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Il vostro rapporto con altri gay.


davydenkovic90

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17 hours ago, davydenkovic90 said:

Il vostro rapporto con altri gay.

Buono, anche se non frequento tantissimo perché talvolta divento asociale in senso lato...comunque il rapporto con altri gay è molto migliorato da quando non ho più avuto paura dei gay "sessualmente aggressivi"...ché da giovincello li temevo, probabilmente perché ne ero attratto ma non sapevo come interagirci.

Le associazioni gay le ho frequentate sporadicamente, perché io non ero il tipo per cui "il personale è politico"...potevo scendere in piazza coi tizi dei centri sociali, ma mi era più complicato farlo dietro ad uno striscione di Arcigay. Non ho mai fatto gran pubblicità alle mie preferenze musicali, ma non per tirarmela, è che di madonnari già ce ne stanno tanti.

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12 hours ago, Ghost77 said:

Ma a Roma siete così... naif? 

uh! pure peggio...

12 hours ago, nowhere said:

Cosa in Italia praticamente impossibile se di base la questione lgbt viene ridotta a schieramenti di partiti politici,

magari fossero discussioni/divisioni su degli ideali!

sai benissimo che 8 volte su 10 si tratta di ripicche personali tra primedonne che vogliono la scena tutta per sè e puntano solo a mettere in ombra (quando va bene) gli altri

Oh, ovviamente non sempre va così, eh!

La maggioranza degli attivi(sti) si fa il mazzo a tarocco per la Causa Suprema; ed è tutta gente con cui vado d'accordissimo, stimo alla follia eccetera.

Quando invece mi capita di imbattermi in ste diveh da proscenio, di solito mi sale il crimine e tempo mezz'ora ci sto a litigà; ormai li riconosco al volo da come parlano e/o si atteggiano...

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Relativamente in tema: alcune cose che Davy scrive mi hanno ricordato i ragazzi apertamente gay con i quali ho avuto modo di interagire in questi anni di università (ne conto tre) e sono tutti odiosissimi studenti modello che sembrano sforzarsi di proiettare un'immagine di perfezione inscalfibile relativa al loro aspetto, alla ricchezza della loro vita sociale e personale, alla loro intraprendenza e forza di spirito...

Potrebbero anche essere tutte superfrocie di titanio, ma io leggo il loro atteggiamento come un risultato del timore di mostrarsi fallibili e limitati, cosa che li rende inavvicinabili e indisponibili al rapporto umano autentico.

Credete che si tratti di un profilo comune fra i gay o sono stato sfortunato io? 

Edited by wwspr
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8 minutes ago, wwspr said:

Credete che si tratti di un profilo comune fra i gay o sono stato sfortunato io? 

Ce ne sono e potresti essere stato sfortunato a conoscerne solo di questo tipo.

E' anche possibile che se tre su tre ti semmbrano in questo modo

e tu faccia la stessa analisi così approfondita su tutti,

sia tu che stai proiettando qualcosa su di loro.

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26 minutes ago, Almadel said:

tu faccia la stessa analisi così approfondita su tutti,

sia tu che stai proiettando qualcosa su di loro.

Con tutti non direi, ma in questo caso è probabile. Che oracolo.

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3 hours ago, wwspr said:

sono tutti odiosissimi studenti modello

Quelli che io chiamo "le sbattuteh".
Ce ne sono un paio, a lavoro da me, e non sopporto nessuno dei due (anche perché hanno pure ambizioni da velateh).

 

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8 hours ago, wwspr said:

Credete che si tratti di un profilo comune fra i gay o sono stato sfortunato io? 

Non saprei, succede che ci siano gay che soffrono e iper compensano così al modo in cui li descrivi tu.

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  • 3 weeks later...
On 8/21/2019 at 4:13 AM, davydenkovic90 said:

Il vostro rapporto con altri gay.

Mi è difficile generalizzare; e questo, secondo me, conferma che non esiste un a priori nel relazionarsi con un altro gay in quanto tale.

In linea di massima: con quelli con cui ho avuto rapporti (sociali e non) occasionali (ad es. app o discoteca), quindi superficiali e molto condizionati dal "primo impatto", mi è andata tendenzialmente bene, confesso che in passato anche io avevo un certo timore (leggasi: me cacavo sotto) del giudizio da parte degli altri omosessuali (discorso dell'"essere gay nel modo giusto" e del "far bella figura"), ma poi ho imparato a dire sti cazzi, e ho semplificato molto 😆. Una certa timidezza in generale ad approcciare persone sconosciute mi è congenita, ma a prescindere dall'orientamento sessuale dell'altra persona (anche se, come ho detto, in passato si manifestava di più davanti ad omosessuali).

Poi uno dei miei migliori amici (solo uno, ahimé; le altre sono femmine) è gay e siamo amici da 15 anni (ex compagno di classe di liceo), nonostante da qualche anno ci vediamo poco comunque con lui veramente zero maschere, totale fratellanza e zero tensione erotico-romantica. E' stato il mio primo (e unico vero) amico gay, sicuramente l'aver conosciuto lui a 14 anni mi ha aiutato molto a sentirmi a mio agio con i miei "simili" (vedere timidezza di cui sopra).

Associazionismo: zero; non so se considerare conoscenze indirette tramite l'amico di cui sopra, il quale a sua volta si è fatto degli amici lì dentro, ovviamente affini alla sua personalità e, per proprietà transitiva, con la mia. Ma trattasi di affinità superficiali mai sviluppatesi in vere amicizie, anzi, da quando lui non frequenta più queste persone neanche io; forse rientrerebbero meglio nei "rapporti occasionali"

Concerti rock/metal (di cui sono appassionato): molte amicizie a distanza, con alcuni sono spesso in contatto tramite i social, con altri mi vedo solo ai concerti, ma generalmente rapporti molto sereni e shalli, senza sovrastrutture vincolanti. Ma c'è da dire che l'essere omosessuali non è stato discriminante (credo) nel far nascere queste amicizie, tutto è nato dalla condivisione di passioni musicali che hanno portato ad amicizie con persone di qualsiasi orientamento sessuale (anche se i concerti symphonic metal di fatto sono dei gay pride alternativi; questo mette in discussione quello che ho appena detto... 🙊). Nella mia esperienza, quella della musica è stata la conferma "in positivo" che non è l'essere omosessuali in sé ad essere un comune denominatore, servono contenuti.

Università: qui ho avuto la conferma in negativo dello stesso concetto. Ci ho conosciuto solo froce da biblioteca (ho studiato filologia classica) che si svegliano alle 7:30 per tradurre l'Iliade, si fanno le instastories mentre esaminano papiri in greco antico e la cosa più osé che fanno è andare ai convegni per mettere in mostra il nodo alla cravatta e la loro competenza sugli epigrammi funerari per animali domestici morti. Non giudico il loro stile di vita, solo che non è per nulla compatibile col mio (quando una volta presi un caffè con un ragazzo dell'università l'unico argomento è stato il DIVERTENTISSIMO corso di letteratura bizantina sulle vite dei santi... che però è servito ad ampliare il numero di santi da poter tirare giù in quell'occasione 😆)

In breve: nel mio vissuto mi pare di non aver mai vissuto la situazione "anche tu sei gay? dai, diventiamo amici!" (sto estremizzando e banalizzando il tuo argomento, che ho capito essere ben più profondo... ma è pe' capisse), c'è sempre stata qualche affinità di interessi, di sensibilità vel similia.

A livello di ideale, però, sono d'accordo che il mondo LGBT dovrebbe essere unito "per natura" e non "per contratto", ma forse la mia è un'idea utopistica di fratellanza, che inevitabilmente si scontra con la realtà: esistono froci buoni e froci cattivi, così come esistono persone buone e persone cattive (con questa banalità chiudo e vado a dormire)

PS:

On 8/21/2019 at 4:13 AM, davydenkovic90 said:

direbbe la mia amica metallara: "senso, dove sei?"

voglio conoscere la tua amica metallara

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5 hours ago, iamtheibis said:

Università: qui ho avuto la conferma in negativo dello stesso concetto. Ci ho conosciuto solo froce da biblioteca (ho studiato filologia classica) che si svegliano alle 7:30 per tradurre l'Iliade, si fanno le instastories mentre esaminano papiri in greco antico e la cosa più osé che fanno è andare ai convegni per mettere in mostra il nodo alla cravatta e la loro competenza sugli epigrammi funerari per animali domestici morti. Non giudico il loro stile di vita, solo che non è per nulla compatibile col mio (quando una volta presi un caffè con un ragazzo dell'università l'unico argomento è stato il DIVERTENTISSIMO corso di letteratura bizantina sulle vite dei santi...

Grande definizione "froce da biblioteca". Io pure,  bazzicando Lettere, ne ho incontrati parecchi: si aggirano soli e furtivi per le biblioteche umanistiche, sempre rigorosamente in giacca, hanno un atteggiamento isterico verso gli esami, la tesi o il dottorato, cercano spasmodicamente di scavarsi una loro nicchia accademica concentrandosi su argomenti nella migliore delle ipotesi periferici e irrilevanti. Pur essendo io una persona dannatamente noiosa, nemmeno troppo distante dalla descrizione sopra riportata (a parte per le giacche che non possiedo), non ci ho mai avuto realmente a che fare con questi parrocchiani universitari.

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17 hours ago, iamtheibis said:

In linea di massima: con quelli con cui ho avuto rapporti (sociali e non) occasionali (ad es. app o discoteca), quindi superficiali e molto condizionati dal "primo impatto", mi è andata tendenzialmente bene, confesso che in passato anche io avevo un certo timore (leggasi: me cacavo sotto) del giudizio da parte degli altri omosessuali (discorso dell'"essere gay nel modo giusto" e del "far bella figura"), ma poi ho imparato a dire sti cazzi, e ho semplificato molto 😆.

No, non credo di conoscere il "timore del giudizio da parte di altri omosessuali"; volevo far bella figura su quelle che Bloodstar chiamerebbe le zecche dei centri sociali, ragion per cui cercavo di leggere delle cose noiosissime sull'operaismo, e qualche volta volevo far bella figura sui gay delle associazioni...ma è stato un bene in entrambi i casi in realtà, perché ne sono uscito un po' più consapevole del mondo in senso lato, mettendo da parte un certo egoismo "da provincia" che mi zavorrava tanto (fondamentalmente, capisci che per stare con persone interessanti è irrilevante cosa indossi, l'ultimo voto preso all'esame, etc...); ecco, dissimulavo solo il fatto d'essere madonnaro per paura di essere perculato dai gay maschili.

I timori grossi li ho sempre avuti quando c'erano in ballo i sentimenti, perché lì non sai mai quali sono le aspettative da parte dell'altro.

11 hours ago, Bloodstar said:

Grande definizione "froce da biblioteca". Io pure,  bazzicando Lettere, ne ho incontrati parecchi: si aggirano soli e furtivi per le biblioteche umanistiche, sempre rigorosamente in giacca, hanno un atteggiamento isterico verso gli esami, la tesi o il dottorato, cercano spasmodicamente di scavarsi una loro nicchia accademica concentrandosi su argomenti nella migliore delle ipotesi periferici e irrilevanti. 

Mah, non saprei...è una categoria che mi manca, il frocio da biblioteca, ma si sa che i più simpatici in genere scelgono Filosofia :D

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15 hours ago, schopy said:

No, non credo di conoscere il "timore del giudizio da parte di altri omosessuali"; volevo far bella figura

ma è così complicato essere semplicemente se stessi sempre & cmq?

davvero avete così paura di quel che penseranno gli altri di voi?

non è che con sto sistema cercate di mascherare insucurezze varie e/o il fatto di piacervi poco?

io boh!

Edited by freedog
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15 hours ago, schopy said:

volevo far bella figura su quelle che Bloodstar chiamerebbe le zecche dei centri sociali

Ora mi fate pure passare da fascio, pensate che parlo come la Meloni :uhsi:

Edited by Bloodstar
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Nel caso di Schopy erano categorie di persone diverse, cioè mi par di capire che i timori circa la propria maschilità lo spingevano a voler piacere alle zecche, ai politici, ai gay maschili a cui nascondeva il fatto di essere un madonnaro, mentre non aveva gli stessi timori con chi sentiva più sul suo piano, simile a lui.

Con il risultato di cortocircuitare nel momento in cui finiva per vivere relazioni sentimentali con persone troppo diverse, o a lui non affini, con cui non poteva far valere i suoi bisogni ( non che fossero SOLO stronzi loro, lui per primo li condannava o deprezzava )

Chi ha che fare coi "froci da biblioteca" in genere ha più delle insicurezze nei confronti del proprio aspetto fisico o se retrocediamo ai miei tempi direi addirittura col sesso ( cioè a quanto ricordo io il giudizio di fondo era "represso" "con questi non batti chiodo" etc ma erano tempi bui e tempestosi...Lol )

Comunque certo è chiaro che le insicurezze sono un problema a 20 anni, mi pare per certi versi anche fisiologico

 

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On 9/11/2019 at 8:17 AM, Bloodstar said:

Grande definizione "froce da biblioteca". Io pure,  bazzicando Lettere, ne ho incontrati parecchi: si aggirano soli e furtivi per le biblioteche umanistiche, sempre rigorosamente in giacca, hanno un atteggiamento isterico verso gli esami, la tesi o il dottorato, cercano spasmodicamente di scavarsi una loro nicchia accademica concentrandosi su argomenti nella migliore delle ipotesi periferici e irrilevanti. Pur essendo io una persona dannatamente noiosa, nemmeno troppo distante dalla descrizione sopra riportata (a parte per le giacche che non possiedo), non ci ho mai avuto realmente a che fare con questi parrocchiani universitari.

Quelli che ho incontrato io, più che essere isterici, sembrano ostentare uno spocchioso e aristocratico distacco verso tutte le cose del mondo al di fuori della loro biblioteca. Non è l'attività in sé che non comprendo (anche io mi trovo a leggere Seneca alle 3 di notte perché mi piace), ma questo preciso atteggiamento. (ok la pianto di fare la judging bitch)

PS: perché ti auto-definisci dannatamente noioso?

6 hours ago, freedog said:

davvero avete così paura di quel che penseranno gli altri di voi?

non è che con sto sistema cercate di mascherare insucurezze varie e/o il fatto di piacervi poco?

Beh, nel momento in cui uno inizia ad affacciarsi timidamente alla vita credo queste reazioni e insicurezze siano naturali (naturali, non giustificate). Come ha detto Hinzelmann. L'importante è lavorarci!

 

21 hours ago, schopy said:

volevo far bella figura su quelle che Bloodstar chiamerebbe le zecche dei centri sociali, ragion per cui cercavo di leggere delle cose noiosissime sull'operaismo, e qualche volta volevo far bella figura sui gay delle associazioni...ma è stato un bene in entrambi i casi in realtà, perché ne sono uscito un po' più consapevole del mondo in senso lato, mettendo da parte un certo egoismo "da provincia" che mi zavorrava tanto (fondamentalmente, capisci che per stare con persone interessanti è irrilevante cosa indossi, l'ultimo voto preso all'esame, etc...); ecco, dissimulavo solo il fatto d'essere madonnaro per paura di essere perculato dai gay maschili.

In realtà lo sforzo di adeguarsi ad un contesto nuovo non è per sé una cosa negativa, anzi, è un modo di arricchirsi; penso che da qualsiasi novità si possa trarre qualcosa di positivo. L'importante è che ci sia osmosi, e non autocostrizione

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19 minutes ago, iamtheibis said:

perché ti auto-definisci dannatamente noioso?

Perché, in fondo, sono anche io una frocia da biblioteca. L'unica cosa è che sono consapevole di essere noioso, cosa che invece a loro non può neppure balenare per la testa,

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8 hours ago, Bloodstar said:

Ora mi fate pure passare da fascio, pensate che parlo come la Meloni :uhsi:

Ma perché nonostante le tue millemila ore di lettura non adoperi i congiuntivi?

8 hours ago, Hinzelmann said:

Con il risultato di cortocircuitare nel momento in cui finiva per vivere relazioni sentimentali con persone troppo diverse, o a lui non affini, con cui non poteva far valere i suoi bisogni ( non che fossero SOLO stronzi loro, lui per primo li condannava o deprezzava )

E' una semplificazione, ma con un fondo di verità.

2 hours ago, iamtheibis said:

L'importante è che ci sia osmosi, e non autocostrizione

Un'osservazione acuta! E' perché hai adoperato la parola osmosi, credo.

Edited by schopy
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On 9/11/2019 at 2:40 AM, iamtheibis said:

Università: qui ho avuto la conferma in negativo dello stesso concetto. Ci ho conosciuto solo froce da biblioteca (ho studiato filologia classica) che si svegliano alle 7:30 per tradurre l'Iliade, si fanno le instastories mentre esaminano papiri in greco antico e la cosa più osé che fanno è andare ai convegni per mettere in mostra il nodo alla cravatta e la loro competenza sugli epigrammi funerari per animali domestici morti. Non giudico il loro stile di vita, solo che non è per nulla compatibile col mio (quando una volta presi un caffè con un ragazzo dell'università l'unico argomento è stato il DIVERTENTISSIMO corso di letteratura bizantina sulle vite dei santi... che però è servito ad ampliare il numero di santi da poter tirare giù in quell'occasione 😆)

Mi sono scompisciato! :lol:

 

3 hours ago, Bloodstar said:

Perché parlo veramente come la Meloni.

Noi vogliamo sapere se hai anche i suoi stessi begli occhioni. :P:

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A Propaganda live, iniziato di nuovo ieri, la prendono meravigliosamente per culo* alla Meloni, non so se avete mai visto. :lol:

*chissà se noi per primi dovremmo evitare di usare espressioni del tipo prendere per culo o inculare che hanno a che fare con un giudizio negativo sul sesso anale (un po' come, per rispetto delle donne, bisognerebbe evitare di dire "ci vogliono le palle".

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tornando in topic,

linko una descrizione del gay medio che a me fa sorridere,

ma che può essere molto utile a sfatare tanti miti sballati in chi ha paura di frequentare i suoi compagnucci di parrocchietta

 

[ho adorato la citazione di Starzinger; una cosa che possono capire in pochi, ormai]

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Mercante di Luce

Io non ho avuto esperienze in associazioni.

In compenso ho frequentato compagnie gay diverse, ma alla fine i rapporti che si sono stretti di più sono con persone sì gay, ma con cui condivida qualcosa di più, nella fattispecie la passione per l'automobilismo d'epoca.

Ma non basta neppure questo, perché altre persone con cui condivido le stesse cose le trovo particolarmente fastidiose.

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Non ho mai avuto particolari problemi a farmi degli amici, devo dire che però per una serie di motivi il mio desiderio di avere una "compagnia" di amici gay con il tempo è stato tradito per una serie di ragioni.

1) Entrare nell'associazionismo per fare amicizia è un pò come andare in Chiesa per conoscere gente, non funziona se non ci credi. Tendenzialmente sono un pragmatico, mi appassiono poco alle questioni di principio e odio il pensiero unico che contraddistingue i luoghi di finto confronto. "Vacci in Arcigay a dire che sei contro la maternità surrogata diventerai popolarissimo!". Comunque non ho nulla contro le associazioni e non escludo di farne parte un domani ma non mi è mai capitata l'occaasione nè di aver conosciuto qualcuno che mi ci abbia portato.

2) Pur vivendo a Milano, essendo tendenzialmente astemio e non amando la confusione e l'andare a ballare, ho difficoltà a frequentare i posti di ritrovo gay. "Dai raggiungici a Porta Venezia" e passare la serata in strada con una birra che mi fa aria alla pancia a parlare con qualcuno che ogni secondo si ferma a salutare altra gente per poi andare a ballare in qualche posto, non è il mio tipo di serata ideale. La faccio anche per il gusto della socializzazione ma dopo ho bisogno di almeno un mese di stop a fare altro.

3) Conoscere persone tramite app mi ha permesso in pochi casi di stringere della amicizie, altri dopo aver scopato se provi a rimanere in contatto ti propongono solo altre scopate. Tutto sommato è normale, eppure ripeto pur vivendo in una città dove non mancano le occasioni, la socialità gay è meno facile di quello che sembra se non condividi determinati interessi. Ripeto, non sono fatto bene io e male loro, però mi sarebbe piaciuto conoscere gente che fa altro, che sicuro ci saranno ma non ho mai avuto modo di entrare in contatto o meglio anche quando ho conosciuto persone "diverse" raramente mi hanno coinvolto o presentato altra gente. All'inizio personalizzavo, adesso penso che sia una modalità di fare qui al Nord o quantomeno a Milano l'essere poco aggreganti.

4) Le amicizie gay che mi sono fatto e mi sono rimaste sono quelle di alcuni utenti di questo forum che purtroppo frequento poco per distanza geografica, alcune fatte sul lavoro e ripeto qualche ex scopata cui è nata una dolce amicizia. A parte un periodo romano dove in pochi mesi ho cononsciuto un gruppo di ragazzi fantastici cui sono rimasto in contatto io sta socialità gay non la vedo proprio.

La comunità gay in senso idealistico di cui si parla è tenendenzialmente un riflesso posto in essere dagli eterosessuali ma siamo un microcosmo come tanti dove le differenze pesano più delle cose che accomunano. Tutto sommato è normale così, quindi io ci ho rinunciato.

 

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3 hours ago, Iron84 said:

una birra che mi fa aria alla pancia

Problemi da quarantenni :asd:

3 hours ago, Iron84 said:

alcuni utenti di questo forum che purtroppo frequento poco per distanza geografica

Amore mio 😍

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3 hours ago, Iron84 said:

Non ho mai avuto particolari problemi a farmi degli amici, devo dire che però per una serie di motivi il mio desiderio di avere una "compagnia" di amici gay con il tempo è stato tradito per una serie di ragioni.

1) Entrare nell'associazionismo per fare amicizia è un pò come andare in Chiesa per conoscere gente, non funziona se non ci credi. Tendenzialmente sono un pragmatico, mi appassiono poco alle questioni di principio e odio il pensiero unico che contraddistingue i luoghi di finto confronto. "Vacci in Arcigay a dire che sei contro la maternità surrogata diventerai popolarissimo!". Comunque non ho nulla contro le associazioni e non escludo di farne parte un domani ma non mi è mai capitata l'occaasione nè di aver conosciuto qualcuno che mi ci abbia portato.

2) Pur vivendo a Milano, essendo tendenzialmente astemio e non amando la confusione e l'andare a ballare, ho difficoltà a frequentare i posti di ritrovo gay. "Dai raggiungici a Porta Venezia" e passare la serata in strada con una birra che mi fa aria alla pancia a parlare con qualcuno che ogni secondo si ferma a salutare altra gente per poi andare a ballare in qualche posto, non è il mio tipo di serata ideale. La faccio anche per il gusto della socializzazione ma dopo ho bisogno di almeno un mese di stop a fare altro.

3) Conoscere persone tramite app mi ha permesso in pochi casi di stringere della amicizie, altri dopo aver scopato se provi a rimanere in contatto ti propongono solo altre scopate. Tutto sommato è normale, eppure ripeto pur vivendo in una città dove non mancano le occasioni, la socialità gay è meno facile di quello che sembra se non condividi determinati interessi. Ripeto, non sono fatto bene io e male loro, però mi sarebbe piaciuto conoscere gente che fa altro, che sicuro ci saranno ma non ho mai avuto modo di entrare in contatto o meglio anche quando ho conosciuto persone "diverse" raramente mi hanno coinvolto o presentato altra gente. All'inizio personalizzavo, adesso penso che sia una modalità di fare qui al Nord o quantomeno a Milano l'essere poco aggreganti.

4) Le amicizie gay che mi sono fatto e mi sono rimaste sono quelle di alcuni utenti di questo forum che purtroppo frequento poco per distanza geografica, alcune fatte sul lavoro e ripeto qualche ex scopata cui è nata una dolce amicizia. A parte un periodo romano dove in pochi mesi ho cononsciuto un gruppo di ragazzi fantastici cui sono rimasto in contatto io sta socialità gay non la vedo proprio.

La comunità gay in senso idealistico di cui si parla è tenendenzialmente un riflesso posto in essere dagli eterosessuali ma siamo un microcosmo come tanti dove le differenze pesano più delle cose che accomunano. Tutto sommato è normale così, quindi io ci ho rinunciato.

Mi piace molto quello che hai scritto e mi rivedo molto nei punti 1 e 2 (nei punti 3 e 4 no, semplicemente perchè non ho esperienza).

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davydenkovic90
7 hours ago, Iron84 said:

Entrare nell'associazionismo per fare amicizia è un pò come andare in Chiesa per conoscere gente, non funziona se non ci credi. Tendenzialmente sono un pragmatico, mi appassiono poco alle questioni di principio e odio il pensiero unico che contraddistingue i luoghi di finto confronto. "Vacci in Arcigay a dire che sei contro la maternità surrogata diventerai popolarissimo!". Comunque non ho nulla contro le associazioni e non escludo di farne parte un domani ma non mi è mai capitata l'occaasione nè di aver conosciuto qualcuno che mi ci abbia portato.

Condivido in parte paragone con la Chiesa... non lo ritengo un difetto ma una caratteristica, che può piacere ad alcuni e meno ad altri: le associazioni sono fatte per gente che ama partecipare e organizzare,  più che per socializzare e conoscersi, infatti c'è indubbiamente in quegli ambienti anche un po' un ex cathedra di qualche gay già fatto e finito che punta, a parte organizzare dibattiti e pride, anche ad altre cose che comunemente piacciono - essere popolare (sui social) e divertirsi -  che, per esempio, non così spesso coincidono coi miei gusti e che non credo possano risolvere problemi di isolamento di alcuni ragazzi lgbt che all'associazione si rivolgono

Un mio ex mi raccontava che nell'ass.ne gay della città dove studiava facevano una serata Maria de Filippi,  una messinscena di Amici, con la giuria e i concorrenti .. e poi un aperitivo scopereccio e disagiante come poche altre cose al mondo (parole sue)

L'ambiente inclusivo e dove tutti si trovano a loro agio, se c'è, mi appare, a là distance,  un po' finto o troppo asettico, che finisce per mettere più a disagio che altro, e anche chi ha frequentato me lo conferma. Tuttavia le associazioni hanno anche un ruolo importante per chi si trovi davvero con le mani legate, abbia bisogno di consulenze di vario tipo, ecc.

E anche nel caso della socializzazione, possono certamente servire come validi pretesti per delle conoscenze da approfondire, magari, fuori da lì. Stesso discorso vale per le birrette in piazza e anche per i raduni del forum. Non è che devi fare quello a vita, ma tramite quello puoi conoscere qualcuno con cui fare quell'altra cosa che ti piace fare.

 

Edited by davydenkovic90
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11 hours ago, Iron84 said:

Non ho mai avuto particolari problemi a farmi degli amici, devo dire che però per una serie di motivi il mio desiderio di avere una "compagnia" di amici gay con il tempo è stato tradito per una serie di ragioni.

1) Entrare nell'associazionismo per fare amicizia è un pò come andare in Chiesa per conoscere gente, non funziona se non ci credi. Tendenzialmente sono un pragmatico, mi appassiono poco alle questioni di principio e odio il pensiero unico che contraddistingue i luoghi di finto confronto. "Vacci in Arcigay a dire che sei contro la maternità surrogata diventerai popolarissimo!". Comunque non ho nulla contro le associazioni e non escludo di farne parte un domani ma non mi è mai capitata l'occaasione nè di aver conosciuto qualcuno che mi ci abbia portato.

2) Pur vivendo a Milano, essendo tendenzialmente astemio e non amando la confusione e l'andare a ballare, ho difficoltà a frequentare i posti di ritrovo gay. "Dai raggiungici a Porta Venezia" e passare la serata in strada con una birra che mi fa aria alla pancia a parlare con qualcuno che ogni secondo si ferma a salutare altra gente per poi andare a ballare in qualche posto, non è il mio tipo di serata ideale. La faccio anche per il gusto della socializzazione ma dopo ho bisogno di almeno un mese di stop a fare altro.

3) Conoscere persone tramite app mi ha permesso in pochi casi di stringere della amicizie, altri dopo aver scopato se provi a rimanere in contatto ti propongono solo altre scopate. Tutto sommato è normale, eppure ripeto pur vivendo in una città dove non mancano le occasioni, la socialità gay è meno facile di quello che sembra se non condividi determinati interessi. Ripeto, non sono fatto bene io e male loro, però mi sarebbe piaciuto conoscere gente che fa altro, che sicuro ci saranno ma non ho mai avuto modo di entrare in contatto o meglio anche quando ho conosciuto persone "diverse" raramente mi hanno coinvolto o presentato altra gente. All'inizio personalizzavo, adesso penso che sia una modalità di fare qui al Nord o quantomeno a Milano l'essere poco aggreganti.

4) Le amicizie gay che mi sono fatto e mi sono rimaste sono quelle di alcuni utenti di questo forum che purtroppo frequento poco per distanza geografica, alcune fatte sul lavoro e ripeto qualche ex scopata cui è nata una dolce amicizia. A parte un periodo romano dove in pochi mesi ho cononsciuto un gruppo di ragazzi fantastici cui sono rimasto in contatto io sta socialità gay non la vedo proprio.

La comunità gay in senso idealistico di cui si parla è tenendenzialmente un riflesso posto in essere dagli eterosessuali ma siamo un microcosmo come tanti dove le differenze pesano più delle cose che accomunano. Tutto sommato è normale così, quindi io ci ho rinunciato.

 

Per me questo post è da incorniciare :) Iron84 descrivi con efficacia una condizione che molti di noi vivono, e nelle tue parole mi sembra di leggere le mie esperienze. Grazie 

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