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la sceneggiatura di un film che non potrà mai essere girato


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terminammo il giro con lo zio e poi tornammo non prima di aver osservato gli stand degli accessori,le bagaliere,paravacche,sottocoppa. La bagagliera è un altro degli obblighi a cui devono sottostare le mie auto al giorno d'oggi ovviamente. La ritengo ultra indispensabile e me strafrego se da qualche parte del mondo farò fuori un metro  quadro di amazzonia per i maggiori consumi...per chi ci crede..

Con l'ingresso al salone avevi anche il biglietto per entrare al museo dell'automobile e di siamo andati sempre con zio mario da lì a poco.

Prima però un altro "piccolo incidente" della nostra carriera di giovani scapestrati.

Abbiamo fatto da alibi per mio cugino. Si proprio da alibi per un un "crimine" che però era stato compiuto per un clamoroso errore sulla persona sbagliata.
Mio cugino (avendo 23 zii di cugini ne ho parecchi) doveva fare ruzzolare qualcuno sulle scale di casa. Un suo compagno di scuola,infamone fino all'ultimo che abitava al piano sotto lui che non so cosa aveva fatto di "non da fare" ma del resto era mio cugino e non io.

E come si dice sempre "non ti grattare dove non  ti prude",del resto di certe cose non ne parlavi di sicuro al telefono di casa con i tuoi nell'altra stanza,le facevi solo intendere.

Siamo rimasti d' accordo che ci dovevamo trovare nella sala giochi che c'è nella via che fa angolo con via Perosa dove abitava lui.

Perchè abitava nello stesso palazzo della madrina del mio battesimo (che poi era la matrignia di mia nonna) all'ultimo piano però. Un vecchissimo palazzo senza ascensore.
Noi ovviamente siamo arrivati in sala giochi almeno un quarto d'ora prima data la scarsissima preciose degli orari degli autobus urbani e Alessandro ha subito dato spettacolo visto che c'era lunar lander.

Un pò per fare scena all'arrivo di mio cugino si sono cominciati a commentare in modo abbastanza rumoroso e casinista ogni vittoria ai videogiochi.

Io invece mi accontentavo di scramble. Arrivando anche lì ad ottimi risultati.
Dopo aver dato spettacolo per parecchio con tanti che ci guardavano abbiamo accompagnato a casa mio cugino che però ci ha fatto fare un giro lunghissimo arrivando quasi all'upim e poi andando verso casa. Volutamente passando in una cartoleria a prendere alcune cosette per scuola.

E qualcosa non tornava...

Di fronte al portone c'era l'ambulanza e stavano caricando una donna piuttosto "di peso" che imprecava tirando giù santi e morti. Marcello si avvicina....è la signora Fumagalli,una di quelle anziane piuttosto noiose che per cause ancora ignote (o meglio che lui sapeva benissimo) era ruzzolata dalle scale e cotolata giù dalla rampa dal primo piano al piano terreno facendosi tutti gli scalini in rotolata.
Del resto date le schifose scarpe che portano certe donne specialmente anziane (che poi sono le stesse scarpe che causano patologie all'alluce) basta veramente poco a farle cadere. Ricordo che a mia madre bastava beccare un pezzo di filo elettrico per terra per volare a gambe all'aria.

Marcello è sbiancato,forse non era lei la vittima prevista per quella "cosettina" che aveva casualmente seminato sul secondo scalino...una biglia di vetro!

Ce lo dirà poi la settimana dopo. Forse suo padre aveva intuito tutto e gli aveva dato una ripassata,nessuno lo saprà mai  Di sicuro non lo avevo mai visto rattristarsi così. Ma del resto altra cosa giusta delle frasi di Alessandro....ossia "le cose di cui è giusto parlare sono solo quelle cadute in prescrizione". In ogni caso la biglia era ruzzolata giù fino nel corridoio cantine e quindi nessuno la aveva vista.

Una cosa che mi ricordo ancora di quel palazzo era di avere alcuni appartamenti a 110 volt ed altri a 220 volt perchè non era ancora stata completta la transizione che arriverà poi nel 1988

Prima delle vacanze di Natale riuscimmo ad andare al museo dell'automobile.

 

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  • 4 weeks later...
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E ci andammo stavolta con il compagno della mamma di Alessandro e con la sua jeep,una vecchia gloria della seconda guerra mondiale ancora perfettamente funzionante.
Zio mario con un altro suo amico arrivò già laggiù ma lavoravano molto vicino e sarebbe stato un inutile spreco di tempo farli venire fino da noi e poi partire tutti.

Il museo dell'automobile nella sua bellezza mette una tristezza assurda. Vedere tutti questi vecchi mezzi di trasporto,come congelati in una vita eterna o quasi con parti così lucidate che sembrano appena costruite secondo me. E altre che invece bene o male dimostrano una certa età avanzata. Sarà che guardiamo dove "non si deve" ma
comunque sempre tristezza è. Certo sono mezzi pieni di storia,hanno viaggiato parecchio quando nessuno di noi era ancora nato. Ma tutto finisce qui.

Il museo dell'auto è stato come vedere un cimitero,bello,elegante,magari di quelli americani dove sono sepoliti i soldati del vietnam ma sempre un cimitero.
Quasi vengono più istintivi i paragoni con lo sfasciacarrozze.
Qui bene o male molte auto sono alla fine della loro vita ma comunque la hanno vissuta e hanno girato. Vedere quelle auto come congelate in un tempo che non è il loro fa un goccio pensare.
All'epoca non c'erano ancora le vaccate eco eco che costringevano a buttare mezzi ancora funzionanti e quindi nessun pensiero ecologista ma ad Alessandro è saltata fuori una delle sue mitiche frasi da segnare nella storia ossia "che senso ha fare auto con 4,5 o 6 posti che poi le vedi tutte con una sola persona sopra al mattino o alla sera a tornare dal lavoro.

la smart era ancora lontana da venire. E nelle città,l'auto più piccola ossia il cinquino era più grande ,più puzzolente e più orrida di quanto doveva essere. E tutto sommato non proprio un capolavoro di estetica visto che di profilo sembrava un ferro da stiro.
In compenso con zio Mario meccanico industriale,compagno della mamma di Alessandro che le auto le riparava e l'amico di zio mario che era elettricista abbiamo avuto forse le migliori spiegazioni di ogni cosa che chiedevamo.
E abbiamo notato che alcune soluzioni tecniche di fatto uscite ai tempi dei gangster di chicago di fatto si usano ancora oggi.

Perchè comunque benchè stra riempiti di elettronica e complicati i motori di fatto usano ancora lo stesso principio di quelli di una volta.

Tuttavia non era il museo dell'auto che girava in quel periodo nella mia testa bensì un opera di spionaggio industriale che stavo facendo dal greco sui compattoni che ci portavano a riparare perchè avrei dovuto consigliarne uno a un mio compagno di classe (luca o giorgio non mi ricordo più) e non volevo che prendesse una ciofeca.
Quindi quando facevo qualche ora dal greco mi segnavo sul mio block notes (altro che tablet) marca e modello delle ciofeche che avevano gravi tare costruttive per fare si che nessuno li comprasse.
Obbiettivamente metà dei compattoni montava il piatto bsr,affidabile quanto rumoroso,le differenze erano principalmente nella sezione cassette e radio e sopratutto nelle prese aggiuntive che consentivano al compattone di interfacciarsi un pò con tutto.
Al primo posto c'era sicuramente philips e subito attaccati tutti i vari tedeschi ,poi scemando come qualità e dotazioni c'era la nostra produzione con qualche eccellenza.

Ma veramente poca roba...

 

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Tra le popò c'era un creezar tanto orrido che quando lo avevo aperto dal greco per cambiare il cavo di alimentazione rosicchiato dal cane mi sono preoccupato di come si potesse vendere un cesso simile. E' anche vero che era di una ragazza...ergo se lo ha scelto lei ...comprensibile. Un pò meno in altri casi. Veniva poi il secram,che montava un elettronica abbastanza modesta e tendente alla fusione. Transisitor al germanio (insomma cessi che al primo sforzo cedono) anche per qualche modello di minerva.
Le regole erano chiare...niente transistor al germanio,sono dei cessi che al pari di certi sfiatoni che rovinano le gite in montagna loro rovinano le feste di compleanno fondendosi.
E poi alcune belle funzioni che oggi potrebbero fare sorridere gli audiofili ma una volta bella grazia se c'erano. Come il livello automatico di registrazione e i vari automatismi.
mancarava allora ovviamente il registratore a doppia cassetta che è nato 10 anni dopo.
Questo un pò perchè la morale cattolico bigotta diceva che non si dovevano duplicare le cassette. La logica diceva che si registravano dai dischi e obbiettivamente venivano anche molto meglio.
Tra le delizie che avevano i vari compatti in sostanza molte erano cose poco più di figura che altro.
Questo perchè essendo solitamente equipaggiati con amplificatori molto modesti (il massimo erano una ventina abbondanti di watt per canale) era impossibile sfruttare a pieno la dinamica di qualunque registrazione.
Anche perchè comunque solitamente le casse che li equipaggiavano erano molto modeste non sempre ben calcolate e comunque anche con i volumi che potevano sviluppare già a metà potenza le sottili pareti dei condominii facevano infuriare la mummia dell'alloggio di fianco molto facilmente.
Per i giradischi invece c'erano due scuole di pensiero. Chi montava i bsr inglesi rumorosi e sopratutto AUTOMATICI e chi insisteva invece con cose più belle ma molto meno evolute che di fatto erano poco più che piatti da fonovaligia.
Poi c'erano le "tavanate" ossia errori costruttivi e di progettazione.
Questi li facevano un goccio tutti e spesso condannavano a un giudizio mediocre un compatto tutto sommato accettabile.
Cosa poi abbia comprato il mio compagno di classe non ci è dato saperlo o forse ricordalo,perchè si parte sempre con delle idee molto alte e si torna a casa con qualche mediocrità. Ma era il gioco di essere quattordici/quindicenni in un modo di adulti.
Vai con l'idea di tornare con un marantz top di gamma e torni con un compatto europhon...tristezza.

Analizzando una cassetta registrata da lui comunque l'audio era buono ,solo un goccio basso ma tanto i sistemi automatici di regolazione quanto quelli manuali se uno non li sapeva usare facevano cosa potevano. Anzi sembrava che regolare basso fosse la moda del momento.
Stefano nel mio palazzo non riusciva ad arrivare allo 0db su nulla ,a poi si era scoperto che usando l'uscita DIN il segnale era limitato a 75 mV invece che 300.
Nè più nè meno come adesso quando invece a essere limitate e limitanti sono le varie prese cuffia con la scusa di non friggere i timpani di chi ascolta.
 

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  • 2 weeks later...

L'idea di mia nonna (peraltro condivisa da altri meno intelligenti al suo livello) era che il piatto giradischi" grande" (quindi non da fonovaligia ) era "da discoteca" e in casa non ci andava.

Probabilmente dargliela in pasto agli audiofili avrebbe rappresentato una liberazione per il mondo.


Dovessimo fare i pignoli,la musica era un pò la nostra droga,solo che mentre io cercavo tutto ciò che fosse riproduzione e perfezione vantandomi dei peraltro modesti risultati che facevo in campo elettronico,Alessandro la musica un pò la faceva.


Aveva già prestato la sua voce peraltro parecchio angelica a un gruppo scout per registrare "alla sera laggiù nella valle" perchè quelli disponibili o erano in piena pubertà con annessa instabilità vocale o erano stonati come campane.
Lui invece,forse perchè la natura non concedendogli grandezza e muscolatura appropriate all'età gli aveva concesso una voce melodiosa e un orecchio musicale tutto sommato efficiente.
In uno dei tanti giri in zona avevamo conosciuto un gruppo di ragazzi più grandi di noi,oggi diremmo fattoni,per carità ma erano simpatici. Abitavano un paio di case dopo quella del greco ,una casa bassa ad un piano,e nella grossa cantina avevano fatto la sala prove con gli strumenti musicali.


Con loro Alessandro aveva sfoderato tutte le notevoli qualità canore che aveva.
Complice anche la chitarra manovrata abilmente da una delle ragazze del gruppo che ricordava per stile quella di un gruppo storico. I surfers.
Il problema era fare si che tutti i suonatori conoscessero la canzone che poteva cantare Alessandro.
Ci si riuscì con the sound of silence di simon e garfunkel.
La voce di Alessandro forse modificata dalle modeste prestazioni di quell'impianto di amplificazione (un modesto davoli allo stato solido che ogni tanto dava qualche clippata diciamolo pure....) usciva angelica,quasi uguale a quella di un altra grande del nostro tempo ,la cantante Asha Putly.


Lo so...una femmina....ma quella era la voce...era proprio uguale!
Saranno stati gli accordi della chitarra,l'essere appena accennato della batteria ma ho avuto la sensazione che il mondo hippy non fosse morto due anni prima che nascessimo ma che ancora covasse sotto alla cenere.
Per qualche giorno Alessandro ha portato il nastrino tra i capelli con colori psichedelici che ci avevano dato e ogni tanto lo ha ritirato fuori,cosicchè visto che per molti della scuola era una ragazza,bè era diventata una ragazza hippy!
Il periodo hippy comunque non durò molto. Vuoi per le temperature rigide che ogni giorno peggioravano,vuoi perchè comunque l'aria natalizia stava arrivando un pò ovunque.


Se da un lato era molto bello perchè sarei andato in vacanza in una casa che mia nonna odiava ma io amavo,tanto è vero che riuscì nel suo diabolico progetto di venderla e avere la seconda casa in  un condominio pieno di gente impicciona e insopportabile. E tutto perchè lei voleva a tutti i costi i termosifoni,stava già cominciando a  risentire del processo di mummificazione che la avrebbe poi portata ad escalamare ad agosto "ho freeeeeeddo" giusto quasi 40 anni dopo. Prima di essere messa in rsa...


Il paese era lo stesso un piccolo paesino di 3000 anime ai piedi del monviso dove c'era veramente poco in quanto non ancora sciatore,prima e snowboarder dopo ma comunque lontano da quel cesso di città e sopratutto in una casa senza telefono.
A dire la verità la nonna faceva accendere le due stufe,quella a kerosene sopra e quella a legna sotto da un vicino che aveva le chiavi,ma poco o nulla faceva sui diversi mesi di freddo accumulato.

Le vacanze di natale erano lì ad un passo oramai. Era proprio "nell'aria" già qaulche insegnante a suola aveva già dato i compiti (che non erano tanti e smisurati come oggi) e obbiettivamente per non rovinarle le vacanze di Natale bastava toglierseli dai piedi prima di partire per la campagna.

La seconda casa qui là o laggiù era quasi un obbligo negli anni 80. I più fortunati la avevano al mare,complice anche qualche nonnetta/zia/cognata. Quelli più normali in montagna o campagna,qualcuno non la aveva. C'è anche da dire che una volta mantenerla costava molto molto meno.

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  • 2 weeks later...

sulle seconde case si può aprire un capitolo lunghissimo.

Sono figlie del mondo industriale nel quale la gente ha lasciato le campagne per andare in questi cessi di città e poi si trova ad agosto quando le città si svuotano ad avere voglia di dire "che ci faccio qui?"

E a questo punto mi viene in mente la cosiddetta chiusura selvaggia ossia quando tutti i negozi durante le 3 settimane centrali  di agosto chiudevano tutti e di fatto ti trovavi su una via intera 2 o tre negozi aperti su chissà che km. Se da un lato e giusto e santo farsi le ferie,dall'altro purtroppo ci sono certi personaggi che vuoi per pessima organizzazione di casa non hanno in casa manco una lampadina di scorta oppure tengono il frigo e la dispensa costantemente vuoti.

Ricordo che un anno un certo "comitato contro le chiusure selvagge" aveva appiccicato in ogni serranda chiusa un cartello vagamente provocatorio sul fatto che i non meno specificati "fragili" non potevano manco comprare da mangiare.

Peccato che lo avevano appeso sull'autoscuola,sulla serranda di calogero l'elettricista,sul negozio di vaccate per la casa di Zanini. Perchè di alimentari quei negozi non avevano proprio nulla e obbiettivamente oltre al fatto che bene o male qualcuno per i mercati c'era e che normalmente i "fragili" sarebbe stato bene che qualche lampadina in casa la avessero e che l'eventuale rinnovo della patente non era un problema visto che non la avevano.

Ah la avevano appesa anche sul negozio di ricambi auto e pure su un negozio di moda...
...penosi all'ennesima potenza.

Ma del resto era come quando in un scuola succede qualcosa e non trovando a chi dare la colpa (più che altro perchè non lo si vuole cercare seriamente) riesce più utile punire tutta la classe. Lasciando ai ragazzi l'idea di aggiustarsi tra loro all'uscita.
Al tempo non c'erano gli ipermercati e l'unico ossia l'iper standa era poco iper,tuttavia rispetto ai negozietti conveniva decisamente.

La settimana di ferragosto era comunque quella più critica in quanto sembrava un reato da codice penale essere in giro in città durante quella giornata.

Difatti chi guidava l'auto affondava spesso il gas e chi cavalcava la moto ci dava dentro con gli speroni. Il risultato è che specialmente in certe ore notturne per chi restava era un sentire un wromm wromm roarr roarr.

Di per se a me di tornare a torino ogni tanto non avrebbe fregato nulla ma la solita nostra signora dell'ipocrisia,ossia mia nonna obbligava mia madre spesso (ogni 10 giorni circa) a scendere a torino e a portarla salvo poi lamentarsi che i negozi erano sempre tutti chiusi e non poteva comprare nulla.

Ma meno male visto che comprava sempre vaccate inutili e orride!

Devo dire che comunque qualcosa di buono ogni tanto mia nonna lo faceva.

Per esempio durante le vacanze estive potevo stare nella casa in montagna per tre mesi a differenza del solo tempo che mia madre era in ferie,appunto perchè c'era la nonna. Ma di questo parleremo in un altro film o forse in un altra vita...

E poco per volta arrivarono le vacanze di natale. Ricordo che quasi era una gara invece di stare alla sera a vedere il solito film stantio in compagnia delle stupidate della nonna fare più esecizi possibili man mano che li davano per toglierseli dai maroni.

Per me voleva dire non avere contatti con Alessandro per 10 giorni,in quanto nella seconda casa non c'era telefono. Ma anche lui non era tra quelli che muoiono se non parla tutti i giorni con qualcuno/a. Inoltre sarebbe andato qualche giorno a fiano da uno zio materno ,giusto per rompere un goccio con la schifosa monotonia cittadina.

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VACANZE DI NATALE
Dopo aver caricato l'impossibile sulla 127,visto che avevamo solo quella,ci si accingeva a partire per le tanto sospirate vacanze di Natale.
Caricare nell'auto era una cosa al pelo del grottesco perchè tanto mia nonna che mia madre sembrava facessero apposta a portare tanta di quella robbaccia stipata in un paio di valigie di cuoio che tutto avevano tranne la praticità.

E sgallinavano come galline appunto mentre facevano i bagagli che avrebbero potuto fare la sera prima.
Erano intrasportabili con quella orrida maniglia e piene di orpelli che urtavano sempre contro alle gambe ,tanto è vero che il tragitto fino all'ascensore e poi fino all'auto era una cosa indegna.

All'epoca i trolley non esistevano e sopratutto non sarebbero mai entrati in casa mia. Finchè nonna non volesse.

E quindi a portare le valigie facevo di tutto per tenerle lontano da me e farle urtare contro ogni cosa che gli si avvicinasse.

C'era poi una orrenda e totalmente poco pratica cesta rossa di quelle che si usano per raccogliere la frutta,un paio di borse di quelle che sanno solo cadere e in qualche caso pure una pentola o due. nonostante lassù ne avessimo e tante,forse migliori.

Una volta caricata l'auto...via si parte.


Tuttavia a mia nonna venivano le raspe mentali sul fatto che la porta la avesse chiusa o no e gli rodeva dentro il dubbio. Una o due volte nella mia vita mia madre ha dovuto girare l'isolato e ritornare per accontentare le fisime della gallinaccia numero uno che saliva controllava,richiudeva,riapriva e richiudeva.

Poi si ripartiva.

Una cosa tipica della nonna è che voleva il "monopolio " delle chiavi. Ossia ritirava i mazzi di chiavi da mia madre e il suo e li metteva nella borsa. Poi una volta arrivati si perdeva almeno un quarto d'ora a cercarle. Una volta zio mario vedendola tongolare era già mentre che voleva prendergli la borsa e versare tutto sul cofano per non perdere ore e perchè pioveva. Io invece gli ricordavo di cercarle 8 km prima almeno e lei ravanava come un cane che seppellisce qualcosa e poi puntualmente tongolava prima di trovarle.

Entrati in casa,si sentiva quel poco di riscaldamento che c'era grazie al provvidenziale intervento che uno dei vicini aveva acceso le stufe. E la prima cosa che facevo era andare a portare su il mio modesto zainetto e l'odiosa cartella scolastica da sfigato,scelta indovinate da chi? Esatto...

Camera mia nella seconda casa era molto più piacevole benchè povera all'ennesima potenza rispetto a quella di grugliasco. Al posto dell'osceno inefficiente e energivoro lampadario candelabbro c'era un normale neon da ufficio che però di luce ne faceva tre volte.

Brillava di quella luce vagamente azzurrina,tremando da freddo,perchè aveva freddo pure lui poi si stabilizzava.
La scrivania era poco più grande di un banco scolastico. E al posto di quell'osceno armadio a 6 ante pieno di ogni pattume inutile c'era un tre ante con dentro solo roba che serviva veramente.

Tenevo ai tanti oggetti che c'erano lì dentro anche se come valore erano ridicoli ma erano stati scelti da me o regalatami da qualche zio. Insomma non erano scelti da mia nonna. Durante il trasloco per andare "in paese" una parte di roba era pure sparita perchè qualcuno (indovinate chi) ci ha messo la sua zampaccia odiosa.

Vediamo di guardare cosa c'era....un paio di scarponi da montagna belli pesanti,alcuni paia di pantaloni,due o tre maglioni pesanti e qualche maglietta bella. C'era anche una serie di altri oggetti di poco conto. Un vecchio giradischi a valvole con una manciata di dischi di quando ero piccolo (alcuni li ascoltavo ogni tanto) ,una radio cassette e un pò d'altra roba.

In un angolino avevo il mio banco per gli esperimenti di elettronica che quindi potevano stare lì montati senza stare sempre lì come un beota a mettere e togliere come a grugliasco. Avevo anche una nutrita bibioteca di riviste ,libri e altra roba sul ramo. Più che altro perchè dopo che era passata qualche ora e che le stufe avevano fatto un pò del lavoro sporco e non vedevi più l'alito condensare se il tempo era cattivo potevo mettermi sul letto a leggere.


Almeno lì non mi dovevo cavare gli occhi per vederci qualcosa.  

Mia nonna girava come una trottola per svuotare i bagagli insieme a mia madre ma lei lo faceva ancora con il cappotto addosso perchè essendo già un mezzo semifreddo e ogni tanto oltre a fumare saltava fuori con frasi come "fa freddo" "atacu i linsuoi" (attaccano le lenzuola) e via così.

Dalla finestrella peraltro piccola della mia camera vedevo il bosco e ogni tanto attraverso gli alberi si vedeva qualche animale.

Come eravamo arrivati la nonna dopo aver tongolato per i bagagli pensava al pranzo. E gli riusciva pure bene. La pastasciutta fatta in una orrida pentola di alluminio sottilissima era ,complice l'acqua di montagna,complice un pò cosa capita da 5 a 20 volte più gustosa di quella di grugliasco.

Qualcuno ha tenuto il conto delle ore? Per fare 64 km di solito ci si cominciava a muovere alle 8 di mattina e se si arrivava tra le 11 e mezza e mezzogiorno di era fortunati. Ma zio mario aveva la sua teoria "se fai muovere una donna prima delle 11 non arrivi".

Parole sante. Forse anche quelle che lo portarono al divorzio...

 

Edited by busdriver
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Dopo alcuni giorni alla sera prima di addormentarmi mi cominciava a mancare Alessandro,era la prima volta che provavo qualcosa per qualcuno,saranno state le tante uscite che facevamo insieme. O sarà cosa avrei capito almeno 2 anni dopo,quando oramai lo avevo,anzi il mondo lo aveva perso per sempre.

In quella casa ho pure forgiato una piccola parte del mio carattere ossia il "modus dicendi" "CAAAADIIIIIIII" detto proprio così in quanto era riferito a mia nonna,rigorosamente con occhi di fuoco e sguardo indemoniato. ...Ma anche questo farà parte se ci sarà di un altro film...e il problema era causato dalla scala con cui si saliva sopra,tutta fuori standard e con gradini non tutti uguali. E mia nonna complice le sue diottrie ha rischiato di rotolare tante volte. Nonostante facesse portare a me tutto e lei già faticava a stare in piedi da sola. O magari non usava la testa.

Veniamo a cose più allegre,nella rusticità di quella casa trovavo di nuovo me stesso,avrei avuto voglia di stare lì per sempre. Niente telefono,niente ricerca di una qualche eleganza stupida,una casa semplice e grezza.
Altra cosa importante è che essendo la cucina di sotto e totalmente separata dalle stanze sopra qualora la nonna avesse voluto cucinare il pesce non avrebbe appestato tutta la casa cosa che invece succedeva sempre nell'alloggio di grugliasco.
Difatti anche nella casa dove sono ora la situazione è identica e gli ambienti sono giustamente separati.

All'epoca non avevo messo ancora nè sci nè snowboard ai piedi. Scendevo da una discesa dietro casa con uno scarsissimo bob rosso che aveva le leve dei freni. Una sorta di guscio di plastica. Pessimo fino all'ultimo.
Ma all'epoca purtroppo gli snowboard non esistevano ancora,c'erano gli odiosi sci ma non ero ancora stato iniziato da nessuno. L'inconveniente di essere cresciuto in una casa dove ci sono due donne e niente uomini è anche quella.
A volte anche altri local scendevano con il bob,nella borgata ce n'erano 2 o 3 ,ovviamente tutti diversi sebbene acquistati probabilmente nello stesso negozio.

La scenata più indegna mia nonna la aveva fatta all'inizio della nevicata natalizia,io ero fuori a godermi la neve e lei se ne esce con un "si dovrebbe tornare a torino" e altre vaccate su strade pericolose,sul fatto che magari nel suo alloggio di torino venivano a rubargli tutto.
Avrei voluto darli una bastonata a una cretina così,gli ho solo detto un "NO" ad alta voce.
Lei cerca di venire verso di me per tirarmi uno schiaffo (visto che sapeva usare solo le mani) ma scivola e cade.

E a quel punto il "CAAAAADDIIIIIII" era stato lanciato ad alta voce e da lì ogni volta che dava segni di equilibrio precario.

Esce mia madre dalla cucina e chiede cosa sta succedendo,io rispondo subito" nonna vuole tornare a torino perchè nevica e vuole sempre rovinare qualunque vacanza". A mia madre quasi gli cadevano le braccia visto che era lei che doveva guidare ,poi dopo che la stupida si è tirata su e ha cominciato a ragionare un goccio (oddio ....ragionare).
Perchè era come certi cagnacci rognosi,ti arrivano contro ringhiando e facendo il suo bau bau bau e poi non appena la si metteva di fronte all'evidenza si chiudeva a riccio e tirava la coda tra le gambe come un qualunque pechinese del kaiser.

Il discorso poi a cena è poi stato il rispetto,il fatto che a grugliasco eravamo suoi ospiti e bla e bla e bla. Ma la casa del ponte di ostana era di mia madre.E che se ci eravamo trasferiti da lei non era per scroccare alloggio e riscaldamento visto che abitavamo nell'alloggio sotto ma per non tenere attive due case,visto che lei si sentiva sola.
Glielo ricordato una volta e lei è stata subito zitta. Alla sera tranquillamente (sebbene con il maglione pesante addosso) ero svaccato sul letto a leggere e ogni tanto scrivere parte delle cose che sto scrivendo ora qui.
Sotto alla luce del pessimo vecchio tv,che si vedeva male e solo su 3 o 4 canali,con la nonna quasi attaccata allo schermo mamma e nonna bruciavano la serata insieme alla legna nella stufa quasi tutte le sere.

Le uscite erano poche ma buone perchè in quel piccolo paesino della valle po sebbene i miei coetanei fossero molto più agricoli pensavano in modo vivo e non morto e sepolto come molti cittadini.
Ovvio che i discorsi vertevano in tutt'altra direzione rispetto a  quelli quasi "intimi" che facevo col petruccino. Anche se devo dire che comunque avessi potuto rinunciare alla città,quella casa sarebbe stata uno dei posti dove sarei scappato con Alessandro qualora fosse stato necessario.

Perchè in sostanza il succo era quello...quella sarà pure stata una casa scadente ma dentro c'era la libertà.

Passarono così le vacanze di  Natale con l'abbuffata natalizia quasi come dei maiali all'ingrasso e il capodanno passato tutti insieme dalla zia tre case più in sotto giocando alla rulette e al monopoli. Qualche petardino e poco più.
Erano ancora da venire i capodanni -devasto di oggi.

Arrivò quindi l'ora di tornare in città. Quasi un peccato visto che la casa stava cominciando a scaldarsi solo adesso.

 

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Il ritorno,seduto sul sedile dietro della 127 con la noia addosso,l'ultima giornata di vacanza persa a metà perchè la mamma aveva paura di guidare col buio e sopratutto il pensiero di riportare su quelle orride valigie.
E poi una volta  a grugliasco ri sopportare le cose sbagliate di quell'appartamento. Dal boiler a gas che appesta il cucinino  ,visto che si devono fare "i bagni" come dice mia nonna,alla tv sempre accesa alla puzza di fumo della nonna.
Ero ritornato alla solita monotonia,una cosa che inconsciamente spaventava mia nonna era la paura dei "cambiamenti" in bene o in male con le persone che consoceva. Due o tre anni prima al nostro ritorno c'era il "tappeto" viola di quando uno muore sul portone del condominio. Il ghiaccio,una brutta caduta forse fatta usando scarpe totalmente inadatte e le troppe primavere si erano portate via la "nonna gonella" (che comunque non era parente) al piano di sotto in un alloggio centrale (di quelli con una camera in meno) .

La nonna la ha menata per non so per quanti quanti giorni. Cambiava qualcosa se lei c'era o no? Secondo lei si...mistero!

In effetti è stata un cosa improvvisa e quell'usignolo con le lenti spesse un dito e la faccia che sembrava una carta geografica ha lasciato in tutti un buon ricordo,almeno nel palazzo e nella via.
Mia nonna almeno per la voce era una vecchia cornacchia!
Un solo anno non eravamo saliti in campagna,le ansie della nonna avevano convinto mia madre a stare giù a causa della troppa neve. Ansie totalmente ingiustificate in quanto le strade erano comunque ben pulite.
Ma quando si ha in casa una vecchia ansiogena si sa dove si va a parare....purtroppo.

Primo giorno di ritorno a scuola e primo intervallo con Alessandro del nuovo anno. Eravamo nell'enorme salone,lui viene verso di me,quando è quasi a contatto su la mano e il saluto di star trek. Io più o meno rispondo.
Avremmo avuto voglia di abbracciarci entrambi ma un pò l'etichetta e un pò il fatto che abbiamo iniziato a parlare e non la fermavamo più. Come al solito in mezzo agli pallonari che si credevano allo stadio noi eravamo di fatto invisibili ma molto più vivi.

Mi ha parlato delle campagne a fiano,della nevicata. Lui e altri due (che però avevano 8 e 10 anni ed erano alti uguale)avevano uno slittino di legno e si cacciavano giù da una collinetta.
Insomma non molto differente da cosa facevo io sopra Paesana.
Qui un altra frase delle sue da scrivere nel ferro "perchè la neve non legge la targhetta del comune,cade e basta dove gli gira di cadere". Piccole perle di saggezza.  

 

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  • 4 weeks later...

Bè mia nonna in fin dei conti era come la neve,ossia dove gli girava di cadere....cadeva.
Siamo esplosi entrambi a ridere!
Lui invece a Fiano si era divertito con quei due ragazzini. E su e giù da quella collinetta con la slitta. Come facevano già i soui predecessori 50 anni fa magari con la stessa slitta.
Le vacanze di natale erano quindi passate e già si pensava al carnevale. Per noi la scuola era in sostanza una cosa dalle alle e morta lì. Il resto era divertimento.
Manco lo si facesse apposta,ma del resto come lo dicevo allora lo dico anche oggi.
Divertirsi non è un crimine!
Inutile dire che mia nonna la pensava diversamente.
E anche la pensavano diversamente certi insegnanti.
Ricordo poi che a seconda del pensiero politico vari insegnanti che ho avuto facessero molto i loro comodi. Ma è lo standard.
Con l'anno nuovo quali nuovi propositi?
Forse il non dire coccodè a ogni vaccata che diceva qualche ragazza? Difficile mantenerlo!
Giocare a calcio? manco morti!
Rispettare chi era peggio di noi? Be forse si ma solo se era maschio come noi.
Guardare le pagliacciate tipo domenica in? Manco morti!
Già Alessandro aveva idee di esplorazione,stavano sorgendo case come funghi inoltre cacciarsi nei guai era il nostro secondo nome. Anche se mai ci siamo fatti male.

Nonostante l'intervallo sia letteralmente volato di "buoni propositi " ne abbiamo fatti tanti e spaziavano dal buttare acqua quando faceva veramente freddo per ghiacciare il marciapiede al accendere qui e là.
Complice il fatto che non avevamo i freni inibitori del perbenismo che invece dilagavano in tanti altri personaggi.

...Inutile dire che non ha mai fatto nulla di quanto è preventivato.

Ogni tanto si trova qualcosa nei cassonetti di interesante,e su molte cose ci si mette veramente a pensare. Una di queste cose è il festivalbar. Non era un segreto che in tanti si registrava l'audio della tv in vari modi (solitamente c'erano delle prese sul frontale della tv) .
Il festivalbar sebbene a volte tirasse fuori canzoni belle e con un discreto contenuto,era un carrozzone asfittico che puzzava di bigotto. Non come il festival di sanremo dove ogni indecenza che trasudasse parole dolciastre faceva strana ma quasi.

Del festivalbar abbiamo trovato un portacassette di quelli neri in pastica con tutte le versioni "vecchie" all'uscita della scuola. Quando siamo andati a casa sua ad ascoltarle  al pomeriggio abbiamo avuto una sgradita sorpresa.
Se OGGI è impensabile registrare una cassetta in quanto con l'uso dei computer,una volta si trovavano cassette registrate un pò ovunque. Da quelle dei "canali ufficiali" a quelle che già proponevano nei loro banchetti estemporanei i primi "scuri" che già erano presenti in alcuni mercati.
Bene di questi 10 festivalbar non c'era una canzone registarata decentemente! Ed erano cassette vendute registrate. Ovviamnente piratamente,in quanto tanto per l'etichetta che per l'inscatolamento erano orride.

Ma la cosa più indegna era che le canzoni erano accorciate con l'uso molto aggressivo del mixer (ossia erano brutalmente tagliate) e di fatto di una canzone di 3 o 5 minuti ne ascoltavi solo due e mezzo.
Pratica pessima come chi alle feste giocava con i comandi dell'impianto smanettando continuamente con i toni alti,il bilanciamento. Insomma ,voglia di prenderlo a schiaffi...
O che tagliava appunto le canzoni.

Con l'arrivo dell'anno nuovo arrivarono anche nuovi argomenti a scuola,uno più noioso dell'altro.

 

 

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Ma quello non era un problema,bene o male la scuola si sopportava. E i risultati suoi erano fin migliori dei miei.
Mentre ascoltavamo le porcherie di festivalbar c'erano alcuni pezzi della famosa tuta spaziale in fase di completamento.
Il grosso zaino che nelle tute spaziali effettivamente usate era pieno di un macello di materiale qui era mezzo vuoto,anzi occupato per un terzo.
Inoltre era più piccolo e sporgeva solo su mezza testa
C'era un contenitore per l'acqua da quasi due litri di quelli dove metti il ghiaccio per tenerli freddi nella paratia esterna,trovato chissà dove e modificato con un tubo che portasse l'acqua da bere dentro.
C'era la batteria con il piccolo circuito per azionare il ventilatore che aspirava l'aria viziata e la buttava fuori e un piccolo vano portaoggetti che comunque poteva accedere solo da dentro togliendolo.
Per agganciarlo e toglierlo dalla schiena c'era una pratica fibia e un buon sistema di aggancio con due fibie sulla parte bassa.
Non si vedevano cinghie esterne.
Come in quella con cui sono scesi sulla luna.

Eh si il circuitino era un parzializzatore fatto con una manciata di transistor....una delle mie prime produzioni.

Ritorniamo alle nostre avventure,perchè il resto verrà dopo.
Non appena finiscono le vacanze natalizie all'epoca si faceva un salto vicino ai cassonetti a fianco dei grandi magazzini perchè una cosa che oggi non si fa più ossia mettere in esposizione i giocattoli per gli accaparramenti natalizi.
Qualche tavolo,foderato alla bene o male con un lenzuolo ,qualche trenino o qualche macchinina esposta e via.

L'esposizione a volte veniva arricchita con qualche pianola o qualche giocattolo più o meno ricercato. Era il tempo che l'elettronica cominciava a farsi sentire. Prima con accrocchi poco belli,poi sempre di più.
Posso citare l'ennesimo acquisto sbagliato in casa mia,la pianola bontempi. Monodica e quindi totalmente inutile.Insomma il solito cesso scelto da donne.

E alla fine della festa quando veniva sbaraccato tutto più della metà del giocattolume veniva buttato via,specialmente i giocattoli dal prezzo ultra basso che già allora. Prodotti nelle cantine del mondo e nati per durare poco.
E già cominciavano i primi cloni della roba standard. I trenini "lina" invece che lima,che però non potevi usare sulle rotaie normali benchè con lo stesso scartamento ma con le ruote in corto e alimentati da batterie interne.
Tanto è vero che giiravano su rotaie totalmente in plastica non avendo bisogno di alimentazione dalle ruote.

Ecco,sul discorso batterie si può aprire un mondo...una volta se ne usavano una moltitudine,duravano niente e spesso se ne buttavano ancora cariche.
Non c'erano ancora nè la cultura dell'ecologia nè quella del risparmio.
Era perfettamente nornale ad ogni spesa comprare anche parecchie pile perchè sembrava fosse la "moda" fare andare tutto a pile.. E con una durata bassissima. Difatti all'arrivo delle duracell la musica cambiò moltissimo e molti produttori anche nostrani chiusero pure bottega!

Ricordo i vari marchi dei supermercati che sparivano uno a uno.

Alessandro che di pile non voleva consumarne troppe,perchè comunque i soldi erano quello che erano aveva costruito il provapile. Una tavoletta di legno con i chiodi a seconda dei contatti e varie lampadine piccole,una da 1,5 volt per le pile tonde,una da 4,5 volt per quelle piatte.
C'era anche da dire che una volta le lampadine nane erano reperibili un pò ovunque a differenza di oggi.
Io invece le provavo col tester,un goccio più preciso ma il risultato era lo stesso,ossia di non buttare pile ancora buone. Perchè in una serie è sufficiente una "batteria sfigata" come la chiamava lui per considerarle tutte cadaveri.

Fosse ancora stato vivo quando avevano comiciato a mettere i bidoni specifici per le pile,probabilmente non ne avrebbe più comprata una sola.

 

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Nella nostra zona c'era un lungo rettilineo della ferrovia che dominava la scena. E il canto meccanico arrivava fino alle nostre case. A volte facevamo illazioni su dove sarebbero andati i treni ,verso terre lontane, ma poi ritornavamo sulla terra e ci ridevamo sopra. Del resto noi avevamo già il nostro mondo. E non avevamo bisogno del treno per girarlo.
Obbiettivamente un giorno abbiamo fatto un goccio le carogne,vicino al bidone della spazzatura avevano lasciato una orribile radio portatile a batterie,di fatto poco più di una radiolina tascabile. Era un cesso perchè faceva solo le onde medie.

Ergo doveva morire...più che altro perchè sapevamo di chi era. Un vecchiaccio di nome Leonardo che la aveva portata dal greco per cercare di migliorala visto che in AM di fatto senti 3 stazioni. Un personaggio odioso che sapeva solo abbaiarci contro. E che quando la ha comprata si era fatto fregare visto che le radio con le fm già erano in vendita.
E allora la radio andava uccisa...tanto la aveva buttata e non la aveva neanche lasciata dal greco per smaltirla (che poi si sarebbero recuperati parecchi pezzi in primis quei cessi di transistor al germanio ).
La aveva proprio buttata nel bidone.
Aveva comunque tolto le pile.

La mettemmo sui binari una sera alle 21 quando era buio pesto.
Manco 5 minuti arrivò il grosso treno merci.
Non fischiò neanche,forse manco l'ha vista. Non abbiamo manco sentito il rumore di rottura.
Dopo che el treno era passato,quella radio grossa come poco più di mezza stecca di sigarette era sparita.
Non c'era più proprio nulla.

Ritornammo a casa con la coda tra le gambe,convinti di sentire una legnata in stile camion americano che abbatte una parete,e vabbè ci penseranno quelli delle case popolari a fare casino.
Diciamolo pure,non era il nostro mestiere...
Andammo via con l'idea di studiare qualcosa di più costruttivo da fare.
Quella sera però non andai subito a nanna. Mi misi a smanettare con la manopola del mio grundig 2600 sulle onde medie.
Qualcosa in effetti si riceveva,avrò contato 10 stazioni.
Venne a rovinare la festa mia madre dicendo che non si devono ascoltare quelle frequenze perchè "ci sono scariche" ,quante balle e quanta ignoranza...
Continuai a volume più basso.
Ripensando mentre che ascoltavo quella roba appena comprensibile a quelle ragazzine a scuola che si lamentavano quando la star di turno si sentiva "male" e non erano manco capaci a centrare una sintonia o spostare un antenna.

Le voci arrivavano da molto lontano. Sentii almeno 5 lingue ignote,bè sentii anche una pronuncia molto differente da quella della prof di inglese,che sembrava stretta come il popò di un gatto.
Ma era una radio che trasmetteva del country. Ergo ....vabbè un mondo a parte. Del resto era il mio mondo ideale. Vecchie vaporiere,mandrie di animali e qualche bang bang ogni tanto come si vedeva nei film.
Del resto se io giravo su una bmx era grazie a loro,se no avrei avuto una graziella del razzo (che all'inzio ho avuto e sapeva solo bucarsi e farti tornare a spinta) o un cesso di bici sempre rotta... italiota. Insomma quelle che vedivi in giro da alcuni tuoi conoscenti.

In effetti non eravamo sempre lì a distruggere,Massimo aveva chiesto un favore a Alessandro ossia trasformare una delle auto della pista delle macchinine (una delle 4 che aveva) installando sopra la carrozzeria di un modellino del 128. Ossia la macchina che avevano in casa.
Sebbene di un altro colore.
Dopo aver guardato la posizione delle ruote alessandro accettò,e non solo in tre giorni slimazzando qui e là riuscì a adattare la carrozzeria del modellino sul telaietto della pista elettrica. Ma non contento fece un paio di spessori e riuscì a montare la carrozzeria della formula uno sul telaio del modellino statico.
Dovessimo essere fiscali la 128 era un goccio tamarra con i cerchi della F1 ma quelli erano necessari perchè collegati al motore. E la F1 con i cerchi della fiat bè...oltretutto le ruote sembravano un goccio basse.

Edited by busdriver
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In compenso ricevette i complimenti dal papà di massimo per essere riuscito nell'intento e non aver rotto nulla.
E...sono convinto che il papà quando giocava col figlio magari usava proprio quella...

Non era la prima volta che ad Alessandro veniva affidati compiti "strani" quello della auto da trasformare era stato l'ultimo ma ce ne erano stati altri.

Quando era saltata fuori la moda di riempirsi di borchie i polsini e le cavigliere,lui era attrezzato per farle in casa.
A volte a qualcuno interessava solo la foratura e lui ti forava solo la striscia di cuoio. E i prezzi erano ultra popolari.

Poco più che un decimo del calzolaio all'angolo.
Di per se non gli fregava nulla averli ma poi alla fine se lì costruì usando gomma invece del cuoio perchè li voleva in goccio aderenti e che non sballonzolassero.
Inoltre,ricordo,le sue gambe erano all'incirca più piccole delle braccia di quelli che gli portavano il da farsi.
Ergo....scelta obbligata.

Una cosa mi ha fatto pensare. Lui  non chiedeva quasi mai soldi. In pagamento per i vari lavori chiedeva quasi sempre solo oggetti. Da un paio di calze ,una maglietta o qualunque altra cosa,magari una cassetta audio.

Sosteneva non a caso che i soldi erano la malattia del mondo. Alquanto semplificatamente....ovvio.
Con i soldi non ti copri,non li bevi,non li mangi.

Di per se poteva essere un pensiero bellissimo,in realtà nascondeva il fatto che a causa della gracilità anche una gira al negozio di biglino (che poi era girato l'angolo anche se come prezzi era un ladro fatto e finito) per comprare una bottiglia di qualcosa (ovviamente analcolico) era comuinque un peso.

Ricordo che al tempo le bottiglie erano anche per una discreta parte in vetro. Quindi c'era il peso del liquido e anche quello del vetro.

L'unica un goccio "interessata" alle costruzioni di Alessandro per cose veramente strane era Giuliana. Gli aveva fatto fare al traforo una sorta di miniatura del taj mahal che per lei era una sorta di mecca dell'esoterismo. E la aveva appesa in camera sua insieme a tappeti variopinti,incensi che puzzavano la casa e altre stramberie.
Camera sua era di fatto un tempio delle religioni antiche.
E ai genitori andava bene del resto bastava che non "si drogasse".
Fosse anche andata in giro con un tappeto volante...

Giuliana vestiva la sua passione abbigliandosi in una via di mezzo tra una hippy e una santona indiana. A scuola,comunque faceva sempre sfoggio di qualche parte del vestiario ...esotico.

Non riscuoteva grandi seguiti per il suo "stile" diciamo così. Ma a lei andava bene così perchè non voleva apparire.
Faceva solo pensare il fatto che spesso usasse una sorta di "velo" islamico,anche se messo con più disinvoltura e sopratutto senza obblighi.

I genitori di stefano e quelli di Giuliana non sono mai andati d'accordo,già da prima che i bambini fossero grandi. In una famiglia (quella di Stefano) dove il papà era un grande sostenitore dell'industria automobilistica italiana e dell'annessa squadra di calcio collegata,sua moglie più chiusa di una cassaforte alle nuove idee,di qualunque tipo fossero....bè Totalmente diverso il discorso a casa di Giuliana. Il papà pittore (e anche un goccio famoso) la mamma da un lato semplice casalinga ma dall'altro bravissima  a fare cucina etnica e pure lei ogni tanto faceva qualche ora in nero in un ristorante lì vicino come aiuto cuoca.
Inoltre bè....era stata molti anni in india a auroville e quando ne parlava bene di quei posti,condendo anche i discorsi con animali esotici,serpenti lunghi come autobus e felini più grossi delle mucche bè al papà di stefano salivano i fumini.

Forse perchè pensava che quell'alloggio suo in condominio era la sua tana e lui....l'orso!

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Carnevale era sempre più vicino e il suo grande lavoro era di fatto finito,era il momento di coglierne i frutti,o almeno farne le prove per quei 3 o 4 giorni che portano festa in città vuote e grigie.
La tuta spaziale di fatto era lì pronta appesa in cantina,la abbiamo messa in uno scatolone e la abbiamo portata su a casa. Ed è stata la prima volta che ho visto cosa può veramente fare saper usare le mani per costruire qualcosa.
Ne sarei quasi un goccio geloso tanto che era un bel lavoro.
Era quasi identica a quelle che abbiamo visto nei vari film ma con qualche variante perchè in fin dei conti non era da usare nello spazio. Era un misto di quelle usate in capricorn one e altre viste in altri film, e telefilm.
Si,c'era il casco a sfera,emmm....boccia del lampione,era all'interno di gomma incollata in varie parti in modo da riprodurre la parte di dietro oscura e offrire una certa protezione qualora qualche ebete gli avesse tirato una botta in testa.
Mentre da fuori era foderata di un tessuto biancastro simile a quello degli airbag moderni delle auto. In realtà era tessuto esterno per cuccia di cane,quelle coperte spesse mezzo centimetro. Lo strato più esterno...ovvio.

Non mancavano ovviamente le scritte usa e nasa nei punti dove le avevano quelle che si vedevano in tv.
Ed ha fatto la vestizione entrandoci all'interno in canottiera e mutande,e gli ho dovuto dare una mano,era tutta giusta al millimetro.

L'ingresso era da dietro con una cerniera molto grande tolta da una giacca trovata nella spazzatura e che poi "sigillava venendo a contatto della gomma che foderava lo zaino.

Una volta vestito,messi i guanti,gli scarponi,e chiuso tutto aveva un aspetto fantastico.
Mise le mezzelune che separavano il collo dal resto del corpo.

Il casco stava leggermente appannandosi,accese la ventilazione interna e l'appannamento sparì. Regolò la velocità al minimo.
"e ora usciamo"
Io mi sono un pò preoccupato,"ma vuoi uscire così" e lui tanto rassicurante mi ha detto "non c'è una legge che vieta di usare una tuta spaziale o sbaglio?" ed essendo un pò abituato alle sue stranezze siamo usciti.

La gente in giro effettivamente guardava un pò strana,del resto a metà gennaio benchè faccia freddo era un pò raro vedere un ragazzino con la tuta spaziale.
Ogni tanto gli chiedevo come stava lì dentro e lui diceva solo che faceva parecchio caldo.
Dalle prese d'aria sullo zaino usciva il vapore dello scarico della respirazione segno che fuori era tutt'altro che caldo.
E che la circolazione dell'aria funzionava e bene.

Il sistema di quella tuta era mostruosamente complicato.
L'aria esterna partiva dalla zona intorno al torace che peraltro era separato dall'ambiente umido del resto del corpo,passava in un pannello forato  e arrivava alla soffiante (presa dal fischio di una locomotiva giocattolo). Dopo essersi riscaldata nel labirinto e andava a colpire l'interno del casco .
Le prese d'aria erano nascoste dalle lettere nasa che erano in rilievo e sotto avevano i buchi per fare passare l'aria.

Poi l'aria viziata presente passava attraverso due valvole di non ritorno fatte con leggerissima plastica e andava giù nella schiena.
Da lì tramite due tubi sotto alle ascelle veniva scaricata all'esterno.
Appena usciti mi viene vicino,sento l'appoggiarsi della boccia sul mio sterno e lui mi dice...."ora ti arrivo al naso hai visto?" e si parte per il giro a piedi dell'isolato.
Dopo aver fatto il giro dell'isolato lui sentenzia,"dobbiamo rientrare a casa mia e anche abbastanza in fretta".
Gli ho chiesto il perchè,stava male? Troppo caldo? Troppo freddo? ,gli mancava l'aria?  

E lui candidamente " mi scappa la pipì". in effetti non c'era nessuna cerniera sul davanti.
Gli ho chiesto se voleva togliersi il casco ma il suo è stato un secco no,l'aria fredda avrebbe accellerato la voglia di fare pipì.
Siamo rientrati a casa sua ed è stata la prima volta che ho visto una smorfia di dolore sul suo volto.
Gli ho dato una mano a togliersi tutto ,e poi manco avevo posato la roba sulla lavatice che lui era lì a zampillare.
Gli venne in mente ovviamente il lato scientifico:dicendo "da solo non avrei potuto svestirmi,bisogna in qualche modo risolvere questa rogna". Ed effettivamente non aveva considerato il problema.

Oggi avremmo potuto dire "houston abbiamo un problema" ma allora tom hanks non era ancora andato sull'apollo 13.
Dopo aver zampillato siamo di nuovo usciti e stavolta sotto alla tuta era rolo in mutande,è stata la prima volta che lo ho visto "a pelle" e sembrava ancora più magro di quello che era.
Stavolta ci siamo diretti verso i giardini della chiesa. A un certo punto arrivano alcuni nostri coetanei conoscenti e prima si avvicinano,un altro lo palpa un goccio e poi l'esclamazione di tutti "fantastica....!".
Oggi potremmo dire che sarebbe stato "bisness" farne qualcuna ma all'epoca chi ci pensava?
Dopo aver fatto il giro ai giardini della chiesa siamo andati nella zona del campetto dei ranger e poi a casa.

Il collaudo era stato sicuramente positivo,la ventilazione funzionava. Anche spegnendola,il movimento (dal collo in giù era di fatto tutto a tenuta) faceva da mantice e aspirava l'aria viziata dalla boccia.

Arrivati a casa,bè stavolta la svestizione è stata fatta lentamente.
Mi sono messo di fronte a lui,abbiamo sganciato la boccia.....emm casco ,tolto le mezzelune ,tolto lo zaino e aperte le cerniere nè è venuto fuori.
Nonostante faceva freddo bè era un goccio sudato.
La abbiamo appesa sul balcone ad asciugare.

Il collaudo era stato positivo e il giorno dopo nell'intervallo a scuola qualcuno gli avrebbe sicuramente detto qualcosa

 

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E così avvenne...arrivammo a scuola più o meno insieme e quattro o cinque arrivarono tempestandoci di domande,uno sei quali ,in classe con me continuò facendone una ogni tanto anche a lezione.
Aveva fatto colpo...anche se per una decina di minuti i ragazzi non hanno più guardato il campetto dei ranger e i primati che si allenavano a calcio.
Qualcuno aveva fatto qualche strana richiesta,principalmente su cosa avevi usato per fare questo,o quello,come stavi dentro e via così.

Ma nessuno aveva chiesto nulla sulla "provenienza" diciamo così della grossa sfera di plastica.

la tuta spaziale rimase appesa sul balcone qualche giorno,venne poi usata ancora sporadicamente per qualche uscita momentanea in zona. Prima della festa scolatisca e del carnevale di torino e grugliasco.

Ma ne parleremo ancora,veniamo ad altri argomenti ora.

L'inverno porta con se oltre a tossi,tossacce e altre malattie da raffreddamento anche il cosiddetto "cambio di stagione" sul vestiario. Complice i saldi dopo gli accapparramenti natalizi c'è la possibilità per chi ha genitori un minimo di mentalità aperta e che girano un goccio di rivestirsi con tanto meno.
Sulle scarpe tuttavia il discorso "comprare roba da sfigati" era un pò generalizzato per tutti e capitava a tutti l'oggetto orrido che magari veniva venduto a prezzo.
Tuttavia,talvolta capitava che avvenisse il fatto contrario ossia l'oggetto ottimo te lo portavi via al prezzo di uno sfigato.
A qualcuno capitava più spesso. a mè è cominciato a capitare quando avevo cominciato a seguire personalmente gli acquisti.
Mia nonna aveva la ricetta per perdersi tutte le occasioni migliori di comprare vestiario bello.
Ossia,andare sempre nei 4 o 5 negozietti sfigati,guardare bene,poi pensarci e magari ripegare per altro visto che la roba bella era ormai andata.
Alessandro aveva trovato non si sa bene dove una tuta da sci completa (probabilmente regalatagli da qualche amica di sua madre a cui non andava più) di quelle che andavano di moda in quel periodo ,ricordo ai non addetti ai lavori che si usavano colori assurdi,fucsia,arancio e altri molto ben appariscenti.
E devo dire arca bè che il suo aspetto femminile ci guadagnava e tanto...tanto è vero che nei giri in zona otteneva molti sguardi.
Ma a lui importava solo stare al caldo ergo...
a scuola benchè ci fossero i riscaldamenti accesi qualche volta è venuto con quella e l'ha tenuta addosso ovviamente con la cerniera mezza aperta o con la parte sopra legata in vita.
E.... non l'ho mai sentito puzzare di sudore.
L'effetto "femboy" è stato massimo quandio siamo andati a farci un giro in centro prendendo l'odioso autobus 33 (si,quello che se scoppia fa un favore all'imps) nel solito affollamento lui era vestito con quella tuta da sci e sopra ci aveva messo il piumino smanicato arancione che aveva.
Non potevi non vederlo manco spegnendo le luci.
Poi quando si è seduto sulla mia gamba sinistra come si faceva di solito per risparmiare un posto a sedere (che non c'era) l'effetto "tipa o fratellino/sorellina" è stato totale,e lo sguardo delle mummie bello cattivo.
Mummeia....mummie eccccccccccco....
Veniamo ora al capitolo "truffe agli anziani" mia nonna ha cominciato a rischiare di essere truffata tante volte perchè apriva  a chiunque suonava ma il peggio è successo a "zietta" e "madrina" .
Una odioso pomeriggio piovoso suona il telefono.
Mia nonna va a rispondere...."pronto .....[pausa] madrina ciao" (la frase era fatta e sempre quella)
E poi comincia  a dire qualcosa ma io ero di là e sentivo e non sentivo.
E riprova a chiamarla
In sostanza madrina sapeva solo dire "ven pina l'han rubame" e come una cretina metteva giù.
Appena arriva mamma dal lavoro via tutti in macchina verso borgo san paolo a consolare madrina.
Perchè,non era quel caso ma al diavolo il fatto che magari c'era altro da fare quando qualcheduno per propria negligenza si mette nei guai era santo e da proteggere. Insomma quelli che adesso chiamano fragili.

Che cosa era successo?

Qualcuno con qualche scusa si era introdotto a casa sua e aveva alleggerito il grisbì che la zia teneva in un cassetto sotto i vestiti.

Triplamente cretina....e vediamo il perchè...

Apriva  a tutti....e vabbè casa sua se non aprivi non vedevi manco chi era visto che c'erano tende,tendie e controtende. E non c'era manco lo spioncino.
Ma un conto è aprire e un conto è lasciare entrare,la nonna aveva in casa la catenella per non fare aprire la porta ,lei no.
Si lasciava abbindolare da parole e controparole.
E sopratutto teneva i soldi in casa facilmente raggiungibili. E tutti insieme...se questa non è stupidità.
 
Capiterà poi anche a zietta qualche anno dopo. Quando ovviamente si era in vacanza...con la scusa che a qualcuno era successo un incidente e servivano soldi,ma succederà dopo ergo non farà parte di questa narrazione. Ergo stia...!

 

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  • 2 weeks later...

Il tempo continuava a correre,già c'era qualche festa di carnevale in giro,è stata una delle pochissime occasioni della mia vita nel quale ho utilizzato una parrucca,si,ho mollato il mio stile da cowboy che sempre adoperavo a carnevale per trasformarmi in un punkabbestia con annessa cresta blu.
Complici gli amici della mamma di Alessandro è stato uno dei più bei carnevali che ho passato. Una festa in una borgata verso venaria.
Tanti tanti ragazzini e qualcuno come noi un goccio più grande perchè se è vero dirlo il carnevale è dei bambini ma è gradito da tutti.
Una borgata intera in festa, i carri,tanta tanta musica.
E bene o male i non vestiti "da carnevale" erano pochissimi.
Alessandro chiuso nel suo scafandro spaziale era apprezzatissimo,in compenso i punkabbestia come me erano quattro,e ci siamo esibiti nella più classica danza dei punk ossia il pogo,il prendersi a colpi di spalla.
Scatenando come sempre i cattivi sguardi delle mummie.
Nessuno probabilmente si conosceva,in ogni caso io non conoscevo loro ed è bastato vedersi,con lo stesso stile e ascoltando anche in parte la stessa musica.
Ma ciò è buono e giusto.
Eravamo andati con 4 automobili,i genitori vestiti da scieicchi arabi,le mamme vestite un pò in vari stili.Nei bambini libertà assoluta.
trovammo anche Erik,aveva la muta da sub!
E in effetti con il corpo che aveva stava veramente bene...al posto delle incamminabili pinne aveva le scarpette che si usano con le pinne con la scarpetta aperta e le bombole in realtà erano dei cilindri di cartone rivestito.
Trenta e passa kg erano troppi anche per lui. In acqua il peso non si sente.

Ripensando a questo episodio avevo poi scritto il pezzo "salviamo il carnevale,aboliamo le ceneri". In effetti negli anni successivi il "giro"  in chiesa in quel giorno schifoso che sono le ceneri me lo ero tolto dai maroni una volta che ho cominciato ad avere voce in capitolo.
Perchè sembra sempre che chi si diverte dia fastidio.
Vestiti da "femmina" ce ne erano due o tre,non di più. Ricordiamoci che la "parità" all'epoca non era ancora neanche iniziata. E l'omofobia imperava.

Quella festa è comunque da ricordare perchè è stata una vera e propria festa "totale". Anche certe mummie che l'unica cosa che sapevano comunque fare era infastidire noi giovani erano in festa,e qualcuno faceva festa dai balconi.

Ripensandoci oggi,le cose che facevano veramente felice un ragazzino all'epoca non erano poi grande cose,ci si accontentava di molto poco rispetto ad oggi.

Se da un lato l'assenza di dispositivi di ripresa audio video veramente portatili ha impedito a tanti odiosi ficcanasi di non farsi i razzi propri non possiamo tenere ricordo di tutto quello che è stato. Io stesso non ho nemmeno una foto mi apersonale di quello che era Alessandro. Perchè comunque anche se usavi una qualunque macchina fotografica,oltre a dover spendere cammionate di soldi per sviluppo e stampa dovevi aspettare i porci comdi del fotografo e di fatto le foto le avevi quando di fatto non ti servivano più.
Inoltre vuoi per l'imperizia e vuoi per il fatto che le macchine fotografiche "non correggevano" gli errori di fatto erano più quelle sfocate,sovra e sotto esposte.

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  • 3 weeks later...

Difatti quando cresciuto mi ero poi comperato una telecamera con le videocassette perchè volevo poter tornare indietro e rivedere cosa andava e cosa no.

Una delle particolarità delle città grandi come appunto torino è che vengono montati i luna park a carnevale. Una volta ce n'erano addirittura tre.

Uno in piazza vittorio,uno alla pellerina e uno in piazza d'armi.

Quello in piazza d'armi durava tantissimo e a volte anche d'estate c'era qualche giostra montata. Lo poi apprezzato durante il militare che avevo fatto il militare lì vicino.

E noi al carnevale della pellerina c'eravamo andati con il compagno della mamma di Alessandro che ci aveva portato con la jeep.

Avevo abbandonato il vestiario da punkabbestia per ritornare un cowboy texano con frange,e tutto il resto. Lui invece immancabilmente era nella tuta spaziale.

Lui voleva conquistare lo spazio,io il vecchio west!


E di fatto TUTTI i bambini si giravano quando passava perchè un pò per la minore statura e un pò per l'aspetto sembrava più piccolo....ed era un astronauta veramente reale...era l'unico così.
C'erano due o tre con travestimenti simili ma erano proprio "roba da dilettanti" uno aveva il casco senza la visiera (e quindi aperto) un altro era troppo "plasticoso" e un altro ancora aveva il casco e un pezzo di tuta su vestiario normale.

Quando siamo arrivati mentre la mamma di Alessandro e il suo compagno giravano tranquillamente noi abbiamo visto un goccio di tutto.

La giostra che più squassava gli stomaci era la piovra.

Tuttavia noi intrepidi ragazzotti di quartiere preferivamo il classico. Abbiamo tuttavia provato alcune attrazioni apparentemente "nuove" come il missile meteor e il treno tokaido.
Pure l'addetto ai biglietti del missile meteor che aveva una tuta simil -spaziale gli aveva fatto i complimenti per come era ben fatta.
E' stato solo un pò un peccato per l'estetica perchè su una giostra ha dovuto posare casco e zaino perchè non ci stava nella chiusra dei maniglioni.


E togliendo lo zaino veniva a mancare il ventilatore che portava l'aria fredda dentro al casco.Quindi non era portabile senza (in realtà c'erano un paio di valvole che con i movimenti del corpo estraevano l'aria viziata ma erano appena sufficienti,inoltre si appannava e dopo un pò vedevi sempre meno).
Che dire comunque,fantastica giornata e il tempo è passato velocissimo quando ci si diverte. Forse davvero c'è quanlcuno che lo accellera quando vede che gli altri si divertono perchè il divertimento dà fastidio a chi dentro è triste.


Sicuramente qualcuno potrebbe dire che è tutto schifosamente relativo....e forse lo è...davvero!


Al giorno d'oggi molta gente è contenta quando fa piccole cose di bricolage,all'epoca autocostruire era il "tutto".
Un particolare per la musica alle giostre,sebbene si passasse solo roba da discoteca sembrava che ci fosse un tacito accordo tra i gestopri di passare la stessa musica prima su una giostra e poi su un altra. Ma fisicamente non ho visto nessuno portarsi i dischi da qui a là.
In ogni caso la tanta gente che c'era alle giostre avrebbe consentito a qualcuno di imboscarsi nella folla anche perchè una volta si usavano le cassette.


Piccole e relativamente capaci.
Eh,si pensieri da quindicenne che ritornano.
Ritornano per esempio quando ascolti certi programmi radio di network decerebrati che in un giorno passeranno 10 pezzi e li ripetono all'infinito con  una scusa o con l'altra.


Eh,si pure "certe radio" di una volta sono sparite oramai.
Una menzione la meritano i vari banchetti che vendono generi alimentari di vario genere. Alessandro era "imbocciato" e quindi non avrebbe potuto mangiare (ma non era il tipo da strafogare l'impossibile) e appunto perchè lui non poteva,io che avrei voluto divorare metà delle cose esposte e in vendita mi contenevo.
Certo che quando si passava vicino a quei banchetti che friggevano le frittelle o sentivi i wurstel sfrigolare venivano i più truci pensieri.


Del resto se certi ragazzi a scuola rubavano i soldi in casa io bè,assaltavo il frigorifero!.

 

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  • 2 weeks later...

E gira che ti rigira dopo alcune uscite con la tuta spaziale in zona che comunque venne notata da tutti arrivò il momento del motivo per cui era stata costruita.


La festa a scuola.


Tuttavia la fece ancora provare a un suo amico che pur avendo solo 10 anni era grosso come lui.
E quasi si sentì male all'interno giudicandola molto claustrofobica,addirittura chiudendo la boccia (emmm il casco) già faticava a respirare con la ventilazione al massimo.
Oggi lo chiamerei sfiatone.


E arrivò il fatidico momento.


La festa di carnevale a scuola è stata memorabile,sebbene una volta non si usasse mettere mostruosi impianti audio. C'era una comune radiolona con le due casse,portata sicuramente da qualcuno. Cosa incredibile,Alessandro,vista la poca distanza era andato a scuola già con la tuta indossata,di fatto manco il giro dell'isolato d'accordo però...io non lo avrei fatto.
Tuttavia sotto sotto magari nascondeva un animale da palcoscenico. Di certo che arrivò in pieno assetto da sbarco sulla luna con annesso cuffiotto sui capelli che altrimenti svolazzavano all'interno.


E via che la festa sia allora.


In effetti parlargli insieme era parecchio ostico con la boccia indossata ma comunque sarà stata l'atmosfera festosa o cosa sembrava quasi di capire quello che diceva guardandolo in faccia.
Durante la festa scolastica in molti hanno voluto farsi fotografare con lui,quasi mancasse nello sfondo il lem lunare e il cielo nero.
Io no,perchè Alessandro era con me sempre. e solo adesso ho capito che ho fatto male.
Bè cosa strana,sebbene abbia bevuto parecchio non ho avuto necessità di portarlo nemmeno una volta al bagno e di dargli una mano a togliere e rimettere. Perchè in sostanza quella tuta non ha mai avuto la cerniera per liberare il pipino.


E' l'ennesimo mistero relativo alla sua breve vita che non troverà risposta. Mai.
Visto che la festa è durata una mattina intera per me è volata.
Alessandro alla fine della giornata tornò a casa tornò a casa ancora con la tuta indossata.
Si sarà tolto la boccia un paio di volte in tutta la festa.
Una resistenza incredibile e probabilmente una bella surriscaldata.


E' anche incognito come abbia fatto a entrare e uscire da solo. Giusta com'era.
Ci vedemmo poi alla sera,ovviamente vene vestito in modo normale.
Siamo andati a piedi ai giardini della chiesa. Mi sono seduto su una panchina e quando gli ho chiesto come era stato essere "laddentro" lui si è appoggiato a me mi ha guardato negli occhi e poi mi ha detto....."fantastico ,ci starei dei giorni lì dentro".

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  • 2 weeks later...

Dubito che abbia provato a dormirci dentro a causa del ronzio del ventilatore,ma sicuiramente l'avrà usata più volte.
Quando si è appoggiato (o meglio quasi sdraiato sulle mie gambe e mi ha guardato negli occhi) ho provato qualcosa di strano. Non so come definirlo,come una sensazione di calore all'interno.
Fin lì tutto normale,potrebbe essere il risveglio ormonale di un età della crescita.
Ma stavolta era diverso. Ricordo che gli avevo appoggiato una mano sul torace,quasi per sentire ancora di più i segni vitali di quel ragazzino che sembrava una femmina.
Ed è lì che mi ha nuovamente forato da parte con i suoi occhi. Quanto era passato da quando lo avervo tirato via dai bulli? 6 mesi,forse otto e il suo sguardo mi continuava  dare sensazioni strane..

Il discorso è poi continuato su alcuni giochi e giocattoli che stavamo abbandonando. Anche per la crescita in corso.Abbandonato i trenini in casa per la reticenza di quella stron[NON SI DICE]di mia nonna,poco per volta era toccato anche a fort worth,niente più fucilate tra indiani e cowboy o tra nordisti e sudisti.
Il discorso continuò sui giochi da spiaggia.A parte mia nonna con la voglia di buttare sempre via tutto,bene o male mi stavo accorgendo che alcuni giochi proprio non mi attiravano più.
Mentre i grandi pensavano alla pasqua ,visto che il carnevale era agli sgoccioli e si "doveva" pensare a quel cesso di quaresima,alla domenica delle palme (che noi chiamavamo delle palle) noialtri pensavamo già ai giochi da spiaggia.
E già si vedevano i primi avvisi nei discorsi a scuola.

Il blackut totale che aveva colpito il nostro quartiere è un altra cosa di quelle che in un film ci starebbe benissimo.Il blackout successe subito dopo il carnevale e colpì di fatto tutta la borgata paradiso dove abitavamo.

Alla sera sebbene le giornate si stavano allungando eravamo nella nostra via quando d'improvviso si spense tutto.
Spenti i lampioni,spente le case.

Tutto insieme.


Le poche luci arrivavano dalle automobili in transito che comunque essendo sera erano poche.
Poi timidamente cominciarono ad apparire luci tremolanti e in movimento perchè in qualche casa di stavano accendendo le candele e per chi la aveva la lampada a batteria.
La città senza corrente cambiava volto.
Sparivano le insegne luminose dei negozi,sparivano i lampioni e di fatto io e lui eravamo i re dei marciapiedi.Difatti dopo una decina di minuti in strada sono spariti tutti.


Ad alessandro uscì un altra frase delle sue "un piccolo giradischi a batteria ti terrà compagnia quando il resto del mondo si fermerà".
Mentre passavamo di fronte al palazzo dove abitavo c'era stefano che era appena uscito dalla portina e guardandoci disse "venite il signor pocellana è rimasto chiuso nell'ascensore".Io e Alessandro ci precipitiamo al secondo piano doce c'erano già il papà di Massimo e di Stefano che a voce cercavano di tranquillizzarlo. L'ascensore era mezzo "sotto" ossia essendo trenta cm più basso la porta non era sbloccata.
E provavano a sbloccare tirare la maniglia ,spingere .

Nulla.


Fu l'unica volta che alessandro prese il controllo della situazione.
Disse al signor pocellana di aprire le porte (erano manuali e non automatiche ) e gli descrisse con quella sua dovizia di particolari il gancetto che liberava la porta presente su quelle serrature

Trenta secondi e la porta era aperta.
Ora il difficile era sollevare il signor pocellana e tirarlo fuori perchè quel mezzo metro per lui era parecchio alto.
Alessandro disse allora al signor pocellana di spingere con i piedi perchè (e ciò non era vero) se fosse tornata la corrente l'ascensore lo avrebbe tagliato in due.


Proprio come nel film "l'ascensore"


Tanto io che stefano quasi ce la facemmo addosso vedendo il balzo che fece il non più giovane porcellana fece per uscire dalla cabina.
La corrente tornò si... ma 3 ore dopo.
Facendoci ancora assaporare tre ore di libertà in un modo buio e fermo e sopratutto qualcuno ne sentì la mancanza anche in seguito.
Dipendenti come siamo dall'energia elettrica.

 

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  • 4 weeks later...

Di blackout nella parte di vita che ho fatto con Petrucci c'è n'è stato uno solo.
Sono state invece tante le canzoni che in parte trovano posto nel mio blog,molte sono state dimenticate,molte cancellate volutamente.
Il vecchiaccio,cape canaveral,bambino mai nato,regina,e altre. Qualcuna la avevamo portata dai fattoni della casa dopo il greco e cape canaveral la avevano messa in musica.


Cape canaveral rappresentava forse l'essenza di Alessandro nella conquista dello spazio,era una canzone che messa in musica da quei ragazzi aveva tirato fuori l'impossibile in termini di sensazioni piacevoli.
Quel canto-contro canto ritardato che avevano previsto era di una dolcezza assurda.
Fatto poi da alessandro che seguiva la ragazza del gruppo era poesia pura.

Mentre la provavano (siamo andati più violte da loro) sembrava quasiquando si aggiungevano i tamburelli e certi accordi chitarra di trovarsi davvero circondati da hippy e avere intorno a se anche la rampa di lancio con il razzo.


Anzi trovarsi direttamente dentro al razzo.

Il testo era più o meno così:

Un punto in mezzo al niente in una lingua di deserto
Una matita al cielo con tanti serbatoi
Da qui tra due ore si parte per le stelle
E la luna bianca arrivare ci vedrà

Esplorare un nuovo mondo con un passo si farà
E poi sarà un passo per tutta l’umanità
Vedere nuovi spazii con il gusto di scoperta
Il satellite bianco attende e si rivelerà

Cape canaveral è la porta per le stelle
Cape canaveral ha ora un'altra pelle
Cape canaveral sta contando i secondi
Cape canaveral attendiamo nuovi mondi

Idrogeno e ossigeno accendono i motori
Prima un tuono forte e poi si spengono i rumori
Battono forte i cuori senza la gravità
Si spengono i rumori inizia l’oscurità

La luna sembra piccola una palla da ping pong
Si ingrossa lentamente come se si gonfiasse
Scendiamo come un ragno sulla sua preda noi
E scende la scaletta sul suolo bianco ormai

Cape canaveral è la porta per le stelle
Cape canaveral ha ora un'altra pelle
Cape canaveral sta contando i secondi
Cape canaveral attendiamo nuovi mondi

Una sera sembra,dico sembra (Io non c'ero) che fecero anche qualche foto con alessandro in tuta spaziale e il gruppo sugli strumenti ma non si seppe più niente. Dicono che ci fosse una foto di Alessandro in tuta spaziale che stringe la mano alla ragazza hippy davanti alla batteria con a sinistra il chitarrista e a destra il bassista. Quanto la vorrei quella foto.

 

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  • 5 weeks later...

Una discussione che ci aveva preso in quel periodo era sulla scelta dell'orologio. Erano infatti apparsi degli orologi digitali che avevano le cifre che si illuminavano a richiesta. E che avevano conquitato un goccio tutti.
mentre io tiravo avanti con rottami analogici vari e Alessandro con il digitale con la calcolatrice con solo mezzo cinghietto nella zona stavano dilagando quelli con le cifre rosse che si illuminavano quanso si toccava qualche pulsante.
Ma non è una moda che durò molto,apparsi nel periodo natalizio alla prima sostituzione delle tante batterie dentro visti i costi sono stati accantonati.

Veniamo ora a un altro piacevole episodio dove l'aspetto femminile di Alessandro ci ha salvati dalle ire di un gruppo di operai. I soliti pirlotteri che nella zona facevano danni,scoppiavano i lampioni e accendevano i bidoni avevano deciso di tirare dei petardi dentro una fabbrica.
Poco prima del limite del nostro territorio c'era una delle tante microscopiche realtà industriali dei nostri anni 80.
Le tante ditte e dittarelle hanno reso grande il nostro paese,dove magari ci entravi a 16 anni per fare qualche ora e poi in 5 anni diventavi capo officina.
Questa ditta aveva alcuni finestroni che venivano tenuti sempre un goccio aperti,probabilmente per fare uscire i cattivi odori.
Aprivano verso l'alto.

Un pomeriggio tardo,peraltro già buio io ero con il mio migliore amico seduto sulla mia gamba sinistra e che parlavamo di come cambiare il mondo .
Seduti su un muretto decisamente distante ma si vedeva tutto.
Gianni e gli altri passano e decidono di fare casino.

Con la fionda accendono e lanciano 4 raudi appena accesi dentro i finestroni. Corrono poi via come se avessero da scappare all'atomica.
BLAM BLAM BLAM BLAM e i lampi si vedono dai finestroni.

Si sentono delle grida e escono gli operai,chi con una chiave da 46 in mano chi con un pezzo di ferro grosso e uno con la mazza!

Io e lui eravamo seduti su un muretto molto alto e quindi (almeno senza lanciare) irraggiungibili. E sopratutto poco visibili.

Poi un altro vedendo correre in lontananza gli altri sei grida,"quello lo conosco,abita nell'alloggio di fianco,sono stati loro stasera gliene dico 4"
Da lontano uno degli operai guardandomi si rivolge a me chiedendo se io ....o la mia ragazza....avessimo visto qualcosa..

E poi sbollita la rabbia sono rientrati al lavoro.

Alessandro mi ha ricordato che due di loro erano proprio quelli che lo avevano bullato,due di quelle mezze calzette che si erano allontanati appena mi ero avvicinato.
Poi ha aggiunto che chi nasce bullo magari ci muore pure.

Mentre tornavamo a casa mi ha detto che il fatto di essere scambiato per una ragazza da un lato lo rallegrava ma dall'altro lui non aveva nulla in comune su chi sgallina tutti i momenti e guarda candy candy

 

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  • 4 weeks later...

Avevamo pensato a una canzone quando eravamo seduti sul muretto,questa canzone si chiamava il vecchiaccio

il vecchiaccio cio cio
Ha le gambe di ricotta ta ta
Che magari poi è tatta ta ta
Il vecchiaccio che va in giro con il piaccio cio cio
Il vecchiaccio che si stampa con il piaccio cio cio
Il vecchiaccio che non sa guidare e che poi cade cade cade.

Ma non ha mai avuto seguito.

Era passato gennaio ed eravamo a metà febbraio,le giornate si stavano allungando poco per volta. Una considerazione ecologica/economica la facciamo ora? Quando poi (per me a 16 anni,quindi quando alessandro già era morto) era arrivato il tempo del "motorino" guardandoci intorno i posti dove andavamo erano sempre gli stessi. Si ci arrivavamo prima ,ma dovevamo usare l'obolo al benzinaio come litri di miscela.
All'epoca era quasi una cosa normale.
Oggi con i tempi e i prezzi che corrono un pò meno.

Veniamo ora alle patatine,io sono convinto che pure in quelle quella schifosa di mia nonna ci abbia messo lo zampino. La prima volta che ho mangiato le patatine ero stato male ed avevo vomitato. Intendo le patatatine da sacchetto,fatte con olio strafritto e magari condite con chissà cosa.
Da allora non mi era più interessato mangiarle,un pò perchè mia nonna mi ingozzava come un tacchino ad ogni pasto...ma a quel tempo si bruciavano più calorie di un jet al decollo e non si era autodipendenti come oggi.
Bene io non ho mai capito perchè quando le patatine quell'unica volta le ho prese e mangiate in famiglia sono stato male mentre le stesse patatine o anche quelle meno buone a costo inferiore non mi hanno mai fatto vomitare se prese in giro. E magari smezzate col mio migliore amico di quel tempo.

Sarà suggestione,sarà il fatto che a tavola bene o male erano solo discorsi odiosi su cosa era stato fatto a scuola,sui peccati della giornata e sulle battute di mia nonna meno intelligenti di un babbuino ubriaco....bè tanto sono ore che parliamo di questo.

Potrei anche fare un pensiero complottista ossia che le patatine mangiate in casa avessero qualcosa aggiunto da quella stro[NON SI DICE] per farmi vomitare apposta.

Sono passati tanti anni ma il dubbio rimane e i preconcetti pure.

Si facevano grandi progetti. Forse non era ancora il tempo di convincere a fare le ferie insieme,ma visto che sua madre era sola e che nella 127 c'erano 5 posti magari tra donne si convincevano a andare da qualche parte insieme.

Ma forse eravamo troppo avanti,forse come dico sempre tutte le volte che bestemmio qualche divinità carogna putt[NON SI DICE] e bast[NON SI DICE] vuole sempre mettere il suo zampino.

E questa divinità si impersonava con mia nonna

[PARTE MANCANTE]

Se c'è una persona che odio è mia nonna e da oggi la odio molto di più.
Se non avessi dovuto regolare i canali della tv di casa perchè lei potersse vedere la sua telenovela da sottosviluppata mentale Alessandro sarebbe ancora vivo.
Invece no,mentre lo cercavo,visto che quella carogna di gallinaccia stupida mi ha fatto perdere mezz'ora. E che quando Alessandro era venuto a suonare lei gli ha risposto che non uscivo.
Odiosa vecchiaccia che ha stufato. Karma non ci sei quando servi?
Purtroppo Alessandro è tornato a casa ,ha preso la bici e facendo un giro è stato investito da una macchina. Una simca col motore dietro guidata da un vecchiaccio che probabilmente aveva meno riflessi di un bradipo sotto ketamina.

E' morto sul colpo.

Dove è il dio che tutti pregano? Dove ca[NON SI DICE] è?
Dove è il camion che ha ammazzato la signora rossetti dieci anni dopo? Lo voglio qui e subito per dargli sul paraurti quella vecchiaccia odiosa,possessiva,ossessiva e fumarola.

La voglio vedere a frattaglie sull'asfalto e dargliela come cibo ai cani.

Difatti quando fu in punto di morte perchè dopo aver fumato da quando aveva 13 anni il suo cuore ha deciso di infartare il diaframma e non era operabile perchè i polmoni pescavano nel catrame gli ho ricordato che "lassù" dove sarebbe andata secondo la sua religione di emme avrebbe incontrato il petruccino.

Lei facendo lo gnorri manco si ricordava chi fosse e manco a farlo apposta quella sera quando dormivo è andata...
Non ho tuttavia sognato nulla che mi facesse pensare che lo abbia incontrato.
E sopratutto che lui gliene abbia date tante!

Per parecchi giorni ho girato incessantemente nel quartiere con la bici. Se da lontano vedevo una bici che sembrava la sua mi avvicinavo,guardano. Poi mano mano che mi avvicinavo vedevo che o era una bici differente o era di un altro colore e sopra lui non c'era.
Sembra quasi che per sacramanzia tutte le biciclette di quel tipo in zona siano diventate di altri colori o magari già lo erano e io non ci facevo caso.
Sono andato anche in grugliasco centro,quasi a cercare una parola buona da parte degli altri che lo conoscevano ma tutti se potevano evitavano il discorso ,forse perchè qualcuno che muore è sempre scomodo.

Oggi ho avuto la totale conferma,non che ce ne fosse bisogno che Alessandro non tornerà più.
E' caduto un aereo dell'air india,al telegiornale della sera avevano fatto vedere il servizio e durante la notte lo ho sognato.
Ma l'aereo nella mia visione non era neanche dello stesso tipo,era uno di quei vecchi scassoni con le eliche e non era esploso in volo,era caduto ed era mezzo sfasciato,non c'era fuoco.Si vedeva molto bene il piano di coda con la scritta air india.

I passeggeri se ne stavano andando via a piedi.

C'era una signora indiana con la sua cucciolata,lei giovanissima con 4 o 5 bambini piccoli.
Alla sua cucciolata si è aggiunto Alessandro ma era molto più piccolo di come era,quasi appena da camminare.
E mentre si allontanavano a piedi si gira verso il mio sguardo,saluta con il suo solito sguardo che avrebbe bucato una montagna...con la mano,come mi saluta anche la mamma indiana,a occhio appena maggiorenne.
Lui bianco come il latte rispetto agli altri più scuri in mezzo ad altri 4 o 5 bambini e si sono allontanati.

Mi sono svegliato di colpo,sudato nel letto. Guardo l'orologio ,manco sono le quattro.Non fare troppo rumore se no le gallinacce si svegliano.
In lontananza un temporale lampeggiava attraverso la persiana semi chiusa. Il giorno dopo ne avrei parlato con Giuliana,visto che era quella specialista in esoterismo.
In ogni caso il pensiero che mi è venuto data la quantità di prole che aveva la signora indiana....bè trattalo bene quel bambino che per me è importante.

FINE DI UNA STORIA CHE NON DEVE FINIRE

Alessandro è stato messo nel loculo vicino a nonno werner e nonna teresa,con una foto allegra,perchè sua madre era una di quelle poche giovani che sono ancora giovani dentro.
Nella foto si vede seduto su qualcosa,poi guardando bene è quella foto dove era seduto sulla mia bmx,si vede un pezzo del manubrio rosso e rivestito.
Ricordiamolo così,sebbene la mancanza si sente ancora adesso a 35 anni di distanza.
In uno dei tanti "tour "al cimitero obbligati da mia madre e mia nonna con la scusa di andare a vedere i nonni (gli unici sepolti qui,gli altri nel canavese e  torino centro) mi fermavo a "sentire" qualcosa davanti alla sua lapide. Come aveva detto di fare Giuliana.

Ma nulla di nulla,forse qualcuna si era sbagliata o forse qualche energia cattiva lo teneva zitto.
Un giorno ci trovai Erik,era quasi passato un anno ed eravamo ora alti uguali.
Sempre vestito alla "boy's" a stelle e striscie.
Ma stavolta non aveva la faccia così sicura e quasi bullesca come una volta.
Stavolta era la prima volta che l'ho visto piangere.

Ha detto solo una frase ossia che è stata "una grande perdita" .
E se n'è andato in silenzio.
Io ho capito e ho pensato,probabilmente da lì a 5 minuti sarà andato al campetto a fare numeri con la sua bmx dandoci dentro finchè il cuore non sembrava esplodere in petto e la vista tremare.
Perchè gli uomini piangono in silenzio e non frignano come le galline.

Quanto avrei voluto esserci anche io con la mia di bmx e fare una sfida all'ultimo grammo di testosterone ma nulla...ero in macchina con i miei,vestito da sfigato come volevano loro.

 

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