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Omosessuale e Cristiano, Scelta possibile


Luca1981

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Gesù diceva che non avrebbe cambiato neppure uno iota... allora se non è stato lui è stato qualcun'altro, perché sta di fatto che in casa mia sono sempre stati tutti cristiani e si son sempre abbuffati tutti di crostacei. Gesù (o Paolo "per lui") ha cambiato la legge, o l'ha neutralizzata; questo è assolutamente ovvio e non c'è giro di parole che possa negarlo.

Questa flessibilità per quanto riguarda i precetti morali è una delle potenzialità più grandi del cristianesimo, che altre religioni come Ebraismo ed Islam non possiedono. Il principio paolino secondo il quale la lettera uccide ma lo spirito vivifica concede al fedele cristiano grandissima libertà di coscienza... una libertà di coscienza che di solito viene sprecata: se ne privano i cattolici, ad esempio, visto che si affidano all'interpretazione ufficiale della Chiesa, e in una certa misura gli ortodossi.

Tutti gli altri però ce l'hanno perfettamente intatta, compresi gli ipocriti "letteralisti" cui mi riferivo a suo tempo, quelli che dicono "così dice la Bibbia" mentre invece così dicono loro.

 

 

Su questo non c'è dubbio. D'altro canto la cristianità oramai ha molte sfaccettature e molte interpretazioni differenti, anche se in Italia noi siamo abituati a vedere solo il pensiero Cattolico.

 

Però c'è da dire che il pensiero cattolico nella sua globalità noi non lo conosciamo appieno, e non lo conoscono neanche la maggiorparte dei cattolici, soprattutto quelli che poi son pronti con il dito puntato. La Chiesa, nella sua globalità, pur se zeppa di pecore nere, come in qualunque contesto sociale, è però sempre e comunque una struttura millenaria che ha il compito di dare direttive etiche a miliardi di persone, e che si occupa di spiritualità e di socialità.

 

E' fatta di brava gente che, a loro modo, nel loro credo, cercano di sviluppare un percorso che consenta a chiunque, anche e soprattutto ai poveri di spirito che non hanno gli strumenti e i modi di trovare da soli una strada di tolleranza, etica, compassione, di avvicinarsi ad una esistenza più elevata che il semplice nasci campi muori.

 

E' chiaro poi che delle semplici regole applicate a miliardi di persone generano distorsioni, che troverai sempre quel gruppo di integralisti che la vedono in un modo o in un altro. Che vogliamo farci? non è un mondo perfetto.

Poi, per chi può, il percorso spirituale e il modo di arrivare a Dio o a chi per lui in maniera differente c'è sempre.

 

Riguardo all'omosessualità e alla cristianità, anzi, al cattolicesimo, con un po' di ricerca ho trovato questo pezzo a mio parere molto importante: http://www.vatican.va/archive/ITA0014/__P84.HTM che è il catechismo attualmente approvato, credo. In questo brano, si evidenzia come il corretto approccio di un cristiano verso l'omosessualità dovrebbe essere addirittura più morbido rispetto, ad esempio, alla masturbazione o alla pornografia.

 

Nella logica cristiana, ogni uso della sessualità come forma di piacere e all'esterno della vita di coppia e alla procreazione è un disordine (contrapposto all'ordine della castità, sesto comandamento). E' un disordine non approvabile, perchè la castità è uno dei principi fondamentali cristiani.

 

Riguardo all'omosessualità si cita:

 

2357 L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, [Cf ⇒ Gen 19,1-29; ⇒ Rm 1,24-27; 2357 ⇒ 1Cor 6,10; ⇒ 1Tm 1,10 ] la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8]. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarità affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati.

 

e questa è una analisi storica corretta nell'ambito della tradizione ebraica.

 

Ma questo punto è invece interessante:

 

2358 Un numero non trascurabile di uomini e di donne presenta tendenze omosessuali profondamente radicate. Questa inclinazione, oggettivamente disordinata, costituisce per la maggior parte di loro una prova. Perciò devono essere accolti con rispetto, compassione, delicatezza. A loro riguardo si eviterà ogni marchio di ingiusta discriminazione. Tali persone sono chiamate a realizzare la volontà di Dio nella loro vita, e, se sono cristiane, a unire al sacrificio della croce del Signore le difficoltà che possono incontrare in conseguenza della loro condizione.

 

Che, nell'ottica dell'idea cristiana del sesso solo per la procreazione altrimenti castità, l'omosessualità sia una forma di disordine, ci sta.

 

Ma è importante la nota di evitare qualsiasi marchio di ingiusta discriminazione, ed è altrettanto importante l'approccio molto attento e prudente rispetto alla questione.

 

Si parla di qualcosa sempre presente e l'essere omosessuale, in parte o totalmente, non è definito "malato", semplicemente incomprensibile per la mentalità cristiana (il che è differente). Si parla di tempo, di cautela, di percorso di avvicinamento all'ideale cristiano senza per questo demonizzare l'omosessualità in se. Rispetto alle chiare forme di denuncia più sopra per adulterio, masturbazione e pornografia, è evidente la differenza di trattamento della questione.

 

E infine non si chiede all'omosessuale di cambiare idea, di guarire, ma di aderire ai principi cristiani e tendere al difficile e potente valore della castità con l'astenzione, alla stessa maniera in cui viene chiesto agli etero non sposati.

 

Dal Levitico direi che c'è una certa distanza.

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La questione è un po' più complicata, perché il Protestantesimo

nel corso dei secoli è a sua volta cambiato molto, ma nasce in realtà

da una accentuazione del senso del peccato ( rispetto alla pratica

cattolica per cui in fondo la moralità dipende dall'obbedienza alla

gerarchia ) Il punto è che il fedele cattolico affida alla Chiesa il compito

di trasformare la realtà, mentre il protestante per certi versi rinuncia

alla possibilità di trasformarla e questo apre spazi enormi alle istituzioni

civili ( anche nel male quando si tratti di accettare un Adolf Hitler )

 

L'islam è per certi versi messo peggio ancora ma non perché i precetti

morali islamici siano letteralmente peggiori di quelli cristiani. Anzi il desiderio

omosessuale nell'islam per certi versi era riconosciuto, demonizzata era la

sodomia. La cultura islamica è gravata come un macigno non solo dalla

assenza di laicità, ma anche dal senso di Ummah, la comunità dei fedeli

rispetto a cui il concetto di persona ( elaborato dalla patristica cristiana )

sfuma

 

Gli ebrei semplicemente non hanno mai potuto trasformare la realtà

ma han sempre dovuto affidarsi all'autonomia dei poteri civili per aver

salva la vita. Questo ha determinato un forte laicismo.

 

Insomma io leggerei in tutti i monoteismi una propensione alla

omofobia, che può essere corretta attraverso una maggiore o

minore predisposizione alla laicità.

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Opinioni e consensi.

 

 

Consento con quel che opini, Cuoio:

 

già è difficile stabilire, e per la varietà delle tradizioni antiche e per l'inevitabile corruzione delle relazioni posteriori, che cosa mai quell'uomo, appellato Cristo dai seguaci, abbia veramente predicato circa l'essenza e le facoltà del suo dio, circa il principio e la fine dell'universo e del genere umano, circa le leggi morali che debbano regolare il consorzio umano e circa altre simili e gravi questioni;

proporsi poi di conoscere il giudizio di lui circa affezioni sue private, mancando indizii che esse non siano mere ombre delle nostre speranze o dei nostri timori, è proposito affatto inetto ed inane.

 

Per altro, se pur si potesse conoscere alcunché circa tali private affezioni dell'uomo, non so quale giovamento, a ben considerare, se ne potrebbe cavare:

 

chi sia Cattolico deve pur obbedire ai precetti della Chiesa Romana, la quale non fonda il suo magistero solamente sulla lettera di libri e libelli sacri, ma anche e sopratutto sulla tradizione dei padri e sull'inspirazione dello spirito divino che regge e corregge i sacerdoti sommi;

 

chi sia Cristiano non ha grandi impedimenti, com'è noto, ad interpretare come più gli piace, estendendo o restringendo la lettera od il significato dei libri e dei libelli sacri; 

 

chi non sia neppur Cristiano non può non giudicare il verbo di Cristo altro che un'eco lontana e quindi spesso confusa e contradditoria d'una sapienza ben più ornatamente e profondamente offerta, da altri uomini in altri tempi ed in altri luoghi, ai mortali.

 

 

Anakreon.

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Hinzelmann, ciò che dici è senz'altro corretto. Io parlavo dal punto di vista soltanto dottrinale però.

Per un islamico il Corano è il Verbo di Dio. Non si può discuterlo, non si può interpretarlo in altro modo che letteralmente, perfino tradurlo è un atto opinabile, perché è stato dettato così. Per i cristiani invece il Verbo non è un libro, ma una persona fisica, il Cristo appunto. Su Cristo non si discute, i testi sacri valgono solo perché presumibilmente ci restituiscono l'immagine di Cristo, non in sé ei per sé. Sui libri si discute e si interpreta, perché essi non sono verbo divino, solo Gesù lo è.

Quanto al Protestantesimo, senz'altro esso rende il fedele assolutamente libero (gioco di parole :asd:). Il protestante non ha una gerarchia cui ubbidire, ma solo un libro. E i libri non danno ordini, sono solo parole alla rinfusa, chi legge un libro si fa una determinata idea e segue quella. Il protestantesimo dottrinalmente parlando è perfettamente liberale, sono i protestanti che non lo sono XD ... appunto per le ragioni che hai detto tu.

 

Certo è che è difficile al giorno d'oggi fare un discorso su come si possa essere credenti senza ubbidire a certi sciocchi precetti. Il problema è che noi siamo tutti laici. Anche libero è laico, anche se suppongo proprio che non sia laicista. In quanto tutti laici, noi leggiamo la religione solo o principalmente in virtù del suo impatto sociale, ma essa ha una dimensione sociale così come anche e soprattutto una personale, e quest'ultima, che la maggior parte di noi tende a ignorare o a porre in secondo piano, nella vita del fedele vero e proprio è (dovrebbe essere) prioritaria.

Se ci dicessero che si può essere cattolici senza andare al Family Day, senza essere omofobi, senza fare crociate contro contraccezione e aborto, senza votare PDL, ci sentiremmo presi per il culo. Allora essere cattolici non vuol dire niente...

Solo che non è così. Essere cattolici o cristiani è anche e soprattutto un fatto personale, una questione di fede, "sentimento" per così dire. Omofobia e lotta alla contraccezione... sono questioni dottrinalmente marginali, non contano più di tanto per la fede. Mai si è visto uno scisma dovuto a motivi di questo tipo. Lo scisma si fa per questioni serie attinenti la fede: il Filioque, la verginità di Maria, i Sacramenti... il resto è ornamento e dettaglio da poco.

 

Poi certo, esiste una dimensione sociale che salta sempre più all'occhio. Pubblicamente il "Catholic Pride" non si esprime nelle questioni serie attinenti la fede, ma nelle cazzate che ho elencato prima: omofobia, contraccezione, aborto. Sono elementi identitari per i cattolici come per noi può esserlo andare al Pride... non so se rendo l'idea. Io, cattolico, non mi distinguo dagli altri per il filioque, voglio un segno visibile, qualcosa di importante che renda il mio essere cattolico: ad esempio, intervengo sui forum gay a cercare di convincere gli avventori delle più grandi castronerie e lanciandogli anche sottili insulti. Ecco, adesso si vede che sono cattolico, anche se magari al filioque, che quella sì era una questione dottrinalmente importante, non ci credo o non so neanche cos'è...

Questa dimensione sociale salta sempre all'occhio, come dicevo, e non solo: tende a soffocare e ad uccidere quella personale. Perché la Chiesa di oggi a suo modo ha completamente assimilato la lezione della laicità.

Ricordate Ratzinger che fa la filippica antidiscriminazione? Fa un lungo elenco di cose per cui non si deve essere discriminati, fra cui colore della pelle e religione. La lista non include però l'orientamento sessuale, e noi ce lo aspettiamo, visto che nel 1982 Ratzinger parlava della discriminazione contro gli omosessuali quasi come di un dovere morale del cattolico. Per orientamento sessuale puoi discriminare, per religione no.

Vorrei che ci si rendesse conto della portata di questo messaggio: meglio un ebreo eterosessuale che un cattolico omosessuale. Ratzinger non stava parlando di religione, da capo spirituale, altrimenti è chiaro che l'ebreo avrebbe avuto la peggio. Ratzinger parlava solo ed esclusivamente da politico, esprimeva una visione della società, non delle fede.

E' un laico perfetto. Nella sua scala di valori prima c'è l'omofobia, poi il cristianesimo.

Ma è chiaro che se mandi un messaggio del genere stai uccidendo la fede. Stai dicendo che un atteggiamento sociale, e fra l'altro uno moralmente condannabile come l'omofobia, è più importante per te che il sentimento personale verso Dio, allora stai scoraggiando qualunque credente. Svuoti di significato spirituale la religione, e quindi la annulli...

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Opinioni e dissensi.

 

Dissento di contro da Te, caro Cuoio, quando, citando le asserzioni ed i precetti del magistero Romano circa l'amor Greco, affermi:

"questa è una analisi storica corretta nell'ambito della tradizione ebraica.".

 

Le asserzioni ed i precetti del magistero Romano che citi sono:

"L'omosessualità designa le relazioni tra uomini o donne che provano un'attrattiva sessuale, esclusiva o predominante, verso persone del medesimo sesso. Si manifesta in forme molto varie lungo i secoli e nelle differenti culture. La sua genesi psichica rimane in gran parte inspiegabile. Appoggiandosi sulla Sacra Scrittura, che presenta le relazioni omosessuali come gravi depravazioni, [Cf ⇒ Gen 19,1-29; ⇒ Rm 1,24-27; 2357 ⇒ 1Cor 6,10; ⇒ 1Tm 1,10 ] la Tradizione ha sempre dichiarato che “gli atti di omosessualità sono intrinsecamente disordinati” [Congregazione per la Dottrina della Fede, Dich. Persona humana, 8]. Sono contrari alla legge naturale. Precludono all'atto sessuale il dono della vita. Non sono il frutto di una vera complementarietà affettiva e sessuale. In nessun caso possono essere approvati."

 

In primo luogo, è facile discernere che il magistero Romano compone opere letterarie molto diverse per età, origini e destinazioni:

altro sono i più antichi libri sacri dei Giudei, altro gli scritti di Paolo di Tarso.

 

In secondo luogo, cosa più difficile da discernere, il magistero Romano propone una dottrina che ha nei secoli ampliamente elaborato il significato dei precetti contenuti nei luoghi citati, elucubrandoli secondo i principii della sapienza Greca e singolarmente di quella di Platone.

 

Brevemente.

 

Gli antichissimi precetti dei Giudei non si davano pena di vietare affezioni amorose tra maschi, ma bensì di vietare atti che distraessero l'uomo adulto dalla fecondazione della donna legittimamente sposata e quindi impedissero o ritardassero la generazione di prole e per la famiglia e per la nazione:

perciò si vietava l'effusione del seme fuori del vaso vaginale femminile, perché il seme d’ogni uomo era prezioso per tutta la sua gente. 

 

Paolo di Tarso, esecrando gli "arsenokoitas", pare collocarsi senza troppe esplicazioni sulla via aperta dalla tradizione Giudaica, se è vero che il vocabolo usato converte in lingua Greca puramente e semplicemente l’atto del “giacere coi maschi”:

assai poco per giustificare un magistero che per due mila anni ha fatto dell’abominio contro l’amor Greco un vessillo spesso  atrocemente infocato.

 

E qui entrano dunque in campo, con l’autorità di menti eccelse e con l’efficacia di arti sublimi, le elucubrazioni di Platone prima e d’Aristotele poi circa le azioni e le affezioni umane che fossero secondo ovvero contro natura. 

 

Elucubrazioni che veramente non furono rivolte contro l’amor Greco per sé stesso, ma contro quegli atti venerei che pur tuttavia naturalmente e deliziosamente seguono ed accompagnano l’affezione amorosa.

 

L’Afrodite Celeste, che presiedeva al desiderio dell’amante verso l’amato,  fu lodata ed esaltata da Platone, pur che i seguaci la venerassero castamente, empiendosi  bensì l’animo dell’impeto d’Eros, ma conservando intatto il corpo da eccitazioni che, effondendo il seme fra sterili sassi, perturbassero il sepolcro dell’anima senz’utilità alcuna di moltiplicazione del genere umano.

 

Tale ambiguità, tra lode per l’affezione amorosa e vituperio per gli atti venerei che ne procedono, è a ben considerare conservata dalla dottrina della Chiesa Romana, che non abomina, che non vieta una carità pur profonda tra due uomini di sesso pari, qualora essa si conservi pura d’ogni atto o desiderio d’atti che stimolino voluttà veneree sterili per la generazione della prole.

 

In somma, due maschi è lecito s’amino coi moti dell’animo, ma non è lecito s’amino anche colle membra del corpo.

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Personalmente io trovo più rassicurante avere a che fare con un libro, piuttosto

che con il personaggio di un libro, alla luce del quale, il libro viene interpretato.

 

Siccome la persona fisica di Gesù noi non la conosceremo mai, si finirà

per interpretare il libro alla luce di una idea del personaggio. Ma l'idea del

personaggio, se non viene dal libro, da dove viene?

 

Se ci potessimo limitare alle testimonianze scritte su Gesù, a dire il vero

un po' contraddittorie fra di loro, e alle parole pronunciate dal personaggio

Gesù, saremmo sicuramente in una posizione di vantaggio rispetto alla

situazione attuale.

 

Il problema è che il personaggio Gesù non basta in realtà ad istituire una

religione, ci vuole purtroppo una idea di Gesù. E li nascono i nostri guai.

Perchè vi sia fede, serve una idea o un sistema di idee in cui aver fede.

( almeno a me pare che funzioni così...)

 

Hai ragione nel dire che la modernità ci compenetra talmente di laicismo

che forse possiamo aver fede senza dogmi di fede e certamente nel

protestantesimo storico i dogmi di fede, che pure ci sono, appaiono

pesare di meno o appaiono meno...anche se io dico, si vedono poco perchè

i protestanti non vogliono cambiare il mondo.

 

D'altronde però se il vuoto che lasciano è preso da Evangelicali e Carismatici

meglio certi dogmi di fede tipo il dogma trinitario protestante, che alla fine

non fa male a nessuno pur essendo stato inventato di sana pianta

 

http://it.wikipedia.org/wiki/Evangelicalismo

 

Insomma io sono laico al 100%, basta che non facciano danni...e mi van bene

pure i dogmi inventati :asd:

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Dal Vangelo secondo Marco (6,1-6 )

 

In quel tempo, Gesù andò nella sua patria e i discepoli lo seguirono.

Venuto il sabato, incominciò a insegnare nella sinagoga. E molti ascoltandolo rimanevano stupiti e dicevano: “Donde gli vengono queste cose? E che sapienza è mai questa che gli è stata data? E questi prodigi compiuti dalle sue mani? Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Joses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?”. E si scandalizzavano di lui.

Ma Gesù disse loro: “Un profeta non è disprezzato che nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua”. E non vi poté operare nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi ammalati e li guarì. E si meravigliava della loro incredulità. Gesù percorreva i villaggi, insegnando.

 

Vangelo secondo Matteo:

7,6 - Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi.

 

 

Signore Gesù,

quante volte anche noi,

come i Tuoi concittadini di Nazareth,

non Ti riconosciamo,

quando vieni a trovarci

nella quotidianità,

nelle nostre case,

nei nostri uffici,

sulle nostre vie…

 

Forse perché ci siamo fatti un’idea sbagliata

di come deve essere un Dio.

Forse ci aspettiamo un Dio forte,

un Dio battagliero,

un Dio che vince sempre…

 

E invece…

Tu sei mite e umile.

Tu non usi con noi il pugno di ferro.

Tu ci lasci liberi anche di sbagliare.

Tu chini il capo con dolore

di fronte alla nostra incredulità,

e passi in mezzo a noi

in silenzio,

mite e umile,

ma di una mitezza e di una umiltà

che non sviliscono la Tua natura divina,

ma anzi la esaltano

con la Gloria e l’Onore che Ti spettano.

 

Con questo ci insegni

a vivere anche noi nell’umiltà e nella mitezza,

senza adirarci con chi non ci considera

e senza abbatterci se non siamo ascoltati.

 

Grazie, Signore Gesù!

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Be', prevedo che a questo punto avrebbe cominciato a smettere di rispondere in maniera pertinente, come già aveva iniziato a fare... poi non so se ci fossero altri estremi per il ban.

Comunque...

Personalmente io trovo più rassicurante avere a che fare con un libro, piuttosto

che con il personaggio di un libro, alla luce del quale, il libro viene interpretato.

Considerando quello che c'è scritto su tali libri, averci a che fare è del tutto sconsigliabile. La Bibbia, non meno del Corano, contiene condanne pesanti dell'omosessualità. Per quanto liberamente tu possa interpretare il celebre lasso del Levitico che riportava Libero, quella è una condanna. Il punto è che il cristiano non è vincolato a quella condanna in quanto può a ben ragione ritenere che non provenisse realmente da Dio e quindi da Cristo.

Siccome la persona fisica di Gesù noi non la conosceremo mai, si finirà

per interpretare il libro alla luce di una idea del personaggio. Ma l'idea del

personaggio, se non viene dal libro, da dove viene?

Certo che ci si basa sul libro. Ma i libri funzionano così, alle volte ne parliamo come se fossimo persone, come se contenessero idee... ma in realtà i libri contengono solo parole, che sono tracce delle idee e semi a loro volta di idee. I vangeli piazzano nella testa delle persone dei semi dell'idea di Gesù, ma è nelle loro teste che l'idea si sviluppa.

 

Per quanto invece riguarda la necessità di un sistema di credenze, è una questione di cui si può dibattere. Il teologo cattolico Raymon Panikkar, ad esempio, ritiene che l'essere cristiano nella storia abbia significato cose diverse, rispecchiando di volta in volta un modo diverso di intendere l'aderenza a cristo. In particolare, egli afferma, si è passati attraverso una Cristianità, un Cristianesimo, e adesso si va verso quella che lui chiama Cristiania.

Quando di parla di Cristianità ci si riferisce all'essere cristiano come ad una dimensione totalizzante, tanto personale, quanto di credenze, pratiche, società, politica; Cristianità è insomma ciò di cui si parla riferendosi al medioevo, quando essere cristiano è una scelta di appartenenza ad una civiltà specifica. Nel momento attuale l'idea di essere cristiano si è già modificata, non è più una scelta di una civiltà, non più una dimensione totalizzante, ma solo l'aderenza più o meno elastica ad uno specifico sistema di credenze. La Cristiania è secondo Panikkar la dimensione che vediamo crescere sempre più in questo tempo, ovvero l'essere cristiano esclusivamente come esperienza personale, incontro diretto con la divinità-Cristo.

Non essendo credente condivido credo con la maggior parte di voi la difficoltà a comprendere come possa realizzarsi nell'animo di un individuo l'incontro "reale" con un essere immaginario. Ciò non di meno questa esperienza accomuna tutti i credenti, ed è quindi qualcosa di più significativo dell'aderenza ad un sistema di dogmi e ad una visione specifica della società...

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Guarda a me basta che la condanna del Levitico sia superata dagli Ebrei Ortodossi

in primo luogo sul piano civile cosa avvenuta nel 1992 e poi anche sul piano religioso

 

Questa è l'opinione del Rabbino Haim Cipriani:

 

In particolare l’omosessuale può essere associato al concetto di 'anús (אנוס) ossia “obbligato”: in altre parole gli e le omosessuali sono “obbligati” dalla loro natura a non rispettare il modello tradizionale di famiglia eterosessuale e patriarcale (che costituisce il modello nell’ebraismo, come nelle altre grandi religioni), ma proprio a causa di questo obbligo non è possibile imputare loro alcuna “colpa” (rimanendo nei termini giuridici, fondamentali per un Ebreo).

 

Così come nel medioevo gli Ebrei convertiti coattivamente al cristianesimo sotto minaccia di morte non erano imputabili di trasgressione alla legge, allo stesso modo gli/le omosessuali non sono imputabili di alcuna scelta contro la legge (ad es. il precetto di procreare) perché non seguono altro che la propria natura.

 

Resta il fatto che quanto ad omofobia gli ebrei stanno messi meglio dei cristiani

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Infatti i cristiani non hanno alcuna giustificazione. Ciò che sottolineo è che per sua natura intima, per via del suo impianto dottrinale, il cristianesimo dovrebbe essere più flessibile di ebraismo e islam. Non lo è per motivi storici e sociali, che sono altrettanto importanti o anche di più...

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Guarda a me basta che la condanna del Levitico sia superata dagli Ebrei Ortodossi

in primo luogo sul piano civile cosa avvenuta nel 1992 e poi anche sul piano religioso

 

Questa è l'opinione del Rabbino Haim Cipriani:

 

In particolare l’omosessuale può essere associato al concetto di 'anús (אנוס) ossia “obbligato”: in altre parole gli e le omosessuali sono “obbligati” dalla loro natura a non rispettare il modello tradizionale di famiglia eterosessuale e patriarcale (che costituisce il modello nell’ebraismo, come nelle altre grandi religioni), ma proprio a causa di questo obbligo non è possibile imputare loro alcuna “colpa” (rimanendo nei termini giuridici, fondamentali per un Ebreo).

 

Così come nel medioevo gli Ebrei convertiti coattivamente al cristianesimo sotto minaccia di morte non erano imputabili di trasgressione alla legge, allo stesso modo gli/le omosessuali non sono imputabili di alcuna scelta contro la legge (ad es. il precetto di procreare) perché non seguono altro che la propria natura.

 

Resta il fatto che quanto ad omofobia gli ebrei stanno messi meglio dei cristiani

 

Ma guarda che anche i Cattolici dovrebbero aver superato il problema, come da link della Catechesi che ho riportato sopra.

 

E comunque, in generale, è chiaro che andando ad esaminare con un po' più di attenzione le varie correnti delle grandi religioni, troverai sempre la parte "progressista" che tende ad aggiornare il credo all'epoca moderna, e la parte "conservativa" la quale ritiene di mantenere il più possibile l'aderenza con i dogmi originari.

 

Non si possono evitare i fanatici. E, sinceramente, sticax dei fanatici..

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Fra la dottrina cattolica e l'ebraismo, non dico riformato o liberal, ma conservatore e ortodosso

la distanza è abissale.

 

Nel 1992 l'Assemblea Rabbinica Conservatrice stabilisce che:

 

Appoggiamo la piena parità civile per gay e lesbiche nella nostra vita nazionale, e

Deploriamo la violenza contro gay e lesbiche nella nostra società, e

Reiteriamo che, in quanto tutti ebrei, gay e lesbiche sono benvenuti come membri nelle nostre congregazioni, e

Richiamiamo le nostre sinagoghe e i rami del nostro movimento ad aumentare la nostra consapevolezza, comprensione

e preoccupazione per i nostri compagni ebrei che sono gay e lesbiche.

 

Poi si è passati alla legittimazione della condotta omosessuale, infine alla possibilità di ordinare rabbini gay

e celebrare benedizioni nuziali.

 

Il punto è capire come due esiti così opposti possano giustificarsi in base alle Scritture

e la mia risposta è che le Scritture NON possano giustificare due esiti così opposti.

 

Da una parte c'è la pretesa cattolica di trasformare la Società in base ad una ideologia

dall'altra gli ebrei come si vede dal 1992 addirittura appoggiano i diritti civili pur nella

ribadita affermazione della loro tradizione eterosessuale religiosa. Da una parte c'è

l'idea che quantomeno l'omosessualità sia una predisposizione naturale, dall'altra l'idea

che come minimo sia un disordine morale, ovvero contro natura.

 

Tutto ciò ha a che vedere, non tanto coi libri sacri o coi precetti morali tradizionali

ma con la religione intesa come sistema di idee.

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