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Manifestazione 17/05/13: Organizziamoci


Almadel

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AndrejMolov89

Potremo far aprire una sorta di sezione ad hoc, e iniziare a dividere i compiti:

-> Beghe legali

->Partecipazioni e contatti

->Simboli, azioni significative

 

Inoltre non sarebbe male dare una definizione completa di questa manifestazione. Cioè le motivazioni: innanzitutto, anche se è triste, bisogna mantenere che è nata come una sorta di provocazione ai detrattori del Pride, secondariamente bisogna dargli uno statuto che si configura con il dialogo tra le parti, varie associazioni, vari forum, anche gruppi Facebook. Se vogliamo lavorare, bisogna dividere et imperare:D

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E perchè non farsi prestare il nome tanto usato in US "Gay-Straight Alliance"? Così sicuramente etero in accordo con gli obiettivi non si potrebbero sentire esclusi!! ;-)

 

Perché se non trovaste un buon numero di etero partecipanti (minimo 20-30%) sarebbe un titolo assurdo.

 

Comunque dopo 3 pagine non si è ancora capito su che cosa dovrebbe essere incentrato il corteo.

Fare un corteo alternativo al Pride? Ok. Come mai?

Che necessità vi spinge a creare un'altro corteo alternativo? Che cos'ha il Gay-Pride di sbagliato?

 

L'idea del "creiamo una pluralità di manifestazioni" per evitare il monopolio del Pride in realtà è piuttosto

inutile, semplicemente perché, se già la comunità LGBT in Italia conta poco o nulla, divisi in manifestazioni

parallele la situazione potrebbe solo peggiorare.

 

La "gente" ha bisogno di idee semplici e dirette per essere convinta, che è appunto lo scopo di ogni

manifestazione con un carattere di rivendicazione sociale. Ritengo assolutamente necessario che ci sia

un'idea di base che permetta alla massa di inquadrarvi chiaramente e prendere di conseguenza una posizione

favorevole o contraria.

 

Non deve essere un'idea intelligente, né nuova e nemmeno coerente. Dev'essere semplicemente chiara e possibilmente

accattivante oltre che venire condivisa (o sembrare essere condivisa) da tutti i partecipanti per sottolineare come

siate fermamente convinti riguardo la creazione di una alternativa al Pride.

 

 

 

P.S. : L'idea della gardenia è deliziosa.

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@dreamer_

La questione era partita da una considerazione di Calvin2010.

"Negli Stati Uniti le iniziative politiche più importanti non coincidono con il Pride."

E suppongo si riferisse alla mobilitazione californiana.

 

Altre persone sostengono poi che l'atmosfera del Pride

sia troppo "festosa" per una manifestazione politica.

 

Sono quasi dieci anni che si discute di questo ultimo aspetto;

con una parte dell'opinione (pubblica o solo virtuale, non so)

che ha sposato certe considerazioni politiche

sul fatto che "la provocazione nuoccia"

e che sostiene di non sentirsi rappresentata dall'associazionismo

e da come l'associazione gestiste gli appuntamenti politici.

 

Visto che la questione infiamma gli animi e accende divisioni,

ho pensato - invece continuare la polemica - di tentare una contro-proposta:

una manifestazione solo politica in una data non controversa e organizzata dal basso.

 

Chiaramente è sembrato un tentativo di "stanare i troll"

e per certi versi è indubbio che fosse la mia intenzione principale.

 

Però negli ultimi tempi siamo sommersi di una quantità di informazioni

su indignados, rivoluzioni arabe, occupywallstreet e No-Tav;

tutti gestiti a partire dalla rete senza il filtro delle associazioni o dei partiti.

 

Per quale motivo i gay italiani non possono essere all'altezza di simili mobilitazioni?

Davvero un treno ad alta velocità è più importante del nostro matrimonio?

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Comunque dopo 3 pagine non si è ancora capito su che cosa dovrebbe essere incentrato il corteo.

Fare un corteo alternativo al Pride? Ok. Come mai?

Che necessità vi spinge a creare un'altro corteo alternativo? Che cos'ha il Gay-Pride di sbagliato?

Bhè per organizzare una manifestazione e se vogliamo che sia importante non bastano solo 3 pagine per decidere.

Quindi credo se ne parlerà molto ancora..

 

Molti gay stessi non si sentono rappresentati dal gay pride e non vi partecipano.

Effettivamente per chiedere dei diritti non c'è bisogno di andare mezzi nudi per strada e fare festa.

Sarebbe meglio una manifestazione più "pulita" e seria

 

 

 

 

In modalità prima donna: se decidessimo per la gardenia vi ricordo che partita tutta da me la parte scenografica.

Anzi mi candido come scenografo XD

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@Alma : mi dispiace essere così poco fiducioso, ma trovo poco sensato che tu, che appoggi l'idea

del Pride, ti trovi ad essere il primo promotore di una manifestazione che si rivelerà inevitabilmente

più piccola e contrapposta a quest'ultimo. {questo post no richiede necessariamente una risposta}

 

@ Zigulì : ok :) quindi l'idea di base della manifestazione 17-05-13 è "una manifestazione più seria e

impegnata per rivendicare i diritti LGBT"

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@dreamer_

Se non ti piace il pesce che preparo io, ti chiedo di darmi un contributo per la carne;

se non ti piace neanche la carne, ti aiuterò a cucinare le verdure.

L'unica cosa che mi interessa è che la gente non se ne stia con le mani in mano

a lamentarsi di quello che fanno gli altri.

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Poi non vuole essere una cosa contro il Pride. Vuole essere un di più. Qualcosa che parta dal basso.

Ha ragione Almadel, se lo fanno per un treno, perché non potremmo farlo noi per i nostri diritti?.

 

La scelta della città forse è un po' problematica. Io da quel punto di vista avrei tutti i mezzi e i contatti per organizzare qualcosa nella mia città di residenza, ma non è fattibile come logistica per chi viene da fuori. E' scomoda da raggiungere per qualunque altra zona in Italia. E se si vuole puntare alla partecipazione credo che sia importante farla in un punto di snodo, raggiungibile un po' da tutta Italia.

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Icoldibarin

Ha ragione Almadel, se lo fanno per un treno, perché non potremmo farlo noi per i nostri diritti?.

 

Tendenzialmente la questione mi sembra più complicata dell'apparenza.

Ci sono davvero tanti comitati/gruppi che da tempo protestano verso la costruzione di alcune grandi opere (futili ad esser gentili) sul territorio nazionale, molti sono toccati anche nell'intimo a causa di vari espropri. Eppure solo la TAV ha avuto un notevole risalto anche a livello nazionale, non credo tanto per il maggior senso civico della Val di Susa quanto perché per ragioni a me ignote ad un certo punto il movimento ha iniziato ad attirare buona parte degli aspiranti blackblock che vi hanno intravisto un proficuo sbocco per il loro sport preferito, il menare le mani. Triste dirlo ma il movimento ha iniziato ad avere visibilità nazionale solo all'arrivo dei primi disordini, seguiti dalle polemiche che tutti conosciamo.

La situazione ha creato un sistema autoalimentato, la popolarità del movimento attraeva nuove leve e polarizzava gli abitanti che non potevano più rimanere neutrali.

 

L'europride di quest'anno, nonostante ci fossero ben più persone di una comune manifestazione no-tav, si è rimediato solo il servizio di coda dei 5/7 dei telegiornali nazionali.

 

Quanto sopra non per scoraggiare verso la creazione di un movimento, quanto per prendere coscienza che creare qualcosa di popolato, osservato e pacifico non è cosa affatto banale.

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Silverselfer

... non lo so.

 

Non è produttivo iniziare con una contrapposizione. Si diventa subito un bersaglio. Ci si infila in una diatriba più grande di noi. Senza contare che trovo antipatico e supponente cercare di sembrare migliori gettando fango sugli altri. Vogliamo essere diversi? Proviamolo sul campo e soprattutto non facciamoci nemici chi potrebbe darci una mano.

 

Uno dei problemi di queste iniziative nate dal basso sono proprio le lotte intestine, il frantumarsi in mille rivoli di pensiero, l'incapacità di riconoscersi in un'unica linea d'azione. Il volere essere indipendenti da ogni precedente iniziativa che alla fine fa svanire tutto in una bolla di sapone, sempre che si arrivi a farla questa bolla.

 

L'idea di stilare un manifesto non è sbagliata. Realizzarla è un'impresa che se ci riuscisse, sarebbe già una conquista. Una pietra angolare su cui poggiare concretamente un movimento duraturo. Ma non è facile. Ricordo che nel Popolo Viola ci si è scannati fino alla fine, e non ci si è riusciti. Col risultato che il movimento si è alla fine ridotto a una rete molto eterogenea di gruppi locali totalmente sganciata, se non in conflitto, con il movimento nazionale. Ognuno con il suo manifesto, tutti con la valenza di carta straccia.

 

Il nome è importante e ogni altro aspetto che curi il messaggio "subliminale". Il quale deve essere semplice e avvalersi di un linguaggio che prima del senso, abbia cura dell'impatto. Quindi il colore, quindi il suono della sigla del movimento che deve rimanere in testa - se non ora quando, noBday, No-Tav, familyday; tutti nomi che in sé non si comprendono in maniera esplicita, ma incuriosiscono dopo che ti sono entrati in testa. Nomi e sigle troppi lunghi sono improponibili, la gente specie ora che avversa le sigle dei partiti, fugge davanti a una sigla. Troviamo una famiglia all'arcobaleno è carina, però è molto lunga ... potrebbe diventare 1na famiglia X l'arcobaleno ... lunga lo stesso e anche di difficile comprensione. Boh ... il fiore è ottimo. Tutti si ricordano la rivoluzione delle rose, anche se nessuno sa di che si tratta ... Insomma questo è il senso.

 

Preoccuparsi prima di cominciare a come la prenderebbero gli etero o darsi pena per includerli, francamente lo trovo un atteggiamento molto "centrista". Per non parlare della proposta di vestirsi tutti uguali. Ci vedo un desiderio di omologazione anche questo tendente a compiacere chi vuole dividere i gay in buoni e cattivi. Per non parlare dei vestiti da sposi ... non sono d'accordo e a queste condizioni non ci parteciperei.

 

Se lo scopo è quello di mostrare l'universo gay non militante, non appariscente, volendo usare un termine che non mi piace "normale". Allora proporrei proprio una linea che potrebbe anche rivoluzionare l'impianto stesso di questo intento di manifestare - Partecipiamo con la nostra divisa da lavoro, quella di tutti i giorni. Sfatiamo anche lo stereotipo del gay che fa solo determinati mestieri. Camici, tute e quant'altro. Mostriamo che l'omosessualità è tessuto integrante dell'economia italiana ... Sì, lo so cosa state pensando: lo sciopero dei gay. Sarebbe sicuramente un colpo mediatico con cui i giornali ci andrebbero "a nozze". Però è una cosa molto ambiziosa. Accidenti però se sarebbe una figata riuscirci!

Comunque, già proporlo come effetto scenografico, io lo riterrei un buon proposito. Nel senso - siamo come voi e come voi vogliamo avere la possibilità di costrurci una famiglia. Un messaggio anche rassicurante, senza dover essere compiacenti con quanti ci avversano.

 

La scelta della città. Ora vi sembrerò di di parte, ma non è un caso se le manifestazioni e sit-in o anche flash mob si tengono per lo più a Roma. Qui hanno sede tutti i giornali e le televisioni, non solo nazionali. I costi di una ripresa qui sono molto meno onerosi di mandare qualcuno a riprendere a Firenze. Senza contare che è anche molto facile attirare l'attenzione essendo la città sede di tutte le istituzioni preposte a legiferare. Basterebbe comunicarlo preventivamente agli uffici stampa e qualcuno lo mandano a scattare foto o girare un servizio. Basta organizzarsi bene.

 

Il corteo? Il palco? Come volate alto! Per ora io direi di organizzare bene l'idea qui e poi portarla fuori. Come? E i social network, in che altro modo se no? Pagina su facebook e Twitter, cercare di raccogliere più adesioni possibile, animare la discussione cercando di tirarci dentro i giornalisti che contano e si sono spesi per la causa lgbt. E' meno difficile di quanto uno possa credere. Basta armarsi di santa pazienza e scrivere a tutte le e mali che si trovano sui siti di questi, vi assicuro che rispondono. Con il nome giusto, un'idea che acchiappa e un po' di fortuna, già così, potrebbe essere un piccolo successo.

 

Dopo si può oggettivamente iniziare a pensare alla manifestazione del 17 maggio 2013. Ma la strada da fare è lunga e anche gli aspetti organizzativi sono a dir poco snervanti e non solo dal punto di vista burocratico, che per il vero non è così difficile, quanto proprio lo sforzo organizzativo.Ma come diceva mio nonno di Treviso: Se le braccia avessero gli occhi, si spaventerebbero prima di iniziare a lavorare. :fie:

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Anche a me Roma ispira molto più di Firenze come luogo.

Silver il tuo intervento mi è piaciuto molto :). E "sciopero dei gay" mi piace come slogan xD.

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La scelta della città dipende primariamente da una cosa: se c'è o meno qualcuno di quella città che darà una mano con l'organizzazione. Perché è vero che Roma ha i suoi benefici, ma se non c'è nessun romano che si offre volontario per dare una mano allora è meglio fare una cosa bene da qualche altra parte piuttosto che non riuscire a combinare nulla a Roma.

Inoltre, se non sbaglio le città che erano state proposte erano anche per non scontrarci con le organizzazioni LGBT. Non sono di Roma, ma da quello che mi hanno raccontato le organizzazioni romane sono già molto litigiose tra loro, se ci infiliamo noi rischiamo di metterci in mezzo a tali casini.

 

Per quanto riguarda il manifesto, mi sembra che l'obiettivo della manifestazione sia rivendicare i diritti civili. Quindi cosa andremmo a fare mi sembra molto chiaro, metterlo in bella forma non è una priorità in questo momento.

 

Per quanto riguarda lo slogan, ci ho pensato un po'. Visto che il pilastro centrale della manifestazione è chiedere il diritto a sposarsi, avevo pensato a un Let us Marry, con un apostrofo sopra la U.

E' una frase a doppio senso. Let us Marry significa "Lasciateci sposare" che è ovviamente il senso della protesta. Ma significa anche "Sposiamoci" (il più comune Let's X è infatti una contrazione dell'arcaico Let us X), che suona una po' come una proposta di nozze.

In questo modo si unisce il messaggio incazzoso rivolto alle istituzione con il messaggio dolce rivolto al proprio compagno o compagna.

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Silverselfer

Bella l'idea dello slogan. Mi piace molto.

 

Io per esempio non avevo capito la specificità della manifestazione a chiedere il diritto al matrimonio tra omosessuali.

 

In ogni modo a Roma ci si accapiglia per la gestione del Pride nazionale. Per esempio quell'iniziativa locale di raccolta di firme proprio sulle unioni gay ha messo insieme gran parte delle molteplici sigle lgbt che operano in città, e anche di altre non specifiche, e non sono poche!

 

Ma non ne farei una questione campanilistica. Basta avere i ganci giusti e la copertura mediatica si riesce ad avere lo stesso.

 

Tuttavia, per quanto mi riguarda personalmente, non posso fare qualcosa in cui non mi riconosco. Quindi vi seguirò appassionatamente senza interferire ulteriormente.

 

In bocca a lupo :good:

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Icoldibarin

Partecipiamo con la nostra divisa da lavoro, quella di tutti i giorni. Sfatiamo anche lo stereotipo del gay che fa solo determinati mestieri. Camici, tute e quant'altro. Mostriamo che l'omosessualità è tessuto integrante dell'economia italiana ...

Ottima idea, mi sembra un ottimo spunto.

Loup-garou[/color]' timestamp='1334704887' post='559171']

avevo pensato a un Let us Marry, con un apostrofo sopra la U.

Altra ottima idea, anche se forse il doppio senso non è immediato per i non anglofoni.

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Tuttavia, per quanto mi riguarda personalmente, non posso fare qualcosa in cui non mi riconosco. Quindi vi seguirò appassionatamente senza interferire ulteriormente.

Non ho capito in cosa non ti riconosci.

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Lo slogan di Loup è carino, ma sarebbe preferibile un nome italiano imho.

Per il resto, avete pensato che probabilmente il 17/5/13 cade molto vicino alle politiche? Non so se sarebbe meglio farla prima o dopo...

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In teoria in vista delle elezioni dovrebbe partire una campagna annuale

corriamo il rischio del "se ne riparla nel 2018", considerate che oggi si

parla di pareggio del bilancio nel 2015 e ripresa nel 2017 quindi potrebbero

porsi le condizioni di un Monti bis appoggiato da PD-PDL-UDC-FLI

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Fin'ora non ho scritto, anche un po' in attesa di vedere se il topic rimaneva un'estensione della discussione sui gay pride, o se avesse risvolti interessanti. In ogni caso mi sembra interessante discuterne.

 

Innanzitutto trovo sbagliato organizzare una manifestazione in alternativa ad un'altra, perchè sarebbe un'inutile divisione tra chi persegue la stessa causa. Un po' come i sindacati che per distinguersi tra loro indicono scioperi in giorni diversi, col risultato che non creano nessun disservizio e nessuno se ne accorge. E poi, fare meglio del pride vuol dire convincere 50.000 persone a venire a manifestare, e mi pare difficile.

 

Per cui, al limite sarà una manifestazione complementare al pride, o "in aggiunta" al pride. Con l'obiettivo di allargare la platea di potenziali manifestanti: tutti quelli che vogliono che siano approvate alcune leggi (matrimoni, unioni civili, aggravante per reati omofobici...), nel presupposto che riconoscere i diritti alle minoranze equivale a vivere in un paese più civile. Forse vale la pena di allargare la posta in gioco, per favorire la partecipazione, quanto meno con lo slogan, ad esempio "per un'italia più civile" o qualcosa del genere (va beh al momento non ho l'ispirazione per un nome).

 

Per lo stesso motivo, per quanto in questo momento riescono bene le manifestazioni organizzate "attraverso la rete", vedo indispensabile che aderiscano associazioni e/o sindacati e/o partiti...

 

Altra cosa da notare: i comitati che nascono per uno specifico obiettivo, per loro natura, portano con sè molto entusiasmo e molto attivismo, ma hanno la durata di una stagione, poi spesso finiscono per dissolversi... per cui la data del 17 maggio 2013, per quanto significativa, mi pare un po' lontana.

 

Come vestirsi, mi sembra meno importante, io andrei vestito normalmente... Forse si potrebbe dire che l'esigenza di scenografia è inversamente proporzionale al numero di partecipanti.

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Sono d'accordo Silver quando dici che forse sarebbe meglio aggregarsi per non creare diatribe soprattutto perché anche coinvolgendo persone esterne al forum non faremmo numero.

 

Per non parlare dei vestiti da sposi ... non sono d'accordo e a queste condizioni non ci parteciperei.

L'idea di vestirsi da sposi, lo ripeto, è solo come effetto scenografico, visto che si parla principalmente di diritti civili.

Dici che non ci parteciperesti? Ok, ma neanche io ci vorrei partecipare al gay-pride perché a quelle condizioni non mi sento rappresentato. Ovvio che nessuno implica di vestirsi in un modo piuttosto che in un altro, ma il fatto che tantissimi vanno per fare baldoria, denudarsi e tante altre cose che sapete, non mi va.

I commenti degli etero sono sempre gli stessi: "guarda che schifo c'è bisogno di andare col culo da fuori?" "c'è bisogno che quello si metta la gonna?"

ok, libertà di espressione direste voi, ma io dico anche che è solo un modo per apparire e mi da al cazzo l'apparire quando invece interessa la sostanza.

Quindi dare una immagine sobria o "a tema" (vestirsi da sposi/indossare un fiore/un qualsiasi accessorio) in base alla causa per cui ci si sta battendo, fa concentrare molto di più le persone che ci guardano.

 

 

Se lo scopo è quello di mostrare l'universo gay non militante, non appariscente, volendo usare un termine che non mi piace "normale". Allora proporrei proprio una linea che potrebbe anche rivoluzionare l'impianto stesso di questo intento di manifestare - Partecipiamo con la nostra divisa da lavoro, quella di tutti i giorni. Sfatiamo anche lo stereotipo del gay che fa solo determinati mestieri. Camici, tute e quant'altro. Mostriamo che l'omosessualità è tessuto integrante dell'economia italiana ... Sì, lo so cosa state pensando: lo sciopero dei gay. Sarebbe sicuramente un colpo mediatico con cui i giornali ci andrebbero "a nozze". Però è una cosa molto ambiziosa. Accidenti però se sarebbe una figata riuscirci!

Comunque, già proporlo come effetto scenografico, io lo riterrei un buon proposito. Nel senso - siamo come voi e come voi vogliamo avere la possibilità di costrurci una famiglia. Un messaggio anche rassicurante, senza dover essere compiacenti con quanti ci avversano.

Questa idea ovviamente l'hai presa dal film "Amore in sciopero" che guardammo l'altra volta al Mieli :)

Cmq sarebbe una figata si, ma considerando la discriminazione nel mondo del lavoro in Italia, sarebbe molto difficile far scioperare un determinato giorno il mondo LGBT perhè molti sono nascosti e non dichiarati nel loro contesto lavorativo.

 

L'idea di vestirsi come quando andiamo al lavoro è parallela al vestirsi da sposi o indossare un simbolo del matrimonio.

A me piace lo stesso come idea, ma considera che molti vanno a lavoro senza indossare vestiti particolari...

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Icoldibarin

ma il fatto che tantissimi vanno per fare baldoria, denudarsi e tante altre cose che sapete, non mi va.

Tantissimi? Quelli ripresi dal TG1...

 

considera che molti vanno a lavoro senza indossare vestiti particolari...

Logico anche questa deve essere un piccola provocazione, l'importante è dare il messaggio, il fatto di vestire salopette sporca di calce e cazzuola non vuol dire che tu sia vestito così quando lavori.

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Ilromantico

Quindi dare una immagine sobria o "a tema" (vestirsi da sposi/indossare un fiore/un qualsiasi accessorio) in base alla causa per cui ci si sta battendo, fa concentrare molto di più le persone che ci guardano.

 

Le ragioni sono proprio quelle che dice Ziguli. Il gaypride ha fatto capire al mondo che esistiamo, ma ora è giunto il momento di evolverci e fare il passo successivo che è quello di far vedere cosa c'è "dietro la maschera" e farci conoscere realmente per quello che siamo. Non abbiamo più bisogno dei "colori" per acquisire una nostra dignitià, ma possiamo ormai farlo essendo semplicemente noi stessi. Basta nascondersi sotto la "scusa" della discriminazione per crearsi un micromondo per far quello che ci pare, ma prendiamoci le nostre responsabilità come persone e diventiamo parte integrante della società.

 

Anch'io credo che sia meglio andare tutti vestiti da lavoro o con un abbigliamento sobrio uguale per tutti.

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Non possiamo saperlo.

Le persone che si lamentano di come la gente si veste al Pride

(Zigulì, Ilromantico, Altair, forse Calvin2010)

sono fra i pochi forumisti che non ho mai visto neanche in foto.

 

Poiché tutti quelli che ho visto sono decisamente sobri e non si lamentano

è possibile che siano loro ad atteggiarsi in modo imbarazzante. :)

 

O forse hanno paura di come sono conciati gli altri

perché loro non si mostrano in prima persona

e quindi si genera un problema di rappresentazione.

 

Ma questo problema della rappresentazione deve finire

non possiamo più lamentarci di "come ci mostrano gli altri";

dobbiamo concentrarci su "come mostrarci noi stessi".

 

Non è importante come si veste Zigulì (in giacca o in salopette),

quello che ci interessa è vedere la sua foto sul giornale

invece di quella del cubista con gli occhiali da sole e il boa di struzzo.

 

E' inutile decidere come dobbiamo "travestirci".

Io non mi metterò mai né vestito da suora, né in giacca e cravatta;

né al Pride né in qualsiasi altra manifestazione.

Come mi vesto di solito, con la mia solita faccia, va più che bene.

 

E' un problema di facce e non di abbigliamento.

Perché la normalità è essensialmente questo:

un etero che non potesse sposarsi non avrebbe difficoltà

a manifestare per questo suo diritto, neanche se a fianco a lui

ci fosse Cicciolina o Siffredi, La Russa o Grillo.

 

Io credo che lo scopo sia una visibilità diversa.

Voglio che dopo la gente dica: "Tu gay? Impossibile! Non hai mica la barba!"

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Ancora con sto fatto della giacca e cravatta? :)

Ho detto si "vestiamoci da sposi", ma il mio obiettivo era quello di tirar fuori dei possibili spunti, infatti si è arrivati ad un comune accordo (da quel che vedo) sul portare una gardenia o un altro simbolo.

Questo perché credo che fare una scenografia a tema (dove per tema intendo un argomento come diritti civili o omofobia nell'ambiente di lavoro e non tema gay punto) sia più di impatto.

 

Tornando a noi. Quello che dici Almadel lo penso anche io... Personalmente non mi metterò mai un perizoma o una cravatta, perché non sono miei vestiti abituali.

Il fatto è che anche quelli che al pride si vestono come delle prostitute, nella vita di tutti i giorni non lo fanno..

Molte volte mi è capitato di vedere persone vestite in jeans e maglietta per strada e poi vederle in disco o in manifestazioni vestiti in tutt'altro modo.

Allora anche loro dovrebbero vestirsi con i vestiti di tutti i giorni al pride.

 

Credo tu stai confondendo il termine "mostrarsi".

Perché mostrarmi qui sul forum non me ne sbatte una mazza e non lo vedo neanche utile alla fine, poi posso sempre cambiare idea.

Il problema non sono le facce, perché io al pride o a fare l'attivista ci vado.

Non mi va però che per una manifestazione che potrebbe essere seria, veniamo cmq derisi e il messaggio che vogliamo far passare non arriva manco morto.

Infatti cosa si ricorda la gente del pride? --> culi.

E' vero che i media riprendono solo quelli, ma se non ce ne fossero, allora sarebbero "costretti" a dire le cose come stanno o ad appigliarsi a qualche altro stereotipo.

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Ricordo che per parlare del Pride ci sono topic appositi.


Stavo meditando su quello che è stato scritto in questa discussione.
Alcuni utenti lamentano che questa manifestazione sarebbe antagonista al Pride. (Anche se in realtà, la maggior parte degli utenti che stanno partecipando a questo topic sono proprio quelli a cui il Pride va bene così com'è.)
Alcuni utenti dicevano di volere includere gli etero in questa manifestazione.


Facendo 1 + 1, m'è venuta in mente una cosa. Se raccoglie più consensi, perché non facciamo una manifestazione generica perché vengano riconosciuti i diritti delle famiglie di fatto? In questo modo, i vantaggi sarebbero:
  • Non c'è rischio di sovrapporsi come scopo al pride.
  • La base di gente che potrebbe partecipare si allarga di molto. Comprenderebbe non solo i gay, ma anche conviventi etero che vogliono i PACS, famiglie monogenitoriali, separati esasperati per l'irragionevole tempistica per ottenere il divorzio.
  • Siccome partecipano anche gli etero, eliminiamo le paure di quanti temono i frociai.
  • Essendo qualcosa di più raro rispetto a una manifestazione di gay, forse raccoglierà anche più attenzione.


Ovviamente, a questo punto si potrebbe cambiare data, visto che perde il valore simbolico. O volendo si può anche tenere la stessa.
Dico questo perché alla fine mi sembra che la maggior parte di quelli che si lamentano del pride non sembrano molto interessati a questa manifestazione alternativa. E poi così eliminiamo qualsiasi confusione su quale sia l'obiettivo della manifestazione.

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Se il prezzo da pagare per "avere anche gli etero"

è evitare di sollevare la questione omosessuale, allora no.

 

Io voglio una manifestazione gay, perché non mi interessano solo le coppie di fatto.

Ma anche i matrimoni, le adozioni e l'estensione della Legge Mancino.

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Mai detto che non dobbiamo sollevare la questione omosessuale. Quello che dicevo è di unire quella questione ad altre questione nella stessa manifestazione.

 

In pratica nella manifestazione si chiederebbero le unioni di fatto e il matrimonio gay e una diversa regolazione del divorzio e possibilità di adozione non solo per le coppie sposate... In pratica, non solo i problemi delle coppie gay, ma di tutte le famiglie non tradizionali.

Certo, l'estensione della Legge Mancino sarebbe probabilmente tagliata fuori. Ma ciò di cui in genere ci si lamenta è come manchi una manifestazione diretta a ottenere unioni e matrimonio. Contro l'omofobia io di manistazioni già me ne ricordo e ho partecipato, e lo stesso pride ha questi messaggio.

 

Poi certo, era una proposta. A me entrambe le cose vanno bene, credo che l'importante sia capire quale avrebbe più partecipazione.

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