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la sceneggiatura di un film che non potrà mai essere girato


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Inutile dire che a me fino a questo momento non sono venute verruche sui piedi e non ho mai usato ciabatte o calzari.

Lasciamo l'acqua della piscina e trasferiamoci all'asciutto,dove di acqua manco l'ombra. E ritorniamo alle attività più o meno rischiose che facevo con Alessandro.

Una sera siamo passati vicino a un cantiere stradale,stavano infatti cominciando a fare le fognature nel nostro quartiere e ci siamo a lungo soffermati a vedere il tizio che accendeva delle bocce a fiamma libera.
Ci siamo soffermati a lungo su come potesse il gasolio salire sullo stoppaccio fino a bruciare ma poi a casa sua abbiamo fatto un esperimento sulla capillarità usando alcuni stracci e un pò di olio.

In quel cantiere siamo poi tornati due sere dopo e abbiamo dato un pò un occhiata un pò ovunque.
Non ci siamo azzardati a scendere dalla scaletta per vedere dentro il buco perchè ci sembrava profondissimo.
Siamo invece entrati nei sotterranei della scuola elementare,abbiamo visto un pò i locali dove era vietatissimo entrare dalla porta di sopra. Una cosa molto importante che abbiamo imparato quando entravamo da qualche parte era il non lasciare traccia di nessun tipo che eravamo passati. Gianni e altri bulli quando erano entrati nello sfasciacarrozze sotto al ponte avevano fatto parecchi danni e quando sono entrati poi di nuovo hanno trovato ad attenderli il proprietario con un grosso bastone.

Muoversi in silenzio e non lasciare tracce di nessun tipo. Era il diktat per fare qualunque cosa 

Edited by busdriver
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  • 3 weeks later...
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Oramai non ha più senso in quanto con tutte le telecamere impiccione che ci sono,tuttavia un pò forse perchè una volta c'era più il senso della "misura"  succedevano meno cose spiacevoli.
Dicessi,e visto che sono passati almeno 30 anni sicuramente sono cadute in prescrizioni eventuali accuse che siamo entrati in una decina di cantieri,posti abbandonati e altre zone vietate ma ovviamente lo abbiamo fatto senza colpo ferire e soprattutto senza mai ferirci perchè forse per il nostro essere un goccio più accorti abbiamo evitato i guai peggiori.
Abbiamo visto crescere il quartiere dove abitavamo,una casa popolare dietro l' altra. Tanti casermoni uno uguale all'altro e con una tristezza per i prati che sparivano.

Quando ero più piccolo,ricordo mia nonna che mi portava in una zona vicino al primo campetto dei ranger (quello che è stato tolto per fare spazio ad altre case )  lì c'erano solo prati e la ferrovia.
Non c'era ancora manco il cavalcavia e mi ricordo che di questo evolversi del quartiere ne avevo parlato con Alessandro. In compenso c'era il passaggio a livello che tutti i momenti si chiudeva bloccando il traffico.

Pure ad Alessandro non andava bene questo perdersi delle zone senza cemento. Ma si sà che più è cementata più la città è "moderna" . Che pena...

Una cosa che si è persa fose i quel periodo ma avevo cominciato ad apprezzarla quando giravo con Pries,un altro mio amico 3 anni dopo era il "nebbione",ero uscito una sra con Alessandro per girare a pieni in zona e da un lampione non vedevi l'altro. la nebbia attutisce qualunque cosa,ti trovi immerso nel nulla e allora capisci quanto il mondo stia sbagliando in tante cose.
La nebbia obbliga chi viaggia in auto a mollare il gas,a andare piano e forse accuisce e tanto i sensi.
E allora tutto diventa diverso.

L'inverno stava sopraggiungendo a tutto vapore. Poco per volta ci stavamo più o meno coprendo tutti di pesanti vestiti che a seconda dell'apprensività dei genitori ci facevano sudare o no.

E in questa stagione venne per Alessandro il momento della bicicletta,quella di grandezza giusta. Trovò usata una atala hot,una bici ammortizzata davanti e dietro,lenta poco prestante ma molto più comoda della bmx che avevo io.
Non so dove l'abbia comprara sua madre,forse da qualche suo collega all'ospedale dove lavorava.
La teneva in cantina,lui che non aveva garage e l'auto della mamma,una piccola peugeot stava parcheggiata in strada.

Le cantine da lui erano molto più comode,si entrava nel cortile ,una porta di ferro e il corridoio,poi un altra porta e il corridoio delle cantine.
la aveva usata "originale" ben poco,già il giorno dopo aveva comprato un altro faro uguale a quello originale e li aveva montati molto su nello spazio vuoto del triangolo del manubrio.

Le staffe e i collarini li aveva fatti lui e ovviamente ci aveva messo del suo mettendo i colarini di gomma perchè il contatto ferro su ferro non rovianasse la cromatura.

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  • 5 weeks later...

I nostri giri in bici sono diventati più corti poco alla volta che il tempo passava e di fatto quando uscivamo di casa era sempre buio,complice l'uso dell'ora legale e illegale che di fatto ci faceva buttare sui compiti a casa tutta la giornata luminosa.

Ci vedevamo tuttavia a piedi e ogni tanto ci beccavamo sotto casa mia o sua per passare qualche ora di compagnia in strada dove coltivavamo il grande sentimento della libertà.

Ci divertivamo moltissimo a vedere come era cambiata la giornata dei nostri compagni di scuola,qualcuno manco usciva più di casa perchè i suoi genitori avevano paura lo mangiasse il babau o più realisticamente finisse sotto qualche automobile.

A volte alla sera succedevano cose strane,bè insomma che avremmo potuto spiegarci forse anni dopo quando diventavamo più adulti. Una sera per esempio ebbi un sogno assurdo. Sogno che forse mi faceva vedere la mia vita precedente,una delle due di cui abbia avuto traccia.
Probabilmente sono stato accoppato sia nel medioevo che nel vecchio west.

Si stava scatenando una pioggia odiosa complice forse il tamburellare della pioggia sul terrazzo di Pries (che abitava sopra di me) mi sono passate in mente più di una volta le immagini delle torture medievali con le ruote che facevano a pezzi le persone.
Ne avevo parlato con alessandro il giorno dopo. Pure lui ha faticato a dormire per il troppo rumore della pioggia amplificato dallo sbattere di continuo della tenda del suo vicino di casa.

Era stata forse la prima delle volte che non sono riuscito a dormire con dei pensieri odiosi e negativi che mi passavano per la testa. A dire la verità a dormire ho sempre avuto qualche problemino perchè con il cambio di temperatura i trenini peraltro non più in uso riposti nelle confezioni di polistirolo sagomato facevano vari scricchiolii.

Complice anche il volume della tv in cucina con mia nonna che aveva dolo più da mettersi davanti allo schermo visto che era molto miope  e appestava l'aria con le sue sigarettacce.  

 

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Sul discorso ci sono tornato con Alessandro il giorno dopo,anche a lui il vecchio west dava sensazioni di esserci già stato e di aver visto in prima persona molte cose che in tv ci facevano vedere nei film.
Diciamolo chiaramente che ho sempre avuto un debole per certi treni dei tempi che furono ma la asmatica american 440 ,la classica locomotiva col camino conico e forse vedendomela davanti proverei le stesse sensazioni di essere in contatto con un molto anziano parente.
Perchè se è vero il discorso delle anime che ritornano io quella locomotiva l'ho guidata. Tanti tanti tanti anni fa.
"e forse ci siamo visti" è stato il suo commento.

Si forse ci siamo visti ma chi sarà mai stato? uno di quei conducenti di carri? Uno di quei mandriani o chi? Io penso che ne abbiamo parlato per giorni,ammesso che i ricordi funzionino ancora bene. Il vecchio west era la "nostra" america. Non quella dei grattacieli e del traffico indegno, per noi l'america era morta negli anni dei ganster e era rinata con le missioni spaziali.

Si....lo spazio,chissà se lì vivremo la nostra nuova vita.

Alessandro su queste cose era molto terra terra. Non credeva al mondo parallelo degli specchi,non credeva ai passaggi per il mondo dei morti o forse si magari ci credeva ma a modo suo.
Ma vediamole queste cose:

Il mondo parallelo degli specchi: Non intendo gli specchi del luna park e nemmeno lui penso che intendesse quelli,a casa sua c'era un aramdio in camera di sua madre con le porte con all'interno due grossi specchi che aprendole si trovano a essere fronte a fronte e le immagini di una si vedono nell'altra causando la riflessione multipla.
A volte ci mettevamo uno accanto all'altro e aperte le porte ci trovavamo immersi in immagini multiple di me e di lui.
E qualche frase del tipo,pensa se ci fosse un mondo parallelo dove poterci andare a imboscare. Senza scassamaroni e senza obblighi di nessun genere.
Ma nessuno di noi due aveva mai provato ad andare "nello specchio" o forse inconsciamente sapevamo che dietro allo specchio c'era solo una lamina metallica.

Per le altre cose ne parleremo più avanti,una cosa da un lato ridareccia dall'altro in parte tragica ma comunque "strana"

Ogni tanto capitano cose strane. Il coricamento sul fianco dell'ape piaggio per esempio è uno di quelli.
A me ne sono capitate di vedere fino a oggi 3 e ad Alesandro due. Manco a farlo apposta quando eravamo in giro in due sulla mia bmx,quanta strada ho fatto con quel cosino appollaiato a 30 cm davanti a me.
Il primo ape piaggio coricato era quello dei gelati.

Lo abbiamo visto alla base del cavalcavia di viale radick,eravamo sul marciapiedi (peraltro enorme) e un "tun" seguito da un raschiamento di lamiera e plastica sull'asfalto mi aveva fatto attaccare ai freni. a una ventina di metri da noi l'ape del gelataio,colpito da un auto che aveva fatto lo stop" a modo suo " si era cominciato a inclinare e poi era ruzzolato sul fianco spandendo coni da gelati e pezzi vari raschiando sull'asfalto.

Una cosa che ci era stata inseganta dai genitori era il "se non sei coinvolto...aria" e con fare noncurante pedalando tranquillamente ce ne siamo andati.

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Ma del resto dato il periodo se non eri adulto non valevi nulla e se magari al supermercato ti accorgevi di un oggetto rotto e lo facevi notare ti avrebbero dato la colpa di averlo rotto.La regola era di non passare sulle corsie del supermercato se c'erano troppe bottiglie o qualcosa a terra. Perchè approfittarne di un ragazzino era la regola pur di fargli cacciare qualche spicciolo.

Il secondo ape è stato invece in stile film americano anche se purtroppo non ci sono state esplosioni e botti senza senso.
Ma d'altronde era l'ape delle bombole del gas e c'era da aspettarselo ma a parte penso qualche fiammatina nulla di più. Nessuna casa saltata per aria o auto che volavano come nei telefim dei chips.
La zona era quella tra via Rieti e qualche altra viuzza interna. Ogni tanto capita che qualche automobilista sia completamente distratto. L'apino stava viaggiando ed è stato centrato da un auto che esce da un parcheggio a tutto gas.
bam bam badabam e l'ape stiriscia con tutte le bombole che rotolano ,una delle quali si infila pure sotto un auto che stava sopraggiungendo e tutti escono gridando "sciopa sciopa sciopa"
E ovviamente io che dietro di me sento tutto sto macello del diavolo via sul marciapiede e mi metto a pedalare come uin velocista. Via via via
Il petruccino si aggrappa al manubrio e dopo essere saliti su un marciapiede e mi dice di dare tutto quello che c'è,poi un altro poi un altro siamo in via Milano.
E attendiamo il botto...ma non c'è stato nessun botto.
Vediamo dopo un pò arrivare il camion dei VVF e allora con calma e circospezione ci avviciniamo ma i viglili bloccano tutto.

Mentre rientriamo nelle nostre vie ad Alessandro scappa fuori una frase mica male"proprio oggi che sono vestito così magari mi scambiano per un terrorista" ed effettivamente è vero,ha sempre avuto uno stile molto personale nel vestiario ma questa volta li batte tutti.
Devo dire che benchè abbia dimensioni da "giocattolo" questa volta era proprio un giocattolo fantastico,vestito completamente in nero,scarpe alte da pallacanestro totalmente nere della spalding che quasi sembrano stivaletti swat,calze nere ,pantaloni della tuta neri lucidi ,felpa e maglietta sotto neri ovviamente..
Aveva un giubbottino stile finto piumino smanicato,ovviamente nero opaco e gonfissimo come se fosse ad aria.
Una delle prime felpe col cappuccio che lui teneva su e benchè in quegli anni il virus non c'era una sciarpa nera che di fatto copriva tutto lasciando scoperti solo gli occhi e un pezzo di fronte peraltro coperto dai capelli nerissimi pure loro. E con il solito sguardo che avrebbe bucato una montagna.
Anche molto bene ci stavano i guantini a mezze dita fatti incollando gomma e polsini e cavigliere in gomma che lui si era fatto con borchie e senza.

Avrebbe appeal ancora oggi (sui suoi coetanei ovvio)

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  • 2 weeks later...

Bè di ape coricati ne abbiamo parlato,gli incidenti stradali nella mia zona come in genere nelle città hanno sempre abbondato. Forse si muore più in auto che per le malattie o forse ci si moriva di più visto che le auto di una volta erano dei pezzi di ferro con le ruote. Sicuramente meno ben fatte di quelle attuali.
Ma comunque è da fare pensare il dato che e guardassimo la foto di quando eravamo a scuola parecchie persone manchino all'appello al giorno d'oggi. Non voglio pensare alle foto di elementari e medie e ai posti mancanti.
Veniamo a un altro argomento rigorosamente più allegro,gli animali domestici.
Mia nonna ha sempre proibito qualunque animale domestico perchè i cani portano malattie,i gatti pisciano dappertutto etc etc etc.
Alessando aveva un cricetino che poi gli è morto alla fine dell'inverno del 1984,io non ho mai capito l'idea di tenere un roditore per casa. Ma sarà che nei pochi tempi che sono stato in campagna ai roditori si dava l'idea dell'essere sporco e portante malattie.
Inoltre piacendomi i gatti ed avendoli in ogni casa di amici e parenti che stvano in campagna,bè se c'è il gatto non c'è il topo si dice di solito.
Obbiettivamente la scelta di avere un topo è quanto minimo inconsueta

Fino a qui abbiamo illustrato più o meno normali scene di vita di un periodo da noi lontanto. Ma esisteva anche altro oltre ai giri in bici di me e lui?

Ebbene si,in questo film dove sarà cura del regista illustrare i fatti in un oardine logico visto che io li ho archiviati nella mia mente in un ordine non troppo logico illustriamo ora qualche luogo tanto caro a noi ,a noi tutti di quel periodo,di quella zona e di quel tempo.


ma che ci servirà poi a capire cosa verrà dopo...

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Il greco
oddio,ho lavorato in nero,e ogni tanto mi capita ancora di farlo ma obbiettivamente non me ne frega nulla. L'importante è NON essere di peso,cosa che in tanti dovrebbero impararla. Molti anziani in primis.
Il greco aveva il negozio due vie dopo la mia ed era un riparatore di radio tv.
Suo figlio girava con me ogni tanto e veniva nella mia stessa scuola ma in un altra sezione (che era pure un altra rispetto a quella di Alessandro) ma di inizare a riparare manco l'ombra. Suo figlio pensava in grande e voleva puntare subito ai computer.

O meglio a quelli poco più che sperimentali che stavano uscendo basati su architetture poco più che sperimentali dello Z80 e della V20AP. Il computer forse potrà essere il futuro (oddio ne abbiamo tutti uno) ma a quel tempo non c'erano i presupposti per esserne sicuri.
Mentre radio e tv c'erano,si guastavano e andavano riparate.

Dal greco c'ero entrato quasi per caso,stavo cercando alcuni componenti per fare un semplice circuito per il trenino elettrico una sorta di arresto al semaforo pilotato con un transistor. Di per se non sapevo ancora che da lì a poco quella stron[NON SI DICE] di mia nonna li avrebbe fatti togliere dalla mia stanza perchè secondo il suo stupido pensiero mi distraevano dalla scuola.

Complice anche il fatto che i trenini in scala HO sono tremendamente ingombranti e portano via tantissimo spazio.
Con il greco all'inizio rano solo "discorsi tecnologici" e commissioni che gli facevo per andargli a comprare i pezzi alla ceart.

Sebbene la ceart fosse fuori dal mio "territorio " consentito avevo trovato la quadra per non farmi scassare i maroni dai mei.
Legavo la BMX al palo della luce che c'è vicino all'edicola della Biglino e poi a piedi attraversavo corso Francia a piedi per andare a fare le commissioni. Sia alla ceart che alla c&g che era in una via interna.

E se qualcuno avesse visto la mia bici (ma non è mai successo) ero comunque nel mio territorio,avrei potuto dirgli che ero in ferramenta o alla fiaccola o in altri negozi dentro il perimetro ammesso.

 

Con il greco ho imparato l'elettronica,quella vera,quella di tutti i giorni . Non quella dei libri che leggevo,delle quattrocose illustrate ma quella reale fatta di estremi risparmi su tutto e a volte anche di soluzioni pericolose.
Ho consciuto il greco molto prima di Petrucci e probabilmente se le cose fossero andate diversamente e avessi avuto qualche aiuto in famiglia ora al posto del greco ci sarei io in quel negozio.Invece sono stato uno di quelli che gli ha dato una mano a sgomberarlo quando ha cessato il lavoro moltio molti anni dopo.

All'inizio mi faceva riparare cose semplici e comunque sempre staccate dalla rete per oviii motivi di sicurezza. Ho fatto tantissima gavetta sulle radio a batterie che tanto andavano di moda una volta. i fatto le mani su qualcosa in tensione (sebbene sotto trasfo di isolamento) le avevo messe parecchio tempo dopo.

Il greco mi ha anche insegnato l'estrema pericolosità dei tubi catodici. Specialmente i primi tubi "delta" che se esplodevano facevano delle scheggie pericolose e che partivano come una granata.

E stando in quel negozio ho visto il progressivo sparire delle radio a valvole e delle radio con solo le onde medie.
E ho anche imparato a riconoscere le persone,capire in base a come si muovono,pensano e le varie "pieghine" esterne di ciascuno.

Una cosa però mi aveva profondamente colpito ossia il "rispetto" per un apparecchio,quasi come se fosse una cosa viva. era vietatissimo forzare a cacciavitate la roba se non si apriva (chissà con la roba usa e getta di adesso come si farebbe) o comunque considerare inferiore una radio perchè meno "dotata" di componenti o prestazioni.

Ed ho anche visto la "magia" delle valvole ossia il progressivo illuminarsi di tutti i tubi di una tv a valvole in BN,l'apparire del fischio dell'EAT poi l'illuminarsi del raddrizzatore eat,il fruscio sull'audio e poi l'arrivo dell'immagine.
Una volta era magia oggi diremmo movimento di elettroni.

Una cosa che avevo sentito era una certa energia che ogni oggetto possedeva e che traspariva anche solo quando la manipolavi,la spostavi o ci guardavi dentro. Energia buona se era di qualcuno felice o energia grama se era di qualcuno triste o se in famiglia le cose non "giravano " bene.
Che fosse stata radio,giradischi o tv bè anche se inanimata a volte "parlava" con me.

L'oggetto che più aveva sofferto queste cose era sicuramente il giradischi ,solitamente amplificato e qualche volta pure fonovaligia.
Dicessi che non ne è mai arrinato uno danneggiato da qualche genitore che lo riteneva colpevole se il figlio non andava bene a scuola o si drogava mentirei. Pure mia nonna metteva in pratica tante piccole ripicche,mezziucci infami il cui bersaglio er apoi un oggetto sicuramente inanimato colpevole solo di riprodurre musica

Nessun genitore che abbia mai pensato di tirare un oggetto duro sul frontale di un ultracolor,di un saba o di un mivar a tiristori. Forse per l'alto costo dello stesso o forse perchè sapevano di rischaire di lasciarci le pelle qualora un frammento li avesse colpiti in zone critiche.
Fare saltare o meglio implodere un tubo catodico comporta certi rischi difatti solitamente quando una tv finva nei rifiuti si rompeva il collo del cinscopio per evitare il rischio implosione.

Il greco abitava tre via più in giù del negozio (quindi alle spalle di dove abitavo io) aveva una casettina bassa con 4 stanze e un piccolo giardino con gazebo e qualche pianta.

La ceart
Ci sono negozzi "di elettronica" ma quello era "IL" negozio di elettronica. a dentro ci trovavi di tutto. C'è ancora ,sempre nello stesso posto di dove era allora e penso che se ci capitassi all'interno nonstante l'odiosa museruola magari mi riconoscerebbero ancora.
Grosso bancone,una MAREA di componenti appesi e tutto ma proprio TUTTO quello che ti serviva per fare qualunque cosa. Dall'integratino alla resistenza al trasformatore. Prezzi buoni (ma non ottimi,la gbc per alcune cose era meglio) e sopratutto molta cortesia anche per chi come me era agli inizi.
Alla ceart avevo comprato il mio primo kit ,un ampli da 10 W (che poi ne faceva si e no 4) della else. .
Kit peraltro problematico e non perfetto. Ed ho conosciuto due grandi amici che ancora adesso mi accompagnano e sono il TDA2002 e il 2003 due banalissimi integratini di amplificazione e neanche tanto buoni. Ma con qualcosa di sincero all'interno. Molto migliori di tanta roba che li ha preceduti e di qualcosa che li ha pure seguiti.
 

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Alla ceart di fatto ci andano ogni 3 o 4 giorni e prendevo sempre parecchia roba. Lo zaino arancione dell'invicta lo riempivo quasi sempre. Inutile dire che quello zaino lo ho ancora anche se ben consumato e pure un goccio rosicato dai topi.

Il gioco in cortile
Il palazzo dove abitavo era uno dei veramente pochi dove era consentito ai bambini giocare in cortile anche se la regola era di fare giochi poco rumorosi e sopratutto di non farsi male.
E sopratutto non fare venire gente fuori dal palazzo. Quello era l'imperativo e veniva fatto osservare dai personaggi di quella che chiamavamo "scala veneta" perchè la dentro erano (oddio non proprio ma lo sembravano) di quell'origine.
Difatti quando c'era Alessandro io preferivo defilarmi perchè lo standard era del gioco in cortile: il calcio (pù pù pù) girare in bici in tondo oppure e ogni tanto succedeva respirarsi il puzzo delle auto che entravano e venivano.
e doversi sempre spostare anche se magari giocavi solo con uno scatolone e le macchinine.

Ogni tanto qualcuno portava giù qualche giocattolo a batterie ma il divertimento complice la durata indegna delle pile di una volta durava proprio poco.

Andava un pò meglio quando scrivevamo con i cocci di mattone sul pavimento in cemento disegnando una pista (sui muri era vietatissimo) e poi spingevamo le macchinine. Anche perchè diciamolo ....ci divertivamo con molto poco

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Le montagnole


Ecco un altro posto nel quale la libertà dava bene o male sempre fastidio a qualcuno. Quando da qualche parte si scava vengono accatastati i mucchi di terra da qualche parte e qui complice i tanti passaggi in bicicletta e complice il calpestio naturale di fatto ecco un campo da motocross in miniatura fatto e finito.
Questa volta i rompimaroni non erano solo i proprietari del campo che però venivano ogni tanto nma gli spadaccini,sembrava quasi che prima delle 14 fosse il loro regno e anche di sera tardi.
Una volta c'era parecchia gente che si bucava a differenza di oggi.
E come non ricordare il fratello più grande di chi girava con noi che magari stava male perchè si faceva "quelle brutte cose lì" o peggio se rubava in casa o menava un pò troppo.

Nelle montagnole ci andavi con la bici facevi due mezze pedalate sono in alcuni punti ed era un salire e scendere adrenalinico. Ogni tanto qualche bicicletta faceva SCRACK e si dissaldava ma una volta erano di ferraccio e allora bastava portarla da Fortin due punti a filo continuo e via per nuove avventure!.

Ovviamente quelle che si rompevano erano quelle pieghevoli tipo graziella o qualche bici elegante da passeggio . Io sulle montagnole ci ero andato pure prendendo la bici di mia nonna,una eusebi da 28 senza cambio e non si era rotta,ma sarebbe poi "andata" qualche anno più tardi. Ma fuori da questa narrazione.....he he he.

Il bar di Maria

Era il bar che c'era esattamente tra casa mia e quella di alessandro,ma non era il nostro ritrovo abituale. Eravamo liberi e volevamo esserlo ancora di più. Chiudersi in un bar non era il nostro ideale di libertà. Ogni tanto ci andavamo ma più per i videogiochi e il jukebox che per la compagnia.
Quasi nessuno del mio palazzo a parte Pries andava a quel bar.

 

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  • 1 month later...


Piglia legno
Piglia legno era il fornitore ufficiale della crew di legno compensato che serviva per costruire ogni cosa. Dalla casa delle bambole.le rampe per le macchinine per farle saltare come vedevamo in tv con quelli che con l'auto o la moto saltavano vari oggetti.
E sopratutto le casse acustiche perchè mentre 20 anni più tardi la fissa era il computer,prima era "lo stereo" . Autocostruire era l'unico sistema per non farsi pelare da addosso i pochi soldi che si avevano. E sopratutto non portarsi a casa ciofeche ad alto prezzo.
Da piglia si facevano tagliare i pezzi di compensato,pagavi e poi lo andavi a prendere mezz'ora dopo.

Zio mario
Mio zio è anche colui che mi ha svegliato su tante cose specialmente sui motori e sulla meccanica. Lo chiamavo anche lo zio maggiolino perchè è stata l'unica auto (come modello) che ha avuto fino a tarda età quando ha preso una ford fiesta.
Ricordo tante serate passate a smontare modificare,creare e poi i seguito a collaudare su strada. Prove su piccole cose,un carburatore piuttosto che un altro,o sul tergicristallo a velocità variabile.
Con lui qualche volta andavamo allo sfasciacarrozze a prendere qualche pezzo.

La maplin
Era il limite verso la valle di susa del nostro territorio. Una fabbrichetta come tante altre,ho poi scoperto anni dopo che stampavano plastica. Era curioso il sistema di raffreddamento che avevano per i macchinari,una serie di fontane che gettavano in una piscina. In pratica una torre evaporativa bassa. Era anche la via che portava a quello che diventerà poi in seguito il rettilineo della ferrovia quando verrà allungato.

I giardini del bar tabacchi
Sono dei giardini dove la loro fontanella ci aveva "salvato" quando nel nostro palazzo del kaiser che ne aveva sempre una era scoppiato un tubo. Lo scoppio dei tubi era lo sport preferito infatti non c'era un solo mese che non si sentiva tutti i momenti spaccare tutto o in un alloggio o in ul altro e quando capitava ,lo si riparava e tutti momenti capitava da un altra parte.
Un altra cosa bella del bar tabacchi è che era il punto di incontro tra i giovani della nostra borgata e quelli di torino perchè di fatto 30 metri più avanti iniziava torino.

Il macellaio gian mario
E' morto prima che andassimo via da quel palazzo schifoso,mia nonna lo lodava come "quello della carne tanto buona" e se adesso ho qualche problema di prostata e se quando ero nell'adolescenza avevo dolore ai capezzoli FORSE era per tutte le vaccate che mettevano nella carne in quel periodo. Ricordo che anche al gatto che avevo in quel periodo ossia pucci ..la tigre corta..gli si erano gonfiati i capezzoli e spruzzava pipì dappertutto. E voleva sempre uscire. Essendo principalmente carnivoro è facile fare due più due.

Sospendiamo ora il discorso luoghi e persone perchè mi è ritornato in mente un episodio,capitato nel negozio del greco. Ricordo che davo una mano (in nero ovviamente) al greco a riparare radio e tv. Ovviamente mi faceva fare le cose meno pericolose,specialmente all'inizio.
Quante radioline a batterie che ho resuscitato (e si che a volte bastava davvero poco) ma quella che mi è rimasta in mente è stata una fonovaligia dual. Non mi chiedete che modello fosse,so solo che mi ha fatto un immensa tristezza.
Ogni epoca è stata contraddistinta da un oggetto che ci ha accompagnato poi nello scorrere nel tempo. Le fonovaligie ossia valige col giradischi dentro erano il retaggio dell'epoca precedente,come prima lo erano state le radio a valvole.E dopo lo sono state le radio portatili a doppia cassetta note come ghettoblasta.
A volte capita che le donne che non capiscono un kaiser di elettricità ci mettono la mano su tanti oggetti e non è un segreto che solitamente li rovinano irreparabilmente. A quella fonovaligia dual era toccata quella tragica sorte.
La signora smanettando e toccando non doveva la avera guastata e portata a vedere.
la avevo aperta col greco e prima di aprirla avevamo notato che il cambiotensioni era stato messo su 110 volt.

A differenza di oggi che la tensione è uguale ovunque una volta c'era un oggetto che consentiva di selezionare la tensione.
Ma che ovviamente andava manovrato CON LA TESTA che quasi mai è tinta e arricciata dai bigodini.

Dopo aver cambiato il fusibile il greco l'ha provata usando un disco che era insieme alla fonovaligia. Strauss "der rosenkavalier" titolo mai sentito. Il greco mette il disco sul piatto dopo aver cambiato il fusibile,imposta 33 giri tira il braccio idietro e senza pensarci due volte mette il braccio sul disco,non proprio all'inizio.


Apriti cielo!

Appena il piatto comincia a girare si sente un odioso TAN TAN TAN metallico chiaro segno che la puleggia che fa girare il piatto è deformata perchè è stata troppo tempo sullo stesso posto o non è stata spenta staccandola dal perno motore (che solitamente è pure caldo e la puleggia è in gomma). Dagli altoparlanti esce un ronzio classico di "qualcosa che non va" un UMMMMMMMMMMMMM ma era piuttosto basso e quindi non lo ha allarmato.
Non appena il braccio tocca sul disco ,esce ,soffocato dal ronzio e dalle righe che si sentono eccome un ululato lupino che fossimo stati in aperta campagna avrebbe potuto riusonare come un richiamo per il branco.
Ululato che durò molto poco perchè dopo meno di 10 secondi il ronzio si è alzato di volume e un POUM che sembrava un petardo se ne esce dalla scheda elettronica con una fumata.  
Il greco stacca al volo la spina,senza addentrarmi in roba troppo tecnica erano pariti un paio di condensatori di cui uno grosso,il trasfornatore e il raddrizzatore a piastre che puzzava di pesce marcio.
Non avrà portato via comunque più di un ora la riparazione e ovviamente la funzione del cambio tensioni la abbiamo abolita facendo in modo che qualunque posizione la facesse girare sempre a 220 volt.

Dando l'illusione a chi per dolo o incapacità cronica il comado fosse ancora attivo

 

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  • 2 weeks later...

Il campetto dei ranger
Nel nostro paese l'unico sport che viene considerato da tutti è il calcio. Trovo assurdo che durante i mondiali il paese intero si fermi e sembri tutto fermo come quando la chiusura indegna "da virus" ha svuotato le strade.
E anche nei ragazzi lo sporco bisness del pallone fa si che un pò ovunque sorgano strutture di fatto solo ed esclusivamente dedicate al calcio.
Il campetto dei "rangers" squadra locale era all'iizio dove adesso sorge il rettilineo della ferrovia e sicuramente hanno fatto un salto di qualità perchè la vecchia struttura era un bugigattolo malfermo (con annesso campo) con all'esterno alcune bombole del gas attaccate agli scaldabagni per fare la doccia.
L'illuminazione ora dotata di pali e fari era fatta da alcuni lampioni che sembravano quelli stradali dismessi da tempo con la lampadina  a boccia. Ogni tanto qualche lampione,visto che era basso veniva colpito dal pallone e la lampadina saltava in mille pezzi.
Il campetto dei ranger esiste ancora dopo il suo trasferimento.
Mentre alcune strutture sperimentali come il campo di bmx e altre cose sono ovviamente spariti.Perchè in questo paese è tutto schifosamente legato al calcio.
E quindi non è da ieri che queste cose capitano. Le stesse reticenze le ho incontrate quando avevo praticato altri sport come l'hockey (su ghiaccio e rotelle) . Ma qualunque cosa è diversa dal cessoso calcio ....bè ora sapete come la penso.

Le case popolari
Erano in costruzione quando avevo conosciuto Petrucci,sono situate nello spazio che va da via vandalino e il rettilineo della ferrovia. Tanto è vero che avevamo visitato il cantiere e anche più volte.
Guardando una delle foto del matrimonio di mia madre,ovviamente in bianco e nero,si vedono nella zona solo prati dal balcone di casa. Ora è pieno di palazzoni indegni e ne stanno ancora studiando di metterne altri.
E il verde? Non pervenuto! Tutto è un rifiorire di lampioni e strade. Addirittura un palazzo scavalca una delle vie. Pena immensa e profonda per tutti quegli spazi verdi dove noi ci divertivamo 35 anni fa almeno.
Non è questione di piagnucolare in sile ragazzo della via gluck,semplicemente è orrido pensare che di tutto quello spazio verde siano rimassti pochi alberelli malati nel parcheggio di ogni palazzo.

La ferrovia
Sono due binari rettilinei che delimitavano il nostro territorio su uno dei lati. La ferrovia è la torino modame,dove passavano e passano ancora treni stracarichi di auto,non dimentichiamoci che si era nel boom motoristico e bisognava riempire di auto le strade.
Si vedevano treni di auto nazionali andare verso la Francia e arrivare marchi come peugeot e renault.
La ferrovia in parte è stata anche teatro di divertenti episodi ,non tanto per la ferrovia in essere ma per il riferimento nello spazio che era nei racconti dei nostri trascorsi..

 

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Abbiamo poi fatto varie uscite spesso di sabato o al pomeriggio per ovii motivi scolastici.

E molte cose viste con i nostri occhi sono ben diverse da come erano quando si vedevano con i genitori,forse quell'alone di proibito o forse la possibilità di vedere cosa effettivamente interessava a noi.

Quasi all'inizio mai vedevo certi reparti dei supermercati con la calma e la voglia di vedere.

Perchè comnque a me i vedere un vestiario da sfigati che poi mi avrebbe fatto schifo o le solite stupidate di pentole e roba da cucina proprio zero.

I veri reparti che interessano al maschio sono quelli dell'elettronica di consumo,degli articoli sportivi,del fai da te e poca altra roba.

Il maxi standa visto con i nostri occhi,è molto diverso da come me lo dovevo subire con mia madre e mia nonna. Ci siamo andati un martedì pomeriggio,finita la scuola via sul 36 (era troppo lontano per andarci in bici) che fermava davanti .
E poi una volta scesi via,con i nostri occhi che osservavano da "liberi" e non da guidati.
Quasi manco sapevo che c'era una porta a livello terra visto che sempre ci salivamo al piano sopra con la 127 e quella deficente di mia nonna faceva girare sempre due o tre volte il parcheggio perchè non aveva voglia di fare 2 passi fino alla macchina. Comodastra come era.

Siamo entrati dalla porta sotto quindi,e via l'interno. Prima zona,elettrodoomestici ed elettronica di consumo.Mi aveva colpito lo sguardo una autoradio autovox,la kobra esposta ,quasi da brutto anatroccolo insieme a tante radio molto più dotate e tutte con autoreverse,cosa che io pure oggi ripudio sulle autoradio in quanto la giudico da pelandroni.

Quel modello sarà poi uno dei tanti feticci "da avere a tutti ii costi",e poi continuiamo,quanta roba mi sono perso in tante uscite con i miei.

Articoli sportivi,roba per arredare il giardino,attrezzi,pile,lampadine (per esperimenti) e (all'epoca già si iniziava) l'arredo bagno.

Abbandonati (io purtroppo no,fino a che non ho potuto dire la mia in casa) gli orridi mobiletti in plastica stampata con lampadine indecentemente poco potenti che scaldavano e non ci vedevi un.....(ok quello) e con scompartimenti che non ci stava nulla,specchi che sembravano ticchettati dalla popò delle mosche.

E sopratutto con quella bella linea moderna che oggi sarebbe lo standard ma all'epoca era quasi eretica.

E poi via a prendere per il di dietro alcuni reparti ,come ad esempio le scarpe. Quello che magari i genitori mi avevano proposto il giorno prima era poi quello che era cioè almeno esteticamente roba da sfigato.

Un particolare che il mio ricordo del reparto scarpe che mi ritorna spesso in mente è la presenza di due-tre sgabelli con parte inclinata. Che obbiettivamente erano tutto tranne che comodi. Ci saranno ancora?

Le scarpe da supermercato comunque facevano schifo,ricordo che uno dei pochi paia belli che ovviamente aveva scelto mia nonna sotto mio continuo pressaggio (perchè volevo qualcosa di moderno) erano dolorose da tenere. E mi hanno pure rovinato una gita al mare.

Io mi chiedo se certi designer di abbigliamento a basso costo prendano esempio dai presidi ospedalieri per le loro idee. O da loro vengano foraggiati per fare vestire così male la gente..

Altre cose belle erano tutti gli attrezzi per la manutenzione della casa,trapani più o meno dotati (noi a casa avevamo un cesso recuperato da mio zio in chissà che rottamaio) e ogni sorta di chiavi e olii vari. Insomma il regno proibito per un maschio che desidera di essere tale in una casa nel quale le donne regnano un goccio troppo.

Sebbene avessi voluto spesso comprare mezzo reparto alla fine ti accorgevi che era tutta roba che bene o male già avevi .

Usciti dal maxi standa eravamo andati in un grande autoaccessori che era lì vicino,giusto attraversato corso Francia. Alessandro cercava delle griglie per altoparlanti ma nonostante abbiamo girato,chiesto e riguardato ...nada!

Riprendiamo il 36 contenti del fatto che avevamo fatto stranamente in fretta ,visto che con nonna tongolona tutte le volte che ci andavamo in macchina perdevamo ore e uscivamo col carrello così pieno che quasi si impennava! E poi a casa ci toccava la spunta dei prezzi numerino per numerinio,perchè se no nonna pensava di essere stata fregata e allora nada fare da mangiare!

All'upim di piazza massaua ci siamo andati uno-due mesi dopo

 

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Ed è una delle tante volte che il piccolo petrucci ha buttato fuori un vestiario che veramente "ispirava" . In quanto (e non so come li facesse a trovare) stavolta pur essendo tutto in "nero" il piumino era di un arancione e sembrava proprio un giubbotto di salvataggio tanto che era gonfio di piume.
Io mi chiedo come fosse possibile che i miei genitori portassero a casa dell'abbigliamento ogni volta più sfigato,almeno come aspetto e lui,solo lui trovava quella bella roba.
Forse perchè essendo piccolino e a lenta crescita conveniva di più spendere per vestirlo bene.
L'unico piumino senza maniche che mi hanno fornito i miei era uno sfiogatissimo verdolino che sembrava un marone sgonfio tanto che era carente di imbottitura. E l'aspetto di stoffa normale invece che materiale sintetico non lo aiutava.

Veniamo al vestiario,il suo aspetto giocattoloso era decisamente aiutato dal vestiario che stavolta era bello attillato e sembrava gommoso come consistenza. Una volta i pantaloni della "tuta da ginnastica" erano per tutti quelli di colore solito blu elettrico con le solite tre striscie stile carabillos sul fianco. Lui riusciva a trovarli (evidentemente sua madre andava oltre lo squallido bottegaio dell'angolo) con vari disegni e in quel bellissimo nero lucido e opaco ,che tanto appassiona (ora non lo sapevo) gli amanti della gomma e cuoio.
Era anche molto bello una sorta di "quasi cappellino" che copriva i lati della testa lasciando i capelli fuori che peraltro erano neri e lisci quandi molto coprenti . Un pò come certi cappellini da sci nati oltre 10 anni più tardi con i finti capelli gialli sopra.
Diciamo che riduceva o azzerava la pelle intorno al volt lasciandone fuori solo una parte. Ne aveva due,uno stile ninja con solo gli occhi fuori e l'altro che aveva questa volta che gli lasciava fuori la faccia.

Faccia peraltro molto chiara e piena di lentiggini.

Oppure come i guantini a mezze dita. Ma questa volta c'era qualcosa di più. Già quando eravamo sul 36 ,visto che c'era un solo posto libero si era seduto sulla mia gamba sinistra appoggiandosi come soleva fare di solito (avvantaggiato dal fatto che era piccolo) la sua testa sul mio collo.
Ciò a volte sconcertava le popò benpensati,diciamo che le reazioni secondo me sarebbero state anche peggiori se avesse avuto un aspetto non femminile (in pochi oltre a chi era in classe con me pensavano fosse un maschio) inoltre il suo stile con cui si vestiva respingeva i benpensanti che si sarebbero rifiutati di fare qualunque domanda.

Per l'homo televisionato eravamo solo un ragazzo con i capelli lunghi e una ragazza piatta come un ferro da stiro. Quelli che più facevano commenti erano i vecchi (difatti una volta quando ero da solo con uno di quelli ci ho pure litigato) su quella linea di emme che era il 33.
Pulman che se scoppiasse farebbe un favore al'imps!

Detto fra di noi qualche sensazione strana l'ho avuta (ho detto strana non piacevole nè spiacevole. Visto che era seduto sulla mia gamba e che il braccio sinistro di fatto non sapevo dove appoggiarlo lo ho infilato nel buco del braccio del piumino arancione appoggiando la mano larga sulle due ossutissime e sporgenti scapole . Mentre appoggiate sulla gamba sentivo sporgere sotto alle natiche le due ossa delle gambe. Come due punti pesanti sulla mia gamba.

Ricordo che mentre il 36 era pieno che scoppiava tutti i momenti il 33 era sempre vuoto. In realtà si riempiva in seguito andando in centro,in particolare nell'odioso borgo san paolo  (peraltro dove abitava la mia madrina del battesimo) dove per camminarci sui marciapiedi dovevi usare gli stivali di gomma anche d'estate per la troppa maleducazione dei cani.

All'upim di piazza massaua ho poi rischiato di non potere andarci poi mai più per un increscioso incidente che capiterà più avanti nel tempo  (circa 1 anno dopo la morte di Alessandro) ma ne parleremo da un altra parte.
Una volta arrivati la nostra attenzione si era rivolta a una giostra aerei montata di fronte nel piazzale (ora c'è un giardinetto) ,che in effetti ogni tanto montavano. Negli anni 80 era normale che ogni tanto magari per la ricorrenza di un quartiere o qualche altra occasione montassero delle "giostre isolate" .
E quella lì era.

Inutile dire che un paio di giri ce li siamo fatti,poi siamo entrati all'upim.

A differenza del percorso obbligato che seguivo con mamma e nonna questa volta siamo entrati e abbiamo cominciato a vedere le cose che interessavano a noi. Accessori auto,materiale elettrico,attrezzi,lampadari (una volta li vendevano ovunque e c'era un punto nel quale erano anche appesi) e oggetti di casa.

Già in un posto mediocre come l'upim erano visibili pentole e accessori per la casa che probabilmente in una casa mia avrebbero spazzato via e non a torto certe brutture che mia nonna continuava a usare.

Abbiamo comprato qualcosa? No,sebbene avevamo qualche soldino le cose che ci attiravano facevano parte di una delle seguenti categorie: Ossia,roba che se sgamata avrebbe senz'altro fatto chiedere dove era stata comprata. Roba che comunque spettava ai genitori rifornire (per esempio le lampadine di casa) ,Roba che c'ea già in casa e benchè spaventosamente migliore avrebbe fatto litigare.
Inoltre visto che alla fine avevi la voglia di avere tutto poi ci pensavi un attimino e i quello per cui sbavavi alla fine non ne avevi bisogno. Inoltre non era tutto oro cosa luccicava in quanto molti oggetti erano si poco costosi (ma non tutti,anzi c'erano anche cose care e pessime) ma tecnicamente osceni.

Ricordo delle pile a secco con un marchio strano,mi sembra louk,che non erano proprio niente come durata. E lampadine sempre dello stesso marchio che duravano come potevano.Inoltre scaldavano tantissimo ma a quel tempo le lampadine scaldavano più o meno tutte.

Mentre con le donne di casa all'upim ci si passava poco tempo e il resto del tempo lo perdevano allo sma (alimentari di fianco) noi allo sma ci siamo andati soo per prendere qualcosa da sgranocciare perchè a differenza dei giovani attuali eravamo sempre fuori e in movimento e bruciavamo più calorie di un jet militare al decollo.

L'ultimo supermercato dove siamo andati era sempre l'upim ma quello di piazza sabotino ,e per andarci prendemmo l'orrido pulman 33,tornammo poi dopo un lungo giro a piedi sul tram (il 15) e prendemmo poi il 64.

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Fu l'ultima volta che con lui andai in un grande magazzino,ci andammo subito prima le vacanze di natale ,poi sarei andato nella seconda casa. Salimmo sul 33 andando a prenderlo su corso Francia e MIRACOLO un pulman pubblico vuoto.

Saliamo sul solito 421 che equipaggiava tutte le linee urbane (stava avvenendo la transizione da bicolore ad arancione) e via.

A differenza del 36 (che è tutta diritta) il 33 è una linea piena di curve,molto cattivamente si potrebbe dire che è stata fatta così per macinare gli anziani che lo riempiono visto che tutti i momenti sterza e i soggetti che lo riempiono (e poco per volta che va avanti si riempie) li vedi tutti ben aggrappati ai tubi di metallo che all'interno servono appunto per tenersi.


Fortunatamente sui mezzi torinesi non ci sono quelle tristissime maniglie con il pezzo di cuoio che le tiene che tanto sa di maniglione che c'è nei letti da ospedale e in quelli milanesi.


Eh,si,già sapete come la penso sui grandi centri urbani...il mio pensiero in 35 anni non è cambiato. Boletus atomicus Facci sognare.


Il 33 passa da corso Francia e lo abbiamo preso nello stesso punto dove si prendeva il 36. Avremmo potuto prenderlo da via ieti ,sarebbe stato molto più "antisgamo " ma tanto è.


Arrivare all'upim di piazza sabotino è comodissimo perchè in quella piazza invero non molto bella è crocicchio di tante linee. Infatti dopo l'upim siamo andati a vedere la vetrina di un importante negozio di hi fi  che era lì vicino. Eh...si lo "stereo" era il primo di tutti i sogni dell'epoca.


Non appena entrati dentro,abbiamo sentito uno dei segni del turbocapitalismo ossia quelle musichette con voci angeliche e canti natalizi. In realtà più che voci angeliche sembravano voci evirate da qualcuno che si fosse beccato una martellata sulle sfere.
E' da notare che mentre in tutti gli altri stati ci sono versioni anche rock o comunque molto orecchiabili delle canzoni natalizie qui si era rimasti in odore di incenso e umidità chiesarola.
Quasi era fin bello e faceva "natalizio" vedere il ti tì ti tì dei neon esauriti perchè se guardi bene in ogni supermercato c'è n'è qualcuno.
E qui mi sono reso conto poco per volta del concetto di capitalismo o meglio del suo lato odioso.
Fatto di oggetti di fatto presenti in tutti i supermercati anche di diverso marchio ,tutti uguiali e stranamente a prezzo leggermente diverso a seconda del posto dove vai.


Anche in questo caso Alessandro ha sfoderato un look giocattoloso con il giubbotto in pelle sotto il piumino senza maniche e i pantaloni coloratissimi ,probabilmente da sci.
Non era raro che camminando in giro venisse fatto oggetto di sguardi e commenti solitamente benevoli salvo talvolta qualche mummia che faceva sempre i confronti col suo tempo .
Il giro all'upim non durò tantissimo,poi ci dirigemmo a vedere la vetrina del negozio di hi i che aveva una zona tutta dedicata all'usato.


Lì potevamo ammirare i nostri sogni proibiti,amplificatori,lettori di cassetta,giradischi e quant'altro.
Ma frenati un pò dai soldi,un pò dal voler fare "da se" e un ostracismo economico da parte sua  in quanto a casa sua non si nuotava nell'oro . A casa mia invece c'erano i "no" dela nonna in quanto il piatto giradischi "grande" non serviva perchè la casa non era una discoteca e tutto il resto,bè per mia nonna dovevo solo "studiare" e mia madre un pò per motivi di famiglia e un pò perchè non avrebbe potuto fare diversamente gli andava bovinamente dietro.

Stranamente le cose cambiarono due anni dopo e pure io ebbi "lo stereo" (e anche buono....) ma con una serie di divieti indecenti (tipo l'uso di alcuni dischi vecchi,il non ascoltare certe radio straniere "perchè c'erano scariche" e altre stron[NON SI DICE] che obbiettivamente cozzavano oltre che contro alla fisica anche contro ogni elementare buonsenso) e un controllo "tutti i momenti". Ah....non dovevo registrare i dischi per gli altri e volutamente lo avevano preso senza la doppia cassetta.Perchè è immorale,è illegale etc etc.
 
Petrucci invece continuò ad avere quella peraltro bella autoradio montata in casa,che io sappia fino all'ultimo giorno.
FORSE,ripeto forse uno dei tanti motivi per cui ho continuato a ravanare nell'elettronica (con discreti risultati) è stato il voler continuare la strada iniziata con lui.
Del resto la mia passione per l'elettronica mi ha portato in diverse feste a stare dietro ai giradischi e al mixer invece che a strafarmi sui divanetti o a stare dietro a perdere le bave dietro a qualche gallinaccia che se la tirava più di un elastico di camera d'aria.

Al ritorno abbiamo fatto un passaggio al mitico negozio di Poma dischi,dove peraltro ci andò a lavorare mia zia Erminia (una delle 23...prof alla santorre di santarosa) una volta andata in pensione ma obbiettivamente di singoli a 45 giri non abbiamo trovato nulla di buono. Secondo me era un periodo di calo musicale (ce ne furono tanti altri dopo).

Ma di musica parleremo più avanti.

 

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Un altro negozio dove eravamo andati insieme ma stavolta con mia madre che ci ha portati con la macchina,questo in che periodo? Chi se lo ricorda,ricordo che la cronologia è un pò quella che è in quella che è una improbabile trama di un ancor più improbabile film che non verrà mai girato.
Il negozio in questione si chiama Mario piglia e figli,ci sarà ancora? Non sono un malato di google street map . Su goggle lo dà ancora vivo.
Andammo una sera in quella grossa cartolera,fu da un lato illuminante ma dall'altro lato deludente. Perchè se da un lato era ENORMEMENTE migliore della cartoleria "la fiaccola" che avevamo dietro casa,dall'altro aveva prodotti di una tristezza tale ,ottimi forse per un agenzia di pompe funebri ma non per elementari e medie.
Si,unica concessione alla modernità era avere la smemoranda,per il resto bè...bè ....bè...avreio visto di meglio.

E' stata una delle poche volte che con Alessandro ho parlato pochissimo perchè di fatto era mia madre che parlava. Ma a differenza di mia nonna non era mai noiosa. Se parliamo di diario scolastico il più interessante era un agenda di non so che azienda che metteva in guardia dai pericoli domestici e di fatto insegnava un pò di tutto.
Da come ci si ustionava con i fornelli,si saltava col gas,ci si friggeva con la corrente,si cadeva da grandi altezze,si faceva il botto in macchina.
A me invece toccava sempre il solito diario senza nessuna immagne,scritta o altro perchè dovendo passare sia l'approvazione di mamma che di nonna di fatto nulla passava.
Un anno ero quasi riuscito a prendere quello di sturmtruppen ma poi nonna lo ha guardato meglio....è razzista,è nazista...proprio tu che hai avuto tuo papà nella wehrmacht e tuo marito nella resistenza.
Eh....nostra signora dell'ipocrisia.
Un altra cosa che mi ha colpito di quel negozio era la presenza di un bancone intero di candele con tutte le forme possibili e immaginabili,a papera,a orsetto,a asinello. Difatti una candela a forma di anatra (che sarebbe stata fin un peccato accendere) è durata per anni nella seconda casa vicino al portafiori.
Una parentesi automobilistica? La 127 di mia madre
Di per se non è nulla di più che una comune automobile a benzina di colore granata,con 2 porte e 5 posti . Chissà quante ce n'erano sono di simili in giro. Era una prima serie,una macchina che ci ha portato un pò ovunque anche se mia madre come manutenzione facesse cosa poteva. La ricorderò in altra sede.
Quello che invece mi interessa ricordare è che il suo clacson quando scendeva in cortile er il "segnale" delle 17,20 circa perchè arrivava dal lavoro.
Un PIIIII che risuonava sulla discesa dei garage per noi che giocavamo in cortile anche perchè non voleva investire nessuno.
E qui dal garage vuoto ci trasferivamo un pò più in là per giocare. O nel garage di un altro. O ancora verso la salita O sul marciapiedi davanti.

Il condominio di Grugliasco era la quintessenza della cosa dimensionata male con spazi sfruttati peggio. Ennesimo casermone,due scale,fatte peraltro con un sacco di spazio sprecato. Rampe di scale messe alla stupida,illuminazione pessima. Ma ne parleremo poi più avanti.

Ed era anche la casa dove tutti i momenti c'era qualcosa che si rompeva,il riscaldamento non era un granchè e sopratutto tutti i momenti c'era qualcosa su cui si dovevano fare riunioni di condominio straordinarie e approvare sempre lavori

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  • 2 weeks later...

Un altro episodio che mi ritorna in mente della vita di Petrucci è quando abbiamo guardato insieme a casa sua il film "capricorn one" sulla missione mai partita per Marte,nè io nè lui eravamo poi così attratti dal complottismo ma dalle tute spazali si,e mentre io avrei voluto replicare per me quella del pilota di goldrake,a lui essere scafandrato NASA sarebbe piaciuto,forse e anche perchè lo avrebbe ingrandito un goccio. Ogni tanto ne parlavamo e stava "progettando " qualcosa per carnevale.

Ma prima una parentesi di arredamento,nè farò altre durante la narrazione.
Casa sua benchè un goccio più piccola della mia era arredata molto meglio.
Già avevo parlato della sua camera ,ora veniamo alla cucina (poi nel corso della scrittura verrà tutto il resto) ,intanto,fondamentale mentre da me c'era l'odioso cucinino,inutile da lui non c'era e la cucina era un tutt'uno.
Inoltre benchè qualche metro quadro più piccola da lui non c'erano cose inutili e quindi lo spazio era sfruttato meglio.
Niente armadione a 6 ante con vetrate a mosaico di cui mia nonna andava fiera ma che era pieno di tanta di quella porcheria che avrebbe fatto contento un rigattiere. Niente lampadario a tanti bracci,un normale neon da ufficio che con la sua sobria eleganza faceva quello che poteva. L'armadio era solo un 4 ante ma tanto più basso e utile,tavolo più piccolo del resto in quell'appartamento erano due o tre ,come del resto da me e allora un tavolo da 2 metri e mezzo a cosa sarebbe servito?
Anche la tv un goccio più piccola della mia ma più che sufficiente non essendoci la nonna con miopia -20 (se va bene).   

Ebbene noi di fronte a quel film in base a cosa dicevamo oggi saremmo stati condannati per "fat scamming" "woman scamming" "old scamming"  "political scamming",giusto per citare tutte le forme in uno schifoso inglese di emme che mi abbaiano ogni volta che apro bocca... e ogni altra discriminazione che facevamo con gusto estremo...Alla faccia del policamente corretto.

Prima scena ,quando gli danno la bibbia da portare su Marte,si,visto che il missile è fatto col didietro gliela danno per dire le ultime preghiere! E poi si va con i vari politici.
A cominciare dal definire "ciabatte" certi personaggi,ovviamente americani,grassi come balene,calvi e con la faccia che sembrava una vescica gonfia fino a scoppiare.  Strano che un popolo di ciabatte così abbia potuto inventare tutte le cose "libere" che ha inventato,la bmx,la mtb,lo skateboard e lo snowboard.

Come il primo politico che chiede un binocolo in più per la moglie che invece non è così approfittatrice. Ma magari lo potrà diventare in caso di divorzio,chi lo sa?.
E altri personaggi che occupano i piani della NASA. Qualcuno ricorda pure il colletto bianco inseguito dal cammionaro assassino in duel. Viene voglia di telefonare al cammionaro per fare un replay.

O quando si trovano di fronte al finto lem del teatro di ripresa ,pensa se adesso andasse via l'aria,la cravatta lo strozzerebbe meglio. O tutti gli schifosi ricatti. O lo sgallinamento femminile oppure ancora il marciume imperante in tutto il film.

Quasi fosse un film politico piuttosto che ambientato nello spazio (ma ovviamente nello spazio non si era andati) .

E poi ovviamente a discutere su cosa fosse quella corruzione di un settore,quello politico marcio fino al midollo. Probabilmente abbiamo parlato per tutto il film ma eravamo,sebbene dentro una cucina e non in giro....liberi.

Quando poi il film fa la conclusione,troppe cose che andavano storte tanto "per" .

Finito il film c'è rimasto un goccio di amaro in bocca e qualche parolina sulla "luna" e sulla reale o meno missione che sia avvenuta o meno,ma a me non fegava più di tanto,io avrei voluto onquistare il west non la luna. lui invece si era messo in testa di avere una tuta spaziale per carnevale e avevo proprio idea che magari se la fosse voluta costruire.

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Idea sempre più consistente quando avevo notato che aveva aggiunto una serie di voci al suo block notes. Quasi come il più moderno tenente colombo,lui aveva un block notes su cui annotava tutto cosa gli "sarebbe servito". ed erano state aggiunte una decina di voci,lo avevo visto di sfuggita quando lo aveva tirato fuori per un uscita a un altro negozio.

E veniamo all'altro posto dove ero andato con lui,stavolta con sua mamma,e anche qui aveva dato prova di un intelligenza superiore. Si tratta del più grande (per l'epoca) negozio di articoli sportivi che manco a farlo apposta era vicino a quell'enorme cartoleria dove eravamo andati con mia madre.

Più grande negozio ma non più fornito,perchè non trattava tutti gli sport ma comunque molto fornito.
Per noi era un pò il regno del proibito,specialmente per il vestiario visto che tutto quello che si vedeva lì dentro era oro in confronto alla roba da sfigato che i miei sapevano solo comprare.
Lui invece si era un pò fossilizzato nel reparto subaquea,non che fosse una cosa interessante ma si era messo a guardare particolari costruttivi,roba che almeno a prima vista ritenevo la più insignificante del mondo.
Siamo poi andati a vedere altri reparti,principalmente l'eventuale vestiario da vedere tutti i giorni addosso. Perchè mi sono ripromesso di tornare con mia madre prima o poi a rifarmi il guardaroba.
Meglio ovviamente che non venisse mia nonna visto i suoi pessimi gusti che dettavano legge.

Sua madre prese un paio di tute sportive,ovviamente come taglia sarebbero pure andate larghe al mio carissimo amico tanto che era piccolo.

Finita questa parentesi in questo grosso negozio si può dire che i posti dove siamo andati insieme con i genitori non sono poi tanti altri,sarà perchè i posti che interessano ai ragazzini sono molto diversi da quelli che interessano ai genitori. Ma tornati a casa prima di salutarlo,mi ha fatto capire che ci saremmo andati ancora.

Un particolare dele cose che facevamo era la cosiddetta "spesa anarchica" ossia guardare dentro/di fianco ai bidoni cosa ci poteva essere. Gia all'epoca la gente buttava via l'impossibile e spesso era roba dalla quale si poteva ancora tirare fuori qualcosa di utile.

Prima di fare un giro di quel tipo,lui ripassava sul suo block notes le cose che gli sarebbero servite

 

 

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In quel giro portammo a casa sua una ventina di oggetti e da lì capii che la tuta spaziale voleva proprio costruirsela.

Un altro posto dove eravamo andati usando i pulman urbani era il parco che c'è nella piazza del comune, a grugliasco. Un giardino pubblico come tanti,nulla di che ma c'erano persone che lui conosceva e me le ha fatte conoscere.
Manco a farlo apposta erano tutti soggetti piuttosto piccoli e magri come lui. C'erano i fratelli 'ngur (non ho mai saputo il cognome vero,in 50 anni di vita) sebbene nati lo stesso giorno diversi l'uno dall'altro. C'era Erik  che girava in bmx 365/24 quasi ce la avesse incollata al didietro,e c'era "paf" che era poi un parente del "cirillo" che piripirava la gente in piscina.
Siamo andati 3 o 4 volte fin laggiù prendendo la navetta 64. Se la perdevi visto che passava quando andava bene ogni ora,scarpinavi di più e prendevi il 36 oppure se avevi tanta voglia di camminare andavi a casa a piedi.
Una piccola parentesi su Erik,era il twink perfetto una volta cresciuto che chiunque vorrebbe avere a casa sua.
Magro,muscoli "disegnati" agile,capelli lunghi 1 cm tutti uguali,occhi chiari,16 anni,due più di noi ma sembrava molto più adulto. E a mio avviso emetteva testosterone da tutti i pori,ma se non lo si fa a quell'età quando lo si deve fare?
Si vestiva già come vestono i very "boys" americani,ossia d'inverno con i pantaloni a mezza gamba sotto ginocchio ,sopra la calzamaglia,la maglietta a maniche corte sopra a quella a maniche lunghe e pure lui il piumino senza maniche gonfio da fare paura.  D'estate toglieva lo strato sotto.
Ovviamente aveva scarpe "da bmx" come si usavano a quel tempo (con la chiusura a velcro) ed era uno dei primi ad avere il caschetto da bici con la forma moderna che si usa oggi invece di quelle schifezze esteticamente più imparentate con presidi sanitari ospedalieri o simmiottanti un casco da moto che erano di moda a quel tempo...Usava spesso e volentieri le ginocchiere e le gomitiere,pure loro "americane" con la classica forma a pagnotta ma all'epoca per noi era roba galattica.

Alessandro ed Erik si conoscevano già da tempo,lo chiamava il suo fratellino "buono" ,mentre Marco che era suo fratello all'anagrafe era quello "scarso",in realtà Alessandro prima di trasferirsi nella nostra zona abitava in Grugliasco centro e nelle lunghe giornate di lavoro all'ospedale della madre abitava di fatto con lui che era nel palazzo dopo.
Ho la sensazione che fosse un qualcosa di più di un amicizia,ma solo una sensazione. Più che altro da come si guardavano quando stavano vicini. Bè forse adesso Alessandro era più "vicino" a me,se non altro come abitazione. Ma secondo me anche solo mentalmente erano parecchio uniti. Del resto Alessandro era il fratellino ideale che tutti avrebbero voluto avere.

Mi fece capire qualcosa quando lo incontrai poco prima che Alessandro morisse. Era venuto in bici fino nel mio quartiere,era poi una decina di km ma ogni tanto lo faceva,non tantissimi ma con una bmx sono tanti. Stavo provando da solo un auto radiocomandata sul marciapiede  (probabilmente Alessandro era a casa a studiare talvolta i nostri impegni pomeridiani differivano )che da casa mia andava all'asilo,ma io un pò perchè relativamente piccolo rispetto a lui,anche come mentalità,al suo "Alessandro è diverso" avevo risposto ,si che era più piccolo,ma era un ottimo amico lui,nella sua esagerazione testosteronica mi aveva detto di continuare a giocare con le auto allora.
Avrei voluto chiedere ad Alessandro se poteva dirmi qualcosa ma avrei magari rotto la magia e l'armonia che girava tra me e lui. Certe cose è meglio restino sepolte.
Anche perchè se lui era "diverso" probabilmente lo sarei stato pure io altrimenti non mi ci sarei trovato così bene insieme.

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Un argomento di cui abbiamo parlato nell'ultima delle volte che ci siamo visti con gli altri ragazzi nel 1984 a quei giardini è stato il suicidio di Denis. Di Denis ne abbiamo 3 o 4 a scuola,uno con due n,uno no e uno all'altro piano. E obbiettivamente nè io nè Alessandro abbiamo capito subito chi fosse,e si che era successo da un giorno o due.
E nessuno dei Denis che conoscevamo avrebbe avuto un motivo per farlo . Avrebbe potuto Umberto il cui padre lo picchiava spesso e volentieri,avrebbe potuto magari Salvatore che in famiglia erano 6 figli e i soldi scarseggiavano,avrebbe potuto magari Diego che aveva il fratello più grande con le braccia più bucate di uno scolapasta. Ma il motivo che avrebbe potuto spingere una persona apparentemente normale a una scelta tanto radicale ci sfuggiva totalmente.

Alle medie hai tutta una vita davanti,come è possibile che si possa pensare a un atto così tragico?.

A scuola non ne potevi parlare con nessuno,tra chi sapeva e piangeva,chi stava zitto e chi inventava. E se durante l'intervallo chiedevamo chi cosa o altro ricevevamo a seconda di quello che rispondeva:totali bugie,incertezze più totali o cose inventate di sana pianta.
Chi diceva che si era buttato giù (abitava al pianterreno) chi diceva che aveva preso le medicine e chi si era appeso ma la sostanza è che non era più con noi e ciò bastava.

Obbiettivamente per fare quello che aveva fatto serviva un bel fegato,obbiettivamente si diventa adulti quando si capisce che si può morire,bè allora probabilmente nè io ne tanti altri di diventare adulti non ne avevamo nessuna voglia.
Avevamo poi girato il discorso sulla famosa "boccia del lampione" perchè per qualcuno di noi due che non ero io stava per iniziare la conquista dello spazio. La prima domanda e il primo discutere è stato come capire se è una boccia di plastica o di vetro? .
Abbiamo convenuto che basta lanciare un sassettino piccolo che non lo rompa e sentire il suono che fa. Se fa un tinn cristallino è vetro,se fa un taciak è plastica.

Sospediamo questa parentesi tecnico materialistica e veniamo di nuovo a Denis,dopo aver capito chi era si sono ancora più alimentati i dubbi sul motivo che l'avesse spinto a fare una cosa simile.la sua era una famiglia molto migliore di tutte quelle che giravano con me,non c'erano fratelli tossici,genitori ai ferri,non si doveva rubare per sopravvivere ed a scuola aveva pure un discreto rendimento e nessuno lo bullava.
Ma sono questi i misteri che accompagnano purtroppo la vita di ogniuno di noi. Anche e avessimo voluto indagare come facevano i nostri contemporanei detective (colombo e altri) non saremmo riusciti a cavare un ragno dal buco. Questo perchè comunque anche se avessimo scoperto a cosa sarebbe servito? Nessuno ce lo avrebbe ridato perchè anche se lo conoscevamo appena era comunque uno della nostra scuola.

Chiudiamo quindi questa parentesi amara del suicidio di Denis,ancora oggi non si ha la più pallida idea del perchè. E attenzione non solo io,un pò tutti quelli che si conosceva. Sono le cose senza perchè che capitano senza che si sappia nulla. O almeno non lo sapevamo noi.  

Torniamo a parlare allora perchè abbiamo già esaurito questo argomento della boccia del lampione,ne abbiamo parlato almeno per 20 giorni,sul diametro,sulla tipologia e poi Alessandro mi raccontò un avvenimento curioso.

Se è vero che non bisogna vandalare in zona è altrettanto vero che quando non si è i soli a fare i vandali c'è sempre chi la vuole fare "più grande e grossa" .

Approfittando dell'assenza di sua madre perchè di turno in ospedale era andato a "saggiare" tutte le bocce dei lampioni da casa sua alla maplin. Tin vetro TIN vetro TIN vetro. Era poi andato oltre corso francia e in un giardino al terzo TIN era stato ripreso da alcuni ragazzotti della zona ,che quasi a fargli "vedere" come si rompono i lampioni ,il più bullo aveva tirato un sasso ben più grande che ne aveva frantumato uno e via tutti di corsa.

La boccia non si trovava,inutile...In realtà guardando un gocciolino meglio non si doveva puntare a quelle della luce pubblica ma a quelle messe su cancelli e portoni,suscitò la nostra approvazione il vederne una della misura giusta messa in un parcheggio.
Concludo questa parentesi furto vandalica (ma totalmente prescritta penso visti i 30 anni passati e la morte di chi l'ha rubata ) dicendo che alcuni giorni dopo in un giro in bici con lui seduto sul tubo centrale guardando quel parcheggio,proprio a fianco del lampione con la boccia mancante c'era un grosso furgone.
Alessandro si è girato verso di me e si è messo a ridere...

...bè ora aveva la sua boccia...

Non si è più parlato della tuta spaziale sebbene quelle volte che passavo da lui vedevo parti in costruzione sul tavolo di camera sua ma mai parti complete. Si stava avvicinando l'inverno,e quindi avrebbe avuto più tempo per costruirla.
In compenso aveva fatto alcume modifiche sualla sua bicicletta per migliorarla un pò.
La atala hot aveva un sacco di spazi utilizzabili a differenza della bmx come la mia che di fatto era solo uno scheletro metallico.
La prima cosa che aveva fatto era sloggiare dal parafango davanti il fanale  a batteria,cercarne uno uguale (era all'epoca molto diffuso e reperibile)  e raddoppiarlo mettendolo nel triangolo del manubrio ,questo perchè almeno il parafango davanti era libero e non ballava sotto il peso del fanale.
Inoltre gli interruttori situati nel retro dei fanali erano raggiungibili guidando senza fare pericolosi contorsionismi.
La atala hot NON aveva in origine fanale posteriore,lui tuttavia aveva costruito un pratico cassettino portaoggetti sotto alla sella e sullo sportello (che appunto era dietro)aveva messo una luce rossa a batteria e un rifrangente.

-che arrivava da un guard rail...!

E diciamolo!
Una altro dei tanti film di fantascienza che abbiamo visto a casa sua è stato il mitico alien,il primo della serie. Seduti sul divanetto di casa sua visto che a casa mia pur essendo la tv molto più grande era monopolizzata da quella gallinaccia di mia nonna che guardava le sue soap opera e i sui scemeggiati

 

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  • 2 weeks later...

E quando abbiamo visto il film ho visto un altra delle caratteristiche "speciali " di Alessandro,ossia la memoria fotografica e i disegni "al volo" . Al giorno d'oggi è normale fermare l'immagine su una tv o digitalmente.
Nell' 84 no.
E quindi lui armato di blocchetto e matita aveva tirato giù qualche disegnino rapido su cosa gli interessava. Ed erano guarda caso i particolari delle tute spaziali.
Di film ne abbiamo visti parecchi e il block notes si arricchiva di disegni di quell particolare o di quell'altro con una finezza di particolari piuttosto importante.
Purtroppo altri film lo hanno deluso tantissimo,un pò per la mancanza delle tute spaziali e un pò comunque perchè molti che si definiscono fantascienza non avevano astronavi e non c'erano scene nello spazio.Insomma finta fantascienza o come dicevamo allora popò fatta e finita.
Obbiettivamente solaris,rollerball e altre cose erano tutto tranne che film di fantascienza come li voleva lui.
Quanti ne abbiamo visti? Difficile dirlo,quasi tutti quelli che davano in tv al pomeriggio nei 6/8 canali comodi da ricevere. la tv era una classica da 20 pollici sull'angolo degli arredamenti che facevano angolo che andavano di moda una volta.
Di fatto truciolato foderato ma anche adesso sono così.
All'epoca era di moda per certi programmi presentare un film o un cartone animato all'interno,riconoscevi i programmi di quel tipo da strane righe sulla guida tv e dal fatto che normalmente quando un programma era "a cura di" faceva più schifo degli altri. Famoso il caso dei film trasmessi sugli orridi programmi teleospizio della domenica pomeriggio .
Se poi il nome di chi era "a cura di" era nanni loy era la peggio,ricordo certi programmi stiracchiati,lunghissimi,noiosi,soporiferi fino quanto una dose e quasi precursori degli attuali quiz della endemol che fanno perdere un macello di tempo davanti alla tv per ...di fatto.....non dire nulla e non fare capire nulla.
In ogni caso dopo una congrua dose di film di fantascienza Alessandro aveva tanti elementi per costruire la sua tuta spaziale.
Ma il carnevale era ancora parecchio lontano e il lavoro da fare molto lungo.

La tuta spaziale non era il solo punto fisso su cui lavorava,oltre alla scuola che portava via tempo e risorse,lui aveva anche altre piccole cose a cui pensava. Piccoli oggetti da aggiornare,modificare "specializzare" come diceva lui.

Il discorso che si sta seguendo in un altro topic mi ha fatto venire in mente un curioso avvenimento che è capitato in quei giardini pubblici. Ero con Alessandro e lui voleva provare quell'altalena nel quale ci si siede due per parte e si fa su e giù spingendo con i piedi.
Tuttavia serve un certo equilibrio nei pesi e non un 2:1 come eravamo io e lui .
Lui si era seduto sul lato esterno da una parte e io cercavo tirandolo su e giù da terra di farlo salire e scendfere. Oggi a mente sveglia avremmo calcolato che per me bastava sedersi più avanti.

Mentre cercavo di farlo salire e scendere se ne arriva Alessio,uno che pesava più di me,insomma il classico elefante che si fa un giro a Murano.
Arriva di corsa e mentre l'altalena è giù ci sale sopra,si dà una spinta,Alessandro va verso il basso,poi si lascia andare giù pesantemente e arrivato a fine corsa,la botta fa sollevare alessandro che resta appeso alla maniglia tutto di traverso a un passo dalla caduta.
Il suo grido è stato "Alessio maledetto cicciomer[CENSURA],vuoi ammazzarmi!".

In effetti stava partendo via in stile shuttle al decollo.

 

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Comunque dopo hanno ripreso un ritmo di salita discesa un goccio più normale e non sono più capitati impevisti.

Ogni tanto ho ripensato alla frase di Erik,Alessandro secondo lui era "diverso" ,bè in tante cose lo era. A tutti gli effetti l'aspetto era femminile al 100% e c'era qualcosa di strano,nello sguardo,nei suoi modi di fare molto gentili,quali nel'affettuosità che dimostrava in ogni cosa che si faceva insieme. Ma poi mi chiedevo se anche avesse qualche differenza quale era il problema?

-era un umano con due braccia due gambe e una testa ...si! Se volessimo fare una questione di "colore" era pure più bianco di me visto che il suo colorito facciale era una via di mezzo tra un cadavere all'obitorio di helsinki e il bianco più bianco che si può di certi fustini di detersivo.

-aveva la mia stessa età ed era molto più piccolo,quindi era meglio così perchè se disgraziatamente si girava una caviglia non avrei dovuto faticare troppo per riportarlo a casa. Inoltre mia nonna non voleva che andassi con quelli "più grandi" perchè secondo lei erano tutti dei drogati.

-come vestiva,bè a me piaceva il suo stile rispetto al mio che di fatto era imposto esclusivamente da mia nonna e da ogni porcheria che trovava purchè costasse poco,anche se di averla non c'era nessun bisogno.

Ed è così che ripensando e ripensando ancora non riuscivo a capirne le differenze.

E veniamo ora al "nostro" atto di vandalismo.
Perchè di fatto nella zona ogni ragazzo "per bene" aveva almeno rotto qualcosa. Il record era di Gianni delle case popolari a cui di fatto era abbonato qualunque oggetto che veniva abbandonato vicino ai cassonetti.

Era anche stato beccato qualche volta,noi ovviamente mai...

All'epoca però quello che andava per la maggiore erano i vecchi tv in bianco e nero. Da metà degli anni 70 si stava assistendo alla sostituzione dei vecchi bianco e nero che sebbene erano arrivati a una evoluzione buona di bassi consumi e qualità dell'immagine. Di fatto i "pessimi televisori" erano quelli con valvole che inizavano per P che di fatto avevano la corrente sul telaio ed erano cessi fatti e finiti.
Qualcuno ogni tanto capitava da riparare dal greco di qualche "affezzzzzzionato" a quelle schifezze che consumavano tantissimo ,scaldavano ancora di più e esteticamente,almeno qualcuno erano egli orrori indegni. Oltre che pericolosi.

Forse per ripicca o per karma uno di quei televisori si è reso protagonista di un poltergeist elettrico una decina di anni fa facendomi perdere una notte di sonno. E vabbè capita...
Veniamo al nostro "televisoricidio" era tranquillo e pacifico a fianco al cassonetto con lo schermo verso il marciapiede,ci siamo avvicinati con circospezione e lo abbiamo girato con il "cinescoppio" (in realtà cinescopio) verso la strada.
Alessandro ha sradicato la targhetta dove c'era scritto GBC UK [numero] e s'è l'è messa in tasca.
Poi con calma attraversato la strada (sebbene fossimo in città di auto in certe ore ne passavano pochine) e abbiamo preso la mira.
Controllato che non ci fossero persone in giro ma data la bassa temperatura meglio così. Si comincia!
Sasso uno lanciato mancato,sasso lancia lui preso di striscio ,sasso mio arrivo sulla griglia altoparlante,sasso suo lo prende in pieno schermo
POUM! ting teng teng cocci di vetro che partono ma noi eravamo bene al riparo dietro un auto parcheggiata.
E ce andiamo con "posata eleganza" come se nulla fosse successo. Complice le finestre chiuse per il freddo,altrimenti avremmo avuto tutte le mummie sul balcone a sbraitarci dietro.
Girato l'angolo guardiamo il "trofeo" ossia la targhetta del televisore
E allora scimmiottando la fine del televisore ci siamo messi ad immaginare la mummia che guardava la tv,quella tv,col volume altissimo perchè quasi completamente sorda e da dietro arrivare lanciare e POUM fargli sciopare la tv in casa con tutti i vetri da rammazzare e le sue grida perchè lo abbiamo privato della solita odiosa ciabatta che lanciava anatemi in tv.
E da fuori sentire una sorta di "uochi uochi uochi (parole distorte di un audio tv a volume al massimo)" seguite da un POUM che parecchie volte abbiamo sentito in zona quando qualcuno di questi vecchi tv veniva sacrificato.
Bè continuiamo il nostro giro a piedi.
Ci siamo spinti fino in via Rieti,più che altro per non ripassare subito.

Si dice che il colpevole torna sempre sul luogo del delitto,noi ci siamo tornati dopo circa 4 ore prima di ritornare a casa e subito una via dopo abbiamo visto il papà di stefano con la 500 che era fermo dopo aver macinato una ruota dietro con uno dei cocci della tv. Era lì che imprecava in veneto scaricando tutte le bestemmie possibili in veneto.
Oltretutto tutti i momenti doveva mettere il lavoro di cambio della gomma perchè era l'ora che tutti uscivano dal lavoro e quindi doveva lasciare passare le macchine.
Io e Alessandro essendo il personaggio una persona molto sgradevole (tanto è vero che è in uno dei 25 che ho "raccomadato" al sign covid di portarsi via...peraltro sembra non mi abbia ancora ascoltato ) non abbiamo detto quasi nulla tranne un frettoloso saluto.

Giusto per evitare che potesse capire che eravamo noi ad aver scoppiato il televisore.Visto il suo modo accusatorio per tutto O che potesse chiederci una mano per cambiare la ruota (ma l'auto era già sul cric) .

Girato l'angolo e allontanati un goccio abbiamo cominciato a scimmiottare il rumore della gomma della 500 quando da sgonfia si masticava. E gli annessi/o rumori.
Dal uaaaaa uuuuuaaaaaaaaa uuuuuuuuuuaaaaaaaaaa della trasmissione rumorosa della 500 al cossssssss della ruota che si buca al flap flap flap flap della gomma squarciata che si mastica.
 
E poi vai di imprecazioni in veneto...come quando gli era scappato il canarino! Nel frattempo sempre con la coda dell'occhio cerchiamo di capire se da lontano non si stia avvicinando un infame 500 blu targata TOAF[4 NUMERI] con sopra una ancor più odiosa persona.

In effetti una domanda ce la ha fatta quando poi siamo tornati,se sapevamo chi aveva rotto la tv perchè bla bla bla bla. Noi però al nostro passaggio la tv era già rotta e la sua auto già azzoppata.
Un modo di fare accusatorio che oggi se mi capitasse davanti probabilmente corrisponderebbe a una scarica di legnate per compensare quanto ci ha rotto i maroni da piccoli.
Ma del resto noi eravamo in via rieti...che ne potevamo sapere di chi aveva scoppiato un televisore per fargli bucare la macchina. Perchè secondo lui qualcuno ne aveva colpa e andava punito.

Si frigga prendendo in mano un cavo della corrente!

Ecco una cosa che posso ricordare è che MAI da alessandro sono stato tradito,per qualunque cosa che però avessimo fatto insieme e di comune accordo. Molti altri parlavano e troppo (salvo forse Pries....ma ci saremmo poi divertiti anni dopo in quanto aveva l'accendino facile)

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Il 1984 è stato anche il periodo nel quale i fatti del mondo hanno cominciato a farsi sentire di più,ma si facevano sentire anche prima solo che me/ce ne sbattevamo allegramente.
E i due primi fatti che ricordo sono la morte di gandhi e l'incidente all'impianto di bhopal.
Entrambi in india,in questa terra misteriosa popolata più da serpenti e felini che da umani.
Personalmente mi sono sempre immaginato l'india come un posto nel quale si viaggiava a dorso di elefante,ed era normale essere divorati da un felino o avvelenati da un serpente anche in casa.
Poi negli anni questa interpretazione coreografica si è parecchio ridimensionata.
Resta il dispiacere per i fatti di cronaca di quel tempo.

Forse perchè guardavamo qualche film in più e quindi eravamo più tempo davanti alla tv il mondo fuori dal nostro "quadrilatero" era molto molto più grande. E alcune nazioni del quale magari non ne ignoravamo del tutto l'esistenza ma obbiettivamente non ce ne importava alcunchè.
Già ci annoiavano spesso e volentieri (due volte all'anno era già troppo) le suorine che battevano cassa per le loro missioni,obbiettivamente di tutto cosa capitava per giochi di potere o denaro.
Nella piccola e virtuale porta della nostra vita non li volevamo i disastri e le disgrazie degli altri.
Avevo apprezzato molto di più quando a battere cassa era stato l'oratorio,e non aveva chiesto soldi ma oggetti e dalla mia famiglia ci aveva guadagnato un paio di trenini con cui fare giocare al pomeriggio.

Certo che fa pensare,da un lato gandhi era quello che bene o male voleva si vivesse in pace e allora che fastidio dava? Mah...E lì a bhopal allora? Che bisogno c'era di produrre tutto quel tossicume infame.
Ma ovviamente i pensieri di due quattordicenni con zero rilevanza in campo mondiale.
Eravamo due persone nel quale il nostro piccolo mondo era sufficiente.

Un particolare di quando Alessandro si abbandonava rilassandosi spesso in modo quasi affettuoso è che ogni tanto mi chiamava Erik. Oggi sarebbe una cosa che mi fa capire subito tante cose ma sarà stata l'ingenuità dei 14 anni era una cosa alla quale non ci facevo caso. Era troppo presto per me per "certe cose" io pensavo solo all'elettronica e a divertirmi. Forse Alessandro era "più avanti" ma non ha mai forzato la mano.

In compenso sebbene i miei facessero di tutto per farmi vestire come uno sfigato io visto che lavoravo dal greco avevo qualche soldino in più per potermi permettere qualcosa e manco a farlo apposta c'era Erik che appunto perchè cresceva mi vendeva a poco la roba sua che gli andava stretta e per me era perfetta.
Così posso dire che prima dell'arrivo del "vero freddo" ho fatto un uscita in torino centro finalmente non vestito come un barbone che ravana nei cassonetti.

Sebbene per indorare la pillola per quella gallinaccia di mia nonna gli dicevo che era roba che avevo scambiato con questo o con quell'altro oggetto e lei nella sua ignoranza ci era caduta.
Tuttavia appunto perchè mostruosamente ignorante dovevo fare attenzione che non facesse danni nei troppi lavaggi,visto che un vestito di mia madre lo aveva fatto restringere fino a farlo andare bene si e no per una delle bambole antiche della mia madrina.

E veniamo ora all'uscita in torino centro. Faceva un caldo senza senso,una delle poche domeniche invernali con un sole estivo e forse avvisaglia di un futuro riscaldamento globale. Prima volta inoltre che con il 36 siamo andati fino in piazza statuto,e nel vestiario eravamo quasi identici. Piumini senza maniche neri,felpa nera molto spessa,pantaloni della tuta neri,nel suo caso cappellino nero e sciarpa nera e quindi solo gli occhi di fuori,da me solo il berrettino.
Sul pulman ad andare troviamo da sederci (miracolo sul 36 ma era domenica) e ovviamente nel solo posto ci siamo seduti in due,lui seduto sulla mia gamba sinistra e con la testa appoggiata sul mio collo.

Soliti sguardi indegni delle mummie anche se la domanda che ogni tanto sentivo aguzzando le orecchie come i gatti era : fratello,sorella,ragazza o cosa?

Ma eravamo troppo avanti per il mondo.Ma non di tanto visto che anche oggi di omofobia bene o male c'è n'è che va bene.
Quello che mi faceva molto piacere di quella posizione era sentire il lato di Alessandro che si appoggiava a me,il ritmico muoversi della cassa toracica la sua testa appoggiata sul collo.
Una volta trovata la posizione giusta restava immobile come una bambola fino all'arrivo a destinazione. Come se spegnesse il corpo lasciando viva solo la voce e l'udito per scambiare 4 chiacchere.   

 

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E 4 chiacchere le abbiamo scambiate e una delle quali era per l'argomento che lo interessava ossia la sua tuta spaziale.
Ma più che altro si parlava della povertà intellettuale dei nostri coetanei. Se nè uscì tuttavia con il discorso del fatto che ogni tanto mi chiamava Erik,senza nemmeno chiederglielo.Manco glielo avessi letto nel pensiero.

Mi ha ricordato quando lui abitava ancora a grugliasco centro,era piccolo (aveva 12 anni ) e una sera c'era un temporale che faceva ballare pure i muri della casa.
Come sempre tutte le volte che c'era la mamma con il turno in ospedale lui era stato messo a casa di Erik,c'erano due letti,uno per Erik e uno per il fratello e un divano su cui dormiva lui coperto alla bene e meglio.

Al terzo grido di paura allo scoppiare di un tuono,Erik,forse per non essere disturbato nel sonno lo aveva fatto entrare nel letto e lo aveva messo a dormire appoggiato a lui che dormiva sul fianco sinistro ,con la faccia sul suo collo e totalmente coperto.
Lui probabilmente sentendosi al sicuro si era addormentato al contatto di quel corpo caldo si era fatto immobile (come sapeva fare molto bene) e al mattino avevano raccontato sogni simili.
Il temporale se ne era andato al mattino il sole splendeva alto. Si erano svegliati,Erik aveva alzato le coperte e gli aveva chiesto se era tutto passato.

Era diventato il suo orsacchiotto per dormire,i maliziosi penseranno chissà che e obbiettivamente qualcosa avevo pure malignato io,ma in eventuali discorsi successivi,bè nulla era stato "fatto". In compenso sembrava che si generassero energie e sogni psichedelici. Quando andava a dormire da erik sapeva che avrebbe "viaggiato" con la mente per tutta la notte.

Molte delle scene psichedeliche che ancora ricordo e che mi ha raccontato (come la terra del mai dove l'acqua sale invece che scendere o dove gli animali parlano) sono scaturite da quelle notti passate così. Oggi a mente fredda potrei ipotizzare che l'accumulo di C02 sotto alle coperte,aggiunto all'inspirazione dei vapori della traspirazione corporea di entrambi ci avranno dato una grande mano. Ed erik di traspirazione ne aveva parecchia visto che odorava di gatto selvatico.E aggiungici anche una certa quantità di ferormoni dovuti alla piena pubertà.

Io invece avevo lanciato l'argomento di mia nonna e dei prodotti non di marca. Il caffè "su" che in pratica nessuno di noi beveva,io per un odio atavico nei confronti del caffè stesso lui perchè tutti i caffè lasciavano un gustaccio.
I prodotti di non marca erano per mia nonna come per un vampiro vedere una croce,e per lei qualunque cosa che avesse i tanti marchi che hanno accompagnato chi appunto non cercava il marchio erano roba velenosa capace di fare morire in pochi secondi.
E si che nel comodo supermercato (lo standa di rivoli) nella quale bene o male andavamo entrambi per non farci spennare dai soliti pizzicagnoli gli scaffali erano tapezzati di prodotti che in quel caso erano marchiati "tanto standa",che all'upim dove c'erano in tanti articoli i "loro" prodotti.
In compenso il discorso "non valeva" nelle cose "non da donne" per cui nella roba della scuola o nella roba elettrica i marchi "secondari" erano ben accettati in quanto la roba costava qualche lira in meno.
Per cui a qualcuno toccava la sottomarca un pò su tutto. Ma toccava anche ai secchioni che usavano gli stessi prodotti.

Ricordo che le poche volte che andavo a fare la spesa la lista che mi compilava la nonna era INDEGNA,prima cosa scriveva guarda la scadenza,oggi è il.....cretina 3 righe sprecate! E poi sembrava lo facesse apposta a mandarmi in un negozietto schifido dove tutto costava carissimo o al macellaio dove (e si è poi scoperto dopo) la carne era dopata di ormoni e a servirti ci mettevano una vita. E inoltre faceva di tuto per scirvere la roba non in modo logico così come era messa ma in ordine "indegno" e avevi tutti i momenti da ritornare indietro a cercare un altro prodotto che avevi appena passato.

Parla che ti riparla sotto l'occhio spaventato e odioso di varie mummie che guardavano ,arrivammo in piazza statuto e andammo verso il centro,di sale giochi ce ne erano parecchie,era il periodo nel quale i videogiochi avevano un espansione mostruosa e in qualunque buco era sufficiente mettere 4 o 5 videogiochi per fare appunto una "sala giochi" ed avere una clientela che comunque qualche soldino lo portava. Oggi con il costo della corrente,consumando ogni videogioco tra 200 e 300W e costando 100 o 200 lire la partita (5 o 10 centesimo) manco ci guadagneresti la luce che viene consumata.

 

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I videogiochi di quel tempo a cui valeva la pena giocare erano parecchi,tutti pensano solo a quella porcheria di pacman ma oltre a lunar lander (in cui Alessandro era un vero campione) c'era il mitico space invaders (che comunque prima o poi stufava) ,tempest (con quella grafica assurda) ,asteroid.
E sopratutto l'atmosfera che si respirava in quelle sale giochi.
Tra l'odore inconfondibile di elettronica calda (che io già sentivo dal greco) e aromi vari,e sopratuto da quella sorta di alone "magico" che all'arrivare ad un livello pesante faceva da calamita per tutti coloro che erano lì vicino.
Perchè anche le sale giochi al tempo erano specialmente d'inverno un polo di aggregazione. Anche e i videogiochi spesso erano poco aggiornati,a volte col volume indecentemente basso e a volte con leve a 4 posizioni quando servivano a 8
Purtroppo i videogiochi veramente belli come tube panic,ghost'n'goblins,aso,terra cresta,dangaar ufo robot arrivarono quando lui non c'era ormai più.
Era presente solo in un paio di sale giochi il mitico choplifter,nel quale tanto io quanto lui ottenevamo risultati di tutto rispetto.
In una delle sale giochi "minori" arrivando a finire i primi due livelli avevamo dietro a vedere almeno 10 persone.

Eh,si 10 anni più tardi c'era gente che andava "in centro" per cercare sostanze proibite e noi solo per farci una giocata ai videogiochi,come cambiano i tempi.

Uno dei tanti argomenti,oltre alla tuta spaziale su cui ogni tanto cercavamo qualche spunto in giro,sicuramente era da pensare il fatto che al mondo non eravamo soli,i nostri discorsi variavano da un misto di misticismo indiano in stile Giuliana a un vero e proprio ufologismo.
Al giorno d'oggi avremmo convenuto che ET se mai esistesse non avrebbe nessun interesse ad andare in un pianeta dove i giovani si tagliano la gola per rubare uno scuter o un telefonino...e che forse specialmente in certe città degradate una bella palla di fuoco in stile indipendence day era magari la benvenuta.
Eppure più o meno anche quelli più scettici qualcosa pensavano.

Più che altro il discorse verteva appunto,se l'arrivo di "visitatori" li avrebbe portati pacifici o no.All'epoca quasi tutti i film di fantascienza avevano il chiodo fisso di distruggere la terra,qualcuno di schiavizzare gli umani,ma pensandoci bene ci sono riusciti meglio telefonini e social. Mentre per gli anziani scemeggiati e soap opera per la trasformazione in zombie sono il massimo.
Testimonial è mia nonna e le sue stopposissime amiche.

Di sale giochi ne avremo girate 3 o 4 non mi ricordo,abbiamo anche visto parecchie vetrine (una volta i negozi la domenica erano tutti chiusi) di vestiario rifacendoci gli occhi rispetto a quella schifezza che spesso ci toccava vedere addosso a noi ed altri e che si trovava nei bottegai della zona.
Peccato per i prezzi che erano più alti della quota operativa di un jet militare.

Abbiamo concluso il nostro giro spingendosi fino a vedere il famoso "cavallo" che aveva ispirato la canzone di gipo farassino quando diceva "scendi da quel cavallo e combatti ad armi pari.

Ricordo che siamo tornati col 64 ed era mezzo vuoto ,stavolta una volta saliti sul pulman si è messo a disegnare sul suo solito block notes alcuni particolari che io all'epoca avevo giudicato insignificanti su alcuni oggetti a caso,alcune maniglie delle porte e un paio di lampioni.

Siamo ovviamente tornati a casa più o meno contenti del giro,si abbiamo speso qualche soldino per giocare ma ne è valsa la pena.

Edited by busdriver
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Ricordo che abbiamo trovato mia madre e mia nonna a piedi in giro,mentre giravamo.

Mentre camminavamo parlavamo di un curioso episodio che era capitato (ovviamente) fuori dal nostro territorio,ossia quasi in piazza massaua nelle vie dove si fa il mercato,eravamo andati una volta in bici,stavolta il "mi scappa la pipì" era toccato a me,in quella zona c'è un cesso pubblico piuttosto grande,come tutti i cessi pubblici cittadini già solo ad avvicinarsi l'olfatto "lo sente" che è un gabinetto.

Tra l'odore di ammoniaca e di cacca,stavo avvicinandomi alla porta e dalla trasparenza dei vetri sembrava dentro non ci fosse nessuno,spingo lentamente (ma non troppo) per andare a zampillare,ma la porta dopo aver fatto 10 cm si blocca e si sente un rumore di qualcosa che cade e si rompe...troppo simile al rumore di quegli oduiosi fondi di bottiglia che erano gli occhiali di mia nonna che sapevano sempre e solo cadere e talvolta si rompevano,come lei del resto che cadeva sempre peccato che oltre a non rompersi non si faceva manco furba e continuava a cadere.
Quindio visto che lì non ci dovevo essere e che gli occhiali costano ....via di corsa!
Gambe,anzi ruote! Risalto al volo sulla bmx che veniva tenuta dritta dalle gambe di Alessandro da davanti e via dietro all'isolato .

Cosa era successo? Ce lo avevano spiegato alcuni ragazzi che avremmo incontrato dopo,ossia la presenza del "raspaiolo" una sorta di mezzo maniaco che abusava del suo pipino vedendo attraverso ii ragazzi giocare nei giardini vicino al mercato.
Attraverso la finestra del bagno si vedevano i giardini e i ragazzi che giocavano a pallone.
Una sorta di personaggio ultra negativo,un pò come il maniaco dell'impermeabile (che la mamma di walter aveva "convinto" a sparire) un tizio che "ondeggiava ritmicamente" smanettando il pipino.
In mezzo a vapori caccosi e ammoniacali...
Insomma la peggio.
Lo avevano descritto come un tizio con un cappello a lobbia,zero capelli visibili,occhiali spessi un dito,grasso e vestito da vecchio.

Bè abbiamo brindato al "toro verde" (la fontana dei giardini) alla fortunosamente mancata perdita economica.

Avevamo studiato anche un vero e proprio tiro birbone ossia farlo "piangere" sfruttando il cloro,versando sul pavimento del bagno una bottiglia di ammoniaca e appendere con un filo di ferro instabile a una delle cerniere della porta un bicchierino di acido muriatico.
La mente di Alessandro era una cosa spaventosa...
Alla chiusura della porta ,visto che il soggetto arrivava con precisione svizzera alla stessa ora gli stessi giorni il bicchierino si versava e giù cloro che avrebbe saturato l'aria e lo avrebbe fatto piangere e uscire a braghe calate.

Poi in pratica stando sempre a discutere a organizzare non si era fatto nulla,ci avevano pensato alcuni "papà" con le mani pesanti (e qualcuno qualche trascorso in galera) che lo avevano massaggiato un pomeriggio.
Poco più che una spolverata,daccordo però lui lo aveva capito e non si era più fatto vedere ai giardini.
E fare certe cose.
E' lì che ho sentito la frase "noi non sappiamo perchè lo facciamo (o meglio i figli gli avevano spiegato tutto) ma lui lo sa benissimo"
Ricordo che al tempo c'era ancora lo strascico e l'onda lunga della tremenda immigrazione dal sud dovuta all'espandersi della fiat.
Torino era di fatto raddoppiata di popolazione e di fatto era una babele di dialetti.
Non era più la torino di "torino violenta","avanzi di galera" "torino nera"  o di altri film nel quale ci si rincorreva prendendosi a revolverate con gli alfettoni da rapina ma comunque non era ancora del tutto la torino "spenta" dall'eroina che già dilagava o la torino multietnica di oggi.

Bè diciamo che erano gli anni migliori...altro che quelli di adesso pieni di paure,distanze e museruole del razzo!.

Visto il paragone con torino violenta,bè qualche episodio c'è stato anche se una volta le cose venivano fatte "con un minimo di testa" in più. Il primo episodio era stato il "focolaiare" di una automobile da parte di alcuni loschi figuri che erano arrivati su un altra auto senza targa,mi sembra fosse una 131 ,era già buio ed eravamo in giro,quando abbiamo visto le fiamme e il fumaccio nero in lontanza.
Giusto per non essere accusati ingiustamente (anche perchè era "al di là della ferrovia" non la avremmo potuta raggiungere manco volendo) eravamo andati vicino alla maplin e abbiamo guardato meglio la cosa da una montagnola che c'era lì.

Le fiamme erano altissime ma non abbiamo visto botti in stile film americano purtroppo.

Un altro "focolaiare" che abbiamo visto è stato quello di una vespa di uno spacciatore che abitava vicino ai giardini,uno dei suoi clienti (che era il fratello maggiore di uno di quelli che giravano con noi) non ha più trovare il chimicume con cui drogarsi visto che oltre a surriscaldargli la vespa gli erano entrati in casa e lo avevano suonato come un tamburo.

Ieri avrei detto che gli stava bene,oggi pensando a quelli che aveva "portato" sulla via della droga penso che ci fossero andati più pesanti non mi sarebbe dispiaciuto. Bè in fin dei conti un pò di karma gli è toccato visto che dopo la "ripassata" i genitori si erano fatti furbi ...anche se in modo sbagliato,ovviamente....ma non era una novità.

Perchè gli avevano buttato nella spazzatura il giradischi amplificato (solito ragionamento di emme di quegli anni) ,una marea di dischi di heavy metal (alcuni li avevamo recuperati) tantissimi li avevano spaccati per rabbia....pagliacci fatti e finiti. Ma la cosa più odiosa è che gli avevano tagliato a striscie il chiodo (un giubbotto di pelle dell'epoca) e buttato via.
E ovviamente fatto tutto infamamente quando lui era in ospedale.

Ma non era una novità...nel'italietta democretina era lo standard andare a pescare le persone al lavoro o a scuola o comunque quando non potevano difendersi.

 

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Ma pensiamo alle cose buone...il nostro giro a piedi dopo la scuola passando vicino ai bidoni e aprendone qualcuno spesso era molto fruttifero.
Specialmente perchè il relativamente buono benessere che stava crescendo vertiginosamente portava dei vantaggi enormi anche a chi come noi non volevano comprare.
Fu così che a fianco del bidone in uno scatolone trovammo "fort worth" una sorta di fortino per soldatini di plastica con personaggi e cavalli.
Sebbene "ero io" quello del west,lui era interessato solo ai cavalli perchè voleva costruire qualcosa.
Io inoltre stavo lentamente abbandonando i giochi dei soldatini (ma la locomotiva 4-4-0 del west la porto nel cuore ancora oggi)  per cose più consone all'età.

Per costruire la famosa giostrina che ha poi girato per mesi anche dopo la sua morte sul termosifone della scuola.
Il concetto era semplice,un piatto con delle alette come un ventilatore veniva fatto girare dall'aria calda in salita del termosifone,e la giostra con i cavallini appesi girava.
Il punto importante era avere una sospensione a punta che desse pochissimo attrito e consentisse alla giostrina di poter ruotare con la sola aria calda del termosifone.

Durante la settimana a volte dopo la scuola andavamo "leggermente lontano"e intendo ai limiti della nostra "zona" ma di colpo gli venne l'idea guardando un vecchio orologio meccanico.
Appunto la sospensione a punta ,in questo caso una comune penna bic che non scriveva più.
la pubblicità in tivù diceva che la penna era scorrevolissima con la punta in carburo di tungsteno,in pratica widia,lo stesso delle punte dei trapani.
Facendo un bozzo con uno scalpello sul tappo di una latta di vernice su cui erano ricavate le palette del ventilatore e bilanciandolo perfettamente il tappo girava solo con il soffio umano a distanza.

Avevo visto una notevole soddisfazione nei suoi occhi.
Infilare i cavalli sui lunghi spilloni che facevano da supporto era tutto sommato la cosa più semplice. Si bucava con il trapano (lui ne aveva uno piccolo a colonna,una sorta di base su cui si mette un trapano normale) di diametro al pelo e poi scaldato lo spillone sul gas si infilava dentro.

Fatto gli otto cavalli non c'era che da collaudare il tutto.
E sopratutto bilanciarlo perfettamente.

Forse gli spettatori virtuali di questo film non realizzabile che sono giunti fino a qui si chiederanno perchè costruivamo le cose più assurde con materiali di recupero visto che comunque le cose erano in vendita
Bè allora non c'erano i cinesi che costruivano tutto a prezzi bassi ma sopratutto c'era la soddisfazione di costruire qualcosa a partire da zero.
Inoltre ,specialmente per l'azionamento delle cose costruite,le pile reperibili in quel periodo non erano ancora al livello delle attuali duracell,e sopratutto quelle FACILMENTE reperibili erano le nostrane superpila,le pessime louk e pilazeta . Non proprio all'altezza in certi impieghi...e comunque alla lunga costose oltre ogni limite pure loro.

Tanto è vero che nella tuta spaziale c'erano addirittura tre sistemi diversi per fare circolare l'aria all'interno,due meccanici e uno elettrico,penso che nel 1984 avessi progettato inconsciamente il mio primo PWM a parzializzzaione. Ed era nato solo per risparmiare le batterie!

Qualcuno probabilmente si chiederà perchè nonostante era relativamente normale per i ragazzi andare in discoteca solitamente il pomeriggio alla domenica a noi non toccò mai. Ma i motivi erano chiari,ossia rinchiudersi dentro un posto dove la puzza di fumo,di sudore e la pessima musica la facevano da padrone proprio non interessava. Inoltre dentro al nostro perimetro ammesso non ce ne erano di discoteche. Si,c'era lo stardust ai limiti di grugliasco centro. Ma proprio non ne valeva la pena.
Anche perchè comunque "il mondo"della discoteca con i suoi annessi e connessi ci avrebbe divorato le paghette di due settimane in poche ore. Ergo era da escludere a priori.
il discorso "droga" ,sempre presente in discoteca non ci toccava di striscio,per motivi vari e in ultimo economici non ci avrebbe mai nemmeno sfiorati.

Sempre per il motivo della pessima musica,quando capitava che trovavamo in giro o nei bidoni qualche cassetta se era di un certo genere musicale (e in quelle che nascevano già registrate c'erano i titoli sopra) non veniva manco raccolta o se eravamo "di buoni pensieri" distrutta o strappata perchè anche chi trovasse quello schifo non potesse ascoltarlo.

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Se la musica era una delle nostre tante muse che ci facevano viaggiare,non era come oggi che nello spazio di un pacchetto di sigarette c'è un lettore pronto con migliaia di titoli. I supporti del tempo ossia dischi e cassette erano primitivi,poco capienti e spesso problematici.
Anche perchè comunque per leggerli ci andavano apparecchi ingombranti e energivori.
I nostri genitori per un uscita se volevano usare un mangiadischi che leggeva unicamente 45 giri e con pochissima scelta.
Andava un pò meglio se si usava un registratore a cassette per avere capienze maggiori.
Noi bene o male non eravamo così dipendenti,ora lo sono di più pure io visto che nelle mie auto non è mai mancato lo stereo e lo ho pure sulla kawasaki sebbene si senta si e no fino agli 80 kmh.
Tuttavia un pò con le sue idee un pò con le mie avevamo fatto un mobiletto con due casse e lui ci infilava dentro il suo walkman e riuscivamo a sentire in giro.
Ogni tanto sebbene era un passatempo misero,ci sedevamo comodamente su una panchina ai giardini e con la musica di sottofondo facevamo correre idee che se la sarebbero benissimo giocata con gli aerei tanto che erano veloci e sopratutto libere.
A volte stavamo a fantasticare ore sul nostro mondo perfetto. Il luna park personale in giardino,la piscina,il campetto di bmx,lui avrebbe voluto anche una base per lanciare astronavi,come io volevo una botola per una base sotterranea oppure il carro del west con i cavalli.
 
Ma attenzione nè io nè lui abbiamo mai avuto idee di conquista mondiale.
Quelle erano cose "da grandi",a noi bastava solo il divertimento.
E divertimento era meno scuola e più tempo in giro.
Aveva anche idee di costruire delle cose assurde tipo una pista sul ghiaccio per bob ma "in piano",ancora oggi non saprei come facessero a viaggiare i bob.
Un giorno a lui era venuta la domanda "ma invitiamo anche le ragazze?" . La mia risposta era: si se (nell'ordine) non fanno casino,non fanno gridolini indegni,non mettono in ordine,non si mettono a buttare via tutto...insomma chiari condizioni non molto dissimili a quelle di qualunque paese integralista.
Ma avevano anche l'altro discorso ossia possono giocare con noi solo se vestono come noi e sopratutto non stanno sempre a lamentarsi.
Inutile dire che non ne abbiamo mai trovata una sola ...
Riesce facile pensare visto che eravamo a un passo dal risveglio ormonale che cosa pensssimo della nostra situazione,ma un pò perchè non ci sarebbe "convenuto pensare".
A me una volta era uscita una battuta del tipo "cosa serve una ragazza se ho te" ma poi ci siamo guardati in faccia e ci siamo messi a ridere. In realtà eravamo entrambi sposati alla libertà.

Se parliamo di animali domestici, io ero tra i pochi a non averne uno.
Se da un lato era capibile visto che per il 75% mia nonna lo aveva tra i piedi dall'altro era un goccio meno capibile perchè comunque ,specialmente parlando dei tempi di oggi e non di l'altroieri l'animaletto in casa è quasi una cosa "normale".

Alessandro aveva un cricetino che sembrava un topo,lo aveva chiamato gagarin. Criceto russo o topo senza coda.
Si aggiungeva al coniglio di Giuliana,il cane che aveva Umberto,altro gatto a casa di Andrea e se continuiamo la lista finiamo chissà quando
E questi animaletti vivono e poi a una certa età muoiono. Qualcuno è stato sostituito e qualcuno no.

Dopo la morte del topo che aveva Alessandro (in realtà un cricetino) siamo andati qualche volta di più a ,il topino era morto perchè era vecchio ed alessandro gli aveva dato un pò troppo da mangiare,e allora vuoi per le troppe primavere,Gagarin era salito per sempre in cielo.
lo avevamo sotterrato vicino alla ferrovia scavando la terra con un grosso cucchiaio che aveva preso dal servizio buono di casa.

Sempre parlando di animali che cui lasciano,mio cugino ha accoppato il canarino nella maniera più stupida (ma era il suo standard non a caso era il figlio del fratello di mia nonna) ,una sera che non c'era nessuno in casa aveva preso una tromba da stadio e alzando leggermente la copertina aveva dato un colpo PPPPOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO e poi aveva abbassato la copertina. al mattino trovandolo stecchito all'alzarsi della copertina va dalla mamma a dire "maaaaammmmmaaaaa non fa più ciu ciu". e in realtà il povero canarino era rigido e duro sul fondo della gabbia.
Sua madre non aveva voluto indagare,se no glie ne avrebbe date tante e tante ma era una consuetudine visto che da quando era nato ne sbagliava due su tre.
E quelle che gli davano non erano mai abbastanza visto che comunque sbagliava ancora.
Ancora oggi quando il telefono suona e il numero è il suo oltre ad apparire la scritta cork un brivido mi passa sulla schiena.
Ricordo che non c'era granchè cordialità tra i due sebbene fossero fratelli. quando in età evanzata gli aveva detto che sarebbe diventato papà mia nonna gli aveva etto "sparati e dopo buttati in po" ,e forse tutti i torti non li aveva visto che non lo aveva visto crescere.

Ancora oggi resta la nomea di quando aveva meno di 14 anni (ultimi anni 90) e del fatto che quando attraversava la strada i gatti neri si toccavano.
in sua presenza erano avvenute le peggio cose ,e si era giustamente guadagnato la nomea di portasfortuna.
Ma portasfortuna estremo! Da zio mario che era andato a sbattere col maggiolino con lui sopra,a un suo amico che lo ha portato a casa con la 126 e caso unico si è sgranato l'avviamento a un altra marea di casi dove la sfortuna la faceva da padrone. E lui c'era di mezzo.
Infatti lì gli abbiamo coniato la sigla cork che ora si porta ancora dietro oggi,perchè normalmente il corvaccio nero pur avendo un discreto fascino occoltista sembra proprio un portascalogna!

Durante la settimana a volte dopo la scuola andavamo "leggermente lontano" sebbene facesse sempre più freddo,e il viaggiare a piedi era preferibile all'uso della bici.
anche perchè le donne di casa spesso mi obbligavano a uscire coperto con giacche così lunghe che oltre a essere scomode per andare in bici,erano con l'aspetto ancora più da sfigato.
Per cui meno si andava in certi posti e meglio era. Si andava però in altri. E mentre si andava facevamo il giro dei bidoni della spazzatura guardandoci dentro per vedere se c'era qualcosa di utile.  
In uno dei tanti nostri giri avevamo trovato nel bidone della spazzatura di fianco al meccanico (un concorrente del compagno di sua madre) diverse camere d'aria,le avevamo prontamente caricate negli zaini e via....altro materiale per la sua tuta spaziale che pezzo alla volta prendeva forma. ma ne parleremo più avanti.

Quello che mi aveva colpito era stato l'improvviso interessarsi ad alcuni giocattoli vecchi che avevo ossia quelle locomotive di latta stampata che viaggiavano sul pavimento e ogni tanto fischiavano.

Era proprio il fischio a interessargli ,e il motivo era sempre lo stesso ossia la tuta spaziale. Quando ne abbiamo trovata una nella spazzatura la abbiamo aperta e abbiamo rimosso il motorino con la ventola e cominciato a fare prove sopra...perchè si il fischio è ad aria e avviene tramite l'apertura di un foro dove l'aria veniva aspirata e soffiata dentro una serie di labirinti facendo il fischio.E la soffiante del fischio la voleva per fare uno dei sistemi di circolazione dell'aria nella tuta.

Poi quel giorno eravamo andati a casa sua e carta alla mano avevamo provato a fare un pò di calcoli e simulazioni.
Il motorino con 3 volt assorbiva a vuoto quasi 60 milliamper una volta liberato degli ingranaggi della trazione. A piena portata erano oltre 300 milliamper. Troppi! per le pile del tempo. tanto è vero che mi aveva chiesto soluzioni elettroniche per consumare meno.
 
All'epoca si poteva fare molto poco,mentre al giorno d'oggi con un qualunque integrato pwm regoli tutto cosa vuoi all'epoca si usavano transistor di potenza e poco più e quelli consumavano perchè la potenza che non arrivava al carico veniva dispersa in calore.

E pensa che ripensa siamo andati avanti diverse volte a studiarci sopra e poi se n'è uscita una suoluzione peraltro già ampliamente usata in campo ferroviario ossia invece di regolare il motorino noi lo accendevamo e spegnevamo così velocemente che lui di fatto si regolava.

Ora piace pensare che lui la tuta volesse indossarla giorni interi ma in pratica se facciamo il calcolo di tutte le volte che poi la ha usata non si arriva a un giorno intero spezzettato in tre settimane alle varie feste di carnevale.
E sempre ammirato da tutti.

Ritorniamo alla vita normale,nei giardini incontravi un pò di tutto,i tossici erano una parte fondamentale ma a differenza di una volta a noi bastava "non vederli" . non era ancora di moda il virus che distrugge il sistema immunitario e allora per loro l'importante era farsi,e per noi lasciarli farsi.
A dire la verità dovevamo fare un goccio più attenzione dove mettevamo mani e piedi specialmente in certe zone. C'era qualche siringa di troppo.

Insomma la nostra era una comune periferia un goccio degradata ma nulla di più e nulla di meno.

Abbiamo già detto di alcune persone noiose e un goccio poco sopportabili del palazzo dove abitavo. Oltre al proprietario della cantina dove abbiamo eliminato il "fantasma" dall'altra scala ce ne erano 3 o 4 veramente odiosi.

E ora parliamo di quelli strani,perchè anche quelli c'erano. Ed erano strani oltre che nel cognome in tutto il resto.
E ora il primo,...Porcellana,con un cognome così ti puoi aspettare solo che si rompa o che rompa sempre sempre,invece no,era una persona apparentemente normale,era andato in pensione da poco,sua moglie era l'essenza del minimalismo in tutto.
In effetti aveva i denti mal messi ma aveva avuto un incidente in auto in una giornata nebbiosa ogni tanto raccontava le giornate,quando magari ci trovavamo in giro,principalmente esperienze di vita ,tutto sommato modeste della città. Penso che fosse un contabile o un amministrativo,forse un bancario,la prima auto con cui aveva avuto l'incidente era una 850,azzurrina. Ne prese poi una bianco-sporco,sempre 850.
Non andava molto d'accordo con quelli dell'altra scala,forse era di altre idee calcistiche (l'altra scala era quasi tutta bianconera) visto che era l'unico rossonero del palazzo.
Non so che fine avesse fatto si era trasferito ,mi sembra nel 90. Ricordo i "viaggi" che faceva con l'850 con stipati all'interno oggetti in ogni angolo. Aveva pure messo la bagagliera sul tetto. In un caldo luglio estivo.

Il secondo,di cognome si chiamava Cicala,forse un goccio più giovane ma anche lui era una di quelle persone abbastanza insipide. Aveva un negozietto di vestiario in borgata Lesna,lo vedevo ogni tanto dal greco per qualche riparazione. Di lui ricordo che ogni tanto cambiava qualche oggetto in casa e quando lo butava vicino o nel cassonetto le "linee" dell'oggetto erano inconfondibili viso che condivideva con mia nonna il mediocre gusto estetico di mobili con gambe altissime e sottili.
Penso che tenesse per qualche squadra del sud italia.

Del cartunaro non ne ho ancora parlato,abitava al pian terreno,raccoglieva i cartoni in giro per il quartiere,li stipava fino all'inverosimile sull'ape o sulla panda 30 senza i sedili dietro,aveva una voce abbastanza inconfondibile che da lontano suonava come un "aua aua auuuua auuuua" ma che da vicino capivi perfettamente.

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  • 3 weeks later...

 

E arrivò anche novembre,tutti quanti quando pensiamo a novembre viene in mente ognissanti che adesso si chiama halloween e viene festeggiato all'americana.
Oggi....Una volta invece quasi non si faceva e l'unica cosa che si faceva era lo squalidissimo giro nei cimiteri. triste,inutile perchè in fin dei conti se sono morti sono morti. E sopratutto causa di perdita di tempo e grande bisness per i fiorai. Ancora oggi i cimiteri sono strapieni e la gente spesso tira fuori le automobili per girare questi posti.
Addirittura le sciantose più sciantose comprano magari comprano un vestito nuovo solo per fare il giro dei camposanti ...
...tristezza estrema al quadrato!
Ma del resto il fatto di sopportare quella gallina di mia nonna mi faceva venire il voltastomaco già solo a pensarci.

Prima dell'odioso giro dei cimiteri tuttavia Alessandro mi confidò che lui ,peraltro come me non sopportava le castagne,ufficialmente cibo preferito nell'inverno. normalmente ad ogni angolo c'era gente che si attrezzava con dei fornelloni a legna e vecchi cestelli delle lavatrici modificati per fare le caldarroste.

Ed è anche stato il periodo che un altro della nostra zona,un tizio sulla quarantina era finito all'ospedale per le "finte" castagne. Se si va in alcuni viali cittadini ci sono alcuni alberi che ricordano i castagni dei boschi ma non lo sono . Sono gli ippocastani e fanno castagne non commestibili,tuttavia qualche cittadino ogni tanto ci cade e complice anche il fatto che l'inquinamento di quegli anni era sicuramente tossico si fa le caldarroste con roba che non è commestibile ed è sicuramente contaminata dal gas delle auto e da ogni razza di tossicume..

Tuttavia anche un così tanto squallore come appunto il giro dei cimiteri portava per pochi giorni all'anno ad avere le corsie dei cimiteri illuminate da una moltitudine di lumini,quasi che il mondo si ricordasse dei morti almeno una volta all'anno,anche di quelli che non avevano più nessuno.
Da casa di Pries con il binocolo alla sera si guardava verso il cimitero di grugliasco e si vedeva questa moltitudine di lumini.

Ora vedresti solo un altro palazzo. Un altro dei tanti.

Essendo tuttavia festivo il primo di novembre dopo il noioso giro dei cimiteri il pomeriggio eravamo liberi....e in giro per la zona. Nonostante l'aria piuttosto fredda eravamo andati fino alla ferrovia a dare un occhiata in giro.
Una volta arrivati laggiù ci eravamo seduti su una panchina di quelle "al volo" che mettevano a fianco del campetto dei ranger,seduti visto che era senza schienale di fronte l'uno all'altro con le ginocchia a contatto.

Il discorso,me lo ricordo ancora verteva su una delle tante cose "soprannaturali" ossia l'energia che gli oggetti hanno e che viene trasmessa. E andavamo in cerca di quell'energia appunto per divertirsi.
Mi aveva raccontato quando,in una delle tante notti passate a casa di Erik,aveva dormito,insieme a lui nel letto ma non con il solito pigiama addosso (lui non lo usava,semplicemente un paio di pantaloni della tuta da ginnastica vecchi e una maglietta stinta e scolorita) ma con addirittura delle blindature da bmx che Erik aveva appese in camera (la bmx era il suo mondo) e una volta "corazzato" con gomitiere,ginocchiere,caschetto si era addormentato quasi subito frontalmente su Erik che lo aveva totalmente coperto prima di addormentarsi.

Al mattino i sogni psichedelici si sprecavano,aveva sognato che erano in una nave spaziale e lui era con  Erik che era molto più grande di lui. Aveva sognato l'assenza di peso,il girare come una trottola,insomma lui era in un film. Ovviamente di fantascienza.
Erik dal canto suo al mattino si era svegliato con il segno del bordo del casco sullo sterno ma non aveva sognato chissà che.

La cosa mi aveva ricordato che durante un temporale in uno dei miei sogni ferroviari i tuoni che stavano imperversando intorno a casa mia c'erano anche nel sogno tra vecchie vaporiere e vagoni a terrazzini.
Poi mi aveva fatto una domanda un pò indiscreta....insomma lui per la prima volta in quel sogno aveva sentito "indurirsi" il "coso" .
Gli avevo chiesto di chiedere a sua madre,del resto era dottoressa e la cosa era finita lì. Obbiettivamente a me serviva solo per fare la pipì.

Per conto mio ogni tanto il pipino si svegliava ,spesso senza nessuna causa o stimolo o almeno credevo allora ma poi tornava a dormire. Probabilmente nessuno dei due in un modo tribale sarebbe stato un "riproduttore" del resto si usava solo per l'uso più comune...  
Quella sera prima di andare a casa facemmo un salto a casa sua e mi fece vedere la parte "sotto" della tuta spaziale completata. Ma non la indossò perchè la colla non era ancora asciutta bene.
Aveva usato due stivali imbottiti e con la punta in ferro che avevano buttato via da un cantiere lì vicino,li aveva modificati,foderati,la parte delle gambe la aveva fatta in gomma con vari corrugati su ginocchia e bacino (pure quelli fatti da se) e poi aveva foderato il tutto.
E visto che erano almeno 3 numeri più grandi al'interno aveva fatto stare due vecchie scarpe oramai consumate all'estremo.
Per agganciare/ sganciare gli stivali aveva usato le chiusure dei barattoli della vernice,quelle fatte con il ferretto da fare scattare.

Veniamo ad altre cose del nostro tempo.

Al giorno d'oggi le pubblicità dei cicles (o chevin'gum all'inglese di emme) si sprecano. Ci sono quelle del capoufficio carogna che ha mangiato pesante e appesta tutto il piano,ci sono quelle con liquidi strani all'interno. All'epoca c'erano quelle dentro una boccia e basta. Mettevi la moneta,giravi la maniglia e uscivano . Senza marca,senza pomposi nomi,e sopratutto senza granchè igiene perchè quello che stava a contatto della boccia di fatto lo mangiavi,lo prendevi con le mani sporche e tuttavia non si moriva.
In tutta la vita ne avrò prese una o due di quelle gomme da masticare. Non mi piaceva stare a ruminare come una vacca e manco a farlo apposta Alessandro la pensava come me. A differenza di certi nostri compagni di scuola che invece erano sempre lì a masticare. Difatti in alcune scuole hanno vietato di tenere il cicles in bocca e masticare come dementi per ore.

 

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  • 1 month later...

Cambiamo argomento.

Se dovessimo parlare di cosa è un vestiario come si deve e cosa invece è un vestiario da sfigati la salopette merita il posto d'onore tra le cose che cambiano moltissimo a seconda di chi la indossa.


Bene con il suo aspetto femminile la salopette ad Alessandro stava da dio. Specialmente con scarpe "da ginnastica"


A casa mia manco a parlarne,le uniche alternative di vestiario erano i pantaloni di velluto tristi reduci di un ancora più triste passato e i jeans che però andavano usati solo ogni tanto perchè erano da "ragazzacci"...sempre dal vangelo secondo mia nonna.


Ricordo che una volta mi ha quasi alzato le mani perchè come faceva spesso prendeva i pantaloni e li sbatteva per fare andare via la polvere e si era data sulle mani la pesante fibia da texano facendosi un bel livido blu su una mano.
Sebbene sotto i baffi ridevo esageratamente mi sono limitato a dirgli che forse doveva solo fare un goccio di attenzione in più. Oggi se se ne veniva fuori con una storia del genere (è colpa tua,guarda cosa mi ha fatto la fibbia) gli avrei fatto partire la mandibola con un destro.

In sostanza la fortuna mi aveva aiutato perchè essendo già più grande di mio nonno buonanima mi sono risparmiato tutto il suo vestiario riciclato,che comunque era di 20 anni prima e quindi totalmente fuori moda come è sicuramente fuori moda quello che usavo a quel tempo se considerato ad oggi.

Per il resto ci si vestiva con cosa c'era e fai bastare quello che c'è che tanto c'è solo quello.
Della salopette si è detto di tutto e di più ma ci sono stati dei casi in cui io l'ho portata dopo ed era quella da lavoro e obbiettivamente a me non stava bene,a qualcuno troppo largo in zona panza faceva totalmente la parte della calza per alimenti.

Per Alessandro no invece,il suo aspetto "da giocattolo" rendeva bene con quasi tutti i vestiari. Anche quelli più arditi.Ricordo in una delle tante uscite che abbiamo fatto col 36 verso il centro. Era sempre al centro degli sguardi grazie al suo aspetto da "via di mezzo" e sopratutto grazie al suo modo di apparire/non apparire.

Un altra parentesi la merita l'orologio. Come oggi è un obbligo ,secondo i più deficenti anche morale ,avere il telefonino dietro perchè "ti salva la vita" e altre ercate galattiche,all'epoca che ovviamente i telefonini non esistevano l'obbligo era avere l'orologio per "essere puntuale".
Si,la puntalità che oggi è particamente assente su tutti. Eppure l'orologio l'ho abbiamo tutti (anche se qualcuno solo su un telefono ,ma del resto lo si ha sempre in mano (il telefono...nessun doppio senso nè).

E appunto per essere puntuale si doveva sapere che ora era. Mentre al paese c'era il campanile che stufava fino all'inverosimile scampanando come uno sfigato tutti momenti (e di fatto bastava aspettare che scampanasse) in città dovevi affidarti all'orologio da polso.
E qui apriti cielo,ricordo che in casa mia la mia parola contava zero,la solita nonna generale aveva un diktat ossia che tutti gli orologi dovevano essere a lancette e rigorosamente con quel cesso di numeri romani.
Sistema di numerazione che dovremmo esserci già tolto dai maroni invece c'è ancora. Ma si sa che l'erba cattiva è dura a morire.

Io ho avuto come orologi da polso quasi tutta roba riciclata dai miei genitori,da quello che aveva mia madre prima ancora di sposarsi,a quello del nonno,ma avevano tutti un particolare ossia non erano mai a posto,e sempre,sempre ogni 2 o tre giorni dovevi correggere un ritardo o un anticipo. Quando prendevano acqua o si fermavano o sempre facevano la condensa sul vetro.
Insomma erano dei veri cessi.

Vari marchi,kolster,lanco,il più valido e che mi è durato di più il seiko di mio nonno,uno dei pochi autocaricanti del tempo.

E non era andata meglio nemmeno con quello regalatomi alla comunione ,non ricordo più da chi ,regalavano tanta robbaccia a quel tempo .

Un citizen che ogni 3 o 4 mesi tranciava il perno della ricarica e della messa a posto dell'ora. Cominciava a muoversi come un dente che sta per cadere e poi via,insomma un cesso. Indovinate chi lo aveva scelto....troppo facile....nonna!

Lui no,ne aveva uno al quarzo ossia con i numeri e la calcolatrice integrata ma non lo portava manco al polso,lo teneva in tasca perchè secondo lui "pesava" e nel tempo che io ho cambiato tutti i vari roclò di recupero lui ha sempre avuto quello.

Apriamo ora una parentesi più o meno logica sulla stupidità dei regali che si fanno a comunione e cresima.
Ci fosse una volta ,una che si regala qualcosa che serve.
Ma del resto tanto l'una che l'altra sono bisness allo stato puro.
Dai vestiti eleganti da beccamorto del razzo,al pranzo al ristorante,alla giornata odiosa che di fatto si buttava via.

Ma la cosa più stupida sono  tra i regali le famose "sterline" d'oro. Totalmente inutile,che poi di fatto mi davano quasi il tempo di vederle e poi sparivano tra le cuccume e barattolume nascosto di mia nonna. Contento di averle recuperate quando abbiamo smontato la casa perchè comunque per tanto che non servissero a un kaiser un certo valore lo avevano.  E in ogni caso regali erano ma miei e non suoi.

Con novembre arrivò il salone dell'automobile a torino e ci andammo con zio Mario.

 

Edited by busdriver
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IL salone dell'auto era una delle poche occasioni che si poteva vedere qualcosa di serio,qualcosa di maschile insomma,avremmo visto le auto che avrebbero ingombrato le strade da lì a qualche anni e poi in seguito magari cosa avremmo potuto guidare.
A differenza di altre esposizioni stupide come idea sposa e expocasa qui era la "nostra " materia.

Ci andammo con zio Mario,uno dei 23 zii che avevo ed al secolo il fratello di mia madre,come ho già detto prima era ribattezzato lo zio maggiolino perchè di fatto ha sempre solo avuto maggiolini volks.
E forse il fatto di venire al salone con un suo parente alla lunga e portarsi a spasso due ragazzini era uno dei tanti modi per togliersi un pò da casa perchè probabilmente con sua moglie non era tutto rose e fiori  (in effetti 20 anni dopo si arrivò al divorzio).
il salone dell'auto una volta era nella famosa area espositiva torinese e c'erano un pò tutti i marchi nazionali compresi alcuni cantinari e allestitori. Nello stand della fiat dominava la uno (lo farà per anni) e causalmente quell'anno come auto dell'anno era stata eletta appunto la piccola nazionale.
Se non ricordo male era uno dei pochi anni dove ad auto dell'anno erano state elette auto piccole.  

In effetti la uno, che avevano presentato al salone dell'auto io l'ho poi guidata nel 1988 quando in autunno ho preso la patente.
In quanto mia madre nel 1986 si era lasciata tirare ed aveva preso quel delicatume che era la uno. Si fosse tenuta il 127 che almeno era molto più grintoso (essendo una prima serie)
Le auto che io ed Alessandro apprezzavamo erano quelle poche americane che venivano esposte,più che altro perchè ci ricordavano i telefilm che guaradvamo in tv. Quelli dove tanto per intenderci succedono i peggio incidenti e nessuno si fa mai male. A differenza delle nostre scatolette che bocciano e si disfano.

E poi comunque tutto quello che era diverso dalla routine per noi era positivo.
Ricordo che mio zio mi fece notare che il finestrino posteriore laterale di quasi tutte le auto americane era fatto male,lui lo definiva un vero e proprio aborto. In effetti l'idea di ricopiare quello che era nell'anteriore con il vetrino apribile a rotazione anche dietro esteticamente faceva quello che poteva.
Ma del resto le auto nostrane erano molto più insignificanti in quanto oltre spesso a non avere le porte dietro avevano i vetri fissi.

Ma si sa,la solita regola del vorrei ma non posso,c'era chi sbavava dietro al fordone V8 e poi si accontentava della panda 30 che aveva un rumore caratteristico che ricordava un misto tra i gas intestinali e la centrifuga della lavatrice. O della peggiore e più infame la 126,scatoletta da cani,puzzosa che sbenzava odoracci e scomoda come non mai. E ovviamente senza lo spazio per caricarci nulla dentro.

Forse è da quel periodo che mi è partito l'odio per le auto a 3 porte,un pò perchè stando dietro se ti capitava davanti un "trumbun" come la madrina del mio battesimo (al secolo la matrigna di mia nonna) avevi tempo a rapinare una banca ,scappare e spenderli tutti prima che salisse o scendesse. Ma era già nella "misura" dei trasporti eccezionali.
Ma sapete come la penso con chi fa perdere tempo.
Che dire,non ricordo tantissimo di quel salone,se non il fatto che con lo zio Mario abbiamo un fatto un patto tacito ossia. Ci troviamo li alle (ora precisa) e poi facciamo un ultimo giro insieme.
E abbiamo girato parecchio da "liberi" guardando poi un pò le case "minori" o meglio meno conosciute.In ogni caso a noi interessava la roba bella e non quella sportiva. E un certo occhio lo avevamo già per furgoni e pulmini vari.

Il pubblico del sabato al salone dell'auto era standard,famigliole,qualche single e qualche appassionato.
All'epoca c'era ancora nell'aria un certo odore di libertà (accompagnato dal puzzo di benzina mal bruciata) anche dietro al mondo dell'auto (che di fatto non è libero,anzi....) a differenza della malattia della sicurezza che impera oggi e nel quale tutte le auto vengono condite con orpelli destinati ad aiutare incapaci e pelandroni  piuttosto che cose destinate a migliorare il funzionamento del tutto.
Tanto è vero che i consumi rispetto agli anni 80 di alcuni mezzi sono cresciuti e tanto.

Stendiamo un velo penoso sul cambio automatico,mio zio diceva che era da "andicampati" io invece sostengo che è da pelandroni e nuillafacenti. Ma del resto nelle auto moderne devi telefonare,mandar messaggi,commentare la cacca del cane che qualcuno ha postato sul suo profilo etc etc etc. Insomma tutto tranne che a guidare.

Una cosa che ha rattristato Alessandro è la fine della produzione della talbot ranch,l'unica auto che gli piaceva. ma del resto a noi piacevano certe auto,e per i genitori le uniche degne o forse che si potevano permettersi erano le sfigate utilitarie a 2/3 porte. Qualcuna si salvava ma le altre.

E ovviamente abbiamo fatto un pò di "car scamming" si direbbe oggi eleggendo il più cesso e qui eravamo veramente indecisi tra la zaz (una sorta di maghgiolino russo),il bidone 126, e un altra veramente orrida che mi sembra fosse francese (ma non era la 2 cv....rispetto per quell'auto) una sorta di jeep di plastica.

Ed era anche uno degli anni che la plastica faceva la sua apparizione e cominciava a imperare in interni plastiche e altro. Difatti facevamo a gara a guardare dove c'è n'era di più.  

 

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