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Una scala/mappa dell'omofobia interiorizzata, cosa possibile?


Dav1de

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4 minutes ago, Mario1944 said:

Inoltre non puoi comparare sic et simpliciter i concetti di biondo o di glaucopide con quelli di omosessuale od eterosessale, trattandosi nel primo caso di stati naturali evidenti,  mentre nel secondo si tratta di comportamenti ovvero, anche quando siano considerati stati naturali, non sono evidenti ed in ogni caso implicano un giudizio sui comportamenti che necessariamente dipende dall'etica ambiente.

Devi solo spiegarmi perché in italiano esiste "biondo" e non "glaucopide"

E perché esista addirittura un parola per chi è attratto dai disabili ("devotee") e non per chi sia attratto dalle trans.

Vorrei una bella spiegazione "concettuale" se non "sociologica", che renda conto di questi due fenomeni che io attribuisco al caso.

Poi quando me lo avrai spiegato ti dirò se la trovo una spiegazione convincente, al massimo della mia onestà intellettuale.

Dirmi però: "Sei fuori strada, non funziona così" è una semplice fallacia ex-cathedra

Oppure dire "Una è una caratteristica e uno è un comportamento" quando negli esempi che porto è EVIDENTE

che vi sono singole parole che identificano sia gli uni che gli altri, come sia per gli uni che per gli altri a volte si usino locuzioni

è qualcosa che mi aspetto da un giovane foucaultiano e non da un rigido conservatore 🙂

 

 

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39 minutes ago, Almadel said:

D'altra parte esistono parecchi termini per indicare gli omosessuali, ma nessuno per indicare gli amanti delle persone transessuali.

Perché una cosa così diffusa, in un mondo che ama dare nomi a tutte le peculiarità del comportamento sessuale, non ha un nome sintetico?

C'è un nome persino per chi fa sesso solo se è innamorato ("demisessuale"), ma manca per una cosa simile.

C'è un motivo? Apparentemente nessuno.

In realtà il motivo ci sarebbe, mentre omosessuali e demisessuali hanno rivendicato o rivendicano una loro identità, gli amanti delle persone transessuali, no

Il motivo probabilmente sta nel  fatto che l'effetto negativo del mancato riconoscimento si scarica integralmente sulle persone transessuali

Nel discorso scientifico per descrivere il fenomeno si è adottato ugualmente un termine, ginandromorfofilia

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3 minutes ago, Hinzelmann said:

In realtà il motivo ci sarebbe, mentre omosessuali e demisessuali hanno rivendicato o rivendicano una loro identità, gli amanti delle persone transessuali, no

Il motivo probabilmente sta nel  fatto che l'effetto negativo del mancato riconoscimento si scarica integralmente sulle persone transessuali

Nel discorso scientifico per descrivere il fenomeno si è adottato ugualmente un termine, ginandromorfofilia

Dai però non prendetemi per scemo :D

Nessun biondo ha mai rivendicato la sua biondezza e non è certo per quello che hanno un nome

e gli omosessuali avevano un nome ben prima di rivendicare qualcosa.

E "i mariti che vanno a trans" sono fortemente stigmatizzati, specie dalla nostra comunità

(ma non solo, vedi il caso Marrazzo) eppure non è emerso nessun nome né insulto di uso comune.

Ci sono anche comunità molto attive e orgogliose nel mondo BDSM che hanno nomi precisi

e altre altrettanto attive e orgogliose che usano locuzioni, senza alcun apparente motivo.

Come per gli organismi biologici le mutazioni avvengono casualmente e poi sopravvive il più adatto.

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25 minutes ago, Almadel said:

Devi solo spiegarmi perché in italiano esiste "biondo" e non "glaucopide"

Non saprei perché in italiano si usi una parola per biondo di capelli e due per glaucopide, che peraltro in greco non significava propriamente d'occhio celeste, ma d'occhio scintillante (vedi Liddell Scott sub voce: orig. without any notion of colour):

suppongo perché anticamente c'erano più biondi o, meglio, era più notabile un uomo biondo di capelli che uno celeste d'occhi.

Forse oggi è diverso, ma continuiamo per forza della tradizione ed anche per non necessità (evidentemente) d'usare una sola parola.

Comunque un concetto può essere significato anche con due parole:

il problema è sul concetto, non sul numero di parole per significarlo;   che si dica "omosessuale" o "sessuale omo" o "ugual sessuale" ovvero "che fa sesso solo con quelli del suo sesso" non cambia granché.

36 minutes ago, Almadel said:

Vorrei una bella spiegazione "concettuale" se non "sociologica", che renda conto di questi due fenomeni che io attribuisco al caso.

Puoi così assegnare tutto al caso, come altri assegnano tutto ad un dio, ma mi pare un'assegnazione molto, troppo, facilitante:

non so la causa, ergo non v'è causa, ma solo caso.

Comunque è un'opinione come altre:  se ti pare....

38 minutes ago, Almadel said:

Oppure dire "Una è una caratteristica e uno è un comportamento" quando negli esempi che porto è EVIDENTE

che vi sono singole parole che identificano sia gli uni che gli altri,

Be', ma io non nego che ci siano, ho negato solo che si possano comparare sic et simpliciter nell'ambito dell'argomento de quo:

dire di uno che è biondo non è la medesima cosa che dire che è uno omosessuale;  semmai è la medesima cosa o meglio fa parte d'una medesima categoria di concetti, dire ieri ed oggi in ambito occidentale che uno è negro e che uno è omosessuale, posto che la negritudine non ebbe più solo significato meramente fisico almeno dal XVI secolo.

Non è un caso, anche se forse tu dirai che è un caso.... 😉 , che difficilmente un biondo s'offenda se sia detto biondo, mentre è probabile che un negro s'offenda se sia detto negro e forse molti omosessuali se siano detti omosessuali.

 

 

12 minutes ago, Almadel said:

Come per gli organismi biologici le mutazioni avvengono casualmente e poi sopravvive il più adatto.

Casualmente?

le cause ci sono!

Forse intendi dire che non sono cause scelte deliberatamente da un disegnatore onnipotente in forza d'un disegno preordinato?

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46 minutes ago, Almadel said:

Dai però non prendetemi per scemo

Scemo è, chi lo scema fa

Fatto gli è che il termine "omosessuale" viene coniato PROPRIO per rivendicare la non estensione delle leggi anti sodomia prussiane al resto degli stati tedeschi della confederazione del Nord

Non volendo scrivere "atti contro natura" come usualmente si faceva nel gergo giuridico-criminale, si è coniato il neologismo "atti omosessuali"

46 minutes ago, Almadel said:

non è emerso nessun nome né insulto di uso comune

L'insulto sussurrato a mezza bocca è sempre stato "omosessuale represso" magari per i gay era ritenuto più insultante Represso e per gli etero Omosessuale

Fatto sta che è un insulto che nega identità e lo fa in nome di un binarismo : o sei etero, o sei gay

Quindi se ti piacciono le trans sei un omosessuale represso

Chiaro che se sono Etero e sposato, non ho una identità eterosessuale non conforme da rivendicare, l'avrei se volessi sposare una trans senza rinunciare al suo pene

Il problema è sempre stato che chi si innamorava della persona al punto di volerla sposare, chiedeva il cambiamento di sesso,  mentre gli altri andavano a trans da sposati ( ma con donne )

La comunità scientifica ha trattato il fenomeno come una forma di parafilia, in cui ciò che conta è la non esclusività della preferenza sessuale con ciò non stigmatizzando più di tanto ma neanche incoraggiando la definizione di una identità, anzi direi scoraggiandola

Edited by Hinzelmann
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2 minutes ago, Hinzelmann said:

Fatto gli è che il termine "omosessuale" viene coniato PROPRIO per rivendicare la non estensione delle leggi anti sodomia prussiane al resto degli stati tedeschi della confederazione del Nord

C'erano già un'enormità di espressioni di un solo termine in tutte le lingue d'Europa.

Non abbiamo certo dovuto aspettare che coniassero "omosessuale".

Credo che proprio non ti sia chiaro il punto.

Ci sono caratteristiche e comportamenti - non solo sessuali e non solo con un'accezione identitaria e non solo stigmatizzanti -

che vengono espressi da una sola parola e - se hanno una connotazione politica addirittura contratte in un monosillabo o un bisillabo -

mentre altre non hanno subito questa sorte e non si riesce a risalire a un pattern sul perché non sia avvenuto.

Marrazzo veniva deriso perché "andava a trans" e non perché era un "XXX" e Vendola perché era un "frocio" e non perché "andava a uomini".

Di me si dice che sono "moro" e non che "ho i capelli neri" e si dice che "ho gli occhi scuri" e non che sono "YYY".

Chi ama leccare i piedi è un "feticista" (per antonomasia), ma chi ama farseli leccare non ha un nome.

Chi ama legare è un "rigger" e chi ama farsi legare è un "bunny"; ma per il pissing non c'è un nome per nessuno dei due.

Chi ama vestirsi da cane è un "puppy", ma solo da pochissimo c'è il termine "holder" per chi ama i "puppy":

E non credo che gli "holder" abbiano una loro identità politica superiore a chi ama le sissy, no?

Per gli Orsi e per chi li ama, c'è un termine per ogni dettaglio. E così via.

 

Per il fisting nonostante esista il termine "fistée" è molto più frequente il termine "fister"

(per cui sarà comune dire: "Sono una sissy che ama essere fistata e cerco un fister esperto amante lingerie"

e mai "Sono un fistée che ama essere costretto a vestirsi da donna e cerco un sissificatore che ami dilatare con la mano")

 

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Va bene, Almadel, abbiamo capito che secondo te è meramente casuale che per un concetto si usi una parola e per un altro se ne usino più d'una:

è un'opinione non necessariamente erronea, anche se a me pare implichi semplicemente una volontà di dissimulare una possibile ignoranza delle cause;  ma anche questa è un'opinione.

Per altro non direi che la causalità o la casualità della semplificazione o della moltiplicazione verbale abbia peso più di tanto sul problema della nomenclatura odierna di quelli che nella cultura occidentale erano appellati sodomiti:

che fossero chiamati sodomiti od abitanti di Sodoma o che siano chiamati omosessuali ovvero sessuali omo o che si usino altre locuzioni, circonlocuzioni od altre parole, alla fine interessa il concetto che esse vogliono esprimere.

Edited by Mario1944
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37 minutes ago, Almadel said:

C'erano già un'enormità di espressioni di un solo termine in tutte le lingue d'Europa.

Ci saranno state, trovo anche inutile precisarlo tanto è scontato, ma si discuteva di questo specifico termine

43 minutes ago, Almadel said:

Ci sono caratteristiche e comportamenti - non solo sessuali e non solo con un'accezione identitaria e non solo stigmatizzanti

Se vuoi fare una discussione sul motivo per cui in un dato contesto sociale è importante dare un nome ad un certo comportamento sessuale, mentre se ne può ignorare un altro a cui si decide di non dare un nome, giudicandolo poco rilevante certamente lo puoi fare

Ti basterebbe dire che per gli antichi Romani era importante più il ruolo sessuale che l'orientamento, il chè non significa che non esistessero persone omosessuali

Tuttavia in epoca contemporanea ciò che dà o può dare identità, non è una generica preferenza sessuale ma l'orientamento sessuale e in questa catalogazione possono rientrare i demisessuali o gli asessuali ( che dichiaratamente lo dicono : vogliamo che sia riconosciuto il fatto che siamo un altro orientamento sessuale ) dovrebbero rientrare i bisessuali se non fosse che sono un poco restii a rivendicarla questa identità, e potrebbero rientrare anche i ginandromorfofili che sono quasi del tutto restii

 

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2 hours ago, Mario1944 said:

il problema è sul concetto, non sul numero di parole per significarlo;   che si dica "omosessuale" o "sessuale omo" o "ugual sessuale" ovvero "che fa sesso solo con quelli del suo sesso" non cambia granché.

D'accordo, se per te non c'è differenza, pace.

Io proprio di questa differenza volevo parlare, se tu neppure la vedi ottimo.

Prima dicevi che era una questione sostanziale e io sostenevo fosse frutto del caso,

ora dici che è irrilevante e che comunque non può essere una casualità perché lo dico io. :D

Anche nella Grecia era assolutamente possibile esprimere con una locuzione

la differenza tra chi desidera solo i ragazzi e chi invece è bisessuale o etero.

Tutto il discorso di Platone su Afrodite Urania e Pandemia si fonda proprio sull'assenza di questi termini in lingua greca.

Avesse saputo le parole "gay" e "bisex", nel Simposio si sarebbe risparmiato un paio di pagine 🙂

E non gli sarebbe servito neanche il mito dei Figli del Sole, della Terra e della Luna

per spiegare l'essenzialità connaturata dell'orientamento sessuale.

Concetti che lui aveva bene in testa che però casualmente non potevano essere espressi nella sua lingua.

22 minutes ago, Hinzelmann said:

Ci saranno state, trovo anche inutile precisarlo tanto è scontato, ma si discuteva di questo specifico termine

No, si discuteva del motivo per cui certe caratteristiche o comportamenti

siano definite da una sola parola, mentre altre da una locuzione;

nello specifico della differenza tra l'omosessualità come identità ("Sono gay") o come inclinazione ("Mi piacciono i maschi")

a prescindere dalla lingua in cui la parola "omosessuale" viene tradotta.

28 minutes ago, Hinzelmann said:

Tuttavia in epoca contemporanea ciò che dà o può dare identità, non è una generica preferenza sessuale ma l'orientamento sessuale e in questa catalogazione possono rientrare i demisessuali o gli asessuali ( che dichiaratamente lo dicono : vogliamo che sia riconosciuto il fatto che siamo un altro orientamento sessuale ) dovrebbero rientrare i bisessuali se non fosse che sono un poco restii a rivendicarla questa identità, e potrebbero rientrare anche i ginandromorfofili che sono quasi del tutto restii

Mi chiedevo appunto perché i ginadromorfofili debbano attendere di prendere atto della loro identità,

mentre noi omosessuali siamo stati chiamati "sodomiti" "froci" "pedé" "Schwuhle", "gay"

ben prima di aver maturato una coscienza politica.

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davydenkovic90

Vi viene in aiuto uno che ha studiato (forse) qualcosa di utile nella vita.

Le definizioni non servono ad altro che a fluidificare il discorso e a dare dei punti fermi (condivisi, noti) a parti diverse che intendano dialogare di uno stesso argomento (spesso docente e allievo, ad esempio), utili specialmente quando si ripete centinaia di volte in un dato contesto. "Persona che va a (prostitute) trans" è un concetto elitario, di cui non c'è quasi mai necessità di parlare. Le prostitute trans li chiamano "clienti",  in ambiente lgbt si chiamano "pansessuali" (ma questo termine è slegato dalla prostituzione). E' sorta spontaneamente, ad es., la definizione "pappone", perché serve sia alle prostitute, sia, ad esempio, alle forze dell'ordine che indagano. Ed è una definizione che racchiude tutto e che fluidifica di molto il discorso, una volta che è stato elencato il ruolo preciso di questa figura (fornisce passaporti falsi, alloggio, trova clienti, chiede una % ecc.)

Il grado di un'equazione algebrica si definisce perché poi m'interessa capire, partendo dal grado, come si risolve un'equazione, quante soluzioni ha, se esistono formule risolutive, ecc. In pratica, perché esiste una teoria delle equazioni dove questo concetto si ripropone 100 volte e non voglio ripetere ogni volta "il massimo degli esponenti con cui compare l'incognita". 

L'omosessualità è sempre stata oggetto di interesse, teorie, in ambito scientifico come in quello letterario. E' normalissimo che siano state date decine di definizioni corrispondenti ad altrettante descrizioni, variabili a seconda del contesto.

Per esempio, su altro topic, facevamo l'esempio della locuzione "men who have sex with men" che ha sostituito quella di "gay" in ambito scientifico nel momento in cui subentrò il virus dell'hiv negli USA, in quanto era necessario, ai fini della prevenzione,  individuare chi realmente era più a rischio di contrarre il virus, ossia quegli uomini che effettivamente avevano una vita sessuale attiva con altri uomini e non, ad esempio, gli effeminati casti (che non correvano alcun rischio). E non lasciar fuori quelli che si definiscono "etero" perché hanno moglie a casa ma prendono cazzi lo stesso.

Quindi non è affatto vero che una definizione vale l'altra perché alla fine il concetto è lo stesso. 

Il linguaggio o è condiviso, o non è.

 

Edited by davydenkovic90
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41 minutes ago, Almadel said:

D'accordo, se per te non c'è differenza, pace.

Io proprio di questa differenza volevo parlare, se tu neppure la vedi ottimo.

La differenza non sta nel numero di parole usate per esprimere un concetto, numero che peraltro non penso proprio sia casuale come pare a te,  bensì nel concetto cui la parola singola o la locuzione rimanda.

41 minutes ago, Almadel said:

Prima dicevi che era una questione sostanziale e io sostenevo fosse frutto del caso,

ora dici che è irrilevante e che comunque non può essere una casualità perché lo dico io

Puoi avere ragione dicendo che sia casuale, ma io non lo penso;   penso invece che ci sia una causa per cui per certi concetti usiamo una sola parola e per altri più d'una.

Per il resto, penso possa essere sostanziale usare una parola invece che un'altra ovvero invece che una locuzione, ma non per l'unicità o la molteplicità fonetica in sé, bensì per i  concetti che esse esprimono:

non crederei ci sia differenza tra dire "comportamento omosessuale" e dire "comportamento sessuale rivolto al suo proprio sesso", perché il concetto espresso mi pare il medesimo  a prescindere dal numero di parole usato e d'altronde "omosessuale" è un composto di due parole;

direi invece che ci possa essere differenza tra dire "omosessuale" e dire "sodomita", benché entrambi i termini siano un sostantivo solo, che peraltro può essere facilmente scomposto nelle sue parti, perché evidentemente il concetto da loro espresso può essere diverso, anche se non necessariamente è tale, dipendendo ciò dalla cultura e dalle intenzioni dell'esprimente.

 

 

46 minutes ago, Almadel said:

nello specifico della differenza tra l'omosessualità come identità ("Sono gay") o come inclinazione ("Mi piacciono i maschi")

Ma non è che l'inclinazione non possa essere significata da una parola sola e l'identità non possa essere significata da più parole:

dipende dal concetto manifestato con le parole nell'intenzione dei parlanti.

50 minutes ago, Almadel said:

Anche nella Grecia era assolutamente possibile esprimere con una locuzione

la differenza tra chi desidera solo i ragazzi e chi invece è bisessuale o etero.

Tutto il discorso di Platone su Afrodite Urania e Pandemia si fonda proprio sull'assenza di questi termini in lingua greca.

Sbagli:

c'erano i termini "paidophiles" e "paiderastes", ma non indicavano chi "desidera solo i ragazzi", bensì chi fosse particolarmente attratto dai ragazzi, essendo pacifico, almeno allo stato delle nostre conoscenze filologiche, che per i Greci antichi non v'era distinzione tra chi "desidera solo i ragazzi e chi invece è bisessuale o etero";  essi nemmeno avevano tali concetti, appunto perché il desiderio omoerotico era considerato solo un'inclinazione possibile in un uomo, non una condizione naturale innata;

semmai innato era considerato il desiderio sessuale del maschio verso la femmina e viceversa, in forza del suo potere fecondante.

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davydenkovic90

Tra l'altro, aggiungo al precedente messaggio, le definizioni (e quindi le parole) nascono e si diffondono molto velocemente, a patto che ci siano più parti che dialogano di quell'argomento, che le comprendono e le utilizzano correntemente.

Per esempio, "milf". 5-10 anni fa era una parola relegata a sottocategorie di siti porno e nessuno la conosceva, capiva né inseriva nel proprio linguaggio al di fuori di quel contesto. Adesso la utilizzano sia i ragazzi giovani, sia le donne stesse che l'hanno capita e accettata come una sorta di complimento (e cioè una donna attorno ai quaranta, molto attraente) slegata dal significato letterale. E la si sente utilizzare ovunque.

E il motivo è anche - sicuramente - la maggiore diffusione della pornografia online, oltre che per il fatto che è un argomento che interessa e di cui molti parlano. 

Niente vieta che fra qualche anno possano nascere o diffondersi nuovi termini condivisi che indicano colui che si fa leccare i piedi o chi va a trans.

Edited by davydenkovic90
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1 hour ago, Almadel said:

No, si discuteva del motivo per cui certe caratteristiche o comportamenti

siano definite da una sola parola, mentre altre da una locuzione;

Questo sarà ciò di cui interessa discutere a te

Ciò che interessava dire a me è che il motivo per cui le persone che vanno a trans non hanno un nome esiste ed è quello che ho indicato io

4 hours ago, Hinzelmann said:

In realtà il motivo ci sarebbe, mentre omosessuali e demisessuali hanno rivendicato o rivendicano una loro identità, gli amanti delle persone transessuali, no

Il motivo probabilmente sta nel  fatto che l'effetto negativo del mancato riconoscimento si scarica integralmente sulle persone transessuali

Nel discorso scientifico per descrivere il fenomeno si è adottato ugualmente un termine, ginandromorfofilia

 

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6 hours ago, Mario1944 said:

c'erano i termini "paidophiles" e "paiderastes", ma non indicavano chi "desidera solo i ragazzi", bensì chi fosse particolarmente attratto dai ragazzi, essendo pacifico, almeno allo stato delle nostre conoscenze filologiche, che per i Greci antichi non v'era distinzione tra chi "desidera solo i ragazzi e chi invece è bisessuale o etero";  essi nemmeno avevano tali concetti, appunto perché il desiderio omoerotico era considerato solo un'inclinazione possibile in un uomo, non una condizione naturale innata

Ma cosa ti ho citato a fare il mito degli ermafroditi divisi da Zeus che si trova nel Simposio?

Secondo Platone tutti nasciamo con un'anima gemella omo o etero

i gay sono i Figli del Sole, le Lesbiche le figlie della Terra e gli/le Etero quelli/e della Luna.

Certo sapeva che che l'opinione popolare considerava normale non avere un'inclinazione specifica,

ma lui rifiuta questa "Afrodite Popolare" in favore di una "Afrodite Celeste" esclusivamente omosessuale,

ponendola in chiara relazione col mito dei Figli del Sole. Mi pare assolutamente lineare.

7 hours ago, davydenkovic90 said:

in ambiente lgbt si chiamano "pansessuali" (ma questo termine è slegato dalla prostituzione)

In realtà un pansessuale è un bisessuale che desidera anche persone non binarie,

che è nato in quanto il concetto di "binarismo di genere" insito nella parola bisessuale

era considerato offensivo da chi non si riconosceva in nessuno dei due generi

(e non è il caso delle persone trans che non si sentono affatto non-binarie).

6 hours ago, Hinzelmann said:

Ciò che interessava dire a me è che il motivo per cui le persone che vanno a trans non hanno un nome esiste ed è quello che ho indicato io

Il termine in realtà sarebbe utilissimo sia nelle app di incontri sia come offesa verso chi va a trans.

Posso capire benissimo che né gli entusiasti delle trans né le trans stesse desiderano - per i primi -

un nome diverso da "etero trasgressivo" ed evidentemente agli omo/transfobici "represso" va più che bene.

A me però continua a non sembrare ovvio.

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13 hours ago, Almadel said:

Ma cosa ti ho citato a fare il mito degli ermafroditi divisi da Zeus che si trova nel Simposio?

Infatti non mi pareva che c'entrasse o, meglio, che centrasse....

Il punto notato da me era che la mentalità greca classica, per quello che possiamo capirne oggi esaminando le testimonianze letterarie, epigrafiche, artistiche, non percepiva come normalità l'uomo "omosessuale" distinto da quello "eterosessuale" nel senso usato oggi, bensì semmai percepiva normale l'uomo "bisessuale", volendo usare termini odierni, che peraltro sono inadeguati perché appunto nell'accezione più diffusa presuppongono una divisione rigida e predeterminata dell'oggetto del desiderio erotico.

Chiaramente questo non implica che qualcuno non potesse dissentire dall'opinione allora corrente sulla normalità del desiderio "ambidestro", come infatti fece Platone, che del resto dissentiva anche su altre questioni:

ma appunto altro è l'opinione singolare d'un filosofo eccezionale, altro quello che normalmente pensavano gli uomini ai suoi tempi, cui io mi sono riferito.

Infatti tu stesso hai poi aggiunto giustamente:

13 hours ago, Almadel said:

Certo sapeva (Platone n.d.r.) che l'opinione popolare considerava normale non avere un'inclinazione specifica,

 

D'altronde è anche vero che Platone non era disceso dalle stelle, ma era figlio della cultura greca del suo tempo e quindi il suo mito sull'origine del desiderio omoerotico ed eteroerotico, pur tenendo rigidamente separati ab origine quelli che ne erano affetti, quando definiva quelli che ricercavano il maschio originario figli del Sole e quelli che ricercavano la femmina originaria figli della Luna,  rispecchiava l'opinione allora corrente che l'attività omoerotica fosse assiologicamente superiore a quella eterorotica, avendo questa una semplice efficacia generativa della prole, mentre quella aveva la più nobile ed anche più utile efficacia educativa e formativa.

 

 

 

Edited by Mario1944
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