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Coming Out è ...


Casper

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...Allore decidetevi, il problema è

 

il valore di benessere individuale, di "rinascita" o "nascita" che determina

 

o il fatto che

 

si diventa un problema per la comunità gay

 

?

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Intendi dire che sono in contraddizione con Isher?

Ma non siamo mica la stessa persona!

 

Ribadisco il paragone con l'eroina:

smettere fa bene alla propria salute

e fa anche bene a tutta la comunità.

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Ahah no, non mi interessava la contraddizione, volevo solo capire se avevate posizioni diverse.

Risponderò dunque a entrambi:

 

esortare al CO - con le sfumature colpevolizzanti che spesso si notano - per il proprio benessere individuale mi pare un'inaccettabile intromissione (anche i preti sono convinti che sarei molto più felice andando in chiesa);

 

farlo per il bene della comunità gay, quindi come "dovere morale/civico", mi sembra più comprensibile, tuttavia un CO può avere conseguenze anche pesanti (concrete o psicologiche), e credo che queste conseguenze vadano sempre soppesate col vantaggio provocato nella società (in un ambiente già omofilo, un CO può essere irrilevante; se il mio vicino è gay e sta per suicidarsi, il mio CO può essere determinante).

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secondo me stiamo andando ot.

casper ci aveva solo chiesto quali sono i vantaggi che noi in prima persona abbiamo notato nella nostra vita.

 

Ora tutta questa tiritera sul "se non fai co sei un problema per gli altri"

"devi avere le palle " ecc,

 

mi sembrano un po' fuori luogo e anche un po' invadenti.

 

Questo è un topic per chi ha già fatto co e per chi vorrebbe farlo. Poi per il resto non trovo giusto forzare o colpevolizzare chi non ha ancora avuto modo di farlo.

 

Comunque a me ha dato sempre un senso di libertà, di forza della mia identità e mi ha permesso di difendermi in prima persona.

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No, evitando il CO non si diventa certo un rischio e un costo per la società.

Perché, (tristemente?), tutto si riorganizza e riassorbe in un frazionamento,

come avviene per mille altre ragioni, e per tutti gli individui a prescindere dal

loro orientamento sessuale. Per cui i dichiarati staranno e si frequenteranno

con i dichiarati, i velatini con i velatini, i velatoni con i velatoni, e via dicendo.

 

Certo che ognuno è libero di decidere cosa per sé è il meglio: è il meglio non è tale

solo astrattamente, ma anche commisurato al proprio sentire e - diciamolo: se no

facciamo finta che la repressione o biasimo o scoraggiamento dell'omosessualità non esista -

alla propria capacità di reggere a una serie di impatti più o meno forti (che però hanno un

rovescio della medaglia positivo, anzi molto positivo).

 

In realtà, la risposta che si dà al CO è l'espressione, consapevole o inconsapevole, a una

assiologia. Che cosa vale, e che cosa vale di più? Che cosa è buono, e va quindi promosso, e

che cosa non lo è, e va quindi avversato? Anzi, alla base di tutto: esiste qualcosa che vale?

 

Qualcuno aveva posto prima l'alternativa tra «fare carriera» ed «essere sé stesso». Questa è

la forma estrema - colta nei suoi due termini positivi - di tale scelta di fondo. Certo, uno per

scegliere di «essere sé stesso» deve pensare che questo è il valore massimo, o per lui più

importante, e che è sempre bene.

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Sono stato io a fare quest'alternativa "tra fare carriera ed essere se stessi". Comprendo pure perché non mi si citi direttamente, la cosa deve aver dato un po fastidio.

Soprattutto a quelli di sinistra come me. Ma io amo fare autocritica e non ritengo di avere la verità assoluta, pur avendo una serie di convinzioni che sono punti di riferimento diciamo "dinamici" e non statici come può essere un'ideologia.

 

Certo, da qui a fare il paragone improprio con l'eroina il discorso mi sembra un po scaduto :frusta: .

Anche perchè sembra che la dipendenza, sopravvenendo con l'abitudine, si attagli soprattutto a chi ha l'abitudine, appunto, di fare sempre CO

La nuova piaga sociale: il COmane :roll:

colui che se non fa il CO e magari non costringe gli altri a farlo va in crisi d'astinenza ed è capace di costringerti a suon di busse :roll:

Scherzi a parte, non credo che fare il CO sia sempre una cosa positiva dal punto di vista individuale, come ideologicamente sostiene almadel, anche se è lo sicuramente per il resto della comunità omosessiale, a voler essere p.c.....

Dal punto di vista individuale ci può essere anche qualche conseguenza negativa, se vogliamo essere sinceri e non ideologici.

Queste conseguenze negative non dipendono ovviamente dal CO in sé, ma dal momento in cui lo si fa e dall'ambiente.

Per questo ho citato il concetto greco di kairos ricordandomi delle lezioni di filosofia della mia prof del liceo.

Io non ho una famiglia particolarmente omofila, anzi mio fratello maggiore è decisamente omofobo.il CO però l'ho fatto uguale, per motivi politici.

Non denigrerei però chi, nella mia stessa situazione, aspettasse un momento più opportuno.

Dalla mia esperienza, per quanto riguarda il CO con parenti, ritengo che la conditio sine qua non sia l'indipendenza economica e familiare, ovviamente se l'ambiente è un po ostile.

Giusto per evitare spiacevoli ritorsioni (fatte per il tuo bene, ovviamente, ma secondo gli altri, non secondo te).

Per il resto non mi sono pentito, avendo un carttere forte e combattivo. E penso che lo rifarei. Ormai il peggio è passato, finita l'università andrò a vivere da solo e credo che sarò molto più sereno. Non sarò nemmeno costretto a presentare il mio ragazzo in famiglia. Dovrà essere la mia famiglia a presentarsi a casa mia per sapere quello che faccio, e sono certo che si presenteranno tutti, apprensivi come sono per la mia "sorte".

Ma allora potrò cacciarli io da casa mia, se esprimeranno in termini sgraditi giudizi sulla mia vita gay! :prrr:

Quindi CO è anche questione di carattere. Ma dato che ognuno ha (fortunatamente) il suo, di carattere, Non posso imporre il mio modello ad un'altra persona che ha un carattere più remissivo, e preferisce la serenità e la pace familiare. E non mi sognerei mai di tacciarlo di codardia solo perché fin quando non è indipendente si rifiuta di fare il CO.Anzi, se è minorenne e la famiglia è omofoba, glielo sconsiglio decisamente, se non vuole avere limitazioni alla sua libertà. Si, non è una cosa bella nascondersi. Ma è stupido soffrire quando il gioco non vale proprio la candela. E non possiamo mettere sullo stesso piano un 14enne con un 30enne.

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Credo che Divine abbia ragione, siamo andati OT.

Allora provo a tornare in tema rispondendo alla domanda iniziale:

 

per me, fare CO (con alcuni) è stato avere la possibilità di confidarmi, sfogarmi, scherzare.

E soprattutto spiegare come mai mi vedevano così stranamente felice...

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Perché? I suoi lo hanno ammazzato?

Di solito in un sito gay trovi chi ha dei problemi,

non chi ne ha così tanti da non poter neanche scrivere.

 

Potrebbe essere stato cacciato di casa. Succede ancora, sai, in certe realtà arretrate.

E in genere il primo pensiero non è collegarsi a un internet point per scrivere:

il mio CO è stato negativo. :roll:

 

In ogni caso non occorre aspettare nessuno. Stiamo discutendo dei pro e dei contro del CO

Se poi non si accettano i "contro", parlare solo dei pro mi sembra abbastanza banale a questo punto.

Sil fatto che il CO sia necessario, positivo, vantaggioso, utile mi sembra che siamo tutti d'accordo :roll:

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Ok, Divine.

Allora che parlino solo quelli che lo hanno fatto.

 

Questo è un topic per chi ha già fatto co e per chi vorrebbe farlo. (per sapere cosa succede dopo)

 

 

Cosa cambia dopo il CO? Cosa permette l'essere out con qualcuno?

 

a me è successo alcune volte di essermi pentita dopo il Co. Non è che i Co sono tutti positivi. Dipende dal momento e da come sono pronte (se sono pronte) le persone coinvolte: a partire da te stesso.

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Ecco, Divine dimostra con la sua esperienza che le mie considerazioni non erano campate in aria.

Divine, quando ho scritto che il CO è sempre positivo, intendevo il CO in sé, non intendevo che è sempre positivo per chi lo fa.

Condivido pienamente la considerazione sul momento opportuno e la preparzione delle persone coinvolte.

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Divine,

 

1 ti sei pentita di aver fatto il CO?

 

2 o ti sei pentita di averlo fatto in un certo momento, in un modo non sufficientemente preparato, eccetera?

 

E di che cosa precisamente ti sei pentita in questo secondo caso?

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mi sono pentita di aver fatto co non per il co in sè e per sè che di per sè non è mai negativo, perchè essere se stessi è quanto di più nobile ci sia, ma forse di fronte a certe persone era meglio se mi fossi fatta gli affari miei. Mi dà fastidio la curiosità di certe persone. Forse ora ho più forza e più palle per difendermi ma in passato forse ho osato troppo e magari io non ero pronta perciò mi sono pentita, però ero fidanzata e mi è sembrato giusto dirlo.

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Evidentemente c'è chi si pente di aver fatto il CO perché non è stato fatto al momento opportuno e in un ambiente favorevole. Come volevasi dimostrare. Divine dimostra la mia tesi con la sua esperienza. Ma la mia tesi è maturata ascoltando racconti di miei coetanei già prima di venire a conoscenza dell'esperienza di Divine. Anche loro pentitisi di aver fatto CO al momento meno opportuno.

Quindi si, il CO è giusto positivo in sé eccetera. Ma non si può consigliare a tutti di farlo subito senza se e senza ma. Bisogna avere un riguardo per l'età, la consapevolezza del singolo e le circostanze ambientali. Tutto ciò mpossiamo definirli i "contro" del CO. :sisi:

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il CO è libertà e come qualsiasi libertà troverai sempre qualche ostacolo nella realizzazione. Alla fine però ti svegli la mattina ti guardi allo specchio e qualsiasi cosa il mondo ti dirà, ti dirai: " io sono vero". Personalmente più vado avanti e più mi rendo conto che un gay, se vuole una relazione stabile, dovrà affrontare l'argomento CO.

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L'unica cosa che C.O ha significato per me è stata "rivelazione".

 

Vale a dire che, semplicemente, è stato il passo tramite il quale ho rivelato la mia vera natura agli altri. Non lo considero neanche liberazione o tutto il resto, perchè non ho mai vissuto negativamente la cosa e mai ho osservato il C.O come un valico da superare. Sono sempre stato nell'ottica che non fossi io ad avere problemi (cosa vera, per altro) ma coloro che eventualmente non m'avrebbero accettato.

 

Li ho quindi vissuti piuttosto bene, a parte con mio padre che tutt'ora fa finta di niente. :sisi:

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Sì, siete andati ampiamente OT... deciderò dopo se separare.

Io volevo che svelaste il lato più personale di cosa ha rappresentato o sperate rappresenti fare CO.

CO è anche, per me, totale naturalezza nel vivere la propria relazione circondati dagli amici che sanno di noi. E con naturalezza intendo una sensazione a tutto tondo di ordinarietà della mia relazione con un ragazzo anziché una ragazza, senza pensieri anche solo sporadici di "chissà cosa pensa tizio di noi".

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Evidentemente c'è chi si pente di aver fatto il CO perché non è stato fatto al momento opportuno e in un ambiente favorevole.

 

Ehm, come si fa a essere certi che il momento opportuno sarebbe mai arrivato, con quella persona? Magari era una persona con cui il CO non si sarebbe mai potuto fare e basta.

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il CO è libertà e come qualsiasi libertà troverai sempre qualche ostacolo nella realizzazione. Alla fine però ti svegli la mattina ti guardi allo specchio e qualsiasi cosa il mondo ti dirà, ti dirai: " io sono vero". Personalmente più vado avanti e più mi rendo conto che un gay, se vuole una relazione stabile, dovrà affrontare l'argomento CO.

 

sono pienamente d'accordo.

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  • 3 weeks later...

Fare CO mi ha aiutato molto nel mio percorso di accettazione. La mia "rivelazione" agli altri è incompleta perché ne ho parlato con pochissime persone, ma sento che la totale naturalezza e autenticità nei rapporti con gli altri può solo derivare dalla mia capacità di parlare di me a quanti mi stanno accanto, mi riferisco ai familiari soprattutto. Ma per me questa è una montagna difficile da scalare.

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Toh... ho visto ora questo topic! visto che ormai si è detto e discusso molto, scrivo in chiave scherzosa alcuni concetti, per ridare un po' di vigore al topic:

 

CO è poter fare i porno-apprezzamenti quando passa un ragazzo/uomo con un bel pacco, e far capire agli amici etero che gli ormoni di un gay non sono poi così diversi dagli ormoni di un etero quando gli passa davanti una con le tette grosse.

CO è poter chiamare ragazzo/fidanzato quella persona con cui si esce/parla al telefono ogni 5 minuti, specialmente quando si è davanti a mamma e papà che ti dicono "riecco il tuo amico che ti cerca... ma che avrà da dirti di così importante se ti ha chiamato 5 minuti fa???"

CO è poter dire che vado al Gay Village alla domanda "che fai sabato?" anziché dirgli che vado in un parco dove si balla all'EUR dove ci sono tanti ragazzi che vestono rainbow

CO è smettere di inventarsi di avere una cugina quindicenne quando passi vicino un'edicola per comprare Cioè con il mega poster di Mitch Hewer in omaggio

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concordo con akinori...

(il suo primo post del thread)

 

se una persona normale vuole una condizione migliore fa come i propri avi: si emigra...

la gente lo fa tuttora... tra meridionali ed extracomunitari e tutto un via vai qui al nord...

 

non vedo dunque nulla di male in un gay che se ne va nei paesi bassi, spagna, inghilterra, germania etc.

la gente emigra per trovare una condizione migliore, che sia economica o una cultura e tradizione più affine a se stessi...

 

l'esempio di almadell è uno dei possibili scenari e calza a pennello... così tornando al post di akinori...

2 giovani "20enni" in Inghilterra possono avere i benefici "psicologici" di un coming out senza ottenere i malus sociali nella stessa quantità che sarebbe ottenuta qui in italia...

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CO è poter fare i porno-apprezzamenti quando passa un ragazzo/uomo con un bel pacco, e far capire agli amici etero che gli ormoni di un gay non sono poi così diversi dagli ormoni di un etero quando gli passa davanti una con le tette grosse.

 

verissimo!

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  • 3 months later...

Beh coming out è liberazione,è poter mostrarsi agli altri per quello che siamo, è sentirsi liberi di tenere per mano la propria ragazza e trattarla come ci viene naturale in presenza delle persone che amiamo... Coming out è vivere, semplicemente, e non nascondersi o omettere. Ecco direi che Coming out è esattamente il contrari di omettere. E' vivere pienamente

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C.O,per me,serve semplicemente per poter parlare degli argomenti di cui prima non si parlava,ed è il modo di preparale le porsone ad alcuni comportamenti che possono non essere capiti sin da subito.Si può vivere serenamente anche senza averlo fatto,per forza,ai propri genitori e amici.Puoi stare con la persona che ti piace anche senza dover spiegare nulla a nessuno.Poi se la cosa ,la vuoi condividere con le altre persone o ti senti in dovere di avvisarli ecc,è un altro discorso.Comunque la felicità don dipende da questo,al mio parere,ma di pende di più dall'auto accettazione.Anche perche una volta che ti sei accettato,sai di essere cosi e sei felice con te stesso,non ti importa più ciò che ti dicono gli altri.

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