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quanto incide la violenza sull'orientamento sessuale?


Quistis

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Innato=insito in noi, ovvero l'orientamento non e' qualcosa di acquisito, ma fa sorridere anche il doverlo sottolineare, visto che siamo in un forum gay e considerato che l'argomento e' stato gia' ampiamente dibattuto. La teoria del "gay si diventa" e' sostenuta praticamente solo dagli omofobi e da coloro che paventano cure e cambi di orientamento, oltre che da qualche sparuto gay che non accetta il proprio essere, e giustifica la propria condizione dando la colpa a terzi o ad eventi vissuti.

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E' questo il punto: la lettura "traumatica" è un'elaborazione a posteriori soggetta a bias.

 

Ma scusa se è un trauma è un trauma, non è che può diventare un trauma a posteriori, con bias o senza bias, con minority stress o senza.

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Dai che ci siamo capiti. Noi non conosciamo il valore evolutivo che ha avuto l'evento in sé, noi sappiamo ciò che il soggetto A POSTERIORI riferisce. E questo è soggetto a bias.

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No, questo non è affatto scientifico. Non puoi dare per scontato proprio ciò che il tuo esperimento punta a verificare, cioè se effettivamente sia corretto parlare di un trauma.

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Ma la psicologia non è la fisica quantistica, Freaky...anche se pure li, con il principio d'indeterminazione......

Ad ogni modo nella psicologia c'è un fattore soggettivo che non si può escludere a priori e che coinvolge tanto l'osservatore che l'osservato. Puoi cercare di ridurre questi fattori soggettivi, ma non eliminarli del tutto.

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Ma scusa se è un trauma è un trauma, non è che può diventare un trauma a posteriori, con bias o senza bias, con minority stress o senza.

Non credo che tu ignori che ciò che il SOGGETTO A POSTERIORI RIFERISCE non sarà mai obiettivo, ma sarà sempre condizionato da quel trauma!

 

No e no.

Quando ho subito violenza non è stato un trauma anzi.

Ero troppo piccolo perchè fosse un trauma, mi è stata venduta la pillola del "Ma guarda che lo fanno tutti, è normale, si chiama crescita"

Ben piu' tardi ho realizzato che quella era violenza.

Inoltre, il "riferire a posteriori" ti permette di elaborare e rielaborare, quindi l'unico condizionamento del trauma è forse un eccessiva freddezza o schiettezza o obbietività, insomma chiamala come vuoi, nel riferire l'accaduto.

Ricordo ancora la faccia dell'assistente sociale, era scandalizzato.

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@@Mina non ci perdiamo nelle definizioni: quando tu hai subito violenza dici che non è stato un trauma, ma è la tua esperienza soggettiva. Per altri la violenza può essere stata più traumatica della tua. O è stata leaborata in maniera diversa...In ogni caso tu esemplifichi che c'è stato una rapporto fra violenza e orientamento sessuale e apprezzo anche il coraggio con il quale lo ammetti, altrimenti sembra che qua si facciano solo ipotesi non verificabili..

 

@@FreakyFred come vedi, non si tratta di rassegnarsi a fare ipotesi non verificabili: si è ipotizzata una relazione tra violenza ed orientamento sessuale.Nel causo il trauma sia stato elaborato, magari con l'aiuto di un assistente sociale o di uno specialista, l'ipotesi viene anche verificata.

E' chiaro che se uno a 40 rimugina sul fatto che ha visto all'età di dieci anni il pene del cugino e non conosce ancora il suo orientamento sessuale, qualche aiutino specialistico gli servirebbe. E magari scoprirebbe che, per motivi tutti suoi, la visione di quel pene l'ha traumatizzato (forse perché era più grosso del suo, forse perché ha assistito la prima volta a un erezione, forse perché il cugino ci giocava, chi sa. O magari gli ha fatto scoprire un desiderio omosessuale che poi per altre cause ha dovuto rimuovere...le spiegazioni sono tante. .)

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@@Mina non ci perdiamo nelle definizioni: quando tu hai subito violenza dici che non è stato un trauma, ma è la tua esperienza soggettiva. Per altri la violenza può essere stata più traumatica della tua. O è stata leaborata in maniera diversa...In ogni caso tu esemplifichi che c'è stato una rapporto fra violenza e orientamento sessuale e apprezzo anche il coraggio con il quale lo ammetti, altrimenti sembra che qua si facciano solo ipotesi non verificabili..

 

No di nuovo.

Quando la mia testa ha deciso di svegliarsi ed affrontare la cosa, la prima cosa che gli assistenti sociali han fatto è stato chiedermi se mi andava di entrare in un gruppo "di gente come me" in quanto settimanalmente avevano degli incontri per parlarne.

E proprio in quegli incontri ho scoperto che la violenza sessuale infantile viene eseguita allo stesso modo su tutti.

Nessuno prende il bambino/a lo lega lo picchia e lo stupra.

A tutti è stata servita la pillolina della cosa normale, che fanno tutti.

Inoltre, la cosa che fa più male, " a quelli come me" è esattamente il modo in cui abbiamo _tutti_ elaborato l'esperienza.

Paradossalmente non è il gesto subito quello che fa piu' male, ma la presa per il culo, il dover scoprire da soli che cio' che ci è stato fatto è sbagliato, che ci hanno preso in giro, che il gesto non era di affetto, ma era un egoistico modo di svuotarsi i coglioni, dove noi siamo stati solo un oggetto.

E' li che nasce il trauma, nel momento stesso in cui ti rendi conto di quello che è successo veramente.

Hanno abusato di me quando avevo 10 anni, e solo a 14 anni ho "sbroccato", ovvero quando mi sono avvicinato (forse anche tardivamente perchè no) al mondo del sesso, e ho capito che cosa mi era stato fatto.

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@@Mina , stai soggetivizzando troppo la tua esperienza. Ti assicuro che esistono anche persone che prendono il bambino, lo legano, lo picchiano, lo stuprano. I bambini stuprati forse diventeranno pedofili o sadici o masochisti difficilmente avranno una sessualità non parafiliaca.

 

Poi non capisco, all'inizio ti è stata data la pillolina della cosa normale e dici che per te non è stato un trauma

Poi hai scoperto che invece era una violenza e "hai sbroccato" e hai dovuto ricorrere ad assistenti sociali e gruppi di sostegno. Ti sei reso solo allora che hai subito una violenza. Ma il fatto che tu abbia maturato anni dopo la consapevolezza di avere subito la violenza, e che nel momento in cui tu l'abbia subita non ti sia apparsa come una cosa traumatica, non significa che tu non abbia subito la violenza! Ne sei conscio tu stesso, quando affermi che è "nato un trauma" quando ti sei reso conto di aver subito l'abuso "di uno che voleva solo svuotarsi i coglioni".

 

Ora, ai fini della discussione, e se te la senti di parlarne, sarebbe interessante capire come questa violenza che hai subito ha inciso sul tuo orientamento sessuale., che presumo sia gay.

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Il punto e' che essere gay non mette al riparo dal poter subire eventuali violenze, quindi mina, o chi altro ne ha subite, le avrebbe subite anche se di orientamento fossero stati eterosessuali. Il "dare la colpa" alle violenze di essere "diventati" gay, e' solo una giustificazione atta a motivare una parte di voi che e' sempre stata li, anche se magari inizialmente latente, e che ancora evidentemente non accettate.

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Ben81, non riesco ad essere d'accordo con te su questo argomento. Non è che per prendere coscienza della propria omosessualità occorra sempre una violenza...non ritengo che avere subito una violenza possa essere una giustificazione, forse potrebbe esserla per un gay irrisolto, ma come può risolversi ad essere gay se il suo desiderio gay l'ha scoperto, appunto, tramite un abuso?

Inoltre come la mettiamo con i pedofili? Giustifichiamo anche loro, visto che la maggior parte dei pedofili sono ex bambini che hanno subito violenze?

Possiamo onestamente dire che un pedofilo è stato sempre pedofilo, e il fatto che abbia subito una violenza da bambino ha fatto emergere solo la sua pedofilia latente? In questo modo daremmo ragione a quei pedofili che sostengono che il loro è un'orientamento sessuale e una identità come lo sono quella gay o quella lesbica. Non credo che nessuno possa spingersi ad affermare una cosa del genere.

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L'esperienza di Mina può essere stata traumatica o meno, in sé. Ma nel considerarla o meno come tale, bisogna eliminare tutte le sorgenti di bias. Fra cui la stessa lettura che egli ne dà. Se vogliamo fare scienza, per lo meno.

Non è per nulla rilevante la delusione che può aver provato dopo la rivelazione di aver subito un abuso. Semmai sono rilevanti i motivi che lo hanno condotto in prima istanza a domandare aiuto psicologico.

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Io penso che sia molto fuorviante, proprio da un punto di vista scientifico, ridurre il trauma provocato da un abuso subito, ad una semplice "delusione". Quindi non capisco come su questi presupposti si possa "fare scienza". Tra parentesi, questo non è certo il contesto per fare scienza suvvia!

Sappiamo tutti, se siamo onesti intellettualmente, che in un contesto come questo, al massimo, la scienza, (che fanno gli altri, gli scienziati veri) viene adoperata come un feticcio, a supportare la causa che fa comodo.

 

Noi possiamo avere solo l'onestà intellettuale di ammettere, se siamo maturi, che il legame tra violenza e orientamento sessuale non eteronormativizzato esiste. Ammissione che apre interrogativi inquietanti, me ne rendo conto. E che per questo provoca tanta rimozione.

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1) non ho mai detto che per prendere coscienza della propria omosessualita serva una violenza, ma bensi' che alcuni gay, che non si accettano come tali, diano la colpa della loro omosessualita' alla violenza o ad altri trascorsi di vita vissuta, quando invece sappiamo bene che l'orientamento e' innato e prescinde dalle singole esperienze: per dirla papale papale mi spiace per la violenza subita da mina, ma sicuramente sarebbe stato gay anche se non avesse mai subito violenze, per il semplice fatto che la maggior parte dei gay non ne ha subite, eppure e' cosi' lo stesso

2) sui pedofili: si dice (ma non ne conosco nessuno per cui parlo per sentito dire) che a loro volta siano stati violentati, ma in primis non mi risulta che la violenza subita generi di default pedofili, ma soprattutto i pedofili hanno comunque il loro orientamento di base come tutti, difatti dalle cronache emerge che insidiano o bambine o bambini, ergo ne esistono sia di etero che di gay. Cmq siamo ot

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akinori, ma che stai dicendo? Stai accantonando come se fosse risolto un problema scientifico che risolto non è, saltando a piè pari tutte le legittime obiezione che vengono opposte a questo punto di vista. E questo non lo puoi fare in piena onestà intellettuale.

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La discussione per avere una possibilità di essere significativa, deve prescindere

da ciò che dice o pensa akinori.

 

Trovo molto importante la testimonianza di Mina, non fosse altro per il fatto di

parlare a ragion veduta.

 

Il trauma in sè, non è legato ad uno specifico fatto, inteso nella sua materialità,

ma nell'effetto spiazzante che provoca.

 

Questo effetto si realizza quando il soggetto prende coscienza di un pericolo

imprevedibile ( non semplicemente imprevisto il chè implicherebbe un errore,

ma imprevisto perchè il soggetto era impreparato a prevederlo ) che ci restituisce

un senso di assoluta impotenza.

 

Inizialmente si studiano i cd. "scemi di guerra" persone sottoposte allo stress

di bombardamenti a tappeto in trincea, in cui il pericolo è continuo ( ore e ore

di bombardamento ) e quindi determinato ma inevitabile ed in cui l'esito è affidato

al caso. Queste persone sono "mediamente" condannate a rivivere lo stress.

( Lo stesso pul valere per una violenza in carcere o in luoghi in cui lo stupro

omosessuale è una regola che tocca a qualcuno )

 

Poi ci sono i casi di persone che nella vita ordinaria subendo abusi in età precoce

sono state ingannate, in pratica a causa dell'età non hanno saputo prevedere il

pericolo. Queste persone avrebbero potuto evitarlo, se non fosse che erano impreparate

a prevederlo ( erano troppo piccole ) quindi lo cancellano o comunque ne prendono coscienza

in seguito. La loro situazione è brutta, ma già migliore rispetto allo scemo di guerra, possono

rielaborare...

 

Chi subisce il sadicheggiare del compagno di classe a 12-14 anni, sa invece di subire, ma

per vari motivi non è capace di evitarlo ( questo è il caso più frequente secondo me ) il fatto

che in senso proprio non sia traumatizzato, non toglie che sia violentato e danneggiato ( sia

in termini di autostima che per mille altri motivi...doppio è il danno se essendo gay alle prime

pulsioni omosessuali non accettate si stratifica il sopruso subito )

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@@Hinzelmann, forse volevi scrivere: la discussione per avere una possibilità di essere manipolata da te, deve prescindere

da ciò che dice o pensa akinori. :)):

@@FreakyFred io non sto accantonando niente. Credo che se tu voglia "fare scienza" debba trovarti un posto di ricercatore in qualche università italiana, qui nessuno è venuto a fare lo scienziato, siamo in un forum gay e si discute di problematiche inerenti, adesso non possiamo andare OT per stabilire il fondamento scientifico della psicologia.

 

Mi sembra che ci sia un dato di fatto: la correlazione fra violenza e orientamento sessuale. Nessuno ovviamente pone questo assioma come universale, nessuno sta sostenendo che se sei gay in ogni caso hai subito un trauma o una violenza. Ci sono però senz'altro persone in cui una violenza o un trauma ha influito sull'orientamento sessuale. Onestà intellettuale significa ammetterlo, serenamente. Questa reticenza dimostra solo che non si è poi così sicuri circa i dogmi sui quali sono fondati identità e orientamento sessuale.

 

Poi c'è il caso di Mina: un gay che ha il coraggio di dichiarare di aver subito abusi da bambino. E di averne preso coscienza solo molti anni dopo, perché quegli abusi glieli avevano fatti passare come una "cosa normale". Io penso che questa straordinaria testimonianza valga più di diecimila contorcimenti dialettici di Hinzelmann e banali schemini stile almadel, e mi piacerebbe approfondire il discorso con lui (Mina) e su quello che ha vissuto (Mina), non sullo scemo di guerra di Hinzelmann, che IMHO, non c'entra un fagiolo secco e anzi mi sembra anche offensivo tirarlo in ballo in questo.contesto.

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Da quando mettere al primo posto una discussione sulle basi di ciò di cui si sta parlando è Off Topic? Non è Off Topic per niente, invece.

Ci sono però senz'altro persone in cui una violenza o un trauma ha influito sull'orientamento sessuale.

E', diciamo così, plausibile. Ma qualcuno si è preso il disturbo di leggerlo l'articolo che ho citato, oppure mi ritenete talmente un'autorità nel campo da potersi fidare ciecamente di ciò che riporto?

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@@FreakyFred, io non ritengo nessuno un'autorità, nemmeno me stesso quindi sta tranquillo. E qui non posso che dirti "tanto di cappello di fronte alla tua onestà intellettuale" :yes:

 

 

 

E guarda che lo studio che hai citato non è il solo! C'è tutto un filone di studi sull'argomento. Ad esempio c'è lo studio "Same-sex sexual orientation, childhood sexual abuse, and suicidal behavior in university students in Turkey" di Mehmet Eskin, Hadiye Kaynak-Demir, Sinem Demir" in Archives of Sexual Behavior (2005) che mette in relazione gli abusi sessuali subiti nell'infanzia non solo con l'orientamento sessuale, ma anche con il comportamento suicidiario, ed è stato fatto intervistando centinaia di Turchi studenti universitari. C'è lo studio "The prevalence of childhood sexual abuse, physical abuse and emotional neglect in Europe" di Astrid Lampe in Zeitschrift fur Psychosomatische Medizin und Psychotherapie (2002) che pone una correlazione significativa tra dati nordamericani e dati nordeuropei, per i quali le percentuali di abusi si possono quasi sovrapporre

Poi c'è lo studio

"An examination of risky sexual behavior and HIV in victims of child abuse and neglect: a 30-year follow-up." di Helen W Wilson, Cathy Spatz Widom in Health psychology official journal of the Division of Health Psychology American Psychological Association che conclude che i bambini maltrattati sono più propensi ad avere rapporti sessuali prima dei 15 anni, ad esercitare la prostituzione in età giovanile, e a risultare Hiv positivi al test in età adulta.

A questo punto, l'influenza sull'orientamento sessuale sembra l'ultima delle questioni...

 

Lo studio che tu citi "An examination of risky sexual behavior and HIV in victims of child abuse and neglect: a 30-year follow-up" by Helen W Wilson, Cathy Spatz Widom che appunto evidenzia " a link between childhood sexual abuse and same-sex sexual partnerships among men" . Lo studio mi sembra ababstanza significativo, risale al 2010 (quindi è recentissimo) e si basa su un follow up di 30 anni.

 

Quindi è innegabile che possa esserci un legame fra maltrattamenti infantili e orientamento omosessuale. Ed è una prova a favore del fatto che omosessuali si possa anche diventare, che credo che sia la cosa che dia più fastidio...

 

Allora io mi chiedo: perché non discutere serenamente di queste cose? Io avevo formulato la mia ipotesi ignorando questi studi, lo dico con tutta sincerità. Fidandomi solo della mia intuizione e delle esperienze di molti gay che si sono raccontati con me a cuore aperto. Ora scopro che la mia intuizione era giusta ed ha anche un supporto scientifico. La cosa non mi sorprende affatto, credo che mi sarei meravigliato se gli studi avessero dimostrato il contrario.

 

Adesso, mi sembra, nessuno può negare che la violenza incide sull'orientamento sessuale. O qualcuno è ancora convinto del contrario?

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No, non l'hai letto, visto che gli stessi autori, evidenziando i limiti del proprio studio, così come di quelli precedenti, sottolineano proprio che dai loro dati non si può inferire che un certo orientamento sessuale sia stato causato dalla violenza subita, elencando anche tutte le possibili altre spiegazioni :)

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Quindi è innegabile che possa esserci un legame fra maltrattamenti infantili e orientamento omosessuale. Ed è una prova a favore del fatto che omosessuali si possa anche diventare, che credo che sia la cosa che dia più fastidio...

 

 

Non è innegabile per niente: anche facendo statistiche su grandi numer, è ovvio che ANCHE i bambini omosessuali possano essere stati vittime di abusi, non è che l'omosessualità metta al riparo da eventuali violenze, eh... il punto che però lascia miseramente cadere la teoria del "gay si diventa" è ogni giorno davanti agli occhi di tutti: la stragrande maggioranza degli adulti gay (cosi' come, fortunatamente, anche la maggior parte degli adulti etero) non ha subito alcuno violenza durante l'infanzia e la crescita, cosi' come non è cresciuta in ambienti disagiati, cosi' come non ha avuto un padre assente, cosi' come non è stata traviata da amicizie gay, e a seguire non ha vissuto tutte le cazzate con le quali gli omofobi o i gay irrisolti tentano di "giustificare" un orientamento diverso da quello eterosessuale. Per non parlare poi di tutti quegli etero che pure hanno subito abusi, che pure sono cresciuti in contesti ed in famiglie disagiati, e che comunque sono oggi adulti eterosessuali...quindi come la mettiamo?

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C'è una correlazione significativa, ma valida solo per i maschietti, fra l'aver subito una qualche forma di molestia sessuale da piccoli e l'aver sviluppato l'orientamento omosessuale.

Ma vale solo per gli abusi di tipo sessuale e, ripeto, solo per l'omosessualità maschile.

 

@ Freaky ho citato quanto affermi nel post #45 ed è quello che io condivido, ora non imbrogliamo le carte come al solito. Non si tratta di stabilire che l'orientamento sessuale O è necessariamente determinato da V, ma la correlazione tra violenza ed orientamento sessuale c'è, e verranno fatti altri studi per approfondirla, oltre a quelli che sono stati già fatti che ho citato.

 

@Ben 81 la mettiamo con gli studi scientifici sopra. "Gay si diventa" non è una teoria universale, ma solo una possibilità, significativamente legata ANCHE alla questione degli abusi. La frase "gay si nasce" non significa niente. Puoi dirti omosessuale in atto quando hai per la prima volta un rapporto sessuale completo con una persona del tuo stesso sesso, e questo implica uno sviluppo sessuale. L'omosessualità in potenza non coincide con un gene, (che non è mai stato identificato), o con un particolare combinazione cromosomica, che non esiste nemmeno nei trans o nelle trans. Probabilmente deriva dall'ambiente o dall'educazione una predisposizione, se c'è, all'omosessualità o meglio alla scelta omosessuale piuttosto che alla scelta eterosessuale, dato che nasciamo tutti bisessuali IMHO ( e il termine scelta non implica nessuna condanna morale, ma si tratta semplicemente di un'opzione, che può anche essere giudicata in termini pragmatici).

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@Ben 81 la mettiamo con gli studi scientifici sopra. "Gay si diventa" non è una teoria universale, ma solo una possibilità, significativamente legata ANCHE alla questione degli abusi.

 

Una possibilità che non trova riscontro pratico, visto che la maggior parte dei gay non ha mai subito abusi, e considerato che quei gay che danno la colpa della loro condizione agli abusi sicuramente erano gay sin da prima, l'abuso al massimo li ha fatti riflettere su una parte di loro che fino a quel momento non avevano affrontato

 

La frase "gay si nasce" non significa niente. Puoi dirti omosessuale in atto quando hai per la prima volta un rapporto sessuale completo con una persona del tuo stesso sesso, e questo implica uno sviluppo sessuale.

 

Ma che stai dicendo, io a 9 anni (quindi molto prima di avere contatti sessuali con chicchessia) già sapevo di essere gay, tanto che chiesi ad un compagno di farsi toccare il pisellino (cosa he lui non accetto'). Mi ero pure già accorto che mi eccitavano solo i maschi, ma pensavo fosse una cosa che succedeva a tutti, solo a 12 anni mi resi conto che non era cosi'. I gay che si "scoprono" come tali da vecchi, o danno colpa agli abusi, avevano semplicemente fatto finta che una parte di loro non esistesse, fino al punto di rottura, di non poterla piu' negare a loro stessi.

 

L'omosessualità in potenza non coincide con un gene, (che non è mai stato identificato), o con un particolare combinazione cromosomica, che non esiste nemmeno nei trans o nelle trans.

 

Il fatto che non sia stato scoperto non significa che non esista, guardacaso in molte famiglie la condizione gay è ricorrente nelle varie generazioni, ricordiamo che a tutt'oggi la scienza non riesce a dare spiegazione nemmeno all'origine di malattie gravi e letali, figuriamoci a quello che è solo un orientamento sessuale.

In altri casi si è parlato di un'alterazione ormonale durante la gestazione delle madri, cosa pure plausibile.

 

Probabilmente deriva dall'ambiente o dall'educazione una predisposizione, se c'è, all'omosessualità o meglio alla scelta omosessuale piuttosto che alla scelta eterosessuale, dato che nasciamo tutti bisessuali IMHO ( e il termine scelta non implica nessuna condanna morale, ma si tratta semplicemente di un'opzione, che può anche essere giudicata in termini pragmatici).

 

Non può derivare dall'ambiente perchè altrimenti in Iran non nascerebbero omosessuali, nè tantomeno dall'educazione delle singole famiglie, in quanto allora piu' fratelli, educati allo stesso modo, dovrebbero essere tutti gay, invece solitamente non è cosi'. Per quanto riguarda il termine scelta, nn equiale ad una condanna, ma è semplicemente sciocco, in quanto nessuno di noi sceglie se farsi piacere la patatina o il pisellino ;-)

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Ben81, ti consiglio di leggere gli studi scientifici citati, che dimostrano che, anche se non in tutti i casi, in vari casi la violenza ha influenzato non solo l'orientamento sessuale, ma anche la predisposizione al suicidio e alla prostituzione e quindi alla sieropositività. Quindi non si tratta di affermare che sei gay perché hai subito una violenza, ma che chi ha subito una violenza da piccolo ed è diventato gay, può essere anche che lo sia diventato per quella violenza in alcuni casi.

 

Ben81, a 9 anni eri un gay in potenza. Ma questo non significa che eri nato gay. Sei diventato gay in atto quando hai avuto le tue prime esperienze sessuali. Bisognerebbe indagare su quello che è successo negli anni precedenti, ma la stragrande maggioranza dei gay preferisce non farlo, perché vive benissimo con il suo orientamento sessuale gay e quindi non ha necessità di approfondire o magari la rimozione è stata così forte che la paura di scoprire verità scomode gli impedisce di approfondire, anche perchè potrebbe rimettere in discussione l'equilibrio raggiunto accettandosi come gay.

 

Mi è difficile credere alla ricorrenza dll'omosessualitò nelle famiglie di generazione in generazione, semplicemente perché se fosse un fatto genetico sarebbero destinate all'estinzione nel giro di poche generazioni. Io la ricorrenza me la spiego con modelli psicologici e comportamentali ereditati di generazione in generazione, ma anche in questo caso, molto parzialmente.

 

"Ambiente" non significa che se l'ambiente è omofobo non nasci omosessuale. Ambiente può essere l'educazione in istituzioni dove i maschietti sono segregati da una parte e le femmnucce dall'altra (proprio come avviene in iran). Inoltre l'Ambiente non è l'unico fattore, perché due fratelli potrebbero vivere negli stessi ambienti ma essere stati educati in maniera diversa (col primo figlio magari genitori inesperti commettono errori di cui prendono consapevolezza e che cercano di non commettere di nuovo quando educano gli altri figli.

 

Sugli scompensi ormonali durante la gravidanza come altro cofattore sono d'accordo, ma penso più che altro si tratti di una predisposizione alla femminilità o alla "maschilità", ovvero un fatto fisico che riguarda i caratteri sessuali secondari, ma che da solo non è sufficiente. Penso che influenzi anche l'identità di genere oltre che l'orientamento sessuale, è lecito supporre che scompensi a favore di ormoni femminili dovrebbero predisporre ad un orientamento sessuale che abbia i maschi come oggetto, cioè all'omosessualità...ma non conosco studi a riguardo e non credo che altre persone che ne siano a conoscenza abbiano l'onestà intellettuale di freaky fred...

 

 

Il termine "scelta" devi prenderlo fra virgolette, altrimenti è normale che ti sembra sciocco. In questo caso pensavo soprattutto alle lesbiche e alla loro scelta separatista rispetto ai maschi...spesso le nostre analisi le facciamo sempre da un punto di vista maschile. Devo dire che mi ha sorpreso che gli studi fatti ad oggi pongano la correlazione fra abusi infantili e omosessualità, ma la cosa riguardi solo i maschietti.Credo che dipenda dal fatto che non sono stati fatti ancora studi approfonditi sulle lesbiche.

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Vi ripeto che - dopo i dovuti calcoli -

risulta che su 1000 etero 7 hanno ricevuto un abuso

e - su 1000 gay - sono stati abusati in dieci.

Anche ammettendo che l'abuso generi l'omosessualità

(tralasciando qualsiasi altra spiegazione)

questa varrebbe solo per lo 0,3% dei gay.

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alma , l'abuso è solo uno dei fattori che genera l'omosessualità!

 

non voglio credere che se siamo quello che siamo, cioè gay ovviamente e orgogliosi di esserlo eccetera

è solo perché abbiamo subito un abuso. Per alcuni sarà bastato l'abuso, per altri l'abuso non sarà stato mica sufficiente

sono tutti cofattori, non per tutti c'è un fattore unico come la violenza

. Per altri ci sarà la violenza +F per altri la violenza + F + R per altri la violenza +F +R +O ........ e così ad infinitum

l'acrostico è sempre quello (f.r.o.cetera)

 

poi c'è chi dice che è stata una scelta, chi non lo diventa mai, chi viene scelto.

Però dai, i cromosomi sono quelli, o maschili o femminili

il tuo corpo ha un solo sesso reale, sempre, tranne forse nei rarissimi casi di ermafroditismo

ma qui freak magari ci dice come la sequenza cromosomica dell'ermafrodita

si differenzia da quella del maschio e della femmina, ovvero

se ci sono studi scientifici che dimostrano

se oltre al differenziale xx vs xy cosa c'è, perché in una logica binaria non ne usciamo fuori.

In somma, gli ermafroditi avrebbero YY? o YX? sono le uniche due coppie mancanti per fare la matrice.

Questo potrebbe essere un fondamento biologico dell'omosessualità, per chi crede alla scienza.

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