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quanto incide la violenza sull'orientamento sessuale?


Quistis

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C'è una percentuale maggiore di quella che noi percepiamo

(che non potrei definire quale) di bisessuali che non si definiscono

tali per varie ragioni: etichetta, paura della reazione di genitori e amici,

negazionismo di Almadel riguardo la bisessualità ecc... :D

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Devono essere problemi davvero terribili

se arrivano a definirsi "etero" anche in un questionario anonimo...

 

Ci sono piuttosto molte persone che si definiscono "etero"

anche se hanno comportamenti che noi definiremmo "bisex";

ma sono in compagnia con chi si definisce "bisex"

che ha comportamenti che definiremmo "omosessuali".

 

Nelle pubblicazioni internazionali più avanzate

si parla di "maschi che fanno sesso con altri maschi"

schivando completamente la questione della definizione

(che è appunto un "termine ombrello" influenzato

dalla psicologia e dalla società in cui si vive)

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Andiamo Almadel, ritieni ancora convincente il rapporto Kinsey?

 

Quante persone negli anni '50 sapevano cosa voleva dire bisessuale?

Ma sopratutto quanti omosessuali avevano il coraggio di definirsi tali

anche in un questionario anonimo?

 

Io non credo che questi siano solo termini ombrello, mi pare una classificazione

più che convincente, il problema è che la bisessualità è difficilmente individuabile

vista sopratutto l'incidenza di omosessualità e eterosessualità momentanea e

transitoria. Vedi ad esempio le migliaia di omosessuali che si scoprono tali nonostante

rapporti eterosessuali (evidentemente insoddisfacenti), lo stesso può valere per i bisessuali

che invece vivono entrambi i rapporti con il medesimo grado di soddisfazione sessuale

ed emotiva.

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Perché sono tutti convinti che io citi sempre il rapporto Kinsey? :)

Mi fido più dell'ultima rilevazione britannica

(1% di persone che si definiscono omosessuali e lo 0,5% di bisessuali).

Che poi è più o meno la percentuale francese dello stesso anno,

rispetto al generoso 5% del rapporto Kinsey.

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Solo 1% si definisce omosessuale? Ad occhio mi pare pochino.

 

E comunque se così fosse uno 0,5% di bisex mi pare anche troppo generoso

visti quanti sono gli omosex.

 

I problemi di questi studi sono sempre gli stessi: la popolazione dalla quale è stato

estratto il campione e la metodologia usata per campionarli.

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I dati riportati da Almadel, detti così, sono imprecisi e danno una raffigurazione lontana dalla realtà.

 

I risultati della ricerca inglese furono: The data showed that 95% said they were heterosexual, 1% gay or lesbian, 0.5% bisexual, 0.5% other, and the remaining 3% either did not know or did not answer.

 

Non possiamo ignorare questi ultimi due dati e accontentarci di guardare all'1% che si è dichiarato gay. Casualmente, se sommiamo tutti i non-eterosessuali che numero otteniamo? Il solito 5% della popolazione...

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Mi sembrava strano infatti. Quando si citano questi dati sarebbe opportuno

citarne anche la fonte per l'eventuale verifica. Come ho scritto prima, le metodologie

spesso sono diverse, in questo caso hanno classificato anche le non-risposte e

il don't know, cosa che altri studi non hanno fatto.

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Non so...

Diviene abita in un paesino di 6000 persone e dice

"E' un paese troppo piccolo!"

Ma se fossimo davvero l'1,5; nel suo paesino

ci sarebbero 90 persone che si dichiarano gay, lesbiche e bisex

e per andare al Gay Pride dovrebbero affittare una corriera

e non mi stupirei se avesse anche un bar gay&lesbo.

 

A parte che quello che scrive Loup-Garou è giusto

(quel silenzioso 3% è come minimo bisessuale o trans-chaser)

a me l'1,5% continua a sembrare una percentuale enorme:

figuriamoci un 5% che non si dichiari etero che effetto mi fa...

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whitewidow88

Scusate l’intromissione, avevo parlato di questo in un altro post ma mi è stato suggerito di riportare l’esperienza qui poiché affine all’argomento di discussione. Cerco di farla breve..:)

Credo di avere sempre avuto un certo interesse verso lo stesso stesso,ma penso che le esperienze passate abbiano in qualche modo influito nel farlo scoppiare ultimamente. Mi è stata rubata la verginità a 13 anni, tre ragazzi più grandi mi hanno fatta ubriacare alla mia prima festa tra “ragazzi grandi” al punto da distruggere completamente le mie inibizioni e da ricordare poco o nulla il giorno dopo ...In uno squallido bagno...ero una bambina che giocava ancora a fare gli "spettacoli" per i genitori con le amiche...Non so per quale insano motivo ma molti dei ragazzi che ho avuto successivamente sono stati violenti, a volte anche solo psicologicamente. Mi sono sempre sentita come troppo "debole" per reagire di fronte alla forza bruta dell'uomo. Aggiungo inoltre che ero una ragazzina assolutamente timida e insicura, non mi sentivo così carina o attraente, ero considerata un po’ “sfigata” perché non mi interessavano ancora le dinamiche adolescenziali di moda-ragazzi-relazioni, ma preferivo starmene con le amiche a giocare per la strada… probabilmente incosciamente la mia debolezza ha fatto sì che io non riuscissi a dire "NO!", per la paura di non essere accettata, di essere emarginata ulteriormente. Queste sono interpretazioni a posteriori, certo, ma inconsciamente (e Dio quanto vorrei non fosse stato così), la mia “stranezza”-debolezza-insicurezza mi ha resa un soggetto più vulnerabile a un certo tipo di violenze. Dopo quella esperienza la mia lista di uomini che se ne sono approfittati è ancora lunga, non mi dilungo per non annoiare nessuno. Di certo mi sono talmente svalutata da permettere cose che se sapessero i miei genitori ne morirebbero. Sono andata avanti per anni in questo modo, per inerzia, e solo ora riesco effettivamente a rendermi conto che non è normale quello che ho vissuto. E’ questa la fregatura: iniziata alla violenza e alla sottomissione, per anni non mi sono resa conto che non era normale relazionarsi agli altri in quel modo. Mi sentivo solo strana per il fatto di non essermi mai innamorata ( e vorrei ben vedere!).

E ora tutto lo schifo è tornato a galla...me lo sento addosso come una maledizione…gli uomini mi fanno paura, non come amici, ma come partner...il pensiero della penetrazione mi fa ribrezzo e mi spaventa... L'idea di una vita con un uomo mi terrorizza, avrei sempre paura che si riveli violento e prepotente, e anche mentalmente non ne sono più attratta... e proprio ora ho iniziato a desiderare fortemente una relazione con un'altra donna...Ripeto, ho sempre avuto curiosità e attrazione verso alcune ragazze, ma penso che lo schifo tornato a tormentarmi abbia in qualche modo rafforzato questi pensieri e mi stia definitivamente allontanando dall'eterosessualità... Forse mi sono solo risvegliata…forse sono sempre stata omosessuale ma il trauma mi ha impedito di vivere naturalmente la mia natura in quanto sono stata trascinata in un vortice di dinamiche più grandi di me: io ero quella che valeva poco, che era normale venisse usata dagli uomini e così doveva andare! Punto! Queste sono mie personali interpretazioni, poi chissà com’è andata veramente..:/

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Imho il trauma può solo aver contribuito ad accelerare la scoperta di un lato di te che è sempre stato presente, e che comunque prima o poi sarebbe venuto fuori con prepotenza. Una ragazza al 100% eterosessuale, anche se scioccata da uomini violenti, semmai avrebbe cercato un partner remissivo e dolce, ma avrebbe comunque cercato un uomo.

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che è appunto un "termine ombrello" influenzato

dalla psicologia

quello che tu chiami termine ad ombrello è un parametro indispensabile perchè una ricerca possa dirsi metodologicamente valida.. non sto a riassumerti il perchè non credo c'entri con l'argomento.

 

La violenza indubbiamente incide sull'orientamento sessuale ma in una maniera esponenzialmente diversa a secondo dell'età. Come tutte le esperienze, anche quella della violenza agisce in maniera più prepotente nei soggetti in fase evolutiva o per meglio dire, in fasi di apprendimento profondo. In quste situazioni il comportamento è soggetto alle manipolazioni ambientali e questo lo sappiamo benissimo tutti allorché pensiamo allo svluppo dei bambini.

 

Quello che però incide particolarmente è la violenza manifestatasi durante lo sviluppo psicosessuale dove gli scompensi vengono ripagati con la nascita di comportamenti che altrimenti non si sarebbero manifestati o che si sarebbero manifestati solo in circostanze particolari. Questo modello teorico ci permette anche di contemplare la leggittimità del cambiamento dell'orientamento sessuale in quegli individui che si sono sempre dichiarati in un certo modo per poi scoprirsi in un altro. La sessualità è in continuo sviluppo, tende al raggiungimento di obiettivi ed è soggetta all'ambiente. Per "diventare" c'è sempre tempo. Ovvio che certi tipi di cambiamenti sono troppo radicali perchè avvengano solo per un episodio.

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