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Le "tristi" verità nel nascere gay...


CieloRosso

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6 minutes ago, AndreDgl said:

io vivo in Italia, non in Spagna

Guarda che in Spagna c'è omofobia, eccome se ce n'è, forse è ritornata rispetto a quando c'era Zapatero.

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4 minutes ago, Serpente said:

Guarda che in Spagna c'è omofobia, eccome se ce n'è, forse è ritornata rispetto a quando c'era Zapatero.

Ho solo precisato che stavo parlando dell'unica realtà che conosco, quella italiana... e che non mi riferivo anche alla Spagna di cui @Prince1999 parlava nel suo post. Non volevo dare alcuna valutazione in merito alla situazione attuale spagnola.

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  • 3 weeks later...
On 8/2/2017 at 8:13 PM, CieloRosso said:
  • Punto Primo - [Inferiorità numerica]

-Partiamo dal fatto che siamo in minoranza ovunque, in ogni paese, regione, città (di tutto il globo) ci sono milioni (o cmq sempre più) etero rispetto ai gay, impossibile dire il contrario ovviamente.

La razza umana la portano avanti gli etero e quindi il discorso viene tradotto tipo che quel disgraziato che nasce gay sarà "solo" a scuola, nelle attività sportive e nella società...

ALMENO INIZIALMENTE  sia chiaro........ (a patto che non buttarsi a pesce nelle ragazze selfie e trucchi............) 

Per "solo" intendo che difficilmente (anche se non impossibile) un adolescente gay potrà avere un amico gay o più amici gay nella stessa scuola\attività sportiva\comitiva

insomma una classe elementare\media\superiore non potrà MAI avere 20 gay e 5 etero per dire.... e il peso del coming out a quell'età è molto pesante.

A differenza invece di chi nasce etero, trova eterosessuali in ogni dove cominciando dai bar, discoteche ecc...

mentre i posti a TEMA gay si trovano solo nelle grandi città e cmq quando sei molto giovane se la tua città è una piccola provincia NON PUOI FARE NULLA.

BELLA MERDA.

 

  • Punto Terzo - [Ricicli sessuali, Hiv\Aids e HOMOFOBIA]

-Arrivati al punto che cmq sia, da piccoli si vive tutto in salita, si è "soli", inesperti, depressi, ma ecco che man mano che si cresce si scopre che comunque da grandi

non è che cambi molto, i matrimoni gay sono MAL VISTI, (madre chiesa ci ODIA) l'unione gay è la peste nera per i cattolici. Adottare un figlio con partner dello stesso sesso ancora peggio che peggio....

trovare un luogo\casa\appartamento "senza" sentirsi discriminati è davvero impossibile (ve lo garantisco) e proprio per questa mancanza SOLIDA (o prospettiva) di "matrimonio" felice

con possibilità future di vivere in armonia con il mondo magari con un figlio, fa scattare la voglia di vivere relazioni aperte o vita sessuale molto aperta 🙂

SIA perché da piccoli si è stati auto sufficienti da soli.. SIA perché  da grandi nel mondo gay l'amore VERO dura veramente poco...  sono davvero pochi i monogami gay.....

Tutto questo schifo che il mondo ci fa passare, porta a ricicli sessuali, cambio frequente di partner, ecc non voglio entrare in dettagli ma ovviamente noi siamo i più a rischio in assoluto di HIV

e ovviamente i più discriminati perché l'homofobia non è MAI sparita anzi...

 

 

 

 

 

 

Non so se l'autore del topic è ancora presente nel forum, tuttavia sono colpito da questi punti suddetti.

Ho conosciuto uomini che assumono la consapevolezza di essere gay soltanto ad una certa età (adulta ovviamente). Il processo di accettazione viene dunque ritardato, peraltro credo che si risparmino un bel po' di delusioni...

Mi ricorda un po' la mia adolescenza: già dai 13 avevo una chiara consapevolezza dell'attrazione che provavo verso i maschi. Ciò mi faceva sentire insicuro perché avevo bisogno di accettazione e sentirmi ad agio con i miei amici, tuttavia faticavo a mollare il rospo. Durante l'adolescenza, però, ho incontrato perlopiù amiche, con le quali ho fatto coming out, e ancora oggi sono loro amico. Abbiamo instaurato un ottimo legame: ogni volta che facevo coming out, tuttavia, era per me un peso. In qualche modo ero convinto di essere sbagliato e di dover "chiedere" l'approvazione altrui. Approvazione che, per fortuna, mi è arrivata. Attualmente, nell'essere adulto, difficilmente chiederei approvazione per questa condizione d'essere: va da sé che nella società civile bisogni rispettare determinati costumi, quindi do per scontato che essere gay "deve" essere accettato e che il problema non è di chi fa coming out, ma del destinatario: mi sono abituato a fare coming out nella cerchia di amici più prossimi perché penso che siano gli unici a "dover" sapere. Delle altre persone, conoscenti o chicchessia, non tanto mi curo, al di là del fatto che si sappia oppure no...

Quando però ho fatto coming out con i genitori, sempre durante l'adolescenza, non è stato affatto facile. Ciò è sfociato in molte complicazioni familiari e mi sentivo ferito quando, in qualche modo, i genitori credevano che io "non fossi più" gay. Sembra davvero tanto difficile da accettare per un genitore che il proprio figlio fosse omosessuale, oppure fosse una fase "passeggera", e pur di sostenere le loro convinzioni erano disposti a chiudersi nel silenzio e fingere che nulla fosse stato.

Il Coming Out è stato per me difficile. Oggi sono consapevole che si trattava di una parte essenziale della mia vita che ho scelto di compiere per "essere me stesso". 

Il punto è che essere sé stessi non è facile, può essere molto doloroso (e specie in un clima omofobo). E credo bisogni accettare il dolore per quello che è.

Ma la cosa che più mi duole non è tanto questo, quanto l'assenza di supporto all'interno della comunità. Come l'autore del topic dice: il riciclo sessuale, l'inferiorità numerica. Proprio in virtù dell'inferiorità numerica potremmo essere più coesi, più aperti gli uni verso gli altri.

Si disdegna l'amicizia come si disdegna sé stessi: viene vista come un orpello inutile, un asso di picche, laddove può essere oro.

Ci si può innamorare, si può scegliere di essere monogami a vantaggio di una relazione piena, appagante. Si sceglie invece di essere schiavi del condizionamento, del disprezzo.

Si può dire che essere gay sia una fregatura?

Sì.

Si prova amarezza se nel processo perdi i genitori che ti desideravano in un certo modo. Si prova amarezza se il tuo capo di lavoro magari ti guarda non per ciò che produci ma per ciò che "sei". Sei marchiato.

Non ne sei orgoglioso, anzi provi amarezza perché desideri essere rispettato per quello che tu sei. Una persona.

Potremmo unirci al coro delle persone di colore che sono radiate in quanto di "colore". Oppure alle femministe per il loro essere "donne". Potremmo unirci al coro dei diritti calpestati.

Forse viviamo ancora in una società che utilizza un linguaggio che ci condanna a creare distinzioni, odio.

Potremmo essere molto di più del semplice essere gay.

Potremmo essere persone a cui piacciono persone dello stesso sesso, o anche del sesso opposto.

Senza perciò avere nessuna colpa.

Edited by Echo1992
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Beh essere gay è cento volte più difficile che essere etero e su questo non ci piove, chi dice il contrario o è pazzo o ha avuto genitori fantastici magari non cattolici e compagni di scuola muti e con le mani e le gambe spezzate.. però l'amore tra persone dello stesso sesso esiste pari pari come quello etero e dura o meno pari pari come quello etero ( non guardare solo nei locali o nei siti, altrimenti ti sembrerà di essere un abitante di Sodoma, dove si tromba solo). Ultima cosa, ma chi ti ha detto che i gay sono in numero minore? Quelli dichiarati forse... In una scuola su 10 non avrai 8 gay e 2 etero ma almeno 4 gay e 6 etero li metterei... Escono come funghi... 

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10 hours ago, Cris82 said:

Ultima cosa, ma chi ti ha detto che i gay sono in numero minore? Quelli dichiarati forse... In una scuola su 10 non avrai 8 gay e 2 etero ma almeno 4 gay e 6 etero li metterei... Escono come funghi... 

Simpatica come espressione 🙂

Sì, è vero. Sembrano spuntare come funghi... chi prima e chi dopo. 

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