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  • 1 year later...

Buonasera a tutti.

Si avvisano i lettori che stanno per avventurarsi in un post lunghissimo.

Onde non far infuriare la moderatora, inserisco il post-fiume nel mio topic personale (ma tanto il regolamento della sezione l'ho letto solo io XD ).

 

***

 

Prima di rompervi le scatole e lamentarmi dei miei che mi stanno sgamando (di questo vi racconterò un’altra volta…), vi narrerò le eroiche gesta del Quint "innamorato". Data la mia prolungata assenza dal forum, è necessaria una premessa.

 

Premessa.

A febbraio/marzo, in Conservatorio conosco un ragazzo, che per comodità e privacy chiameremo M (che fantasia), di 16 anni: da parte mia è colpo di fulmine. Da parte sua, pensavo, anche...

Passano le settimane, le mie avances si suggueguono ininterrotte e io mi convinco sempre più di avere una possibilità. La situazione però rimane statica e, giunto allo stremo delle forze, decido che è ora di mettere le cose in chiaro. Fine della premessa.

 

Il 23 maggio, mi sveglio, esco di casa e raggiungo il Conservatorio con il preciso intento di rivelare i miei sentimenti ad M, sempre che egli mi concedesse l'onore di presentarsi (è sparito due settimane perché doveva studiare a scuola).

Dopo una giornata di lezioni, avviene il seguente fatidico dialogo, che ho avuto cura di riportare il più fedelmente possibile quella sera stessa, nel terrore che la mia memoria potesse fallire quando sarebbe venuto il momento di raccontare. In realtà ricordo tutto come se fosse ieri.

 

Fuori dal Conservatorio, gli dico che devo dirgli una cosa, e ci spostiamo davanti al suo motorino, lontano da sguardi indiscreti. Nei miei sogni più reconditi, il dialogo doveva finire con un bacio...

 

Quint: “Comunque, se per te è un periodo stressante, fra la scuola e tutto, magari è meglio che te lo dico un’altra volta”

M: “No, dai, dimmi”

Q: “Il fatto è che… non so come dirtelo… magari lo avrai già capito… ma mi piaci”

M: “Sì, Ste, me n’ero accorto, te lo volevo dire… ma a me piacciono le ragazze, mi spiace”

[si prega di porre particolare attenzione a: “me n’ero accorto, te lo volevo dire”, che indica, oltre al fatto che ero stato già allegramente sgamato, la volontà da parte sua di far cessare le mie pene d’amore; l’inimitabile dolcezza di “ma a me piacciono le ragazze”, ottimo sostituto di "non sono mica frocio", detto con un sorriso quasi imbarazzato; il “mi spiace”, detto con tutta la sincerità possibile, e ripetuto almeno altre 3-4 volte, che riporterò che non troppa precisione perché non riuscirei a collocarle esattamente nel discorso. Non so di cosa si dispiaccia, ripensandoci, ma continuiamo.]

Q: “Sicuro sicuro?” [non pensavo che il mio radar potesse ingannarmi così, mi sembrava proprio che ci stesse...]

M: “Sì, sicuro, mi spiace… sto anche uscendo con una, infatti non l’ho voluto dire prima davanti al Maestro” [prima il nostro Maestro durante la sua lezione a cui io ho assistito, ha fatto una delle sue solite battutine: credo avesse detto a M che si era distratto nel fare i compiti perché l’aveva chiamato la ragazza, o qualcosa del genere. M ha risposto dicendo: “Non sono fidanzato”, ed ho capito subito che quella precisazione non richiesta era un messaggio per me: solo che avevo capito “sono libero”, invece di “sto uscendo con una, ma non posso dirlo perché farei soffrire quello seduto qui dietro”. Che peraltro suona incredibilmente più tenera di “sono libero”.]

Q: “Ah, ok… Ma… rimaniamo amici, sì?”

M: “Sì, Ste, amici come prima!”

Q: “Non scappi, vero?”

M: “No tranquillo!” [sempre quel disarmante sorriso sereno. Un po’ imbarazzato, ma sereno.]

Q: “È che è la prima volta che lo dico a qualcuno così… poi avrei preferito anche un altro posto e un altro momento, ma non ce la facevo più…”

M: “Capisco, ma mi spiace, a me piacciono le ragazze”

Q: “Ok ok… mi passerà, comunque, tranquillo. Mi è già successo, riesco a farmela passare. Adesso dovro cercarmi qualcun’altro” [si, l’ultima frase me la potevo risparmiare, sembra che vado a caccia. Con un “...ma uno come te non so se lo troverò mai” sarebbe stata non solo più romantica, ma anche più veritiera. Vabbè, ero agitato!]

[Lui fa ancora quel sorriso. Poi dici che uno si prende una cotta]

I: “E comunque non te la levo, la dedica, tranquillo” [avevo deciso di dedicargli un pezzo che avevo scritto intorno a marzo, quando ci eravamo conosciuti; mi aveva chiesto una copia della partitura con l’autografo, ma ovviamente mi sono lasciato trasportare e ci è scappata la dedica ufficiale. Quando gli dissi che volevo dedicarglielo (un giorno che era restato a farmi compagnia alle prove, una delle mille volte in cui mi ci aveva fatto credere, che ci stava) è diventato fucsia... sono ancora convinto che è stato lì, che mi ha definitivamente sgamato.]

M: “Grazie, Ste… mi spiace” [non sono pronto a mettere la mano sul fuoco sull’autenticità storica di questa battuta, ma un altro “mi spiace” c’era, e un “grazie” me lo ricordo, anche se non è molto chiaro a cosa si riferisca.]

 

Segue appuntamento a lunedì per pranzo. “Amici come prima”.

 

Era venerdì, e sono tornato a casa felice. Avevo fatto qualcosa di cui non mi credevo capace ed ero letteralmente orgoglioso di me stesso. Mi sono reso cosciente della sua risposta solo la sera del sabato, ma adesso non starò qui a tediarvi con i mie pianti. :)

 

Dopo questa dichiarazione/CO non siamo più tornati sull'argomento, anche se il suo evidente imbarazzo a parlare davanti a me delle (molte, a quanto sembra) ragazze con cui esce mi rassicura sul fatto che non si sta comportando come se non fosse successo niente. Devo dire che un paio di volte mi è sembrato che si stesse approfittando della mia assoluta incapacità a dirgli di no per farsi aiutare a fare i compiti, ma è pure vero che mi sono proposto io, di dargli una mano... L'unica cosa che mi dispiace, è di non averne più parlato; volevo almeno chiedergli scusa per tutte le volte che l'ho messo in imbarazzo... Ma soprattutto vorei sapere quando e come l'aveva capito. :D

Ad opni modo, abbiamo passato molto tempo insieme, da quel giorno, e sembra davvero prenderla con serenità. Posso dire almeno di aver trovato un amico in più. ^^

 

***

 

Nella prossima puntata (:ok:) scoprirete gli imbarazzanti tentativi dei miei genitori di farmi capire che mi hanno sgamato. XD

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filippogherardi

Oh povero Quint!

a volte essere rifiutati in modo gentile fa anche più male di quando scopri che l'amato è un omofobo di prima categoria...

 

Le puntate non pui farle uscire così di rado, se no impazziamo dall'ansia!!!

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Prima una domandina tecnica...ma chi è I della penultima battuta?

 

A parte questo...hai pensato di mandare lo script allo sceneggiatore de "I liceali"? ci starebbe tutta sta scena XD.

 

A parte la tua bravura nel saper scherzare anche su qualcosa che ti ha ferito sicuramente, complimenti per questo coraggio che io non ho mai avuto e soprattutto per l'amor proprio che hai dimostrato ad uscire da una situazione che ti stava attanagliando.

 

In bocca al lupo per i prossimi CO e ancora di più per le prossime dichiarazioni. Anche io resto in attesa della prossima puntata con i genitori XD

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  • 2 weeks later...

@filippogherardi:

Hai ragione, certe volte penso che se mi avesse gridato "Vattene, frocio di merda" e avesse tentato di investirmi col motorino, sarebbe stato tutto più semplice. Sul serio. :D

 

@cassian:

La I è dovuta al fatto che avevo inizialmente scritto il dialogo (oddio, sto parlando come uno sceneggiatore :) ) con M ed Io, salvo poi ritenere più giusto affibbiarmi un nome. I=Q, dunque. Non c'era Ignazio.

Grazie dei complimenti. ^^

 

Ora vi fò contenti. Ma sarà un altro post-fiume.

 

***

 

Veniamo dunque ai miei.

Aggiornamento della situazione: io non ho mai detto loro di essere gay.

C'è da dire che non ho mai fatto molto per impedire che lo pensassero: mai portata a casa una ragazza, mai detto "esco con una" (e quando - raro evento - uscivo con uno, dicevo sempre "un amico"), mai nemmeno fatto credere che avessi qualcuna.

Da parte loro, hanno smesso di chiedermi se ho "la fidanzatina" più o meno da quando avevo 12-13 anni. E giuro che non è un'esagerazione.

Questo già di per se sarebbe un piccolo indizio, ma ovviamente c'è ben altro.

 

Tanto per cominciare, io non avrò buona memoria, ma ricordo perfettamente che quand'ero piccolo i commenti sugli omosessuali (specie da parte di mio padre) non erano proprio benevoli. Ora dire che si sono affievoliti è un eufemismo. Durante i servizi del TG sul Pride dell'anno scorso, mio padre arrivò a dire che tutto sommato il matrimonio è solo un fatto religioso e che quindi si potrebbe abolirlo e unire civilmente chiunque lo voglia. Durante i servizi dei Pride di quest'anno, invece, continuava a dire che non c'era bisogno di chiedere diritti perché ognuno può fare ciò che vuole. Vabbè l'arteriosclerosi, ma secondo me mi stava provocando. :salut:

 

Un mese fa, l'arteriosclerotico di cui sopra mi porta (preso chissà da dove) "Hotel de Dream" di Edmund White: nellamia totale ignoranza, senza nemmeno aprire il libro cerco l'autore su Google... e il primo link è su Culturagay.it. Provate a immaginare la mia espressione, mentre leggo leggo la trama esplicitamente gay nel risvolto della copertina (operazione non troppo complessa nemmeno per mio padre). Cerco di sforzarmi e pensare che ha trovato il libro abbandonato per strada e me l'ha portato perché era sempre meglio che buttarlo.

Mia madre, il giorno dopo, si affaccia in cameretta prima di uscire e mi fa: "Ma quel libro te l'ha ammollato [usiamo tutti un linguaggio aulico e ricercato, a casa, ndr] a te, papà?". Io: "Sì". Madre: "Ma l'hai letto di che parla?" (col tono di una che l'ha letto, di che parla, eccome). Io: "Sì", e mi rimetto le cuffie. Non mi si può indurre al CO mentre sto ascoltando qualcosa, un po' di educazione. :)

 

E se questo non fosse suffieciente...

21 giuno, concerto. I miei conoscono l'M di cui parlavo nel mio ultimo post. Al concerto sono presenti anche amiche di sesso femminile, tra cui una ragazza particolarmente fastidiosa che ci sta palesemente provando con me (la scusa delle ripetizioni d'armonia è vecchia). C'è da dire che, nonostante il fastidio che mi provoca la sua presenza, è universalmente riconosciuta come una gran figa (si può dire?). Ora, dei genitori normali cosa direbbero al loro figlio etero? Direbbero: "Chi era quella gnocca coi pantaloni a rasopassera [cioè, è venuta al MIO concerto con mezzo culo di fuori... vabbè, ndr] che ti ha baciato e abbracciato?". E invece no. Cosa mi chiedono (a bruciapelo, peraltro)?

Madre: "Chi era quel ragazzetto?"

Io: "Chi?"

Padre: "Quello che abbiamo salutato all'uscita"

Io: "M., un mio compagno di Composizione", e dentro di me penso: "Ma si sono messi d'accordo? Hanno parlato di questo, fino a due minuti fa, mentre ero sotto la doccia?"

Poi ovviamente sono stato tre ore a parlare di M...

 

Ecco, non so se potete rispondermi da ciò che vi ho detto, ma la domanda numero uno è: secondo voi hanno capito?

E ancora, date le premesse che vi ho narrato (a cui c'è da aggiungere una certa tendenza a destra della mia famiglia, accompagnata però misteriosamente da un quasi assoluta areligisità e un sostenuto anticlericalismo, oltre che ad un immotivato odio verso gli psicologi), ed indipendentemente dal fatto che l'abbiano già capito, la domanda numero due è: sarà ora che glielo dico?

 

Ogni risposta è gradita.

 

Grazie dell'ascolto, alla prossima puntata, al prossimo CO. ^^

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decisamente hanno capito sai...

io fossi in te lo direi a sto punto almento giochi a carte scoperte,così è solo un fastidioso girare intorno alla cosa che non porterà a niente..almeno se magari si comportano cosi perchè hanno il dubbio se lo levano una volta per tutte..

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AngelFire_86

Per me hanno intuito ed aspettano conferme. Il che potrebbe essere un buon segno perchè ad esempio ci sono genitori che hanno intuito e fanno finta di niente pure di non sapere nè aprire il discorso  :salut:

Poi non conoscendoli non so se consigliarti di aprire (e chiudere) il discorso una volta per tutte o continuare come stai facendo.

In entrambi i casi, buona fortuna!  :) :)

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