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La scomparsa dei locali gay


Bloodstar

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Prendo spunto da questo interessante intervento di Krad77 che vi cito qua sotto:

Quote

"Perché nel frattempo i locali chiudono perché i gay non ci vogliono più andare, sì ok certo non tutti e non sempre, ma quella è la tendenza.

Perché i gay non vogliono andare più nei locali gay? Perché si è diffusa sempre di più l'idea tossica (e anche falsa, secondo me) che è auto-ghettizzante, nonostante tutto quello che abbiamo fatto per combatterla. Ma sei subissato in continuazione da ragazzi che si affacciano ai primi momenti di vita gay e ti dicono: perché devo essere diverso dagli etero?? Siamo umani siamo tutti uguali!! Quindi si fanno le serate con le compagnie etero, vanno a bere o a ballare nei locali non-gay, tanto poi a fine serata possono trovare qualcuno su grindr per una scopata veloce. Così implicitamente con le compagnie etero si assolvono se non fanno neanche coming out, o se lo hanno fatto, possono non trattare mai l'argomento come se non esistesse. Sono tendenze che combatterò sempre, io dico date valore alla vostra omosessualità, denominatela e celebratela come qualcosa di positivo, però questi sono i fatti.

Tra l'altro io nei locali gay ci ho portato vari amici etero, molte ragazze ma anche qualche amico maschio, proprio perché l'autoghetto è facile da descrivere nelle discussioni online ma nella realtà se non sei al centro di Castro, il quartiere, è un po' difficile che tu ti possa ghettizzare."

Provo a dire la mia. Io, in tutta sincerità, non ho mai provato la necessità di andare per locali gay e alla questione dell'autoghettizzazione non avevo veramente mai pensato prima di quest'intervento di Krad. In realtà non provo la necessità di andare per locali tout court: un po' perché sono spilorcio tipo le lesbiche nuovayorkesi,  un po' perché so di essere un pessimo animale sociale e faccio una fatica bestia a fare nuove conoscenze, un po' perché non ho mai avuto una compagnia di amici, un po' perché sono un tipo ingessato e non so gestire le situazioni in cui potrebbe esserci una tensione sessuale. Se io frequentassi i locali gay (o in generale i locali) mi sentirei enormemente a disagio e,  nella migliore delle ipotesi, farei tappezzeria. Quest'anno che, ad esempio, sono stato in Erasmus, ci ho provato a frequentare qualche birreria e bar ma le esperienze sono state disastrose come al solito. 

Tutta questa tirata autoriferita era per dire che io non mi sento a mio agio proprio col sistema di socializzazione dei locali, e i locali gay finiscono per aggingere una (per me) ansiogena componente sessuale che mi destabilizza ancora di più.

Sono io strano, sono io ai limiti della sociopatia, o il mio è un caso inquadrabile nello spirito dei tempi ed è semplicemente la mia generazione (ho 24 anni) ad avere dei modelli differenti? 

Datemi le vostre letture e magari poi vi do la mia.

 

Edited by Bloodstar
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Per uno studente (o un lavoratore) che vive coi genitori una volta i locali in cui si scopava

erano l'unica alternativa per avere una vita sessuale e conoscere qualcuno (in questo ordine).

Per chi aveva un appartamento erano l'unica alternativa per conoscere qualcuno, che poi potevi andare a scoparti da te.

Unica alternativa forse no: c'erano anche i numeri di telefono nei cessi o i luoghi d'incontro all'aperto,

nella speranza che non fosse la serata in cui veniva la polizia a controllare 🙂

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20 minutes ago, Bloodstar said:

Se io frequentassi i locali gay

ti ricordi quando siamo stati (con brontoLoco et alii) alla pizzeria della gay street, dal frocinese eccetera?

fino a prova contraria, sono locali lgbt pure quelli, non c'entra niente la tua sociopatia cronica!

12 minutes ago, Bloodstar said:

darwinista anche circa la sorte dei locali gay

a sto momento, il problema della semplice sopravvivenza è per TUTTI i tipi di locali, indpendentemente dal fatto che siano gay  o no;

e mi dicono che l'ariccia sia molto brutta...

Edited by freedog
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7 minutes ago, freedog said:

ti ricordi quando siamo stati (con brontoLoco et alii) alla pizzeria della gay street, dal frocinese eccetera?

Ma ti pare che devi dire cazzate simili e farmi dare ragione a Rotwang?

 

9 minutes ago, freedog said:

a sto momento, il problema della semplice sopravvivenza è per TUTTI i tipi di locali

Cerchiamo di tenere il coronavirus e tutte le questioni connesse fuori da 'sta discussione, su.

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Saramandasama

Per la sociopatia ci sono soluzioni che possono essere ricercate in ambito psichiatrico o anche psicologico. O semplicemente bere! 
Non sono i locali il problema, ma l’effetto acquario che quelli gay al 99% dànno. A questo punto, se è il sesso che uno cerca, si preferisce l’app, se uno già di suo è sociopath, non andrà certo in un acquario.

Certo bisogna approfittare delle cose positive di questi posti: tipo, ti trovi a Berlino, scopri che fino alle 20h in coppia paghi due birre al prezzo di una, ci vai, cazzo!

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1 hour ago, Bloodstar said:

Prendo spunto da questo interessante intervento di Krad77 che vi cito qua sotto:

Provo a dire la mia. Io, in tutta sincerità, non ho mai provato la necessità di andare per locali gay e alla questione dell'autoghettizzazione non avevo veramente mai pensato prima di quest'intervento di Krad. In realtà non provo la necessità di andare per locali tout court: un po' perché sono spilorcio tipo le lesbiche nuovayorkesi,  un po' perché so di essere un pessimo animale sociale e faccio una fatica bestia a fare nuove conoscenze, un po' perché non ho mai avuto una compagnia di amici, un po' perché sono un tipo ingessato e non so gestire le situazioni in cui potrebbe esserci una tensione sessuale. Se io frequentassi i locali gay (o in generale i locali) mi sentirei enormemente a disagio e,  nella migliore delle ipotesi, farei tappezzeria. Quest'anno che, ad esempio, sono stato in Erasmus, ci ho provato a frequentare qualche birreria e bar ma le esperienze sono state disastrose come al solito. 

Tutta questa tirata autoriferita era per dire che io non mi sento a mio agio proprio col sistema di socializzazione dei locali, e i locali gay finiscono per aggingere una (per me) ansiogena componente sessuale che mi destabilizza ancora di più.

Sono io strano, sono io ai limiti della sociopatia, o il mio è un caso inquadrabile nello spirito dei tempi ed è semplicemente la mia generazione (ho 24 anni) ad avere dei modelli differenti? 

Datemi le vostre letture e magari poi vi do la mia.

 

In questo periodo sto parecchio sul forum e devo dire che è bello parlare di qualche argomento quando si inseriscono anche dei particolari personali li rendono più interessanti. Lo fanno in pochi.

Premesso che i locali in generale faranno fatica a riaprire ma questo vale per tutti a me non sembra che esista questa crisi dei locali gay, forse all'estero, da noi è un mercato di nuova esplorazione, difficilmente penso chiuderanno locali gay per mancanza di clienti visto quanti pochi ce ne sono. Ogni gruppo sociale tende ad incontrarsi in luoghi specifici o non esisterebbero i quartieri di San Lorenzo a Roma per i fricchettoni, Ponte Milvio per i ragazzini e la Gstreet per i ricchioni.

Non è solo una questione per rimorchiare anche perchè oramai, parliamoci chiaro, anche se incontri un gay che ti piace la prima cosa che fai non è parlarci ma vedere se è su grindr. E' una dinamica sociale nuova che come al solito viene mal vista, un pò come quando si rimpiangeva il fascino delle lettere sostitutite dal telefono e roba simile.
E' un altro modo di comunicare e conoscersi.

Sul discorso quanto si frequenti i locali, anche io che mi ritengo una persona mediamente socievole, non sono tipo che attacca bottone con sconisciuti fuori ad un bar ed i luoghi di incontro hanno altro senso.
Il senso primario è che ci vado con uno o due amici che li conoscono qualcuno che te lo presentano, si chiacchiera del più e del meno e buonanotte.

Le compagnie etero superati i 25 anni non esistono più, ci si accasa a fare marmocchi, quindi i gay arrivano ad un punto della vita che si trovano soli e si rassegnano ad essere ricchioni non solo a letto ma anche fuori.

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Anche io ho trovato questo argomento interessante. E anche io mi rivedo nella descrizione di Bloodstar: io sto proprio male in un locale dove la musica è alta e si balla, la musica alta mi dà fastidio perfino in palestra. Quando ho incontrato, ad esempio, Iron e Misterbaby, loro mi hanno detto che a volte vanno a ballare, a me annoierebbe. Ed è una cosa che mi dispiace avere spesso sentimenti non in linea con quelli dei più, perchè questo ti sottrae possibilità sociali.

Mi fa piacere leggere che ci sono anche locali diversi.

Che ci siano locali come Stonewall Inn frequentati da eterosessuali non mi stupisce: sono luoghi storici ed è normale che siano tappe turistiche. Non so se anche in locali anonimi ci sia la presenza di eterosessuali e non so se mi darebbe fastidio, forse dipende da quel che si fa: un conto è se quella sera si balla e un conto è se una di quelle serate bizzarre in cui si sta nudi.

Chiudo dicend, che anche io pensavo un tempo a quei locali come dei ghetti, poi ho cambiato idea. Oggi non credo che il problema siano quei locali, anzi penso offrano la possibilità di conoscersi con più facilità. Però spero che gli omosessuali non frequentino solo quelli e possano baciarsi con naturalezza anche al di fuori di quei posti.

Edited by marce84
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Perché un forumista italoamericano ravvede la scomparsa dei locali gay in USA, allora stanno scomparendo in generale? In Italia non ravvedo alcun fenomeno di questo tipo, soprattutto dopo un articolo come questo che dice chiaramente che l'attivismo LGBT in Italia nell'ultimo decennio è quintuplicato (e, di conseguenza, non vedo come possano scomparire i locali gay): https://thevision.com/cultura/lgbt-province/

Semmai scompaiono le vecchie bettole per repressi, ma quello già da decenni e tutti i locali in generale diventano "aperti" e non è negativo, per me.

Edited by Serpente
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Proverò a formulare anche la mia, avendo vissuto una fase della vita in cui giravo parecchio per locali .

D'accordo, erano altri anni ma a me i luoghi di aggregazione gay sono serviti tantissimo, e ad ognuna con gli amici davamo una propria "funzione". 

In discoteca si andava sì per ballare ma anche per guardarsi attorno, anche se da buoni losers combinavamo ben poco . Insomma il rimorchio da sguardo devi averlo dentro, altrimenti ciccia . Gli altri tipi di locali, fossero bar o pub o pizzerie lgbt, erano un modo per essere out tutti assieme . Ed eri costretto ad essere out in prima persona, pena l'esclusione sociale . L'aggregazione si sentiva di più proprio per necessità più che per piacere, col senno di poi: i contatti tra gruppi di amici differenti erano necessari se volevi trovare qualcuno .

Spesso ci si odiava, tra gruppi. Fino a quando non ci si incrociava e si scopriva che alla fine erano come noi .

Certo è che l'uso delle app ha tolto questa necessità facendoci fare tutti un passo indietro in the closet . Non serve più avere amici gay, non serve andare al pub in cui fanno il single party, e quindi non serve più esporsi . Esporsi più che altro a sè stessi, intendo . L'accettazione è molto più forte se devi prendere la macchina, spostarti, trovarti con amici magari conosciuti da poco, entrare in un locale, sederti a un tavolo, parlare. E' lì che comprendi che forse non ti eri accettato del tutto, ed è lì che giorno dopo giorno la tua vita prende una via di normalità quotidiana .

D'altronde è palese che oggi molti abbiano amici quasi esclusivamente eterosessuali, quando una volta erano quasi una palla al piede da scaricare in favore di un favoloso nuovo mondo, salvo uno o due fidati . E' palese anche che si preferisca netflix, coperta e playstation ad uscire al sabato . E spesso senti risposte tipo "non capisco perchè al sabato si debba uscire, è un'imposizione sociale". Certo, perchè non hai amici, non sai approcciarti con gli altri e cerchi di proteggere il tuo micromondo, una sorta di hikikomorismo blando . 

E se tornassero ad esserci tutti i locali di aggregazione che c'erano prima, chiuderebbero nuovamente dopo due giorni, poichè qui ci sono generazioni di ragazzi che vanno in ansia a doversi mettere pubblicamente in gioco .

E non è una colpa, è un dato di fatto . Così come quelli della mia generazione hanno fatto fallire i batuage. Perchè andare in un parco di sera quando c'è un locale riscaldato? E allora i più vecchi avrebbero potuto parlarmi del bello del contatto diretto senza l'artificio di un locale, e non avrei comunque capito appieno .

Torino forse è stata quella che si è svuotata prima . Avevamo lo storico Caffe Leri, un lounge bar un po' trashone in centro, poi il Male Pub gestito da due ragazze lesbiche, uno dei primi coi videoterminali per chattare e coi single party al giovedì, poi localini carini ma durati davvero poco, tra cui un caffe che organizzava eventi musicali e letterari.

Tutto chiuso, rimangono solo serate-disco o aperidisco, frequentate però dal solito giro. Insomma un'unica serata che conterrà 200 persone ...e tutti gli altri lgbt dove sono, che fanno?

 

C'è anche da dire che oggi puoi uscire ovunque, non ti fai i problemi del "oddio se ci vedono?" di 20 anni fa perchè avevi l'amico che parlava a ultrasuoni gridando a tutti " ma bellaaaaaaaah". Ora te ne freghi, e anche quello fa la sua parte.

 

Ricordo le parole di un signore inglese conosciuto in un pub gay a Torino nel 2005 circa . Ci disse "io vi invidio, perchè da voi c'è ancora questo senso di ghetto che vi fa trovare in locali come questo . Da noi ormai non importa più con chi vai, questo senso che voi avete ancora è scomparso e siamo molto più soli" .

 

@freedog io ho notato che sulle varie pink pages o Spartacus etc c'erano segnati locali chiusi da più di 10 anni .

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2 hours ago, Bloodstar said:

Sono io strano, sono io ai limiti della sociopatia, o il mio è un caso inquadrabile nello spirito dei tempi ed è semplicemente la mia generazione (ho 24 anni) ad avere dei modelli differenti? 

Datemi le vostre letture e magari poi vi do la mia.

Perché dovresti andare nei locali gay con le persone giuste forse; come suggerisce freedog già ci sei stato qualche volta nei locali gay...ci sono molti locali dove c'è anche una darkroom, ma puoi startene alla larga bevendo una birra con un amico ecco.

Ma sei pure un universitario...non ci sono attività sociali da fare per gli universitari a Roma??? Sei colto, puoi permetterti di fare lo stupido!!!

Io alla tua età andavo ai festival dei centri sociali qui a Padova, per fare i panini e vendere le patatine...così entravo aggratis, scroccavo la birra e se mi annoiavo tornavo al banco del fritto (avevo provato a farmi spostare al banco dei libri, ma era tutto già occupato); durante una serata che s'è conclusa con una sbronza funesta mi son messo pure a vendere baci. Quello non era un ambiente gay, per nulla, certo non era nemmeno un ambiente omofobo...non sposo del tutto la linea ideologica di Krad77, perché non c'è nulla di così strano a non voler frequentare un locale specificamente gay, specie se nella tua città quel genere di locale propone un tipo di divertimento che non ti aggrada...ma sarebbe strano voler evitare frequentazioni gay, amici gay, ecco.

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27 minutes ago, Ghost77 said:

 

@freedog io ho notato che sulle varie pink pages o Spartacus etc c'erano segnati locali chiusi da più di 10 anni .

Quanti anni sono che scrivo sul forum? Ecco, quello è il numero di anni che ripeto a freedog che le sue mappe dei locali gay sono tutte fallite o andavano bene ai tempi di craxi. Non so dove viva lui in qualche iperuranio pieno di piskielli con myspace. Ovvero che non sa nemmeno di cosa parla.

Edited by SabrinaS
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47 minutes ago, Ghost77 said:

Proverò a formulare anche la mia, avendo vissuto una fase della vita in cui giravo parecchio per locali .

D'accordo, erano altri anni ma a me i luoghi di aggregazione gay sono serviti tantissimo, e ad ognuna con gli amici davamo una propria "funzione". 

In discoteca si andava sì per ballare ma anche per guardarsi attorno, anche se da buoni losers combinavamo ben poco . Insomma il rimorchio da sguardo devi averlo dentro, altrimenti ciccia . Gli altri tipi di locali, fossero bar o pub o pizzerie lgbt, erano un modo per essere out tutti assieme . Ed eri costretto ad essere out in prima persona, pena l'esclusione sociale . L'aggregazione si sentiva di più proprio per necessità più che per piacere, col senno di poi: i contatti tra gruppi di amici differenti erano necessari se volevi trovare qualcuno .

Spesso ci si odiava, tra gruppi. Fino a quando non ci si incrociava e si scopriva che alla fine erano come noi .

Certo è che l'uso delle app ha tolto questa necessità facendoci fare tutti un passo indietro in the closet . Non serve più avere amici gay, non serve andare al pub in cui fanno il single party, e quindi non serve più esporsi . Esporsi più che altro a sè stessi, intendo . L'accettazione è molto più forte se devi prendere la macchina, spostarti, trovarti con amici magari conosciuti da poco, entrare in un locale, sederti a un tavolo, parlare. E' lì che comprendi che forse non ti eri accettato del tutto, ed è lì che giorno dopo giorno la tua vita prende una via di normalità quotidiana .

D'altronde è palese che oggi molti abbiano amici quasi esclusivamente eterosessuali, quando una volta erano quasi una palla al piede da scaricare in favore di un favoloso nuovo mondo, salvo uno o due fidati . E' palese anche che si preferisca netflix, coperta e playstation ad uscire al sabato . E spesso senti risposte tipo "non capisco perchè al sabato si debba uscire, è un'imposizione sociale". Certo, perchè non hai amici, non sai approcciarti con gli altri e cerchi di proteggere il tuo micromondo, una sorta di hikikomorismo blando . 

E se tornassero ad esserci tutti i locali di aggregazione che c'erano prima, chiuderebbero nuovamente dopo due giorni, poichè qui ci sono generazioni di ragazzi che vanno in ansia a doversi mettere pubblicamente in gioco .

E non è una colpa, è un dato di fatto . Così come quelli della mia generazione hanno fatto fallire i batuage. Perchè andare in un parco di sera quando c'è un locale riscaldato? E allora i più vecchi avrebbero potuto parlarmi del bello del contatto diretto senza l'artificio di un locale, e non avrei comunque capito appieno .

Torino forse è stata quella che si è svuotata prima . Avevamo lo storico Caffe Leri, un lounge bar un po' trashone in centro, poi il Male Pub gestito da due ragazze lesbiche, uno dei primi coi videoterminali per chattare e coi single party al giovedì, poi localini carini ma durati davvero poco, tra cui un caffe che organizzava eventi musicali e letterari.

Tutto chiuso, rimangono solo serate-disco o aperidisco, frequentate però dal solito giro. Insomma un'unica serata che conterrà 200 persone ...e tutti gli altri lgbt dove sono, che fanno?

 

C'è anche da dire che oggi puoi uscire ovunque, non ti fai i problemi del "oddio se ci vedono?" di 20 anni fa perchè avevi l'amico che parlava a ultrasuoni gridando a tutti " ma bellaaaaaaaah". Ora te ne freghi, e anche quello fa la sua parte.

 

Ricordo le parole di un signore inglese conosciuto in un pub gay a Torino nel 2005 circa . Ci disse "io vi invidio, perchè da voi c'è ancora questo senso di ghetto che vi fa trovare in locali come questo . Da noi ormai non importa più con chi vai, questo senso che voi avete ancora è scomparso e siamo molto più soli" .

 

@freedog io ho notato che sulle varie pink pages o Spartacus etc c'erano segnati locali chiusi da più di 10 anni .

E' molto bello quello hai scritto. Quei locali creavano, credo, anche il senso di appartenenza ad una "comunità", che non a caso adesso è un termine più desueto o che addirittura disturba alcuni, come se avesse in sè la cifra della discriminazione. La loro frequentazione richiedeva una certa dose di accettazione di se stessi ed una certa dose di motivazione. I tempi cambiano e le applicazioni non sono per forza un male, anzi possono in teoria aiutare chi - come me - non ama frequentare locali o incede ancora con passo incerto. Le applicazioni rappresentano sicuramente una possibilità in più sul tavolo. Ma è innegabile che abbiano in sè anche un elemento di distorsione, che è quel che ho provato a dire tante volte in questi mesi, pur venendo molte volte frainteso.

Edited by marce84
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15 minutes ago, SabrinaS said:

Ecco, quello è il numero di anni che ripeto a freedog

Pure lo stesso "frocinese" da lui nominato ha cambiato gestione . D'accordo, il locale esiste ancora e la clientela solita probabilmente continua ad andarci, ma non è più definibile un locale "gay" in senso stretto . 

Cioè pure il giappo in cui vado io ha una quota imponente di clienti lgbt, oggi basta che ci sia una donna cinese proprietaria che faccia un po' la sympa e la frocitudine si affeziona (io e i miei amici ne siamo consapevoli vittime) . Ma non è da considerarsi un locale da "gay street" .

Just now, marce84 said:

le applicazioni non sono per forza un male, anzi possono in teoria aiutare chi - come me - non ama frequentare locali o incede ancora con passo incerto.

Certo, ma magari un tempo ti ritrovavi costretto . E anzichè andare in discoteca, andavi in quel caffè in cui proponevano una lettura, o tenevano un mini concerto . E quello seduto vicino a te ti commentava quanto fosse noioso l'autore, e da cosa nasce cosa . Con le app rimani a casa credendo siano un aiuto, quando invece assecondano le nostre incertezze .

Motivo per cui molti di noi spingono, senza molto successo, ad andare alle serate delle arcigay perchè è ancora possibile trovare quel meccanismo relazionale .

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50 minutes ago, schopy said:

Sei colto, puoi permetterti di fare lo stupido!!!

Sono troppo spocchioso e troppo poco spontaneo.

 

50 minutes ago, schopy said:

Io alla tua età andavo ai festival dei centri sociali qui a Padova

Terrore e raccapriccio: le poche volte che ho parlato con una zecca volevo sempre darmi fuoco. Nemmeno quando mi facevo blandamente le canne sono riuscito a rapportarmi a quell'ambiente.

L'apologia dei centri sociali è uno dei motivi per cui non riesce a piacermi Zerocalcare anche se è un grande fumettista. 

 

50 minutes ago, schopy said:

ma sarebbe strano voler evitare frequentazioni gay, amici gay, ecco.

Non evito gli amici gay, ho solo pochissimi amici e anche pochissimi conoscenti, ecco tutto. Nemmeno a 12 anni, quando si cominciava a organizzare le uscite il sabato pomeriggio, riuscivo a inserirmi nelle comitive. Il mio ragazzo è il mio clone sotto questo aspetto, peraltro.

 

1 hour ago, Ghost77 said:

Certo, perchè non hai amici, non sai approcciarti con gli altri e cerchi di proteggere il tuo micromondo, una sorta di hikikomorismo blando . 

Ma che possiamo farci?

Edited by Bloodstar
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16 minutes ago, Bloodstar said:

Ma che possiamo farci?

Sicuramente non è il tuo caso, dato che hai risposto .

Ma una prima cosa da fare è smontare il proprio processo logico . Non è quindi il sabato sera ad essere sopravvalutato, sono io che vorrei viverlo diversamente ma non riesco . Ammettere la propria difficoltà invece di reputare frivoli gli altri che vanno in giro (ripeto, non mi riferisco a te!) .

Un po' come chi dice "questi idioti, che a capodanno devono PER FORZA divertirsi!" . No, se uno ha amici viene naturale trovare ogni momento per stare assieme, sparar cazzate e far festa . Non avessi amici o fidanzato forse sarei anche io un po' incarognito, cadendo nell'errore di accusare chi invece si diverte .

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25 minutes ago, Bloodstar said:

Terrore e raccapriccio: le poche volte che ho parlato con una zecca volevo sempre darmi fuoco. Nemmeno quando mi facevo blandamente le canne sono riuscito a rapportarmi a quell'ambiente.

Io frequentavo il giro quando c'erano tante manifestazioni studentesche nel 2008 e anni seguenti...non è che fossi ideologizzato, e non partecipavo a "comitati" organizzativi, però l'esperienza in senso lato ai festival non era male (qui a Padova c'è un festival di una radio libera molto grande...ci suonano in tanti, ci ho visto qualche bel concerto).

28 minutes ago, Bloodstar said:

 Il mio ragazzo è il mio clone sotto questo aspetto

Asociale come sei è  un miracolo che tu l'abbia trovato 😅

30 minutes ago, Bloodstar said:

Ma che possiamo farci?

Lasciarti solo solo nella tua cameretta😌 tutto sommato non mi sembri così impacciato...

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13 minutes ago, schopy said:

Asociale come sei è  un miracolo che tu l'abbia trovato

Ah ma Blood è fidanzato? Ma allora è fuori dal discorso dei sabati sera in solitaria !

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29 minutes ago, marce84 said:

Chiamasi culo. :D Scherzo, eh!

Ci si è conosciuti tramite il nostro unico comune amico. Nel modo più classico.

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7 minutes ago, Bloodstar said:

Ci si è conosciuti tramite il nostro unico comune amico. Nel modo più classico.

Ancora più fortunello, il nostro Gastone Bloodstar!!! :D Firmato Marce Paperino.

Edited by marce84
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4 hours ago, Ghost77 said:

@freedog io ho notato che sulle varie pink pages o Spartacus etc c'erano segnati locali chiusi da più di 10 anni

google spesso rimanda alle edizioni web di eoni fa;

se vai sul sito o compri il cartaceo (esce ogni anno), la lista è (più o meno) aggiornata

4 hours ago, schopy said:

Sei colto, puoi permetterti di fare lo stupido!!!

se lo conoscessi un minimo, sapresti che la parte gli riesce quasi naturale, fidati!!

 

Edited by freedog
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40 minutes ago, freedog said:

se lo conoscessi un minimo, sapresti che la parte gli riesce quasi naturale, fidati!!

La parte del colto o dello stupido?🤔

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Due romani venuti a documentare un corteo contro l'omofobia in Emilia ci dissero che c'era più movida gaya nella nostra città che a Roma e io ci rimasi di sasso.

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La scomparsa dei gay locali 

1 minute ago, Serpente said:

Due romani venuti a documentare un corteo contro l'omofobia in Emilia ci dissero che c'era più movida gaya nella nostra città che a Roma e io ci rimasi di sasso.

chi erano? quei due tipi dei documentario "improvvisamentel 'inverno scorso?"

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12 hours ago, Bloodstar said:

Sono io strano, sono io ai limiti della sociopatia, o il mio è un caso inquadrabile nello spirito dei tempi ed è semplicemente la mia generazione (ho 24 anni) ad avere dei modelli differenti? 

Grazie per l'onore di aver addirittura aperto un topic per un mio intervento... LOL secondo me il tuo non è affatto un caso inquadrabile nello spirito dei tempi, io sospetto che i giovani gay escano la sera con i loro giri di amici o amiche etero, e poi usano le app per rimorchiare.
Il problema è questa separazione, scotomizzazione dell'aspetto gay dalla propria vita, che torna nei ragazzi giovani, la ricerca di una vita in cui la proprio omosessualità non viene vissuta in chiave identitaria... ecco io questo lo combatterò sempre perché non lo trovo positivo, l'accettazione di sé deve passare per una integrazione di questi aspetti nella propria identità, altrimenti sono soluzioni patologiche che non funzionano.

 

10 hours ago, Iron84 said:

a me non sembra che esista questa crisi dei locali gay

nelle Marche il Pensiero stupendo ha chiuso da diversi anni, ed era l'unico locale gay nel raggio di molti km... nella mia città ha chiuso un localo storico e super frequentato - pare che abbiano ravvisato un abuso edilizio, ma poi il locale che ci ha aperto ora non sembra aver fatto modifiche sostanziali, sta di fatto che la storia della città è completamente cambiata. Certo è stata lanciata una serata itinerante da uno dei ragazzi del locale chiuso, ma è un evento diverso che punta molto sull'animazione, e che ha una grossa fetta di pubblico etero. Intanto un mio amico ha lanciato sul lungomare un aperitivo gay, una cosa abbastanza semplice seppur carina, e un bel giorno si è ritrovato lì un gruppo di ragazzi che si sono fatti 200 km in macchina per poterci partecipare (anche loro venivano dalle Marche)... e sono sicuro che non se lo sia inventato, mi fido di lui.
 

10 hours ago, Iron84 said:

un pò come quando si rimpiangeva il fascino delle lettere sostitutite dal telefono e roba simile.

Figurati io non sono un nostalgico, poi io ho conosciuto il mio moroso su gaydar, ok non era un app ma non era così diverso da Romeo. Il problema di un nuovo strumento è che si può prestare anche a utilizzi che non ci piacciono e che possiamo contestare, non credo di essere il primo a criticare grindr, ma almeno non sono qua a criticare che c'è chi cerca il sesso ma non il vero amoreee, ma che ci sia chi ha relegato la propria omosessualità in una scatola segreta, da aprire solo quando si è arrapati e che si sfoga solo sulle app.

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7 minutes ago, Krad77 said:

nelle Marche il Pensiero stupendo ha chiuso da diversi anni, ed era l'unico locale gay nel raggio di molti km... 

Frequentavi il Pensiero stupendo? In che anni? Il mio migliore amico - classe 81 - lo ha frequentato per diverso tempo, iniziando quando era ancora al liceo, quindi parliamo di fine millennio, primissimi anni 2000. Mi dice che negli anni cambiò molto, diventando sempre più simile ad una discoteca dove dovevi vestirti in modo figo, mentre prima così non era e c'erano anche persone più grandi, professionisti, persone che avevano qualcosa da raccontare prima ancora che qualcosa da mostrare. Concordi con lui? 

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io non vedo nessuna scomparsa di locali gay. semmai ne chiude uno ma ne apre un altro (e dove abito io aprono solo, al bar storico si sono aggiunti negli ultimi 3-4 anni un discopub e due discoteche). il sabato sera si esce di meno ma è un fenomeno esteso a tutta la popolazione giovanile, non solo ai gay

 

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