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In cosa credete?


Mak

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ciao! Premetto che non è mia intenzione parlare di religione o di attaccare nessuno.

Vorrei sapere qual è il credo della vostra vita..Voglio dire: credete in Dio? siete agnostici? atei? credete alla maniera di Spinoza, ovvero" Deus, sive natura"? Credete di dover vivere per realizzare i vostri sogni? per essere semplicemente voi stessi? pensate che la vita non abbia senso? Insomma, qual è lo scopo della vostra vita, o quale pensate che debba essere..? Come conciliate la vostra omosessualità col vostro credo, qualunque esso sia? A voi la parola... 

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BoyWithJadeEyes

Tanto per cominciare, io non accetto una figura divina che rigetta gli individui con il mio orientamento sessuale... ergo, credo solo nell'affermazione di tutti i diritti di cui può godere una persona.

La mia religione è questa: ognuno è libero di essere e di fare quel che vuole... purché non faccia del male al prossimo. Una volta rispettata questa condizione di base, tutto va bene per me. :)

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sai, il concetto di "giusto"/"ingiusto"- "bello"/"brutto" variano molto da civiltà a civiltà, da persona a persona..Se per te una cosa è in un modo, per un'altra persona non lo è..Questo per dire che per certi individui la persona omo è depravata..Io risolverei la cosa facendo parlare la scienza, che, come dice il caro Odifreddi, "è l'unica veramente universale, e non pretende di avere la verità, ma, semplicemente, ce l'ha"(e soprattutto non fa guerre distruttive).La scienza ha istituzionalizzato la sconfitta; il maestro di chimica sarà ben felice se il suo allievo demolirà le sue teorie, poiché errate..Il mio credo dunque è la scienza, o, in senso ampio, la ragione...

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Io da credente praticante cattolico.. adesso mi ritengo agnostico. 

Risento comunque che l'educazione che ho avuto è di stampo cattolico.. per cui vero che il concetto "giusto"/"ingiusto"- "bello"/"brutto" possano variare nelle varie culture. 

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Mi ritengo ateo e per quanto riguarda l'etica sono convinto che qualunque cosa sia giusta purchè nessuno ne sia oggettivamente danneggiato, sotto questo aspetto somiglio a @BoyWithJadeEyes. Quanto al senso della vita credo che semplicemente non ne abbia uno, non vedo quale scopo dovrebbe avere un'essere insulso come l'uomo. Però un senso alla nostra esistenza dobbiamo pur darglielo, quindi secondo me ognuno dovrebbe trovare delle ambizioni o dei valori e vivere per quelli.

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Io risolverei la cosa facendo parlare la scienza, che, come dice il caro Odifreddi, "è l'unica veramente universale, e non pretende di avere la verità, ma, semplicemente, ce l'ha"(e soprattutto non fa guerre distruttive).

eh, magari ce l'avesse...

Mi definirei un prospettivista.

Credo, come ciascuno di noi fa, nell'irriducibile singolarità e limitatezza del mio punto di vista sulle cose; anche se probabilmente, faccio vanto proprio di questa mia consapevolezza. Da quando ho iniziato a provare qualche severa angoscia esistenziale, credere è diventato molto difficile.

A volte pensare a Dio mi aiuta a sentirmi amato.

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Premettendo che, oggettivamente parlando, "dio" non è falsificabile, quindi sì non può essere dimostrata la sua esistenza ma nemmeno la sua inesistenza.
Ma ciò porta all'ovvia conclusione che l'esistenza delle varie "divinità" delle religioni moderne è equivalente a quella degli Invisibili Unicorni Rosa, del Prodigioso Spaghetto Volante o del mio personalissimo Tyrannosaurus rex che coltiva petunie.

Per questo posso parsimoniosamente definirmi ateo fino al midollo.
Qualunque tipo di divinità è, con le conoscenze moderne, una risposta inutile e grossolana. Più un tappabuchi per coprire l'ignoranza individuale.

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Tanti anni fa una mia amica, intelligente, eccellente studentessa di filosofia, mi diceva che ogni tanto la sera amava raccontarsi delle favole: diceva di averne bisogno, di sentirsene rasserenata. Io non capivo. Mi spiegò che iniziava il racconto di una qualche favola, e se la dipanava, narrandosela.

 

In linea generale, ho impostato la mia vita sulla liberazione e realizzazione di me stesso. Dico liberazione, perché fino a 25 anni sono vissuto in famiglia, non avevo una vera libertà d'azione, tanto meno potevo andarmene a vivere per conto mio. Poi, avendo cominciato presto a lavorare, ho potuto farlo, a circa 26 anni. Ho sempre amato la metafora delle catene, quando ero ventenne: dovevo liberarmi delle mie «catene», mi dicevo, e vivere, muovere i miei passi e fare il mio tragitto nella vita.

 

Per un uomo intelligente, la religione, oggi, può significare solo, da un lato, senso del sacro, che credo peraltro sia molto difficile esperimentrae autenticamente; e, dall'altro, se uno va oltre, perché veramente crede, o crede di credere, non crederà a tutte quelle regole e regolucce che sono solo l'esito di battaglie politiche combattute nei vari Concili e Sinodi (e che stanno a Dio come una cipolla alle lacrime d'amore, o di disperazione), ma onorerà il senso delle re-ligio costruendosi, pascalianamente, una interiore sua scommessa.

Edited by Isher
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Io sono pantheista, descrivere la mia spiritualità è difficile... questo estratto rende bene...

 

"You want a physicist to speak at your funeral. You want the physicist to talk to your grieving family about the conservation of energy, so they will understand that your energy has not died. You want the physicist to remind your sobbing mother about the first law of thermodynamics; that no energy gets created in the universe, and none is destroyed. You want your mother to know that all your energy, every vibration, every Btu of heat, every wave of every particle that was her beloved child remains with her in this world. You want the physicist to tell your weeping father that amid energies of the cosmos, you gave as good as you got.
 
And you'll want the physicist to explain to those who loved you that they need not have faith; indeed, they should not have faith. Let them know that they can measure, that scientists have measured precisely the conservation of energy and found it accurate, verifiable and consistent across space and time. You can hope your family will examine the evidence and satisfy themselves that the science is sound and that they'll be comforted to know your energy's still around. According to the law of the conservation of energy, not a bit of you is gone; you're just less orderly."
 
Ecco in cosa credo, spero che si capisca in inglese ;)
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Mi piace molto l'analogia di @Isher con le cipolle.

Capisco bene la sua amica e la necessità di raccontarsi "le favole"...ecco, il Tyrannosaurus Rex che coltiva petunie decisamente vince.

@Hikami88 guardati questo filmino, che, se capisco bene, per te potrebbe avere significati mistici a me ancora ignoti: http://www.youtube.com/watch?v=qs2rjAHPpa4

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Non lo so in cosa credo. Sono nata cattolica e immagino un Dio che sia madre e padre come lo intendeva Papa Luciani. Ma lo immagino come si immaginano le cose senza che per questo debbano esistere.

Da un lato ho sempre fatto fatica a credere in un Dio che ci guarda come fossimo in una boccia per pesci, a cui offrire preghiere in cambio di qualcosa. Dall'altra da madre ho accettato un po' di più il concetto del libero arbitrio spinto fino ad ammettere allo stesso tempo l'Olocausto e l'esistenza di Dio, il padre o la madre che lascia ai propri figli il diritto di sbagliare "tenendoli in braccio" come nel racconto bellissimo, come forma suprema d'amore.

"“Ho sognato che camminavo in riva al mare con il Signore

e rivedevo sullo schermo del cielo tutti i giorni della mia vita passata.

E per ogni giorno trascorso apparivano sulla sabbia due orme:

le mie e quelle del Signore.

Ma in alcuni tratti ho visto un sola orma.

Proprio nei giorni più difficili della mia vita.

Allora ho detto: “Signore, io ho scelto di vivere con te

e tu mi avevi promesso che saresti stato sempre con me.

Perché mi hai lasciato solo proprio nei momenti difficili?

E lui mi ha risposto: “Figlio, tu lo sai che ti amo

e non ti ho abbandonato mai:

i giorni nei quali c’è soltanto un’orma nella sabbia

sono proprio quelli in cui ti ho portato in braccio”.

 

In sintesi, non lo so, ho sempre pensato che la scommessa di Pascal fosse la cosa che mi fosse più affine, come concetto, ma certamente nella mia vita ho avuto momenti di grande fede e momenti di assoluto scetticismo.

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@Hikami88 guardati questo filmino, che, se capisco bene, per te potrebbe avere significati mistici a me ancora ignoti: http://www.youtube.c...h?v=qs2rjAHPpa4


Non essere blasfemo. Quello del filmino è un drago, una creatura immaginaria, non un Tyrannosaurus rex! I draghi lo sanno tutti che non esistono, mentre ognuno di noi ha un T. rex che coltiva petunie dentro il proprio cuore.
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Sono convintamente Ateo per vari motivi:

1) Non credo nelle cose che non possono essere falsificate (neanche nei Mostri Sotto il Letto, che spariscono quando accendi la luce)

2) Escludo sempre gli "enti inutili". Perché pensare a un Dio increato che crea l'Universo per non accettare un Universo increato? Mi sembra uno spreco

3) La presenza di Dio non risolve le questioni morali, anzi le complica.  L'origine del Male, per esempio (Le guerre puoi imputarle all'Uomo, ma i terremoti?)

4) Inoltre chi crede in una "ricompensa" nell'Aldilà non può essere veramente "buono", perché il Bene è gratis.

5) Preferisco gli Atei ai Credenti: sono generalmente più colti e tolleranti

6) Mi irrita l'idea dell'immortalità dell'anima

7) Mi è troppo evidente che "Dio" serva a farci stare buoni, come Babbo Natale per i bambini

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Perché la vita deve avere un credo e uno scopo?

Credere in qualcosa è un bisogno umano che tenta di dare una spiegazione alla vita, o un palliativo per la morte, se si è atei è difficile accettare che viviamo per morire, se si è credenti è troppo facile accettare che siamo stati creati per servire il Creatore, e che un testo sacro rappresenti il "libretto delle istruzioni" della nostra vita.

In realtà io sono vivo perché soddisfo i miei bisogni, posso "credere" in qualsiasi cosa ma se smetto di mangiare, o di respirare, ci rimango secco.

Sono vivo perché i miei genitori mi hanno concepito, non perché devo compiere qualche missione. 

D'altronde mi diverto ad usufruire del prodotto che le grandi menti ci hanno lasciato in eredità, penso ai sacrifici che hanno fatto gli studiosi del passato, penso alle loro vite dedite allo studio per arrivare ad una formulazione di qualche concetto, alla scoperta di qualche legge, e me ne approprio, scegliendo di poterla usare come meglio credo o se ignorarla spudoratamente, e questo colma in parte le mie debolezze.

Ma non sarò mai realizzato perché quando avrò tutto quello che desidero avere, e quando avrò fatto tutto quello che mi sono posto di fare, non mi resterà che entrare nel loop della routine e alla fine morire. La legge del caos regna sovrana, discretizziamo tutto secondo qualcosa di definito, le siepi crescono a caso, siamo noi che le potiamo a forma geometrica perché ci fa comodo guardarle così, abbiamo bisogno di schemi, semplificazioni, cose comprensibili e spiegazioni plausibili, perché pensiamo troppo.

 

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Agnostica, non mi pongo il problema.

Non ho i mezzi sufficienti per poter dare una risposta a tutto ciò che mi circonda, di conseguenza una presa di posizione categorica di non-esistenza nei confronti di cose che non posso e non riesco a "misurare" , mi fa sospendere qualsiasi forma di giudizio.

Siano esse entità senzienti come un dio, che entità non senzienti.

 

Per il resto:

 


5) Preferisco gli Atei ai Credenti: sono generalmente più colti e tolleranti
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Io credo in Dio, e prego tutte le sere e vado spesso a messa. Come "coniugo" l'omosessualità con il credo? Non c'è nulla da coniugare, Dio non odia nessuno, sono i preti che spesso danno un messaggio completamente sbagliato dell'amore di Dio, e non hanno capito nulla. In nessun passo della Bibbia si parla di chiusura nei confronti di nessuno, e soprattutto non viene mai pronunciata la Parola "omosessualità" da nessuna parte. Ci sono passi di vangeli in cui si denota chiaramente l'apertura nei confronti dell'omosessualità, sono stati i teologi omofobi che spesso hanno interpretato a modo loro i vecchi testi.

Molti storici lo  hanno detto chiaramente che non è possibile riscontrare in nessuna parte, parole di condanna nei confronti dell'omoessualità tutt'altro. Anzi c'è un'apertura quando Gesu' dice di amarci senza nessuna distinzione compresa quella dell'orientamento sessuale.(non lo dice esplicitamente Gesu' ovvio, ma senza nessuna distinzione, significhera' appunto senza nessuna distinzione, no tranne....) o no? :)

 

Se una persona è razionale e ha fede non si fa 1000 domande giusto per farsi venire i sensi di colpa. Dio è amore, cioè lo  sbandiera chiunque, in chiesa, nei canti religiosi, nei vangeli, Dio non odia nessuno. Non ha odiato neppure colui che gia' sapeva lo stava per tradire :) figuriamoci se odia i gay. Ripeto sono i preti che spesso danno un messaggio errato che non fa altro che danneggiare la chiesa, anche se con Papa Francesco penso si stia avendo un' apertura.

 

La Chiesa è stata fatta dagli uomini, sono loro che hanno dato delle regole che sono state approvate e hanno un loro ordinamento esattamente come una legge civile ancora non consente il matrimonio ai gay. Cio' non significa che il Presidente della Repubblica sia omofobo. Quindi bisogna distinguere i due ambiti: Chiesa, come istituzione, e messaggio di Dio.

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Perché la vita deve avere un credo e uno scopo?

Credere in qualcosa è un bisogno umano che tenta di dare una spiegazione alla vita

Ma vedi che lo ammetti...credere è un bisogno umano.

La scommessa di Pascal un po' mi disturba...perché coniuga la fede con un guadagno.

Ma una fede in qualcosa è bene averla, per viver meglio...questo a parer mio.

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Sulla scommessa di Pascal si dovrebbe tenere conto di un dio che giudica male questo tipo di ragionamenti furbeschi...

Comunque, non credo in alcuna divinità e dico che è evidente l'assenza di qualunque tipo di divinità nel funzionamento del mondo, non ritengo valido nessun argomento per spiegarne l'esistenza, dal "dio dei vuoti della conoscenza" agli argomenti emotivi della fede.

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Silverselfer

Dio è il sogno degli uomini e gii uomini il sogno di Dio ... detesto chi accredita le proprie paturnie a citazioni estrapolate da ragionamenti altrui. Tanto meno chi si dichiara agnostico perché quel Dio è stato maldestramente interpretato dalla volontà di una casta di meschini. 

 

Io credo in un origine a cui ricongiungermi ... credo nella riminiscenza che mi ha lasciato un ricordo senza parole ... credoin un sapore che non riesco a trovare in questo mondo ... voglio Dio e se non ci fosse allora lo creerò io. 

 

Vaffanculo. 

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E se il problema dell'origine di tutte le cose fosse solo un falso problema? perché abbiamo il bisogno di pensare ad un'origine? Dio per alcuni sarebbe Colui che pone in essere le cose..E lui è sempre esistito(?!) .E se pure la materia fosse sempre esistita? Molti scienziati oggi negano persino il big-bang, o, cmq lo vedono come uno stadio della materia e non l'origine di essa..Io penso che tutto nasca e muoia nel nostro cervello, compresa l'esigenza di pensare ad un'origine e ad una fine..Del resto, i nostri atomi alla morte non muoiono, ma serviranno a creare altre stelle.. ;) Non è che "siamo noi a fare le cose", per caso?...

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Sono quasi completamente d'accordo con Mak, e come dice lui, credo che ragione esprima molto meglio il concetto, invece di scienza.

Ho sempre considerato la Ragione e la Religione come due cose diametralmente opposte.

Perchè secondo me, in un certo senso, chi crede nella Religione (o quanto meno le principali religioni, escludendo il buddismo) non può credere anche nella Ragione. Questo perchè arrivato ad un certo punto del cammino di fede, ti rendi conto che fondamentalmente analizzando le cose solo ed esclusivamente con la Ragione, tutto comincia a vacillare.

In questo interviene la fede, perchè solo chi ha quella "fede ceca" può credere in quello che professa la propria Religione (non che ci sia niente di male, sia chiaro).

Io preferisco la Ragione, si fonda su basi concrete e può essere confermata. Purtroppo non avrei la fede per credere in quello che è scritto nella Bibbia (giusto per fare un esempio),perchè analizzandola con ragione e razionalità, per me perde ogni significato.

E non credo che la fede sia qualcosa che si possa costruire col tempo...

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"fede ceca

 

intendi nella rapubblica ceca o

fede cIeca? XD

 

Comunque quoto glee e anche per questo

mi ritengo ateo.

 

@Mak ricorda che non esiste giusto e sbagliato

ma solo scelte e conseguenze..

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Comunque è un fatto che l'agnosticismo sia la posizione più aperta

 

Questo è poco ma sicuro...

intendi nella rapubblica ceca o

fede cIeca? XD

Scusa, l'ho scritto in due secondi perchè avevo un'amica che mi rompeva le scatole. Però non sarebbe male fare un pellegrinaggio verso la repubblica ceca per provare questa "fede ceca" XD

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Comunque è un fatto che l'agnosticismo sia la posizione più aperta

Sarà anche la più aperta ma a me è sempre saputo di "vabbè abbiamo vinto un po' tutti". Non capisco perché ci sia quest'idea che l'essere più aperti possibile è sempre sinonimo di correttezza. L'erba è verde al di là di ogni "apertura mentale". Non è che per far contento me, che son daltonico, bisogna cambiare idea dicendo "vabbè l'erba è del colore che ti scegli tu". 
Quindi ritornando in tema, il fatto che l'agnosticismo sia la la posizione più "aperta" non significa che sia oggettivamente più "corretta" di quella ad esempio di un ateo.

Per fare un esempio pratico:
Sono stato tutta la giornata fuori e non so dove sia mia madre. Ho varie opzioni a cui "credere":
1) è a casa
2) è uscita 
3) è a lavoro
4) è scappata alle Maldive.

Ora, se non ho alcun dato a disposizione, in teoria, qualunque opzione si equivale. Quindi posso o credere ad una qualunque delle opzioni (visione "credente"), ragionare scartando parsimoniosamente le opzioni più improbabili come "è scappata alle Maldive" (visione "atea") oppure non prendere posizione e dare per giuste tutte e quattro le ipotesi.

Qual'è la visione più corretta? Non la "agnostica", dato che ipotizza anche una possibile partenza per le Maldive, NON IMPOSSIBILE, ma improbabile. Non la "credente" poiché qualunque opzione scelta non si basa su dati oggettivi. L'atea, in questo caso, è l'unica che ha scelto di raggiungere la risposta corretta tramite il ragionamento sui dati a disposizione. Faccio notare che comunque essa non è giunta a capire dove si trovi mia madre (possono sempre essere le opzioni 1,2 e 3) ma se verranno aggiunti ulteriori dati a disposizione, potrà arrivarci senza problemi alla "verità".
In conclusione, la versione più "aperta" non s'è rivelata la più corretta.
E se qualcuno vuole credere che mia madre sia alle Maldive? Si può benissimo essere "laici" e lasciarglielo credere senza però essere costretti a metterlo tra le proprie opzioni giusto per farlo contento.
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@Hikami88 

Il problema è, appunto, avere tutti i dati a disposizione, nell'attesa di dimostrazioni inconfutabili nell'uno o nell'altro senso mi pare prudente restare aperti a qualsiasi evenienza, la posizione ritenuta più corretta potrebbe anche rivelarsi di intralcio alla presa d' atto di una eventuale realtà diversa

Questo può anche essere considerato un atteggiamento di comodo o pigrizia intellettuale: in effetti la questione “spirituale”, per il momento, non mi tange piu di tanto

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6) Mi irrita l'idea dell'immortalità dell'anima

 

ti irrita l'immortalità o l'anima o entrambe ?

Edited by marco7
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Il problema è, appunto, avere tutti i dati a disposizione, nell'attesa di dimostrazioni inconfutabili nell'uno o nell'altro senso mi pare prudente restare aperti a qualsiasi evenienza, la posizione ritenuta più corretta potrebbe anche rivelarsi di intralcio alla presa d' atto di una eventuale realtà diversa

Non c'è bisogno di avere tutti i dati a disposizione o di dimostrazioni inconfutabili (che in ambito spirituale non POSSONO nemmeno esistere). Io so perfettamente che Tyrannosaurus rex aveva un cuore e un paio di occhi, nonostante l'unica cosa che abbia sono delle rocce dalla strana forma a cui io ho dato il nome di "Tyrannosaurus rex". Nessuno può darmi "prove inconfutabili" che effettivamente li avesse, ma lo teorizzo per il semplice fatto che, al di la di ogni ragionevole dubbio, essa è l'ipotesi più parsimoniosa, e posso affermarlo anche con assoluta certezza, nonostante io non abbia mai visto né gli occhi né un cuore di Tyrannosaurus rex.
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