottare, quindi in questo senso se lo sono 'guadagnate'. Però non è qualcosa che dobbiamo avere a partire dal nostro comportamento o dal nostro pensiero. Dobbiamo averla, punto. Questo è alla base di tutti gli ideali, anche quelli d'affetto e comprensione di cui parli.

 

Tu non hai creato nessuna teoria, ma hai detto una frase le cui diramazioni chiaramente non ti sei reso conto - perché dai tuoi post traspare che tu non intendessi dire che alcuni gay/alcune donne/alcuni ebrei etc. possono anche essere picchiati perché non hanno ideali apprezzabili - e certo che si trae un giudizio dalle tue parole. Sei su UN FORUM, è quello che si fa, si discute e ci si fanno delle idee da quello che uno scrive, non si hanno altri dati.

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beh il fatto è che si è parlato di discriminazione in senso inappropriato per questo topic, se io faccio conoscenza con qualcuno decido di proseguire o no in base a varie cose che sostanzialmente sono il piacere o meno di averci a che fare. se con un semianalfabeta non mi interessa fare amicizia non c'è nessun motivo per cui io debba farlo. (che poi, come ho detto, succede il contrario, specialmente parlando di libri e musica)

 

non ha alcun senso dire "vi meritate di essere discriminati" perchè il fatto di scegliere le persone non è un motivo per avere meno diritti! ma vi pare!

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Nessuno merita di essere discriminato . Le persone contano per quello che sono. Essere è più importante di avere. Io scelgo i miei partner (molto pochi veramente al momento perché ho cominciato da poco quindi non posso vantarne chi sa che numero ) in base alle abilità manuali. Quindi anche se non sono colti nel senso che non sanno parlare o scrivere in italiano non mi interessa proprio. A parte poi che oggi, grazie alla televisione, analfabeti non esistono piu. Quindi siamo tutti istruiti. Tra questi istruiti le persone colte sono molto poche. Trovo insensato emarginare una persona solo perchè sbaglia un congiuntivo o ha dimenticato un h. Specialmente se si è su un forum o su una chat dato che non stiamo scrivendo un libro ma cerchiamo semplicemente di comunicare.:sisi:

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Ma quale dicriminazione! Io con una persona che non conosce neanche l'ABC della grammatica non ho proprio nulla di cui parlare, e non venitemi a dire che potrebbe venire da una situazione disagiata, l'unica situazione che potrei tollerare è quella di uno straniero nato in un paese veramente svantaggiato. Siamo in Italia, le elementari e le medie sono obbligatorie e non costano nulla, la conoscenza è ovunque, internet è a disposizione di tutti; il saper scrivere e sopratutto il saper parlare in maniera decente poi esula dalla scuola ed è un qualcosa che va applicata tutti i giorni alla vita quotidiana. Una persona che manca di quei prerequisiti essenziali non è sfortunata, è semplicemente una persona che ama sguazzare nella propria ignoranza, che non è curiosa e non ha interessi, ergo io non ho interesse a parlarci, mi ritroverei a fare dei monologhi ricevendo zero risposte, o peggio, risposte banali. :gha:

 

Non fraintendetemi non voglio dire che dobbiamo essere tutti laureati, e che chiunque debba avere una cultura come la mia (che ad esempio è di tipo umanistico), ma almeno che abbia quel minimo di interesse e quelle basi indispensabili di conoscenza per poterci fare un discorso di senso compiuto!

 

E aggiungo, discriminare non vuol dire scegliere, è una cosa ben diversa, invito all'uso del vocabolario. Semmai è chi rifiuta la conoscenza che si auto-discrimina, ponendosi in un'oggettiva posizione di inferiorità con i propri interlocutori non avendo quindi elementi con cui controbattere.

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