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Se dico 'gay'


gibberish

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chi vi dice che io non ho fatto coming out? non l'ho mai specificato, ma voi siete saltati subito a conclusioni senza nemmeno avermelo chiesto, dandolo per scontato.

 

perché tanto sono sicura che tu sei uno di quelli che si reputano insospettabili e reprimono qualsiasi comportamento possa renderli sospetti

 

ma cosa ne sai di me?

cosa sarebbe cambiato se ti avessi detto che mi chiamo Giacomo, ho 24 anni e abito a Firenze?

cosa ti serve sapere di me per giudicare bene o male un mio pensiero che ho reso pubblico?

anche il tuo è pregiudizio, sai?

 

onestamente, i dialoghi che sto avendo con le persone che mi messaggiano in privato sono molto più costruttivi e interessanti.

se volete avere l'ultima parola per poter dire 'l'ho zittito', accomodatevi.

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No guarda sinceramente non me ne frega niente di quello che pensi, se non che trovo il tuo stereotipo offensivo nei confronti di tutti i miei amici gay, che siano effeminati o no.

Vuoi continuare a parlare? Parla.

Ma secondo me quello che soffre per la tua relazione con gli altri gay sei tu, non sono certo io. :rotfl:

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Non è una guerra contro di te gibberish , non ci sono vinti e vincitori. Gli utenti hanno semplicemente cercato di capirti ed aiutarti , ognuno secondo le proprie esperienze , chi più chi meno. Sei entrato senza presentarti è vero e questo pone (almeno in un forum) dei punti di domanda, anche su quali siano le vere intenzioni di un topic così impregnato di bollatura sociale stilato da uno sconosciuto alla communità, che ci prende per chi? Persone problematiche ed omologate? Se non vuoi sentire quello che abbiamo da dire ,basta non leggere , se quello che ti scrivono in privato lo ritieni più appagante ed in linea con i tuoi 'schemi mentali' buon per te, fai attenzione però a non deludere mai te stesso. Auguri...  :rotfl:

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ci sono stato, e più che persone ho visto un'enorme carnevalata di ubriachi che pensavano solo a 'beccare' i fighi che avevano attorno.

Non vedo perché continuare a rispondere ad una persona che chiaramente soffre di allucinazioni.

Sottoscrivo l'appello di debussy.

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trovo il tuo stereotipo offensivo nei confronti di tutti i miei amici gay, che siano effeminati o no.

anch'io lo trovo offensivo, per me stesso. infatti non sopporto quelli che nella loro mediocrità lo indossano come una maschera giorno per giorno... ma a quanto pare sono creature mitologiche che vedo solo io.

l'ambiente gay è così pacifico e in armonia... cosa mi è saltato in testa di dire queste assurdità??

 

Ma secondo me quello che soffre per la tua relazione con gli altri gay sei tu

sto benissimo, grazie.

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Grazie agli admin per non aver cancellato il mio post di sana pianta bollandomi come omofobo.

E' evidente che qualcuno è riuscito a leggere tra le righe.

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Appuro

1) che non si può parlare né dei gay-pride né dell'effeminatezza,

2) che nessuno ha capito di cosa parli questo topic: l'autore lo definisce una provocazione e devo ammettere che usare frasi rivolte ai propri interlocutori quali:

Cosa fate voi per diminuire il livello di omofobia, ogni giorno? Una bella sfrociata in pubblico dove dimostrare la vostra isteria? Qualche acido commento verso le donne che vi rubano l'attenzione dei maschi? (...)Con cosa nutrite le vostre menti? Con lo stesso veleno che sputate: l'invidia.

rientra senz'altro nella definizione di "provocazione". Tra l'altro l'autore ha pensato che non riuscissimo a comprendere cosa significasse "sputare veleno = invidia" ed ha pensato di darne una dimostrazione personale. :rotfl:

3) che l'autore non ha per nulla contribuito a far evolvere in un senso definito la discussione, di cui probabilmente lui stesso ignora l'argomento: e infatti il titolo non è chiaro, come richiesto da regolamento. A suo dire, vuole che sentirsi dire che sbaglia. Solo che a chi gli dice che sbaglia, risponde che non deve trattarlo come uno che non conosce la realtà, oppure che lo si accusa di omofobia, oppure che si cercano al lanternino prove per provare l'impossibile, oppure che noi siamo i primi (iniziamo ad essere tantini) che non sono d'accordo con il suo pensiero in 5 anni.

 

Appurato questo, proporrei di spostare il topic in Emozioni&Sfoghi, non vedendoci traccia di Spunti&Riflessioni.

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rispondo pubblicamente perché mi è stato richiesto dall'autore del post.

 

quando tu parli e giudichi l'ambiente gay ti poni comunque in una posizione di sociologo, l'osservatore che sta fuori e analizza. Io sono sempre stato 'alienato' e questo ruolo me lo sono cucito non solo nell'ambiente gay ma ovunque. La posizione di osservatore è quella di carnefice, di giudicante, che dall'alto dei suoi valori morali ed etici giudica gli altri. Io riconosco due fasi della mia vita: una prima dove giudicavo perché non potevo entrare nella 'casta' e quindi invidiavo, una seconda in cui giudicavo quei comportamenti non edificanti per la comunità gay. Per esempio i battuages, le dark, ect... Perché? Perché ritenevo, come forse anche tu, di volermi sentire parte di una comunità (movimento sociale) con cui volermi per forza identificare piegandola ai dettami di cosa è giusto e sbagliato per me.

Ma questo movimento sociale non esiste, perché un gruppo di persone che hanno in comune un'azione (ovvero lo scopare con persone dello stesso sesso) ma non un sentire (politica, etica, morale simile) in realtà non hanno nulla da spartirsi.

 

Sono stato comunque anche giudicato, perché non rientro negli standard estetici (vecchio, pelato, ect...). In questo senso direi che quando giudichi i gay, stai giudicando anche te stesso, perché volente o nolente fai parte del gioco, con le stesse regole. Ma l'errore sta nel considerare la comunità gay sezionata dal resto dell'umanità. Perché definire le caratteristiche negative di un sottogruppo, quando sono caratteristiche che appartengono anche al gruppo principale?

Non sono certamente queste quelle che motivano l'esistenza del sottogruppo, ma la semplice devianza di scopare con chi, secondo la società 'normale', non dovresti.

 

In riferimento ai vari giudizi dati sui gay omologati, sulla mancanza di stabilità sentimentale, sul gay pride ect...:

 

Prendiamo ad esempio lo stereotipo del gay che non riesce ad avere un rapporto stabile e duraturo per seguire i propri desideri sessuali. Esistono sicuramente, ne ho conosciuti, ma esistono anche diverse situazioni, meno appariscenti perché meno visibili. Forse saranno di più le prime perché è un atteggiamento molto più facile da adottare. Sarà facile per qualcuno, ma ho anche esempi di persone che si attaccano ad un partner sbagliato per tempo immemore per paura di rimanere sole o per non perdere determinati privilegi.

 

Come tra gli etero, esiste X e il contrario di X.

 

Secondo me hai una visione troppo idilliaca di cos'é la vita 'eterosessuale' e la repressione di cui ti tacciano gli altri sta nel fatto che vedi la tua condizione negativa (a causa di agenti esterni che non si comportano come te) rispetto a quella utopisticamente positiva dei modelli che ti sono stati sempre proposti, che in realtà esistono solo limitatamente. Che ne pensi?

 

Questo discorso vale anche per chi si omologa nel vestire, nell'atteggiarsi e nel, purtroppo, pensare. Esistono, come esistono negli etero, a te non piacciono, come probabilmente non piacerebbero a me, e allora? Migliora i tuoi metodi di giudizio e di selezione, perché sei esigente ed hai bisogno di persone che siano più vicine ai tuoi valori, alle tue aspettative ed ai tuoi interessi. Se sei in un periodo di sconforto, dedotto dal fatto che hai perso tempo per iniziare questo post, puoi scegliere 3 vie:

 

- o ti arrendi all'evidenza che per te non ci sono persone che valgano la tua frequentazione e rinunci alle amicizie, alla vita, alle relazioni;

- o ti adegui ad accettare senza lamentarti quello che hai;

- o lotti ancora per cercare quelli che ti vadano a genio.

 

scegli, o meglio scegliamo.

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La tua premessa coglie nel segno sotto alcuni aspetti. Probabilmente, iniziando a frequentare l'ambiente gay ho sperato automaticamente di sentirmi parte di una comunità con cui identificarmi, idealizzandola erroneamente sulla base di me stesso, i miei principi, i miei interessi e così via, e rimanendone brutalmente deluso.

Al contrario tuo non ho mai avvertito invidia verso il gregge, anzi, ho presto desiderato di allontanarmene il più possibile scegliendo bene le persone di cui sono tutt'ora amico, e affinando i miei criteri di relazione per evitare delusioni infinite.

 

(E non ho ancora capito, dicendo cosa, avrei dimostrato invidia. Vedo sempre e solo il solito giochino infantile "ti vuoi porre al di sopra perchè in realtà sei invidioso, perchè ti reprimi, ecc".)

 

Hai ragione, è un errore considerare la comunità gay sezionata dal resto dell'umanità. Hai spaventosamente ragione, ma all'interno della comunità stessa mi scoraggia riconoscere che l'individualità non esiste, e non ci si può permettere di avere una visione che comprende varie sfumature, perchè si viene immediatamente bollati come 'nemici' della causa. E ad un certo punto la voglia di difendere la comunità viene per forza sostituita dall'individualità, non ce la fai a sentirti al pari di persone totalmente riluttanti ad affrontare certi argomenti, magari in maniera meno idilliaca e un po' più concreta.

 

Riguardo la vita eterosessuale, la conosco molto bene e non credo di averla idealizzata, ne conosco l'ipocrisia e le limitatezze.

Forse ho idealizzato temi più alti e più universali, ma sempre attraverso una visione concreta della realà. Esempio:

-credo che l'essere umano sia di base bisessuale, ma le sue preferenze verranno condizionate durante lo sviluppo da vari fattori; per questo quando mi si presenta un bisessuale o un etero mi confida una sua pulsione omo (e viceversa, come è successo anche a me) non parto subito all'attacco bollando il bisex come falso o l'etero come represso, ma a quanto vedo è molto facile cadere nel pregiudizio anche per chi il pregiudizio crede di combatterlo a spada tratta.

E' innegabile, da come ho scelto di presentarmi, che io appaia come uno che giudica. Ma ho sempre specificato di basarmi su esperienze vissute, non sulla base di un post scritto su un forum. Per me anche l'incapacità di ammettere di aver giudicato è un difetto (è umano farlo) e mi fa piacere che almeno te in questo ti sei messo al mio pari.

 

Poi, boh, se io leggessi un post come il mio non mi sentirei punto nell'orgolio, anzi all'autore direi 'benvenuto nel club', ma questo non fa testo.

 

Quanto al periodo di sconforto, deduci male. Il periodo di sconforto per me è finito da un bel pezzo, non è che sono stato 5 anni in ansiosa attesa di pubblicare la mia provocazione per farmi sentire dal resto del mondo, semplicemente mi è ritornata tra le mani e ho avuto voglia di pubblicarla perchè la sento ancora attuale. Grazie dell'interessamento però.

(alzi la mano chi non mi ha augurato che il mio periodo di sconforto tornasse ahahah)

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Tutto cioè che vive sotto il cielo ha motivo di esistere!  :D

 

e se non sperimento il vissuto dell'uomo come posso dire di aver vissuto?

 

Un giorno mossi i primi passi verso una destinazione fino ad allora ammirata solo da lontano... Arrivato li guardai il mondo, ed è come se lo vedessi per la prima volta... eppure non era poi tanto dissimile da come lo avevo immaginato... non era tanto diverso da come è il resto del mondo... è solo forse un po' più vistoso...  ;)

 

ecco cosa mi sono detto quando per la prima volta sono andato al Muccassassina...

 

Semplicemente ho visto il mondo per la sua oggettività... affascinante e travolgente... che è indubbbiamente una parte di me...

 

ma io sono anche altro

ed io sono gay.

allora i gay sono anche altro...

 

 

ecco la soluzione del mistero...  ;)

 

Buon cammino...

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Boh io non mi ritrovo mai in queste descrizioni, che seguono

un copione più o meno uniforme ma profondamente diverso

dal mio.

 

Idealizzazione: quando ero giovane anche io idealizzavo gli altri gay, ma solo

quelli che mi piacevano e che avrei voluto rimorchiare....Era un errore? Sì

Però alla fine non mi ha mica devastato la vita o privato del buon umore.

 

Idealismo: quando ero giovane pensavo che il mondo dovesse cambiare e

anche la comunità gay, tutto questo esclusivamente per poter aver diritto

ad una vita migliore. Le cose non sono certo andate come speravo, ma sono

molto migliorate...e d'altronde per motivarci ad ottenere 1 serve sperare 10

 

Individualità: Mentre nella società abbiamo dei ruoli che seguono una serie di regole,

per me stare in comunità tra gay ha sempre significato liberarmi da quest'insieme di

regole e ho sempre pensato che la differenza fondamentale tra gay fosse questa:

 

Quelli che condividevano questo respiro di libertà, generando empatia e quelli che

purtroppo non riuscivano a vivere la propria omosessualità come una liberazione.

 

E' inutile raccontarsi storie...io se una persona sta a disagio mentre mi parla lo vedo,

lo riconosco, non contano le opinioni o gli argomenti soltanto, ma il sistema fra questi

ed il modo di porsi e di essere.

 

E questo è in realtà il vero discrimine, perché non è detto che questo respiro di libertà

ci debba rendere uniformi, ma ci deve essere e deve essere riconoscibile.

 

Non ho mai avuto paura di essere assimilato ad un gregge, forse sarò stato un giovane

presuntuoso, ma ciò che è accaduto credo sia stato semplicemente:

 

--prendere una serie di cose che mi venivano dal mondo gay

--farle mie ed usarle a mio modo ( per come sono fatto io )

--per stare insieme agli altri

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Sto cercando di sovrapporre l'immagine di Gibberish dei gay

a quella del raduno del Forum o a quella del mio gruppo politico...

il risultato è abbastanza esilarante ;)

 

Non ci sono solo le dark room e le discoteche

(posti che mi piacciono, ma i miei amici

sono troppo nerd per venirci con me :D)

se hai voglia di socializzare con altri gay.

 

Inoltre se giudicassimo gli eterosessuali

da quelli che vediamo nelle disco e nei locali per scambisti

non credo che ne avremo un'idea tanto diversa.

 

Lo sfogo di Gibberish è tipico di chi

pensava di andare a un cineforum

e si è ritrovato allo YAG

(e invece di cambiare giro la volta dopo,

ci è pure ritornato...)

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Sto cercando di sovrapporre l'immagine di Gibberish dei gay

a quella del raduno del Forum o a quella del mio gruppo politico...

il risultato è abbastanza esilarante ;)

 

 

pure io ho pensato ad una cosa molto simile!

ma per avere un'opinione così diversa si dovrebbe avere interesse per tutte queste cose.

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Fate questo esperimento:

alla prossima persona che vi dice:

"I gay sono tutti superficiali e invidiosi"

invitatelo a una bella retrospettiva su Pasolini

o a partecipare a un seminario contro il bullismo omofobico.

;)

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Al contrario tuo non ho mai avvertito invidia verso il gregge, anzi, ho presto desiderato di allontanarmene il più possibile scegliendo bene le persone di cui sono tutt'ora amico, e affinando i miei criteri di relazione per evitare delusioni infinite.

 

(E non ho ancora capito, dicendo cosa, avrei dimostrato invidia. Vedo sempre e solo il solito giochino infantile "ti vuoi porre al di sopra perché in realtà sei invidioso, perché ti reprimi, ecc".)

 

sono stato troppo coinciso, la mia invidia non riguarda il riferimento al 'gregge' (a cui già dai connotazione negativa) ma era puramente un problema di carattere estetico. Comunque non ti ho tacciato di invidia, parlavo di me. E ribadisco che non credo che tu sia al di sopra, ma anzi stai giudicando come gli altri ti hanno giudicato, certamente con parametri diversi, quelli più congeniali a te.

 

E ad un certo punto la voglia di difendere la comunità viene per forza sostituita dall'individualità, non ce la fai a sentirti al pari di persone totalmente riluttanti ad affrontare certi argomenti, magari in maniera meno idilliaca e un po' più concreta.

 

hai capito ora perché, tolti i repressi, le persone che protestano o 'difendono la comunità' sono un'esigua minoranza? L'enfasi sull'aspetto liberatorio/libertino dell'essere omosessuale, e l'accettare nelle associazioni gay di tutto e di più, soprattutto persone che farebbero bene ad occupare quel periodo da un psicologo o da un psichiatra, non creano sicuramente empatia e unità.

 

Riguardo la vita eterosessuale, la conosco molto bene e non credo di averla idealizzata, ne conosco l'ipocrisia e le limitatezze.

Forse ho idealizzato temi più alti e più universali, ma sempre attraverso una visione concreta della realà.

 

si intendevo la stessa cosa, parlavo di vita eterosessuale per indicare quei valori condivisi dalla maggioranza.

 

Esempio:

-credo che l'essere umano sia di base bisessuale, ma le sue preferenze verranno condizionate durante lo sviluppo da vari fattori; per questo quando mi si presenta un bisessuale o un etero mi confida una sua pulsione omo (e viceversa, come è successo anche a me) non parto subito all'attacco bollando il bisex come falso o l'etero come represso, ma a quanto vedo è molto facile cadere nel pregiudizio anche per chi il pregiudizio crede di combatterlo a spada tratta.

 

il pregiudizio e lo stereotipo fanno parte dei mezzi utili alle persone per economizzare i processi mentali, ci sono le persone avare e quelle generose, ci sono persone che a volte sono avare e a volte sono generose. Probabilmente troveremo qualche ambito in cui tu usi un pregiudizio perché non hai mai avuto bisogno di contestare la tua visione di esso, è ovvio che non ne hai se la situazione ti tocca da vicino.

 

La cultura del dubbio è la buona strada per affrontare la quotidianità, ma è estremamente esosa di energia mentale, e soprattutto necessita di umiltà e spirito critico, non tutti lo hanno, sai che noioso sarebbe un mondo in cui nasci onnisciente? La bellezza sta probabilmente nel combattere costantemente, non nel risultato. Se lo avessi già avuto a priori probabilmente non gli daresti così tanto valore.

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Gibberish, secondo me quello che tu hai colto del mondo gay è soltanto una parte di esso. Si tratta della parte più visibile, quella che fa spettacolo ma uno spettacolo già visto e quindi che riscuote consenso. Immaginati un gay pride al telegiornale dove...non si capisca che è un gay pride. Quanto piacerebbe agli etero che vogliono sentirsi tutelati, illibati, incontaminati dal mondo omosessuale?

Tu pensi che sarebbe molto più producente per il mondo gay se i gay si mostrassero come persone normali, non stereotipate.

Ma qui si apre una serie indefinita di questioni. Esistono una serie di persone che NON SONO e NON VOGLIONO ESSERE persone "normali". Eppure anche loro sono gay. In molti diventano così per reazione, per trovarsi inseriti in un sistema sociale che li accetti, per tradizione o semplicemente, come dici tu, per riuscire a svuotare le palle. Ciò nonostante alcuni di loro si trovano davvero a proprio agio nel loro modo di essere, che a te magari disgusta, ma che ha lo stesso diritto di stare al mondo quanto il tuo.

Lo so che pensi che questo è ingiusto, che poi sembriamo tutti così, ma questa non è una giustificazione per "normalizzare" chi non vuole essere "normale".

 

Voglio dire...

 

Ci sarà un motivo se l'unico mondo gay visibile è quello stereotipato. E io penso di sapere quale è questo motivo. Gente come me e come te, che può permettersi il lusso di confondersi tra gli etero, preferisce farlo piuttosto che rischiare di perdere opportunità ed amicizie venendo allo scoperto. Fino a quando non saremo noi gay non stereotipati ad avere le palle per cambiare e vivere il nostro mondo... beh direi che non potremo lamentarci se questo mondo non è fatto per essere vissuto da noi.

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ma no: mascheriamoci, dai. non perdiamo occasione!

Io non sono "normale" come le persone grigie che sono in tutti i luoghi della società e non ci tengo ad essere come loro!

Sono diversa E MI AMO IN QUANTO DIVERSA!

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Ma che significa vivere il nostro mondo? forse che io non lo vivo? forse che la gente che frequento, che non aderisce assolutamente per niente alla tua visione, gibberish, è meno gay degli altri?

 

Cosa significa essere gay? Questa è la domanda che ti devi rispondere.

 

Per me gay non è il vestito che metto, o la mano che piego. Non è l'essere orsetto (bear) e non è la frequentazione di luoghi e locali che mi rende più o meno gay.

 

Per me gay è vivere relazioni sentimentali e sessuali con gente del mio sesso. Basta. La questione si ferma li.

Essere gay è una esigenza personale, non è una caratteristica sociale.

E ognuno se la vive come vuole, nell'ambito che preferisce con la gente che preferisce.

 

Chi frequenta un certo tipo di giro, perchè VUOLE frequentare quel tipo di giro, troverà gente con date caratteristiche di QUEL giro. Se quelle caratteristiche non ti piacciono, guarda altrove.

 

Se l'ambiente discotecaro ti perplime, vai altrove, e se non hai voglia di sbatterti a trovare un altro modo di vivere la tua esistenza gay, ma per comodità e consuetudine preferisci rimanere legato a quel tipo di giro, è una tua scelta e ne pagherai le conseguenze.. Ma non venire a dire che quell'ambiente è tutto o è rappresentativo  il mondo gay, perchè non è così.

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Grazie Fujimoto e Thelema. Grazie di cuore.

 

Almadel: conosco Pasolini e le sue opere come l'alfabeto. Grazie. Sarò stronzo ma non sono ignorante.

 

Non parlavo mica di cultura, parlavo di socialità.

Suppongo che nei cinque anni che sono trascorsi

da quando tu hai scritto quell'intervento,

tu non abbia fatto "qualcosa di gay" diverso dall'andare in disco, no?

 

Se ti stanno sulle palle quelli che parlano solo di Roberto Cavalli

e poi fai lo stronzo con quelli che parlano solo di Pasolini;

il problema non riguarda la tua cultura,

ma il tuo modo di relazionarti con gli altri.

 

Come mai quando senti la parola "gay"

pensi solamente a delle "checche"?

Evidentemente perché frequenti solo checche.

E questo non è problema delle checche medesime:

è fondamentalmente un problema tuo.

 

Il mondo è pieno di etero che parlano solo di calcio e figa;

ma guarda caso gli etero che frequento io

parlano solo di giochi di società e filosofia politica.

 

Siamo di fronte alla più sacrosanta delle banalità:

dovresti selezionare meglio le tue frequentazioni.

 

E perché finora non l'hai fatto?

Probabilmente godi a crogiolarti in questa cattiva opinione dei gay

perché giustifica la tua omofobia interiorizzata.

O preferisci sentirti superiore rispetto a dei cretini,

piuttosto che rischiare (ogni tanto) di dire cose stupide

frequentando persone al tuo livello.

 

E' invece un rischio che bisogna imparare a correre.

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Non parlavo mica di cultura, parlavo di socialità.

Suppongo che nei cinque anni che sono trascorsi

da quando tu hai scritto quell'intervento,

tu non abbia fatto "qualcosa di gay" diverso dall'andare in disco, no?

 

Se ti stanno sulle palle quelli che parlano solo di Roberto Cavalli

e poi fai lo stronzo con quelli che parlano solo di Pasolini;

il problema non riguarda la tua cultura,

ma il tuo modo di relazionarti con gli altri.

 

Come mai quando senti la parola "gay"

pensi solamente a delle "checche"?

Evidentemente perché frequenti solo checche.

E questo non è problema delle checche medesime:

è fondamentalmente un problema tuo.

 

Il mondo è pieno di etero che parlano solo di calcio e figa;

ma guarda caso gli etero che frequento io

parlano solo di giochi di società e filosofia politica.

 

Siamo di fronte alla più sacrosanta delle banalità:

dovresti selezionare meglio le tue frequentazioni.

 

E perché finora non l'hai fatto?

Probabilmente godi a crogiolarti in questa cattiva opinione dei gay

perché giustifica la tua omofobia interiorizzata.

O preferisci sentirti superiore rispetto a dei cretini,

piuttosto che rischiare (ogni tanto) di dire cose stupide

frequentando persone al tuo livello.

 

E' invece un rischio che bisogna imparare a correre.

 

:D

 

Meglio della bibbia  :D

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