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Lingua italiana.


.Gi@como.

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tra tutti gli strafalcioni quello che sopporto di meno è l'uso del verbo essere al posto di avere, mettere il "te" dappertutto al posto di "tu" e l'uso di far precedere al nome proprio l'articolo  :love:

 

Beh, qui mi cogli in flagrante, il TE costantemente al posto del TU è una mia colpa, ma è proprio il modo di parlare delle mie parti :love:

 

lo fa pure mia madre, essendo di roma... vabè dai, perdonato per influenza linguistica  :ghgh:

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da quando sto a Roma pure io uso dire "te" ...

XD

comunque, io noto che ogni tanto trasformo le C in G specie se parlo veloce e dico parole complicate XD

ma in fondo, mi sa che il sangue siciliano si impone! XD

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adoro balluginio, riottoso, occorso (pp di "occorrere" nel senso antico di "accaduto") odio greppia e paludato

 

(Alcuni studi linguistici hanno ipotizzato che, dato il largo uso che se ne fa, tra alcuni anni si userà correntemente il te in funzione di pronome personale soggetto, mentre il tu piano piano scomparirtà, come è accaduto a egli/ella, a favore di lui/lei con valore anche soggetto e non solo di complemento oggetto)

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ricordo che qualche anno fà, i miei fratelli (che abitano a Firenze), sono scesi con degli amici... là usano dire "com'è?" invece di "come và?"... e allora uno di loro si gira verso di me e mi dice "com'è?" e io, con la faccia da ebete, ho risposto "cosa?"...  :sisi:

 

ok ho capito.. me ne vado...  :rotfl:  :P

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sono rimasto sconvolto quando ho realizzato, vedendo che non capivano cosa stessi dicendo, che la frase "mi hanno detto parole" non è così scontata da tradurre come "mi hanno sgridato".

 

sono troppo veneto inside.

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sono rimasto sconvolto quando ho realizzato, vedendo che non capivano cosa stessi dicendo, che la frase "mi hanno detto parole" non è così scontata da tradurre come "mi hanno sgridato".

 

sono troppo veneto inside.

In effetti non è così internazionale come modo di dire :)

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E' quindi un'abitudine nordica questa oppure sono gli strani casi della vita capitati a me? :)

 

Casi della vita: io in Campania ho sempre usato "su" e "giù" in quel senso e nessuno si è mai offeso!

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Nessuno però ha ancora parlato del ticinese, che ormai ha influenzato anche molto il parlare di Como.

Alcuni esempi

 

natel=cellulare

trotinette=monopattino

bilux=fare gli abbaglianti

riservare=prenotare( forte influenza del francese)

P.F molto utilizzato al posto di S.V.P

 

A volte mi capita di utilizzare queste parole con gente non del posto che mi guarda stupita; per esempio in Italia si dicer il gioco non vale la candela mentre in Ticino si dice il santo non vale la candela

 

ed altre amenità varie

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A proposito di questa ultima parte del topic, voi lo sapete cos'è il "tiro"? :P

 

No, non è nulla di pornografico, tranquilli. È semplicemente un termine che non saprei se definire dialettale, regionale o cos'altro e che è talmente comune e frequente nella vita quotidiana da essere ufficializzato anche in targhe e cartelli esposti in luogo pubblico. :)

 

(Ovviamente, chi è di Bologna e dintorni taccia!)

 

Aggiungo che non ha a che vedere con armi da fuoco, sigarette e simili, scherzi di cattivo gusto, pratiche sessuali, sport, animali da trasporto, etc.

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uhm...tenere sotto tiro?...mettersi in tiro?

cartello pubblico su una nave da crociera: si avvisano le persone a bordo che è necessario mettersi in tiro per partecipare alla serata di galaXD

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No, no, acqua, acqua, proprio acqua in abbondanza, come in crociera! :)

 

Aggiungo che è «talmente comune e frequente nella vita quotidiana da essere ufficializzato anche in targhe e cartelli esposti in luogo pubblico» solo da queste parti, cioè provincia di Bologna e dintorni :P

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Non mi pronuncio sul "tiro" perché non saprei dove andare a parare [non vuole essere una battuta :P eheh]

 

Comunque, mi domando se in sia dialettale [veneto credo] ultilizzare il verbo toccare al posto di dovere. Come se dicessi: "mi tocca andare a fare la spesa" al posto di "devo andare a fare la spesa".

 

Dovrebbe essere un termine dialettale, ma può darsi che non sia utilizzato solo dalle miei parti. Quindi, chiedo delucidazioni.

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Veramente non credo che la forma "mi tocca" per indicare "devo" sia dialettale o regionale. Io (che sono emiliano) l'ho sempre utilizzata e dalla regia :P mi dicono che si usa anche a Roma...

 

Edit: il De Mauro dice che si tratta di un uso comune: vedere i punti 6, 9 e 10.

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Veramente non credo che la forma "mi tocca" per indicare "devo" sia dialettale o regionale. Io (che sono emiliano) l'ho sempre utilizzata e dalla regia :) mi dicono che si usa anche a Roma...

 

Molte persone, quando utilizzavo "tocca" per "deve", non mi capivano. Da lì mi era sorto il dubbio. In ogni caso, il De Mauro spiega tutto :P

 

Comunque, mi sono sempre piaciute le parole "vecchie" che ormai stanno cadendo in disuso: gote al posto di guance o onde al posto di per.

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Comunque, mi sono sempre piaciute le parole "vecchie" che ormai stanno cadendo in disuso: gote al posto di guance o onde al posto di per.

 

Ne hai ben d'onde! Anch'io talvolta adoro parlar desueto se pur anco il fin ultimo dell'eloquio nostro è volto all'altrui intendimento, non già a un mero sfoggio di lemmi desueti...

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Ho notato che ci sono persone convinte che A MENO CHE si dica ALMENOCHÈ/ALMENO CHÈ.

Inutile dire che la cosa mi fa più orrore dell'ormai classico PULTROPPO: molto comune a Roma, dove chiunque non abbia mai letto un libro in vita sua - e sono tanti - è convinto che la prima R sia da attribuire al dialetto romanesco (lo stesso che trasforma "Silvia" in "Sirvia").

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Va be', se vogliamo entrare nel campo degli strafalcioni allora come non citare propio (senza la seconda erre), a gratis, e ora che siamo tecnologici anche a random?

 

 

P.S.: Si potrebbe addirittura aprire un nuovo topic sugli strafalcioni della Gelmini, ministro dell'istruzione (!). :D

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Le conseguenze della "DeFilippizzazione"...

 

Ma vogliamo parlare di uno dei mostri più brutti, spaventosi ed abominevoli partoriti dalla storpiatura della lingua italiana? Ma ne vogliamo proprio parlare di quell'uso improprio di quell'avverbio tanto stuprato e mortificatore della lingua (anche anatomicamente parlando!) quando viene usato impropriamente??? Ma ne vogliamo proprio proprio parlare di quel delitto linguistico da ergastolo che la gente ha il coraggio di articolare???

E per dirla tutta... la vogliamo fare una moratoria linguistica sull'uso improprio di: PIUTTOSTO CHE !!!

 

Io prego il Ministro dell'Istruzione di intervenire nelle scuole primarie con l'affissione di un bel cartellone accanto a quelli delle letterine dell'alfabeto in cui viene spiegato in versione figurata che PIUTTOSTO CHE è un avverbio che NON può essere utilizzato per esprimere il significato di "oppure"... vi prego spiegatelo ai vostri bambini prima che sia troppo tardi!

 

de-defilippizziamoci finchè siamo in tempo...

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L'uso di "piuttosto che" (mi viene da dire puLtroppo) con il significato di mera congiunzione coordinante è tuttavia difeso da fior fiori di linguisti (tra cui il mio stesso docente di interpretariato...).

 

Sebbene adori la manzoniana lingua, da traduttore tecnico quale sono, mi sono sempre definito "anti-purista". A tale titolo vorrei ricordare che la lingua non è dettata dai testi di grammatica ma dall'uso dei parlanti. Sono proprio le variazioni volute dalla plebe a determinare l'evolversi della lingua stessa (qualche purista del periodo del latino tardo probabilmente avrà detestato l'uso di Testa per indicare Caput)

 

Ora, purtroppo, la lingua imperante è (oltre a quella televisiva) quella utilizzata in SMS, social network e... forum. Questa sì che più che un'evoluzione pare una degenerazione del sistema linguistico stesso che sembra tendere a qualcosa di simile alla neoingua ipotizzata da Orwell.

 

Che dire... LING.ITAL. TVTTB 4 EVER

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Sono d'accordo anch'io che la lingua si evolva grazie al lavorio dei parlanti e che sia inutile inseguire con puntiglio le regola da maestrina con la penna rossa (cit.), però credo anche che un conto sia semplificare e un conto sia entrare nella degenerazione stile "piuttosto che", cioè una cosa veramente orrenda e addirittura utilizzata in vari contesti anche per darsi un certo tono "colto". Stessa cosa vale per quelli che infarciscono le loro frasi di termini inglesi o inglesoidi per dare dimostrazione di essere uomini di mondo. Condanno molto di meno, e capisco che è quella la direzione che sta prendendo la lingua, quando sento una persona di poca cultura linguistica utilizzare l'indicativo al posto del congiuntivo: quella è una semplificazione, non "piuttosto che". :D

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Io saro' tradizionalista in ambito linguistico, ma odio profondamente anche io l'uso improprio del "piuttosto che". E quando lo senti dire a gente che cerca di darsi un tono, come ha sottolineato G77, è veramente roba da lapidazione :D

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toraepantote

Sono d'accordo con tutti voi! L'evoluzione della lingua è un processo inevitabile e necessario.

 

è vero che alcuni usano il "piuttosto che" (scorrettamente) per darsi un "tono" (mah!!)

 

Alcuni errori grammaticali sono veramente orripilanti e tra questi ce ne stanno ancor ancor più brutti di altri, per esempio... è scorretto dire "a me mi piace", tuttavia non crea problemi sulla comprensione della frase... l'uso scorretto di "piuttosto che" crea invece una grossa ambiguità.

 

Gi@como se dico "Vorrei andare in Spagna piuttosto che in Francia" intendo che preferisco andare in Spagna e NON in Francia... oggi invece il piuttosto che viene utilizzato come e/o, in questo caso significherebbe che vorrei andare sia in Spagna che in Francia oppure... in una della due...  :D

questo è uno stravolgimento del significato che non viene compreso e dunque è inaccettabile.

 

Una mia prof durante una lezione stava spiegando l'impiego di alcune tecniche riabilitative e usando scorrettamente il "piuttosto che" non ci ha fatto capire se le tecniche erano valide tutte e due o se lo era una a scapito dell'altra. Morale sono dovuta andare a cercarmelo nei libri.

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  • 2 weeks later...

Mai sentito nessuno usare "piuttosto che" in quel modo. ;)

Sicuri che sia praticata diffusa? Cioè, è un errore talmente palese (mi perdonino coloro che lo difendono), che mi sembra incredibile un utilizzo simile anche da parte di un allevatore di capre (mi perdonino gli allevatori di capre).

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Uso di piuttosto che con valore disgiuntivo

 

 

Si tratta, come ha correttamente individuato la nostra lettrice, di una voga d’origine settentrionale, sbocciata in un linguaggio certo non popolare e probabilmente venato di snobismo (in tal senso è azzeccata l’allusione nel quesito a un uso invalso «tra le classi agiate del Settentrione»).

 

 

http://www.accademiadellacrusca.it/faq/faq_risp.php?id=3930&ctg_id=93

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quesito: ho perduto e ho perso ( perdetti, persi) sono equivlenti? oppure perduto è meglio usarelo quando si tratta di un caso vittoria sconfitta "cesare ha perduto la battaglia-", e perso quando si tratta di smarrire qualcosa " ho perso la penna?"

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