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Auto-ghettizzazione


paninaro

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Akinori, prima escludi il paragone con qualsiasi altra preferenza perché "l'orientamento sessuale non è paragonabile a un gusto qualsiasi". Poi escludi il paragone con gli altri orientamenti sessuali perché "non si può paragonare l'omosessualità con l'eterosessualità".

Ti sei costruito tutta una tua teoria sull'omosessualità che vuoi vendere come valida al mondo. Peccato che è impossibile discutere su questo tuo modello, visto che la tua omosessualità è sempre una "categoria altra" da tutto il resto. Le regole della logica e del buon senso non si possono applicare, perché la tua omosessualità teorizzata è oltre la logica, oltre il mondo, visto che non ne fa parte ma è una categoria a sé stante.

 

Se c'è un mistificatore quindi, questo sei tu.

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i musei sono ghetti dell'arte.

perche non appendere quadri anche da zara?

 

ah ora che ci penso, i pub sono ghetti dell'alcool

e le ferrovie ghetti dei treni.

 

è terribile quando, al mondo, c'è un posto per ogni cosa. davvero agghiacciante.

 

 

Direi che un riassunto migliore non poteva essere fatto.

 

Il resto sono considerazioni da teoria del complotto, seriamente.

 

Ho visto etero andare in discoteche gay, gay andare in discoteche etero e gente di ogni orientamento sessuale non andarci proprio.

 

Poi lasciamo perdere tutto il discorso sull'identità omosessuale deformata dal confronto con gli etero, perchè  dare definizioni metafisiche ad una cosa tanto semplice e naturale, proprio non lo capisco.

Edited by nowhere
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Ti sei costruito tutta una tua teoria sull'omosessualità che vuoi vendere come valida al mondo. Peccato che è impossibile discutere su questo tuo modello, visto che la tua omosessualità è sempre una "categoria altra" da tutto il resto. Le regole della logica e del buon senso non si possono applicare, perché la tua omosessualità teorizzata è oltre la logica, oltre il mondo, visto che non ne fa parte ma è una categoria a sé stante.

 

Se c'è un mistificatore quindi, questo sei tu.

Modera il linguaggio - visto che saresti il moderatore...Qui non c'è nessuna mistificazione da vendere. Il mio discorso è lucidissimo e non fa una piega. Se non vi vedi una logica è una questione soggettiva, che riguarda te solo. Coloro che guadagnano vendendo letteralmente una falsa idea di identità gay sono i fautori dello "stile di vita gay" affermatosi negli ultimi due decenni circa anche in Italia, purtroppo. Che subito hanno fiutato le possibilità economiche che poteva offrire il target gay e hanno messo a disposizione una ricca offerta consumistica. C'è una grande omertà nel mondo omosessuale su questo argomento, un'omertà che si nutre di vergognosa connivenza con gli interessi economici in gioco e di falsa coscienza spacciata per emancipazione.

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Ilromantico
Ilromantico

 

Vuoi sapere se sono gay ? Del mio CO ?

È facile fare critiche senza presentarsi ?

Perchè se ti fornisco informazioni sulla mia sessualità divento un facile bersaglio ?

Rimani alle mie parole e f*******e del mio CO , a me non cambia sapere del tuo.

 

 

E' buona educazione sapere con CHI si sta parlando. Ti ho chiesto una cosa semplicissima e di cui non dovresti avere paura a rispondere a NESSUNO. Se per te è un dato da tener nascosto vuol dire che stai messo male in quanto ad auto-accettazione. E con questo ti dico che non sei nella posizione di esprimere nessuna critica.

 

@Akinori

 

Ma che ti succede? Ultimamente tutti i tuoi interventi sono ossessionati verso il tema che denunci. E' giusto che tu abbia una tua opinione, ma forse il modo in cui esprimi le tue opinioni è fin troppo esagerato. Voglio ragionare in buona fede e dirti che su un forum è molto facile esprimersi con molta decisione e furore e che si può mal interpretare il tono e la ragione per cui si scrivono certe cose. Prova a esprimere certi concetti in modi più neutri e meno 'odiosi', altrimenti la gente può pensare che sei ossessionato dall'argomento e via dicendo. E' un consiglio, non un rimprovero sia chiaro!;)

Edited by Ilromantico
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Ogni tanto questo tema torna a galla.... dico la mia. Premetto che sono d'accordo con @@Ilromantico

Chiedere qualche dettaglio in più sull'interlocutore agevola la discussione e "spiega" molte cose. (Abbiamo avuto utenti che si proclamavano gay al 100% e volevano l'estinzione degli etero.. ma non avevano nemmeno fatto CO con un amico o un parente ad esempio)... per cui la trovo legittima.

 

Il tema a mio parere è legato molto alla crescita e all'auto-accettazione di noi e della realtà in cui viviamo.

Quando si è giovani si sogna un mondo di un certo tipo, si hanno ideali, e tutto quello che è "specifico" viene visto come la morte, come un ghetto appunto. Non nego che anche io a 18 anni la pensavo così.

 

Poi passa il tempo, aumentano gli interessi, diminuisce il tempo, e non si ha più voglia di andare "alla cieca".

Come ha detto @@R.POST ogni cosa a questo punto è un ghetto.

 

La pizzeria è un ghetto, perchè se vuoi una costata non te la danno.

 

Se la vediamo così non se ne esce.

 

Se io voglio passare il tempo con persone che vivono la vita come la vivo io preferisco andare a colpo sicuro in un posto dove so che ne trovo senza rischiare di essere accerchiato da etero coatti.

 

La logica del "tutti devono poter fare tutto" non credo che a nessuno interessi (anche i locali per scambisti etero sono ghetti allora.......)

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Si hanno ideali o si hanno illusioni?

 

Direi che se tutto nasce da un limite anagrafico di

autoaccettazione oppure da una omofobia ideologica

di sinistra si deve trattare di illusione

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AndrejMolov89
Greed89 mi dispiace ma ho mai detto che chi frequenta i locali gay non ha altri interessi perció parlare di questa banalizzazione quando l'hai tirata fuori tu mi sembra abbastanza ridicolo.

 

Detto questo non mi resta che spiegarti , mio malgrado , che la ghettizzazione non è qualcosa che si puó credere o meno .. È la semplice realtà che viviamo tutti i giorni. Poi se credi che avere un recinto dove puoi esternare le tue 'emozioni' tranquillamente o dove ti senti libero e spensierato sia qualcosa di grandioso meglio per te. Vicino a casa mia c'è un parco con una zona recintata dedicata ai cani .. Devi vedere quanto sono contenti quando li lasciano liberi di correre .. In quel momento sono spensierati , liberi (liberi?), e possono finalmente fare quello che più gli piace. Non so se ho reso bene l'idea.

 Hai reso parzialmente l'idea, ma manchi la questione. 

 Non prendo il recinto dei cani, ma altre cose. Ti racconto l'esperienza personale, e quindi è indicativa solo per me, ma spero che ti possa essere utile come spunto di riflessione:

Premessa

-Non frequento locali gay

-Frequento circoli culturali gay

 

Io e il mio moroso non ci diamo limiti e ci baciamo in giro per la città senza problemi, viviamo la nostra vita e siamo tranquillamente dichiarati con i nostri congiunti più cari. Andare al circolo gay per noi è semplicemente un modo per conoscere altre persone ed esperienze, condividere aspetti "culturali" e magari fare attivismo politico. Attualmente noi non viviamo il nostro essere omosessuali all'interno del recinto, per noi andare in quei circoli è semplicemente e meramente un modo per conoscere altre persone che potrebbero avere esperienze simili alle nostre, confrontarci su temi sociali inerenti alla sfera lgbtqi, in questo senso è come partecipare alla riunione dell'associazione mineralogica vicentina. Quindi per il mio caso non è applicabile il tuo ragionamento, perché per me vivere un aspetto della mia quotidianità in quel luogo d'associazione e aggregazione non è un recinto per cani che corrono liberamente. 

I locali gay possono essere assimilabili a questi circoli senza problemi, hanno il vantaggio che ti permettono di rimorchiare come giustamente ti faceva notare Almadel, ma non sono solo l'unico spazio in cui vivere la propria omosessualità. Semmai ci fossero delle persone che vivono esclusivamente la loro omosessualità in quegli ambienti, magari ci potrebbe essere una intersezione col tuo schema mentale, ma attualmente nella mia esperienza e per le persone che ho conosciuto (e sono tante), posso estendere un po' il mio caso personale. Non vedo ghetizzazione, anzi semplicemente vedo situazioni simili all'associazione mineralogica vicentina. 

La questione che tu poni è parossistica e prende i locali gay, associazioni gay, come unico luogo di espressione della propria omosessualità e così non è, attualmente, a mio parere. [sempre ricordando che è la mia esperienza]

Ora già questo permette di capire come il tuo ragionamento totalizzante non sia tanto corretto, perché esistono almeno due persone che vedono questa realtà, ed estendendo la rete di conoscenze mie e di quest'altra persona, che convergono in conoscenze comuni, la logica conclusione (per questa mia realtà) è che questo numero di persone è elevato. 

Allora la domanda che ti pongo è questa: è sbagliato che si viva unicamente in quei recinti? o l'esisteza di luoghi d'aggregazione gay? Perché se rispondi la seconda non sono affatto d'accordo, anche perché si fonda su un ragionamento un po' fazioso che a mio dire non è molto reale. 

Inoltre, se le persone vivono in luoghi sicuri la loro omosessualità non sono da criticare, perché oggettivamente vivono un momento della loro vita in cui hanno paura, indi per cui... come le vedresti le persone che vivono la loro omosessualità in quel modo?

Altra questione è come vivi la tua omosessualità? (puoi rispondere o meno, se vuoi rispondere fallo anche in termini generici e qualitativi senza entrare nel dettaglio; è per capire da cosa parti). 

L'auto-ghettizzazione secondo me la associ all'esistenza di luoghi d'aggregazione dichiaratamente gay, correggimi se sbaglio, spero che la mia esperienza per quanto poco significativa, ti faccia riflettere su questi temi. 

Spero di essermi spiegato bene, rispondi alle domande quando puoi magari rifletti un attimo see you

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Ah beh, se la questione è

"Bisogna baciarsi anche nei locali che non sono gay"

allora sono assolutamente favorevole.

 

Se invece la questione è "Bisogna rimorchiare anche nei locali non gay"

devo ammettere che ci vuole una faccia tosta che adesso non avrei più

o essere sufficientemente effeminati da risultare riconoscibili

o avere perlomeno Grindr (che suppongo farà sparire i locali).

 

Anche l'argomento "La musica nei locali gay è troppo commerciale"

in effetti è un buon argomento, ma c'è da dire

che un locale solo per gay metallari non avrebbe molti clienti.

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Greed89 certo che reputo i luoghi di "aggregazione" gay un chiaro esempio di come vada a farsi fo****e ogni giusto spirito di uguaglianza. Puoi dirmi di come ti trovi bene al circolo di cui parli , di come si possa rimorchiare in un locale gay. Puoi portarmi 1000 testimoni convinti che sia giusto ritrovarsi in un dato posto e in circostanze precise. Ma stai mancando tu il senso del mio discorso. Il tuo racconto cosa dovrebbe dirmi? Che ci si puó trovare bene nel ghetto , non che non esiste. Sei in ogni caso costretto e confinato li, se vuoi ridere ad una battuta st***za come solo un gay sa fare. Perchè se così non fosse andresti altrove a fare le attività che dici di svolgere al circolo in questione. Perchè tu e i tuoi amici non vi date appuntamento in un bar che non sia espressamente per gay ? Come mai ? Perchè come diceva qualcuno non devi farti la domanda "sarà gay?" ?

 

Quando vedi entrare una persona ? O chiedere una mer********a birra ?

Edited by Loup-garou
Unito post doppio
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@Akinori

 

... Prova a esprimere certi concetti in modi più neutri e meno 'odiosi', altrimenti la gente può pensare che sei ossessionato dall'argomento e via dicendo. E' un consiglio, non un rimprovero sia chiaro!;)

Ma non è che io sia "ossessionato" dall'argomento, semplicemente la penso in maniera differente, forse troppo "avanzata" rispetto al mainstream. E poi quanta è fastidiosa questa suspicione tutt'altro che legittima di omofobia (non mi riferisco a te, naturalmente) ogni volta che si fa una critica. Non è che mi sto rivolgendo ad un consesso di etero bigotti o al circolo di Causa Pound, né si sta votando qualche legge pro gay, quindi se non si possono esprimere qui delle opinioni, anche odiose - dove?

 

Anche questi circoli gay, che si pongono fuori dal meretrificio istituzionalizzato, e si circonfondono di un allure più "alta", meno legata alla dissoluzione libidica e alla mercificazione del desiderio...non è che esprimano oggi un'autentica sottocultura gay. Anzi, sono intrisi di ideologia omogeneizzante; almeno qui in Italia non esiste un pensiero della differenza autonomo, probabilmente anche perché è scomparso quel pensiero femminista originato dai fermenti culturali degli anni '70 (Carla Lonzi, Elvira Banotti e poi la Muraro). Nello specifico omosessuale, Mieli è oggi solo il nome di un circolo, un puro significante che si regge sulla sua pregnanza simbolica - ma diciamo la verità non vedo oggi molti intellettuali, in Italia, capaci di osare elementi di critica omosessuale. Quando leggo la Kristeva, la de Lauretis, la Butler, la Haraway, io misuro con sommo rammarico la nostra dimensione estremamente provinciale, fondamentalmente scollata dalle grandi correnti di pensiero internazionali. Probabilmente anche perché baronìe accademiche conservatrici e patriarcaliste hanno impedito che si diffondesse in Italia la rivoluzione culturale di Foucault, Lacan, Deleuze-Guattari, Derrida. Ma c'è da dire che il pensiero queer è anti-accademico, quindi questa non può essere una valida giustificazione.

 

Per concludere, il mondo lgbtq italiano mi sembra affetto dallo stesso morbo della Sinistra storica (ci sarà un motivo?): un'autoreferenzialità conservatrice mescolata a colpevole ignavia e incapacità di rinnovamento che ne fa prigioniero di un ghetto, oltre che sociale, anche intellettuale.

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AndrejMolov89

Si, merd, ma non hai neppure letto le mie argomentazioni. Il circolo in cui vado s'incontra in un locale di musica indie, e ancora una volta manchi tutto il discorso.Anche l'associazione mineralogica vicentina ha un luogo diverso da un bar dove incontrarsi e visto che il circolo culturale gay è della stessa tipollogia dell'associazione mineralogica vicentina, ne deduco che il tuo discorso non sta in piedi. Non hai risposto alle mie domande, quindi suppongo che tu non voglia discutere ma ripetere la tua tesi. Sfortunatamente questa non la rende più vera, ne l'imbastirla di cazzi, merde e froci, rende più autorevole il tuo pensiero. Quindi o rispondi in maniera educata e magari cerchi di riflettere su cosa ho scritto come ho fatto per te, o ti ignoro, come faccio già per determinati utenti che non desidererei vedere, ma che sfortunatamente continuano a scrivere deliri. 

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Anche questi circoli gay, che si pongono fuori dal meretrificio istituzionalizzato, e si circonfondono di un allure più "alta", meno legata alla dissoluzione libidica e alla mercificazione del desiderio...non è che esprimano oggi un'autentica sottocultura gay. Anzi, sono intrisi di ideologia omogeneizzante; almeno qui in Italia non esiste un pensiero della differenza autonomo, 

 

È vero. In Italia non c'è alcuna elaborazione teorica o anche solo una cultura capace di svolgere una qualunque forma di critica omosessuale. Questo non sarebbe particolarmente grave se non ci fossero contestualmente anche un regresso  e un'uniformità culturale impressionanti. Si potrebbe pensare che la mancanza di una cultura gay sia per così dire compensata dalla richiesta di diritti glbt, come se ci si fosse concentrati su questi ultimi, lasciando perdere altro, ma non è così, e anzi la bassa richiesta e coscienza dei diritti in ambito glbt è proporzionale alla mancanza di cui sopra.  

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I locali gay SONO l'unico spazio in cui la maggior parte dei gay vivono la loro omosessualità. Un circolo gay è un locale gay. Se hai paura ( non tu ) e puoi andarti a riparare li , in un posto "sicuro" ... Non ti sembra che mi stai dando ragione su tutta la linea ? E poi lo sai che ti dico ..già il fatto che senti il bisogno di andare a sparare ca**ate li al circolo evidenzia tutta una serie di problematiche che manco voglio conoscere sinceramente.

 

Bullfighter .. Che intervento di merda.

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Ma guarda,@Isher... io credo che ci sia, nella media gay, una buona coscienza di alcuni diritti fondamentali che sono negati alla comunità lgbtq. Non occorre essere degli intellettuali per pretendere il riconoscimento delle unioni civili non eterosessuali, la reversibilità dei patrimoni e così via. Credo che questa coscienza manchi piuttosto a buona parte della popolazione eterosessuale. E soprattutto a quella parte politica (molto eterosessuale e intrisa di mentalità patriarcale) che storicamente ha rappresentato i gay. Una parte politica, che dopo l'89, ha subito passivamente la crocifissione per il fallimento del modello comunista, è stata costretta ad abbracciare il liberalismo e il mercato dandoli per scontati e non ha avuto alcuna capacità di autorinnovamento culturale.

Allo stesso tempo, però, credo che molti gay non sappiano più perché debbano godere di certi diritti, dandoli per scontati. Li vedono come una sorta di borsetta di Prada che deve essere concessa a tutti, perchè fa status :-)

E il compito di regalargli questa borsetta spetta a quella parte politica che è stata sempre il loro riferimento, ovvero la Sinistra storica. Se questo non è delirio! Ma non se ne rendono conto, appunto. Perché sapientemente "delirati" da chi gestisce le loro coscienze atrofizzate. Magari ghettizzandoli in qualche circolo dove credono di usufruire di Cultura...

 

La dura verità è che gli ex comunisti hanno venduto l'anima al mercato, dando per scontato che il capitalismo fosse l'unico orizzonte economico possibile dopo la fine del sogno egualitario. E dando per scontato che fossero validi solo i modelli sociali che fossero sua emanazione, più o meno edulcorati da politiche del welfare che ridistribuissero socialmente il plusvalore. Questa cosa ha "funzionato", pur nelle sue insanabili contraddizioni, fino a quando la finanza ha preso il sopravvento sul capitalismo stesso, creando una globalizzazione speculativa che fa a meno delle regole di mercato di cui proprio il capitalismo è stato sempre il baluardo. Mi riferisco per esempio alle speculazioni sui derivati OTC (over the counter, ovvero fuori da un mercato regolarizzato), che hanno una grande responsabilità nella crisi mondiale. Bada bene, non mi sto scagliando contro i derivati in sé, che secondo la "scienza" economica sarebbero strumenti finanziari di una certa utilità, secondo le correnti di pensiero dominanti, ma contro certi tipi di derivati, quelli che hanno trasformato il mondo in un gigantesco casinò dove si è arrivato all'assurdo di poter scommettere sul fallimento di una nazione! Ma che mondo è quello in cui puoi fare una fortuna sperando che interi popoli vadano sul lastrico, e scommettendo di conseguenza? Che mondo è quello in cui il destino di una nazione dipende dal suo valore di mercato, per cui se siamo finaziariamente appetibili andiamo avanti altrimenti ci costringono alla bancarotta? Questo non è più nemmeno capitalismo, questa è una dittatura globale governata da flussi finanziari astratti, totalmente slegati dai flussi di denaro, denaro che a sua volta già da decenni non ha più alcun rapporto con una controparte di valore, come l'oro, che in passato ne garantiva una certa "sostanzialità". Parliamo inoltre di denaro che ha perso anche il suo rapporto con il lavoro, e che quindi non può misurarsi nemmeno in termini marxisti come pluslavoro e plusvalore. Parliamo di sequenze binarie "metafisiche" che non hanno alcun rapporto con la realtà e che con un click è possibile spostare da una parte all'altra del globo determinando i destini di interi paesi e delle popolazioni che li abitano. E' questa la religione del nostro tempo.

E concludo: se non si prende coscienza di questi dati di fatto fondamentali, e non si prende coscienza del proprio stato di subalternità sociale, come si può avere una coscienza autentica dei propri diritti in quanto omosessuali?

Infatti si è delegata questa coscienza ad una forza politica che non è più antagonista, ma completamente integrata in questo sistema marcio. Questo può essere molto utile a spiegare il punto di stallo in cui stiamo. Ovvero perché gli omosessuali non hanno diritti.

Edited by akinori
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L'usare gli asterischi è assolutamente inutile se si capisce quali sono le lettere mancanti e non autorizza a dire parolacce a piè sospinto.
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Spero che questo non sia solo il pretesto per affossare la discussione...

Intanto, nessuno mi ha risposto nel merito. Attendo il contributo di Isher, dato che ho articolato una risposta, anche prolissa, al suo ultimo post. Riformulo provocando (è la mia natura :-)): quanto sa di gulag, questo ghetto d'oro in cui sono stati (si sono auto-) reclusi gli omosessuali italiani? E quanto sa di coca cola?

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Bullfighter4

quanto sa di gulag, questo ghetto d'oro in cui sono stati (si sono auto-) reclusi gli omosessuali italiani? E quanto sa di coca cola?

 

Akinori, volevo chiederti se tu pensi che sia solo in italia ( giusto perche' lo hai specificato) o pensi che tutti i gay in tutto il mondo si autoghettizzino?

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Scusate se insisto su Grindr (e marginalmente sulla rete),

ma questo discorso tra 5-10 anni potrebbe essere incomprensibile.

 

Già è poco comprensibile per Greed89 che ha 23 anni,

non è mai stato in un locale gay e probabilmente non ci andrà mai;

figuriamoci per i gay più giovani di lui.

 

Io a 18 anni non avevo alternative ai locali gay,

a meno di non telefonare ai numeri nei cessi degli autogrill

o di andare a "battere" nelle aree di sosta dei camionisti

(che è il mondo che Akinori pateticamente rimpiange).

 

Rispetto a fare sesso anonimo dietro un cespuglio

la possibilità di bere una birra con gli amici in un bar gay

era un grande momento di liberazione.

 

Nei ragazzi di oggi l'idea di andare a ballare

in un posto per una clientela gay non ha più significato.

Internet ha sostituito virtualmente questi luoghi fisici:

negli ultimi quindici anni è stato un mutamento inarrestabile.

 

E più ci si "ghettizzava" nella Rete

- per molti sì l'unico posto dove essere gay -

più si consideravano "ghetti" i locali.

 

E non badate ai nostalgici che vi dicono "si stava meglio prima".

Nessuno di noi può sapere le differenze tra essere

gay negli anni Cinquanta (senza i locali)

o negli anni Ottanta (senza internet)

o - oggi - nel 2010. Anche chi c'era, aveva un'altra età...

l'ottantenne che ricorda con malinconia i cessi pubblici

ricorda con maliconia soprattutto i suoi vent'anni.

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Bullfighter4

Almadel, ci sono locali gay e locali gay. Andare al Ty's in Christopher Street al giovedi' sera a guardare con gli amici la nuova puntata Di Will&Grace era forse ghettizzante ( ma anche no), ma non aveva nulla Di sessuale. Internet ha rallentato, o quasi estinto, gli incontriamo a scopo sessuale nei bar, ma andare al bar con gli amici funziona ancora. Almeno per me ( vediamo quanto ci vuole prima Che il solito arrivi con la manfrina Della citta' decadente anni '80 :-) .

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@Bullfighter, io intendevo dire che presto

gli amici che si troveranno in un bar

si saranno conosciuti su internet

e - se non c'è nulla di sessuale -

potranno anche andare in un pub non gay.

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Bullfighter4

@almadel:io onestamente, pur essendo dichiarato e con molti amici " intimi" etero, preferisco spesso andare in bars gay( bars, non locali tipo discoteche). Se sono con amici " misti", si va in ambedue I posti. Se siamo solo gay, andiamo in bars gay. Non vedo perche' dovremmo fare altrimenti: e', per me, piu' piacevole.

 

@almadell: dove vivi tu, ci sono gay bars " normali? Intendo , bars dove non e' la "caccia" il motivo principale?

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@Bullfighter, certo che esistono.

Anzi, direi che sono molto più frequentati

rispetto ai bar in cui si caccia.

Solo che sono meno di prima.

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Ilromantico

Non so, io penso che i locali in realtà siano pure aumentati e magari essendocene di più la clientela è più sparsa. Magari prima c'erano 3 locali e la gente poteva rimorchiare solo coi locali ed ecco i famosi locali affollati. Col tempo i locali gay dovranno affrontare anche una sfida di qualità e di prezzi perché con la concorrenza e la liberalizzazione dell'omosessualità non basta più essere un locale gay per fidelizzare la clientela. Prima eri obbligato a farti andare bene il bar piccolo, coi drinks annacquati e cari e la solita musica frociarola, ma ora certi gay giustamente non sono più obbligati ad andare in queste topaie. I locali gay hanno dormito fin troppo sugli allori e giustamente qualcuno ne sta pagando le conseguenze.

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andare al bar con gli amici funziona ancora.

 

 

Ovviamente hai ragione

 

Non solo, funziona anche avere un luogo fisico gay o friendly dove

prendere l'aperitivo con una persona appena rimorchiata su grindr

"pavoneggiarsi" con gli amici piuttosto che fare mille altre cose che

Greed89 e almadel non hanno mai fatto ne mai faranno....ma in tanti

gay fanno.

 

Basta farsi un giro a Milano...solo che funziona in contesti urbani grandi.

Dove esiste una socialità gay meno condizionata dall'omofobia.

 

Diminuisce probabilmente l'esigenza del circolo privato, anche se è noto

che il problema di avere un luogo fisico dove consumare rimane sempre

lo stesso....internet però garantisce la privacy meglio di un tessera. 

 

Il problema è che in molte realtà italiane si è troppo provinciali ed omofobi

perchè si possa dare una socialità gay aperta, in tutto ciò che circonda l'aspetto

sessuale, ma è esteriore e quindi inessenziale.

 

Dico - provinciali, perchè vale anche un discorso di numeri. è chiaro che far funzionare

un circolo privato negli anni '90 era molto più facile....lo capisce chiunque

 

Quindi se chiude il circolo privato per tesserati semplicemente non riapre niente

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Akinori, volevo chiederti se tu pensi che sia solo in italia ( giusto perche' lo hai specificato) o pensi che tutti i gay in tutto il mondo si autoghettizzino?
Credo che sia una realtà generale, che in alcuni paesi è più evidente, in altri meno. Sia chiaro che la provinciale realtà italiana non è nemmeno degna di essere denominata ghetto, se la paragoniamo a quella di San Francisco - ghetto quindi è un termine di comodo per definire lo scollamento tra spazio omosessuale, per piccolo che sia, e spazio sociale in cui è inserito.

 

@Almadel, non ho nulla da rimpiangere: non ho mai conosciuto la squallida realtà dei parcheggi degli autogrill, dove tu ti vanti di aver battuto.

Ho conosciuto la realtà dei parchi e delle pinete, al suo tramnonto, da precocissimo fanciullo e sì, era molto più eccitante di quella delle disco, delle dark room e dei locali, che pure ho conosciuto, e di quella delle chat e di grindr, che conosco ora. Il battuage, nei parchi o con un'app, è sempre quello. Sono strumenti. E' il mondo omosessuale che è cambiato con il consumismo. E' l'identità del gay che è stata mercificata. E su questo hanno influito anche i nuovi strumenti, la tecnologia e ovviamente, la convitata di pietra, ovvero la sindrome da collasso immunitario (aids). I gay sono usciti dall'armadio per essere imbustati in un preservativo.

Nei parchi potevi incontrare chiunque avesse voglia di trasgredire. Non avevi bisogno di dichiarare niente o di pagare alcunché. Oggi il concetto di trasgressione non c'è più, l'omosessualità è diventata una pratica comune come la masturbazione.

Grindr è una specie di postalmarket versione gay, dove tante casalinghe disperate acquistono il gadget che sembra più "piselluto" e lo adoperano come momentaneo vibratore.

L'aids è stata decisiva nell'imporre una sessualità plastificata, sanitaria e a giustificare con l'igiene la sua compulsività anodina. Ed è questo il modello che dura dagli anni '90 in poi.

Non c'è più scambio simbolico, e non essendoci significante, non c'è nemmeno significato.

Edited by akinori
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Ilromantico

Io però mi sto rompendo con sta cosa di buttarla sempre sul sesso sia per chi lo denuncia troppo sia anche perché chi non sa parlare d'altro! Parliamo del discorso a 360• gradi, si può?

 

Io sono per la libertà di tutti e che la gente faccia quello che voglia. L'importante è capire che ogni scelta ha dei pro e dei contro, ma lo dico senza nessuna malignità, è un pensiero neutro. Io ho molti amici libertini e a me di quello che fanno o come vivono la vita non me ne frega nulla, non sono affaracci miei. L'importante è accettare le conseguenze (pro e contro) di quello che si fa senza mettersi a confronto con il prossimo. Nella vita non si può avere tutto e bisogna decidere cosa conta davvero e cosa no (secondo i propri valori sia chiaro!). Poco tempo fa a una festa in cui molti erano libertini, c'erano molti di questi stupiti e affascinati dal fatto che io e mio marito fossimo innamorati e affettuosi. Per me non è stato affatto un complimento, ma dimostrava solo che quella gente non sa che non c'è nulla di speciale in 2 persone che si amano e che a certe cose si ci arriva con un determinato atteggiamento.

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@akinori

Non mi vanto di aver "battuto" nei parcheggi, perché non ho mai avuto l'auto :)

Anche se fosse, non vedo la differenza tra un parcheggio e un parco;

anche se posso capire che sia più eccitante di una dark-room.

 

Se l'alternativa a Grindr è tornare a scrivere i numeri di telefono nei cessi,

mi pare che continuino a essere meglio i locali gay.

E ti assicuro che non ho nulla contro il sesso nei parchi pubblici,

ma sono certo che per un ragazzo di oggi sia meglio internet per conoscere altri gay.

 

(Dovresti fare qualcosa per la tua fobia del lattice...)

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@ Almadel mi semnbra che nel post precedente tu abbia parlato dei parcheggi come una delle tue due alternative, insieme con quella di "scrivere i numeri nei cessi" :-) Il fatto che tu non avessi la macchina non è una giustificazione, poteva accompagnartici qualche amico... Per carità, non ti sto giudicando. Ancora oggi conosco molti gay avvinti dal fascino del sesso con i camionisti; anche gli autogrill hanno una loro "mistica" gay. Tuttavia non fanno parte della mia.

 

Altri gay più grandi mi raccontano di quando ci si conosceva scambiandosi lettere e fotografie, attraverso riviste d'incontri, altro che "numeri nei cessi". Una dinamica in fondo eguale a quelle virtuali contemporanee, ma molto meno depersonalizzante. L'unica differenza, appunto, è che quelle attuali sono dinamiche veloci e perfette per il consumismo libidico. Quindi finiamola con queste grandi differenze intergenerazionali e diciamo le cose come stanno: il cambiamento degli ultimi due decenni ha facilitato moltissimo la supeficialità e la promiscuità, mentre ha avuto un'effetto negativo sui valori omoaffettivi, che dopo la fase iniziale di emergenza aids è tornata ad essere rigettata in nome del principio del piacere, che è divenuto il componente fondamentale dell'identità gay. In passato la componente affettiva era privilegiata, perché ci voleva più tempo per conoscersi e non si piazzavano subito le proprie misure in modo da poterle vendere al migliore offerente.

 

Senza parlare del romanticismo di certi incontri, che nulla toglieva all'aspetto sessuale, anzi...

 

Detto questo, nessuna allergia al lattice, se non quando sei costretto ad avvolgerlo intorno al pene. Diciamo la verità, il sesso bareback è molto più appagante. Come si risolve allora il problema della profilassi delle malattie veneree? La risposta è banale: facendo sesso solo con chi si ama e rinunciando alla promiscuità, al sesso fatto con sconosciuti. Ovvero, ancora una volta, rivalutando la dimensione omoaffettiva.

 

In questo modo, si risolve anche il problema della ghettizzazione, perché in coppia si possono frequentare tutti gli ambienti di socializzazione, che siano etero od omo. E per socializzazione intendo scambio di esperienze, piacere di stare insieme, convivialità etc., non certo "socializzazione sessuale".

 

p.s.

Non c'è paragone tra parchi e parcheggi: fare sesso in un auto o anche in un camion non può essere assolutamente paragonabile a farlo a contatto con la natura!

Edited by akinori
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In realtà andavo nei locali gay proprio perché non c'erano alternative

e le alternative non mi sembravano poi così allettanti

(per quanto io abbia anche frequentato un giardino notturno

nei momenti di particolare fregola, zona ora non più attiva da anni).

 

Negli anni 90 i locali erano in pratica l'unica alternativa.

A 18 anni la discoteca si chiamava "Black & White",

ma fino ai 22 anni non ho mai osato spingermi nella dark

o frequentare il cruising-bar della mia città :)

Mi fidanzavo sorseggiando vodka-lemon e parlando

o facevo sesso appartato nei divanetti.

E non ballavo. Mai.

 

L'alternativa del giardinetto o del parcheggio

per me era più che altro un racconto esotico

che mi facevano "quelli più grandi".

 

Poi ho scoperto che quei luoghi erano privilegiati

dagli sposati e dai repressi che avevano paura

persino di farsi la tessera per entrare in una sauna...

Solo a te sembrano più "romantici" di una chiacchierata al bar,

ma probabilmente sono solo gusti soggettivi.

 

Smettila di fare sempre l'apologia del sesso bareback,

puoi dire tutte le fesserie che vuoi: ma questa è davvero grave.

 

PS: Le lettere e le fotografie di cui parli

erano i fantastici "fermo posta" delle riviste porno.

Esattamente identici agli attuali siti per incontri,

ma resi più misteriosi dall'aura vintage che li circonda.

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